AFORISMA

Meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita
(Rita Levi Montalcini)

Nostra Signora del Carmelo

Nostra Signora del Carmelo
colei che ci ha donato lo scapolare

domenica 14 ottobre 2012

15 OTTOBRE: FESTA DI SANTA TERESA D'AVILA


«Nada te perturbe
nada te espante,
tudo passa,
só Deus não muda.
A paciência
tudo alcança.
Quem a Deus tem,
nada lhe falta.
Só Deus basta.»
Santa Teresa de Jesus, Pequeno Poema que foi encontrado no seu Breviário, ao morrer em Alba de Tormes.
Senhor,
muito pouco Vos conhece e ama
aquele a quem Vós não bastais!
Ajudai-me a conhecer o Vosso infinito Amor.
Por mim entregastes toda a Vossa Vida
para me dardes a Vida Eterna,
que já nesta terra começa
e me basta.
Na foto: Santa Teresa de Jesus (1515 – 1582)




15 OTTOBRE: SANTA TERESA DI GESU’
Di Danila Oppio

Mi ha sempre affascinato, questa donna meravigliosa, modernissima nel suo agire, direi quasi da femminista! Colpita da parecchi mali, ha avuto la forza, donatale di certo dal Signore, di proseguire nel suo insegnamento alle Sorelle, nel fondare sempre nuovi monasteri, nel convincere anche San Giovanni della Croce, che l’antica osservanza non era confacente al vero carisma carmelitano. Ha dunque voluto fortemente la riforma del Carmelo, nel quale, meglio sarebbe occorso un Piccolo Collegio di monache, non più di 13, ad immagine della comunità di Cristo: il Signore ed i 12 apostoli.
Per lasciare ai posteri tutta la sua vita, le sue esperienze mistiche, il suo cammino di perfezione, la storia delle fondazioni in Spagna, ha scritto incessantemente, e le opere che abbiamo ereditato, sono la fotografia della vita dell’epoca, ma più ancora, un valido insegnamento per rendere bella ogni anima, paragonata al Castello Interiore, dentro il quale, nella stanza centrale, vive Dio stesso. Ah, sapere che dentro di noi c’è Dio, è comprendere quanto sia preziosa la nostra stessa vita, ai Suoi occhi.
La sua “determinada determinacion”, l’ha portata molto lontano, tanto da essere proclamata Santa, e Dottore della Chiesa. Prima donna a rivestire questo titolo, in compagnia di Santa Caterina da Siena.
Voglio ricordare, quanto accadde riguardo alla sua nomina a Dottore della Chiesa, poiché sono convinta che anche dal Cielo, con l’aiuto del Signore, Teresa abbia messo in pratica la sua determinata determinazione al servizio della Chiesa stessa. E’ un racconto anche spassoso, lasciatoci dal Cardinale Ballestrero. Sono persuasa che il volere del Signore, abbia portato un Padre Carmelitano, alle alte cariche ecclesiali, proprio perché avesse maggior accesso, e forza di persuasione, nel dialogo con i Papi.
“Noi abbiamo riconosciuto il titolo di Dottore della Chiesa a S. Teresa di Gesù. La vediamo apparire davanti a noi come donna eccezionale, come religiosa che, tutta velata d’umiltà, penitenza e semplicità, irradia intorno a sé la fiamma della sua vitalità umana e della sua vivacità sprituale, e poi come riformatrice e fondatrice di uno storico ed insigne Ordine religioso e scrittrice genialissima e feconda, maestra di vita spirituale; contemplativa, incomparabile e indefessamente attiva. Com’è grande! Com’è umana! Com’è attraente questa figura!” Papa Paolo VI
Con poche frasi, Papa Montini ha dipinto a chiare lettere la figura della nostra Santa Madre, e dai ricordi di P. Anastasio Card. Ballestrero (1913-1998) si desume il suo arduo impegno per la proclamazione di Teresa, Dottore della Chiesa.
Ricordo un’udienza con Papa Giovanni, amabile come sempre; ad un certo punto il discorso venne su s. Teresa. Se ne mostrò conoscitore, dichiarò la sua ammirazione per lei e io, incoraggiato dalle sue espressioni, gli dissi: “Santità, perché non fa s. Teresa di Gesù Dottore della Chiesa?”. Il papa rimase un momento sorpreso e poi mi disse: “ Perché no?! Ma bisognerò studiare bene la questione perché c’è da aspettarsi che i teologi tirino fuori s. Paolo che ha affermato che le donne devono tacere (cfr, 1 Cor. 14,34).
“Ma – dissi – Santità, non mi pare un grande argomento”: “Lo faccia studiare, prenda contatto con la Congregazione competente e lo faccia studiare”.
Con tutta discrezione, mi detti da fare: incaricai un teologo e un biblista perché studiassero il tema, per portare la prima riflessione seria sulla questione. Ma poi il Papa morì! Che fare? In una delle udienze avute con Paolo VI, un giorno presi il coraggio a due mani e gli dissi: “Santità, credo mio dovere informarla che con Papa Giovanni abbiamo fatto un discorso relativo al Dottorato di s. Teresa di Gesù”. “Mi dica!”, Riferii com’erano andate le cose con Papa Giovanni, Paolo VI mi ascoltò con attenzione e alla fine del discorso, guardandomi con quel suo modo perentorio, mi disse: “E il giorno che abbiamo fatto s. Teresa di Gesù Dottore della Chiesa, che problema di Chiesa abbiamo risolto?”.
Ammutolii, non risposi nulla, ma in cuor mio mi dissi: “La questione è finita!”. Passò del tempo e rividi il Papa ancora parecchie volte. E finalmente un giorno, dopo un’udienza che era stata difficile per motivi diversi, il Papa mi disse: “E ora una buona notizia, Ho pensato quello che mi aveva detto, ci ho riflettuto, ci ho pregato e le dico: “farò s. Teresa di Gesù Dottore della Chiesa”. Fu una sorpresa. Non me lo aspettavo! Lo ringraziai; ma il Papa mi disse: “Però, Padre, se facciamo Dottore soltanto Teresa di Gesù saranno molti a mormorare per l’eccezione fatta. Mi dovrebbe trovare un’altra santa, per farne almeno due, Io penserei – disse il Papa – ad una grande Abbadessa benedettina del Medio Evo; Ildegarda, Matilde…Vediamo!”. Io, colto di sorpresa, lì per lì dissi: “Santità, io avrei un’altra idea!”. “La dica!”. E se scegliessimo Caterina da Siena? Una grande contemplativa, con un Dialogo che è un documento d’estremo valore teologico e di fede, un’innamorata di Cristo come pochi; ma soprattutto quel magistero delle opere nella fede della Chiesa, la difesa della Chiesa, la difesa del Papa..A me sembrerebbe che Caterina abbia il genio femminile del Dottorato”. E il Papa stava a sentire, Alla fine della mia perorazione a favore di Caterina da Siena, mi disse: “Bene! Adesso vada dal Padre Generale dei Domenicani e gli dica che il Papa vuole fare s. Caterina da Siena Dottore della Chiesa”. Vi lascio immaginare la mia gioia! Andai dal Padre Fernandez, allora era lui Maestro Generale dei Predicatori, ottimo amico, e gli dissi:”Padre, le porto una bella notizia”. Mi stette a sentire e mi disse: “Povero me! Ci mancava anche questo guaio!”. “Ma non è un guaio”. “ Non è un guaio, ma è un guaio! Non siamo preparati!”. “ E vi preparerete!”. E così fu. Al momento di decidere quando e come, io avevo suggerito al Papa di farlo in una sola cerimonia, proclamando tutte e due Dottori della Chiesa insieme. Ma il Papa fu irremovibile e disse: “NO, una domenica Teresa: la prima, La domenica seguente Caterina: la seconda”: E avvenne così!.  Queste due Dottori della Chiesa continuano ad illuminare con la loro dottrina fatta di sapienza arcana, fatta di coerenza di vira. Due innamorate di Cristo e della Chiesa; due contemplative apostoliche come nessuna, che sintetizzano il Magistero della Chiesa “verbo et opere”: a guida del popolo cristiano e a consolazione della Chiesa”:
Un racconto un po’ lungo, ma non ho ritenuto giusto tagliarlo. E’ piacevole conoscere questo scorcio di vita – post mortem della santa – poiché la Comunione del Santi significa anche ricordarli in tutto quello che li riguarda. E se a raccontarcelo è un Padre Carmelitano di grande valore, tutto appare in una luce che irradia la volontà di Dio, e il Suo Amore verso i Suoi figli.  E’ evidente il “contagio” che il Cardinale Ballestrero ha ricevuto da Teresa d’Avila, dalla “determinata determinazione”  poiché non si è mai arreso, e come un caterpillar ha proseguito nel suo intendimento, fino ad ottenere lo scopo che si era prefissato!! Con nostra somma gioia, è doveroso ricordare anche Padre Ballestrero nella ricorrenza di Santa Teresa di Gesù.

                                                                                        

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