AFORISMA

Meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita
(Rita Levi Montalcini)

Nostra Signora del Carmelo

Nostra Signora del Carmelo
colei che ci ha donato lo scapolare

domenica 30 settembre 2012

GIUNGE LA TUA VOCE


Da Bose, dopo un'incontro fortunato con un monaco:




Giunge la tua voce,

ora che a sera ascolto il silenzio.


Sono parole le tue come calde carezze,

che destano nuovi rossori.


Non so dirti nuove parole,

ora che il tempo ha lacerato
la tela delle mie vele
e il timone ondeggia senza posa.



Ma son qui e aspetto che presto

torni ancora il sereno:
gia' i salmi recano fra le righe
il tuo consueto nome.

Annamaria Gatti 
Poesie in smalto
(Bose 26 settembre 2012)

IL PUNTO PIU' LONTANO DELL'UNIVERSO


            

E’ straordinario come l’uomo abbia fatto passi da gigante, riguardo le scoperte scientifiche, in quest’ultima manciata di anni, rispetto a tutto il suo percorso nella Storia.
Tempo fa si è molto parlato del bosone di Higgins, diversamente chiamato anche “particella di Dio”. La ricerca nel microcosmo, in contrasto alla ricerca del macrocosmo. Entrambi gli studi, portano ad una vasta conoscenza, un tempo inimmaginabile.
Da quasi 10 anni, attraverso l’ausilio del telescopio Hubble, gli astronomi hanno potuto fotografare il punto più lontano dell’universo. Si chiama estreme Deep Field,  in sigla XDF: in sole tre lettere si racchiude il “miracolo” compiuto dal questo straordinario telescopio che, a seguito del lavoro di un intero team, ha ottenuto una foto di quello che finora non era ancora stato osservato, poiché estremamente lontano nell’universo finora conosciuto. In questo scatto, sono comprese ben 5.500 galassie, anche se l’immagine che circola sui media, è solo una piccola parte del complessivo assemblaggio  dei dati di ricerca, ottenuto grazie al Hubble Ultra Deep Field.
L’area che appare, è prossima alla costellazione Fornax, immagine che è stata possibile solo dopo quasi dieci anni di dati raccolti da parte del team, che ha esplorato quello che si può definire attualmente, il punto più lontano dell’universo.
Forse un confine? Non è detto: quanto hanno rilevato gli astronomi finora, i progressi della tecnologia a loro disposizione, fa credere all’impossibilità dell’esistenza di un punto determinato come confine. L’unico limite alla vastità dell’universo, pare sia la conoscenza umana. Ovvero, fintanto che le ricerche e gli strumenti più raffinati continueranno a migliorare, avremmo sempre modo di allargare le nostre conoscenze, ora ristrette agli attuali ricerche.
Studiare queste lontane galassie primordiali, porta a sostenere che l’unicità della vita sul nostro Pianeta sia un’impresa titanica. Escludere che non ci sia vita su altri pianeti è utopistico, in quanto potrebbero esistere altre forme di vita all’estrema periferia dell’universo. Anche la Terra, infatti, pare trovarsi nella parte periferica opposta a quella fotografata.
Il team ha spiegato in un seminario, com’è stato possibile realizzare questo gigantesco passo in avanti, con l’ausilio del telescopio Hubble, nell’esplorazione dell’universo.  L’equipe ha altresì spiegato la metodologia di assemblamento dele coordinate che hanno permesso gli scatti fotografici, discutendo anche delle teorie sull’evoluzione delle galassie.  Titolo del seminario: Meet the Hubble estreme Deep Field Observing Team”.
Insomma, si va dal micro al macro,  così come dalle profondità della Terra, all’immensità dell’universo….semplicemente magnifico!!
Però,,,tutto questo mi fa pensare che se l'universo è immenso, inimmaginabile... come sarà Dio che lo ha creato? E una preghiera di ringraziamento, una lode mi sale dal profondo del cuore per il mio Creatore!

mercoledì 26 settembre 2012

NOVENA DELLE ROSE



Seppure questa novena è nata a seguito del "miracolo" delle rose ricevute da Padre Putigan, quello che importa nella recita della Novena è la devozione a Santa Teresa di Lisieux e la nostra disposizione d'animo a chiedere ed eventualmente ricevere la grazia.

Non esiste e non può esistere una regola secondo la quale a preghiera corrisponde rosa a cui corrisponde grazia. Non possiamo pregare per sapere se riceveremo una grazia. E soprattutto è pericoloso e fuorviante cercare di interpretare dei segni. Non sono quelli che importano. Se per qualsiasi motivo, rose o non rose, hai la sensazione che la Santa ti ascolti e senti il suo aiuto in determinate situazioni, bene, ringraziala e continua a pregare per la sua intercessione presso Dio (perchè qualsiasi grazia arriva sempre) 

  NOVENA DELLE ROSE.

Santissima Trinità Padre, Figlio e Spirito Santo io vi ringrazio per tutti i favori e le grazie di cui avete arricchito l'anima della Vostra serva Santa Teresa del Bambin Gesù del Volto Santo, Dottore della Chiesa, durante i suoi ventiquattro anni trascorsi su questa terra e , per i meriti di questa Vostra Santa Serva, concedetemi la grazia che ardentemente desidero (qui si formula la grazia che si vuole ricevere) se è conforme alla Vostra Santa Volontà e per il bene della mia anima.
Aiutate la mia fede e la mia speranza , o Santa Teresa del Bambin Gesù del Volto Santo; realizzate ancora una volta la Vostra promessa di passare il vostro Cielo a fare il bene sulla terra, permettendo che io riceva una rosa come segno della grazia che desidero ricevere.
Si recitano a seguito 24 "Gloria al Padre..." seguiti da: Santa Teresa del Bambin Gesù del Volto Santo, prega per noi.

Santa Teresa disse queste parole, e noi non possiamo dimenticarle: mai infatti è stato spiegato e sentito così bene il concetto di "Comunione dei Santi"! Eccole: 
"Non piangete. Io vi sarò più utile dopo la mia morte e vi aiuterò più efficacemente di quando ero in vita. Passerò il mio cielo a fare del bene sulla terra"
(Santa Teresa di Gesù Bambino, Novissima verba).
 (la comunione dei Santi).

Troverete un articolo più dettagliato, digitando sulla sinistra in alto, nella parte dedicata alla ricerca, "NOVENA DELLE ROSE". 

BREVE BIOGRAFIA


SANTA TERESA DI GESÙ BAMBINO
Nasce ad Alençon in Francia il 2 gennaio 1873, nona figlia di Louis Martin e Zélie Guerin. Quattro fratellini muoiono prima della sua nascita; le sorelle che restano sono Maria, Paolina, Leonia e Celina. All'età di quattro anni perde la mamma per un cancro al seno. Dopo questo grave lutto la famiglia si trasferisce vicino allo zio materno, Isidoro Guerin, farmacista a Lisieux. Teresa cresce coccolata dal papà, dalle sorelle e anche dallo zio, e "adotta" per seconda mamma la sorella Paolina. 
Poco dopo Paolina entra nel Carmelo di
 Lisieux. Teresa soffre molto per questa seconda separazione, tanto da essere quasi in punto di morte per una malattia misteriosa, guarita dal sorriso della Madonna il 13 maggio 1883. A quattordici anni chiede anche lei al papà il permesso di entrare al Carmelo, ma viene ostacolata dallo zio e dal parroco per la sua giovane età. La sua decisione però è ferma, tanto che approfitta di un pellegrinaggio a Roma per chiedere al Papa di intervenire in suo favore. Naturalmente rimane delusa perché egli rimanda la decisione al Vescovo della suo Diocesi di Bayeux. A quindici anni finalmente riesce ad ottenere il permesso ed entra al Carmelo, dove fa la professione religiosa emettendo i voti l'8 aprile 1888. La sua vita non contiene particolari esperienze mistiche o miracolose, ma la rivoluzione che la sua esperienza porta a tutto il mondo cristiano del tempo e fino al terzo millennio, è l'esperienza di un Dio vicino, misericordioso, che non aspetta la santità della Sua creatura, ma solo che questa si lasci portare in Cielo da Lui. Da qui la sua delicatezza e attenzione alle più piccole, umili e banali occasioni di tutti i giorni come opportunità per dire a Gesù presente nelle sorelle tutto il suo amore. Muore di tubercolosi il 30 settembre 1897 a soli 24 anni.
Con la morte Suor Teresa irrompe nel mondo come un uragano di santità e con la sua "Storia di un'anima" è di luce e conforto per tanti uomini che cercano Dio e desiderano vivere il Vangelo.
Nel 1923 è beatificata da Pio XI che la proclama Santa nel 1925 e patrona delle Missioni nel 1927.
 
Giovanni Paolo II la dichiara Dottore della Chiesa nel 1997.


martedì 25 settembre 2012

AUTUNNO



  





Sfarfallio di angeli
Tra rugginosi faggi
La fresca brezza
Sospinge in breve volo
Dorate aluccie



Danila Oppio
25 settembre 2012 
Inedita


TERESINA MI HA CHIAMATO E STA ATTENDENDO ANCHE VOI





Teresina pregava così:
PERCHE’ TI AMO MARIA

Voglio cantare perché ti amo.
Maria, il tuo dolce nome riempie il mio cuore di gioia.
Quando contemplo la tua vita nel Vangelo, non ho più paura di avvicinarmi a te, Vergine piena di grazia.
Tu a Nazareth sei vissuta povera tra i poveri. Tu sei la madre dei poveri,
degli umili, dei piccoli.
Essi possono, senza timore, alzare gli occhi a te.
Tu sei l'incomparabile Madre
che va con loro per la strada comune, per guidarli al cielo.
O Maria, voglio vivere con te, voglio vivere come te,
voglio seguirti ogni giorno.
Mi immergo nella tua contemplazione
e scopro gli abissi d'amore del tuo cuore. Tutti i miei timori svaniscono
nel tuo sguardo materno
che mi insegna a piangere e a gioire.

Ho iniziato con la preghiera a Maria, una delle tante che Santa Teresa del Bambino Gesù ha composto, inserite nelle sue opere, e che sono vere e proprie poesie, tant’è che questa ne fa parte. E’ solo una sintesi di un lungo poema, scritta dalla Santa nel maggio 1897 quindi nello stesso anno della sua dipartita in Cielo. Per leggerlo tutto, è indispensabile possedere le opere di Teresina, e consiglio di averne copia nella biblioteca personale.
Penso che di Teresina si conosca ancora molto poco: la si immagina una giovane ragazza che si è fatta monaca appena uscita dall’adolescenza, che è vissuta fino a 24 anni e che quindi, la sua giovane età e la sua breve vita, le abbiano impedito di lasciare grandi segni sulla terra. Nulla di meno vero. Santa Teresa del Bambino Gesù ha prodotto diversi manoscritti: A B e C, moltissime lettere, raccolte in un altro testo, un congruo numero di poesie, preghiere, testi teatrali d’impronta religiosa, ultimi colloqui nel quaderno giallo, e scritti diversi. Di sicuro ho scordato altro, ma il mio intendimento consiste nel dirvi che La Piccola Santa di Lisieux, com’è conosciuta in Francia, è stata molto prolifica nella scrittura, e meno infantile di quanto si possa pensare.
Noi frequentiamo da sempre, o da pochi anni, la Parrocchie e Santuari dedicati a Santa Teresa del Bambino Gesù, e sappiamo che gli stessi sono fondati dai Padri Carmelitani Scalzi. Quando ho cominciato a far parte della comunità parrocchiale, ero a digiuno di quasi tutta la storia dei Santi che hanno dato lustro al Carmelo. A me piace la conoscenza, se entro in una casa, desidero sapere chi vi abita. Così ho cominciato a voler conoscere, per prima, la padrona di casa, ben sapendo che il Padrone è nostro Signore Gesù Cristo. Così mi sono accostata alla letteratura dei Santi Riformatori del Carmelo Teresiano, e di quelli che ne hanno seguito le orme. Mi è sembrato doveroso, oltre che un buon metodo per accrescere la cultura religiosa sull’argomento. Teresina mi ha attratto in modo particolare. Sulla mia vocazione al Carmelo,  attraverso un potente richiamo di Teresina, l’ho già testimoniato più volte. Ma non mi bastava, desideravo “appartenere” al Carmelo, farne parte, non essere solo un satellite che vi gira intorno. Ma come fare? Non potevo farmi monaca, tanto meno frate, poiché sono una donna sposata e madre di famiglia. Ho conosciuto così un’altra realtà: l’Ordine Secolare dei Carmelitani Scalzi, del quale possono far parte uomini e donne, nel loro stato di vita, ovvero, sposati, celibi, nubili. Incuriosita, ho cominciato a frequentare, come ascoltatrice, la Comunità che era esistente presso il Convento.
Preghiera, formazione, lettura della vita e delle opere dei Santi Carmelitani, la Regola di Sant’Alberto,  i documenti della Chiesa, tutto ciò diluito nel tempo, per approfondire, è stata per me un’esperienza viva, di crescita e di maggior conoscenza del carisma carmelitano.
Allora mi sono chiesta: per quale ragione questo stesso desiderio di avvicinarsi maggiormente al Carmelo, non è nato in molti parrocchiani o frequentatori del Santuari? La risposta che mi sono data è una sola: forse non sono informati dell’esistenza dell’Ordine Secolare. Forse non sanno cosa realmente sia. Ma per saperlo, basta solo agire come ho fatto a suo tempo: ci si presenta, l’accoglienza è fraterna, si ascolta, si dialoga, si sta insieme, non si ha nessun obbligo, il clima è amichevole. C’è tempo per ascoltare, per approfondire, ed eventualmente farsi affascinare dal carisma carmelitano.
           
                                                                                             

BUONA FESTA DI SANTA TERESINA DEL BAMBINO GESU' !




lunedì 24 settembre 2012

SANTA TERESA D'AVILA


27 settembre: anniversario della proclamazione di s. Teresa di Gesù a Dottore della Chiesa

“…Noi abbiamo riconosciuto il titolo di Dottore della Chiesa a s. Teresa di Gesù.
La vediamo apparire davanti a noi come donna eccezionale, come religiosa che, tutta velata d’umiltà, penitenza e semplicità, irradia intorno a sé la fiamma della sua vitalità umana e della sua vivacità spirituale, e poi come riformatrice e fondatrice di uno storico e insigne Ordine religioso e scrittrice genialissima e feconda, maestra di vita spirituale; contemplativa, incomparabile e indefessamente attiva. Com’è grande! Com’è unica! Com’è umana! Com’è attraente questa figura! “
Paolo VI
Per la prima volta nella Chiesa una donna ha ricevuto questo titolo, è avvenuto nel 1970.
Dai ricordi di p. Anastasio card. Ballestrero (1913 – 1998)
Ricordo un’udienza con Papa Giovanni, amabile come sempre; ad un certo punto il discorso venne su s. Teresa. Se ne mostrò conoscitore, dichiarò la sua ammirazione per lei e io, incoraggiato dalle sue espressioni gli dissi: “Santità, perché non fa s. Teresa di Gesù Dottore della Chiesa?”.
il papa rimase un momento sorpreso e poi mi disse: “Perché no?! Ma bisognerà studiare bene la questione perché c’è da aspettarsi che i teologi tirino fuori s. Paolo che ha affermato che le donne devono tacere (cfr. 1 Cor.14,34).
“Ma – dissi – Santità, non mi pare un grande argomento “.
“Lo faccia studiare; prenda contatto con la Congregazione competente e lo faccia studiare “.
Con tutta la discrezione, mi detti da fare: incaricai un teologo e un biblista perché studiassero il tema, per portare la prima riflessione seria sulla questione.
Ma poi il Papa morì! Che fare?
In una delle prime udienze avute con Paolo VI, un giorno presi il coraggio a due mani e gli dissi: “Santità, credo mio dovere informarla che con Papa Giovanni abbiamo fatto un discorso relativo al Dottorato di s. Teresa di Gesù”.
“Mi dica!”.
Riferii com’erano andate le cose con Papa Giovanni. Paolo VI mi ascoltò con attenzione e alla fine del discorso, guardandomi con quel suo modo perentorio, mi disse:
“E il giorno che abbiamo fatto s. Teresa di Gesù Dottore della Chiesa, che problema di Chiesa abbiamo risolto?”.
Ammutolii, non risposi nulla, ma in cuor mio mi dissi: “La questione è finita!”.
Passò del tempo e rividi il Papa ancora parecchie volte. E finalmente un giorno, dopo un’udienza che era stata difficile per motivi diversi, il Papa mi disse: “E ora una buona notizia. Ho pensato quello che mi aveva detto, ci ho riflettuto, ci ho pregato e le dico: farò s. Teresa di Gesù Dottore della Chiesa”.
Fu una sorpresa. Non me l’aspettavo! Lo ringraziai; ma il Papa mi disse: “Però, Padre, se facciamo Dottore soltanto Teresa di Gesù saranno molti a mormorare per l’eccezione fatta. Mi dovrebbe trovare un’altra santa, per farne almeno due. Io penserei – disse il Papa – ad una grande Abbadessa Benedettina del Medio Evo: Ildegarda, Matilde….Vediamo!”.
Io, colto di sorpresa, lì per lì dissi: “Santità, io avrei un’altra idea!”.
“La dica!”.
“E se scegliessimo Caterina da Siena? Una grande contemplativa, con un Dialogo che è un documento d’estremo valore teologico e di fede, un’innamorata di Cristo come pochi; ma soprattutto quel magistero delle opere nella fede della Chiesa, la difesa della Chiesa, la difesa del Papa….A me sembrerebbe che Caterina abbia il genio femminile del Dottorato”.
E il Papa stava a sentire. Alla fine della mia perorazione a favore di Caterina da Siena, mi disse: “Bene! Adesso vada dal Padre Generale dei Domenicani e gli dica che il Papa vuole fare s. Caterina da Siena Dottore della Chiesa”.
Vi lascio immaginare la mia gioia! Andai dal Padre Fernandez, allora era lui Maestro Generale dei Predicatori, ottimo amico, e gli dissi: “Padre, le porto una bella notizia”.
Mi stette a sentire e poi mi disse: “Povero me! Ci mancava anche questo guaio!”.
“Ma non è un guaio”.
“Non è un guaio, ma è un guaio! Non siamo preparati!”.
“E vi preparerete!”.
E così fu. Al momento di decidere quando e come, io avevo suggerito al Papa di farlo in una sola cerimonia, proclamando tutte e due Dottori insieme. Ma il Papa fu irremovibile e disse: “No, una domenica Teresa: la prima. La domenica seguente Caterina: la seconda”.
E avvenne così!
Queste due Dottori della Chiesa continuano ad illuminare con la loro dottrina fatta di sapienza arcana, fatta di coerenza di vita. Due innamorate di Cristo e della Chiesa; due contemplative apostoliche come nessuna, che sintetizzano il Magistero della Chiesa ‘verbo et opere’: a guida del popolo cristiano e a consolazione della Chiesa.
Ringrazio Padre Nicola Galeno per avermi informato di questo interessante articolo pubblicato sul sito delle Monache Carmelitane di Valmadonna,  che potrete visitare, cliccando sui miei siti preferiti, sotto la voce CARMELO VALMADONNA!  E infinite grazie alle Monache che ci hanno donato questa bella testimonianza!

domenica 23 settembre 2012

LA DIVINA COMMEDIA SECONDO MIMMA


In fine del cammin di nostra vita
cent’anni e rotti in internet oscura
di pianti e lai mi ritrovai smarrita.

Ahi, quali affanni, duolo e che paura
strizzarono il mio core in tale sorte
e zoppicando entrai nella radura.

 Paga, satàn, paga satàn a morte
strillava Monti con la voce chioccia
ricevendosi in viso molte torte.

Fu allora che dall’alto di una roccia
Domenica Luise si tuffava
con le braccia aggrappate alla capoccia.

 Ella peraltro la poesia che amava
qual salvagente per andare a fondo
usò dell’alma umana nella lava

dalle tenebre buie di questo mondo
fino all’iperuranio glorioso
di luce chiara e canti assai giocondo.

Tempi crudeli fecero il maestoso
furore giovanile surgelare
recalcitrando qual cavallo ombroso

e qual cavillo da sperimentare
a salvezza delle anime perdute
e contro ogni speranza ormai sperare.

La bufera immortal, che l’alme mute
travolge stringe e sbatte infuriata
non ha pietà delle teste canute

né dell’umanità triste e malata
ovver dei ragazzini viziati
in una sorte certo assai ghiacciata.

Ed i politicanti disperati
litigiosi, imbroglioni e così sia
all’inferno per sempre rigettati

ma non da soli, in buona compagnia
di bugiardi, pedofili e assassini
che di ogni onore fanno simonia.

 Domenica Luise

(File disegnato al computer da Domenica Luise)

venerdì 21 settembre 2012

IL TUNNEL DI LUCE

Dipinto ad olio di Domenica Luise

Ero stata operata di ginocchio valgo alla gamba sinistra e tutto era andato bene.

Uscii in trionfo dall’ospedale, medici compiaciutissimi, io molto sollevata, mia sorella e mio cognato mi portarono a casa loro perché riprendessi le forze e fossi assistita per tutto il tempo necessario. Scalpitavo per la voglia di rientrare nel mio regno, tra quadri, quaderni di poesie e le mie bestiole momentaneamente affidate alle cure della vicina. Mi sfogavo su un tappeto di fiori a uncinetto surricamato  inventato da me, che suscitava lo stupore di chiunque lo vedesse per il pazzesco lavoro strano e sgargiante che ne usciva.
La pressione era bassa, ma non me ne curavo perché era tale da una vita.
Al primo controllo camminai senza stampella davanti agli occhi sbalorditi dei medici, il professore mi fece andare su e giù elogiandomi. So io i dolori provati per piegare le gambe come mi avevano detto di fare e cosa significava un millimetro di movimento in più guadagnato in ore di fatica.

Incominciai a dire che volevo tornare a casa mia, ma la sorella, da quell’orecchio, non ci sentiva.

Dimenticavo la stampella dapertutto: accanto al letto quando mi alzavo, in bagno, nell’altra stanza.
Ero proprio pimpante, solo quella pressione troppo bassa ci spingeva alla prudenza.

DESEJO DE SABEDORIA DIVINA




Este desejo de compreender 
as verdades divinas
de uma maneira clara e absoluta
está sempre presente na alma;
e, quanto mais ama,
mais adentro delas
lhe apetece entrar.”
S. João da Cruz, Cântico Espiritual 36, 9
Senhor,
concedei-nos em abundância o vosso amor,
para que se acenda em nós
o desejo de Vos conhecer mais plenamente,
até chegarmos ao conhecimento total
da vossa Verdadeira Essência,
que não é senão Amor.


--

PAPA KAROL WOJTYLA: PENSIERI E AFORISMI




Esser giusto significa dare a ciascuno quanto gli è dovuto. Questo riguarda i beni temporali, di natura 
materiale. Il miglior esempio può essere qui la retribuzione per il lavoro o il così detto diritto ai frutti del proprio lavoro o della propria terra. Però all'uomo si deve inoltre il buon nome, il rispetto, la considerazione, la fama che si è meritato. Quanto più conosciamo l'uomo, tanto più ci si rivela la sua personalità, il suo carattere, il suo intelletto e il suo cuore. E tanto più ci rendiamo conto - e dobbiamo rendercene conto! - con quale criterio misurarlo e che cosa vuol dire essere giusti con lui. 
Uomo giusto, uomo di giusta misura. Che tutti noi lo siamo! Che tutti noi tendiamo costantemente a diventarlo!

MONDO MALATO






Dialisi diuresi
Diastasi diagnosi
Mondo malato
Mettiamo
Una dieresi
Apriamo
Un dialogo
Indossiamo
Un diadema
Misuriamo
Il diametro
Tracciamo
Un diagramma
Ne uscirà
Una diatriba
E forse una diaspora
Saliamo su un diesel
Corriamo
Dal dietologo
Poiché siamo obesi
Oberati, operati
Operai disoccupati
Disperati
In questo mondo
Malato di disamore


Danila Oppio 20 settembre 2012
Inedita

giovedì 20 settembre 2012

AMICIZIE AL BLOG



Così si spegne la sera
negli angoli del tempo,
muta è la voce
dove anime pie recitano preghiere.
Son parole dolci le nostre,
non toccate da sguardi furtivi,
non stonate da arcane voci.
Così è la nostra amicizia nel tempo
dove il futuro è capace ancora 
di recare nuove armonie.


Annamaria Gatti
"poesieinsmalto"




AMICHE DI BLOG



Sai, cara amica, dove vola

il mio pensiero vagabondo?
L’occhio inganna, credimi, la mente
E confonde le strade del mondo
Dove cammina molta gente
Senza sapere quale sia la direzione.

Molta, pensaci, è la confusione
Che taluni fanno, nel definire un’amicizia
Vogliono che sia vera, e vera letizia
Solo se possono abbracciarla.

Ed io, noi, che abbiamo conosciuto
Tante splendide anime, sul blog
Senza aver loro mai stretto la mano
Siamo considerate folli,  è risaputo

Eppure sono persuasa
Che si svela l’angolo più profondo
Di un cuore e di un’anima
Attraverso la scrittura. Non confondo
L’aspetto fisico coi sentimenti

Percepisco i pensieri che altrimenti
Non sarebbero svelati, coperti come sono
Da maschere di orgoglio, di finzione
Mentre nell’ombra c’è l’abbandono
Di ogni assurda inibizione.

E si è realmente quel che siamo
Che sentiamo, che rappresentiamo
NOI STESSE E TUTTO CIO’ CHE AMIAMO

Danila Oppio
Inedita
Questa poesia è dedicata a tutte le persone che ho conosciuto attraversi i blog miei e di ognuna di loro...te compresa. Ma il significato è chiaro, ho delle serie controversie con mio figlio, il quale asserisce che non posso definire amica, una persona con la quale comunico solo attraverso la scrittura. Che quella persona, come io stessa, possiamo raccontarci un mucchio di palle, tanto non se ne può verificare l'autenticità. 
Sostiene che gli amici sono coloro che si frequentano, de visus.
Io sono persuasa del contrario, ovvero che, tolta l'inibizione del rapporto diretto, attraverso la scrittura si va oltre la plasticità e la motilità del corpo, si va oltre l'aspetto fisico, che potrebbe non piacere, si bypassa l’esteriorità, per andare direttamente nell'introspezione, nella psiche e nei sentimenti più profondi e veri. Leggere poesie di amiche e amici, serve a conoscerli meglio che se non si fossero incontrati di persona, nei cui incontri, spesso ci si limita a parole di convenienza, piuttosto asettiche, e non ci si inoltra nei meandri dello spirito. 
Così mi è nata questa poesia, perché davvero, io conosco donne, e le considero vere amiche, che non ho mai incontrato di persona, ma che reputo fantastiche: Rina, Angela, Mimma, Graziella, Scibona, Giovanna...ecc, tanto per fare alcuni nomi..e sono tutte poetesse..anime nobili, speciali, straordinarie..e che se avessi incontrato di persona, non avrei mai conosciuto così bene come attraverso la loro scrittura...così penso che anche gli altri, possano conoscere me allo stesso modo...
Infatti, essendo io molto timida, di fronte ad una persona che incontro per la prima volta, appaio persino un po' vuota e superficiale, poiché non so che dire e che fare, parlo di cose fatue, mascherando il mio vero essere. Ma qui, da Paperina, divento altra!


BENVENUTO|

Il Paradiso non può attendere: dobbiamo già cercare il nostro Cielo qui sulla terra! Questo blog tratterà di argomenti spirituali e testimonianze, con uno sguardo rivolto al Carmelo ed ai suoi Santi