AFORISMA

Meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita
(Rita Levi Montalcini)

Nostra Signora del Carmelo

Nostra Signora del Carmelo
colei che ci ha donato lo scapolare

domenica 29 dicembre 2019

sabato 28 dicembre 2019

NATALE 1943 di MARIO MONTANARI






NATALE 1943 DI MARIO MONTANARI 
(Storia di un sopravvissuto “N. 315540)

   E la morte, la grande e terribile amica dei Lager, iniziò le sue visite. Prima rade, poi sempre più frequenti col passare del tempo; venne improvvisa, mentre noi eravamo prostrati per la denutrizione, il freddo, le minacce e la paura.
   Venne e fuori c’era tanta neve, che cresceva ogni giorno e la terra ondulata si sperdeva contro un fiume lontano e contro la collina a nord, ove era sorto un cimitero diviso dalle fosse comuni.
   Venne e, ad uno ad uno, incominciarono a spegnersi gli amici, così, alla chetichella, quasi timorosi di farsi vedere morire. Se ne andavano con gli occhi sbarrati e vitrei sul volto cadaverico, incorniciato dalle barbe incolte, alcuni dopo avere lungamente e strenuamente lottato, altri invece si lasciavano morire. Altri, si sarebbe detto, che desideravano finire.
   Ma gli appelli estenuanti continuavano per ore e ore egualmente, sotto la pioggia, al vento gelido e la fame cresceva, e la brodaglia era sempre più acquosa, senza il riscaldamento necessario a tanto gelo.    I vestiti erano laceri per l’uso, inadatti a quella latitudine, essendo la più parte di noi venuta dalle terre calde della Grecia e della Balcania.
   La strada era ormai aperta alle malattie e questi magnifici giovani, che le pallottole avevano risparmiato, divennero preda di febbri iniziali senza peso, poi d’influenze più forti, a cui subentravano complicanze mortali: la bronchite, la polmonite, tubercolosi, l’enterite, ausiliarie fedeli della morte, che poteva così iniziare il suo raccolto.
   I malati li vedevano andare prima nell’infermeria, priva di tutto, tanto per cambiar posto, dinanzi all’indifferenza ostile dei tedeschi, accompagnati dalla nostra angoscia che si esprimeva con parole di augurio e con qualche stentato sorriso. Dopo alcuni giorni li scorgevamo ritornare entro a una grande cassa di pino a ricevere l’estremo e accorato nostro saluto e la benedizione del cappellano militare.
   Nudi ritornavamo alla terra, perché tutto era del grande Reich, che “benignamente” ci ospitava entro una cassa da morto, per tutti sempre quella.  Uscivano dal campo portati a spalla, seguiti dai nostri occhi disperati e da una scorta d’onore, diretti alla collina bianca. Ancora, ma per poco,  si scorgevano, poi tutto spariva e solo si udiva lontano, portato dal vento, il salmodiare del sacerdote. Là ora riposano in mezzo a soldati di tutte le stirpi, i figli di questa nostra agitata umanità, nata ad alti destini, cui piace, invece, intristire se stessa, tuffarsi in lavacri di sangue, nel richiamo brutale della giungla.
   In quest’atmosfera di morte venne Natale e fu il più duro, di quanti avessi mai trascorsi, vinti solo dal Natale in cui venne a mancarmi, improvvisamente, la mia santa mamma.
   Quante lacrime in quella baracca da noi trasformata in piccola Chiesa, presso l’altare dominato dall’immagine della Madonna di Czestochowa che un nostro compagno aveva disegnato con amore.    Non valsero i canti, non le parole accorate del nostro Don Pasa. Il Natale con la fiumana di ricordi rese più tragico il confronto.
   Ripensammo allora al Natale della nostra infanzia quando al mattino prestissimo in fila, segnando sulla neve i passi, andavamo in S. Biagio a cantare le nenie al Bambino. Era buio pesto fuori, ma quanta luce sprigionava dall’altare il Redentore del mondo, mentre dall’organo le mani espertissime di Don Baccilieri sapevano trarre dolcissimi suoni e un’atmosfera di candore e di pace penetrava nell’anima di tutti.
   Era l’armonia spirituale, splendida e umana, che l’ambiente natalizio compenetrava nella nostra lieta giovinezza. Oh perché non fui anch’io tra i pastori? Perché sono qui a contarmi le ossa, a subire violenza in tuo nome, o Signore?

Con l’oro, l’incenso, la mirra dei Magi
ti offro, Gesù sotto la stella
                      la fame che fiacca le mie ginocchia,                 
l’orgoglio che vibra nelle parole,
le pene di questa mia povera vita.
……………………………
(Trascrizione di P. Nicola Galeno, Milano 26-12-2019)

mercoledì 18 dicembre 2019

I BAMBINELLI NAPOLETANI e alcune poesie di grandi autori sul Natale

Per augurare ancora un sereno Natale a tutti coloro che seguono questo blog, Padre Nicola Galeno OCD presenta alcuni scatti fotografici di Gesù Bambino ripresi nelle varie Chiese della provincia di Napoli e nei dintorni di Sorrento.











BUON NATALE!
A questa serie di immagini del Pargoletto, desidero far seguito con una carrellata di poesie scritte da autori famosi, sul Natale

Guido Gozzano-La notte santa

COMMENTOscritta nel 1914, è una poesia destinata ai bambini. Rievoca proprio la notte della nascita di Cristo, contraddistinta da un forte senso religioso nel quale ripercorre tutta la vita di Gesù Cristo raccontata nei Vangeli

- Consolati, Maria, del tuo pellegrinare!
Siam giunti. Ecco Betlemme ornata di trofei.
Presso quell'osteria potremo riposare,
ché troppo stanco sono e troppo stanca sei.
Il campanile scocca
lentamente le sei.
- Avete un po' di posto, o voi del Caval Grigio?
Un po' di posto per me e per Giuseppe?
- Signori, ce ne duole: è notte di prodigio;
son troppi i forestieri; le stanze ho piene zeppe
Il campanile scocca
lentamente le sette.
- Oste del Moro, avete un rifugio per noi?
Mia moglie più non regge ed io son così rotto!
- Tutto l'albergo ho pieno, soppalchi e ballatoi:
Tentate al Cervo Bianco, quell'osteria più sotto.
Il campanile scocca
lentamente le otto.
- O voi del Cervo Bianco, un sottoscala almeno
avete per dormire? Non ci mandate altrove!
- S'attende la cometa. Tutto l'albergo ho pieno
d'astronomi e di dotti, qui giunti d'ogni dove.
Il campanile scocca
lentamente le nove.
- Ostessa dei Tre Merli, pietà d'una sorella!
Pensate in quale stato e quanta strada feci!
- Ma fin sui tetti ho gente: attendono la stella.
Son negromanti, magi persiani, egizi, greci...
Il campanile scocca
lentamente le dieci.
- Oste di Cesarea... - Un vecchio falegname?
Albergarlo? Sua moglie? Albergarli per niente?
L'albergo è tutto pieno di cavalieri e dame
non amo la miscela dell'alta e bassa gente.
Il campanile scocca
le undici lentamente.
La neve! - ecco una stalla! - Avrà posto per due?
- Che freddo! - Siamo a sosta - Ma quanta neve, quanta!
Un po' ci scalderanno quell'asino e quel bue...
Maria già trascolora, divinamente affranta...
Il campanile scocca
La Mezzanotte Santa.
È nato!
Alleluja! Alleluja!
È nato il Sovrano Bambino.
La notte, che già fu sì buia,
risplende d'un astro divino.
Orsù, cornamuse, più gaje
suonate; squillate, campane!
Venite, pastori e massaie,
o genti vicine e lontane!
Non sete, non molli tappeti,
ma, come nei libri hanno detto
da quattro mill'anni i Profeti,
un poco di paglia ha per letto.
Per quattro mill'anni s'attese
quest'ora su tutte le ore.
È nato! È nato il Signore!
È nato nel nostro paese!
Risplende d'un astro divino
La notte che già fu sì buia.
È nato il Sovrano Bambino.
È nato!

Alleluja! Alleluja!


Gianni Rodari:LO ZAMPOGNARO


Lo zampognaro

che scende per il viale,
sai che cosa direbbe
il giorno di Natale?
"Voglio che in ogni casa
spunti dal pavimento
un albero fiorito
di stelle d'oro e d'argento":
Se comandasse il passero
che sulla neve zampetta
sai che cosa direbbe
con la voce che cinguetta?
"Voglio che i bimbi trovino,
quando il lume sarò acceso 
tutti i doni sognati
più uno, per buon peso".
Se comandasse il pastore
del presepe di cartone
sai che legge farebbe
firmandola col lungo bastone?
"Voglio che oggi non pianga
nel mondo un solo bambino,
che abbiano lo stesso sorriso
il bianco, il moro il giallino".
Sapete che cosa vi dico
io che non comando niente?
Tutte queste belle cose
accadranno facilmente;
se ci diamo una mano
i miracoli si faranno
e il giorno di Natale
durerà tutto l''anno.


Quasimodo osserva attentamente la pace del presepe, che si contrappone invece all'inquietudine degli esseri umani

Natale. Guardo il presepe scolpito,
dove sono i pastori appena giunti
alla povera stalla di Betlemme.
Anche i Re Magi nelle lunghe vesti
salutano il potente Re del mondo.
Pace nella finzione e nel silenzio
delle figure di legno: ecco i vecchi
del villaggio e la stella che risplende,
e l'asinello di colore azzurro.
Pace nel cuore di Cristo in eterno;
ma non v'è pace nel cuore dell'uomo.
Anche con Cristo e sono venti secoli
il fratello si scaglia sul fratello.
Ma c'è chi ascolta il pianto del bambino
che morirà poi in croce fra due ladri?

domenica 15 dicembre 2019

AVVISI E SENTENZE DI S. GIOVANNI DELLA CROCE


Avvisi e sentenze di S. Giovanni della Croce nel 25° di Professione di P. Ambrose D’Souza


LA SUPPLICA DI P. AMBROSE D’SOUZA
Giovanni, nello scegliere il cognome
di quella santa Croce ti ritieni
finalmente appagato: sarà questo
l’alveo naturale della vita!

Nel primo Giubileo del cammino
carmelitano voglio ringraziarti
per la paterna guida, che vuol fare
di me Betania eletta del Signore!

(Milano 4-12-2019), Padre Nicola Galeno

4 – E’ meglio starsene carico vicino a un forte che essere senza peso presso un debole. Quando sei carico, te ne stai vicino a Dio che è la tua forza, il quale infatti sta con i tribolati; quando sei senza peso, te ne stai presso di te, che sei la tua stessa debolezza. La virtù e la forza dell'anima crescono e si fortificano nei travagli della pazienza.


(Chiesa delle nostre Consorelle di Ferrara)
LA TUA FORZA
(Avvisi e sentenze, 04)

Stattene carico vicino a un forte
e non col debole pur senza peso!
Stando vicino a Dio sei col forte
che sa curvarsi sovra i tribolati!
Quando sei senza peso, te ne stai
con te che sei estrema debolezza...

Dell’anima la forza e la virtù
crescon e si fortifican soltanto
con la pazienza in mezzo ai suoi travagli!

(Ferrara 13-11-2008), Padre Nicola Galeno

5 - Colui che vuole restare solo senza il sostegno di un maestro e di una guida, è come un albero solo e senza padrone in un campo, i cui frutti, per quanto abbondanti, verranno colti dai passanti e non giungeranno quindi alla maturità.


(Chiesa delle nostre Consorelle di Ferrara)
MAESTRO E GUIDA
(Avvisi e sentenze, 05)

Chi vuol restare sol senza maestro
e guida che lo possa sostenere,
somiglia a solitaria pianta in campo
senza padrone... Passano i viandanti
cogliendo a piacimento. Benché tanti,
i frutti mai potranno maturare!

(Ferrara 13-11-2008), Padre Nicola Galeno

11 - Chi cade perché è cieco, come cieco non si rialzerà da solo, e se vi riuscirà, si incamminerà per una via non giusta.


(Chiesa delle nostre Consorelle di Ferrara)
CADERE
(Avvisi e sentenze, 11)

Chi cade perché cieco, come un cieco
da sol non si rialza... E pur riuscendo,
errata direzione prenderà!

(Ferrara 13-11-2008), Padre Nicola Galeno

12- Dio desidera da te piuttosto il più piccolo grado di purezza di coscienza che tutte le opere che tu potrai compiere.


(Chiesa delle nostre Consorelle di Monteluro)

 COMPRENDERE
(Avvisi e sentenze, 12)

Comprendi i desideri del tuo Dio.
Da te ricerca sol coscienza pura:
un minimo suo grado le grandiose
azioni saprà tutte superare!

(Ferrara 13-11-2008), Padre Nicola Galeno

14 - Dio stima di più in te l'inclinazione all'aridità e alla sofferenza per amor suo, che tutte le meditazioni, le visioni e le consolazioni spirituali che tu possa avere.



(Nostra Chiesa di S. Torpé a Pisa)
STIMARE
(Avvisi e sentenze, 14)

Che cosa stima in te l’Onnipotente?
Tu pensi forse alle meditazioni,
visioni e spiritual consolazioni...

Nulla di tutto ciò, bensì soltanto
per amor suo forte inclinazione
verso la sofferenza e aridità!

(Ferrara 14-11-2008), Padre Nicola Galeno

15 - Rinnega i tuoi desideri e troverai quello che il tuo cuore desidera. Che sai tu se il tuo appetito è secondo Dio?




(Antica stampa)
DOLCISSIMO
(Avvisi e sentenze, 15)

O dolcissimo Amore del mio Dio,
ben pochi ti conoscono... Soltanto
chi seppe le sorgenti tue scoprire,
trovò un impareggiabile riposo!

(Ferrara 13-11-2008), Padre Nicola Galeno

17- Anche se rimani fra l'amarezza, non cercare di compiere la tua volontà poiché, compiendola, ti sentirai doppiamente amareggiato.



(Chiesa delle nostre Consorelle di Parma)
AMAREZZA
(Avvisi e sentenze, 17)

Nell’amarezza vedi d’evitare
di compiere la tua volontà!
Doppia amarezza certo sentirai...

(Ferrara 13-11-2008), Padre Nicola Galeno

19 - Piace di più a Dio quell'anima la quale con aridità e travaglio si sottomette a quanto è ragionevole che quella la quale, mancando in ciò, compie tutte le sue azioni in mezzo alle consolazioni.


(Teresianum di Roma)
PIACERE
(Avvisi e sentenze, 19)

A Dio piace più la segretezza
d’un atto seppur minimo, compiuto
con spirito d’Amore genuino
che non le mille azioni sol pervase
da voglia di vistoso plauso umano!

(Ferrara 13-11-2008), Padre Nicola Galeno

25 - Non ti mostrare alle creature, se nella tua anima desideri conservare chiara e semplice la faccia di Dio. Piuttosto vuota e distacca del tutto il tuo spirito da quelle e camminerai sotto la divina luce, poiché Dio non è simile ad esse.


(Nostra Chiesa di Concesa)
DISTACCO 
(Avvisi e sentenze, 25)

Non ricercare delle creature
lo sguardo, se tu vuoi serbar nell’alma
semplice e chiaro il volto del tuo Dio!

Se tu saprai vuotar e distaccare
lo spirito da lor, camminerai
alla divina luce dell’Eterno!

(Ferrara 13-11-2008), Padre Nicola Galeno


BENVENUTO|

Il Paradiso non può attendere: dobbiamo già cercare il nostro Cielo qui sulla terra! Questo blog tratterà di argomenti spirituali e testimonianze, con uno sguardo rivolto al Carmelo ed ai suoi Santi