AFORISMA

Meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita
(Rita Levi Montalcini)

Nostra Signora del Carmelo

Nostra Signora del Carmelo
colei che ci ha donato lo scapolare

domenica 31 gennaio 2010

FESTA DELLA FAMIGLIA: La mia famiglia è anche il Carmelo!



Alcuni dei Padri qui fotografati, sono stati o sono attualmente, coloro che mi hanno e mi stanno aiutando nel cammino carmelitano, umano e cristiano. Questo post vuol essere un sentito ringraziamento per quanto hanno fatto per me, contribuendo a sgrossare i miei molti difetti, ad accrescere in me l'amore per il Carmelo, a farmi maggiormente amare Maria, Nostra Madre, ma soprattutto debbo loro tutta la mia riconoscenza, per avermi accolto come una sorellina, sapendo benissimo che sono una.....rompina!!!!
Padre Massimo Dal Piaz  festeggia il compleanno, servito dal P. Priore Atanasio Comelli.
Padre Claudio Truzzi con Padre Nicola Galeno
Padre Emile Zambo, camerunese, alle sue spalle, P. Gabriele Mattavelli


FESTA DELLA FAMIGLIA: La mia famiglia è anche il Carmelo!

a

Padre Benigno Valaguzza, che mi ha fatto conoscere chi sia davvero la Vergine Maria, e quanto ancora sia presente nel mondo.
Che il Signore l'abbia sempre alla Sua destra, dove lo ha accolto.
Voglio ricordare entrambi, poiché molto hanno fatto per la mia crescita spirituale, che Dio li abbia in Gloria!






Padre Cristoforo Colombo, che è stato Primo Confessore nel Duomo di Milano, ed esorcista, e che mi ha rafforzato il senso della carità, il senso della famiglia e per il quale ho avuto un affetto filiale. Ora si trova tra le schiere dei beati.            
Per il momento, ricordo questi Padri che, pur essendo saliti in Cielo, non mi hanno mai lasciata sola, sia con il loro aiuto dal Cielo, che facendomi affiancare da altri Padri, che ricorderò in altro post essendo, per mia fortuna, ancora in  vita!!!
A tutti un grazie di cuore dalla vostra sorellina Dani ocds

L' ANIMA



San Giovanni della Croce, ha definito - in un certo senso, l'anima come l'innamorata di Dio.
Questo accade, quando si è già colmi di fede, di amore per il Signore.
Ma cosa succede a quelle anime che sono ancora in ricerca, che hanno perso i contatti con il Padre?
Ecco, ho in qualche modo trovato la risposta in questo quadro di Lowell Birge Harrison.
Osservando non solo si impara ad ammirare l'arte, o la natura, ma anche ad ascoltare ciò che la stessa ci trasmette nel più profondo. Questo quadro titolato "novembre", rappresenta una dolce ragazza che passeggia in quello che mi pare un boschetto di betulle. Il terreno è ricoperto di foglie secche, i rami degli arbusti sono spogli. Anche i colori hanno quella patina tipica dei mesi dove il sole compare poco, e se splende nel cielo, la sua luce è biancastra e mitiga i colori circostanti. Lowell è riuscito a carpire ogni cosa: immagini, situazione, colori, clima, ma soprattutto quel senso di solitudine, di privazione. Per lo meno, questa è la sensazione che ne ho ricavato. Foglie morte, alberi spogli, colori spenti, donna che si trova sola.

sabato 30 gennaio 2010

MESSAGGIO

 


Messaggio

Oh, mio Signore! incredula in questo giorno,
assisto a questo estasiante  paesaggio,
guardo e penso
mi sembra un presagio.

Penso a te di fronte a tanta bellezza
e ti ringrazio per manifestarti
con tanta fermezza.

Approfitto per parlarti e mentre lo faccio,
sento un’emozione che si impadronisce di me,
Oh, mio Signore,ti prego rimani in me!.

Rapita dalla bellezza di questo paesaggio,
mi allontano e ti ringrazio, Dio mio,
per questo messaggio.


Mensaje

Dios mio, incrédula estoy en este dìa,
ante a éste estasiante paisaje,
observo y pienso
al significado de éste mensaje.

Pensando en ti,  antes  ésta bellezza,
te agradezco  por manifestarte
con ésta firmeza.


Te hablo y mientras lo hago
siento una  emociòn que se adueña de mi,
Ah! Dios mio, te ruego no te alejes de mi,

Capturada por la bellezza de este paisaje,
me alejo  y te agradezco, Dio mio,
por éste mensaje.


Nelly Irene Zita Garcìa
23.01.2010




MESSAGGIO

(Parafrasi da Nelly Irene Z. G.)

O mio Signor, estatica mi vedi
dinanzi allo splendor del paesaggio
che più contemplo e più mi par presagio...

Non posso non pensar a te dinanzi
a simile beltà, che m’innamora
e fa nel cor un canto zampillare...


Diventa un’occasione per parlarti
e mentre l’emozione mi conquista
ti prego con ardore di restare...

Mi debbo allontare con rimpianto
dal paesaggio, eppure ti son grata
per questo tuo fulgido messaggio!

(Ferrara 29-1-2010), P. Nicola Galeno




E' un omaggio a due persone che mi sono particolarmente care: Nelly Irene Zita Garcia, e Padre Antonio Galeno Ocd
Penso sempre a quanto la natura possa colpire la sensibilità umana, e come questa, affascinata dalla sua bellezza, non possa far altro che ringraziare e lodare il Signore, per averla creata!
Tutto quanto il Creato, donne ed uomini compresi, sono un dono gratuito del Signore, ed io ringrazio ancora una volta Colui che mi ha fatto dono della conoscenza e conseguente fraterna amicizia di Irene e Padre Nicola Galeno 
Carmelitano Scalzo
       


L'ARTISTA

The schell: gift of the sea – gift of God     -      L'Artista è Dio Creatore  
Harpa_ventricosa.jpg

Può sembrare strano che un animale dal corpo in apparenza molle, possa costruirsi un astuccio così resistente e perfetto nel quale rinchiudersi. Ancor più strano che la Natura,  nel concepire il rivestimento protettivo del mollusco, abbia anticipato gli elementi architettonici cui l’Uomo è giunto solo attraverso millenni di studio: l’arco, la volta, la spirale, la nicchia. L’arte decorativa non appartiene dunque alla più alta intelligenza animale. Prendiamo in mano questa conchiglia, Harpa Mayor Roeding (harpa ventricosa lamarck) che si trova nell’Indo-Pacifico fino alle isole Ryukyu., riflettiamo sul fatto che è stata prodotta da un mollusco gasteropode, simile ad una lumaca, e sulla sua bella casa, elegante e comoda, nella quale si protegge dall’assalto dei predatori. Come può un essere vivente inferiore, conoscere l’edilizia in modo tanto sapiente? Come può produrre colori tanto delicati, in varie sfumature,  e disegnare arabeschi che si ripetono con assoluta precisione su ogni spira successiva? Appurato scientificamente che il cervello di un animaletto quale la lumaca di mare è pressocchè inesistente, viene consequenziale chiedersi chi sia l’ingegnere che ha programmato una simile macchina da decoro. L’uomo? Può forse l’uomo insegnare ad una lumaca a costruirsi  il suo guscio? Può forse l’uomo insegnare ad un’ape a produrre il miele? Può forse l’uomo insegnare alla termite ad innalzare un termitaio che può raggiungere i 5/6 metri in altezza? O ad un baco da seta filare il bozzolo? Chi ha programmato questi esseri viventi a produrre tali meraviglie? Non so te, ma io ho una sola risposta. Se qualcuno dovesse dubitare ancora dell’esistenza di Dio Creatore, privilegiando l’io distruttore, prendi questa conchiglia, mettila nella sua mano e digli:
fanne tu una uguale!
In Natura abbiamo innumerevoli prove dell’esistenza e della presenza di Dio, eppure l’egocentrismo, l’orgoglio, la superbia e la vanità dell’uomo impediscono di vederle, o si rifiutano di osservarle e danno una valutazione insipiente: “e’ la natura”, evitando di chiedersi da dove provenga la Natura stessa. Dio è dentro tutte le cose create, anche questa conchiglia, piuttosto rara, è una delle meraviglie del Creato, e un dono Che Dio ci elargisce attraverso l’oceano della Sua immensa bontà.

Una piccola meraviglia della natura (osserva le sue spire simmetriche, gli archi disegnati con maestria, i colori delicati, le spirali perfettamente concentriche) e troverai in una cosa tanto piccola la grandiosa opera del Signore.

venerdì 29 gennaio 2010

GENITORI E FIGLI SANTI (Ancora possibile ai nostri giorni?)

 CONIUGI MARTIN E LA LORO FIGLIA TERESA DEL BAMBINO GESU’ 
                            Genitori  e figli santi:  ancora possibile ai nostri giorni?                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                      

                                                      C’è un’usanza che recita: “tale padre, tale figlio”. Nulla di meno vero, poiché non è detto che un figlio che “sbanda” sia il risultato di una cattiva educazione da parte dei genitori. Così come per l’esatto contrario: un figlio responsabile come risultato di genitori disattenti.
Però, di regola, se il seminato è buono, i frutti non si discostano troppo dalla pianta che li ha prodotti!!
Famiglia esemplare quella dei coniugi Luigi e Zelia Martin, che hanno saputo trasmettere alle figlie l’amore tra loro e verso il Signore!!
So già che penserete: “ma quelli erano altri tempi, il rapporto tra genitori e figli, da allora è notevolmente cambiato!”. Sono pienamente d’accordo: oggi il contesto sociale, la scuola, i luoghi di lavoro, tutto gioca a sfavore di chi vuole educare cristianamente i propri figli.
Devono lottare contro una lunga serie di situazioni che si oppongono alla religione cattolica. I mass-media, le attrazioni mondane, e quant’altro, attirano i figli verso uno stile di vita che si discosta da quello che insegna il Vangelo. E i genitori che desiderano educare i propri figli alla Fede, si trovano spiazzati da una concorrenza che propone altre più facili vie.
Per questo l’esempio dei coniugi Martin è più che mai importante anche ai nostri giorni.
La famiglia è il cuore dell’umanità: se si sfascia attraverso la divisione tra coniugi, o tra genitori e figli, la stessa società di disgrega. Essere santi non significa agire in modo straordinario, ma vivere il quotidiano nelle azioni semplici di ogni giorno, avendo davanti a sé l’immagine della  Famiglia di Betlemme e di tutte quelle famiglie, come i Martin, che  lodano il Signore per i doni ricevuti, e anche per le sofferenze che avvicinano alla Croce.
A questo proposito voglio riportare un passo tratto dal libro “Incomparabili genitori” scritto da Maria Celina Martin, sorella di Teresina, nel quale parla della madre Zelia e dello zio.

-         Quando suo fratello terminava gli studi a Parigi, volendo orientare il suo avvenire, ella cerca di guidarlo nella scelta di una sposa e gli rivolge questi rimproveri e questi consigli: “Tu non consideri che cose frivole: la bellezza,la fortuna, senza preoccuparti delle qualità che fanno la felicità di un marito, o dei difetti che cagionano la sua desolazione e la sua rovina. Tu sai che tutto ciò che brilla non è oro; l’essenziale è di cercare una vera donna di casa, che non abbia paura di insudiciarsi le mani lavorando e che non le piaccia la toeletta se non come deve piacere, che sappia educare i suoi figli al lavoro e alla pietà” lettera del 16 gennaio 1876” _

giovedì 28 gennaio 2010

COMUNIONE SPIRITUALE E COMUNIONE IDEALE




Dietrich Bonhoeffer
(1906-1945)

Condannato dal nazismo e impiccato il 9 aprile 1945 a 39 anni nel campo di concentra­mento di Flos­senbürg, Dietrich Bonhoeffer fu un costante animatore della “Chiesa confessante” di Germania. Fu pastore e te­ologo; la sua riflessione etica e soprattutto la sua visione cristologica esercitano oggi un influsso considerevole sul pensiero cristiano.




[Comunione spirituale e comunione ideale][1]


In moltissimi casi un’intera comunità cristiana si è dissolta, in quanto si fondava su un ideale. E spesso è proprio il cristiano rigoroso, che entra per la prima volta in una comunione di vita cristiana, a portarsi dietro un’idea ben precisa del vivere insieme tra cristiani, e a cercare di realizzarla. Ed è poi la grazia di Dio che fa rapidamente svanire simili sogni. Dobbiamo cadere in preda a una grande delusione circa gli altri, i cristiani in genere e, se va bene, anche circa noi stessi, e a questo punto Dio ci farà conoscere la forma autentica della comunione cristiana. È la pura grazia di Dio a non permettere che viviamo nell’ideale, nemmeno per poche settimane, che ci abbandoniamo a quelle gratificanti esperienze e a quella felice esaltazione che ci sopraggiungono come un’ebbrezza. Dio infatti non è un Dio delle emozioni dell’animo, ma un Dio della verità. La comunità comincia ad essere ciò che dev’essere davanti a Dio solo quando incorre nella grande delusione, con tutti gli aspetti spiacevoli e negativi che vi sono connessi; solo a quel punto comincia a comprendere nella fede la promessa che le è stata data. È un vantaggio per tutti che questa ora della delusione circa gli individui e la comunità sopraggiunga quanto prima. Ma una comunione incapace di sopportare e di sopravvivere a tale delusione, per il fatto di dipendere dall’ideale, con la perdita di questo perde anche la promessa di una stabile esistenza che è data alla comunione cristiana, e quindi prima o poi per forza va in rovina. Qualsiasi ideale umano, immesso nella comunione cristiana, ne impedisce l’autentica realizzazione, e deve esser distrutto perché possa vivere la comunione vera. Chi ama il proprio sogno di comunione cristiana più della comunione cristiana effettiva, è destinato ad essere un elemento distruttore di ogni comunione cristiana, anche se è personalmente sincero, serio e pieno di abnegazione.

mercoledì 27 gennaio 2010

ANGELO CUSTODE



Angelo di Dio up.jpg



Angelo di Dio,
che sei il mio Custode,
illumina, custodisci,
reggi e governa me,
che ti fui affidato
dalla pietà celeste.
Così sia.

Un consiglio di Papa Giovanni XXIII:
Quando debbo visitare un personaggio importante, impegno il mio Angelo Custode a mettersi d'accordo con il suo, perché influisca sulle sue disposizioni. E' una piccola devozione che mi richiamò il Santo Padre Pio XI e che ho trovato assai fruttuosa.


Lode al Creatore                                                                  


Dio onnipotente ed eterno, con tutto il cuore ti lodiamo,
per la grande gloria dei tuoi Santi Angeli.
Ti ringraziamo per la loro meravigliosa saggezza,
la forza suprema e la bellezza radiosa;
e per il loro grande potere sempre posto al Tuo servizio.
Fa' che, seguendo il loro splendido esempio, 
possiamo dedicarci completamente all'aiuto dei nostri Fratelli.
Per Cristo nostro Signore. Amen.





martedì 26 gennaio 2010

JEAN THIERRY EBOGO



Due immagini, in un certo senso simili!!
Questa a fianco, è tratta dal film " The Passion". Un tenero abbraccio di Gesù a Maria, Sua Madre.
L'immagine sopra, ritrae sempre una madre, accanto al figlio morente: Entrambe le madri sanno il destino del proprio figlio, entrambe portano in loro un dolore immenso. Fra Jean Thierry, morto il 5 gennaio di 4 anni fa, ad un'età in cui i ragazzi vorrebbero vivere intensamente la loro esistenza.Lui voleva diventare Padre Carmelitano.
Un tumore alle ossa lo ha aggredito, costringendo a subire l'amputazione di una gamba, scelta che i medici a malincuore presero, nella speranza di salvargli la vita.
Egli ora è in Cielo, accanto a Gesù e Maria, e dal Cielo potrà compiere quelle opere che non ha potuto realizzare nella sua breve vita: opere di bene immenso. I suoi amici camerunesi, a Jaundé, lo pregano intensamente e anche noi in Italia, dove lui è vissuto per qualche tempo, tra un ospedale ed un altro, contiamo sul suo aiuto dal Cielo!!
Ciao Jean Thierry, ti ho conosciuto nella malattia, ti ho carezzato e baciato il capo, ti ho parlato chiedendoti di guardarmi, volevo incrociare il tuo sguardo, per portarlo nel mio ricordo. Mi hai chiesto: perché? Ho taciuto, non sapevi che ti restava ancora poco tempo, e poi saresti tornato tra le braccia del Padre! Ora mi guardi dal Cielo? Lo spero! Ti voglio bene fratellino! http://www.jeanthierryebogo.org/  Visitate il sito di Jean Thierry, dove potete trovare le preghiere da rivolgere a lui, cliccando su questo link

S. TERESA DEL BAMBINO GESU'



La bella testimonianza di Maria, giovane calabrese
innamorata del Carmelo grazie a Teresina
“Mi sono detta che la carità non doveva consistere nei sentimenti ma nelle opere, perciò
mi sono impegnata a fare per questa sorella ciò che avrei fatto per la persona che amo di
più”.
Lessi queste parole di Santa Teresina nel 2004...e mi folgorarono! Nel mio percorso
di conversione mancava ancora qualcosa: la carità attuata nelle piccole cose della
mia vita ordinaria e con chiunque incontrassi. Niente di “apparentemente” straordinario,
ma proprio per questo, alla mia portata! Quelle frasi cambiarono il mio
modo di approcciarmi alla fede da “concretizzare” e mi fecero intuire che Teresina
sarebbe stata un'ottima consigliera per la mia vita spirituale! Dalla lettura di
“Storia di un'anima” è scaturito così un percorso di “avvicinamento” al Carmelo
che me ne ha fatto innamorare, regalandomi delle amicizie speciali con alcuni
membri di questa grande famiglia: monache, frati e secolari.“L'infallibile risorsa di
un'anima è trattare con gli amici di Dio”, dice Santa Teresa d'Avila e mi trova pienamente
d'accordo. Chi ama veramente il Signore sa donarsi senza riserve e da
questo dono di sé, nasce nell'altro non solo una maggiore conoscenza delle meraviglie
del Padre, ma anche un lavorio costante sul proprio carattere, per farsi santi
alla scuola del Carmelo. Quando Dio irrompe in questo modo nella propria vita,
anche le “aridità” e le difficoltà (spirituali e materiali), si affrontano con spirito
nuovo, perché “Codesta eterna fonte sta nascosta/ in questo vivo pan per darci vita,/
anche se è notte”. Pur essendo solo una “innamorata a distanza”, mi auguro che la
Beata Vergine del Monte Carmelo, di cui porto lo scapolare dal 2006, mi accompagni
sempre in questo “approfondimento” interiore della spiritualità carmelitana,
che tanto mi è cara, e nella quale mi sento “a casa”. Maria Rattà










Molto difficilmente mi servo di scritti altrui, da postare sul mio blog, ma questa volta ci tengo ad inserire la testimonianza di una cara amica calabrese, poiché parole più coinvolgenti non saprei trovare!!
Questa testimonianza è apparsa su "Crescere in Fraternità" - bollettino dell'ocds della Provincia Napoletana, in edizione speciale per la "visita" della Santina (urna)  a Gallipoli, dove Teresina compì un miracolo.
Per approfondire l'argomento, cliccate sul sito "chiamati alla speranza", che trovate tra i miei favoriti!
Ringrazio di cuore Maria, per l'amore con cui segue il Carmelo, ovunque esso si trovi!!!

Al PASSO O AL GALOPPO?

Osserviamo l'andatura di questi cavalli. Osserviamo anche la loro situazione: uno cammina lentamente, quasi  a fatica, solo! Gli altri corrono affiancati.
Riflettiamo!
Se camminiamo soli, cercando di trovare la strada che ci possa condurre al Signore, facciamo fatica, il nostro passo è lento.
Se invece ci lasciamo affiancare, chiedendo consiglio ad un sacerdote, o a laici preparati, maturi nella fede, cominciamo ad accellerare il passo, ci sentiamo più sicuri, sappiamo che non siamo soli!
Se camminiamo insieme, ci sentiamo più forti!
E nasce in noi il desiderio di raggiungere presto la nostra meta, che è Cristo Signore!
Questo metodo, si adatta ad ogni cammino che vogliamo fare, da cristiani!
Ma se ancora non si è capito, io voglio farvi innamorare del Carmelo Secolare, così come me ne sono innamorata io!
La salita al Monte (S. Giovanni della Croce), non è facile, lo ammetto, ma la sfida è stimolante. Il viaggio richiede del tempo, un periodo di accostamento, che di norma dura un anno, due anni per accedere alla prima promessa, che è momentanea e, se la nostra vocazione carmelitana si rafforza, altri 3 anni per emettere le promesse definitive. Poi resta sempre la formazione permanente, perché se non si attinge l'acqua alla fonte, si patisce la sete!! Durante gli incontri, si apprende la spiritualità specifica del carisma carmelitano, leggendo e meditando le opere dei nostri Santi fondatori (S. Teresa d'Avila e S. Giovanni della Croce) e di tutti i Santi carmelitani, come S. Teresa del Bambino Gesù, Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein), la Beata Elisabetta della Trinità, ecc. Inoltre si impara a far propria la Regola di Sant'Alberto e le Costituzioni dell'Ordine Secolare Carmelitano. Uno sguardo particolare si posa anche sulle encicliche, e su alcuni documenti della Chiesa, perché il Carmelo ne è parte integrante. Non bisogna mai dimenticare, infatti, che prima di essere carmelitani, siamo soprattutto cristiani cattolici, avendo ricevuto il Battesimo.
Ma non vi spaventate, pensando di dover affrontare particolari difficoltà, tutto è reso facile dell'amore per Cristo, per nostra Signora e Regina del Carmelo, e dalla passione con cui i Santi Carmelitani vogliono raggiungere le grandi vette spirituali. Passione che, strada facendo, coinvolgerà tutti noi.

lunedì 25 gennaio 2010

CARITA' = AMORE

SEMINA LA GIOIA NEL GIARDINO DI TUO FRATELLO...


..e la vedrai fiorire nel tuo! "




Ho "rubato" immagine e scritta dal blog di Scarlet, e le chiedo scusa, ma mi ha colpito così tanto, che ho pensato occorra farla girare!!!
Credo sia l'interpretazione moderna, della frase di Gesù, nella parabola del giovane ricco:"In verità vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa e moglie o fratelli o genitori o figli per il regno di Dio, che non riceva molto di più nel tempo presente e la vita eterna nel tempo che verrà". (dal Vangelo secondo Luca 18,29-36).
Inoltre, nel discorso della Montagna, il Signore, dopo aver proclamato le Beatitudini, aggiunge: "Date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio". Luca 6,38.


La ricompensa è  evidente: Cristo Gesù ha promesso ai generosi di cuore, non solo la certezza di essere accolti nel Regno dei Cieli, ma già in terra, nel tempo presente, la raccolta dei frutti della generosità verso il prossimo!
Seminare la gioia è anche un'azione piacevole, mentre la offri a piene mani, te ne resta un po' tra le dita!!
E dar gioia ai nostri fratelli, è nel dono di noi stessi: non solo di beni materiali, sempre comunque necessari a chi non ne ha, ma anche il nostro prezioso tempo, che spesso sprechiamo in azioni inutili, a volte perfino dannose a noi stessi.
E i nostri scarsi sorrisi, spesso riservati solo alla nostra ristretta cerchia di familiari ed amici, e qualche volta, neppure a loro!!  Che ce li teniamo a fare? Sono fatti per gli altri, i sorrisi, così come ogni gesto d'affetto!  Perché farci fagocitare dallo stress, che ci spegne il sorriso, il canto nel cuore, la parola gentile? Perché viaggiare con un bagaglio piuttosto pesante: mugugni, sguardo corrucciato, viso teso,
senso di fastidio per quelli che ci interpellano, che ci fermano per scambiare un saluto, un'impressione?
Spesso si risponde con: "scusa, non ho tempo, devo scappare" e si prosegue nella corsa verso mille affari, tralvolta importanti, spesso solo di stampo egoistico. "Il tempo è mio e me lo gestisco come mi pare"!!


Il tempo, invece, è un dono gratuito datoci dal Signore, e non ne conosciamo la durata.
Il Signore ce lo ha donato affinché lo gestiamo al meglio, un po' come nella parabola del Seminatore.
Se lo buttiamo in mezzo ai sassi, non raccoglieremo nulla! Se si semina vento, si raccoglie tempesta!!!
Cioè, le cose fatte male, o non fatte, non fruttano anzi, ci si ritorcono contro.
Donando qualcosa di noi, meglio ancora, tutto di noi, invece che sentirci svuotati, avremo il cuore colmo di gioia: sentiamo di esserci arricchiti interiormente, di aver messo a frutto il nostro tesoro, come un capitale accantonato nel Regno dei Cieli. 
Ma, come assicura il Signore, la ricompensa la riceviamo già in questa vita: il sorriso di chi ci circonda, la gratitudine dipinta sul suo volto, sono certo ricompense, ma mai come la felicità che nasce nel nostro stesso cuore, quel senso di pace che ci dona il sapere di aver agito secondo la volontà del Padre.
E Lui, che ben conosce l'animo umano, ci ha suggerito la Via che conduce a Lui, che è lastricata di Pace, di Speranza, di Fede e di Amore!
Ecco allora che chi semina la gioia nel giardino di suo fratello, la vede crescere anche nel proprio!!!
Non ho scritto questo solo per chi mi legge, ma anche per me stessa, per ricordare che:
 DUE GIARDINI FIORITI, SONO MEGLIO DI UNO!!!!

domenica 24 gennaio 2010

LIBRO DELLA VITA


Capitolo 9                                                                                    (alcune riflessioni)
"Ormai, dunque, la mia anima era stanca e, anche se non lo voleva, le sue cattive abitudini non la lasciavano riposare. Accadde un giorno che, entrando in oratorio, vidi una statua portata lì in attesa di una certa solennità che si doveva celebrare in casa e per la quale era stata procurata. Era un Cristo tutto coperto di piaghe, e ispirava tale devozione che, guardandola, mi turbai tutta nel vederlo ridotto così, perché rappresentava dal vivo ciò che egli ebbe a soffrire per noi. Provai tanto rimorso per l'ingratitudine con cui avevo ripagato quelle piaghe, che pareva mi si spezzasse il cuore, e mi gettai ai suoi piedi con un profluvio di lacrime, supplicandolo che mi desse infine la forza di non offenderlo più."

Chi conosce l'opera "Libro della mia Vita" di Santa Teresa di Gesù, conosciuta meglio come Santa Teresa d'Avila, sa bene che quell'incontro con il Cristo piagato, fu per Teresa l'inizio di un profondo sconvolgimento della sua anima.
Il Dio lontano, irraggiungibile, terribile nella Sua ira, giudice implacabile, si era fatto tanto vicino all'umanità, da subirne tutte le sofferenze del martirio.
Un Dio fattosi carne, uomo tra gli uomini,  e quindi vicino, tangibile.
Un Dio che ha sofferto così tanto, accettando la morte di Croce per amor nostro, non poteva essere quel Dio confinato  nei Cieli più remoti, tanto lontano da noi da non potersene fare un'immagine reale.
Questa è stata la "scoperta" di Teresa!!! Da quell'incontro con l'immagine di Cristo piagato, la Santa Madre ha compreso fino a che punto Dio si è chinato su noi.
Come è più facile, dunque, credere ad un Dio fattosi uomo, un Dio che è nato Bambino, è cresciuto nel seno di una modesta famiglia e, diventato adulto, ha cominciato a farsi pescatore di anime.
Un Re dell'Universo che, sceso dal Suo trono Regale, ha camminato tra gli uomini, mangiato, bevuto, pianto e riso coi suoi amici, in assoluta semplicità.
Ecco, un Dio siffatto, era senz'altro più raggiungibile dalla nostra percezione spirituale. Colui che disse: "Chi ha visto me, ha visto il Padre mio che sta nei Cieli", ha avvicinato Jahve, il cui nome era impronunciabile tanto era temuto dal popolo ebraico, ci ha permesso di poterlo finalmente chiamare per nome:  Gesù -  L' Emmanuele della Casa di Davide. Nella lingua del suo popolo: Joshua (la salvezza di Dio) ben Jussupha (figlio di Giuseppe), l'Emmanuele (Dio è con noi).
L'arcangelo Gabriel ha espressamente suggerito alla Vergine Maria, di chiamare il frutto dello straordinario concepimento, con questo nome. Così il Padre ha messo il Suo sigillo, incarnandosi Egli stesso, nel nome del Figlio. La Salvezza di Dio è in questo concepimento, ora Dio è con noi veramente!!!
Gesù quindi divenne la Voce del Padre, IL VERBO INCARNATO.
Non era più quindi necessario cercare Dio dall'apparire di una nuvoletta nel cielo (Profeta Elia), né nel roveto ardente (Mosé), né in tutte quelle forze della natura, o segni straordinari.
Ora Dio avrebbe parlato come noi, aveva finalmente preso voce.
Ma anche un corpo, un corpo che fu straziato in modo atroce, ancor  prima di essere inchiodato sul legno della Croce.
Teresa ne è rimasta sconvolta, così disperatamente, che capì di dover fare il possibile per perfezionare il suo amore per Lui.

venerdì 22 gennaio 2010

CERCA L'INFINITO

La mia prima intenzione, quando ho aperto questo blog, era quella di parlare esclusivamente del Carmelo e dei suoi Santi in generale, e dell'Ordine Secolare Carmelitano, in particolare.
Poi succede che accadono cose per le quali è necessario testimoniare: la storia di Iacopo, per esempio,
o qualche fatto che fa capire cose, che prima non si riusciva a comprendere: la frase dell'immagine inserita è eclatante: NON ACCONTENTARTI DELL'ORIZZONTE: CERCA L'INFINITO.
Ieri era il centenario della nascita di mio padre, ed io l'ho ricordato su questo blog. Ma ho anche tanto dialogato con lui. Devo dire che da quando lui è tornato alla Casa del Padre, il nostro rapporto è molto più interlocutorio!! Ora gli racconto tutte quelle cose che quando era su questa terra, gli tacevo.
Gliele tacevo per non preoccuparlo, oppure perché non reputavo informarlo (tutti abbiamo i nostri piccoli o grandi segreti, oppure quegli spazi personali, che preferiamo tenere per noi).
Dopo la sua dipartita, e dopo il dolore straziante che per mesi mi ha lacerato, in me è subentrata una grande pace. Ho smesso di fermarmi all'orizzonte, e ho cercato l'infinito. Mi sono detta che papà era una persona buona, e che il Signore di sicuro l'aveva accolto subito nel suo Regno celeste. Allora ho ripreso a dialogare con lui. Ed ogni volta che avevo un problema da risolvere, gli chiedevo se avrebbe "parlato" col Signore, per ottenermi la grazia. L'ho avuta sempre, anche se immeritata. Proprio ieri, suo centenario, gli ho parlato di mio figlio, delle trattative per il nuovo lavoro. - Tutti sanno la crisi che imperversa in Italia, ma anche in tutto il mondo, riguardo alla disoccupazione giovanile, la precarietà di un posto di lavoro, ecc. - Oggi ho avuto un'immediata risposta. A mio figlio è arrivato il contratto di lavoro, a tempo indeterminato, ben retribuito, da sottoscrivere. Posso dire che sono felice per mio figlio, ma sono ancora più felice perché ancora una volta, il Cielo mi ha ascoltato.
Si tratta di una mia esperienza, ovviamente, e vorrei che risposte così soddisfacenti le avessero tutti i credenti.
Quante volte mi è stato confidato, anche da cattolici praticanti, dei loro dubbi sulla vita eterna!!!
Spesso mi dicono: ma dimmi un po': è mai tornato nessuno dall'aldilà, per raccontarci qualcosa da quel luogo?
La mia risposta è quella di una persona semplice, ma piena di fede: i puri spiriti, ovvero coloro che hanno perso il corpo mortale, non possono comunicare con noi con le stesse modalità nostre: non possono parlare ai nostri orecchi, perché non hanno più voce, né sfiorarci con una carezza, perché non hanno più mani.
Possono però farlo coi fatti, con quei segni che, se si sanno osservare, dimostrano che ci hanno ascoltato e risposto!
Così quando preghiamo il Signore Gesù Cristo, Dio Padre e lo Spirito Santo, ogni Santo del Paradiso, la Vergine Maria, l'Angelo Custode, o i nostri cari defunti, con la certezza che ci ascoltano, possiamo aspettarci delle risposte concrete. Basta saper trovare nei segni, la loro presenza e la loro risposta.
A volte la risposta non è immediata, come quella concessa dopo la mia preghiera: questo fatto ha dello straordinario, lo devo ammettere.
Succede che se chiediamo a Dio cose che Lui non ritiene il momento di concederci, oppure che non ci servono per la nostra crescita spirituale, le risposte non sono immediate o non ci sono proprio. Ma anche da questo si può comprendere la chiara risposta del Signore: NON E' IL MOMENTO - NON E' CIO' CHE TI SERVE.
Ma superando questo concetto, volevo sottolineare che c'è il modo per capire che la vita non finisce con la fine del nostro corpo: se tutto finisse quaggiù, come mai le preghiere vengono esaudite? Allora Qualcuno ci ascolta. Qualcuno è presente nella nostra vita. Qualcuno esiste, anche se non lo vediamo coi nostri occhi, e non lo ascoltiamo con le nostre orecchie, non lo tocchiamo con la nostra mano!! I cinque sensi appartengono alla nostra umanità terrena, al nostro corpo mortale. Se pensiamo di dover usare quelli, per afferrare il concetto soprannaturale, stiamo freschi!!!
Abbiamo però un senso speciale, che è l'anima. Un'intelligenza interiore e superiore all'intelligenza cerebrale.
Con l'occhio dell'anima, le percezioni superano quelle dei sensi.
Santa Teresa, nella sua opera "Castello Interiore o Mansioni", spiega bene le varie stanze dell'anima, superate le quali, si arriva in quella più interna, dove risiede il Trono del Re.
Non potendo sostituirmi a a lei, per spiegare con le mie povere parole, ciò che io stessa intendo dire, riporto quelle della nostra Santa Madre.

giovedì 21 gennaio 2010

GRAZIE DI ESISTERE!!!


                          Ciao Papà, oggi avresti 100 anni! Il Signore ti ha preso con sé 32 anni fa, ma tu sei sempre vivo nel mio cuore!  Sono certa che sei  immerso nella felicità eterna. La mia anima abbraccia la tua con infinito amore. Arrivederci!!!
                                        
















PER VOI SONO NATA



Proposta per la preparazione della celebrazione del V Centenario della nascita di SANTA TERESA DI GESU'  (2015)

Sembra un po' presto parlare ora del 500° Centenario di S. Teresa, poiché lo stesso avverrà tra alcuni anni, ma è necessario prepararsi, e dal Capitolo Generale O.C.D. tenutosi a Fatima (Portogallo) nel 2009, è emerso il desiderio di unire in comunione tutti i Carmelitani del mondo, ivi compresi Frati, Monache e Secolari. E tutti quelli che amano il Carmelo.
Il titolo della proposta è: "Per Voi sono nata" (sono Vostra, per voi sono nata, che cosa volete fare di me?", ripreso dalle parole della Santa Madre, e per quel Voi, lei intendeva il Signore. Per Lui lei è nata, ma anche tutti noi dovremmo sentirci nati per il Signore, in quanto Figli Suoi.

Questa proposta consiste nel riprendere in mano un'opera di Teresa, e per quest'anno è stato scelto: "IL LIBRO DELLA VITA"

Ovvio che ognuno può leggere come vuole, quando vuole, ma per far sì che la comunione tra i Carmelitani sia piena, sono stati proposti otto testi significativi:
Cap. 1 -                          la chiave della sua vita : comincio a svegliarmi
Cap. 4- 10 e 8,5-6           Qual'è il Dio della sua esperienza?: La grande bontà di Dio
Cap. 9                            La conversione: Tutta la mia fiducia in Dio
Cap.13                           La preghiera del principiante:guardi che ti guarda
Cap.22,10,18                  L'umanità di Cristo:Cristo ottimo amico
Cap.27,1-4.6                   Esperienza cristologica e profetismo teresiano Comunicare tutta la mia anima e le 
                                      grazie che il Signore mi concede
Cap.32,11-18                  Fondazione del Nuovo Carmelo Mi comandò con  forza  Sua Maestà che lo facessi
Cap.40, 1-10.23-25          Un finale del libro aperto In questo modo vivrò adesso





mercoledì 20 gennaio 2010

SIAMO TUTTI UGUALI?



SAN GIOVANNI DELLA CROCE (SAN JUAN DE LA CRUZ)
Se si osserva un faro, di giorno, ci appare come una gradevole costruzione cilindrica che si staglia contro l'orizzonte del mare. Allora viene spontaneo scattare una foto, per averne un ricordo, senza minimamente pensare alla funzione principe del faro. Di giorno, non balza evidente, pare solo un'architettura studiata per essere messa lì in bella mostra.
Ma sappiamo benissimo quale sia lo scopo di un faro!!! Illuminare il tratto di costa, affinché le barche e le navi arrivino sicure al porto! Questo accade di notte, quando il faro, con la sua luce intermittente, si accende!
Ecco allora che i marinai si sentono sicuri, non temono di incagliarsi nelle rade sabbiose, né di finire contro qualche scoglio, causando la rottura dello scafo, il capovolgimento dell'imbarcazione ed il relativo affondamento.

martedì 19 gennaio 2010

FIAMMA VIVA D'AMORE




SAN GIOVANNI DELLA CROCE
Osservando un bel fuoco che arde nel camino, o in un falò, si vede bene che se le fiamme "mordono" il ciocco acceso, salgono alte e divampano. Se non si attizza il fuoco, se non si aggiunge legna, lentamente le fiamme si abbassano, fino a spegnersi, trasformando il ciocco in un pugno di grigia cenere che, quando si raffredda, il vento spazza via. Nulla rimane, né il calore del fuoco, né  il tepore che scalda l'atmosfera, né quei colori in tutte le tonalità dal giallo oro, al rosso incandescente. Si apprende così, che solo alimentando il fuoco, con legna, sterpi, carta, qualunque cosa combustibile, le fiamme continuano ad ardere.
Il parallelo con il fuoco d'amore per il Signore, che può e deve ardere in ogni anima innamorata di Lui, è evidente: come il falò o fuoco del camino. essi devono ardere perché alimentati dal combustibile, così la fede nel Signore si alimenta attraverso molti "combustibili": la lettura della Parola, la sua ruminazione, meditazione, la preghiera costante, la S. Messa, i Sacramenti e, sopratutto, una vita protesa al raggiungimento di un dialogo intimo ed intenso con il Padre Celeste, con la Vergine Madre di Dio, con il Figlio e con l'ascolto dello Spirito Santo, che ci è stato mandato quale Consolatore, dal Figlio stesso. La preghiera silenziosa, quel dialogo di comunione con Colui che ci ha voluti figli suoi, apre una finestra che si affaccia sul Cielo, e permette di respirare la spiritualità in modo profondo. L'imitazione di Cristo è necessaria come l'acqua per chi ha sete, e la Sua Parola, come il Pane per l'affamato!

GIORNATA PER LA VITA (testimonianza di una mamma)

                                                  Quando sono andata in ospedale per fare l'ecografia morfologica, l'unica  domanda che mi ponevo era: "sarà maschio o femmina?". Ero tranquilla, aspettavo il terzo figlio. Ho già due bambini di nove e sette anni. Ma appena il medico ha visto l'immagine sul monitor, la sua faccia si è fatta scura: c'erano problemi ai reni...troppo grandi e non funzionanti, entrambi. La prognosi era infausta.
Il bambino che cresceva dentro di me, di 21 settimane, che sentivo muoversi e scalciare, non sarebbe vissuto: "incompatibile con la vita". Mi hanno detto: "per fortuna è ancora in tempo...può interrompere la gravidanza".
Per fortuna?   Sono sempre stata contraria all'aborto, perché un bambino nel pancione è un essere umano, una persona, a partire dal concepimento. E una mamma lo sente, sente che c'è un'altra vita dentro di lei.
Ma quel giorno ero molto spaventata. Non sapevo neanche se la gravidanza sarebbe giunta a termine, avrei potuto perdere il piccolo anche a breve....non sapevo cosa fare...avevo pochi giorni per decidere.
La notte mi sono svegliata sperando fosse tutto un incubo! Purtroppo tutto era vero, il mio bambino non sarebbe vissuto:avevo il cuore che martellava da togliere il fiato. Stavo male. Quel malessere fisico era motivato: non è fisiologico, non è naturale, chiedere ad una mamma di decidere se "far fuori" o meno, il proprio figlio.
Ho detto al mio piccolo che non doveva preoccuparsi, che la sua mamma lo avrebbe accompagnato gli sarebbe stata vicina finchè lui ci fosse stato: in quel momento ho sentito dentro di me una grande pace.
Volevo fare la mamma fino in fondo! La mia pancia non sarebbe diventata la sua tomba per mia volontà.
Scegliere di accompagnare Iacopo mi ha fatto sentire mamma, e anche più mamma per gli altri miei figli. Cosa avrei raccontato loro, se avessi scelto di abortire? Qualcuno ha detto che tanto sarebbe morto comunque.
Ma....c'è un MA....
MA lui, anche lui, il mio piccolo Iacopo, cosa avrebbe pensato della sua mamma? Con lui penso di essere stata mamma fino in fondo, anche se per pochissimo tempo.
Mi è stato chiesto questo.
Certo che sarei stata felicissima di aver potuto tenerlo tra le mia braccia, che fosse vissuto....ora avrebbe 7 mesi. Anche il suo papà ed i suoi fratellini lo aspettavano con gioia, lo volevano tra noi. Ma non tutto va secondo i nostri schemi....
Mi dissero che forse la gravidanza non sarebbe giunta a termine, e invece Iacopo ha tenuto duro. La data prevista per il parto sarebbe stata intorno al 29 luglio. In giugno però, dopo un'altra ecografia, i medici decidono di programmare un parto cesareo per i primi di luglio, perché l'addome di Iacopo si è ingrossato, il piccolo si presenta in posizione podalica. Insomma, pensavo di poter tenerlo dentro di me ancora un mese, ed invece tutto veniva anticipato.
Non va mai secondo i nostri schemi.
Pensavo che se fosse arrivato a termine, avrebbe comunque vissuto, dentro di me, tre settimane in piu. di nuovo non ero  serena.
Il ricovero in ospedale è deciso per il 7 luglio, di mattina. In quella mattina piange anche il cielo insieme a me: piove fortissimo ed io sono di nuovo triste, oltre che spaventatissima per l'intervento.
Ho deciso di sottopormi all'anestesia spinale, e non quella generale, perché anche se per poco, volevo vedere Iacopo vivo.
Mi sentivo in colpa, perché stavo andando a farlo nascere prima del tempo, e lui di conseguenza morirà prima...
La dottoressa che mi visita è la ginecologa che mi ha seguita durante tutte e tre le gravidanze, Mi è stata molto vicina e desideravo che l'intervento lo eseguisse lei, perché solo di lei mi fidavo. Non so se è stato un miracolo, o una coincidenza, ognuno è libero di pensare ciò che vuole, ma il fatto consiste in questo: a 21 giorni dalla data del parto, il 7 luglio, era cominciato il travaglio.
Mi è parso come se da lassù Qualcuno volesse dirmi di non sentirmi in colpa: Iacopo avrebbe comunque dovuto nascere quel giorno, e non un altro! Alle 10 del mattino, Iacopo è nato! Lo hanno portato subito nella stanza accanto, dove lo attendevano il suo papà e don Giuseppe, che lo ha battezzato.
Poi me lo hanno lasciato tra le braccia finchè è  vissuto, un'ora sola.
Non so perché Iacopo sia dovuto andar via così...una vita volata via subito, troppo presto.
In passato non si eseguivano ecografie, nulla si sarebbe immaginato fino al parto, non ci si sarebbe trovati davanti ad una scelta così drastica: continuo o interrompo?
E per quanto è successo a me, posso affermare che la paura acceca, che non fa ragionare, porta a temere di non farcela ad andare avanti fino in fondo. E' la paura a non affidarsi.

BENVENUTO|

Il Paradiso non può attendere: dobbiamo già cercare il nostro Cielo qui sulla terra! Questo blog tratterà di argomenti spirituali e testimonianze, con uno sguardo rivolto al Carmelo ed ai suoi Santi