AFORISMA

Meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita
(Rita Levi Montalcini)

Nostra Signora del Carmelo

Nostra Signora del Carmelo
colei che ci ha donato lo scapolare

mercoledì 28 luglio 2010

PARLARE DI PECCATO.....E' PECCATO?














Ma stiamo davvero esagerando!! Una produzione di sedie ha preso il nome dai 7 peccati capitali!! E gli stessi vengono trattati, attualmente, come fossero semplici debolezze umane. 
L'ultima l'ho appresa ieri: su un depliant informativo distribuito in farmacia, tra un nutrito elenco di prodotti farmaceutici da mettere in valigia, prima di partire per un viaggio, considerati di estrema utilità in caso di emergenze, veniva elencato anche il condom. O bella!! In un primo tempo mi sono immaginata la situazione: un uomo incontra una donna disinibita e perde l'occasione perché si era dimenticato di mettere in valigia, oltre allo spazzolino da denti e l'aspirina per il mal di testa, anche quella roba lì! Mi sono fatta un mare di risate! Però subito cessate non appena ho realizzato che ormai avere rapporti sessuali occasionali è diventato un modus vivendi. E' entrato talmente nella mentalità corrente, che anche il farmacista si sente in dovere di ricordare ai clienti di non dimenticarne l'acquisto, infatti nella farmacia si trovano espositori che  contengono quei protettivi in lattice(trattare di cosa proteggono richiederebbe un lungo discorso che non intendo sviluppare in questa sede)di ogni tipo. E immagino il dialogo anche nelle tabaccherie! "Buongiorno, mi dia un pacchetto di Malboro e uno di xy"". A questo punto penso che un negozio, per fare affari, dovrebbe esporre tutti i prodotti relativi ai sette peccati capitali: dolciumi, sigarette, preservativi e poi, cosa potrebbe andar  bene per alimentare l'ira, l'accidia, la superbia e l'avarizia? Tanto , tutto è lecito, per chi non segue gli  insegnamenti evangelici!
E chi è convinto di essere un credente maturo nella fede, è sicuro di non essere incappato in questi tranelli?
Molti dicono: a volte riesce difficile dire di no davanti ad una forte tentazione! Una bella fetta di torta alla panna per un diabetico è estremamente dannosa, ma qualche volta se la pappa, tanto poi prenderà la pilloletta che rimette tutto a posto!! E per gli altri peccati? Ma che problema c'è? Mi confesso e finisce che torno più bianco della neve, candido come un giglio!! E la prossima volta commetto una qualsiasi trasgressione, tanto poi c'è il confessore che mi dà l'assoluzione. Esatto! Come prendere un'alka selzer se non hai digerito! Ma le cose non vanno proprio in questo modo!
Il Catechismo della Chiesa riporta, riguardo alla Riconciliazione, quanto segue:
"Il sacramento che esprime e attua la conversione del cristiano viene designato con tre nomi, che derivano dai suoi elementi costitutivi: penitenza, confessione, riconciliazione. Occorre anzitutto la penitenza o cambiamento del cuore. Il peccatore, mosso dallo Spirito Santo, riscopre il volto santo e misericordioso del Padre, esamina sé stesso, prende coscienza dei propri peccati; ne prova dolore, li detesta; propone di non commetterli più; si impegna a cambiare radicalmente la propria vita, a riordinarla secondo il vangelo.Fare l'esame di coscienza significa valutare la propria posizione davanti a Dio, alla luce della sua parola, e riconoscere i peccati commessi in pensieri, parole,opere e omissioni, gravi o leggeri, con piena responsabilità o per fragilità.
Per approfondire l'argomento, andate a leggere La riconciliazione dal paragrafo 701 al 710.

E' importante aver compreso che il peccato, anche grave, viene perdonato, e ci si riconcilia con il Signore. Ma è altrettanto necessario comprendere che il proposito di non ricadere nello stesso errore deve essere sentito profondamente e, in caso che la tentazione ritorni a bussare alla nostra porta, la si respinga senza tentennamenti. Perché sbagliare è umano, ma perseverare è diabolico!! Essere sinceramente pentiti è la base del ritorno al Padre, come la parabola del figliol prodigo che ne ha fatte di tutti i colori, ma alla fine ha capito che la pace l'avrebbe trovata solo tra le braccia del padre!
Si vive sereni, se non rimorde la coscienza.  Una confessione sbagliata, ossia fatta senza rimorso, senza proponimento di non ricadere nella colpa, considerata alla stregua di un detersivo per bucato "se sporco la maglietta appena lavata, la ributto in lavatrice e torna pulita", non serve a nulla e non risolve niente!! Il sacerdote che non può leggere nei nostri cuori concede l'assoluzione....ma il Signore lo abbiamo preso allegramente in giro! E soprattutto, saremo capaci di perdonare a noi stessi? O ci sentiremmo come tanti giuda, falsi e traditori, da non  voler guardare nello specchio il nostro stesso volto, tanto è ributtante?
In sinstesi, guardiamo ogni cosa che il mondo ci propone con ottica evangelica.. Se un certo agire non rientra nel pensiero di Dio, non va bene per noi! Ho giocato all'inizio, ridendo delle cose del mondo, perché a volte sono talmente stupide da rasentare il ridicolo, ma poi mi è venuta addosso una tale tristezza, nel rendermi sempre più conto che il mondo va alla deriva come una barca senza timone e senza vela, che ho sentito il bisogno di mettere sull'avviso i buoni cristiani, affinché non si lascino gradualmente corrompere dalle cose del mondo, che non sono le cose di Dio!!
Per vincere le tentazioni serve mettere in pratica una ferrea volontà. Come quella che permise a Vittorio Alfieri -   legatosi alla sedia dello scrittoio dove studiava onde evitare distrazioni - di pronunciare la famosa frase: "volli, volli,  fortissimamente volli". Ma ancor prima, santa Teresa d'Avila insegnò che per arrivare a Cristo ci vuole una "determinata determinazione"!!! Così noi ci proveremo per quanto riguarda la volontà di evitare la caduta.
Concludo con una riflessione, suggeritami da una spettacolare luna piena fotografata dalla cara Irene, che illumina  il mare sottostante. Se una nube fosse transitata davanti al nostro satellite, non ne avremmo avuto visione, non quel notturno incantevole, e non avremmo potuto ammirare la luce del sole riflessa sulla luna, esattamente come un peccato, oscurando la nostra anima, impedisce di farle mettere in luce l'Amore di Dio in noi.

Ancora un augurio di buone vacanze e mettete in valigia con lo spazzolino da denti, anche un buon libro: di preghiere, Vangelo, vita di un santo, qualsiasi lettura che vi aiuti a comunicare con il Padre e a non dar ascolto  ai  richiami effimeri e dannosi di una società che si dichiara libera, ma che in realtà è schiava delle cattive mode e delle fugaci passioni.(l'antica litografia sovrastante illustra in modo chiaro come le tendenze negative rendano l'uomo in schiavitù)

giovedì 22 luglio 2010

SANTA MARIA MADDALENA



La Chiesa latina era solita accomunare nella liturgia le tre distinte donne di cui parla il Vangelo e che la liturgia greca commemora separatamente: Maria di Betania, sorella di Lazzaro e di Marta, la peccatrice «cui molto è stato perdonato perché molto ha amato», e Maria Maddalena o di Magdala, l'ossessa miracolata da Gesù, che ella seguì e assistette con le altre donne fino alla crocifissione ed ebbe il privilegio di vedere risorto. L'identificazione delle tre donne è stata facilitata dal nome Maria comune almeno a due e dalla sentenza di San Gregorio Magno che vide indicata in tutti i passi evangelici una sola e medesima donna. I redattori del nuovo calendario, riconfermando la memoria di una sola Maria Maddalena senz'altra indicazione, come l'aggettivo "penitente", hanno inteso celebrare la santa donna cui Gesù apparve dopo la Risurrezione. È questa la Maddalena che la Chiesa oggi commemora e che, secondo un'antica tradizione greca, sarebbe andata a vivere a Efeso, dove sarebbe morta. In questa città avevano preso dimora anche Giovanni, l'apostolo prediletto, e Maria, Madre di Gesù. (Avvenire)
Maria Maddalena, divenuta così prima testimone della Resurrezione, corse a raccontare quanto accaduto a Pietro e agli altri apostoli, (Giovanni 20:1-2), guadagnandosi l'appellativo di "apostolo agli apostoli". Ritornata immediatamente al sepolcro, si soffermò piangendo davanti alla porta della tomba. Qui il "Signore risorto" le apparve, ma in un primo momento non lo riconobbe. Solo quando venne chiamata per nome fu consapevole di trovarsi davanti al Signore, e la sua risposta fu nel grido di gioia e devozione, "Rabboni", cioè "maestro buono". Avrebbe voluto trattenerlo, ma lui glielo proibì: Gesù le disse:
« Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre mio; ma va dai miei fratelli e dì loro: Sto ascendendo al Padre mio e al Padre vostro, al Mio Dio e al vostro Dio »   Giovanni 2o,17

La fedeltà, l'amore, l'ascolto di Maria Maddalena nei confronti di Gesù è grande, un esempio per tutti coloro che, pur avendo sbagliato, hanno saputo redimersi e comprendere che gli insegnamenti del Cristo stanno al di sopra di ogni debolezza umana, e rendono alla persona nella sua interezza, la dignità perduta. Gesù non è venuto per i giusti, ma per i peccatori, Lui è la Salvezza e la dimostrazione che un peccatore pentito può diventare santo lo vediamo non solo nella santa che festeggiamo oggi ma, per esempio, anche in Sant'Agostino, in San Costantino. Siamo sempre in tempo per migliorare la nostra vita, seguendo gli insegnamenti di Gesù, così come gli stessi hanno cambiato radicalmente la vita di Maddalena!!



martedì 20 luglio 2010

IL PROFETA ELIA


Statua del Profeta Elia sul Monte Carmelo.
 profeta Elia (il cui nome significa "il mio dio è Yahweh"), della città di Tishbà nel paese di Galaad e perciò detto anche il Tishbita, è una delle figure più rilevanti dell'Antico Testamento; le sue gesta sono narrate nei due "libri dei Re" della Bibbia.

Elia nel cristianesimo 

Punto d'importante indagine e riflessioni teologiche, nel Cristianesimo, è la particolare esperienza vissuta da Elia sull'Oreb.
Secondo la religione cristiana, la profezia di Malachia si è adempiuta in Giovanni il Battista. Inoltre Elia apparve con Mosè durante la trasfigurazione di Gesù a rappresentare la continuità di Cristo con i patriarchi (Mosè) ed i profeti (Elia, appunto).

Secondo i Vangeli, alcuni pensavano che Gesù fosse Elia ritornato (anche Gesù chiede agli apostoli: «La gente chi crede che io sia?» «La gente dice che tu sei Elia») o che lo chiamasse sulla Croce (mentre Egli, invece, invoca Dio: equivoco derivante dall'etimologia del nome stesso di Elia, che in ebraico significa "Yavhè è il mio unico Signore").
Nella tradizione cattolica è il modello dei contemplativi e dei monaci. L'ordine del Carmelo, sorto nei luoghi in cui Elia visse e svolse la sua missione, lo considera proprio padre e ispiratore.
Elia è il protettore contro i fulmini e i temporali, poiché nella Bibbia si dice di lui che era in grado di far discendere "il fuoco dal cielo". Inoltre, proprio per essere stato assunto in Cielo, è patrono degli aviatori.
È venerato come santo dalla Chiesa cattolica, che lo ricorda il 20 luglio.

 Secondo quanto si legge nei Libri dei Re, Elia fu un grande Profeta, Egli svolse la propria missione sotto il re Acab. Risuscitò il figlio della vedova di Sarepta che lo ospitava durante una carestia; ultimo fedele al Dio di Abramo, sfidò e vinse i profeti del dio Baal sul monte Carmelo: qui, dopo che essi furono svenuti, dimostrò la potenza di Dio accendendo, con la preghiera, una pira di legna verde e bagnata. Dopodiché, presso il torrente Kison, scannò tutti i 450 sacerdoti di Baal. Fuggì sul Monte Oreb, presso il quale gli porgeva cibo un angelo, e dove parlò con Dio. Chiamò Eliseo a seguirlo ed a essere il suo successore. Infine venne rapito in cielo con «un carro di fuoco e cavalli di fuoco»
Questa, in sintesi, la figura del Profeta Elia. Ma per noi Carmelitani il Profeta ha una grande valenza
Seguendo la tradizione, i primi eremiti Carmelitani, che nel secolo XII iniziarono la vita monastica sul monte Carmelo "presso la fonte di Elia", ad onore di Maria, si rivolsero ed ispirarono a questo Profeta, assumendolo come esempio della propria vita, imparando a sentire la voce di Dio nel silenzio e nell'imprevedibile per formare la mente e il cuore affinché il modo di vivere ed operare sia profetico e fedele secondo l'esempio del profeta Elia insieme alla Madre di Dio.

lunedì 19 luglio 2010

DEDICARE IL TEMPO DEL RIPOSO ESTIVO, RIPOSANDO IN DIO


  1. "Sai qui al mare,l'Arcivescovo ieri ha detto la Messa e ho scoperto che sia la Lectio Divina, che  tiene nella  zona tra Ravenna e Cervia e le conferenze sulla Cristologia, le ha organizzate lui per i turisti, perchè sa che abbiamo sete e cerchiamo dove abbeverarci.Ciò mi ha particolarmente colpito!".

Ho ricevuto questa email ieri, da una cara amica, e ho riflettuto tutta sera, pensando che avrei potuto parlarne in questa sede. 
Un'altra amica mi ha inviato l'Angelus del Papa, che ha recitato al balcone del cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo e che sono lieta di riportare:
 PRIMA DELL'ANGELUS

Cari fratelli e sorelle!

Siamo ormai nel cuore dell’estate, almeno nell’emisfero boreale. E’ questo il tempo in cui sono chiuse le scuole e si concentra la maggior parte delle ferie. Anche le attività pastorali delle parrocchie sono ridotte, e io stesso ho sospeso per un periodo le udienze.

E’ dunque un momento favorevole per dare il primo posto a ciò che effettivamente è più importante nella vita, vale a dire l’ascolto della Parola del Signore. Ce lo ricorda anche il Vangelo di questa domenica, con il celebre episodio della visita di Gesù a casa di Marta e Maria, narrato da san Luca (10,38-42).

Marta e Maria sono due sorelle; hanno anche un fratello, Lazzaro, che però in questo caso non compare. Gesù passa per il loro villaggio e – dice il testo – Marta lo ospitò (cfr 10,38).

Questo particolare lascia intendere che, delle due, Marta è la più anziana, quella che governa la casa. Infatti, dopo che Gesù si è accomodato, Maria si mette a sedere ai suoi piedi e lo ascolta, mentre Marta è tutta presa dai molti servizi, dovuti certamente all’Ospite eccezionale.

Ci sembra di vedere la scena: una sorella che si muove indaffarata, e l’altra come rapita dalla presenza del Maestro e dalle sue parole. Dopo un po’ Marta, evidentemente risentita, non resiste più e protesta, sentendosi anche in diritto di criticare Gesù: "Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti". Marta vorrebbe addirittura insegnare al Maestro! Invece Gesù, con grande calma, risponde: "Marta, Marta – e questo nome ripetuto esprime l’affetto –, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta" (10,41-42).

La parola di Cristo è chiarissima: nessun disprezzo per la vita attiva, né tanto meno per la generosa ospitalità; ma un richiamo netto al fatto che l’unica cosa veramente necessaria è un’altra: ascoltare la Parola del Signore; e il Signore in quel momento è lì, presente nella Persona di Gesù! Tutto il resto passerà e ci sarà tolto, ma la Parola di Dio è eterna e dà senso al nostro agire quotidiano.

Cari amici, come dicevo, questa pagina di Vangelo è quanto mai intonata al tempo delle ferie, perché richiama il fatto che la persona umana deve sì lavorare, impegnarsi nelle occupazioni domestiche e professionali, ma ha bisogno prima di tutto di Dio, che è luce interiore di Amore e di Verità.

Senza amore, anche le attività più importanti perdono di valore, e non danno gioia. Senza un significato profondo, tutto il nostro fare si riduce ad attivismo sterile e disordinato. E chi ci dà l’Amore e la Verità, se non Gesù Cristo? 

Impariamo dunque, fratelli, ad aiutarci gli uni gli altri, a collaborare, ma prima ancora a scegliere insieme la parte migliore, che è e sarà sempre il nostro bene più grande."

Incredibile come la teoria dei vasi comunicanti continui ad essere presente nella mia vita!!  Un'amica mi racconta un fatto, un'altra mi manda qualcosa - foto e Angelus del Papa - che è perfettamente in argomento, ed io stavo da un po' pensando di pubblicare un articolo che sottolineasse l'importanza di utilizzare il periodo di riposo estivo per soffermarsi e riflettere sulla propria vita spirituale. Insomma, non solo bagni di sole e di mare, ma anche bagni di spiritualità!!! Poi temo sempre di non essere in grado di spiegarmi al meglio, così il meglio l'ha spiegato il Papa stesso. Che meravigliosa risposta!!La foto del Papa, la cui figura si riflette nel laghetto, è illuminante. Noi dobbiamo essere come quello specchio d'acqua, e riflettere nel nostro animo la Parola di Dio, e saperla poi rispecchiare anche nella vita quotidiana, come fossimo portatori di  luce noi stessi, di quella Luce divina che abbiamo ricevuto dal Padre.
Grazie Irene per lo spunto, e grazie a Maria per il materiale che mi ha inviato, grazie al Pontefice per l'intensa omelia evangelica, grazie al Signore per questi grandi doni che mi ha elargito, amicizie autentiche e  la guida spirituale di un Papa di elevato valore, e grazie a tutti voi che avete la pazienza di leggere queste mie povere ma sentite pagine!  
           b u o n e  vacanze con il nostro caro amico Gesù!!!!


domenica 18 luglio 2010

ATTENZIONE NAVIGANTI!!!

Metto sull'avviso tutti i naviganti che, come me, cercano informazioni attraverso i vari motori di ricerca. Molti sono subdoli, e mi ci sono imbattuta anch'io! Un esempio: ho digitato la frase chiave: "chi mi riconoscerà davanti agli uomini,  io lo riconoscerò davanti al Padre Mio che sta nei Cieli". Mi si apre una pagina che riporta la frase evangelica, ma sotto si trovano spiegazioni pseudo-psicologiche contrarie a Cristo, e citazioni tratte da libri blasfemi. Il responsabile di tale vilipendio contro il nostro Credo non ha problemi a declinare il proprio nome e le  proprie ideologie, e se non fosse per il fatto che gli farei pubblicità gratuita, non avrei nessun timore a riportare il nome di questo essere che si definisce apprendista stregone-guardiano dell'Anticristo.
La diabolica astuzia di tale individuo la dice lunga: non inizia il suo blog o sito con un titolo chiaramente anticristiano, ma comincia con una frase evangelica, presa regolarmente dai Testi Sacri. Solo leggendo il seguito, si capisce dove vuole andare a parare. Quindi consiglio i navigatori in rete di leggere subito, sotto il titolo che appare sullo schermo, la fonte da dove proviene, e solo se appare evidente che la stessa sia di stampo cattolico, perché tratta da un sito religioso, o da un blog che ha tutte le carte in regola per trattare con cognizione di causa argomenti di carattere religioso o teologico, aprite la pagina.

DATE A CESARE CIO' CHE E' DI CESARE E A DIO CIO' CHE GLI APPARTIENE



Dal Vangelo secondo Luca:






« Postisi in osservazione, mandarono informatori, che si fingessero persone oneste, per coglierlo in fallo nelle sue parole e poi consegnarlo all'autorità e al potere del governatore. Costoro lo interrogarono: «Maestro, sappiamo che parli e insegni con rettitudine e non guardi in faccia a nessuno, ma insegni secondo verità la via di Dio. È lecito che noi paghiamo il tributo a Cesare?». Conoscendo la loro malizia, disse: «Mostratemi un denaro: di chi è l'immagine e l'iscrizione?». Risposero: «Di Cesare». Ed egli disse: «Rendete dunque a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio». Così non poterono coglierlo in fallo davanti al popolo e, meravigliati della sua risposta, tacquero. »  
Date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio» (greco: πόδοτε ον τ Καίσαρος Καίσαρι κα τ το Θεο τ Θε; latino:Reddite quae sunt Caesaris Caesari et quae sunt Dei Deo) è un celebre detto attribuito a Gesù e riportato nei Vangeli sinottici, in particolare nel Vangelo secondo Matteo 22,21, nel Vangelo secondo Marco 12,17 e nel Vangelo secondo Luca 20,25

Il dipinto sopra riportato, Il tributo,  è opera del Masaccio e si trova nella  Cappella Brancacci della Basilica di Santa Maria del Carmine, a Firenze.
Non c'è dubbio alcuno che contribuire al fabbisogno del proprio Paese sia dovuto, da parte dei cittadini, pagando le tasse per i servizi che lo Stato offre. Ma è altrettanto indubbio che chi vuole seguire il Vangelo, debba dare a Dio la parte che gli spetta. Cosa potrebbe significare? Le due azioni sono in antitesi tra loro? Assolutamente no: se non paghiamo i tributi allo Stato, non contribuiamo al benessere della nostra Nazione, quindi togliamo al nostro prossimo ciò che gli spetta. Ma se seguiamo pedestremente quanto certi emendamenti legislativi suggeriscono, non diamo a Dio ciò che gli appartiene. Mi spiego meglio: la legge pro-aborto, che stabilisce entro quale mese la madre si possa sbarazzare della creatura che porta in grembo, non è quanto insegna il Signore, così come la legge sul divorzio -  che limita la durata del matrimonio - non segue le norme del Signore, le quali prevedono che il matrimonio debba durare "fino a che morte non separi". Stesso discorso per l'eutanasia, che vorrebbe stabilire quando un malato grave debba cessare la sua esistenza. Se volessimo approfondire, molte leggi civili sono contrarie alle leggi morali, etiche e soprattutto divine. Sono persuasa che se il singolo individuo volesse prendere decisioni contrarie al Vangelo, sia in fondo un suo diritto legato al libero arbitrio, ma che una legge dia il via a scelte che alla fine portano a sensi di colpa, sofferenze morali e fisiche e quant'altro sia, del resto,  contraria agli insegnamenti cristiani. 
Ciò che maggiormente mi preoccupa non è questo dilagare di una moralità sempre più debole, ma che questa alla fine entri anche nella mentalità dei cristiani cattolici i quali, plagiati dal martellamento continuo di una proclamata libertà di scelta, avallata da leggi o da proposte di legge, non finiscano per confondere la legge umana con la legge divina.
Qui entra in gioco la frase di Gesù: "Date a Cesare ciò che appartiene a Cesare, e a Dio ciò che appartiene a Dio". Dobbiamo pagare le tasse, le multe, rispettare i luoghi pubblici, non devastandoli con scritte, con sporcizia,acquistare i biglietti d'ingresso ai musei, perché le opere d'arte vengano preservate dalla distruzione del tempo, e i ticket di viaggio sui mezzi pubblici...tutto questo è di Cesare, ovvero dello Stato, o della Regione, Provincia o Comune, e va rispettato. Però non siamo obbligati ad aderire ad una legge che va contro la Vita, la Famiglia, l'Infanzia, la Vecchiaia, la Malattia.
La moneta a Cesare è il nostro dovere di cittadini, la moneta di Dio è il nostro dovere di Cristiani!
C'è un confine che non va superato, altrimenti inutile proclamarci cristiani cattolici, inutile gridare ai quattro venti che amiamo il Signore, Maria Sua Madre, i Santi del Paradiso.  Non sarebbe vero, sarebbe una menzogna immensa che il Signore non può accettare. Vale in questo il discorso che ho fatto in un precedente post: "chi mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che sta nei Cieli", ovvero, se non ci comportiamo da veri seguaci di Cristo, ma seguiamo le mode del momento, il Signore non ci riconoscerà come suoi fratelli, né come figli del Padre.
La scelta è solo nostra......o la speranza del Paradiso, di quella felicità senza fine che è vedere il volto del Padre, o precludere da subito la possibilità a tutto questo. Oltre tutto, anche questa vita, se improntata al Vangelo, diventa già Regno di Dio, donandoci quella Pace che solo seguendo gli insegnamenti del Verbo possiamo ottenere, e quella forza nell'accettare le sofferenze che proviene dalla Fede nel Salvatore, oltre alla capacità di leggere i segni dello Spirito nella nostra esistenza.

venerdì 16 luglio 2010

BEATA VERGINE MARIA DEL MONTE CARMELO


Per festeggiare in modo gioioso la Beata Vergine Maria, nostra Sorella e Madre, mi è gradito pubblicare una delle tante poesie di Padre Nicola Galeno,  questa inoltre la trovo molto originale, sia nel testo che nell'idea di scriverla sopra un fiore. Sono persuasa che la Vergine l'ha apprezzata tantissimo!
Da parte mia.......
AUGURI A TUTTI COLORO CHE INDOSSANO LO SCAPOLARE, AUGURI A TUTTI I DEVOTI ALLA VERGINE MARIA E CHE QUESTO GIORNO SIA PIENO DI GIOIA, IN COMPAGNIA DELLA NOSTRA MAMMA CELESTE

lunedì 12 luglio 2010

PROCLAMARE LA FEDE IN GESU' O NASCONDERSI TEMENDO LE PERSECUZIONI?

“Chi pertanto mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli;
ma chi mi rinnegherà dinanzi agli uomini,
anch’io lo rinnegherò davanti al padre mio che è nei cieli.” Matteo 10, 32-33
Il concetto di Gesù in Matteo è ribadito da Luca:

“Vi dico pure: chiunque mi confesserà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo confesserà davanti agli angeli di Dio; ma colui che mi avrà rinnegato davanti agli uomini sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio.” Luca 12, 8

Nel buio di una notte senza stelle,
la notte del non senso,
tu,Verbo della vita,
come lampo nella tempesta della dimenticanza
sei entrato nei limiti del dubbio


a riparo dei confini della precarietà
per nascondere la luce.
Parole fatte di silenzio e di quotidianità
le tue parole umane, foriere dei segreti dell'Altissimo:
come ami lanciati nelle acque della morte
per ritrovare l'uomo, inabissato nelle sue ansiose follie,
e riaverlo, predato, per l'attraente fulgore del perdono.
A te, Oceano di Pace e ombra dell'eterna Gloria, io rendo grazie:
mare calmo alla mia riva che aspetta l'onda, che io ti cerchi!
E l'amicizia dei fratelli mi protegga
quando la sera scenderà sul mio desiderio di te. Amen


Chi mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio: Dare a Cristo il coraggio della nostra fede in lui... questa esigenza di vita in cui Dio non è un accessorio, ma pane quotidiano e carta identificativa di sé ti interpella già oppure resta un desiderio nascosto? Anche tra i capi, dice Giovanni, molti credettero in lui, ma non lo riconoscevano apertamente a causa dei farisei, per non essere espulsi dalla sinagoga. Rischierai il tuo nome per Lui?
Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio predicatelo sui tetti. Gesù parla nel segreto, noi parliamo nella luce. Dio parla, noi ascoltiamo e diventiamo la sua bocca per altri. Le tenebre dell'ascolto, del mettere dentro, dell'assimilare precedono l'aurora di ogni annuncio. E quando dai tetti si udrà la buona notizia gli uomini saranno costretti a guardare in alto. Un tesoro di gloria racchiude ogni momento di ascolto, è un momento di attesa che prepara alla nascita della luce.


Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli. Riconoscersi. Quando in una piazza gremita ti trovi tra volti sconosciuti, fai esperienza di estraneità. Ma appena intravedi un volto familiare, ti si allarga il cuore e ti fai strada fino a farti vicino. Questo riconoscersi permette di manifestarsi davanti agli altri e di esporsi. Cristo tra la folla è il volto familiare da riconoscere come Maestro e Signore della nostra vita. E quale timore può trattenere se si pensa che Lui ci riconoscerà davanti al Padre nei cieli?
Contemplazione




Signore, tra i veli del ricevuto e non dato che io possa meditare e accogliere tutto di te. Non un ripetitore inconsapevole sia il mio annunciarti, ma una parola posseduta in quanto abitata e lungamente masticata. Si sveli ai miei sensi la bellezza della tua presenza, e nel mistero del tuo donarti incessante scenda il velo dell'incontro ravvicinato con te. Il tesoro nascosto da secoli è ora conosciuto, e dalle tenebre una luce si è levata per i secoli, l'aurora di un giorno senza tramonto che, rilucendo su ciò che l'amore ha creato e il peccato infranto, faccia nuove tutte le cose. Ti riconoscerò, mio Dio, davanti ai miei fratelli perché sarà impossibile per me tenere nascosta la lampada che tu hai acceso nella mia vita. Chi mi darà parole che mi creano e fanno del mio limite una definizione meravigliosa di ciò che sono, io, in particolare, come nessun altro? Solo tu, Signore, hai parole di vita eterna. E io le mangerò e le offrirò, a costo di essere divorato con loro. Mi basterà sentirmi un passerotto per ritrovare speranza quando la bufera mi bagnerà, perché i soldi che tu dai per i passeri non si contano nella tua bisaccia. Amen.

OOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
Perché usare parole mie, quando il Vangelo dice chiaramente come dobbiamo comportarci?E quando certe preghiere e meditazioni vengono offerte dalla Chiesa?  Oggi nessuno più ci uccide di spada, né ci inchioda ad una croce, se proclamiamo di amare Gesù e di voler camminare con Lui. Il tempo delle persecuzioni dei primi cristiani è passato, oggi semmai ci sono altri modi più subdoli per perseguitare coloro che fanno di Cristo la loro ragione di vita! Ma anche oggi, come allora, dobbiamo essere fedeli a Lui. 
Nelle famiglie ci sono coloro che pregano, che credono, e altri che sono scettici, o si sono allontanati dalla Chiesa, o non hanno mai avuto desiderio di spiritualità, considerando la Chiesa un'istituzione inutile, il Cristo un pazzo che ha condotto la propria pazzia fino ad accettare la Croce, da vero masochista. Persone che aggrappandosi alla Ragione, non accettano nulla che non sia provato o tangibile. Persone che credono nella filosofia delle cose naturali, e ciò che risulta soprannaturale esula dalla loro comprensione.
Bene, con persone così accade che molto spesso chi è credente si nasconda, vada  in chiesa di nascosto, porti avanti la propria fede nel segreto dell'anima. Mi chiedo se è giusto e quanto sopra ho pubblicato, mi fa decidere per il NO, non è giusto!!  Anche intorno a me ho persone che cercano di farmi il lavaggio del cervello, dicendomi quella frase scontatissima: "la religione è l'oppio dei popoli", o affermazioni similari. E se possono ostacolano i miei impegni di carattere religioso, o mi prendono bonariamente in giro. Ma io non mi faccio plagiare. Rispondo: non sapete cosa perdete, siete voi in errore. Io così sono felice, appagata, serena, vivo con la Pace di Cristo nel cuore. Voi siete irrequieti, vi agitate cercando qualcosa che non trovate, cercate risposte ai mille perché, e non le trovate, perché la strada che percorrete è quella sbagliata. Ma fate come credete, se non volete darmi retta, però lasciatemi proseguire nel mio cammino, e non tormentatemi con le vostre illazioni. Il libero arbitrio vale sia per voi che per me. Posso solo dire che mi dispiace per voi, siete sempre in tempo a cambiare idea, e non vi dirò: "ve l'avevo detto", ma gioirò con voi e per voi, se vi incamminerete per la Via della Verità e della Vita.
NOI CRISTIANI CATTOLICI NON DOBBIAMO VERGOGNARCI DI ESSERLO, E NON DOBBIAMO FARCI CONDIZIONARE DAL PARERE CONTRARIO ALTRUI. NEANCHE SE FOSSE UN FIGLIO, UN MARITO, UNA MOGLIE, UN GENITORE AD VOLERCI IMPEDIRE DI PERCORRERE IL NOSTRO CREDO FINO IN FONDO.
Le parole del Signore non possono essere modificate, mi pare quindi giusto lasciare l'ultima parola a LUI:
“Non crediate che io sia venuto a portare la pace sulla terra.

Non sono venuto a portare la pace, ma la spada.
Perchè sono venuto a dividere il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera;
e i nemici dell’uomo saranno i suoi famigliari.” Matteo 10, 34-38
E prosegue: chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato

domenica 11 luglio 2010

CONTINUANDO A MEDITARE SULLA MADONNA DEL CARMELO





Proseguendo il raffronto tra i vari modi di trattare su Nostra Madre, desidero pubblicare l'articolo scritto dal nostro Parroco, Padre Gabriele Mattavelli ocd, in occasione della prossima Festa della Madonna del Carmine. Mi ha dato pane per l'anima, così come la preghiera del Padre Carmelitano e  Cardinale Anastasio Ballestrero,  che ora dimora presso la Casa del Padre. La preghiera sopra riportata è messa a chiusura dell'articolo del Parroco, per questa ragione vi è riportata la sua firma, ma appartiene a Padre Ballestrero. 
Desidero condividerne la loro spiritualità con tutti voi, sperando di essere riuscita a spiegare cosa intendo per carismi diversi, che conducono tutti verso il Monte, che è Cristo Signore, e alla Sua Santa Madre. Per me è come fossero  tanti zampilli che provengono  dalla stessa fonte, e tutti sono come acqua sorgiva che disseta l'anima. Qualche zampillo punta più in alto di altri, qualcun'altro scorre piano, ma in continuazione, mentre talaltro emette getti discontinui, ma dissetano e rinfrescano tutti allo stesso modo!!!! 
Non amo quando sento dire che quella Messa non piace, perché c'è il tal sacerdote a celebrarla, ritenuto incapace di tenere un'interessante omelia. Con quale metro possiamo giudicare questa sua incapacità, oppure la sua grande bravura oratoria? Intanto ci si reca alla Messa per partecipare alla Comunione con Cristo e il Popolo di Dio, e poi se si avesse la pazienza di ascoltare quanto il sacerdote pronuncia nella sua predicazione, si trova sempre uno spunto di riflessione da portarsi a casa, e su cui riflettere durante la settimana. Siamo vasi comunicanti, state pur certi che da un vaso che ci sembra  sbeccato, possono uscire gocce d'acqua pura!A questo proposito riporto sotto una storiella indiana, di grande insegnamento.



                                                                  IL SECCHIO BUCATO


Un portatore d'acqua indiano aveva due grandi secchi, legati alle estremità di un bastone che portava sopra le spalle. Uno dei due secchi aveva molti buchi, invece l'altro era perfetto e conservava tutta l'acqua che conteneva. Al termine di ogni viaggio a piedi, dalla fontana fino alla casa del suo padrone, un secchio era sempre pieno, ma il secchio rotto era pieno solo per la metà.
Questo fatto durava da diverso tempo, e il secchio perfetto era orgoglioso del suo lavoro, perché si sentiva all'altezza del suo compito.  Il povero secchio rotto, invece, aveva vergogna della sua imperfezione e si sentiva un miserabile, perché poteva fare solo la metà del lavoro che gli era richiesto.
Dopo qualche tempo il secchio bucato parlò al portatore d'acqua, dicendogli: " Ho vergogna e voglio scusarmi con te, perché a causa dei miei buchi riesco a portare la metà d'acqua e tu guadagni la metà del valore che dovresti ricevere!" . Il portatore d'acqua gli rispose compassionevolmente: "Quando ritorniamo a casa, prova a guardare ai bordi della strada".
Così fece e con somma meraviglia vide che lungo la strada crescevano moltissimi fiori bellissimi, ma nonostante questo continuava a sentirsi ancora in colpa per ciò che era: un secchio bucato, buono a metà.
Il portatore d'acqua allora continuò: "Ti sei accorto che i fiori crescono solo dalla parte della strada che tu ogni giorno irrori con l'acqua che perdi? Ho sempre saputo dei tuoi buchi, e ho cercato di comprendere e di capire quale potesse essere l'aspetto positivo di questo fatto. Allora ho pensato di seminare sementi di fiori lungo tutto il bordo della strada, dalla tua parte, e tutti i giorni questi venivano annaffiati da te, e così ho potuto raccogliere ogni giorno questi fiori per decorare l'altare del mio Maestro. Se tu non avessi avuto questo "difetto", se tu non fossi stato esattamente come sei, con tutti i tuoi buchi, non sarebbe stato possibile creare questa bellezza!".


Ognuno di noi ha i propri buchi, i propri difetti. tutti siamo come il secchio rotto, però dobbiamo sapere che nell'economia del nostro Creatore, nulla è difettato, ma tutto è perfettamente creato per un proprio fine, che è sempre buono!!

ATTENDENDO LA FESTA DELLA MADONNA DEL CARMINE


A cinque giorni dalla Celebrazione della Festa della Madonna del Carmine, Regina del Carmelo, voglio donare un'immagine con didascalia poetica, di un quadro che si trova presso il Monastero Carmelitano di Milano, ricevuta a mia volta da Padre Nicola Galeno.
Aggiungo una riflessione sorta da accadimenti recenti. Penso che ogni essere spirituale abbia il suo modo di concepire la Fede, attraverso una precisa scelta dovuta ad incontri, esperienze, cammini differenziati. Credo che i Francescani abbiano un loro particolare carisma, così come altre comunità religiose. Gli stessi Carmelitani, pur avendo la loro Regola di Vita, la guida dei loro fondatori Santa Teresa d'Avila e San Giovanni della Croce, e dei vari santi e sante carmelitane che hanno tracciato o perfezionato un certo cammino, nel loro interno lascino emergere carismi propri. Mi spiego meglio: esiste una ragione unica, affinché una creatura decida di scegliere un Ordine piuttosto che un altro, e sono gli insegnamenti ed i carismi propri, in questo caso, dell'Ordine dei " Fratelli della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo". Resta però il rispetto del singolo individuo, dei suoi particolari talenti e carismi, per cui anche dentro il Carmelo, ogni suo membro, sia esso religioso, religiosa, o laico, può elaborare personalmente un modo proprio per diffondere l'Amore per la Mamma Celeste, per il Suo Figlio e per il Padre. Inoltre, pur venerando tutti i Santi Carmelitani, è possibile che ogni singola persona abbia una simpatia per un Santo in particolare. Per quanto mi riguarda, ammiro tutti senza riserve, ma se devo dare un merito a qualcuno di loro, questo va a Santa Teresina del Bambino Gesù perché, e non mi stancherò mai di testimoniarlo, è stata lei ad attirarmi al Carmelo, con quella sua bellissima espressione: "Nel cuore della Chiesa, mia Madre, io sarò l'Amore", e attraverso queste parole, da allora mi ha colmato di favori, quei fiori che lei dal Giardino del Cielo, versa sulla Terra!
Tornando ai vari modi di fare apostolato, li apprezzo tutti, perché se un metodo serve a colpire l'anima di una persona in cerca di Dio, magari non funziona con un'altra anima, che ha bisogno di altro. Per questo ritengo che il metodo di Padre Nicola, un metodo semplice, che raggiunge ogni livello di spiritualità, sia valido ed essenziale. Abbinando un'immagine sacra - opera d'arte e che come ogni forma artistica, è il modo che più avvicina la creatura, insieme alla preghiera, al Creatore - ad una didascalia poetica, seppur breve, che faccia risaltare quanto il pittore o lo scultore voleva rappresentare, aiuta il lettore ad interiorizzare il messaggio ivi racchiuso.
Ci sono Padri che invece tengono conferenze di alta spiritualità e cultura, e queste conferenze sono accolte positivamente da coloro che un certo cammino l'hanno già intrapreso, a livello spirituale, e quindi desiderano saziare la loro conoscenza in modo più impegnato, per esempio sui testi biblici (Lectio Divina) o sui testi delle Opere dei Santi. Ci sono oratori che adattano le Scritture e le Vite dei grandi santi, alla comprensione intellettiva dei bambini o dei ragazzi......insomma, ad ognuno il suo stile, il suo carisma, i suoi talenti!!! Dio ha fatto l'uomo a sua immagine e somiglianza, ma l'ha fatto anche unico ed irripetibile, quindi ogni appartenente ad un Ordine non è stampato con un cliché per cui ci si debba aspettare da ognuno lo stesso stile, le stesse parole, lo stesso modo di presentare la spiritualità e la fede. Il cammino resta sempre e comunque diverso: le esperienze incontrate nella vita possono aver fatto maturare in modo differente ogni singolo individuo, e ogni testimonianza di Fede rimane singola proprietà dell'essere che l'ha vissuta.
Ho parlato dei Padri, ma questo discorso vale anche per le Monache, le Suore, i Sacerdoti diocesani, per tutti gli Ordini e Congregazioni, e anche per i Laici, siano essi consacrati che pienamente inseriti nel mondo lavorativo, familiare, ecc.
I vari carismi insiti nel Carmelo - ovvio che mi riferisco ad un'Ordine al quale sono particolarmente legata, facendone pienamente parte - mi sono serviti per una crescita a più ampio raggio: ciò che mi ha donato Tizio, è stato arricchito da quanto mi ha offerto Caio - e badate bene, anche nella sofferenza, nel dolore, nell'incomprensione, perché anche la negatività di una creatura aiuta a farci crescere, facendoci comprendere che nella vita il Signore ci chiede anche di offrire i nostri patimenti, il nostro perdono incondizionato, la nostra umiltà che tutto accetta, anche gli schiaffi morali - e completato da quanto Sempronio ha aggiunto di suo.
Tutto porta ad un arricchimento della conoscenza teologica, ma anche di quella umana, e tutto aiuta ad  avvicinarci  al Signore.
Sono i superbi, i boriosi, i saccenti a credere di essere i soli ad avere in mano la Sapienza e la Conoscenza. Gli umili d'animo non  gridano ai quattro venti quanto è dato loro di sapere, di conoscere. Di norma, dicono sempre di non essere all'altezza di altri, e chiedono umilmente agli ascoltatori o ai lettori, di accontentarsi del loro poco sapere. Quanto insegna in proposito Santa Teresa d'Avila!! Lei che in ogni sua Opera dice di non saper spiegarsi bene, di faticare a scrivere e di averlo fatto solo perché glielo è stato chiesto espressamente!! Eppure quanta Scienza spirituale nei suoi scritti!
In questo periodo di Novena per la Festa del Carmine, cerco di riflettere sugli insegnamenti di coloro che mi hanno preceduto nel cammino verso il Signore, e che dalla loro esperienza possono condurci a Lui. Sono riflessioni estemporanee, in fondo tutto è già stato detto da Gesù, che è Parola di Dio, e dai Suoi Santi, che tanto l'hanno amato. Ma da creatura, desidero dire al mio Creatore tutto il mio amore per la Sua Santa Madre e per il "mio" Carmelo!!

lunedì 5 luglio 2010

BEATA VERGINE MARIA DEL MONTE CARMELO



Beata Vergine Maria del Monte Carmelo
La Tradizione racconta che già prima del Cristianesimo, sul Monte Carmelo (Karmel = giardino-paradiso di Dio) si ritiravano degli eremiti, vicino alla fontana del profeta Elia, poi gli eremiti proseguirono ad abitarvi anche dopo l’avvento del cristianesimo e verso il 93 un gruppo di essi che si chiamarono poi ”Fratelli della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo”, costruirono una cappella dedicata alla Vergine, sempre  vicino alla fontana di Elia.
Si iniziò così un culto verso Maria, il più bel fiore di quel giardino di Dio, che divenne la ‘Stella Polare, la Stella Maris’ del popolo cristiano. E sul Carmelo che è una catena montuosa che si estende dal golfo di Haifa sul Mediterraneo, fino alla pianura di Esdrelon, richiamato più volte nella Sacra Scrittura per la sua vegetazione, bellezza e fecondità, continuarono a vivere gli eremiti, finché nella seconda metà del sec. XII, giunsero alcuni pellegrini occidentali, probabilmente al seguito delle ultime crociate del secolo; proseguendo il secolare culto mariano esistente, si unirono in un Ordine religioso fondato in onore della Vergine, alla quale i suddetti religiosi si professavano particolarmente legati.
L’Ordine non ebbe quindi un fondatore vero e proprio, anche se considera il profeta Elia come suo patriarca e modello; il patriarca di Gerusalemme s. Alberto Avogadro (1206-1214), originario dell’Italia, dettò una ‘Regola di vita’, approvata nel 1226 da papa Onorio III.
Costretti a lasciare la Palestina a causa dell’invasione saracena, i monaci Carmelitani, come ormai si chiamavano, fuggirono in Occidente, dove fondarono diversi monasteri: Messina e Marsiglia nel 1238; Kent in Inghilterra nel 1242; Pisa nel 1249; Parigi nel 1254, diffondendo il culto di Colei che: “le è stata data la gloria del Libano, lo splendore del Carmelo e di Saron” (Is 35,2). 
Il 16 luglio del 1251 la Vergine circondata da angeli e con il Bambino in braccio, apparve al primo Padre Generale dell’Ordine, beato Simone Stock, al quale diede lo ‘scapolare’ col ‘privilegio sabatino’, che consiste nella promessa della salvezza dall’inferno, per coloro che lo indossano e la sollecita liberazione dalle pene del Purgatorio il sabato seguente alla loro morte.
Lo ‘scapolare’ detto anche ‘abitino’ non rappresenta una semplice devozione, ma una forma simbolica di ‘rivestimento’ che richiama la veste dei carmelitani e anche un affidamento alla Vergine, per vivere sotto la sua protezione ed è infine un’alleanza e una comunione tra Maria ed i fedeli.
Papa Pio XII affermò che “chi lo indossa viene associato in modo più o meno stretto, all’Ordine Carmelitano”, aggiungendo “quante anime buone hanno dovuto, anche in circostanze umanamente disperate, la loro suprema conversione e la loro salvezza eterna allo Scapolare che indossavano! Quanti, inoltre, nei pericoli del corpo e dell’anima, hanno sentito, grazie ad esso, la protezione materna di Maria! La devozione allo Scapolare ha fatto riversare su tutto il mondo, fiumi di grazie spirituali e temporali”.
Altri papi ne hanno approvato e raccomandato il culto, lo stesso beato Giovanni XXIII lo indossava, e Papa Giovanni Paolo II lo ha sempre portato, sia quando  da giovane lavorava in miniera, sia da Papa. (molte volte si presentava con  lo scapolare sopra gli abiti papali). esso consiste di due pezzi di stoffa di saio uniti da una cordicella, che si appoggia sulle scapole e sui due pezzi vi è l’immagine della Madonna e del Sacro Cuore di Gesù..
Nel secolo d’oro delle fondazioni dei principali Ordini religiosi cioè il XIII, il culto per la Vergine Maria ebbe dei validissimi devoti propagatori: i Francescani (1209), i Domenicani (1216), i Carmelitani (1226), gli Agostiniani (1256), i Mercedari (1218) ed i Servi di Maria (1233), a cui nei secoli successivi si aggiunsero altri Ordini e Congregazioni, costituendo una lode perenne alla comune Madre e Regina.
L’Ordine Carmelitano partito dal Monte Carmelo in Palestina, dove è attualmente ubicato il grande monastero carmelitano “Stella Maris”, si propagò in tutta l’Europa, conoscendo nel sec. XVI l’opera riformatrice dei due grandi mistici spagnoli Giovanni della Croce e Teresa d’Avila, per cui oggi i Carmelitani si distinguono in due Famiglie: “scalzi” o “teresiani” (frutto della riforma dei due santi) e quelli senza aggettivi o “dell’antica osservanza”.
Nell’Ordine Carmelitano sono fiorite figure eccezionali di santità, misticismo, spiritualità claustrale e di martirio; ne ricordiamo alcuni: S. Teresa d’Avila (1582) Dottore della Chiesa; S. Giovanni della Croce (1591) Dottore della Chiesa; Santa Maria Maddalena dei Pazzi (1607); S. Teresa del Bambino Gesù (1897), Dottore della Chiesa; beato Simone Stock (1265); S. Angelo martire in Sicilia (1225); Beata Elisabetta della Trinità Catez (1906); S. Raffaele Kalinowski (1907); Beato Tito Brandsma (1942); S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, 1942); suor Lucia, la veggente di Fatima, ecc.
Alla Madonna del Carmine, come è anche chiamata, sono dedicate chiese e santuari un po’ dappertutto, essa per la promessa fatta con lo scapolare, è onorata anche come “Madonna del Suffragio” e a volte è raffigurata che trae, dalle fiamme dell’espiazione del Purgatorio le anime purificate.
Particolarmente a Napoli è venerata come S. Maria La Bruna, perché la sua icona, veneratissima specie dagli uomini nel Santuario del Carmine Maggiore, tanto legato alle vicende seicentesche di Masaniello, cresciuto alla sua ombra, è di colore scuro e forse è la più antica immagine conosciuta come ‘Madonna del Carmine’.
Durante tutti i secoli trascorsi nella sua devozione, Ella è stata sempre rappresentata con Gesù Bambino in braccio o in grembo che porge lo ‘scapolare’ (tutto porta a Gesù), e con la stella sul manto (consueta nelle i icone orientali per affermare la sua verginità).
La sua ricorrenza liturgica è il 16 luglio, giorno in cui nel 1251, apparve al beato Simone Stock, porgendogli l’ “abitino”. (Antonio Borrelli).

Termino con alcuni miei versi,                  DEDICATO ALLA VERGINE

Sopraggiunto è a Te il pensiero
Che si snoda chiaro nell’anima,
Come un’ala delicata si solleva,
nessun’altra cosa lo contrasta.
Libero, senza limite alcuno
Al Tuo universo si affaccia
E sulla vetta del Monte
La mia piccola vita sovrasta
Trabocca l’anima a Te pensando
Maria, Madre e Sorella mia,
Quando ti abbraccerò, quando?




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sabato 3 luglio 2010

MANRICO MARINOZZI E LA MADONNA NERA DI LORETO


MANRICO MARINOZZI, LA MADONNA NERA DI LORETO, SANTA TERESA DEL BAMBINO GESU' E SAN GIUSEPPE MOSCATI: ovvero, come nella vita passata, presente e futura ci siano fili conduttori che uniscono il Cielo con le creature. Li ho visti come segni  chiari del Signore che vanno letti e collegati, attraverso la Sua Santa Madre. Un po' di cultura sacra, artistica e carmelitana, una miscellanea di informazioni che si collegano tra loro. Ho scelto un dipinto di Marinozzi, la Cascata, perché mi pare che ben rappresenti i doni del Signore, che cadano a profusione nella nostra vita, e rinfrescano la nostra Fede, la Conoscenza, l'Amore!!! Buona lettura!

Scultore e pittore eccelso, Manrico si è formato praticamente da solo, all’interno della rinomata bottega artigiana « Marinozzi », avviata agli inizi del secolo scorso dal padre Remo e poi brillantemente condotta con i fratelli Riccardo,Mario, Riccardo e Remo junior.
Fin da fanciullo Manrico Marinozzi ha mostrato una naturale vocazione per le arti. Non ancora ventenne scopre la scultura e realizza opere di straordinaria euritmia plastica.Si dedica poi alla pittura con risultati sorprendenti. Attratto dal maestri del passato, si specializza nei dipinti ad imitazione dell’antico (il ‘500, ‘600, i fiamminghi, i veneziani e autori come il Guardi, il Magnasco, il romantico Corot) ma con una sua cifra, una sua personale originalità. Mentre dialoga con il passato, apre orizzonti nuovi alla sua pittura con soluzioni innovative, tanto da essere indicato come il precursore della Pittura Colta e del Nuovo Romanticismo. Il suo studio di Pollenza è stato per decenni un punto di riferimento ideale per tanti artisti, come l’amico Fabio Failla, cantore della Roma metafisica, e il maceratese Ubaldo Bartolini, uno degli esponenti più apprezzati della nuova generazione.
Tanto umile, quanto geniale, Marinozzi ha operato nell’intimità del suo studio,
dispensando una serie mirabile di paesaggi, nature morte, fiori e figure, sempre sospese in perfetto equilibrio tra la visione classicistica e l’ideazione nostalgica, tra la chiarezza razionale e l’emozione lirica.
Manrico è stato un autentico maestro anche nei settori del restauro, dell’intaglio e dell’intarsio. Sotto la sua sapiente guida si sono formate schiere di artigiani restauratori tuttora operanti sul territorio. 
Questa una breve biografia dell'artista, che collego volentieri alla Santa Casa di Nazaret, che si trova nell'interno del Santuario di Loreto.

All'interno della Basilica è custodita la Santa Casa di Nazaret, dove, secondo la tradizione devozionale, la Vergine Maria ricevette l'Annunciazione.
La "casa della Madonna" era formata da tre pareti addossate ad una grotta scavata nella roccia (che si trova nella Basilica dell'Annunciazione a Nazaret). La tradizione popolare racconta che nella notte tra il 9 ed il 10 dicembre del 1294 le pietre della casa di Nazaret vennero trasportate in volo dagli angeli. In realtà, alcuni studi e dei documenti ritrovati hanno confermato che il trasporto avvenne per mare su navi crociate. Infatti, dopo la cacciata dei cristiani dalla Terra Santa da parte dei musulmani, un esponente della famiglia Angeli, regnanti dell'Epiro, si interessò di salvare la Santa Casa dalla sicura rovina, che fu, dunque, trasportata prima a Tersatto, nell’odierna Croazia, nel 1291 e poi a Loreto il 10 dicembre 1294.
Gli studi effettuati sulle pietre della Santa Casa ne confermerebbero l'origine palestinese, esse sono lavorate secondo la tecnica usata dai Nabatei, un popolo confinante con gli ebrei, molto usata anche in Palestina. Sulle pietre vi sono numerosi graffiti simili a quelli giudeo-cristiani del II-V secolo ritrovati in Terra Santa, in particolare a Nazaret. Inoltre i raffronti tecnici e architettonici dimostrano che le tre pareti si connettono perfettamente alla grotta custodita a Nazaret.

Il santuario

Il santuario fu costruito per proteggere la Santa Casa, su iniziativa del vescovo di Recanati, Nicolò delle Aste nel 1469, e fu concluso nel 1587 Il campanile fu disegnato da Luigi Vanvitelli e fu costruito nel 1755.
L'interno è a croce latina a tre navate. Il battistero in bronzo di Tiburzio Vergelli si trova nella navata sinistra. Sulla volta vi sono dipinti di Pomarancio. Sotto la cupola, opera di Giuliano da Sangallo, si trova la Santa Casa. All'interno della Santa Casa si trova la statua della Vergine Lauretana.
Il rivestimento marmoreo, all'esterno, è stato progettato da Donato Bramante. Peculiari sono i due solchi paralleli che si trovano sulla base, causati dai pellegrini che, per secoli, hanno percorso in ginocchio il perimetro del rivestimento.
Fra le cappelle e le sacrestie, sono notevoli: la Sacrestia di S. Giovanni o del Signorelli per gli affreschi di Luca Signorelli, e l'ancor più famosa Sacrestia di San Marco o del Melozzo per i meravigliosi affreschi, recentemente restaurati, di Melozzo da Forlì: desta meraviglia la capacità di questo pittore di produrre effetti "tridimensionali", da vero maestro della prospettiva.

BENVENUTO|

Il Paradiso non può attendere: dobbiamo già cercare il nostro Cielo qui sulla terra! Questo blog tratterà di argomenti spirituali e testimonianze, con uno sguardo rivolto al Carmelo ed ai suoi Santi