tag:blogger.com,1999:blog-59704788806131697782024-03-18T19:51:00.826-07:00Il Paradiso non può attendereBlog di riflessioni con uno sguardo alla spiritualità carmelitanaDanila Oppiohttp://www.blogger.com/profile/05879803697515637167noreply@blogger.comBlogger2895125tag:blogger.com,1999:blog-5970478880613169778.post-20739045075511480982024-03-17T02:12:00.000-07:002024-03-17T11:28:20.543-07:00E LA NAVE VA . NAVIGAZIONI NEL SAHEL di PADRE MAURO ARMANINO<p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><b style="color: red; font-family: verdana; font-size: xx-large; text-align: justify;">E la nave va. Navigazioni nel Sahel</b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><b style="color: red; font-family: verdana; font-size: xx-large; text-align: justify;"><br /></b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiVLMHtrCA9zwsmRt1VfHMDgaO1eGzbeGcEtb4PoEjmzqRqsPup0b_Q_NlO1aV4i-qzqzE8STYyidrWVQl_ZoHZB7acPbbc-WEtGBEkXyKFQUW2l9E6bjkE398XBduMANaYGaJbqp3YT2ErsGN0tsV3pRvidJ-kkXeO6DhjHDpBumRZuolHoNZ3nFIwbRs" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="266" data-original-width="190" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiVLMHtrCA9zwsmRt1VfHMDgaO1eGzbeGcEtb4PoEjmzqRqsPup0b_Q_NlO1aV4i-qzqzE8STYyidrWVQl_ZoHZB7acPbbc-WEtGBEkXyKFQUW2l9E6bjkE398XBduMANaYGaJbqp3YT2ErsGN0tsV3pRvidJ-kkXeO6DhjHDpBumRZuolHoNZ3nFIwbRs=w456-h640" width="456" /></a></div><br /><br /></div><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Dove non si sa. Difficile dire dove sta andando la nave di sabbia salpata l’anno scorso, a luglio dopo il golpe. Navigazione interrotta per ammutinamento, ripresa e orientata verso una destinazione sconosciuta ai più. La stagione del Ramadan che cade di questo tempo, appare propizia alle domande di fondo. La preghiera, il digiuno e soprattutto le opere di carità caratterizzano il cammino dei fedeli che si riconoscono in questo itinerario spirituale e sociale. Navigare domandando dove si va appare come un’esigenza per i passeggeri del veliero che lo spirito di penitenza invita alla sincerità e alla verità. L’azione più semplice parrebbe quella di indirizzare la domanda al capitano della nave. Anche in questo caso pochi avrebbero la risposta che cercano. L’ equipaggio indicherebbe al popolo l’orizzonte perché il capitano sembra introvabile.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">C’è chi assicura di conoscere la meta della navigazione e chi non teme di condividere i dettagli dell’isola verso la quale si dirigerebbe il battello in questione. Secondo alcuni in questa terra sembra scorrere latte e miele perché, finalmente, la sovranità sarebbe l’unica maniera di assicurare sicurezza ai confini ben difesi da torri di polvere che il vento rende inespugnabili. Sembravano solcare un mondo differente, simile a quello che i padri della nazione avevano concepito nella loro ingenuità. Nel viaggio non mancavano i segni premonitori di ciò a cui avrebbe assomigliato l’isola verso la quale, presumibilmente, si dirigevano. Nel frattempo, sulla nave, la vita politica convenzionale, quella dei partiti e delle elezioni a scadenze regolari, era stata sospesa fino a nuovo ordine assieme alla carta costituzionale. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Si favorivano però gli scambi informali tra amici, simpatizzanti, passeggeri e financo tra la ciurma. Le notizie del mondo esterno al bastimento erano saggiamente selezionate e i viaggiatori sembravano accontentarsi di ciò che la radio di bordo, costantemente in funzione, propinava. Si era infatti costituito, in modo del tutto informale, un ufficio o ministero delle ‘verità’ utili, possibili, probabili o inaccettabili a seconda del soggetto in discussione. Nella navigazione non mancavano i pirati, i commercianti e i venditori di sogni. Questi ultimi, peraltro, erano riusciti a ritagliarsi una grossa fetta nel mercato dell’ascolto. Nelle lunghe notti di bonaccia, sotto una luna complice, i venditori non mancavano mai di orecchie attente ai loro racconti pieni di futuro. Assicuravano all’uditorio che nell’isola lontana avrebbero trovato tutto ciò che era stato loro negato e del quale avevano il pieno diritto di usufruire. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ciò di cui erano stati ignobilmente derubati sarebbe diventato loro proprietà. Un mondo libero dove la dignità e la giustizia per tutti sarebbero diventati l’unica legge. Quanto ai pirati e i commercianti di armi erano entrambi parte del sistema che solo fingevano di combattere. Intanto, l’isola in questione, anelata e temuta, sembrava allontanarsi e avvicinarsi allo stesso tempo a seconda dello sguardo del mozzo che funge da vedetta. Proprio lui, una mattina di buonora, avvistò ciò che gli sembrava un lembo di terra. Cominciò a gridare di eccitazione per svegliare il capitano e i membri dell’equipaggio. Poco dopo però, con disappunto, si accorse che si trattava di gruppi di naufraghi appesi a scialuppe di salvataggio. Uno di loro, portato a bordo, disse che la loro nave aveva abbandonato l’isola dove avevano creduto di trovare il mondo </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><span style="font-size: medium;"> </span><span style="color: #2b00fe; font-size: large; font-weight: bold;">Mauro Armanino, Niamey, marzo 2024</span></span></p><p><br /></p>Danila Oppiohttp://www.blogger.com/profile/05879803697515637167noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5970478880613169778.post-30168900562466365822024-03-11T07:02:00.000-07:002024-03-11T07:07:17.435-07:00I BUONI E I CATTIVI DELLE RIVOLUZIONI di PADRE MAURO ARMANINO<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEizy2wT83jZJQ914bXNec4Aariyd-nZvCI56qeQTYj9djx_XQ_Ec_DXAxYT3x4Isgd7FWQMi17A3CnH72soVONoX8xr94Z_k84eYxMi0quoW__PVPy_ABMG4GTRNNUayiFb2yHnsZyg_DyzrkOTRoTb4WYfxLRo3yDxnb6OQsJW5Srx1QmMYhYhgRJ2JwI" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="169" data-original-width="270" height="250" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEizy2wT83jZJQ914bXNec4Aariyd-nZvCI56qeQTYj9djx_XQ_Ec_DXAxYT3x4Isgd7FWQMi17A3CnH72soVONoX8xr94Z_k84eYxMi0quoW__PVPy_ABMG4GTRNNUayiFb2yHnsZyg_DyzrkOTRoTb4WYfxLRo3yDxnb6OQsJW5Srx1QmMYhYhgRJ2JwI=w400-h250" width="400" /></a></div> <p></p><p></p><p></p><p><b style="color: red; font-size: xx-large;"><span style="font-family: verdana;">I buoni e i cattivi delle rivoluzioni </span></b></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><br /></span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>Arrivano i buoni</i></span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>Arrivano, arrivano</i></span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><br /></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Il Niger ha vissuto il suo primo putsch nel 1974. Fu organizzato da un quartetto di ufficiali guidati dal tenente colonnello Seyni Kountché il quale giustificò la sua presa di potere con le difficoltà sociali evidenziate dalla carestia … ‘Dopo15 anni di regno segnati da ingiustizia, corruzione, egoismo e indifferenza nei confronti del popolo al quale pretendeva di assicurare benessere, non possiamo più tollerare la permanenza di questa oligarchia’. Ci troviamo nello stesso anno nel quale Edoardo Bennato lanciava una canzone il cui testo inizia come enunciato sopra e continua come segue…</span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><br /></span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>Finalmente hanno capito che qualcosa qui non va</i></span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>Arrivano i buoni e dicono basta</i></span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>A tutte le ingiustizie che finora</i></span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>Hanno afflitto l'umanità</i></span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><br /></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">L’ultimo (per ora?) della serie dei putsch è stato giustificato dal discorso dal presidente della transizione, il generale Abdourahamane Tiani, all’occasione degli auguri per la festa dell’indipendenza nel passato mese di agosto…’ È questa la sede per ribadire con estrema chiarezza che l'unica ragione dell'azione del CNSP è e rimane la salvaguardia della nostra patria, il Niger… Semplicemente, sono in gioco le vite del popolo nigerino e l'esistenza stessa del Niger come Stato … vi sono i problemi ormai endemici della corruzione diffusa e dell'impunità, della cattiva gestione, dell'appropriazione indebita di fondi pubblici, del clanismo di parte, della radicalizzazione delle opinioni e delle posizioni politiche, della violazione dei diritti e delle libertà democratiche, della deviazione del q</span><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">uadro statale a vantaggio di interessi privati e stranieri, dell'impoverimento delle nostre popolazioni laboriose’… Stesse cose, cinquant’anni dopo.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><br /></span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>Quanti sbagli, quanti errori</i></span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>Quante guerre e distruzioni</i></span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>Ma finalmente una nuova era comincerà</i></span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><br /></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">La storia umana è una mescolanza di sabbia. Ivi si rincorrono imperi, regimi di eccezione, repubbliche, monarchie, dittature e rivoluzioni. Alcune più note e altre meno ma tutte con l’inconfessata speranza di un mondo differente, nuovo o semplicemente migliore del precedente. Solo che nella storia succede come nella vita perché nulla si crea e nulla si distrugge del vissuto. Si girano le pagine del libro le cui pagine sono scritte dalla sabbia, cancellabili e, proprio come la vita, fragili. Troppe volte le promesse dei fautori di rivoluzioni non erano che colpevoli miraggi. Altre volte le legittime aspirazioni del popolo si trovano poi tradite dalla realtà del quotidiano. L’esperienza insegna infatti che bene e male, saggezza e follia, verità e menzogna si mescolano e confondono a seconda delle stagioni e dei rapporti di forza. Allora da uno stato di eccezione si passa alla normalità o. se vogliamo, è la banalità del male che anela ad un ulteriore putsch con altri giusti che, finalmente, metteranno i ‘cattivi’ in grado di non nuocere.</span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><br /></span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>Arrivano i buoni ed hanno le idee chiare</i></span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>Ed hanno già fatto un elenco</i></span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>Di tutti i cattivi da eliminare</i></span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><br /></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Le liste sono flessibili e sfuggevoli perché, anch’esse, di sabbia e dunque mutevoli. Non casualmente si celebrano processi sommari di delinquenti notori. Vengono istituiti spesso comitati di salute pubblica, di protezione della rivoluzione e si salveranno dal ripudio solo coloro che danno assicurazioni di trasparente onestà, gente con ‘le mani pulite’. Sono loro i prescelti per governare o comunque orientare e conservare lo spirito della rivoluzione. La giustizia mostra in tutta evidenza ciò che ci sia aspetta da lei e dunque l’asservimento volontario al potente di turno. Spariscono cittadini, attivisti, corrotti e corruttori del sistema. Liste che si aggiornano in continuazione sotto la guida di gente ‘illuminata’ dallo spirito del tempo e dal senso della storia dei vincitori. Naturalmente questo processo di identificazione dei ‘cattivi’ si apparenta ad un cantiere permanente per vocazione e soprattutto domanda tempo, anni ed è ciò che si definisce come ‘rivoluzione permanente’. Tutto ciò durerà finche i nuovi padroni saranno, prima o poi, loro stessi vittime del loro tempo di transizione. Arriveranno altri buoni, migliori dei precedenti per completare il lavoro.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><br /></span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>Così adesso i buoni hanno fatto una guerra</i></span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>Contro i cattivi, però hanno assicurato</i></span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>Che è l'ultima guerra che si farà</i></span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>Finalmente una nuova era comincerà</i></span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><br /></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Difficile affermare se quelle che abbiamo finora designato col nome pomposo di ‘rivoluzioni’ lo sono state davvero. Oppure sono state le cronache di tradimenti annunciati fin dal loro germe sapendo che tra i mezzi adoperati e il fine perseguito c’è complicità e continuità inscindibile. Forse l’unica e autentica rivoluzione che meriti questo nome è quella che non sa di esserlo, consapevole della sua intrinseca e umana fragilità. La sola che si avvicini a questa utopia è quella che la sabbia, gelosamente, nasconde agli occhi dei ‘buoni’.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><br /></span></p><p style="text-align: center;"><span style="color: #2b00fe; font-family: verdana; font-size: large;"><b>Mauro Armanino, Niamey, 10 marzo 2024. </b></span></p>Danila Oppiohttp://www.blogger.com/profile/05879803697515637167noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5970478880613169778.post-44789682170793136152024-03-03T23:53:00.000-08:002024-03-03T23:58:18.969-08:00GIOCANDO A GUARDIA E LADRI (GATTO E TOPO) NEL SAHEL di P. MAURO ARMANINO<p style="text-align: center;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJJw0Mfxa-SeIXQbFBsg4858z5gIqL_Hn3qqkn3QnFnL-puVEq4mmaDj42qTXdeLU6ZGKA-gVsH7K4jfIBKHgoxPvAslpyQ9No15j0kNzbSOtLwQgshNLfhS-0qTEkoqO42u9kw6Y1je6fOoyLZold0ebchjnU0YYj966_r70h272TphMUrLmVBAqJtGw/s611/1%203%20024%20moni%201%20(1).jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="458" data-original-width="611" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJJw0Mfxa-SeIXQbFBsg4858z5gIqL_Hn3qqkn3QnFnL-puVEq4mmaDj42qTXdeLU6ZGKA-gVsH7K4jfIBKHgoxPvAslpyQ9No15j0kNzbSOtLwQgshNLfhS-0qTEkoqO42u9kw6Y1je6fOoyLZold0ebchjnU0YYj966_r70h272TphMUrLmVBAqJtGw/w640-h480/1%203%20024%20moni%201%20(1).jpg" width="640" /></a></div><p></p><p style="text-align: center;"><b style="color: red; font-family: verdana; font-size: xx-large;">Giocando a guardia e ladri (gatto e topo) nel Sahel</b></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium; text-align: justify;">Giocavamo da ragazzi cambiando i ruoli a seconda del giorno. I ladri che si nascondevano e cercavano di sfuggire alle guardie che li cercavano per arrestarli e metterli in ‘prigione’. Il giorno dopo avveniva il contrario invertendo le identità. Guardie perché c’erano i ladri e ladri che scappavano perché c’erano le guardie. Adesso non è più il tempo del gioco perché il gioco si fa nel tempo, nella storia odierna. Guardie e ladri hanno bisogno l’uno dell’altro per realizzarsi. All’epoca del servizio come volontario nel carcere di Marassi questo gioco delle parti mi era apparso in modo particolarmente evidente. Si trattava, in fondo, di ringraziare i ‘ladri’ per quanto operavano sul mercato della sicurezza essendo loro che garantivano la perennità dell’istituzione carceraria. Tanto più che i ruoli, come nel gioco, appaiono interscambiabili nel grande spettacolo che si mette in scena, tra farsa e dramma che si ripete. Questo gioco che, in altre latitudini può essere chiamato gatti e topi, cambia il nome ma non il principio. Un gioco delle parti.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">In questo mondo di ladri, come si cantava il secolo scorso in questo pazzo mondo, ci si ingegna a sviluppare le operazioni in tre settori qualificati. il prioritario è quello delle parole che i ladri sanno essere il bene più prezioso e ricercato dell’umanità. Rubare il senso, il destino e lo scopo delle parole significa portarsi via il presente, il passato e, soprattutto, il futuro della società. Dalle parole, infatti, scaturisce la vita e allo stesso tempo ciò che la tradisce, come ad esempio le promesse, i giuramenti e le convinzioni. Rubare le parole è un orrendo delitto perché si tratta, né più né meno, di una manipolazione della realtà. Ed è esattamente questo, il secondo settore appannaggio dei ladri. Portarsi via la realtà o porzioni di essa costituisce un reato le cui conseguenze sono irreparabili. La falsificazione della realtà e cioè la sostituzione della verità alla menzogna è quanto di più pericoloso si possa immaginare. Di fatto, questa operazione incide profondamente sulla credibilità che gli adulti rivendicano sui giovani che provano a camminare su un sentiero friabile, senza riferimenti e prospettive. L’incertezza diventa allora l’unica prospettiva accettabile.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Infine, ovviamente, i ladri si portano via i soldi e dunque il potere che, molto spesso da essi appare inscindibile. Rubare denaro, risorse, corrompere, sottrarre fondi, prestare a usura, stampare moneta falsa e altre simili operazioni, sembra fin troppo consono col ruolo sociale affidato ai ladri. I cosiddetti ‘paradisi fiscali’, ampiamente accettati e riconosciuti, ne sono il sintomo più noto. Soldi e potere, allo stato attuale, sembrano anch’essi giocare a ladri e guardie. Queste ultime hanno anch’esse ambiti, territori e situazione che facilitano a realizzare la loro vocazione o missione. Ed è a questo punto che non possiamo non citare le frontiere. Altrove, come dalle nostre parti, esse sono uno dei rivelatori o ‘specchi’ del modo con cui funziona e si organizza una società qualsiasi nel mondo. Si pagano tasse per i documenti che mancano, per la merce che si trasporta, per i certificati medici, di vaccinazione e semplicemente per la nazionalità vista con sospetto dall’altra parte della frontiera. Si registrano nomi, percorsi, destinazioni e soldi che si nascondono per evitarne il sequestro o un prestito a tempo indeterminato. Peggio se si è migranti perché, visto il profilo del viaggiatore, tutti sono in diritto di appropriarsi dei soldi del viaggio. Le frontiere sono pericolose anche quando mancano i fili spinati o i sistemi di controllo facciale perché di esse campano le guardie. Frontiere fisse, mobili, acquatiche, aeree o immaginarie sono essenziali per l’identità delle guardie. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">L’altro ambito propizio alle guardie è quello politico. Ci sono i guardiani del tempio, della rivoluzione, dell’ortodossia, della verità costituita o di quella scelta al momento. Guai alla politica non ci fossero loro a proteggere un regime dalle derive libertarie o anarchiche sempre in agguato. Anche in tempi non sospetti le guardie del corpo e quelle giurate assicurano la funzionalità del sistema. Persino gli angeli, talvolta, si atteggiano a guardiani per rendere più semplice la vita dei fedeli. Si trovano, infine, i guardiani dei guardiani, specie più raffinata di controllo numerico e digitale. Nell’epoca del capitalismo cannibale o di sorveglianza sono proprio loro, i guardiani dei guardiani, a rassicurare le ideologie dominanti.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"> Finché, prima della fine, non torneranno i ladri a ristabilire l’ordine che le guardie avevano rubato.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"> </span><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-1js7xrPnRxvRH5P2M-7m1Bp7DrdkckllpQ_i1eCaVPpYi4w8mykNXSG4evuehnnoj_tqrE8Xthsf7dqPxtboywd7iGTI9DlJr6LpTioJ6HOQNEOVu5v1Z4tGzSNzsNVuusQN4hS5WeTHU5bDkxhVkr2ErYQV6YMKJOF91P0iKkgpp78naAliwFJHt04/s611/26%202%20024%20malcolm%20zelinka%20(1).jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="458" data-original-width="611" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-1js7xrPnRxvRH5P2M-7m1Bp7DrdkckllpQ_i1eCaVPpYi4w8mykNXSG4evuehnnoj_tqrE8Xthsf7dqPxtboywd7iGTI9DlJr6LpTioJ6HOQNEOVu5v1Z4tGzSNzsNVuusQN4hS5WeTHU5bDkxhVkr2ErYQV6YMKJOF91P0iKkgpp78naAliwFJHt04/w640-h480/26%202%20024%20malcolm%20zelinka%20(1).jpg" width="640" /></a></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWrxpfc1GyvmWPIyVELqx5FFVDaGHmyEPHSYE5D230V3SwmjMTx29Sq3iMRYgNagf9u4qdvGVZI44It1GfgWBvrMeIpzdtmDQZMMJW7zk-bKoUa-4feCYIB1O3LtFL2zFCZoIW32sI7fEZEnNE_9tOLx8uIUKns857PBhO93muHpyfgJAmBlkGPmC1uHA/s611/2%203%20024%20be%CC%81ne%CC%81diction%20maison%20laure%20(1).jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="458" data-original-width="611" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWrxpfc1GyvmWPIyVELqx5FFVDaGHmyEPHSYE5D230V3SwmjMTx29Sq3iMRYgNagf9u4qdvGVZI44It1GfgWBvrMeIpzdtmDQZMMJW7zk-bKoUa-4feCYIB1O3LtFL2zFCZoIW32sI7fEZEnNE_9tOLx8uIUKns857PBhO93muHpyfgJAmBlkGPmC1uHA/w640-h480/2%203%20024%20be%CC%81ne%CC%81diction%20maison%20laure%20(1).jpg" width="640" /></a></div><br /><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana;"><span style="color: #2b00fe; font-size: large;"><b>Mauro Armanino, Niamey, 3 marzo 2024</b></span></span></p><p style="text-align: center;"><br /></p>Danila Oppiohttp://www.blogger.com/profile/05879803697515637167noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5970478880613169778.post-89336083020480863412024-02-26T10:47:00.000-08:002024-02-27T08:49:11.482-08:00LASCIATE CADERE LE ARMI DALLA VOSTRE MANI OSSIA IL GRIDO NEL DESERTO di P. MAURO ARMANINO<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjE2tQ1cfAcZAth3HCz3-xoqXIEhVZ-HQ_Deh18Jxq-37D7Dzg5b9YZZwuDbc0Skr6evPobxurHpAAWTsIO-3KM4sWmNOrAMI50_CCcLodmFZG3kbI69ZLQBhn9Ey0yEZNTuKEa6RqoPt44nVMYybOYQpTnKlVGOTpCijErBI8Nf5pMkQl5Z-4wPUteknc/s229/e%CC%81Papa%20Paolo%20VI.jpeg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="229" data-original-width="220" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjE2tQ1cfAcZAth3HCz3-xoqXIEhVZ-HQ_Deh18Jxq-37D7Dzg5b9YZZwuDbc0Skr6evPobxurHpAAWTsIO-3KM4sWmNOrAMI50_CCcLodmFZG3kbI69ZLQBhn9Ey0yEZNTuKEa6RqoPt44nVMYybOYQpTnKlVGOTpCijErBI8Nf5pMkQl5Z-4wPUteknc/w307-h320/e%CC%81Papa%20Paolo%20VI.jpeg" width="307" /></a></div> <br /><p></p><p style="text-align: center;"><span style="color: red; font-family: verdana; font-size: x-large;"><b>Lasciate cadere le armi dalle vostre mani ossia il grido nel deserto</b></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">… Basta ricordare che il sangue di milioni di uomini e innumerevoli e inaudite sofferenze, inutili stragi e formidabili rovine sanciscono il patto che vi unisce, con un giuramento che deve cambiare la storia futura del mondo: mai più la guerra, mai più la guerra! La pace, la pace deve guidare le sorti dei Popoli e dell'intera umanità! Se volete essere fratelli, lasciate cadere le armi dalle vostre mani. Non si può amare con armi offensive in pugno. Le armi, quelle terribili. specialmente, che la scienza moderna vi ha date, ancor prima che produrre vittime e rovine, generano cattivi sogni, alimentano sentimenti cattivi, creano incubi, diffidenze e propositi tristi, esigono enormi spese, arrestano progetti di solidarietà e di utile lavoro, falsano la psicologia dei popoli … Era il 4 ottobre del 1965. Il papa Paolo VI indirizzava questo messaggio ai 166 Paesi rappresentati in quel momento all’Assemblea delle Nazioni Unite. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: verdana;">La quotata organizzazione svedese </span><a href="https://ucdp.uu.se/" style="font-family: verdana;">https://ucdp.uu.se/</a><span> </span><span style="font-family: verdana;">Uppsala Conflict Data Program’ registrava, nel 2022, cinquanta</span><span style="font-family: verdana;">cinque conflitti armati nel mondo dei quali otto considerati come guerre. Ci risiamo! In tutti questi anni, nella complice adesione di Paesi e Comunità Internazionale, i fabbricanti di armi hanno pienamente risposto alle aspettative e attese delle élite politico- finanziarie che vogliono ad ogni costo perpetuarsi al potere. Le guerre sono il mezzo privilegiato che garantisce perennità e guadagni alle industrie degli armamenti e all’ideologia letale che le crea. Non dovremmo però lasciarci illudere o fuorviare dalle necessarie analisi geopolitiche o macroeconomiche. Il Sistema di Dominazione che a tutt’oggi continua a governare il mondo, trova ispirazione e giustificazione in un malessere di natura che potremmo definire religiosa. Le divisioni e contraddizioni del mondo e delle strutture portanti delle società evidenziano le conseguenze di un rapporto distorto degli umani col loro destino. La rottura del legame con l’origine è il nostro dramma. </span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Il vuoto che, soprattutto nell’occidente, sembra condurlo al nichilismo, si esprime in particolare nel declino demografico che appare come uno dei sintomi della perdita del senso e fiducia nella vita. Ridurre le persone a meri consumatori, carne da cannone, elettori occasionali di una politica asservita al capitale, sudditi di un progetto imperiale, merce di scambio per un potere ammalato di arroganza o servitori volontari del dio denaro non può che condurre al riarmamento del mondo. Si tratta, infatti, di una risposta violenta alla violenza radicale perpetrata sulla dignità della persona umana. Ciò a cui assistiamo nello spazio del Sahel, da secoli luogo di convivenze serene e conflitti anche armati, non si distacca dalla prospettiva citata. Infatti, solo nel 2023 sono 11 643 i morti da attribuire alla violenza dei gruppi ‘islamisti’. I decessi sono triplicati dal 2020, data del primo colpo di stato giustificato proprio per motivi di sicurezza. Da allora sono seguiti altri ‘putsch’ con una graduale militarizzazione della vita politica e sociale. Le spese negli armamenti sono andate a scapito di quelle sociali e non casualmente sono i militari ad aver preso il potere in questi Paesi. Il totalitarismo nel pensiero sulle armi come unica salvezza è la storia antica di una sconfitta annunciata.</span><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"> </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"> </span><b style="font-family: verdana;"><span style="color: #2b00fe; font-size: large;">Mauro Armanino, Niamey, 25 febbraio 2024</span></b></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><b><i>RACCONTO DI QUANDO HO INCONTRATO IL PAPA(Danila Oppio</i>)</b></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">nel periodo durante il quale fu Cardinale e Arcivescovo di Milano e che venne a visitare i nuovi comunicandi presso la Parrocchia di San Francesco da Paola in via Manzoni, a Milano e dove mi lanciai, appena seienne. per un abbraccio cui mi sembrava d’aver diritto. Infatti, 2 settimane dopo la sua visita pastorale, mi cresimò e mi sorrise ancora, riconoscendomi per la sfacciataggine da me usata quando Gli chiesi se fosse vero, come mi spiegò mia zia che sarebbe stata la mia madrina, che Giovanni Battista Montini mi avrebbe dato uno schiaffo, e mi bisbigliò “segui bene la celebrazione e con attenzione osserva quel che faccio. 1320 Il rito essenziale della Confermazione è l'unzione con il sacro Crisma sulla fronte del battezzato (in Oriente anche su altre parti del corpo), accompagnata dall'imposizione delle mani da parte del ministro e dalle parole: « Accipe signaculum doni Spiritus Sancti » – « Ricevi il sigillo dello Spirito Santo che ti è dato in dono »Mi mise l’olio santo sulla fronte, mia zia vi pose il nastro per proteggerle l’unzione, e il Cardinale mi fece una lieve carezza ponendo due dita sulla mia guancia. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Chi avrebbe mai creduto che l’Arcivescovo di Milano mi ha cresimato in Duomo, e sarebbe addirittura diventato Papa?!</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">I cresimati talvolta sono definiti Soldati di Cristo, e quindi, leggendo l’articolo di Padre Armanino, i cristiani non dovrebbero armarsi con strumenti offensive, che feriscono o tolgono la vita e sentirsi invece difensori dell'umanità e del nostro Pianeta, indossando quelle che ci ha insegnato lui, ovvero la preghiera, la misericordia, l’amore verso la natura e gli esseri viventi e mi piacerebbe lo facesse tutta l’umanità, non importa a quale religione essa appartenga. L’Amore è un sentimento che dovrebbe essere universale. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ndr:Sono andata a sbirciare su qualche giornale online, giusto per non scrivere inesattezze. E ho pescato queste poche righe, che illustrano parzialmente la figura di Papa Paolo VI.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>Papa Paolo VI: dopo 60 anni, un Papa ancora molto influente sulla Chiesa e l’Italia , Di Corrado Cavallotti</i></span><span style="font-family: verdana;"><i><span style="font-size: large;"> </span><span style="font-size: medium;">21 giugno 2023</span></i></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>Paolo VI: con questo nome il 21 giugno 1963 Giovanni Battista Montini, cardinale arcivescovo di Milano, sale al Soglio pontificio. Sarà Papa per 15 anni, morendo a Castelgandolfo il 6 agosto 1978. Bresciano (di Concesio) per nascita, romano per quasi tutta la sua esperienza ecclesiale (salvo, appunto, i nove anni di episcopato milanese), è uno dei quattro Pontefici del secolo XX già canonizzati (insieme a Pio X, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II). È stato, probabilmente, il successore di Pietro più influente sulle vicende politiche italiane della storia unitaria nazionale. Nonché, naturalmente, al crocevia di uno snodo capitale della storia della Chiesa cattolica, quale il Concilio ecumenico Vaticano II.</i></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>60 anni dall’elezione, che cadono proprio oggi e 45 dalla morte sono un tempo appena sufficiente, per abbozzare un giudizio sulla sua azione e il suo magistero. Proviamoci, allora, con la modestia (non falsa) di chi sa di portare soltanto un punto di vista; e la dichiarata ambizione di incitare i lettori a fare altrettanto, o almeno sollecitarne la curiosità.</i></span></p><p style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: verdana;">(Tratto da un articolo di meno di un anno fa e che troverete per esteso a questo linK. </span><a href="https://www.ilmiogiornale.net/paolo-vi-dopo-60-anni-papa-influente-sulla-chiesa-e-litalia/) " style="font-family: verdana;">://www.ilmiogiornale.net/paolo-vi-dopo-60-anni-papa-influente-sulla-chiesa-e-litalia/)</a></span></i></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>che la redazione di questo Blog ha cercato su ispirazione del testo di p. Mauro Armanino</i></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXvZ_rPypE0l_Sno49j0FM9rPSwkPA3w5dwXoyIMJM9DphDo3B8FzD3sBNCMpd9a_oYTPeJ0h-imMyR5l_fTsTppmpfVXm7SFAcsCjOJkEOBWcFPV1lYBdHKM8OHfNDnB_5aQHbP9yPsr5mQHFYduvKFoxTx9fd950dpeow3LJYLsd7gjleLcW_4hb_wk/s611/24%202%20024%20servants%20et%20g%20v%201%20(2).jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="458" data-original-width="611" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXvZ_rPypE0l_Sno49j0FM9rPSwkPA3w5dwXoyIMJM9DphDo3B8FzD3sBNCMpd9a_oYTPeJ0h-imMyR5l_fTsTppmpfVXm7SFAcsCjOJkEOBWcFPV1lYBdHKM8OHfNDnB_5aQHbP9yPsr5mQHFYduvKFoxTx9fd950dpeow3LJYLsd7gjleLcW_4hb_wk/w640-h480/24%202%20024%20servants%20et%20g%20v%201%20(2).jpg" width="640" /></a></span></div><p></p><p style="text-align: justify;"><br /></p>Danila Oppiohttp://www.blogger.com/profile/05879803697515637167noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5970478880613169778.post-20809826545886026942024-02-20T07:17:00.000-08:002024-02-20T07:26:41.373-08:00IL PAESE INVISIBILE di Padre MAURO ARMANINO <p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzQyuxvCuO1rUef9HLTToBPVZMpoT48xMLChGD1sixdJzKQCSngA_3FQLdbW3QFoBael0oPked46yJqKcbpyWUlKqc9tNZXQHfiCwcy8NaJhx7gL6agTPZ7GmF7XUC-fBweD5_X3EJniLnThDOKT8EOBZQI6M28ulRrmFg5cQpuy-imFJw0jDxwcj1eJA/s980/000_Was1977619.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="551" data-original-width="980" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzQyuxvCuO1rUef9HLTToBPVZMpoT48xMLChGD1sixdJzKQCSngA_3FQLdbW3QFoBael0oPked46yJqKcbpyWUlKqc9tNZXQHfiCwcy8NaJhx7gL6agTPZ7GmF7XUC-fBweD5_X3EJniLnThDOKT8EOBZQI6M28ulRrmFg5cQpuy-imFJw0jDxwcj1eJA/w640-h360/000_Was1977619.jpg" width="640" /></a></div> <p></p><p><b style="color: red; font-family: verdana; font-size: xx-large; text-align: center;"> Il Paese Invisibile</b></p><blockquote style="border: none; margin: 0px 0px 0px 40px; padding: 0px;"><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium; text-align: justify;">Contrariamente a quello visibile, il Paese invisibile non viaggia. O meglio, semmai migra per cercare lontano quello che pensa di non trovare accanto. Invece, il due volte presidente del Niger, Issoufou Mahamadou, dopo alcuni mesi di segregazione forzata, ha viaggiato fino ad Addis Abeba. Un aereo speciale dal Ghana per l’ennesimo incontro sulla libera circolazione di beni, servizi (e persone?) in Africa. E’ andato, forse, a tentare di (ri)mediare per la crisi economica che il Paese attraversa dall’arresto ai domiciliari, da fine luglio dell’anno scorso, del presidente Mohammed Bazoum. Quanto al primo ministro e altresì ministro dell’Economia e delle Finanze del governo nominato dalla giunta militare al potere, Mahaman Lamine, ha viaggiato in vari Paesi prima di tornare all’ovile. Dal Congo, per un incontro sulla situazione in Libia, ha in seguito</span><span style="font-family: verdana; font-size: medium; text-align: justify;"> raggiunto, con una delegazione del governo per una visita di lavoro, Mosca, Ankara, Teheran e Rabat. Il Paese Invisibile, invece, passa la frontiera del Benin con la piroga come un clandestino ben noto.</span></p></blockquote><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">I cittadini normali si muovono in taxi, bus o minibus all’interno del Paese. Altri sono sfollati a decine di migliaia attorno al lago Ciad o nella zona delle Tre Frontiere che unisce e divide i Paesi che hanno scelto di coalizzarsi. Niger, Mali e Burkina Faso si trovano coi militari al potere in seguito a colpi di stato motivati dall’incapacità dei civili di fronteggiare gli attacchi dei gruppi armati ‘terroristi’. Consapevolmente o meno i soggetti costitutivi del Paese Invisibile sono coloro che hanno imparato a sopravvivere, dalla colonizzazione francese ai vari regimi militari con timidi accenni alla democrazia della miseria. Il passaggio alla miseria della democrazia è avvenuto senza destare sospetti. Da un lato i Grandi Commercianti, i Politici da loro pagati per assecondarli, i militari come guardiani del rispetto dei patti e il popolo confiscato della sua sovranità. Il Paese Invisibile è composto da coloro che non sanno o ai quali non è dato sapere che in loro risiede la fonte del diritto, della politica e della giustizia. Quest’ultima è stata la grande assente dei vari regimi al potere.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Gentile cliente, in conformità con l’ordinanza n.2023-18, che modifica e completa la n.2023-13 con la creazione di un Fondo di Solidarietà per la Salvaguardia della Patria, istituisce un prelevamento automatico di 10 F su ogni appello a partire da 12 F e su ogni ricarica superiore a 200 F. Tutto ciò con lo scopo di contribuire in modo forte e sostenuto alla Salvaguardia della Patria a partire dal 25 gennaio del 2024. Anche i cittadini del Paese Invisibile hanno ricevuto questo messaggio sul loro telefono cellulare e, senza udibili commenti, si sono adeguati al premeditato salasso quotidiano. Un prelievo invisibile per uno scopo invisibile nel Paese Invisibile. Difficile misurare l’entità delle entrate e soprattutto delle uscite di questo inedito patrimonio pecuniario. Così com’è stato difficile capire come sono potuti arrivare senza sospetto, 1 400 kili in lingotti d’oro da Niamey in Etiopia il mese scorso. Il Paese Invisibile osserva, attonito e sono veramente in pochi, finora, coloro che fanno l’opzione di ascoltarne l’assordante silenzio. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Il Paese Invisibile esiste, resiste e persiste. In mancanza di intellettuali che hanno svenduto al miglior offerente quanto loro corrispondeva per missione, il popolo del Paese Invisibile ha imparato a memoria un detto tramandato di generazione in generazione. Tutto ciò che si fa senza di Lui è, in definitiva, contro di Lui.</span></p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdAss34qnnzs_q8E50kz2Wg3RIq8EeWH6PhQdCw4lynOBTQ3tz9LEoR6CAkSdgL7E5POAgcLNvk0L-520pF5HGYGjMp71vssr7pMa_ibT8H6TycRJ-UognXs2F1Zm1cf842lakKlaSoNObsuUT2xoCXDl8NRXj9nn2FvTwKEngUwBaKbBhTrHEic7qNx0/s611/16%202%20024%20chemin%2015.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="458" data-original-width="611" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdAss34qnnzs_q8E50kz2Wg3RIq8EeWH6PhQdCw4lynOBTQ3tz9LEoR6CAkSdgL7E5POAgcLNvk0L-520pF5HGYGjMp71vssr7pMa_ibT8H6TycRJ-UognXs2F1Zm1cf842lakKlaSoNObsuUT2xoCXDl8NRXj9nn2FvTwKEngUwBaKbBhTrHEic7qNx0/w640-h480/16%202%20024%20chemin%2015.jpg" width="640" /></a></div><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="text-align: left;"> </span><span style="color: #2b00fe; font-family: verdana; font-size: large; text-align: left;"><b>Mauro Armanino, Niamey, 18 febbraio 2024</b></span></p><p><br /></p>Danila Oppiohttp://www.blogger.com/profile/05879803697515637167noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5970478880613169778.post-13516502046720268902024-02-20T06:44:00.000-08:002024-02-20T06:44:26.341-08:00TRITTICO SUL BEATO ANGELICO - foto e didascalie poetiche di Padre NICOLA GALENO OCD<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEw0CGjVVuQ4x9ddy_4LdW_JGzXbuNwLAuApmF1TO_ia6Y_X_5GPF2NR3Tynz500Yn7kcRvaFymmtElAzF0GSnGG69BfPzgc_QvzXI7w9No9IeFMjfD8NonXiFoxs9npFS6UrZ2HniDrn4ucOisW-Hz9_Qe4T88EH6zToyvrMxEgWYdng6XA_SlfTUMKI/s857/Screenshot%202024-02-20%20alle%2015.31.56.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="857" data-original-width="622" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEw0CGjVVuQ4x9ddy_4LdW_JGzXbuNwLAuApmF1TO_ia6Y_X_5GPF2NR3Tynz500Yn7kcRvaFymmtElAzF0GSnGG69BfPzgc_QvzXI7w9No9IeFMjfD8NonXiFoxs9npFS6UrZ2HniDrn4ucOisW-Hz9_Qe4T88EH6zToyvrMxEgWYdng6XA_SlfTUMKI/s16000/Screenshot%202024-02-20%20alle%2015.31.56.png" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-4EzCUsC2eO7VltD6kibqjVqhI19JW354UCkI6kO6EpWvoYtj9i8yeJdePaEjK7hcRKkf-k-vJ0v_NhykgS10oTKjliBv3JB8C1JdejGvLOg5O1QG4u-k6u9UrPKX_WbfjDEUwtEkYR7G4zLI-fQTQ79boQlUJlu5ayePTTyLWFRlxWEMzOSbjwTAzhw/s855/Screenshot%202024-02-20%20alle%2015.32.15.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="855" data-original-width="628" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-4EzCUsC2eO7VltD6kibqjVqhI19JW354UCkI6kO6EpWvoYtj9i8yeJdePaEjK7hcRKkf-k-vJ0v_NhykgS10oTKjliBv3JB8C1JdejGvLOg5O1QG4u-k6u9UrPKX_WbfjDEUwtEkYR7G4zLI-fQTQ79boQlUJlu5ayePTTyLWFRlxWEMzOSbjwTAzhw/s16000/Screenshot%202024-02-20%20alle%2015.32.15.png" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7W_myVCyVeRh2I0v2JDiYuqCbjC6PhFoYt-IeQqMIxg4s2hYjGsZhh80T9ttlcwhyphenhyphenw-QTNDmmS2S3xXcGAiLimNd_eBM_TtQD6QE50WKEhYxziFdQS_joS3Xa7pLEg5fgRtDyyZL4yTpQ2t_U79zSnEoLRQuNhe0yTBLzM06fAZ_qt-Z23XIDqJ_4kek/s845/Screenshot%202024-02-20%20alle%2015.32.30.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="845" data-original-width="625" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7W_myVCyVeRh2I0v2JDiYuqCbjC6PhFoYt-IeQqMIxg4s2hYjGsZhh80T9ttlcwhyphenhyphenw-QTNDmmS2S3xXcGAiLimNd_eBM_TtQD6QE50WKEhYxziFdQS_joS3Xa7pLEg5fgRtDyyZL4yTpQ2t_U79zSnEoLRQuNhe0yTBLzM06fAZ_qt-Z23XIDqJ_4kek/s16000/Screenshot%202024-02-20%20alle%2015.32.30.png" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><p></p>Danila Oppiohttp://www.blogger.com/profile/05879803697515637167noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5970478880613169778.post-62712525519926982792024-02-19T09:01:00.000-08:002024-02-19T09:12:36.942-08:00VISITA RIVERENTE (80mo COMPLEANNO DI PADRE NICOLA GALENO 19 febbraio 2024<p style="text-align: center;"> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAu1YcugHppXwRDTEnWHuu3gOZPvyYGZL0CVtCZQJjrfYBESWaPQOdR6B8dgFnqhusWRymmwi8mlY0Le0PvSU97WIBCFpd_nrYjXT1lXu73oPp0AV2d3oHLad54QruS5Wqi6hJxc193YSkfR9Eia69ECz4LofELjfuSZ0ML18s0jYYyKtUSXz3YjPGksA/s745/Screenshot%202024-02-19%20alle%2017.38.10.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="745" data-original-width="484" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAu1YcugHppXwRDTEnWHuu3gOZPvyYGZL0CVtCZQJjrfYBESWaPQOdR6B8dgFnqhusWRymmwi8mlY0Le0PvSU97WIBCFpd_nrYjXT1lXu73oPp0AV2d3oHLad54QruS5Wqi6hJxc193YSkfR9Eia69ECz4LofELjfuSZ0ML18s0jYYyKtUSXz3YjPGksA/w416-h640/Screenshot%202024-02-19%20alle%2017.38.10.png" width="416" /></a></div><br /><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8kImsQRPGy_45UpjsRGo72oicnvFE35l-75gOgiRSx-HseKjuPhFYJrCGxkJ3Kvz8U-kJlgSBBkAO1jDeG7ICe3kdMlRtwTwIPIYMzJ5xr15AF9PELH9dKwKKOqHcBM-i79-IGN7j8Y6t6ljAH5keO7rXXrStN8ujm16oGdoLilxyyMiaF0mBkxiCb9Q/s824/Screenshot%202024-02-19%20alle%2017.34.38.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="824" data-original-width="718" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8kImsQRPGy_45UpjsRGo72oicnvFE35l-75gOgiRSx-HseKjuPhFYJrCGxkJ3Kvz8U-kJlgSBBkAO1jDeG7ICe3kdMlRtwTwIPIYMzJ5xr15AF9PELH9dKwKKOqHcBM-i79-IGN7j8Y6t6ljAH5keO7rXXrStN8ujm16oGdoLilxyyMiaF0mBkxiCb9Q/w558-h640/Screenshot%202024-02-19%20alle%2017.34.38.png" width="558" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgE11OyLhrAOddA6-G034NyI3ALyHBDvE-LUvhpfOctDk8zN1N2ydZan6R-EBkRBpLrWrdOh5BlQjyf2pWVfPJDo946dGBKXrlU4Tn7vfbPHTkG2uY_4Eg5WsiUnsJGek0Oq_bgL6H8fx96WPnf-nwHkUaNdbu6_zMZefbRFujp8BZ97aJIi0zDfKnrsMg/s848/Screenshot%202024-02-19%20alle%2017.33.19.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="848" data-original-width="753" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgE11OyLhrAOddA6-G034NyI3ALyHBDvE-LUvhpfOctDk8zN1N2ydZan6R-EBkRBpLrWrdOh5BlQjyf2pWVfPJDo946dGBKXrlU4Tn7vfbPHTkG2uY_4Eg5WsiUnsJGek0Oq_bgL6H8fx96WPnf-nwHkUaNdbu6_zMZefbRFujp8BZ97aJIi0zDfKnrsMg/w568-h640/Screenshot%202024-02-19%20alle%2017.33.19.png" width="568" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgahsGj9X5lEkbrKAtclhcQPhJ1GXGuhYmMsmuBwWLYeDnFzKw7VyMAXubJadbvzdyLUu6PlOrzAzEy-jdpEB_xd7BVujzmDh0j4uvXDaF9jp1RUUgsZcvjJlH9vLebg0YlzLtXqFdoPXxT4M0ZvvU3OmdVMyJlDU8Vpb5bOCyi8yD8uJXKttj5MZoyhG4/s849/Screenshot%202024-02-19%20alle%2017.34.01.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="849" data-original-width="636" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgahsGj9X5lEkbrKAtclhcQPhJ1GXGuhYmMsmuBwWLYeDnFzKw7VyMAXubJadbvzdyLUu6PlOrzAzEy-jdpEB_xd7BVujzmDh0j4uvXDaF9jp1RUUgsZcvjJlH9vLebg0YlzLtXqFdoPXxT4M0ZvvU3OmdVMyJlDU8Vpb5bOCyi8yD8uJXKttj5MZoyhG4/w480-h640/Screenshot%202024-02-19%20alle%2017.34.01.png" width="480" /></a></div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgezXCGnRWi_7vq0ei0_zyOPvdeaFUeL4PzUbnflZsfw5GRggZhBN0XUxjdmicpiDbnFbVVKGjoNvrv1J0w8mMNzc6L6K8HOr1Flg89-hBOIYEuLaI3fOAamzPxo1q4sz18DcjqwtgNp73Hf7Zwsu5U_3inh19p0DGorJg8_8aUsW5SS02Wh_w7d74ucgY/s704/Screenshot%202024-02-19%20alle%2017.35.05.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="704" data-original-width="500" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgezXCGnRWi_7vq0ei0_zyOPvdeaFUeL4PzUbnflZsfw5GRggZhBN0XUxjdmicpiDbnFbVVKGjoNvrv1J0w8mMNzc6L6K8HOr1Flg89-hBOIYEuLaI3fOAamzPxo1q4sz18DcjqwtgNp73Hf7Zwsu5U_3inh19p0DGorJg8_8aUsW5SS02Wh_w7d74ucgY/w454-h640/Screenshot%202024-02-19%20alle%2017.35.05.png" width="454" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi05Wk96Up9masrPpOy1wwe-bda01o-zburpOUOVimiUY3H8qt78oMp21CA0TaW0eI0yxP-CPQP9mKXg_YX5a0UkenPcsa7GhHdHCXtlG2E4O8Se71gbfQlCxUqsxtJcCJ8VtCEKYWapBPRkxOtd60FfQSHcyafxHcLmxNlFoJoptNmFApCfZg0NfkCoYQ/s659/Screenshot%202024-02-19%20alle%2017.35.27.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="659" data-original-width="536" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi05Wk96Up9masrPpOy1wwe-bda01o-zburpOUOVimiUY3H8qt78oMp21CA0TaW0eI0yxP-CPQP9mKXg_YX5a0UkenPcsa7GhHdHCXtlG2E4O8Se71gbfQlCxUqsxtJcCJ8VtCEKYWapBPRkxOtd60FfQSHcyafxHcLmxNlFoJoptNmFApCfZg0NfkCoYQ/w520-h640/Screenshot%202024-02-19%20alle%2017.35.27.png" width="520" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjN5C98UoxJay6JHz_80W25hhtEGnpAfI1q7-F8kMnuECjVD3iWG0VIX8KYjku-S9ZUUuo6FnyIg6fVur1V9xKw0bLuWLwtbKPA969a3NTR2QsSyXSs12M3IEQWi8KM9f8nqW84MubRX6kJJKjgp52LPjuNT2rXjjJTTlLVZ0e8AuuK6zeu_Z5_ia4yCv0/s673/Screenshot%202024-02-19%20alle%2017.35.47.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="673" data-original-width="537" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjN5C98UoxJay6JHz_80W25hhtEGnpAfI1q7-F8kMnuECjVD3iWG0VIX8KYjku-S9ZUUuo6FnyIg6fVur1V9xKw0bLuWLwtbKPA969a3NTR2QsSyXSs12M3IEQWi8KM9f8nqW84MubRX6kJJKjgp52LPjuNT2rXjjJTTlLVZ0e8AuuK6zeu_Z5_ia4yCv0/w510-h640/Screenshot%202024-02-19%20alle%2017.35.47.png" width="510" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEguR1WgGQYiTGPck9C5wPOw7RGTODAyuh2_NRX77oAUPm6Vp0WfJSYDpDRvnHPBwUXD9jo04BtxzrZCCy24y7kM7bN_Ovlp2qohuynanDXLi3EhfMkyYW2jSUQsHFrO8KI9qOBQLLXkaQpF_IkMqLCdv_0pCvZ1EYEuf-NeKZhPvConoAP4UHvIdwXtESY/s585/Screenshot%202024-02-19%20alle%2017.36.49.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="535" data-original-width="585" height="586" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEguR1WgGQYiTGPck9C5wPOw7RGTODAyuh2_NRX77oAUPm6Vp0WfJSYDpDRvnHPBwUXD9jo04BtxzrZCCy24y7kM7bN_Ovlp2qohuynanDXLi3EhfMkyYW2jSUQsHFrO8KI9qOBQLLXkaQpF_IkMqLCdv_0pCvZ1EYEuf-NeKZhPvConoAP4UHvIdwXtESY/w640-h586/Screenshot%202024-02-19%20alle%2017.36.49.png" width="640" /></a></div>Danila Oppiohttp://www.blogger.com/profile/05879803697515637167noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5970478880613169778.post-26461814729618249962024-02-19T06:39:00.000-08:002024-02-19T07:13:02.137-08:0013 - LO STILE DEL CRISTIANO - IL FICO CHE METTE LE FOGLIE (Il tempo di DIO) Conferenze di P. CLAUDIO TRUZZI OCD <p><span style="font-family: verdana;">Carissimi,</span></p><p><span style="font-family: verdana;">soltanto ora riesco a inviarvi l'ultima conferenza[13] sulla Parabole. Sono stato ricoverato per tre settimane in ospedale, ed ora mi hanno dimesso (ancora intero!). Se tutto andrà bene, ci rivedremo alla prossima serie. Se sì, non so ancora quando; ma ci risentiremo, a Dio piacendo. </span><span style="font-family: verdana;">Vorrei però ringraziarvi tramite e-mail, non avendo potuto farlo a tempo debito. Vi auguro ogni bene.</span></p><p><span style="font-family: verdana;"> Padre Claudio</span></p><p><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkYg8gf2uJujhwOPSbwrpj5Rv7tp5BAFwwVNrl1CPSGNznzLhHqYQqvZ_qXpWK0KGYfWrfPAeJgu0YY6n3aeanc4f255SdxBqVOSeuR2yhdfuouSxAFP1fsM99r6nb01XKgCCqzv5F13-8gmBobUgpyBlJD01rNZ70Z_qMsOmpZb9O71RmVHUeGnzOXW0/s1080/gemmoderivato-fico-ficus-carica-1080x721.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="721" data-original-width="1080" height="428" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkYg8gf2uJujhwOPSbwrpj5Rv7tp5BAFwwVNrl1CPSGNznzLhHqYQqvZ_qXpWK0KGYfWrfPAeJgu0YY6n3aeanc4f255SdxBqVOSeuR2yhdfuouSxAFP1fsM99r6nb01XKgCCqzv5F13-8gmBobUgpyBlJD01rNZ70Z_qMsOmpZb9O71RmVHUeGnzOXW0/w640-h428/gemmoderivato-fico-ficus-carica-1080x721.jpg" width="640" /></a> <br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><b style="color: red; font-family: verdana; font-size: xx-large;">13 – STILE DEL CRISTIAN0</b><b style="color: red; font-family: verdana; font-size: xx-large;"> – IL FICO CHE METTE LE FOGLIE</b></div><p></p><p style="text-align: center;"><span style="color: red; font-family: verdana; font-size: x-large;"><b> (il tempo di Dio)</b></span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>Poi Gesù disse questa parabola: </i></span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>Osservate bene l’albero del fico e anche tutte le altre piante. Quando vedete che mettono le prime foglioline, voi capite che l’estate è ormai vicina. </i></span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>Così dovreste fare anche voi: quando vedrete che stanno per accadere tutte queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. Vi assicuro che questa generazione non passerà prima che tutto avvenga. Cielo e terra passeranno, ma non le mie parole!».(Luca 21,28-33)</i></span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><br /></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="white-space: normal;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: pre;"> </span><b>La pianta di fico</b> è presa come paragone forse perché s’alzava con i suoi bottoni pregnanti pronti a emettere foglie, proprio dove Gesù – sul monte degli Ulivi – stava parlando ai suoi discepoli. (Dicono che il fico sia una delle piante più frequenti del territorio palestinese).</span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="white-space: normal;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: pre;"> </span>Per comprendere il significato della parabola, è bene collocarla nel suo contesto.</span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Siamo vicini ai giorni della Passione, quando ormai scribi, farisei, sadducei e ipocriti di ogni genere hanno stancata la pazienza del Salvatore: sembra proprio che tutta quella gente si rifiuti di credere all’evidenza più luminosa: </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">– di miracoli, ne aveva fatti più del bisogno, </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">– di verità, ne aveva annunziate: o a parole rotonde, o per mezzo di parabole (che le cose le dicevano sotto veli trasparenti da farle capire anche agli orsi); </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Qualcuno Gli aveva rivolte domande che facevano nascere la speranza che ormai fossero maturi i tempi, per buttarsi in ginocchio innanzi a Lui con un «credo» pieno di entusiasmo; invece erano sempre i medesimi: dicesse profezie o parlasse per allegoria, tirasse fuori insulti da bruciare la pelle o li animasse con i segni della misericordia, sembrava di parlare al muro: «ipocriti, razza di vipere, sepolcri imbiancati, assassini di profeti», non c’era niente da fare. Niente da fare neppure con la dolcezza, l’accostamento, il riferimento chiaro tra una parabola e un gesto di bontà.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Con i suoi discepoli esisteva, invece, una certa confidenza; anche se non sempre egli poteva essere tranquillo sul loro comprendonio: spiegava le cose con fiducia e parlava di cose o di avvenimenti per loro strani, ma che sono la base su cui costruire un cristianesimo serio. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Era arrivato, Gesù, persino a piangere davanti a loro quando, osservando Gerusalemme e il suo Tempio, ne aveva previsto e predetto la distruzione e il castigo della città Santa, mentre il suo pensiero correva anche più avanti: alla fine del mondo. [Tanto da creare una certa confusione tra la distruzione del tempio e la distruzione del mondo]. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="white-space: normal;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: pre;"> </span>E fu proprio a proposito di questi accadimenti che egli raccontò la breve parabola del fico annunciatore di primavera. [Forse un Biblista vi potrebbe dare spiegazioni complete e precise; io m’accontento di dirvi le cose da catechismo (via sicura per il Paradiso)]</span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="white-space: normal;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: pre;"> </span>Il concetto che Gesù voleva esprimere è semplice e fondamentale: né Gerusalemme, né il suo Tempio, opera dell’uomo, sono eterni, e neppure il mondo è eterno: Dio solo ha in mano l’eternità e ne fa partecipi i suoi figli che si sforzano di vivere secondo la sua volontà. </span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Anzi l’unico suo desiderio è che gli uomini non si lascino travolgere dalle cose e giungano impreparati al momento in cui il temporaneo finisce ed inizia l’eterno.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="white-space: normal;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: pre;"> </span>Questo momento in cui le cose cambieranno è nella mente di Dio ed è preparato, per quel che riguarda l’uomo, dal maturare di altri eventi. </span></span></p><div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">La distruzione di Gerusalemme avverrà quando sarà pronto l'imperatore romano Tito, il sacrilego profanatore del Tempio, il vendicativo distruttore di popoli; ma già aleggia nell’aria qualcosa che lascia intravedere “l’ira funesta” dei Romani).</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">La fine del mondo avverrà solo quando Dio vorrà, ma ha già fatto capire che essa avverrà; Lui sa di che cosa ha fatto il mondo e che consistenza ha la sua composizione.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Si ricordino dunque gli uomini che il tempo passa velocemente e che come l’estate giunge immediata-mente dopo le foglioline del fico, così la fine può avvenire dal mattino alla sera di un “giorno” più o meno lungo. Ma non dimentichi l’uomo che ci son conclusioni previste ancor più velocemente; guarda per esempio la vita di un fiore o la vita di un uomo.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="white-space: normal;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: pre;"> </span>E qui siamo entrati – con parlare... in italiano – in fatti estremamente chiari.</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Tanto che noi anziani – che ci pare ieri quando ci spuntarono i primi baffetti (parlo di uomini, si capisce) – già ne abbiamo tagliati, lisciati dei mezzi chilometri e ci pare ieri che ponevamo le date 1950 -’80-’95-’99 ecc. e siamo nel 2024, e non abbiamo tanta certezza di raggiungere il 2026 o al 2029.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Il che, in parole povere, vuol significare che </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">1° – tra le prime foglioline del fico e il fico con la goccia d’oro,... beh! c’è un fiato: </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">2° – e che ... appena defunti..., siamo già nel mondo nuovo, come se il vecchio fosse distrutto.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ma non prendiamocela poi tanto amaramente, perché se rimanesse sempre la primavera dalle foglioline tenere, addio bei fichi; ma addio anche buon vino, buon pane, e gioia del raccolto, come dire: addio speranza!</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><br /></span></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhf-1inPomqSeV5CiPX6czfy_rdrGu2DsaWYhEjJ9KT2-D2HOpl9rBECK1-MgZ6VwcU6AKPhyphenhyphenoJFeNBi-xk84o_t0b0GLizsq7tyJ-1lgvQg7RHejYMojx_OFjIu50OV7wvj6sfWddi_mzSuGwf5nkE7wJMWaK2YAZYwai79OevCuSfrbtda6L1KQ85mqQ/s745/innesto-fico-periodo_NG1.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="559" data-original-width="745" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhf-1inPomqSeV5CiPX6czfy_rdrGu2DsaWYhEjJ9KT2-D2HOpl9rBECK1-MgZ6VwcU6AKPhyphenhyphenoJFeNBi-xk84o_t0b0GLizsq7tyJ-1lgvQg7RHejYMojx_OFjIu50OV7wvj6sfWddi_mzSuGwf5nkE7wJMWaK2YAZYwai79OevCuSfrbtda6L1KQ85mqQ/w640-h480/innesto-fico-periodo_NG1.jpg" width="640" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: red; font-family: verdana; font-size: large;"><b> UN FICO CHE NON RISPETTA LE STAGIONI</b></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: red; font-family: verdana; font-size: large;"><b>(Dio chiede “miracoli”)</b></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i><br /></i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>«L’indomani, uscendo essi da Betania, Gesù ebbe fame. E veduto di lontano un fico che aveva foglie, andò a vedere se vi trovasse qualcosa; ma, avvicinatosi, trovò soltanto foglie. Non era, infatti, il tempo dei fichi. </i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>Prendendo allora a parlare, disse all’indirizzo del fico: “Nessuno mai più, in eterno, mangerà frutto da te!”. E i discepoli udirono. </i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>(…) Passando la mattina dopo accanto al fico, lo videro secco dalle radici. Pietro si ricordò e disse: – “Rabbì, vedi! Il fico che hai maledetto s’è seccato!” . </i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>E Gesù prese a dir loro: “Abbiate fede in Dio. In verità vi dico: chiunque dirà a questa montagna: Levati e gettati nel mare! E non esiterà in cuor suo, ma crederà che accadrà ciò che dice, l’otterrà» (Mc., 11, 12-14; 20-23)</i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Più volte ho tentato di evitare l’episodio del fico sterile. Mi dava un gran fastidio.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">La pretesa di Gesù di cogliere un frutto allorché non è ancora la stagione, mi sembrava assurda, oltre che ingenua. Difficile trovare una giustificazione “ragionevole”. Meglio scantonare. Meglio epurare quella pagina del vangelo, scomoda. La scomodità è un conto, il ridicolo, un altro.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">– Voltaire ci aveva riso a crepapelle. I teologi avevano cercato in tutte le maniere di scavalcare pietosamente la difficoltà, con modesti risultati.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Alcuni interpreti avevano persino insinuato il dubbio che il fatto derivasse da una tradizione spuria.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Alla fine, però una conclusione s’imponeva: proprio la sua non-ragionevolezza è la garanzia della sua autenticità. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="white-space: normal;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: pre;"> </span>Quindi dobbiamo fare i conti anche con questo povero fico che ha l’unico torto di rispettare le stagioni. Si potrebbe definire una pianta colpevole di osservare scrupolosamente il regolamento!</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Fosse almeno un parabola! Potremmo sempre scoprire un’applicazione che non faccia a pugni con la nostra logica. Invece si tratta di un episodio realmente accaduto. È un episodio che diventa parabola: la parabola che documenta le assurde pretese di Dio nei miei riguardi.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">E, allora, per capire, per non scandalizzarmi, devo sbarazzarmi del mio buon senso; devo sradicare le mie esigenze razionali.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Quanti tentativi di ridurre a “dimensioni ragionevoli” le pretese di Cristo! Quante rassicurazioni ci sono state date in proposito. Quante volte abbiamo udito labbra “devote” sentenziare: “Dio non pretende tanto…”. Evidentemente, per questi “tranquillizzatori” di mestiere, l’episodio del fico che viene maledetto, dev’essere stata una banale svista del Signore, un grosso abbaglio in fatto di calendario.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="white-space: normal;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: pre;"> </span>Gesù Cristo non esige molto; e non ci chiede neppure moltissimo. Ci chiede semplicemente l’impossibile. Pretende il miracolo. Quasi ci dicesse: l’amore deve far miracoli!</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">“Ho un professore esigentissimo”, si lamenta lo studente. Eppure Dio è “peggio” ancora. Quando vai a sostenere l'esame d’italiano, ha il coraggio d’interrogarti in … trigonometria.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">“Il mio padrone non capisce nulla”, sbotta l’operaio. “Cinquecento bulloni al giorno. E lui adesso ne esige seicento. Non sa che cosa vuol dire…”. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Eppure il Signore è ancora “peggio”. Aspetta da te il bulloni anche quando sei in ferie…</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">“La mia superiora sceglie soltanto me, che sono super-occupata…”. Eppure il Signore ti chiede quest’atto di fede, perché ha fiducia in te… </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">“In casa mia i miei pretendono e si aspettano che faccia tutto io, che ormai sono anziana…”. Eccetera, eccetera...</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">•• Torniamo all'episodio. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>1 – «Gesù ebbe fame. Veduto di lontano un fico che aveva foglie, andò a vedere se vi trovasse qualcosa».</i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Lo vedo avvicinarsi a me. Ha fame. Punta lo sguardo e mi fruga dentro, perché cerca “qualcosa”: </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">un frutto, anche uno solo, in mezzo al fogliame.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Fa l’inventario della mia mercanzia, per scoprire “qualcosa” che interessa a Lui. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Mi auguravo che non si occupasse di me, non mi individuasse. Si accontentasse di passarmi accanto. Uno dei tanti alberi che fiancheggiano la strada. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Perché concentrare la sua attenzione proprio su me? Perché frugarmi con quegli occhi implacabili?</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="white-space: normal;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: pre;"> </span>Egli ha fame. E io sono un albero da frutto. Non una pianta ornamentale.</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>2 – “Ma avvicinatosi, trovò soltanto foglie”.</i> Cioè</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Un laico. “Il mio nome scritto sul registro dei battesimi. La tessera dell’Azione cattolica. L’immaginetta nel portafoglio. La medaglia di san Cristoforo sul cruscotto dell’auto. “Ho uno zio Monsignore”. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Le mie chiacchiere… “Sono stato in pellegrinaggio ad Assisi, Lourdes, Medjugorie… Sono stato attento alla predica del parroco e risposto alla s. Messa. Sono persino abbonato al quotidiano cattolico, leggo il settimanale diocesano e ricevo il Bollettino di Sant’Antonio. Non vado a vedere – o non vedo – porcherie, sul computer ... Non faccio del male a nessuno…”.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Gesù:… Soltanto “foglie”; commenterebbe il Signore. “Tutto lì il tuo cristianesimo? Ma io voglio frutti, non foglie. Ho fame e la tua ombra non mi riempie lo stomaco…”.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">3 – “Non era, infatti, il tempo dei fichi”.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="white-space: normal;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: pre;"> </span>Noi: “Signore, ragiona: non è la stagione; non ho avuto tempo. Perché tanta fretta? Sii comprensivo, dunque. Non sono un santo, in fin dei conti. Persino il sacerdote col quale mi sono consigliato, mi ha detto che posso star tranquillo, che non sono obbligato…</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Avrei dovuto parlare? Prendere posizione? Ma non era opportuno; ci vuole prudenza, non bisogna precipitare le cose, si rischia di compromettere tutto. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">E poi,… non se ne sarebbe cavato nulla ugualmente. Non è la stagione! </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Signore, controlla per favore il tuo calendario. Ci dev’essere uno sbaglio. Vedi di regolarlo sul mio, e lasciami … in pace”.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">4 – “Prendendo allora a parlare, disse Gesù all’indirizzo del fico: – Nessuno più in eterno mangerà frutto da te –. E i suoi discepoli udirono”. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Udirono… Chissà se anche compresero che la fede deve spuntarla sulle false necessità? Che l’amore ha il dovere di compiere miracoli?</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">“Tenevo un’agenda – confessa uno scrittore – sul mio tavolo. [Come molti di voi, credo]. Ogni giorno ci erano segnati i miei appuntamenti, le scadenze. Insomma, tutto ciò che dovevo fare.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Certi fogli erano massacrati di richiami, di impegni. Osservandoli, riconoscevo di “fare fin troppo”. In alcuni giorni, quando ero letteralmente strangolato dal lavoro, rubavo ore al sonno, per rispettare l’agenda. E mi illudevo di essere tremendamente esigente con me stesso.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Se avessi lasciato quell’agenda nelle mani del Signore… Vi avrebbe scritto sopra cose impensate, richieste folli, scadenze impossibili, cifre spropositate. Ed io, leggendo quelle esigenze assurde, avrei strabuzzato gli occhi e avrei avuto l’impressione d’impazzire. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Avrei dovuto, invece, essere ubriaco di gioia, perché era segno che Dio mi riteneva capace dell’impossibile. Se Lui cerca il fico fuori stagione, significa che ama, stima quella pianta fino al punto di ritenerla capace del miracolo.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Chi non ama, chiede quisquilie. Gli uomini chiedono così poco alle creature: briciole di tempo, il corpo, la bellezza, qualche attimo di piacere, un po’ di considerazione, una manciata di denaro, qualche applauso, qualche inchino più o meno spontaneo…</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Non li amiamo. Si limitano, perciò, a chiedere loro delle miserie. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">E così ci comportiamo verso Dio!! “Cercate prima il Regno di Dio, e tutto il resto vi sarà dato”. Sono parole di Gesù. Invece anche con Lui ci fermiamo alle “cianfrusaglie”, all'accessorio.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Dio invece, mi ama. Mi stima immensamente. Mi chiede, infatti, tutto. Esige da me l'impossibile.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Gesù Cristo non è morto in croce affinché io “non facessi del male a nessuno”, ma affinché diventassi capace di fare miracoli. <span style="white-space: pre;"> </span> <i><span style="white-space: pre;">(</span>liberamente da Pronzato – Vangeli scomodi – 319)</i></span></div><div style="text-align: justify;"><i><br /></i></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><b>Gesù ripete spesso [e lo chiede il Padre stesso per il suo Figlio]: “ASCOLTATE!”</b></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">La nostra preghiera dovrebbe essere spesso questa: “Signore, apri la mia mente e il mio cuore!”</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ma che cosa comporta “ascoltare”?</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><b>Parlare</b> è facile; non così ascoltare.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Udire, come chi sente piovere, sentire il suono di campane senza saper da dove venga, </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">anche questo risulta semplice.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Non così dell'ascoltare.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Porsi all'ascolto di qualcuno, in primo luogo significa</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">allontanare tutto ciò che può distrarre</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">il nostro udito, la nostra mente, il nostro spirito.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ascoltare è costruire un silenzio bastante denso che esprima il grido interiore:</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">“Ora non esisti che tu solo!</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ora non esiste per me altro suono che la musica delle tue parole!".</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Porsi all'ascolto di qualcuno significa arrestarsi,</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">fermarsi in un luogo, por fine all'agitazione, come per dire:</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">"Ora tu sei il mio centro, la mia metà!</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">La mia strada conduce solamente a te!”.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Porsi all'ascolto di qualcuno significa </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">staccare lo sguardo da se stessi e volgerlo verso l'altro,</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">giungere a faccia a faccia, come per dire:</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">"Sono qui! Non esiste per me nessun altro interesse!</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Sono pronto ad accogliere persino il sussurro delle tue parole!”</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ascoltare equivale ad accogliere,</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">ad aprire completamente le porte dietro cui uno si ripara,</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">ad abbattere tante fortezze e frontiere dietro cui noi ci barrichiamo.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ascoltare un altro equivale a non far caso a noi stessi e preferire l'altro.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="white-space: normal;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: pre;"> </span>È preferire colui che mi sta dinanzi,</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">ed accoglierlo con il suo sacco colmo di vestiti più o meno puliti;</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">però che sono suoi...</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="white-space: normal;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: pre;"> </span>È accettare che entri in me,</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">significa ricevere l'altro con i suoi sogni e i suoi desideri,</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">con i suoi gusti e disgusti; con le sue preferenze e fobie.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="white-space: normal;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: pre;"> </span>È prevedere che butterà per aria</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">gli scaffali della mia esistenza, ordinati con tanta cura;</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="white-space: normal;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: pre;"> </span>significa cedergli il posto; offrirgli le chiavi di casa, come se gli dicessimo:</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">"La tua presenza butterà tutto a gambe all'aria, però corro il rischio: ti ascolto!".</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><b>••• Stiamo per entrare in Quaresima. </b></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ebbene, la Quaresima è proprio il tempo dell'ascolto, </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">perché è il tempo in cui, lentamente, assimiliamo questa Parola</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">che è venuta ad abitare fra noi.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><b>Quaresima</b> è il tempo in cui tutti coloro che ascoltano la Parola</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">imparano a cambiare le loro tenebre in chiarore;</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">il tempo in cui, ponendosi in ascolto,</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">assumono il rischio di intraprendere un cammino verso la luce.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">La Quaresima è il tempo in cui gli uomini ascoltano il Signore</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">attraverso l'altoparlante di ogni prossimo.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">È quando tutto ciò che indurisce i cuori, si scioglie dinanzi al calore del Vangelo.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">È quando sbocciano sulle labbra parole nuove</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">e nel cuore sentimenti nuovi</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">e la condotta si apre ad attitudini nuove....</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #741b47; font-family: verdana; font-size: medium;"><b>Così nasce l'Altro – Dio – in noi.</b></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #741b47; font-family: verdana; font-size: medium;"><b>Per questo, perché... la Quaresima è il tempo del nascere!</b></span></div><div style="text-align: justify;"><br /></div></div>Danila Oppiohttp://www.blogger.com/profile/05879803697515637167noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5970478880613169778.post-49694352923123794262024-02-14T07:39:00.000-08:002024-02-14T07:39:30.463-08:00IL FESTIVAL DI SABBIA di Padre MAURO ARMANINO <p style="text-align: center;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3Fo359bPaEMxOdxOXFNCH74il0iVYDRfwxbMMprVNuOp-bucqu7QStdZ-_uVtiCfwL1UQNisIgk0DfiTTSzFWaXzied0duyrcUyLJc8gDjMKqM6PVLs3IRy1SqU2q8tam7v4JVxKQy0Dx0jwcZ8hAd-2Pch6y31O6dteIkBlsEiel_bT1BOsSRCw8-Zw/s696/La-spiaggia-della-riserva-naturale-di-Lokobe-con-le-caratteristiche-piroghe-696x464%20(1).jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="464" data-original-width="696" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3Fo359bPaEMxOdxOXFNCH74il0iVYDRfwxbMMprVNuOp-bucqu7QStdZ-_uVtiCfwL1UQNisIgk0DfiTTSzFWaXzied0duyrcUyLJc8gDjMKqM6PVLs3IRy1SqU2q8tam7v4JVxKQy0Dx0jwcZ8hAd-2Pch6y31O6dteIkBlsEiel_bT1BOsSRCw8-Zw/w640-h426/La-spiaggia-della-riserva-naturale-di-Lokobe-con-le-caratteristiche-piroghe-696x464%20(1).jpg" width="640" /></a></div><p></p><p style="text-align: center;"><b style="color: red; font-family: verdana; font-size: xx-large; text-align: justify;">Il Festival di Sabbia</b></p><p style="text-align: left;"><i style="font-family: verdana; font-size: large; text-align: justify;">‘Grazie molte Mauro. Ho apprezzato tutta questa letteratura di sabbia. Dimmi … che penseresti tu di un Festival di Sabbia? Grazie e a presto, AKM’. ..</i><span style="font-family: verdana; font-size: large; text-align: justify;"> Confesso che l’idea dell’amico esperto in gestione e sviluppo rurale mi ha intrigato. Se etimologicamente la parola ‘festival’ aveva un connotato festivo è da tempo usata per giustificare l’assemblaggio di una vasta gamma di soggetti disparati. Festival musicali, cinematografici, di bellezza, arte, poesia, danza, scienza, filosofia, religione, sport e moda. Ammetto che non avevo mai pensato ad un ‘Festival di Sabbia’ inteso come improbabile celebrazione di questo elemento che caratterizza la vita, la storia e la politica del nostro tempo. D’altra parte, ciò che viviamo nel Sahel non è che un drammatico e affascinante Festival nel quale la sabbia appare come la protagonista ma non la sola.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Lei e, naturalmente, la polvere che di essa si nutre e propaga. In questa stagione cha da queste parti si chiama ‘Harmattan’, il vento del deserto che sposa la sabbia e da questo connubio nasce la polvere che il vento modella, trasporta distribuisce con superba equità nei vari Paesi del Sahel. Si può dunque affermare senza alcun dubbio che il Festival di Sabbia è inseparabile da quello della Polvere. Proprio lei che ricopre il vestito di Lawrence, originario della Liberia, cantante e chitarrista di classe ‘Reggae della Giamaica’. Dopo quindici anni di guerra civile nel suo Paese canta la pace e, già maturo di età, decide di raggiungere il Marocco e se possibile, passare il mare Mediterraneo un giorno. Arrivato a Niamey, complici le frontiere chiuse per le sanzioni decise dopo il colpo di stato nel Niger, si prende un tempo di meditare la sua vita.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"> I soldi di Lawrence e la voglia di viaggiare sono entrambi finiti nella sabbia che, inutilmente, la ‘cintura verde’ della capitale e cioè gli alberi piantati come barriera, ha cercato di fermare. Ringrazia, passa più volte in ufficio e, in attesa di un non prossimo rimpatrio, si informa su spazi e luoghi dove poter esprimere il suo talento musicale. Il Festival di Sabbia risponderebbe alla sua attesa e solo mancano le condizioni per pubblicizzarlo quanto basta. A chi, invece, riesce bene l’evento menzionato, sono le scelte politiche dei tre Paesi dove i militari hanno preso il potere. Il Mali, il Burkina Faso e il Niger sono orchestrati da capi in uniforme kaki le cui immagini troneggiano, a tratti, su poster giganti nelle strade, sui giornali e circolano sui telefoni cellulari. Dopo aver estromesso le forze francesi dai territori citati, preso di mira gli accordi europei sul controllo delle frontiere e delle migrazioni, hanno imposto il ritiro dal consesso delle nazioni dell’Africa occidentale, chiamata familiarmente CEDEAO. Un Festival di parole e di velleità che la magia della ‘sovranità’ e la salvaguardia della Patria accendono d’immenso. Si rivela un autentico Festival di Polvere.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">La stagione secca rima con venti che soffiano talvolta relativamente forti e per questo ‘fabbricano’ tutta la polvere che altera la qualità dell’aria e può favorire le malattie respiratorie come la tosse, mal di gola e influenze. L’organo maggiormente colpito dal fenomeno dalla polvere sono però gli occhi e dunque lo sguardo che si offusca e smarrisce una visione limpida e onesta della realtà. Attorno alle numerose rotonde che abbelliscono la capitale c’è almeno un agente della polizia nazionale che porta il mitra a tracolla, cosa inimmaginabile fino a un paio di mesi or sono. Quanto alle citate frontiere, per non citare che quella con il Benin, sono diventate un mercato in piena regola nel quale militari, marinai, doganieri e agenti antidroga guadagnano come non mai prima. I numerosi viaggiatori che sfidano la chiusura prendendo la piroga sono discriminati a seconda della nazionalità di origine, i documenti in possesso e la mercanzia che trasportano. Ormai da sei mesi il Festival di Sabbia attraversa il fiume Niger in piroga senza darlo a vedere. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Al momento la Democrazia come strumento politico di cambiamento per la quale molti hanno impegnato lotte, energie e talvolta la vita, sembra una realtà passata di attualità. Per fortuna arriva lei, la sabbia di polvere che il vento trascina, per l’unico Festival che davvero conti. Quello dei poveri che, come la sabbia, sono stati per troppo tempo calpestati e umiliati. Sono loro, di diritto, i primi protagonisti di un Festival che, come Lawrence scappato dal suo Paese per esportare la pace, cantano in silenzio la speranza di un popolo.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"> </span><b style="color: #2b00fe; font-family: verdana; font-size: x-large; text-align: center;">Mauro Armanino, Niamey, febbraio 2024</b></p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgywhJiE6mq6bZuJ5qJ6hZ7bEmntZboFgBbG2OjtxWZxzqTB7GdVh8xqQLXVi7dZ7kMRmixYX4xbP9PSF8W2lzfrzJUhDPS-KKVZI7wnMPfQjvTQPKuJwvy_IEOhToI_mN88mu5P6ORojvvkB4VNALWpdqwL2GpLExCv2UYe3qIa1MeVGVTkKah5ll3vVc/s611/19%2011%20023%20entre%CC%81e%20emily.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="458" data-original-width="611" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgywhJiE6mq6bZuJ5qJ6hZ7bEmntZboFgBbG2OjtxWZxzqTB7GdVh8xqQLXVi7dZ7kMRmixYX4xbP9PSF8W2lzfrzJUhDPS-KKVZI7wnMPfQjvTQPKuJwvy_IEOhToI_mN88mu5P6ORojvvkB4VNALWpdqwL2GpLExCv2UYe3qIa1MeVGVTkKah5ll3vVc/w400-h300/19%2011%20023%20entre%CC%81e%20emily.jpg" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkoqK0FmTRThZAOXyVTnSDmxtsyTTFD_Y95-72Q5gOWHXyMzXZxkeDnAXjC33Otq4LQYh09U9TuXx9KVtf2NpfUVTC2IAniIJ1FEWrMPJ-wERW2PyKuYaDt4cVwd9izg_w_6JXxm_pHWrCCW7acZjzWGN2-y6Zsu0QfFemvhT10G17UwsII3mVJwFxvW0/s612/25%203%20023%20diori.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="459" data-original-width="612" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkoqK0FmTRThZAOXyVTnSDmxtsyTTFD_Y95-72Q5gOWHXyMzXZxkeDnAXjC33Otq4LQYh09U9TuXx9KVtf2NpfUVTC2IAniIJ1FEWrMPJ-wERW2PyKuYaDt4cVwd9izg_w_6JXxm_pHWrCCW7acZjzWGN2-y6Zsu0QfFemvhT10G17UwsII3mVJwFxvW0/w400-h300/25%203%20023%20diori.jpg" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQXxbwnGEOuwQHAbR_kqgJrmJhvlF1Rx0B_txPHt5BofksHH4qgNdkzL5nqyCk-nVqRD1oBW9hSeCBBXJ0VNJGMtLB6tlOejORB8Biu1zGLpzKGkmcoRjvy950wTFlQdKO8SEteGE6Q5LI0DjCfrT57-_YyXT6GAQTcawJ4Njc38pI5FIzC8DO_3beu0A/s615/enfants%20makalondi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="461" data-original-width="615" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQXxbwnGEOuwQHAbR_kqgJrmJhvlF1Rx0B_txPHt5BofksHH4qgNdkzL5nqyCk-nVqRD1oBW9hSeCBBXJ0VNJGMtLB6tlOejORB8Biu1zGLpzKGkmcoRjvy950wTFlQdKO8SEteGE6Q5LI0DjCfrT57-_YyXT6GAQTcawJ4Njc38pI5FIzC8DO_3beu0A/w400-h300/enfants%20makalondi.jpg" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiboj8m1bZ_EgLVyIC-3Ec-QOmN6UOv7h4cEodBNlNfHXbONvd_Qu56BQTSsdyAi8nW6DcUc1zZZuS9WoTHLKQ0LjdYqRoTvid1JZwzwkWmds9IKLdiIK0kgsoFggAIz-x0K0Xxn-ejbEuv9K2l5VZR3-GxoutV1osGRgdM7gIHKAelXc2ms8pxzmStpfc/s448/Padre-Mauro-Armanino-marzo-2017.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="336" data-original-width="448" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiboj8m1bZ_EgLVyIC-3Ec-QOmN6UOv7h4cEodBNlNfHXbONvd_Qu56BQTSsdyAi8nW6DcUc1zZZuS9WoTHLKQ0LjdYqRoTvid1JZwzwkWmds9IKLdiIK0kgsoFggAIz-x0K0Xxn-ejbEuv9K2l5VZR3-GxoutV1osGRgdM7gIHKAelXc2ms8pxzmStpfc/w400-h300/Padre-Mauro-Armanino-marzo-2017.jpeg" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg47-jU95jC2QDYkUXf8tFUBeWOSd4ve8D202IlmgXUUg3Uj0-UBBWsV5nTbrnadCGWyx3awlSbEVg7nz0iGXhSS8i-p1uTdFYxvBBEHw8PiBpj0ZQPoDGa-Gt8utMA-tRiH_LnmGj4U1KWMJSWYCmPTL0Ajvm_h4WTZKQmJgBcliZ8FWD4N5Lx-CH4sAQ/s780/pier-luigi-maccalli-mauro-armanino.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="470" data-original-width="780" height="241" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg47-jU95jC2QDYkUXf8tFUBeWOSd4ve8D202IlmgXUUg3Uj0-UBBWsV5nTbrnadCGWyx3awlSbEVg7nz0iGXhSS8i-p1uTdFYxvBBEHw8PiBpj0ZQPoDGa-Gt8utMA-tRiH_LnmGj4U1KWMJSWYCmPTL0Ajvm_h4WTZKQmJgBcliZ8FWD4N5Lx-CH4sAQ/w400-h241/pier-luigi-maccalli-mauro-armanino.jpeg" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXbiD1D3tvHGdcGBwlGNInpo3wc5Pi5H7oHrPi0PglDCoAFkWopCGqK7lERPn1UEE5KyGcl-QT6SNwxob_sWTZQPKcSVgxE3Reh7S6on0vWw7hzdW5EcSq1wfSHtpjsoKVTBF8bedWcWE3we7WB9-9CNxQKjeQRNO5GOuJxV354GWHrGPvi6Em8yu4FUs/s637/Screenshot%202024-02-14%20alle%2016.22.10.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="522" data-original-width="637" height="328" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXbiD1D3tvHGdcGBwlGNInpo3wc5Pi5H7oHrPi0PglDCoAFkWopCGqK7lERPn1UEE5KyGcl-QT6SNwxob_sWTZQPKcSVgxE3Reh7S6on0vWw7hzdW5EcSq1wfSHtpjsoKVTBF8bedWcWE3we7WB9-9CNxQKjeQRNO5GOuJxV354GWHrGPvi6Em8yu4FUs/w400-h328/Screenshot%202024-02-14%20alle%2016.22.10.png" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0zgtMWcRwcGm1SLcwHDzkqyezW39HSFrOQnSY0HwQYWy1mYUat20uDsoJ3HSGKgPYPom6ENEkNJ2T3l4sP9lBvcNzutRcJfEqJV4nEc5uq60Nh_H8STzRx478QoZqRmJTiu6EfoVsPgItTO2bChoKq5w6vvew2BcaAgmY3A-9GBjuBZgvmm_LpAl7xsI/s689/Screenshot%202024-02-14%20alle%2016.22.34.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="456" data-original-width="689" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0zgtMWcRwcGm1SLcwHDzkqyezW39HSFrOQnSY0HwQYWy1mYUat20uDsoJ3HSGKgPYPom6ENEkNJ2T3l4sP9lBvcNzutRcJfEqJV4nEc5uq60Nh_H8STzRx478QoZqRmJTiu6EfoVsPgItTO2bChoKq5w6vvew2BcaAgmY3A-9GBjuBZgvmm_LpAl7xsI/w400-h265/Screenshot%202024-02-14%20alle%2016.22.34.png" width="400" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><span style="color: #cc0000; font-family: verdana; font-size: large;"><b>Foto con P. Armanino, in acuni momenti della sua opera missionaria in Niger</b></span></div><p></p>Danila Oppiohttp://www.blogger.com/profile/05879803697515637167noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5970478880613169778.post-37823580057494929962024-02-05T00:44:00.000-08:002024-02-05T00:44:17.419-08:00GEOGRAFIE DI SABBIA NEL SAHEL di Padre MAURO ARMANINO <p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjI1MHWBw7XI6Uhoz6r7jmH54ehFR3E7MglWc4o7Ke-KSCzPBLWS6vTE8lHhjrn5HufweE-EjszuhyGR_kRuLRqHUaHC0OK8r5Gz-h-t4ZiHWTi-2M8Vb5I1-QKthCrPf24fcCB0XuY91htZ8_aV1k6TqZzpITZ_6PPVrGCa5w9FwbH6oMFCp4FktFoe2Q" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="458" data-original-width="611" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjI1MHWBw7XI6Uhoz6r7jmH54ehFR3E7MglWc4o7Ke-KSCzPBLWS6vTE8lHhjrn5HufweE-EjszuhyGR_kRuLRqHUaHC0OK8r5Gz-h-t4ZiHWTi-2M8Vb5I1-QKthCrPf24fcCB0XuY91htZ8_aV1k6TqZzpITZ_6PPVrGCa5w9FwbH6oMFCp4FktFoe2Q=w400-h300" width="400" /></a></div><br /> <span style="font-family: verdana;"><b><span style="color: red; font-size: x-large;">Geografie di sabbia nel Sahel</span></b></span><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Qui nessuno ne ha parlato. Il vertice Italia Africa era troppo lontano dalla situazione politica del Paese per sperare di lasciare qualche traccia. Il Niger, dal colpo di stato del passato luglio, è attualmente in ‘osservazione giuridica’ da parte della Comunità Internazionale. Numerose, al Vertice, le rappresentanze di Stati africani, organizzazioni e istituzioni finanziarie internazionali, banche per lo sviluppo e vertici dell’Unione Europea. Ancora più numerosi, però, gli assenti come ad esempio la società civile africana, le rappresentanze di migranti e soprattutto quell’Africa profonda che i capi di stato non rappresentano affatto, i poveri. L’ambiguità del Piano Mattei sta tutta nelle parole dell’attuale segretario generale dell’Unione Africana che rilevava l’esclusione dell’Africa al momento di proporre un ‘Piano’ che la riguarda. Quanto all’approccio ‘paritario, non predatorio e non caritatevole, con l’obiettivo di contribuire alla crescita dell’Africa’, per intenderlo basta ricordare gli accordi che l’Italia ha stipulato con la Tunisia e l’Albania.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Senza probabilmente saperlo Constantin arriva in ufficio proprio durante il Vertice in questione. Partito dal Camerun da qualche anno, ha viaggiato nel Mali, la Costa d’Avorio, la Guinea ed ha soggiornato in Gambia e nel Senegal. Seguendo improbabili tracciati ha finalmente raggiunto la Tunisia con l’idea di raggiunger il Paese che ha organizzato il Vertice col suo continente di origine. Ha lavorato come giornaliero per tre anni raccogliendo pomodori e, visto il clima intimidatorio creatosi nel Paese, dormiva sotto gli alberi di olivo. Messi assieme i soldi per i ‘passeurs’ ha tentato per tre volte il mare che ogni volta ha mostrato tutta la sua buona volontà sull’esito del viaggio. L’ultimo tentativo è stato però fatale perché le guardie costiere tunisine l’hanno preso, detenuto, spogliato dei suoi averi e poi abbandonato nel deserto contiguo a quello algerino. Era notte e i militari hanno semplicemente indicato ai migranti le luci che si vedevano brillare, lontano. Lui e i suoi amici hanno camminato di notte e sopravvissuto al deserto per quattro giorni.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"> Raggiunta un’oasi di ristoro e di salvezza, nella prima città algerina dove in seguito soggiornano, sono avvicinati da alcuni militari. Vengono arrestati, accompagnati e poi detenuti in un centro di transito fino alla definitiva espulsione e deportazione nel deserto che finge separare l’Algeria dal Niger. Constantin, giunto a Niamey in camion, si registra presso l’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni e con l’idea di tornare con chi rimane della famiglia che ha lasciato nel Camerun. Spera di arrivare in fretta nel suo Paese per raccontare ai figli, nel frattempo cresciuti con la madre, cosa significhi imparare a memoria la geografia scritta dalla sabbia nei suoi occhi. Lo stesso conta fare Julien, originario dello stesso Paese e sbarcato a Niamey, per noncuranza, dopo il Vertice di Roma. Quasi quarantenne ha lasciato il Camerun nel 2009 per raggiungere il suo futuro. Dopo sette anni, passati a lavorare ad Oran in Algeria si sposta a Casablanca nel Marocco. Per due volte tenta invano di raggiungere la Spagna via mare. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Durante il secondo tentativo, nel 2017, la nave fa naufragio e almeno sette suoi amici perdono la vita. Decide allora di raggiungere la Tunisia per tentare il viaggio nell’ Italia del Piano Mattei per l’Africa. Troppo tardi si accorge dell’errore commesso per precipitazione. Tra il Marocco e la Tunisia si trova infatti l’Algeria che colleziona migranti e rifugiati per spedirli nel deserto che tutto copre. Julien, senza documenti, con le medicine scadute e la sua formazione in informatica, chiede di essere aiutato a tornare a casa. Dopo così tanti anni di assenza ritiene che al libro scritto di geografia della sua vita manchi l’ultimo capitolo.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"> <b><span style="color: #2b00fe;"> Mauro Armanino, Niamey, 4 febbraio 2024</span></b></span></p>Danila Oppiohttp://www.blogger.com/profile/05879803697515637167noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5970478880613169778.post-47608365256947704302024-01-30T05:17:00.000-08:002024-01-30T05:17:05.891-08:00benedizioni dal Sahel di Padre MAURO ARMANINO<p> </p><p><span style="font-family: verdana;">Spesso abbiamo bisogno di Abbracci e di parole incoraggianti, per cacciare i timore e affrontare le immancabili avversità della vita. Ringrazio Padre Mauro, missionario a Niamey, in Niger., coraggio per la salute! tutto andrà bene, Mauro che da tempo mi sta donando conforto.</span></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7Yy1p7n4DhQEA_foUjTBfjE18cSq_OwPPFqyUI3A_bbiF7VjjVDLcneBLwfkynlXUaF5GaMGhbcMvq-58_VRakGl6LKq0yzOQL0SGmAV9LkMMRuumR7787DCwrnlS-rFEOeeHRG7SG-ZUl1PCVnnnUWuLIY_dYTuwuUj7umW-Qjhi01Rzr9KinTI8R-I/s225/download%20(2).jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="225" data-original-width="225" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7Yy1p7n4DhQEA_foUjTBfjE18cSq_OwPPFqyUI3A_bbiF7VjjVDLcneBLwfkynlXUaF5GaMGhbcMvq-58_VRakGl6LKq0yzOQL0SGmAV9LkMMRuumR7787DCwrnlS-rFEOeeHRG7SG-ZUl1PCVnnnUWuLIY_dYTuwuUj7umW-Qjhi01Rzr9KinTI8R-I/w640-h640/download%20(2).jpeg" width="640" /></a></div><p></p><p><br /></p><p style="text-align: center;"><span style="color: red; font-family: verdana; font-size: large;"><b> Benedizioni dal Sahel</b></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">Come tutto ciò che ci riguarda, anche le benedizioni, sono da noi di polvere, anzi polvere di vento. In questi giorni, a Niamey la capitale e dintorni, loro sono tornati. Il vento che porta la polvere del deserto che si raffredda la notte e il primo mattino. I pomeriggi assolati ma non eccessivamente perché siamo nella stagione dell’Harmattan, termine inglese adattato da lingue locali. Le benedizioni le porta il vento dove uno meno se le aspetta, nel Sahel imprevedibile per sua natura. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">Sono benedetti i bambini di Makalondi, cittadina ad un centinaio di kilometri dalla capitale. L’altro giorno sono andati a scuola e hanno trovato le scuole chiuse perché senza insegnanti. Essi sono stati minacciati di fare la stesse fine di un loro collega, rapito e ucciso da uomini armati che hanno affermato di conoscere le case di tutti gli insegnanti. Eppure, in questa città sono stazionati i militari che la notte trovano difficoltà ad assicurare protezione alle migliaia di cittadini sfollati della zona.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">L’altra benedizione è accaduta ieri, venerdì, nel cimitero cristiano della capitale, attorno ad una croce di ferro piantata nel terreno. Sulla tavoletta di ferro saldata alla piccola croce c’è il nome di Godwin Monday, nigeriano. Nato di lunedì 46 anni or sono, è tornato alla terra promessa che ha cercato nel Benin, Etiopia, Kenia, Dubai degli Emirati Arabi Uniti e infine il Niger di Niamey dove il tumore che portava nel volto ha avuto ragione delle cure che stava seguendo. Dio avrebbe vinto.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">Sono poi benedetti, clandestinamente o per meglio dire ‘illegalmente’, proprio loro, i migranti che del Sahel hanno esplorato le infinite possibilità di viaggiare. Il regime militare al potere dal colpo di stato del passato luglio ha deciso di abrogare la legge sulla migrazione, fatta ad immagine e somiglianza dell’Unione Europea. Detta legge, dal 2015, aveva scelto di ‘criminalizzare’ quanti collaboravano all’avventura migratoria per meglio negare i diritti dei migranti alla mobilità.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">Non raramente detta benedizione arriva in ritardo. Nel Mediterraneo centrale i migranti morti in mare nel 2023 sono stati oltre 2.800 e nel deserto nessuno è potuto andare ad indagare perché tutto era militarizzato, specie le piste conosciute dagli autisti. Nel frattempo, l’italica repubblica convoca gli stati africani assicurando loro che, ispirandosi ad Enrico Mattei, inventore dell’ENI, il progetto di esternalizzare le detenzioni e i controlli dei migranti sarà sul modello italiano dell’Albania.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">L’ultima benedizione nel Sahel, però, è naturalmente per la sabbia. Essa è del popolo la migliore metafora e immagine. Lei, la sabbia, è paziente, resistente, tace, geme, persiste, si adatta ai regimi che l’attraversano e tutto ricopre, alla fine, di una coltre che il tempo sedimenta. Com’è noto il cielo e la terra passeranno ma lei, la sabbia, resterà come unico testimone del popolo benedetto dal vento della speranza.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"> </span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmJHrstXj9OBqSLQiBtEoj3jSCl6zVyFMXZexBHwt6ooleWzFJt2vinINiGL2zhHDstzYzEX_hu5UDxyyKte30_qQDk7KLg0hliJzfwCtgFelYy9Gimpo7bX9JRuA8m_ZTXWCD9pOTxsk1zRYXKOhtOJsDHbD3Cblm0RoWYERQ2XWTY9VkGS1ZzNEbzLs/s1000/WhatsApp-Image-2022-09-10-at-15.36.43-4-e1663403183435.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="580" data-original-width="1000" height="186" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmJHrstXj9OBqSLQiBtEoj3jSCl6zVyFMXZexBHwt6ooleWzFJt2vinINiGL2zhHDstzYzEX_hu5UDxyyKte30_qQDk7KLg0hliJzfwCtgFelYy9Gimpo7bX9JRuA8m_ZTXWCD9pOTxsk1zRYXKOhtOJsDHbD3Cblm0RoWYERQ2XWTY9VkGS1ZzNEbzLs/s320/WhatsApp-Image-2022-09-10-at-15.36.43-4-e1663403183435.jpeg" width="320" /></a></span></div><span style="font-family: verdana;"><br /></span><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"> </span><b style="color: #2b00fe; font-family: verdana; font-size: large;"> Mauro Armanino, Niamey, 28 gennaio 2024</b></p><p style="text-align: justify;"><br /></p>Danila Oppiohttp://www.blogger.com/profile/05879803697515637167noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5970478880613169778.post-73402735017714987412024-01-29T00:13:00.000-08:002024-01-29T00:13:57.771-08:00Conferenze di P. Claudio TRUZZI- 12 STILE DEL CRISTIANO .B , ATTEGGIAMENTI COERENTI - 3 AMMINISTRATORE INFEDELE<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYrxyQK5Xx5eCST1nfhZEAux3ZBJTj-ZvUemUAOxbPG3xukG3vd3OeqTLNYsz5vCXYCjDYhExyPG_XymU4LV84iU4kBCGs1MkQ8tBHug4Tdv6iA24YDb4zjGBtt7YhhNKnLJsEXBPfg6l6YYwmeGUzmAlIe_uv5sqHxK0bOLNZJHF5J7-rMnVf11fUlLg/s300/download%20(2).jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="168" data-original-width="300" height="224" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYrxyQK5Xx5eCST1nfhZEAux3ZBJTj-ZvUemUAOxbPG3xukG3vd3OeqTLNYsz5vCXYCjDYhExyPG_XymU4LV84iU4kBCGs1MkQ8tBHug4Tdv6iA24YDb4zjGBtt7YhhNKnLJsEXBPfg6l6YYwmeGUzmAlIe_uv5sqHxK0bOLNZJHF5J7-rMnVf11fUlLg/w400-h224/download%20(2).jpeg" width="400" /></a></div><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><div style="text-align: justify;"><br /></div></span><p></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"> <b><span style="color: red;">12 – STILE DEL CRISTIANO</span></b></span></p><p style="text-align: center;"><span style="color: red; font-family: verdana; font-size: medium;"><b>b – ATTEGGIAMENTI COERENTI</b></span></p><p style="text-align: center;"><span style="color: red; font-family: verdana; font-size: medium;"><b><br /></b></span></p><p style="text-align: center;"><span style="color: red; font-family: verdana; font-size: medium;"><b>3. AMMINISTRATORE INFEDELE </b></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di aver dissipato i suoi beni. Il padrone lo chiamò e gli disse: “È vero quello che sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché da questo momento non potrai più amministrare”. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">L'amministratore disse fra sé: “Che farò ora che il mio padrone mi toglie l'amministrazione? Zappare, non ho forza, medicare, mi vergogno. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">So io che cosa devo fare, affinché quando mi sarà tolta l'amministrazione, mi accolgano nelle loro case”. Chiamò uno ad uno quelli che avevano debiti con il suo padrone e disse al primo:“Tu quanto devi al mio padrone”. Quello rispose: “Cento barili d'olio”. Gli disse: “Prendi il tuo foglio, siediti e scrivi cinquanta”. Poi disse ad un altro:“E tu quanto devi?”. Quello rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi il tuo foglio e scrivi ottanta”. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Il padrone lodò quell'amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. Infatti, i figli di questo mondo, nei loro rapporti con gli altri, sono più astuti dei figli della luce». (Luca 16,)</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Si tratta, indubbiamente, di una parabola imbarazzante, persino scandalosa.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Un latifondista capta alcune voci circa l'irregolarità amministrative compiute da un suo fattore. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Lo manda a chiamare. L'interessato non pensa neppure a discolparsi: i libri contabili gli danno torto. Il licenziamento risulta inevitabile.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ciò di cui lui si preoccupa è del proprio futuro. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">L'unica maniera per cavarsela, dal momento che non saprebbe fare altri mestieri, consiste nel procurarsi degli amici.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ed eccolo subito in azione. Convoca i debitori del suo padrone – probabilmente mercanti-grossisti – e riduce notevolmente l'ammontare del loro debito. Una riduzione del venti per cento per il grossista di grano, e del cinquanta per cento per quello dell'olio. In ogni caso, l'abbuono è di parecchi milioni.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Bella maniera di “sistemare” uno scandalo amministrativo! A una serie d'irregolarità si rimedia con altre irregolarità. Scoperta la truffa, si evitano le conseguenze spiacevoli con altre operazioni truffaldine.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">E il tutto con la benedizione del padrone, il quale “lodò quell'amministratore disonesto, perché aveva agito con destrezza”. – Anzi, secondo certi studiosi, l'approvazione non sarebbe del padrone, ma del Signore! Ossia Gesù stesso ammira il comportamento del fattore infedele.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Per questo molti parlano di “scandalo”. Qualcuno definisce il racconto come “la più raccapricciante delle parabole”. Una vergogna, insomma. Non c'è più religione (!), dal momento che Dio stesso tiene il sacco ad un ladro.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">– Cerchiamo di mantenere la calma.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">L'approvazione del Signore va all'amministratore disonesto, certo. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">La lode, tuttavia, non riguarda la sua disonestà, bensì la scaltrezza di cui ha dato prova. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Gesù non pronuncia un giudizio morale sulla condotta truffaldina. Ma apprezza l'intelligenza e l'intraprendenza del furfante.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Nell'interpretazione di una parabola [ormai lo sappiamo!], si deve evitare l'errore di trovare ad ogni costo un significato, un'applicazione pratica – o, peggio, un motivo edificante – in ogni particolare. Occorre cogliere il motivo dominante, la lezione di fondo, senza soffermarsi sugli elementi di contorno.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ora, nel nostro caso, la lezione fondamentale non è quella dell'ingiustizia, ma della capacità di tirarsi fuori da una situazione critica. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Il Signore ama le parsone che si danno da fare, che non si dimenticano di possedere un cervello, che ricorrono alle risorse della fantasia.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Qui, l'amministratore infedele trova un varco che gli permette di uscire dalla sua situazione attraverso una scoperta decisiva: la scoperta degli altri. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Finora non si era accorto, praticamente, della loro esistenza; aveva pensato solo a sé, ai propri interessi. Adesso scopre la realtà dell'amicizia. Dispone ancora una volta ingiustamente della proprietà che deve amministrare, tuttavia non più per sé, ma a vantaggio degli altri. E la propria salvezza passa attraverso quest'apertura agli altri.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">• Mi sembra questa una lezione essenziale per la Chiesa. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Essa non è padrona, bensì semplice amministratrice e dispensatrice dei tesori del suo Signore. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">La Chiesa non può vivere in un circuito chiuso, pensando alla propria sicurezza, ai propri diritti, al proprio prestigio. Deve “porre in circolazione” i beni del suo Padrone. Deve scoprire la propria identità nel suo “essere per” gli uomini.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">La Chiesa non può trasformare la propria vocazione in autogestione o, peggio – in “auto-digestione”. Elezione non significa privilegio, ma servizio. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">I beni del Signore vengono “dissipati” quando sono tenuti per sé, chiusi, protetti, difesi. La colpa non sta nel dilapidare, ma nell'appropriarsi. Non nel dilapidare a vantaggio dell'umanità.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Chi può illudersi di saper amministrare fedelmente? </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Eppure, la vera, grossa infedeltà consiste nel non largheggiare, nel non distribuire a piene mani.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ed è bello, è giusto, che la Chiesa – come l'amministratore che si dichiara incapace di maneggiare la zappa – non sappia, non possa, non debba fare “altri mestieri”. L'unico suo mestiere, l'unica sua specializzazione, infatti, è: perdonare, usare misericordia, compatire, comprendere, aprire, liberare.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">•• La lezione riguarda anche ciascuno di noi.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Nessuno ha registri a posto. Per poco che Dio ci dia un'occhiata, c'è da tremare. I conti con Lui non tornano mai.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ebbene, la parabola ci insegna a compiere “irregolarità”. Anche se in altra maniera.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Dio ama le “irregolarità” che vanno a vantaggio del prossimo.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Si tratta di minimizzare le colpe degli altri (e non di maggiorarle, come facciamo abitualmente), di ridurre i loro difetti, di cancellare le offese, di tirare una riga sopra i torti, di non ragionare in termini di diritti o ragione, ma in termini di amore. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Le nostre mani ridiventano “pulite” quando le spalanchiamo nel gesto del dono, per regalare gioia, luce, speranza.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Col prossimo non sono consentite le misure “giuste”. L'unica misura consentita è la “dismisura”, l'eccesso. Allora il Signore tornerà a fidarsi di noi.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Certo, mancherà sempre qualcosa nei nostri conti: farli quadrare sarà praticamente impossibile. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Lui, però, è soddisfatto ugualmente della nostra “cattiva amministrazione”. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Perché, ciò che manca dovrà andarlo a cercare “altrove”, e non nel portafoglio. I suoi beni sono al sicuro nelle tasche degli altri, che sono poi i legittimi destinatari.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Allora, noi ci saremo fatti degli amici che parleranno bene di noi presso l'Amico.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">……………………….</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: red; font-family: verdana; font-size: medium;"><b>4. PARABOLA DEL FICO STERILE (LA PAZIENZA DI DIO)</b></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">«Disse anche questa parabola: Un tale aveva un fico piantato nella vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Allora disse al vignaiolo: – Ecco, son tre anni che vengo a cercare frutti su questo fico, ma non ne trovo. Taglialo. Perché deve sfruttare il terreno? –. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ma quegli rispose: – Padrone, lascialo ancora quest'anno, finché io gli zappi attorno e vi metta il concime e vedremo se porterà frutto per l'avvenire; se no, lo taglierai –» (Luca 13,6-9).</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Potremmo disquisire a lungo sulla giustizia di Dio, ma non che sia una giustizia che non sappia attendere, così come sa attendere il cuore d’un Padre. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Potremmo dire tante cose sulla pazienza di Dio, ma non che essa non sappia esigere ciò che è giusto e buono per ciascuno di noi, per essere dei veri figli.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Una pazienza, perciò, che è attesa del nostro impegno. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Un'attesa che non perdona un disimpegno, ma lo rimuove, pena l'auto-condanna. Dio interviene, suscita una scelta continua.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ogni intervallo di passività è messo sotto giudizio da Dio, che, se dilaziona la condanna, è per provocare una crisi e un risveglio. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Pazientare non è perciò un guardare in silenzio l'oziare dei figli. È un dialogare continuo tra uno sguardo d'amore del Padre e lo sforzo di questi figli. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Dio attende che il nostro aprire gli occhi e le orecchie agli inviti della coscienza, che sono poi i richiami di Dio stesso, diventi l'inizio di una ripresa di dialogo.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Essenziale è dare al Signore il permesso di entrare in azione, di creare cioè quel minimo indispensabile che dia via libera alla grazia di fare il resto.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Affinché un filo d'erba spunti è necessaria almeno una zolla; un seme può attecchire anche in una fessura di muro, purché trovi qualcosa in cui marcire.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">L'esigenza di questo “minimo” – in confronto alla potenzialità e al miracolo dell'agire di Dio è sempre un minimo anche il nostro eventuale eroismo – è quanto basta per rendere possibile il dialogo tra Dio e noi.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">La morte di ciascuno di noi (ci ricorda il Vangelo).</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ogni stagione ha il suo frutto squisito. Ogni pianta ha la sua stagione per maturare. La natura è varia e sempre interessante, sia nel suo apparire morta, sia nel suo rifiorire e rivivere a tempo opportuno. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">La natura è sempre obbediente alla legge di Dio. Per questo ci affascina. Se non si riesce più ad assaporare la dolcezza di un frutto, colpa sarà sempre dell'uomo che ha intaccato con il suo egoismo di pietra anche le bellezze più innocenti di questo mondo.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Più che lo scatenarsi di una tempesta, la natura paventa l'imprevidenza e la noncuranza dell'essere più intelligente, che s'accorge troppo tardi del danno che può procurare ogni forma di violazione dell'armonia nel creato.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Se tutto il mondo è una parabola, tutto va giudicato e letto come un messaggio della bontà e della giustizia di Dio. Perché chiudere gli occhi? Perché non sentire?</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Se un albero abbattuto da una raffica di vento può impressionare, che dire d’un'anima sconvolta da una tragedia, d’una coscienza tradita nella sua più profonda bellezza interiore?</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Se il sussultare della terra – mai esente da una responsabilità umana – può terrificare e farci gridare contro il Cielo, che dire allora quando l'uomo imbestialisce a tal punto da ridurre tutto a odio, vendetta, sangue, depravazione morale?</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Quando Cristo è morto sulla croce, anche la natura ha pianto. Ma l'uomo, dov'era?</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Quando certe piante secche della nostra società – cioè coloro che riduciamo tali con la nostra indifferenza –, non ci impressionano più nella loro dignità emarginata, ma ci danno fastidio perché rovinano il bel panorama del nostro egoismo –, non è forse segno che siamo diventati noi delle piante aride e prive di frutti, mentre Dio ha già scelto dove far scaturire il seme di speranza per un mondo nuovo?</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">O Gesù, </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">mi piace identificarti in quel saggio vignaiolo, </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">che chiede tempo all'impazienza del padrone della vigna. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Non che Tuo Padre sia solo giusto, senza cuore! </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Forse perché senza un tale Figlio </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">il volto di Dio sarebbe stato diverso. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Non è concepibile un Padre senza Te, Figlio! </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Lo Spirito Santo non è forse questa reciproca esigenza? </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ed è proprio questo Spirito a rinnovare la faccia di questo mondo. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Dove c'è Spirito, </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">c'è vita, c'è il rifiorire dell'uomo, il suo camminare a maturazione. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">O Gesù, ho sempre nel cuore </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">quella frase che hai rivolto alle donne di Gerusalemme, sulla via della croce:</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>«Perché, se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?». </i></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="white-space: normal;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i><span style="white-space: pre;"> </span>Se Tu, o Cristo, il legno verde, </i></span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>il frutto benedetto dello Spirito e del sì d’una Vergine ebrea, </i></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>hai percorso la strada del sacrificio supremo, </i></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>perché noi, legni secchi, alberi ricchi di sole foglie, </i></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>ci crediamo dispensati </i></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>dal duro impegno di rinascere continuamente a vita nuova, </i></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>facendo del nostro indispensabile sì allo Spirito di Dio </i></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>un'adesione verginale, </i></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>una testimonianza di povertà, una fede operosa? </i></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>Tu dilazioni la pazienza del Padre in un'attesa d'amore; </i></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>ma non togli il nostro impegno di dissodare il terreno, </i></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>per dare più vitalità alla pianta della nostra vita.</i></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>Proprio perché Tu sei paziente, </i></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>noi dovremmo a maggior ragione assumerci più responsabilità, </i></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>corrispondere al Tuo amore in attesa con più impegno, </i></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>come il figliol prodigo ritornato a casa dal padre, </i></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>la cui pazienza d'amore </i></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>è sempre rimasta presente </i></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>nel cuore del figlio, pur lontano.<span style="white-space: pre;"> </span>Don Giorgio De Capitani (Messaggero)</i></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i><br /></i></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i><br /></i></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i><br /></i></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i> </i></span></p><p style="text-align: justify;"><br /></p>Danila Oppiohttp://www.blogger.com/profile/05879803697515637167noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5970478880613169778.post-55492109381685050492024-01-26T07:24:00.000-08:002024-01-26T07:24:11.268-08:00Mons. de Brésillac, Vescovo Missionario e Fondatore della società delle Missioni Africane<h3 class="post-title entry-title" itemprop="name" style="background-color: #ead1dc; color: #333333; font-family: Georgia, Utopia, "Palatino Linotype", Palatino, serif; font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size: 30px; font-stretch: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; font-weight: normal; line-height: normal; margin: 0px; position: relative;"><a href="https://versiinvolo.blogspot.com/2024/01/le-pere-hans-joachim-lohre-missionnaire.html" style="color: #cc0033; text-decoration-line: none;">Mons.Melchior de Brésillac Vescovo missionario Fondatore della Società delle missioni Africane SMA</a></h3><div class="post-header" style="background-color: #ead1dc; color: #997755; font-family: Georgia, Utopia, "Palatino Linotype", Palatino, serif; font-size: 13.8px; line-height: 1.6; margin: 0px 0px 1em;"><div class="post-header-line-1"></div></div><div class="post-body entry-content" id="post-body-2911163980685443431" itemprop="description articleBody" style="color: #333333; font-family: Georgia, Utopia, "Palatino Linotype", Palatino, serif; font-size: 14.49px; line-height: 1.5; position: relative; width: 790px;"><div class="separator" style="background-color: #ead1dc; clear: both; text-align: center;"><br /></div><br /><p style="background-color: #ead1dc;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiIRscEDXS_c2QzhQnkPizzXHhCB_1Pmv33QcX1kWxjqdmv9pdAutROzg9yY8LWMS4lVXOaE0DZ1aKA6XdH16bm9lsCOmOIuCAKTS3X6MnXhFSiZr__IsqBYcAwqSIVbj7dEilbkhuPlzS0ZP1KpuqYlqTaLRRDr4XY3xjtB3VfY-j1qzHn83wm8LWf9B_E" style="background-color: #cfe2f3; color: #cc0033; margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-decoration-line: none;"><img alt="" data-original-height="451" data-original-width="264" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiIRscEDXS_c2QzhQnkPizzXHhCB_1Pmv33QcX1kWxjqdmv9pdAutROzg9yY8LWMS4lVXOaE0DZ1aKA6XdH16bm9lsCOmOIuCAKTS3X6MnXhFSiZr__IsqBYcAwqSIVbj7dEilbkhuPlzS0ZP1KpuqYlqTaLRRDr4XY3xjtB3VfY-j1qzHn83wm8LWf9B_E=w373-h640" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border: none; box-shadow: rgba(0, 0, 0, 0.5) 1px 1px 5px; padding: 8px; position: relative;" width="373" /></a></div><span style="background-color: #cfe2f3;"><br /><br /></span><p></p><p><span style="background-color: #cfe2f3; font-family: verdana; font-size: medium;">Mons. de Brésillac, a 160 anni dalla morte</span></p><p><span style="background-color: #cfe2f3; font-family: verdana; font-size: medium;"> 25 giugno è un giorno di memoria per la SMA: si fa ricordo della morte del Fondatore della SMA, Mons. Melchior de Marion Brésillac, avvenuta 160 anni fa.</span></p><p><span style="background-color: #cfe2f3; font-family: verdana; font-size: medium;">Era stato nominato dal Vaticano Vicario Apostolico di Sierra Lione il 21 marzo 1858. Il 3 Novembre 1858 partono i primi missionari per Freetown. Il 10 marzo 1859 parte anche Mons. de Brésillac con due confratelli, un sacerdote e un fratello.</span></p><p><span style="background-color: #cfe2f3; font-family: verdana; font-size: medium;">Dopo varie tappe giungono a Freetown il 14 maggio. Durante un’epidemia di febbre gialla i missionari si prestano per alleviare le sofferenze di chi ne è contagiato. Infine loro pure si ammalano.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="background-color: #cfe2f3; font-family: verdana; font-size: medium;">Il 2 giugno, festa dell’Ascensione, muore padre Riocreux. Il 5 giugno, muore padre Bresson.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="background-color: #cfe2f3; font-family: verdana; font-size: medium;">Anche Mons. de Brésillac è colpito dall’epidemia.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="background-color: #cfe2f3; font-family: verdana; font-size: medium;">Il 18 giugno muore il fratello Monnoyeur. Il fratello Reynaud Mpmsè imbarcato su una nave perché rientri in Francia.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="background-color: #cfe2f3; font-family: verdana; font-size: medium;">Le condizione di Mons. de Brésillac peggiorano. Muore il 25 giugno1859, all’età di 46 anni.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="background-color: #cfe2f3; font-family: verdana; font-size: medium;">Così racconta la sua morte un testimone, il commerciante francese Brémond,: “Levò gli occhi al cielo e disse con un’espressione che non dimenticherò mai: ‘La fede, la speranza e la ca…’. Completai io stesso dicendo: ‘E la carità!’. Grazie, mi disse, molto debolmente. Si spense alle 13,20, in una calma perfetta, ma dopo aver avuto una terribile agonia di circa mezz’ora”.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="background-color: #cfe2f3; font-family: verdana; font-size: medium;">L’indomani, il suo funerale si svolge alla presenza di tutte le autorità, dei notabili, senza distinzione di religione, e di molta gente. Gli abitanti di Freetown, afferma ancora il sig. Brémond, “accompagnarono alla sua ultima dimora il nostro povero vescovo che aveva saputo, in così poco tempo, attirarsi il rispetto di tutti”.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="background-color: #cfe2f3; font-family: verdana; font-size: medium;">Dal suo sacrificio è nata la Società delle Missioni Africane.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="background-color: #cfe2f3; font-family: verdana; font-size: medium;"> Guarda il video e leggi la biografia di Mons. de Brésillac </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="background-color: #cfe2f3; font-family: verdana; font-size: medium;">Nelle foto: pellegrinaggio SMA a Freetown, al monumento in memoria di de Brésillac</span></p><p><span style="background-color: #cfe2f3; font-family: verdana; font-size: medium;"><br /></span></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZv1iMMpMLXb4bYE-lQvsTrxdUr3yVvlf0eaWTW-ujshupBTNnujvRCVFbGBfCPeEK2RUDp_VXC2iXo4KNn8rmvjY8a0YKZF_MafeytlR73mmmIA3i_INR7ngHPRxegDbtBek4p862CXGwFR2NWILDBxDaRGSWLrk0948ok_M2uznZ6LScINQ0hyphenhyphenNaAh1r/s1000/2009_0053_Sierra_Leone_sma.jpg" imageanchor="1" style="background-color: #cfe2f3; color: #cc0033; margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-decoration-line: none;"><img border="0" data-original-height="750" data-original-width="1000" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZv1iMMpMLXb4bYE-lQvsTrxdUr3yVvlf0eaWTW-ujshupBTNnujvRCVFbGBfCPeEK2RUDp_VXC2iXo4KNn8rmvjY8a0YKZF_MafeytlR73mmmIA3i_INR7ngHPRxegDbtBek4p862CXGwFR2NWILDBxDaRGSWLrk0948ok_M2uznZ6LScINQ0hyphenhyphenNaAh1r/w640-h480/2009_0053_Sierra_Leone_sma.jpg" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border: none; box-shadow: rgba(0, 0, 0, 0.5) 1px 1px 5px; padding: 8px; position: relative;" width="640" /></a></div><span style="background-color: #cfe2f3;"><br /></span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVUuYe7hTPXIP-wZ6uvvVV-RE49vjNdeTbBMQjI5l3TdQ8iT9JhIT1rV3jdusg9d2I1WUW8zCZOdYpNRvcuD7UCJmr9m8ft8qoDrRGVxzxW9oQCZ5FRAayL_nQeoy1wQCRxEjcN8x4-TvXXbLQeHW3Sectsxy9gtEktsDQSG4205xey_t7jMK7bMnyklFu/s1000/2009_0054_Sierra_Leone_sma.jpg" imageanchor="1" style="background-color: #cfe2f3; color: #cc0033; margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-decoration-line: none;"><img border="0" data-original-height="750" data-original-width="1000" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVUuYe7hTPXIP-wZ6uvvVV-RE49vjNdeTbBMQjI5l3TdQ8iT9JhIT1rV3jdusg9d2I1WUW8zCZOdYpNRvcuD7UCJmr9m8ft8qoDrRGVxzxW9oQCZ5FRAayL_nQeoy1wQCRxEjcN8x4-TvXXbLQeHW3Sectsxy9gtEktsDQSG4205xey_t7jMK7bMnyklFu/w640-h480/2009_0054_Sierra_Leone_sma.jpg" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border: none; box-shadow: rgba(0, 0, 0, 0.5) 1px 1px 5px; padding: 8px; position: relative;" width="640" /></a></div><span style="background-color: #cfe2f3;"><br /></span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4SVtNzRiq78wDZOw4yRtrvuB61v5jX42SVkwmQOV5Zgp2IVTRVYbgDMfNyyXEjbXPeMmck2FYwAttZd0b3oxIL1r_lHsL9Tokcw3K5Qms8ggJmNX5MGcsqxYlIvkBqh6_EQ0KUCDf3NJo-a0wgHDkj2VNZFNFvHwugxa-Dvsnc-iFl7tF3jXahZUOHTKG/s640/PICT0003.jpg" imageanchor="1" style="background-color: #cfe2f3; color: #cc0033; margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-decoration-line: none;"><img border="0" data-original-height="480" data-original-width="640" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4SVtNzRiq78wDZOw4yRtrvuB61v5jX42SVkwmQOV5Zgp2IVTRVYbgDMfNyyXEjbXPeMmck2FYwAttZd0b3oxIL1r_lHsL9Tokcw3K5Qms8ggJmNX5MGcsqxYlIvkBqh6_EQ0KUCDf3NJo-a0wgHDkj2VNZFNFvHwugxa-Dvsnc-iFl7tF3jXahZUOHTKG/w640-h480/PICT0003.jpg" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border: none; box-shadow: rgba(0, 0, 0, 0.5) 1px 1px 5px; padding: 8px; position: relative;" width="640" /></a></div><br /></div>Danila Oppiohttp://www.blogger.com/profile/05879803697515637167noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5970478880613169778.post-24343692628244279612024-01-25T06:29:00.000-08:002024-01-25T06:29:25.568-08:00Le père Hans Joachim Lohre, missionnaire d'Afrique, a été libéré en novembre 2023 documento inviato da P. MAURO ARMANINO<div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHV9ILebH91flfOvg0E5FDXFsHOwR6TO-XUsX5kkktTVIDpjUZS0pmz4Nsepk_BldZzpPkpfyLuZIKNXyQstaz1R8mMfJ7sxyf5OeBgTd3LM4e2PUOiy_Csnk2RVqOQtUauOIc7EmwgHQxOB5kq5T6NqlHNxwIae8GVs3lU1UgLphbma8bWXD-Yo6dG64/s563/Screenshot%202024-01-25%20alle%2015.19.20.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="563" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHV9ILebH91flfOvg0E5FDXFsHOwR6TO-XUsX5kkktTVIDpjUZS0pmz4Nsepk_BldZzpPkpfyLuZIKNXyQstaz1R8mMfJ7sxyf5OeBgTd3LM4e2PUOiy_Csnk2RVqOQtUauOIc7EmwgHQxOB5kq5T6NqlHNxwIae8GVs3lU1UgLphbma8bWXD-Yo6dG64/w400-h214/Screenshot%202024-01-25%20alle%2015.19.20.png" width="400" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: red; font-family: verdana; font-size: large;"><b>IL PADRE MISSIONARIO TEDESCO RAPITO DA UN GRUPPO ARMATO IN MALI LIBERATO E0 STATO LIBERATO A NOVEMBRE 2O23</b></span></div></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Le père Hans Joachim Lohre, missionnaire d'Afrique, a été libéré en novembre 2023. Il avait été enlevé à Bamako par un groupe armé puis retenu en otage par le Jnim, le Groupe de soutien à l'Islam et aux musulmans, lié à al-Qaïda. Il revient pour Aleteia sur les conditions de sa libération. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Le 22 novembre 2022, le missionnaire allemand Hans-Joachim Lohre était enlevé par des djihadistes alors qu’il s’apprêtait à célébrer la messe à Bamako, au Mali. Sur le lieu du rapt, ses paroissiens ne trouveront que la croix du père blanc, qui restera prisonnier dans le Sahel pendant 370 jours, « accompagné par le Seigneur et votre prière ». À Rome, lors de la première conférence organisée depuis sa libération, le prêtre s’est confié sur ce qu’il affirme avoir vécu comme un « temps sabbatique » tourné vers l’oraison et la contemplation.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">« Une voiture est arrivée ‘full speed‘. Je me suis dit que c’était un peu tôt pour la messe. Un homme est sorti et m’a dit : ‘mon père, vous êtes en état d’arrestation' ». Il est sept heures trente, jour de la fête du Christ-Roi, quand le père « Ha-Jo » – prononcer « Ayo » – se fait enlever. On le menotte, lui met une cagoule sur la tête, et le charge à l’arrière d’une voiture. Un ravisseur lui déclare : « N’ayez pas peur, nous on ne va rien vous faire, on est des bons, on vient d’Al Qaïda ».</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Sa bible et son chapelet brûlés</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Après des heures de route, on le débarrasse de toutes ses affaires – notamment des habits et du matériel liturgiques, de sa bible et de son chapelet. Tout lui est enlevé, sauf un T-shirt sur lequel était écrit « I love my king« , un signe pour lui, en cette solennité du Christ-Roi. « Ils ont tout brûlé, (…) mais ils ne peuvent pas prendre ma foi », comprend-il alors.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Quand il était jeune, le père Ha-Jo se destinait à devenir agent pastoral et à fonder une famille, chez lui en Allemagne, mais s’est senti appelé irrésistiblement à rejoindre les pères blancs après une rencontre dans son diocèse. Envoyé au Mali pour la première fois il y a quarante ans, il y a passé vingt-huit ans, un travail de longue haleine, notamment dans le domaine du dialogue interreligieux, qui l’avait cependant fatigué, au point qu’il demande à ses supérieurs, quelque temps avant son enlèvement, une année sabbatique.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Remettre le jour de sa libération à Dieu.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">« Quand j’ai été enlevé, je me suis dit que je commençais mon temps sabbatique : plus de rendez-vous, plus de travaux, plus de conférences à organiser, pas de stress… et beaucoup de temps pour prier », déclare-t-il avec humour. Il sait que les prêtres otages sont généralement enlevés pendant quatre ans avant d’être libérés, et n’envisage alors pas sa libération au bout d’un an, un record et « un miracle » selon lui.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Il pense aussi à sa lecture des travaux du psychiatre autrichien Viktor Frankl sur les prisonniers du camp d’Auschwitz, dans lequel le professeur explique que les survivants « ont haï ou qui se sont résignés », mais ceux « qui ont donné un sens à ce non-sens ». Il décide alors de « remettre le jour de sa libération à Dieu », prenant comme horizon cette parole de la Genèse, prononcée par Joseph en secourant ses frères, eux qui l’avaient pourtant livré auparavant : « Vous aviez médité de me faire du mal : Dieu l’a changé en bien ». Le père Lohre n’a plus de bible, mais il a la chance d’en connaître de nombreux extraits par cœur pour l’accompagner dans son épreuve.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Alors qu’on l’emmène dans un camp de brousse du Sahel, le missionnaire apprend qu’il a été enlevé en raison de la présence de militaires allemands qui aident l’armée malienne à Garo. Quelques jours plus tard, on l’emmène dans un autre camp, où vivent d’autres djihadistes « très religieux », qui tentent de le convertir en lui expliquant vouloir construire une société respectant la Charia, « sans débauche et sans alcool ». « Je ne leur donne pas raison, mais j’ai admiré leur sincérité », reconnaît le prêtre, qui leur répond et défend sa foi, sans jamais être inquiété ni brutalisé.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ecouter la messe de Noël et suivre les JMJ malgré sa captivité</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">On lui donne à manger suffisamment, notamment du pain dont il prend soin de conserver un morceau pour la messe, et une radio avec laquelle il peut écouter les stations locales, mais aussi souvent les émissions anglophones et francophones de Radio Vatican. Il raconte avoir pu ainsi entendre la messe du pape François au Vatican le jour de Noël : « J’étais aux anges ». Il pourra aussi suivre tous les grands événements catholiques de l’année : les JMJ à Lisbonne, le Synode… Mais son plus grand bonheur viendra quand il capte sur les ondes une radio malienne qui affirme que des musulmans et des chrétiens prient ensemble pour sa libération. « Je ne me suis jamais senti plus missionnaire qu’à ce moment-là », confie-t-il avec émotion.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">À la fin du mois de décembre, on l’emmène dans le désert où il est confié à des Touaregs. Il souffre un peu du froid la nuit, malgré le don d’un manteau de cachemire par un de ses geôliers, mais commence alors pour lui une « vraie retraite de prière ». Il passe « vingt deux heures sur vingt quatre » allongé sous une bâche, et ne peut se dégourdir les jambes sur un parcours délimité par ses gardes. Plus tard, on l’emmène dans une région montagneuse. Il y retrouve d’autres otages. Pendant toute cette période, il est nourri, soigné… et peut se consacrer à prier entièrement.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Il célèbre une messe de 2h chaque jour</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Sa journée type : tout d’abord une messe de plus de deux heures. Cette célébration, il la commençait par l’invocation des saints du jour, ainsi que de trois saints qui l’accompagnent pendant toute sa captivité : sainte Bakhita, qui connut le rapt comme lui et parvint à accorder son pardon à ses ravisseurs, saint Charles de Foucauld, apôtre des Touaregs, et son saint patron Jean-Baptiste. Puis il continuait avec l’ordinaire, avant de réciter de tête les évangiles, puis de prêcher. « Je m’imaginais dans une des communautés de Bamako ». Ensuite, il consacrait un temps d’intentions de prière d’une demi-heure, confiant tout ce qu’il entendait à la radio, ainsi que pour ses « frères Maliens ». De tête, il récitait ensuite l’offrande, et la prière eucharistique. Il peut consacrer le pain qu’il garde pour cette occasion, et un « vin imaginaire », ses geôliers lui refusant de lui en donner. « Ce n’est peut-être pas valide, mais pour moi, c’était la vraie messe », affirme-t-il.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">À midi, le père Ha-Jo récitait le chapelet, puis, dans l’après-midi, consacrait deux heures à la méditation contemplative. Il a confié avoir prié en particulier pour que « ceux qui sont dans l’angoisse » à cause de son enlèvement reçoivent un peu de la sérénité qu’il avait trouvé dans sa captivité.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Finalement, on lui annonce qu’il va être libéré, ce qui arrive le 26 novembre 2023. Aujourd’hui au repos en attente d’une nouvelle mission – qui ne sera pas au Mali, ce qui le désole – le père Lohre se dit heureux d’avoir pu revoir sa mère de 92 ans, qui était hospitalisée au moment de son rapt. Et remercie tous ceux qui l’ont soutenu : « Ce que je suis maintenant, je le suis grâce à vos prières ».</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>aleteia</i></span></div><div style="text-align: justify;"><br /></div>Danila Oppiohttp://www.blogger.com/profile/05879803697515637167noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5970478880613169778.post-88886356691870369052024-01-23T09:57:00.000-08:002024-01-23T09:57:12.857-08:00IMPOSTORI DI SABBIA di PADRE MAURO ARMANINO<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEi3jAX3Dv3f0SkRub0Hxu2LkNU3JYKWLTqEhmSeVORnYrCxxNlmMjDkQ6APMrJsRrmy5z6t4ZvsG9jA0-730G_zhX07HMZhooq1BxEVdXQQuGTyIDBdfeksKVbvB2_vl280BVYp5-8lQn92ynmDErBTVB3qR-6HnNFfjcwiNouPeYdaaTAQ4gHkFXOjmuw" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="278" data-original-width="181" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEi3jAX3Dv3f0SkRub0Hxu2LkNU3JYKWLTqEhmSeVORnYrCxxNlmMjDkQ6APMrJsRrmy5z6t4ZvsG9jA0-730G_zhX07HMZhooq1BxEVdXQQuGTyIDBdfeksKVbvB2_vl280BVYp5-8lQn92ynmDErBTVB3qR-6HnNFfjcwiNouPeYdaaTAQ4gHkFXOjmuw=w260-h400" width="260" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="text-align: left;"><span style="color: #0000ee;"><br /></span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="text-align: left;"><span style="color: #0000ee; font-family: verdana; font-size: medium;"><br /></span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="text-align: left;"><span style="color: red; font-family: verdana; font-size: x-large;"><b>Impostori di sabbia</b></span></span></div><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Eppure, il cambiamento era dietro l’angolo. Il mondo vecchio stava scomparendo e bastava una spallata per buttarlo giù. Erano gli anni operai delle assemblee, delle 150 ore retribuite in fabbrica per la licenza media e il testo faro di don Milani ‘Lettera a una professoressa’. Il terrorismo e le manipolazioni della sedicente rivoluzione proletaria. Il sospetto, col tempo, che tutto fosse giocato d’avanzo e che l’italico Paese, colonia degli Stati Uniti Vaticani, divenne preda scelta di manovre eversive delle stragi che avrebbero insanguinato banche, piazze, treni e stazioni. Credavamo che il cambiamento fosse una questione di stagioni.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Lo stesso accade da questa parte del mondo che si suole chiamare Sahel. Una spallata al mondo antico, nato, nutrito e perpetuato dal neocolonialismo, espressione della globalizzazione del mondo come mercato unico. I militari, non casualmente, hanno preso il potere con colpi di stato in vari Paesi dell’Africa Occidentale, Centrale e altrove, spesso. Alcuni si sono camuffati da civili per perpetuarsi. Promettono pure loro un mondo nuovo, liberato da corrotti, faccendieri, venduti agli stranieri e dunque traditori della patria. Finalmente sono arrivati i buoni, i giusti e i giustizieri perché il mondo nuovo era dietro l’angolo.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Finché, in pieno processo di cambiamento o forse ancora fin dall’inizio, sono arrivati loro, gli impostori. Essi sono coloro che si ‘avvantaggiano con l’abituale ricorso alla falsità e alla menzogna’. Questo ed altra recita la definizione di questa parola così evocativa. Le imposture non datano d’oggi e nella storia recente di questo spazio dell’Africa Occidentale si chiamavano colonialismo. Un’impostura ammantata di una vernice di civilizzazione al sapore universale che doveva mettere in rilievo il ‘fardello dell’uomo bianco’, prototipo dell’umano da esportare ovunque. Venne poi l’indipendenza che apparve come l’unica verità della storia.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">L’impostura è un ‘vistoso apparato di falsità e di menzogne, un raggiro ’, secondo il dizionario consultato per la circostanza. Si è creata il suo spazio e ha preso in prestito l’idea e le possibilità della democrazia. Quest’ultima, spesso orientata e manipolata, non poteva che condurre allo sfacelo che la comunità internazionale e le sue istituzioni economiche classiche hanno concertato. I piani di aggiustamento strutturale degli anni ’80 hanno costituito l’applicazione dell’impostura del sistema volta a normalizzare i recalcitranti per metterli alla scuola del capitalismo totale.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Quest’ultimo è la grande ‘trasformazione’ che regge buona parte del mondo da alcuni secoli ma in particolare da quando, come ben ricorda lo storico e sociologo Karl Polanyi, l’economia si è slegata dalla società. Per rapporti di forza asimmetrici, l’ha poi messa a suo servizio. Da allora l’economia, ha trasformato le relazioni sociali, i sistemi di produzione e, appunto, imposto il mercato come unico pretesto della storia. L’impostura continua e si perpetua grazie ad un uso sempre più consistente di impostori che, con l’abituale ricorso alla menzogna, convincono.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Qui da noi, per fortuna, per scelta o per disegno divino, gli impostori sono di sabbia. Appartengono cioè all’universo che costituisce l’orizzonte del nostro mondo. Arriviamo dalla sabbia, nella sabbia viviamo e cresciamo e, prima o poi, dalla sabbia saremo accolti. Proprio quanto accade con le imposture, anch’esse condizionate dalla sabbia e che vengono, malgrado loro, smascherate dal vento. Un vento che il potere non riesce a fermare e che, con caparbia determinazione, smaschera col tempo come alleato, gli impostori che pensano di creare un mondo nuovo con false promesse.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><br /></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"> <span style="color: #2b00fe;"><b> Mauro Armanino, Niamey, 21 gennaio 2024</b></span></span></p><p style="text-align: justify;"><b><i><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Karl Paul Polanyi è stato uno storico, antropologo, economista e per un breve periodo politico ungherese. È noto per la sua critica della società di mercato espressa nel suo lavoro principale, La grande trasformazione</span></i></b></p><p style="text-align: justify;"><br /></p>Danila Oppiohttp://www.blogger.com/profile/05879803697515637167noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5970478880613169778.post-10428083923746170902024-01-21T10:45:00.000-08:002024-01-22T00:56:57.413-08:0011 LO STILE DEL CRISTIANO fARISEO Conferenza P. CLAUDIO TRUZZI OCD<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-size: medium;"><img alt="" data-original-height="290" data-original-width="386" height="301" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhxSAQGDp--v6V30nxb4gheUqs-gPrjdFmgvYgG5ZaFpmPP6JNiz7xlExhkX2qtr7XhA7HcYltdoHF9FyLXnYWajgu8j1jN0K8GQd6pQl58y-JPPVpttFBfGV1xevf0JsAPa89sIpSZSwtnFf-NKOLtwiBeIDWMY0ci-FpsIqR5k8SFKePMCC3m-itWj8o=w400-h301" width="400" /></span><span style="color: red; font-family: verdana; font-size: x-large;"><b><br /></b></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: red; font-family: verdana;"><b><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhxSAQGDp--v6V30nxb4gheUqs-gPrjdFmgvYgG5ZaFpmPP6JNiz7xlExhkX2qtr7XhA7HcYltdoHF9FyLXnYWajgu8j1jN0K8GQd6pQl58y-JPPVpttFBfGV1xevf0JsAPa89sIpSZSwtnFf-NKOLtwiBeIDWMY0ci-FpsIqR5k8SFKePMCC3m-itWj8o" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"></a></div><br /></b></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: red; font-family: verdana; font-size: x-large;"><b>11 CONFERENZA P. CLAUDIO TRUZZI</b></span></div><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><b><span style="color: #0b5394; font-family: verdana;">11 – STILE DEL CRISTIANO</span></b></div><div class="separator" style="clear: both;"><b><span style="color: #0b5394; font-family: verdana;">a – ATTEGGIAMENTI COERENTI</span></b></div><div class="separator" style="clear: both;"><b><span style="color: #0b5394; font-family: verdana;"><br /></span></b></div><div class="separator" style="clear: both;"><b><span style="color: #0b5394; font-family: verdana; font-size: medium;">1. FARISEO E PUBBLICANO </span></b></div><div class="separator" style="clear: both;"><b><span style="color: #0b5394; font-family: verdana; font-size: medium;"><br /></span></b></div><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><span style="color: #0b5394; font-family: verdana; font-size: medium;"><b>la gratuità del tuo Amore. </b></span></div><div class="separator" style="clear: both;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">«Disse poi una parabola per alcuni che erano persuasi di essere giusti e disprezzavano gli altri.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Due uomini salirono al tempio per pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano. Il fariseo se ne stava in piedi e pregava così fra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini: rapaci, ingiusti adulteri, e neppure come questo pubblicano. Io digiuno due volte la settimana e offro la decima parte di quello che possiedo”. Il pubblicano invece si fermò a distanza e non osava neppure alzare lo sguardo al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, sii benigno con me, peccatore”. Vi dico che questi tornò a casa giustificato, l'altro invece no». (Luca 18, 9-14)</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Dopo aver raccomandato una preghiera fiduciosa ed insistente, Gesù precisa quale sia l'atteggiamento giusto – ossia gradito a Dio – dell'orante.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Più che una parabola, questa è una lezione, una “storia esemplare”.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Si mettono in scena, nella cornice solenne del Tempio, due personaggi antitetici. </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">1 – Il fariseo, ossia l'osservante scrupoloso della Legge, il praticante fedele, la persona pia per eccellenza.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Lui prega nella posizione giusta, secondo il costume giudaico: in piedi, a testa alta, le braccia sollevate verso il cielo. E attacca con la preghiera più bella: l'azione di grazia, la lode.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ma il difetto è che il fariseo non ringrazia Yahweh per la sua grandezza e misericordia, ma lo ringrazia per ciò che è lui, a differenza degli altri. Quest'uomo, per far risaltare meglio le proprie benemerenze, sente il bisogno di denunciare tutti gli altri (ladri, ingiusti, adulteri...).</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Egli guarda, sì, in alto, ma anche dietro. E il pubblicano gli serve per ricordare a Dio che lui, per fortuna, non è come quello là. Tanto per essere chiaro e non dar adito ad equivoci...!</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Passa, quindi, a snocciolare i suoi meriti, ad illustrare la propria condotta irreprensibile. </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">È uno che non si accontenta della normalità: compie più dello stretto necessario. </span><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">– Sarebbe obbligato a rispettare il digiuno una sola volta l'anno (il giorno dell'Espiazione).</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ma lui digiuna due giorni la settimana [il lunedì e il giovedì], riparando così i peccati di tanti miscredenti. </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">– Dovrebbe pagare le decime [destinate alle spese del Tempio, ai poveri e al mantenimento delle scuole rabbiniche] soltanto sul frumento, il mosto e l'olio.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ma lui si tassa volontariamente dei dieci per cento su tutti gli acquisti, senza eccezione. Sa, infatti, che i contadini e i commercianti si sottraggono spesso e volentieri a questo dovere. </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="text-align: justify;">E lui non vuole rendersi complice in nessuna maniera di una violazione della Legge. E rimedia anche per gli evasori, di tasca propria.– Il pubblicano, invece, è giustificato perché riconosce di essere peccatore.</span></div></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"></div></div></div><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Lui non si scusa; non guarda in direzione del fariseo [Non dice: «Quello va sempre in chiesa, ha una facciata irreprensibile..., ma è peggio degli altri!», e neppure: «Preferisco essere quello che sono», e neppure: «In fondo sono più onesto di lui»]. Sa di essere una canaglia, e lo riconosce. E per non esserlo più, ha bisogno della misericordia del Signore: non ha nulla di buono da offrire, e quindi tutto da ricevere da Dio.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Il pubblicano, facendo l'inventario dentro di sé, non trova nulla di cui vantarsi. Non cade nell'errore di sentirsi buono (o “meno cattivo”) confrontandosi con gli altri, ossia alle spalle del prossimo, a spese dei difetti altrui. In tal caso, diventerebbe automaticamente un fariseo (= si diventa farisei nel momento stesso in cui uno è sicuro di non esserlo!).</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">«Il pubblicano non parla degli altri, non critica gli altri. Non crede necessario demolirli per ottenere un eventuale favore da parte di Dio. La propria miseria gli basta. Conta unicamente sulla grazia di Dio» (A. Maillot).<span style="text-align: center;">••• Per chi Gesù propone la parabola? «… [Gesù] disse questa parabola per alcuni che presumevano di essere giusti e disprezzavano gli altri». </span><span style="text-align: center; white-space: pre;"> </span><span style="text-align: center;">Capita la lezione Il fariseo è pieno di sé e delle proprie “opere buone”. Non c'è spazio in lui, dove collocare i doni di Dio. Le credenziali della propria irreprensibilità che si sente in dovere di snocciolare, non hanno però valore agli occhi di Dio. I titoli di benemerenze, “il certificato di buona condotta” non servono nella preghiera</span>Davanti al Signore, dobbiamo una buona volta imparare l'atteggiamento del povero, di chi non ha nulla, di chi non rivendica nulla. Le uniche credenziali valide, per Lui, gli unici titoli di benemerenza, sono le nostre miserie, il nostro vuoto, il riconoscimento della condizione di peccatori.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Soltanto quando siamo sinceramente convinti di non avere nulla di presentabile, solo allora possiamo presentarci davanti a Dio.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">– Il fariseo ha bisogno di Dio per essere ammirato, affinché i suoi conti siano registrati nella banca del cielo.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">– Il pubblicano ha bisogno di Dio per ripartire da zero.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">E si direbbe che Dio abbia una simpatia spiccata, non per gli “arrivati”, ma per quelli che, percuotendosi il petto, gli fanno segno che hanno voglia di ricominciare... (Pronzato, Il pane della Domenica, C, 199)</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">O Signore, </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">ogni Tua parola è verità e luce che s’incarna come gesto d'amore e di salvezza nel profondo dell'anima. </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Certe Tue affermazioni hanno un certo sapore di studiata invettiva da suscitare scandalo;</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Esse mi fanno continuamente pensare:</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"> «In verità vi dico: I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio». </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">E sempre stato così: dinanzi a Te, davanti alla Tua grazia </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">è più facile cedere da parte d’un peccatore, anche il più traviato. </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Chi crede invece di essere nel giusto, farisaicamente a posto, blocca qualsiasi miracolo. </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Chi sa costruire con arte certi schemi o modi di fare apparentemente positivi e docili </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">(ma in realtà vuoti, privi di contenuti vitali),</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">sarà preceduto nel regno dei cieli anche dai peccatori più ostinati.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ho chiesto a Dio</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ho chiesto a Dio di donarmi la pazienza, e Dio disse: "No!".</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Suggerì che la pazienza è il frutto della tribolazione. Non è donata: occorre conquistarla.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ho chiesto a Dio di portarmi via l'orgoglio, e Dio rispose: "No!”.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Disse che non toccava a Lui portarlo via, ma che dovevo rinunciarci io.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ho chiesto a Dio di darmi la felicità, e Dio disse: "No!". </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Mi ricordò che lui mi dà i suoi doni. La felicità è compito mio.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ho chiesto a Dio di evitarmi il dolore e Dio disse: "No!"</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Disse che la sofferenza ci sottrae alla logica del mondo, e ci avvicina di più a lui.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ho chiesto a Dio di far crescere il mio spirito, e Dio ripeté: "No!". </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Disse, che io devo crescere da solo, e che lui mi poterà per farmi fruttificare.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ho chiesto a Dio se mi amasse, e Dio approvò: "Si!".</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Disse, che ha dato il suo unico Figlio che morì per me, e un giorno andrò in cielo perché credo.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ho chiesto a Dio di aiutarmi ad amare gli altri come lui mi ama, e Dio sottoscrisse la mia richiesta:</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">"Ah, finalmente hai capito!".</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: red; font-family: verdana; font-size: medium;"><b>SIGNORE,</b></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: normal;"><span style="white-space: pre;"> </span>Convincimi, una buona volta, che per Te, l’importante </span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">non è apparire virtuosi..., – né avere la coscienza tranquilla..., – né essere in regola con la tua Legge.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: normal;"><span style="white-space: pre;"> </span>Aiutami a comprendere che l’essenziale non è neppure considerarmi buono o cattivo,</span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">ma soltanto il presentarmi dinanzi a Te, senza maschere, apertamente, tal quale sono.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: normal;"><span style="white-space: pre;"> </span>Ficcami bene in testa; incidimi nel cuore il motivo, il titolo cui attribuire il mio vero valore:</span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">la gratuità del tuo Amore.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: normal;"><span style="white-space: pre;"> </span>Per il fatto che tu mi ami, Signore, io sono quel che sono:</span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">sono buono..., sono santo..., o posso, per lo meno, aspirare ad esserlo.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: normal;"><span style="white-space: pre;"> </span>Mai, il contrario.</span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Liberami dalla tentazione di pensare che se mi ami è per le mie “opere buone”,</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">per le mie “pratiche religiose”. Però aprile, questo sì, alla tua grazia.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: normal;"><span style="white-space: pre;"> </span>La preghiera, Signore, – a dire di Teresa di Gesù –,</span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">è il luogo donde proviene la luce per intendere le verità.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Che sia la verità su noi stessi, la prima verità che scopriamo...</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: normal;"><span style="white-space: pre;"> </span>La nitidezza, però, con cui uno scopre la propria miseria sotto la luce della tua grandezza,</span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">non si trasformi mai in amarezza, né scoraggiamento;</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">al contrario, ci serva da trampolino per lanciarci verso Te, spinti dalla tua infinita bontà e misericordia.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">La nostra Teresa di Lisieux – convinta che persino nelle case dei più poveri non si nega nulla ai bambini –</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">aspirava a presentarsi a Te, al termine della vita, in questo modo: «Con le mani vuote».</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Soltanto così – pensava – avresti rovesciato su di lei tutti i tuoi doni. Aiutaci ad imitarla.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">A parte tutto – e per miopi che possiamo essere – </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">se ci guardiamo nello specchio di una sincerità ‘media’… di che possiamo pavoneggiarci?</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">SIGNORE:</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">mi hanno raccontato ‘questa parabola: è una copia imperfetta della tua; però sicuramente non ti offenderai. </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Anzi, certamente sei stato Tu ad ispirare chi me l’ha raccontata:</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: normal;"><span style="white-space: pre;"> </span>«Quella domenica, due uomini uscirono in strada. Anche qui, uno era fariseo e l’altro pubblicano. </span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Il fariseo andò a Messa. Il pubblicano, al bar. </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">E il fariseo, in chiesa, pregava così, nel suo cuore:</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">«Ti ringrazio, o Dio!, perché non sono come gli altri uomini: corrotti, donnaioli, scansafatiche, drogati, dediti al vino...</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">e neppure quel “pubblicano” che s'è infilato nel bar, senza neppure pensare d’andare a Messa.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Vedi Signore, che io non solo osservo il precetto di Pasqua, ma che traccio una “x” sul modulo dell’“8 per 1000” a favore della Chiesa; appartengo a varie confraternite, digiuno e faccio penitenza...».</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Da parte sua il “pubblicano”, chiacchierava con un amico al tavolo del bar: «Guarda, Pino, io avrò mille difetti. Sarò di manica larga nel trattare affari; sarò pure un proiettile in fatto di donne; se appena posso non è che mi “ammazzi’” in officina. Per questo ed altro mi potresti chiamare uno svergognato.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Però, ciò che non sono è l’essere “ipocrita”, come quel “fariseo” là che è andato in chiesa. Io non vado a Messa, né faccio elemosina affinché mi vedano. E non osservo ciò che la Chiesa mi dice, perché non mi sale da dentro...».</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Vi dico – termina la parabola – che il primo si condanna in quanto superbo e fariseo. </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Però anche quest’ultimo si condanna perché superbo lui pure, “pubblicano” e per tutte quelle schifezze cui ha alluso.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: red; font-family: verdana; font-size: medium;"><b>I NUOVI PUBBLICANI</b></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: normal;"><span style="white-space: pre;"> </span>Proteggici, Signore, dai “nuovi” pubblicani.</span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Da quelli che chiamiamo “vanitosi”.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Sai bene che oggi è di moda il proclamarsi “franchi” e “sinceri”. ... E... atei…, agnostici...</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ahi, Signore, Signore...!</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: normal;"><span style="white-space: pre;"> </span>Il tuo pubblicano era peccatore, ma umile.</span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">I pubblicani di oggi, anche loro confessano peccati: soltanto che, quelli dei farisei con gusto sadico</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">mentre i loro..., i loro diventano quasi virtù, di cui gloriarsi...</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: normal;"><span style="white-space: pre;"> </span>Scusa, Signore, ma non so se ti sei reso conto che il “pubblicanesimo” di oggi, </span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">oltre ad essere molto più di moda del fariseismo, è molto più a buon mercato e leggero:</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">cioè, far quel che pare e piace, e poi vantarsi d’essere sincero...,</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">non come uno di quei farisei repulsivi e ipocriti… [bacchettoni…!]</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Basta questo! Gesù, facci comprendere che tutti nel DNA abbiamo qualcosa di fariseo.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">E più di tutti, ... i moderni pubblicani.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">………………….</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: red; font-family: verdana; font-size: medium;"><b>2. PARABOLA DEI DUE FIGLI</b></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">«Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli; rivoltosi al primo disse: – Figlio, va' oggi a lavorare nella vigna –. Ed egli rispose: – Sì, signore! –; ma non andò. Rivoltosi al secondo, gli disse la stessa cosa. Ed egli rispose: – Non ne ho voglia –; ma poi, pentitosi, ci andò. </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Chi dei due ha compiuto la volontà del padre? Rispondono: – L'ultimo –. </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">E Gesù disse loro: In verità vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">È venuto a voi Giovanni nella via della giustizia e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute, invece, gli hanno creduto. </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Voi, al contrario, pur avendo visto queste cose, non vi siete neppure pentiti per credergli». Mt 21, 28-32.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Oggi farebbe meraviglia e darebbe scandalo se uno denunciasse le incoerenze che talora con tanta facilità contraddistinguono il “primo figlio” di casa. Un figlio “perbene”, perché conosce la diplomazia: con un sì, pronunciato con la bocca, salva le apparenze del decoro e dell'educazione. Se il cristianesimo fosse unicamente un assenso fatto a parole, avremmo già una totalità di coerenza cristiana.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Se la volontà del Padre si adempisse con le adesioni formali d’un sì pronunciato con un sorriso, saremmo tutti già perfetti, più di Cristo. Questa piccola parabola dei due figli sconvolge tutta la nostra perfezione formale, la nostra ipocrisia, il nostro falso sorriso. È una tremenda denuncia, purtroppo ancora attuale, che scende nel profondo dell'anima: il giudizio di Dio – che è poi la nostra coscienza nella sua purezza e responsabilità – non si lascia sorprendere neppure da mille sì, detti senza cuore.</span></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div><blockquote style="border: none; margin: 0px 0px 0px 40px; padding: 0px; text-align: left;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">È una parabola molto realistica. Siamo proprio fatti così, noi uomini: figli che fanno fatica a respirare con libertà e consapevolezza l'aria di casa. </span></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">– O viviamo, senza voler porre problemi di coscienza e di impegno, confondendo il fare con un dire un sì senza seguito, rimandando casomai al domani l'attuazione di promesse e di scelte; – oppure viviamo in lotta, cedendo all'istinto di un “no” immediato, trovando anche giustificazioni a tale rifiuto; ma poi con fatica la volontà di Dio muove il nostro agire.</span></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">• Il terzo figlio – colui cioè che dice subito di sì con la bocca e con il cuore – è solo il Figlio di Dio. Ma neppure Lui ha trovato facile compiere la volontà del Padre •.</span></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Gli uomini si rispecchiano nei due figli: il nostro impegno di cristiani coerenti sarà sempre pronunciare meno “sì formali”, pronunciare meno “no” istintivi... Ciò che importa dinanzi a Dio è attuare nella vita più volere che scaturisca dal cuore di Cristo.</span></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Dio non metterà sulla bilancia del suo giudizio i “sì” o i “no” da noi pronunciati con fretta, ma i “si” o i “no” delle nostre incoerenze o dei nostri sforzi di bene.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Non ci salveremo neppure se sapremo essere abili e diplomaticamente educati nel coprire con un “sì” un disimpegno o una mancata testimonianza. </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Se Cristo fosse qui oggi a ripetere con la potenza della sua parola quanto disse ai connazionali del suo tempo: «In verità vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio», gli faremmo fare la stessa fine che ha subito ed accettato, morendo in croce. Lo tratteremmo come un ateo, come uno che ha poco rispetto della casa, come uno che scandalizza...</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Eppure, questo Cristo è presente anche oggi in questa sua parola. Se siamo più che convinti nel dire che questa parola di Dio va proclamata, va annunciata al mondo, abbiamo la stessa convinzione nel ritenere che Cristo come ai suoi tempi si è rivolto agli ebrei, così oggi si rivolgerebbe a noi di casa?</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">• La parabola parla di figli, di un padre, perciò di una famiglia, di una casa.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Se un estraneo fosse incoerente, sarebbe più sopportabile; ma se un figlio fosse insincero – peggio, se facesse della propria fede una incongruenza o una continua bugia – sarebbe imperdonabile.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Dio Padre non ci chiede un'obbedienza già perfetta. Sopporta meglio di noi le nostre debolezze umane. </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">È più paziente di tutti: ci conosce e sa di che pasta siamo fatti. Chiede, però, sincerità. Preferisce magari un capriccio, un “no” detto per istinto o per ostinazione, più che un “sì” insincero.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Il figlio preferito da Dio è colui che strappa, magari con fatica, dopo tentennamenti e ripensamenti, un gesto di generosità, un atto di coerenza, uno sforzo di maggior impegno.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Chi obbedisce con tutta facilità, dà poca garanzia di sincerità. </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">L'obbedienza al Padre, cioè ad una coerenza di coscienza, di dignità umana, costa talora sangue.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Il nostro egoismo ci fa dire subito un “no”, se siamo sinceri. Il “sì” vissuto poi in una accettazione concreta del comando di Dio, esige sempre un sacrificio.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">«Se l'egoismo è la causa d’una lotta per vivere da uomini e da cristiani, figli devoti di Dio, fratelli solidali nell'amore, la falsità – cioè il giustificare con un sì apparente un rifiuto a Cristo e al prossimo – è la più subdola tentazione per un discepolo del Signore. </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">– Quando si pensa di salvare la faccia con un gesto di formalità; </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">– quando si ritiene che basti rimanere dentro un recinto per essere figli devoti; </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">– quando l'obbedienza – cioè l'essere figli –, non procura alcuna ferita; </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">– quando non si è mai tentati di mandare tutto a quel paese con un “no” secco – che, se non altro, <span style="white-space: pre;"> </span>può significare una scelta e un atto di coerenza ..., </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">la nostra sarà una povera casa dove sarà sempre impossibile intenderci, vivere da fratelli, nell'armonia di chi lotta uno accanto all'altro per imparare a stare assieme, per sorreggersi reciprocamente, pur nella limitatezza e scontrosità di caratteri, ma con dentro una grande sete di bontà, d’amore, con un forte desiderio di dar più respiro a tutti, di capire e di aiutare chi fa più fatica a tradurre un “sì” nella vita di ogni giorno, perché magari frastornato da tanti “no” inconcludenti di chi dovrebbe essere il primo a dare il buon esempio con una testimonianza operativa nella vigna di Dio». (da Pronzato, Vangeli scomodi, 349)</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>O Signore,</i></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>ancora oggi dà magari nell'occhio uno scandalo morale</i></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>– e Tu hai condannato con durezza chi scandalizza i più piccoli –,</i></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>ma perché non dovrebbe dar nausea</i></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>chi incoerentemente vive una vita di fede, </i></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>senza sentire una sofferenza per il proprio agire, </i></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>senza voler dare un contenuto sincero e reale al proprio sì di fede? </i></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>L'apparenza non costruisce; la verità impone coerenza; </i></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>il tempo darà ragione di tutto quel bene che ciascuno si sforzerà di fare, </i></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>nonostante le continue tentazioni di un istintivo rifiuto per quanto Dio propone. </i></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>Non è necessario dire tanti “sì” nella vita: ne basta uno solo, ed è la scelta di Te, o Signore, </i></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>da rinnovare ogni giorno nello sforzo e nell'impegno di un amore al prossimo; </i></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>da attuare incondizionatamente, pur nei limiti di una debolezza umana, camminando sulla Tua strada:</i></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>«Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo». <span style="white-space: pre;"> </span></i><b>Don Giorgio De Capitani (Messaggero</b></span></div><div><br /></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div>Danila Oppiohttp://www.blogger.com/profile/05879803697515637167noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5970478880613169778.post-7184022494173559742024-01-15T08:22:00.000-08:002024-01-15T11:01:38.644-08:00il ritorno di GODWIN, MIGRANTE PER L'ETERNITÀ di Padre MAURO ARMANINO<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJRCrdLOxC2QCHWYCWe3owPlEAISTDLsa7Ui_0wILKml1AOT7eYjOWVZELRkIM7qPrs1WTh8Pu7aWx2NdPhNL0MHt3kPZH_vmfyiGAaGY-YdGVwQebGO0epBowaFwkO-FkDiFwYnvqGeNUShUhdkut1chkT5psOYRUxU__l5d-SmFpbzVEtlJc-vNuV1o/s611/13%201%20024%20godwin%206.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="458" data-original-width="611" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJRCrdLOxC2QCHWYCWe3owPlEAISTDLsa7Ui_0wILKml1AOT7eYjOWVZELRkIM7qPrs1WTh8Pu7aWx2NdPhNL0MHt3kPZH_vmfyiGAaGY-YdGVwQebGO0epBowaFwkO-FkDiFwYnvqGeNUShUhdkut1chkT5psOYRUxU__l5d-SmFpbzVEtlJc-vNuV1o/s320/13%201%20024%20godwin%206.jpg" width="320" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRH4KMWuVg7fhNON36JYWk3Q8qVOKgXlOwrywo6CSbEQ6khrbA5jhAZmAIR-s8MA7Baur1sCiz039aH0qKJMWyWV9dZRuoeqSp3fRtjtobqGId9_oS3d3naBlmbGdHurld86Ua7WKVXsPlZpF6zgaowWVfCdsRiGU7QTrYIXYAYyLacai1h8PCD9nPlxQ/s611/13%201%20024%20godwin%202%20(1).jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="458" data-original-width="611" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRH4KMWuVg7fhNON36JYWk3Q8qVOKgXlOwrywo6CSbEQ6khrbA5jhAZmAIR-s8MA7Baur1sCiz039aH0qKJMWyWV9dZRuoeqSp3fRtjtobqGId9_oS3d3naBlmbGdHurld86Ua7WKVXsPlZpF6zgaowWVfCdsRiGU7QTrYIXYAYyLacai1h8PCD9nPlxQ/s320/13%201%20024%20godwin%202%20(1).jpg" width="320" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="color: red; font-family: verdana; font-size: large;"><b>Il ritorno di Godwin, migrante per l’eternità</b></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ieri, sabato, non c’era nessuno per la sua sepoltura. Solo la terra, silenziosa e accogliente come un grembo materno, l’ha preso e custodito. Lui era arrivato ad un certo punto dell’anno scorso sostenendo di essere liberiano di nazionalità. O meglio, liberiano oppure nigeriano secondo le prospettive, le circostanze e soprattutto le opportunità offerte dal destino. Sosteneva anche di non essere in possesso di alcun documento di identità o di viaggio. L’unica cosa certa, ben visibile, era un tumore che si era installato sulla parte sinistra del suo volto che gli diminuiva la facoltà di parlare e di vedere correttamente. La croce rossa nigerina prima e il servizio pastorale dei migranti poi, hanno accompagnato gli sforzi dei servizi medici locali per lenire il dolore e tentare un’improbabile guarigione. Fin dal suo arrivo a Niamey sosteneva di chiamarsi Steven e di essere portatore di una duplice ed effimera nazionalità.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Col passare dei giorni e la vicinanza di alcuni migranti liberiani, ha esibito un passaporto nel quale emergevano dettagli imprevedibili del suo percorso migratorio. Confezionato ad Addis Abeba in Etiopia, con un timbro dell’arrivo a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, l’altro ad Abidjan nella Costa d’Avorio. Mancava quello dell’ingresso nel Niger dove era arrivato perché gli avevano detto che a Niamey ci si prende cura dei migranti. Ed è così che Steven, si è trasformato successivamente in Godwin, il nome scritto sul passaporto che attestava la sua nazionalità nigeriana. Godwin, Dio vince, era il nome chi si portava addosso come il gonfiore sul volto che non accennava a diminuire finchè cominciò la chemioterapia nell’ospedale di oncologia di Niamey. Passavano i mesi, la terapia e le la cura di medicine con scarsi risultati perché il corpo sembrava stanco del tanto camminare nel mondo. </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Godwin si è spento l’altro giorno, un giovedì sera verso le 19 e, con celerità si è fatto il possibile perché egli abbia una degna sepoltura nel cimitero cristiano della capitale. Un breve soggiorno all’obitorio del cimitero musulmano e poi, dopo la pulizia del corpo, Godwin è stato adagiato in un feretro di legno leggero e arricchito da una croce scolpita nella parte superiore della cassa. Il trasporto sul retro di una P</span><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">ick up fino al cimitero e poi l’ingresso per l’ultima migrazione, la più impegnativa di tutte, dopo una breve preghiera di commiato e la benedizione della tomba. Il feretro è stato deposto nella nuda terra e poi ricoperto di sabbia. Un paio di amici che l’hanno accompagnato in questi mesi e soprattutto lei, la terra che nel silenzio materno l’ha preso in sé. Accanto alla tomba non c’era nessun membro dell’ambasciata della Nigeria e dell’associazione dei nigeriani di Niamey, malgrado fossero informati del decesso. Godwin, il Dio che vince, era morto abbandonato da tutti. Solo il grembo della terra si è riaperto e l’ha custodito, per l’eternità.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"> <b><span style="color: #2b00fe;">Mauro Armanino, Niamey, 14 gennaio 2024</span></b></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div></div><p></p>Danila Oppiohttp://www.blogger.com/profile/05879803697515637167noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5970478880613169778.post-26706773708677132372024-01-15T08:00:00.000-08:002024-01-15T08:00:50.568-08:004 LO STILE DI FIGLI - 10 -NON AVRAI ALTRO DI O DI FUORI DI ME <div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgs4Mas4w8HuvlHfIuNn6vqnrQQlXDzdFmShjVdvTvTPIJ5nsc7GwSsOaRx7OBaG6Pkvy6dOeML5xOmixYdNduJYVugQy2j9PlFnK1lXDYjrgy9ZamIhzr4RxN0GmdZp0nCdCg7fGVd7Ev8OiVXK6f6LTtEVF4nh0q-X4Oy4tXfKdQZqeMUv5pgQuB_FLE/s1375/gesu%CC%80%20insegna%20padre%20nostro.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="861" data-original-width="1375" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgs4Mas4w8HuvlHfIuNn6vqnrQQlXDzdFmShjVdvTvTPIJ5nsc7GwSsOaRx7OBaG6Pkvy6dOeML5xOmixYdNduJYVugQy2j9PlFnK1lXDYjrgy9ZamIhzr4RxN0GmdZp0nCdCg7fGVd7Ev8OiVXK6f6LTtEVF4nh0q-X4Oy4tXfKdQZqeMUv5pgQuB_FLE/w640-h400/gesu%CC%80%20insegna%20padre%20nostro.jpg" width="640" /></a></div><br /></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: red; font-size: medium;"><b><br /></b></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: red; font-size: medium;"><b>4 – LO STILE DI FIGLI</b></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="color: red;"><b>10 – NON AVRAI ALTRO DIO DI FUORI DI ME - 1 RICCO EPULONE </b> </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="white-space: pre;"><span style="color: red;"><br /></span></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="white-space: pre;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7ZZbowp6QXWiSJcgJMy3Z8XdbJpp3D0VL5DFj0HGi7vlCQXLE0OstVVRbi8q26C2LGhx_CbLhS0CEWP2d9WaaiszzjZ8RKwsgzNBQlvsP-uXfSThK3xC4VqmHPAsSMjRnhrijPylP6fzYmVJkH630AR-nh-TpxdaiVPL4GzffUiAZkEcQABs7kzh95MQ/s759/Screenshot%202024-01-15%20alle%2016.55.21.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="535" data-original-width="759" height="226" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7ZZbowp6QXWiSJcgJMy3Z8XdbJpp3D0VL5DFj0HGi7vlCQXLE0OstVVRbi8q26C2LGhx_CbLhS0CEWP2d9WaaiszzjZ8RKwsgzNBQlvsP-uXfSThK3xC4VqmHPAsSMjRnhrijPylP6fzYmVJkH630AR-nh-TpxdaiVPL4GzffUiAZkEcQABs7kzh95MQ/s320/Screenshot%202024-01-15%20alle%2016.55.21.png" width="320" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: verdana; white-space: pre;"><span style="color: red;"> </span> </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">«C'era un uomo ricco, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava lautamente. Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con gli avanzi che cadevano dalla mensa del ricco. Persino i cani venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Poi morì anche il ricco e fu sepolto. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Finito nell'Ade fra i tormenti, alzando lo sguardo verso l'alto, vide da lontano Abramo e Lazzaro che era con lui. Allora gridò: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro ad intingere nell'acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. Ma Abramo rispose: “Figlio, ricordati che hai ricevuto la tua parte di beni durante la tua vita e Lazzaro, parimenti le sofferenze. Ma adesso lui è consolato, tu invece sei tormentato. Per di più, tra noi e voi c'è un grande abisso. Se qualcuno di noi vuol passare da voi, non lo può fare; così pure nessuno di voi può venire da noi”. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Quello continuò: “Allora, padre, ti supplico di inviarlo a casa di mio padre. Ho cinque fratelli e vorrei che li ammonisca a non venire anche loro in questo luogo di tormento”. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Abramo rispose: “Hanno Mosè ed i profeti: li ascoltino!”. Quello replicò: “No, padre Abramo; ma se qualcuno dai morti andrà da loro, cambieranno il modo di vivere”. Abramo disse: “Se non ascoltano Mosè e i profeti, non si lasceranno convincere neppure se qualcuno risorge dai morti”» Luca 16, 19,31</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Una parabola pericolosa per le semplificazioni abusive cui può dar luogo.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ad esempio: Tutto è rimandato all'aldilà. Soltanto allora ci sarà il rovesciamento delle situazioni presenti: i ricchi all'inferno ed i poveri in paradiso. Giustizia è fatta! Per cui: i poveri devono solamente pazientare un poco, giusto il tempo che i ricchi finiscano tranquillamente il loro banchetto e ricevano una bella sepoltura... Poi, gli appartenenti alla categoria di Lazzaro si prenderanno la loro strepitosa rivincita.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ma, nessuna concezione è più opposta allo spirito della Bibbia di simile “rassegnazione”, di questo rimandare all'aldilà le soluzioni delle ingiustizie presenti. La fede – non dimentichiamolo – è anche principio d'indignazione, di lotta, non solo di rassegnazione. Il giudizio di Dio va letto e proclamato anche nella storia presente, non rimandato all'ultimo giorno. [Cfr. Il Magnificat!]</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">––– Cerchiamo quindi, di cogliere la parabola nel suo significato più genuino.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">• Il povero ha un nome piuttosto comune nell'ebraismo: Lazzaro (da Eleazaro, che significa “Dio aiuta”, “Yahweh viene in soccorso”). Il ricco, invece, non ha nome. Secondo la concezione semitica, il nome esprime la realtà profonda delle persone, riassume la sua storia. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ora, questo ricco non ha nome perché ha costruito la sua esistenza sul vuoto. Ha perso il nome perché ha smarrito le vere ragioni del vivere (non si può vivere per banchettare tutti i giorni...).</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">– Non sono poche, infatti, le persone che hanno “smarrito il proprio nome”, perché l'hanno sostituito con altri nomi: “denaro”, “carriera”, “potere”, “successo”, “piacere”, “yacht” ...</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">– E poi chiediamoci: è proprio vero che l'eternità costituisca il rovesciamento radicale della situazione presente? Almeno nel caso del ricco, pare proprio di no.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">La sua sorte nell'aldilà non è altro che la fissazione definitiva di ciò che egli vive (o non-vive) oggi, il prolungamento di ciò che egli è (o, non-è) sulla terra. Lui è un isolato. Impegnato a guardare nel piatto ricolmo, non vede il povero che sta alla sua porta. I cani vedono meglio di lui. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ora, l'inferno non è altro che la “consacrazione” di questo stato di separazione: separazione da Dio e dai suoi amici (Abramo, Lazzaro). </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Perché? Perché quaggiù lui è vissuto lontano dagli altri, separato dai veri valori, attaccato unicamente all'avere, appiccicato al piacere egoistico, separato dal se stesso più autentico.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Il ricco in questione era già un “dannato” durante la sua esistenza terrena, scandita da regolari abbuffate, perché imprigionato nel suo “privato”. Perché, privato dal senso della vita.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Si potrebbe obiettare: “Ci sono, però, là, anche i tormenti. Mentre sulla terra quell'individuo ha goduto, s’è divertito, se l'è spassata. Almeno in questo, sembrerebbe, la situazione dell'aldilà costituisce un capovolgimento”. Ma, siamo proprio sicuri che il banchettare spensieratamente, indossare vestiti di gran lusso, accumulare denaro, spendere senza vergogna per ferie,… sia sorgente di felicità?</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ritengo non ci sia tormento maggiore di una vita vuota, o riempita di cose inutili, che è la stessa cosa; che ci sia tortura più lancinante dell'isolamento, della chiusura agli altri, del non vedere di là del proprio “io”, del non saper usare le mani nel gesto del dono, del soffocare le esigenze dello spirito. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Anche se tale tormento, quest'angoscia sono soffocati con l'allegria e la spensieratezza, con il chiasso stordente, la dissipazione. Se cadessero le maschere, vedremmo spalancarsi ferite profonde, abissi di disperazione. Un inferno, appunto. Già su questa terra. Un inferno dotato di tutti i comfort.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">•• La parabola evangelica, più che descriverci la geografia dell'aldilà, più che informarci di ciò che avviene nell' “altra vita”, ci ammonisce severamente che la sorte dell'uomo si gioca oggi, quaggiù, in questo momento. È il presente che viene “fissato” in eternità.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">È l'”al di qua” che viene trasformato in “al di là”. Il ricco pare accorgersi di aver bisogno degli altri (di Abramo, oppure di Lazzaro) quando ormai ha “passato” l'abisso, quando non è più in tempo. E sembra occuparsi degli altri (i suoi cinque fratelli) in ritardo. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Gli incontri, infatti, avvengono quaggiù; gli appuntamenti decisivi sono per l'oggi.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">È soltanto l'oggi, qui, che si può essere liberati dal proprio passato, e garantirsi quindi il futuro.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">-----------------------------</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">–– Esistono ricette per dimenticare il passato e non temere il futuro?</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Il rimedio facile non esiste, giacché è impossibile vivere senza dar peso agli avvenimenti che han lasciato tracce in noi, soprattutto riguardo al male. Questi, a loro volta, ci predispongono e ci marcano per il futuro. Però, sì, deve esistere un’attitudine d’abbandono e di confidenza in Dio, e da questa fede, cercar di vivere soltanto il momento presente. Un proverbio ascetico afferma: </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">«L'ora che tu vivi, il compito che adempi, l’uomo che tu incontri in questo momento </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">sono i più importanti della tua vita».</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">• Perché, in "tre secondi" ci giochiamo molto ...</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="white-space: normal;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: pre;"> </span>Se tutta la santità si riduce al fatto d’essere o no fedeli alla missione che il Signore ci chiede in ogni istante, l'esercizio di tale “fedeltà” consisterà nell'accettazione di ciò che Dio desidera da noi in questo preciso momento per quanto breve sia. Per questo, oggi, molti autori spirituali parlano del "sacramento dell'istante presente", perché ogni momento – quantunque secondo gli esperti non duri più di due o tre secondi – è sempre pieno d’infiniti messaggi divini, d’infinite lezioni. Esso contiene più saggezza di quanto l'uomo possa apprendere in libri o consigli.</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Quindi lo dobbiamo trattare in maniera adeguata. Non si tratta, infatti, di pregare in questa o quell'altra occasione, ma di convertire ogni "istante" della vita in preghiera. Sembra che sia così ...: </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Il "presente" dell'uomo dura esattamente questi tre secondi. Vale a dire, un istante fugace.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Perdonami, Signore; però è chiaro che sono un po’ “spiazzato". </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ho appena saputo che gli uomini non sono capaci di ritenere l'immagine del presente più di tre secondi. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Tre secondi, ed è tutto finito: l'aria stessa che ho appena respirato non mi appartiene più. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">L'immagine che ho appena terminato d’essere è già memoria del passato. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Il bacio che ho appena dato è morto fra l'emozione e il sospiro.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="white-space: normal;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: pre;"> </span>Mi dico, Signore: questo è terribile! Mi dico: questa constatazione limita, in modo angustiante, quella sensazione di potere che finora ci aveva sostenuto in piedi sulla terra. </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">– Noi assicuravamo che il passato non ci apparteneva, che però non ce ne importava molto. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">In alcune occasioni l'avevamo vissuto; in altre c’era appartenuto, e che ce ne restava la memoria, </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">e la malinconia, e la nostalgia; </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">o il dolore, che il suo passaggio aveva potuto lasciare sulla nostra pelle.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">– L'assunto del futuro poneva ancor meno problemi. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Il futuro non c’era mai appartenuto, e neppure eravamo sicuri di poterlo vivere. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ti assicuro, Signore, che molte volte, quando ho pensato alle guerre e agli incerti ed insicuri orizzonti futuri dell'umanità, mi sono rifugiato – un po' vigliaccamente – nella consolante idea che forse mi avresti chiamato a Te prima che accadessero. Sarei entrato nel tuo seno, e si sarebbe posto fine a tutto questo "guazzabuglio"; o sarebbe iniziata la gioia completa, che è ancor molto più consolante.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">– Però, nel presente c'eri Tu, Signore! </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Tu stesso! Più affidabile che mai; più che mai possesso nostro, cosa nostra e alimento dello spirito. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Il presente è come tenerti fisicamente fra le mani. È come se stessi scaldando il nostro cuore. È qui, diciamo. ... Lo diciamo, e il nostro cuore si colma di gioia.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="white-space: normal;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: pre;"> </span>– E ora, scopriamo, che non è proprio così! </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ora constato che appena, appena ci appartieni, non più che per questi tre miserabili secondi! </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ci scorrono fra le dita e Tu non sei altro che la memoria dell'immediato passato. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Sei stato cancellato da un’altra immagine, da un'altra sensazione... </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ci possono essere immagine di Te, un'altra volta, ma che, ugualmente, non è più quella di prima.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="white-space: normal;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: pre;"> </span>E ti voglio dire una cosa, Signore: ciò che più mi abbatte è che Tu stesso ti debba misurare con il nostro tempo. Credo che sbagliasti il giorno che ti sei fatto cosa nostra: perfettamente calcolabile, perfettamente "misurabile". Perché quando ti rendesti come noi, ti sottomettesti alla precarietà del tempo: al prima e al poi. E tutto questo accadde a Te che eri – e che sei – l'eternità che distrugge ogni tempo. Sono sicuro di quel che dico: non l'hai indovinato. ...</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="white-space: normal;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: pre;"> </span>C’è, però, una cosa che non ha tempo: l'amore. </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="white-space: normal;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: pre;"> </span>E c'è un'altra cosa che è dura come la morte e bella come uno sguardo: è la fede. </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Temo che gli scienziati dell'immagine che giunsero alla conclusione del fatto che il nostro presente non dura che tre secondi, erano degli esperti per i quali non conta nulla l'immagine oscura della fede. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">A colui che Ti crede, Signore, – che, mi sembra, sia un qualcosa di distinto dall' “avere fede in Te” o credere a Te –, a colui che ha fede gli basta – e gliene avanza –, continuare a possederla: </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">– gli bastano gli schiaffi che gli dà l'aria fino a che T’incontri;</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">– gli basta e avanza questo andare e venire che la fede sempre comporta.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="white-space: normal;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: pre;"> </span>Il meraviglioso non è possedere un cammino per dove camminare. </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Il meraviglioso è averlo iniziato, con te al fianco. I nostri tre secondi del presente diventeranno così i tre secondi più eterni che mai sono dati agli uomini che hanno fede.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">--------------------------</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="white-space: normal;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: pre;"> </span>Ammonisce Gesù: «Hanno Mosè ed i profeti: li ascoltino!». E anche noi abbiamo, per questo, “Mosè ed i profeti”, ossia la Parola di Dio. </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Non abbiamo bisogno di miracoli eccezionali, come quello di un morto che venga ad ammonirci (come vorrebbe il ricco per i suoi fratelli). La fede non nasce dai miracoli. Non è un morto resuscitato ma la Parola di Dio che risuona nel nostro cuore che può farci aprire gli occhi. È la Parola il vero miracolo, la sola che può provocare una risurrezione.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"> Nessuna conversione può essere fondata su un miracolo spettacolare e la paura. Certo, la risurrezione di Cristo è un miracolo, il grande miracolo. Tuttavia, anche questo miracolo è trasformato, per noi, in Parola efficace, in insegnamento (in parabola). E siamo beati perché, pur non avendo visto Gesù uscire dal sepolcro, ascoltando la Parola di Dio usciamo dal nostro sepolcro e usciamo alla scoperta dei fratelli. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">«Gesù non cerca principalmente di spaventarci con un inferno futuro o di consolarci con un paradiso futuro. Intende, piuttosto mostrarci come il cielo cammini là dove risuona la Parola di Dio che permette ad un uomo di trovare il proprio fratello» (A. Maillot).</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">----------</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"> 2 – UN UOMO A COLLOQUIO COI SUOI BENI. (Ricco sazio e stolto)</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">«Le terre di un uomo ricco avevano dato un buon raccolto. Egli ragionava tra sé così: “Ora non ho più dove mettere i miei raccolti: che cosa farò? </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">E disse: “Farò così: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi, così che raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: “Anima mia, hai disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e divertiti”. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita e a chi andranno le ricchezze che hai accumulato?”. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Così accade a chi accumula ricchezze solo per sé e non s’arricchisce davanti a Dio». (Lc 12. 16-21)</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ciò che maggiormente colpisce in quest'uomo ricco ed avido della parabola evangelica, è la sua solitudine. Qualcosa di tetro, terrificante. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Nessuno è solo come quest'uomo che è circondato, quasi soffocato dai suoi beni. Può contare le sue rendite; lo vediamo a colloquio con le cifre. La sua voce ha il suono dei soldi.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">È un individuo senza nome, senza volto [Come il ricco epulone], non ha moglie, figli, amici. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">L'unico legame stretto sono i suoi beni materiali. S'identifica con le proprie ricchezze. Lui stesso diventa campo, granaio, frumento, magazzino, portafoglio. Non è più un uomo. È una cosa in mezzo alle cose.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">I beni, invece di essere veicolo di relazione con gli altri, per lui sono cose da accumulare, conservare, proteggere, difendere. Invece di essere mezzi [anticamente si diceva, giustamente, che uno aveva tanti “mezzi”], diventano fine cui si sacrifica tutto.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Quest'uomo squallido è un prigioniero. Può anche ampliare i magazzini. Ma non ne uscirà più.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">È un uomo chiuso, senz'avvenire. Proprio lui che s'illude di stare al sicuro per molti anni.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Allorché gli si pronunzia la terribile sentenza: «Questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita», in realtà lui lo è già da un pezzo. La sentenza l'ha pronunziata lui stesso su di sé. Giustamente è stato rilevato che «più che una punizione, è un esaudimento».</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">• Gesù lo si definisce “stolto”. Perché?</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">– Perché fonda la propria sicurezza sull'avere e non sull'essere.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">– Perché s'identifica con le cose, e non le trasforma in sacramento di comunione con i fratelli.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">– Perché crede che molto denaro significhi molta vita.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">– Perché pensa che il possesso egoistico dia gioia.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">– Perché non sospetta che, anche se i conti tornano, la sua esistenza è un fallimento.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">– Perché non capisce che “l'io non ha altra protezione che il darsi, il perdersi” (A. Paoli).</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">– Perché non si rende conto che non è possibile riempire il vuoto con l'ingombro.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">– Perché non si avvede che la vita va colmata di amicizia, di dono, di relazioni; non di cose.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="white-space: normal;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: pre;"> </span>Proviamo, ora a trarre alcune conseguenze.</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="white-space: normal;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: pre;"> </span>* Il possesso è sempre una limitazione. “Chiunque acquista un campo e lo recinge, si priva del resto della natura, s'impoverisce di tutto il resto” (E. Cardenal).</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Il possesso è soprattutto limitazione di libertà. «Non avete mai notato che essere ricco si traduce sempre in un impoverimento su un altro piano? Basta dire: “Possiedo questo orologio, è mio!”, e rinchiudere la mano su di esso per avere un orologio, e aver perduto una mano» (A. Bloom). Il nostro spirito, il nostro cuore, tendono a rimpicciolirsi, a restringersi alle dimensioni degli oggetti sui quali si rinchiudono, alle dimensioni dei beni sui quali si ripiegano. <span style="white-space: pre;"> </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">* La ricchezza è falsificazione delle cose, perché falsa i rapporti con esse. Il ricco crede che il suo certificato di possesso lo leghi intimamente ai beni. Ma è una colossale illusione. Le cose, come le persone, hanno una “soglia d'inviolabilità”, un “limite d'invalicabilità che non possono essere forzati da un diritto derivante semplicemente dal denaro. Una cosa non si lascia “violare dal portafoglio” (le persone, qualche volta, sì...). Per questo, anche se mi appartiene, essa rimane inviolata nella sua essenza più vera, e mi lascerà sempre insoddisfatto.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">La cosa mi rimane ostinatamente “estranea”; mi sfuggirà di mano anche se la trattengo, anzi, proprio perché pretendo afferrarla, tenerla, mi sorriderà beffarda, intatta, intoccabile.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Per entrare in unione intima con un bene creato (la proprietà legata ai soldi, al diritto), può costituire un ostacolo. La facoltà di possedere si colloca al livello più profondo di noi stessi, là dove un oggetto esterno può entrare soltanto interiorizzandosi. <span style="white-space: pre;"> </span>(Liberamente da Domenica C- p. 159)</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Per possedere veramente una cosa, bisogna stabilire con essa non un rapporto di possesso, di aggressività, ma di partecipazione, di meraviglia, di contemplazione.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">È l'uomo “liturgico”, non l'uomo “economico” che è in armonia col creato. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">La terra appartiene ai “miti”, ossia a coloro che non rivendicano nulla. Soltanto chi prega, avendo le mani vuote, può pregare nelle cose e con le cose.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">C'è un momento nella Messa, in cui ci viene ricordato l'uso corretto che dobbiamo fare delle mani. L'offertorio è il momento della consacrazione delle mani; quelle mani che ritrovano la loro funzione più vera nel gesto dell'offerta: “... Dalle tue mani abbiamo ricevuto questo pane, frutto della terra e del lavoro dell'uomo”</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Le mani mi sono state date per dare. Chi le usa, abitualmente, soltanto per prendere, tenere, arraffare, non ha ancora imparato ad adoperarle, anche se è molto avanti negli anni. Soprattutto non ha ancora gustato la gioia più grande: la gioia di donare.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ci si preoccupa d'insegnare a camminare, e il giorno in cui il bambino muove i primi passi segna un grosso avvenimento in famiglia. Bisognerebbe far festa quando il bambino inizia ad usare le mani nell'unica maniera corretta, che è la maniera di dare.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ci si preoccupa delle mani sudicie. In realtà, le mani sono sporche soltanto quando “trattengono” qualcosa. Un cristiano, ossia un cercatore di Dio, supererà la tentazione di fermarsi, soltanto se sarà capace di trasformare le realtà terrestri in “segno” e “dono”. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Soltanto se imparerà ad usare le mani nell'unica maniera “giusta”.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">I nostri conti, a differenza di quelli dello “stolto” della parabola, </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">tornano, quando tornano i conti degli altri.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">-----------------------</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Una donna si recò alla fontana: un piccolo specchio tremolante, limpidissimo, tra gli alberi del bosco. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Mentre immergeva l'anfora per attingere, scorse nell'acqua un grosso frutto roseo, cosi bello che sembrava dire: «Prendimi!» . Allungò il braccio per coglierlo, ma quello sparì, e ricomparve soltanto quando la donna ritirò la mano dall'acqua. Così per due o tre volte. Allora la donna si mise ad estrarre l'acqua per prosciugare la fontana. Lavorò a lungo, sempre tenendo d'occhio il frutto misterioso, ma quando ebbe estratto tutta l'acqua, s'accorse che il frutto non c'era più. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Delusa per quell'incantesimo, stava per andarsene via, quando udì una voce tra gli alberi (era il Gufo Belvedere, quello che vede sempre tutto): «Perché cerchi in basso? Il frutto sta lassù ...» . </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">La donna alzò gli occhi e, appeso ad un ramo sopra la fontana, scorse il bellissimo frutto, di cui nell'acqua aveva visto soltanto il riflesso.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">••• Ovvio, no? Eppure spesso nella vita ci comportiamo così. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Cerchiamo affannosamente ed inutilmente la felicità nelle vicende di questo mondo.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Disillusi ed amareggiati non ci rendiamo conto che solo in Dio è la nostra vera fonte di felicità…</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Per quale ragione siamo sulla terra? Noi siamo sulla terra per riconoscere ed amare Dio, per fare il bene secondo il suo volere e raggiungere un giorno il cielo . (Catech. Chiesa Cattolica per Giovani)</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"> "Sulla terra non bisogna attaccarsi a nulla, neppure alle cose più semplici e innocenti, perché ci vengono a mancare quando meno ci si pensa." (S. Teresa di Gesù Bambino) </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">La PAROLA di D I O</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="white-space: normal;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: pre;"> </span>Bene e male, vita e morte</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">povertà e ricchezza, tutto proviene dal Signore, </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Sapienza, senno e conoscenza della legge, </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">vengono dal Signore;</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">carità e rettitudine sono doni del Signore,</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="white-space: normal;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: pre;"> </span>Errore e tenebre sono per gli empi</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">e il male resta per i malvagi.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="white-space: normal;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: pre;"> </span>Il dono del Signore è assicurato ai pii</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">e il suo favore li rende felici per sempre.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="white-space: normal;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: pre;"> </span>C’è chi è ricco a forza di privazioni e di risparmio; </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">ed ecco la parte della sua ricompensa:</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">quando dira: “Ho trovato riposo, ora mi godrò i miei beni”,</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">non sa quanto tempo ancora trascorrerà;</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">lascerà tutto ad altri e morirà.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="white-space: normal;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: pre;"> </span>Sta’ fermo al tuo impegno e fanne la tua vita;</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">invecchia compiendo il tuo lavoro.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="white-space: normal;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: pre;"> </span>Non ammirare le opere del peccatore,</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">confida nel Signore e persevera nella fatica, </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">perché è facile per il Signore</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">arricchire un povero all’improvviso.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="white-space: normal;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: pre;"> </span>La benedizione del Signore è la ricompensa del pio;</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">in un istante Dio farà sbocciare la sua benedizione.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="white-space: normal;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: pre;"> </span>Non dire. “Di che cosa ho bisogno</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">e di quali beni disporrò d’ora innanzi?”.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Non dire: “Ho quanto mi occorre;</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">che cosa potrà ormai capitarmi di male?”. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="white-space: normal;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: pre;"> </span>Nel tempo della prosperità si dimentica la sventura;</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">nel tempo della sventura non si ricorda la prosperità.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">È facile per il Signore nel giorno della morte</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">rendere all’uomo secondo la sua condotta,</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="white-space: normal;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: pre;"> </span>L’infelicità di un’ora fa dimenticare il benessere;</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">alla morte di un uomo si rivelano le sue opere.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="white-space: normal;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: pre;"> </span>Prima della fine non chiamare nessuno beato;</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">un uomo si conosce veramente alla fine”. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><br /></span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEijTMQZjxx6jnKUoIuv3OQEHea611MLtndQsMEJWY_i_3EGj0thHoRVJ_hzObgpqEsanup_L18FjYluM2b8bvVdvBIKsdq0b58WGcR4PVQBmu1WqFMwDQ5T1iRsYJq7cq5dARbZzZFEsanAecNVkydFTJL53Vuy5f8KYQZaWA4kH9QoFyxAVaj-yvrAiT8" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: verdana;"><img alt="" data-original-height="32" data-original-width="507" height="40" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEijTMQZjxx6jnKUoIuv3OQEHea611MLtndQsMEJWY_i_3EGj0thHoRVJ_hzObgpqEsanup_L18FjYluM2b8bvVdvBIKsdq0b58WGcR4PVQBmu1WqFMwDQ5T1iRsYJq7cq5dARbZzZFEsanAecNVkydFTJL53Vuy5f8KYQZaWA4kH9QoFyxAVaj-yvrAiT8=w640-h40" width="640" /></span></a></div></div>Danila Oppiohttp://www.blogger.com/profile/05879803697515637167noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5970478880613169778.post-8350813002082881332024-01-09T04:19:00.000-08:002024-01-09T06:52:06.326-08:00VERITÀ e FINZIONI NEL SAHEL DEL NOSTRO TEMPO di Padre MAURO ARMANINO<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCB6WXEWSBz_jJg3QD786fBcxB47siWEWhd1s7ryW4vLBr7Wh_yLnzJckqONcOi_62xd5PNxNSPRMbEvWgu5KHh5yoQckPYZ47UMeN2vSUEY4LWs5kyEjW-pUpkndXlvhGetN7RNtB0-KhXvQ0KwgU-Q5Nb2_RhpOAqd4JEi2DWpLCbw6SGaFL0u0RoKI/s611/7%201%20024%20enfants%202%20(1).JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="458" data-original-width="611" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCB6WXEWSBz_jJg3QD786fBcxB47siWEWhd1s7ryW4vLBr7Wh_yLnzJckqONcOi_62xd5PNxNSPRMbEvWgu5KHh5yoQckPYZ47UMeN2vSUEY4LWs5kyEjW-pUpkndXlvhGetN7RNtB0-KhXvQ0KwgU-Q5Nb2_RhpOAqd4JEi2DWpLCbw6SGaFL0u0RoKI/w640-h480/7%201%20024%20enfants%202%20(1).JPG" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCUdCOhTXgm3MLju6KONXnD7RznQ_VlWx1yGsRe5u1noptvwur-0YR3FEz5Tdp2WPSff21SGKLH9JxfbyOBXkeUpS_6blU87oElrfAUpHma0uAwDDGa0lftGfLa-6g5udZVGLOyNqyGTUBnplG6BZNSwITMNSvIuE5LxuiXI-KnfU3mNsyC20UGZp4vS4/s611/7%201%20023%20enfants%20(1).JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="458" data-original-width="611" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCUdCOhTXgm3MLju6KONXnD7RznQ_VlWx1yGsRe5u1noptvwur-0YR3FEz5Tdp2WPSff21SGKLH9JxfbyOBXkeUpS_6blU87oElrfAUpHma0uAwDDGa0lftGfLa-6g5udZVGLOyNqyGTUBnplG6BZNSwITMNSvIuE5LxuiXI-KnfU3mNsyC20UGZp4vS4/w640-h480/7%201%20023%20enfants%20(1).JPG" width="640" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><p></p><blockquote style="border: none; margin: 0px 0px 0px 40px; padding: 0px; text-align: left;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="color: red; font-family: verdana; font-size: large;"><b>Verità e finzioni nel Sahel del nostro tempo</b></span></div></div></div></div></div></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">Lo confessava oggi un amico giornalista di qui. Ha risposto sottovoce alla domanda sul motivo per cui, in </span><span style="font-family: verdana;">modo così repentino, giornali, radio e giornalisti affermati si sono allineati col nuovo regime militare al </span><span style="font-family: verdana;">potere nel Niger. ‘On fait semblant’, ha detto sottovoce. Tradotto significa ‘si fa per finta’… E ciò per evitare </span><span style="font-family: verdana;">possibili problemi nel futuro e garantirsi pane e vita più tranquilla. Lui, che ha dato da poco le dimissioni dal </span><span style="font-family: verdana;">giornale per il quale lavorava da anni, non esclude che alcuni lo facciano per convinzione. Come sempre </span><span style="font-family: verdana;">nella vita reale le frontiere tra eroi, santi, navigatori e vigliacchi non sono facilmente tracciabili.</span></div></div></div></div></div></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">D’altra parte ammettiamolo. Quanto accade nei Paesi limitrofi e nel Niger appare come particolare e</span></div></div></div></div></div></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">peculiare nel contesto dell’insicurezza dominante in questa ‘sponda’ chiamata Sahel. Regimi militari che, </span><span style="font-family: verdana;">con reale e apparente appoggio di una parte significativa del popolo. conducono alleanze militari,</span></div></div></div></div></div></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">economiche e politiche tra loro. Smantellano con decreti, ordinanze o leggi promulgate per la circ<span style="font-size: medium;">ostanza.</span></span></div></div></div></div></div></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: verdana;">Assetti diplomatici, militari e giuridici dei regimi precedenti sono rinegoziati o semplicemente cambiati. Il </span><span style="font-family: verdana;">tutto, naturalmente, senza nessun avallo dell’Assemblea Nazionale, sciolta dal colpo di stato del 26 luglio.</span></span></div></div></div></div></div></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: verdana;">I<span>l Niger, pare realizzare con indubbia creatività, le differenti opzioni e possibilità delle repubbliche e </span></span><span style="font-family: verdana;">democrazie come sono </span><span style="font-family: verdana;">applicate e vissute oggi. Colpi di stato militari a scadenza decennale. Periodi intensi </span><span style="font-family: verdana;">di transizione, eccezione e confusione. Omicidio di un capo di stato da parte della propria guardia </span><span style="font-family: verdana;">presidenziale e, attualmente, arresti domiciliari dal presidente riconosciuto dalla comunità internazionale. Il </span><span style="font-family: verdana;">tutto ad opera di militari e corpi speciali formati in particolare dagli Stati Uniti e Occidentali. La conclusione </span><span style="font-family: verdana;">non lascia adito a nessun dubbio. Contesti politici ed economici hanno posto i </span><span style="font-family: verdana;">militari ‘arbitri’ del gioco.</span></span></div></div></div></div></div></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: verdana;">Passati i tempi forti di giovani, bambini e adulti delle ‘oceaniche’ allo stadio e delle bandiere nazionali al </span><span style="font-family: verdana;">vento di sabbia dei tricicli guidati da giovani coi caschi e le magliette al colore del Niger. Momenti forti</span></span></div></div></div></div></div></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">attorno alle rotonde o alla neo battezzata piazza delle Resistenza attorno a quello che fu la base militare</span></div></div></div></div></div></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">francese dell’aeroporto. Si passa ad altro in attesa della promessa concertazione nazionale che dovrebbe</span></div></div></div></div></div></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: verdana;">dettare le linee del futuro Paese sotto il sigillo della ‘sovranità’ senza concessioni. Dopo aver sospeso le </span><span style="font-family: verdana;">emissioni radiofoniche di Radio Francia Internazionale, familiarmente RFI adesso è il turno del sito web.</span></span></div></div></div></div></div></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: verdana;">Nulla di cui stupirsi se anche l’amministrazione della giustizia appare, come sempre, legata a doppio filo col </span><span style="font-family: verdana;">potere dominante. Vari ministri del passato regime sono in custodia e non si scorgono prospettive per</span></span></div></div></div></div></div></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">eventuali processi a loro carico. C’è un clima sociale che risente della pesantezza della crisi economica e</span></div></div></div></div></div></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">soprattutto della ‘tristezza’ di un pensiero unico che sembra disegnarsi nel panorama politico del Paese.</span></div></div></div></div></div></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Difficile poter pensare ad uno scambio sereno, democratico e pluralista quando l’autocensura, facilitata dal contesto attuale, sembra privilegiare una e sola direzione al paese.</span></div></div></div></div></div></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: verdana;">Verità e finzione passano frontiere porose dappertutto e il l Sahel non è da meno. Terreno di presenza </span><span style="font-family: verdana;">conquista per multinazionali, gruppi armati, banditi, contrabbandieri, politici corrotti, militari come eroi e</span></span></div></div></div></div></div></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: verdana;">milioni di sfollati, rifugiati e migranti che immaginano la loro vita altrove. Ideologie fuori uso e analisi poco </span><span style="font-family: verdana;">aderenti alla realtà si mescolano, come polvere al vento, con narrazioni di sovranità riconquistata a caro </span></span><span style="font-family: verdana; font-size: large;">prezzo. Nel Niger e altrove, intanto, si perpetuano ricorrenti carestie e precarietà che il quotidiano vivere</span></div></div></div></div></div></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">traduce in muto dolore. Solo il nostro popolo di sabbia saprà ritrovare il sentiero, abbandonato, della</span></div></div></div></div></div></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">dignità .</span></div></div></div></div></div></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><br /></span></div></div></div></div></div></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="color: #2b00fe; font-family: verdana; font-size: medium;"><b>Mauro Armanino, Niamey, 7 gennaio 2024</b></span></div></div></div></div></div></div></blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div></div></div></div></div></div>Danila Oppiohttp://www.blogger.com/profile/05879803697515637167noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5970478880613169778.post-74285081632356116002024-01-02T07:39:00.000-08:002024-01-02T07:39:02.423-08:00ELOGIO ALLA PATERNITÀ di PADRE MAURO ARMANINO<p style="text-align: justify;"> <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1dlU20P0hWyTlKMgoQ-HS56XVA17WqsNqLVySiXQIGiKbMBCJfsEe-X0Q-DNm8M_LIpdDPKHMucHBzxSsGkVxQYz0Z34U40Ctx81DLGFK8jp5WmTFWM7z4HXMGShmKBeD09ens2OpO5p8JulrhOcWtW5K247FO3nm8BmlCNq5h5cRB_OI6HLDFVcRgoY/s611/1%201%20024%20les%20courageux%20ses.JPG" imageanchor="1" style="font-family: verdana; font-size: xx-large; font-weight: bold; margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="458" data-original-width="611" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1dlU20P0hWyTlKMgoQ-HS56XVA17WqsNqLVySiXQIGiKbMBCJfsEe-X0Q-DNm8M_LIpdDPKHMucHBzxSsGkVxQYz0Z34U40Ctx81DLGFK8jp5WmTFWM7z4HXMGShmKBeD09ens2OpO5p8JulrhOcWtW5K247FO3nm8BmlCNq5h5cRB_OI6HLDFVcRgoY/w640-h480/1%201%20024%20les%20courageux%20ses.JPG" width="640" /></a></p><p></p><div style="text-align: justify;"><span style="color: red; font-family: verdana; font-size: xx-large; font-weight: 700;"><br /></span></div><span style="font-family: verdana; font-size: x-large;"><div style="font-weight: bold; text-align: justify;"><b><span style="color: red;"> Elogio della paternità </span></b></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">I</span><span style="font-family: verdana; font-size: large;">l Comitato Nazionale per la Salvaguardia della Patria, in breve CNSP, esiste nel Niger dal 26 luglio passato, giorno in cui è stato fatto prigioniero il presidente Mohamed Bazoum. Passano i mesi e il tema della Patria non accenna a diminuire, anzi, il patriottismo e i patrioti sono ormai i cittadini modello da imitare. Il nuovo cittadino nigerino sarà patriottico o non sarà affatto! Come non pensare agli anni passati nella scuola elementare e ricordare i moti per l’indipendenza, i patrioti pronti ad immolarsi, i carbonari che sognavano un Paese unificato. Poi si mescolano gli abbinamenti orchestrati da regimi politici di sinistra memoria che coniugavano, manipolandoli, la Famiglia, Dio e la Patria. Le trincee della storia e le colonizzazioni occidentali sono state, non raramente, la traduzione geopolitica di tali accostamenti. Poi il linguaggio, specchio e eco dello spirito del tempo, ha impiegato i derivati di patria, dal latino pater. Il ‘pater familias’, padre di famiglia della Roma antica, con insondabile diritto di vita e di morte sui figli, patriottismo e infine patriarcato. Quest’ultimo interpretato come causa di tutto quanto esiste di oppressivo nella civiltà occidentale.</span></div></span><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Nostro padre Pietro, il padre di noi e marito di nostra madre, ha attraversato la vita con umiltà perché ha lui stesso sofferto precocemente dell’assenza dei genitori. Giovane partigiano sull’Appennino ligure- parmigiano per lottare contro il nazifascismo imperante, si è poi trasformato in marito, padre, operaio edile e delegato sindacale di base. La sua vita non è stata lunga quanto avrebbe potuto essere. Il suo cuore ha retto fino all’età di 56 anni fin quando, una notte, ha smesso di battere di quella paternità che l’aveva, malgrado le traversie, tenuto in vita. Con sua moglie, nostra madre, ha vissuto, condiviso, atteso e sperato quel futuro che aveva intravvisto sulle montagne, sfiorato più volte dalla morte. Si lasciava sorprendere dalla vita come fosse la prima volta che accadeva ciò che la famiglia, nella sua sobria povertà, attraversava. Una delicatezza coniugale, la sua, che nostra madre, vedova per vent’anni, non terminava di ricordare con tristezza prima e serena letizia in seguito. Sono sepolti assieme nel cimitero di campagna non lontano dalla chiesa millenaria dove si erano sposati, una domenica mattina nel mese di settembre di quell’anno.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Tra patria, padre e patriarcato non c’è quella continuità che si vuol far credere in occidente, dove la paternità sembra passata di moda e di statuto. La crisi nell’identità dei padri, così come concepita e sistematizzata nel passato, sembra irreversibile anche perché legata ai mutamenti dell’identità della donna nella crescente autonomia sul proprio corpo. Una società senza padri degni di questo nome, con un ruolo da reinventare, sarebbe un dramma e creerebbe la stessa sciagura di una società senza madri. Ci sono padri che spariscono e altri latitanti nel momento in cui più si abbisogna di loro. Altri sentono che il potere di un tempo è andato come sabbia tra le dita e hanno smarrito le certezze di una volta. Ridare un volto alla paternità dovrebbe essere uno dei cantieri più urgenti e decisivi del nostro tempo. Senza questo tentativo appare illusorio oppure fuorviante insegnare e recitare coi figli la preghiera del Dio padre.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><br /></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><span style="font-size: medium;"> </span><b><span style="color: #2b00fe; font-size: large;">Mauro Armanino, Niamey, 31 dicembre 2023</span></b></span><span style="font-family: verdana; font-size: large;"> </span></p>Danila Oppiohttp://www.blogger.com/profile/05879803697515637167noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5970478880613169778.post-68017255694718894682023-12-25T04:19:00.000-08:002023-12-25T04:19:30.163-08:00MENTRE IN EUROPA...di P. MAURO ARMANINO<p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: x-large;"><b></b></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: x-large;"><b><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVJBvQKUufC0hmYvjXEWdxzPKUpnf4R5IF-HhVA8k7FaZjoXG235yOTVZ9TZPtkEgEHyvW_g9_M-09alDBKSOFHjP4__48UhTqF9Ggv9qbWXC9gXY7DtJ2GbkhOaZ_w9Ubfi85zAwfjm6Y-8Y1IZ-BL3ju5iyWwwY0W-NGwzB5gNYsBm6-7vOQUN0mEY9U/s611/22%2012%20023%20francis%20emmanuel.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><br class="Apple-interchange-newline" /><img border="0" data-original-height="458" data-original-width="611" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVJBvQKUufC0hmYvjXEWdxzPKUpnf4R5IF-HhVA8k7FaZjoXG235yOTVZ9TZPtkEgEHyvW_g9_M-09alDBKSOFHjP4__48UhTqF9Ggv9qbWXC9gXY7DtJ2GbkhOaZ_w9Ubfi85zAwfjm6Y-8Y1IZ-BL3ju5iyWwwY0W-NGwzB5gNYsBm6-7vOQUN0mEY9U/w400-h300/22%2012%20023%20francis%20emmanuel.jpg" width="400" /></a></b></span></div><p><span style="font-family: verdana; font-size: x-large;"><b><br /></b></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEge_qG67eD-dBEzKsbArjKUcQLihCHux3AieA3l-_pANd_N6jkB1XswgPyq8Ovtrh0y0J7dlpgkp2YPLgVXxr04281CDs06MklCLufbQaC-JldLmHLXWWa3BlCVVD943rUD7S6NeWo0qGzKubC_ejidckg0mcdaOClmqAqNtKCvU1gK_UxwGH7npfD2k2PV/s611/24%2012%20023%20dembele.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="458" data-original-width="611" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEge_qG67eD-dBEzKsbArjKUcQLihCHux3AieA3l-_pANd_N6jkB1XswgPyq8Ovtrh0y0J7dlpgkp2YPLgVXxr04281CDs06MklCLufbQaC-JldLmHLXWWa3BlCVVD943rUD7S6NeWo0qGzKubC_ejidckg0mcdaOClmqAqNtKCvU1gK_UxwGH7npfD2k2PV/w400-h300/24%2012%20023%20dembele.jpg" width="400" /></a></div><p><span style="font-family: verdana; font-size: x-large;"><b><br /></b></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0Cz-T5tzSYMTPrzBBZ8BKtzIB2x4c7XsaNrfZ8kUyhaJzomCtCmFq_-kSfWHNQfmgA-3jZArpgNgS_mBGUG34NRt4lOTfgfQX0gFBKnRLiWakfn7S24ZNixoNUiAyjUWV-teLM-YtP2N0qPXR4RKcS65CZ_ms5kS7-RSByBNfulqrTbIfc-NRfr-Xf7Tb/s611/24%2012%20023%20aphro.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="458" data-original-width="611" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0Cz-T5tzSYMTPrzBBZ8BKtzIB2x4c7XsaNrfZ8kUyhaJzomCtCmFq_-kSfWHNQfmgA-3jZArpgNgS_mBGUG34NRt4lOTfgfQX0gFBKnRLiWakfn7S24ZNixoNUiAyjUWV-teLM-YtP2N0qPXR4RKcS65CZ_ms5kS7-RSByBNfulqrTbIfc-NRfr-Xf7Tb/w640-h480/24%2012%20023%20aphro.jpg" width="640" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="text-align: justify;"><span style="color: red; font-size: x-large;"><b>Mentre in Europa...</b></span></span></div><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"> Ci si industria a orientare, controllare, limitare, punire e organizzare le migrazioni qui, dall’altra parte del mondo chiamato creativamente Sahel, ci sono altre realtà con le quali fare i conti. Ad esempio c’è Emanuel, liberiano di nascita, che soleva passare spesso a salutare e chiedere consigli e soprattutto aiuti. Non si vedeva da tempo perché imprigionato per un anno per una storia inverosimile. E’ stato rilasciato ieri, per grazia ricevuta, onde decongestionare il carcere civile di Niamey la cui popolazione è cresciuta in modo insostenibile in questi ultimi anni. Ha sopravvissuto solo per via dei miracoli che si moltiplicano senza darlo a vedere da queste parti del mondo poco strutturato per tali sventure. Ha dovuto pagare il ‘re’ della cella per un posto letto di alcune decine di centimetri quadrati. Lavarsi era un’avventura occasionale quotidiana. Mentre in Europa si compra il Natale spesso rinnegandolo nei fatti, ritorna alla ribalta dopo qualche mese Camara, originario della Costa d’Avorio. Espulso dal Marocco, dall’Algeria e poi gettato nel deserto era sbarcato con l’intenzione di trovare se stesso tra i meandri della vita. Si trovava tra coloro che erano stati ripescati nel mare dalla guardia costiera marocchina. Aveva visto l’altra riva da lontano e da allora non l’aveva più dimenticata. Dice che, una volta tornato al suo Paese, preparerà i documenti personali e di viaggio per partire regolarmente dall’altra parte. Cerca qualcosa con cui coprirsi dal fresco delle notti passate nei pressi degli uffici dell’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni. Dice che non mangia da un paio di giorni e che, per imbrogliare lo stomaco, beve acqua a non finire. Attende un regalo per Natale. Mentre in Europa ci si interroga su identità di genere e in generale il matrimonio è in cerca d’autore passano a salutare Celestine e Boa. Si sposeranno a fine mese in cattedrale a Niamey. Lei togolese e lui liberiano, con un figlio adottato nell’attesa forse di altri che forse arriveranno, da migranti come tutti, su questa terra che diventa un esilio per troppe persone. Si sono incontrati qui, entrambi stranieri in questo Paese che dopo essere stato per qualche giorno nei primi titoli dei notiziari è in fretta tornato alla sabbia da dove veniva. Non sarà certo il loro matrimonio a cambiare le sorti del colpo di stato militare che tiene fino ad oggi imprigionato il presidente eletto, dubbiosamente, nel 2021. Non ci sarà nessun viaggio di nozze vista la chiusura delle frontiere che persiste finora. Il riso degli sposi sarà messo da parte per la cucina. Mentre in Europa si è smarrito il sentiero della vita e si è adottato l’effimero come unico orizzonte, arriva, trafelato, l’amico Khalifa, libico di origine. E’ scappato dal suo Paese a causa della persecuzione religiosa dopo aver scelto di diventare cristiano. Incarcerato, battuto e minacciato di morte scappa in Algeria e da lì, espulso come di prammatica dai militari, arriva fortunosamente a Niamey e si presenta all’ufficio dell’Alto Commissariato per i Rifugiati. Accolto dai funzionari riceve in cambio un foglio plastificato col nome, la data di arrivo , un numero di riconoscimento e poi più nulla. Non si allontana dall’ufficio che centralizza i servizi e, stanco di non mangiare e dormire accetta di alloggiare nella casa degli amici del Togo. Passa perché pure lui non mangia da alcuni giorni e teme il ritorno al Paese. L’essenziale per lui è il cibo e una croce al collo. Mentre in Europa si fanno le guerre per procura, si investono sempre più soldi nella fabbricazione, l’acquisto e la vendita di armi. Nella tacita ipocrisia accettata e riprodotta da buona parte dei media compiacenti, ci si presenta al mondo come paladini del diritto e della pace. Nessuno ci crede più perché le promesse di giustizia, equità, solidarietà e bene comune sono state da tempo abbandonate o buttate al macero. Qui si sentono e soffrono le conseguenze delle armi, guerre e geopolitiche in subappalto. Milioni di persone col diritto di vivere si trovano nella categoria degli sfollati, rifugiati, abbandonati, dimenticati e liquidati sull’altare di interessi politici, religiosi e soprattutto economici. Il Dio, preso come ostaggio da una parte o dall’altra dei poteri, sta coi bambini della Sierra Leone che qui non hanno neppure una mangiatoia.</span></p><p style="text-align: justify;"><b style="color: #2b00fe; font-family: verdana; font-size: x-large;">Mauro Armanino, Niamey, 24 dicembre 2023</b></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: x-large;"><b></b></span></p><p style="text-align: justify;"><br /></p>Danila Oppiohttp://www.blogger.com/profile/05879803697515637167noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5970478880613169778.post-14840535965948979392023-12-19T01:08:00.000-08:002023-12-19T01:24:20.152-08:00Buon Natale da Arenzano… con un aggiornamento da Bangui! Padre Provinciale Federico Trinchero,<p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3cW57KHxfPGWhzDajSzLHHU-uuj1jhhjTq7yGw1fZjbMGshxV1nM6-abwxP_sJ6vQQWyq52jciIQYg6lHCLHXnRwVn_9BtX8k68e81GxHwi284HCHCiCM7KawDBnGev97vrvdZwi1N3hj6Tc6qZK7KZXWBNOR_Fqd37G6QpXAqIlDDSZXeScUg3Jobxc/s276/federicotrinchero.webp" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="274" data-original-width="276" height="397" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3cW57KHxfPGWhzDajSzLHHU-uuj1jhhjTq7yGw1fZjbMGshxV1nM6-abwxP_sJ6vQQWyq52jciIQYg6lHCLHXnRwVn_9BtX8k68e81GxHwi284HCHCiCM7KawDBnGev97vrvdZwi1N3hj6Tc6qZK7KZXWBNOR_Fqd37G6QpXAqIlDDSZXeScUg3Jobxc/w400-h397/federicotrinchero.webp" width="400" /></a></div><p></p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Buon Natale da Arenzano… con un aggiornamento da Bangui!</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Notiziario n°34, 17 Dicembre 2023</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Carissimi amici,</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">questa volta non vi scrivo dal Centrafrica, ma dall’Italia. Come forse alcuni di voi avranno già saputo, nel mese di aprile, i miei confratelli mi hanno eletto Provinciale dei Carmelitani scalzi della Liguria e quindi ho lasciato la missione di Bangui. La Provincia ligure (fondata nel lontano 1584, a soli due anni dalla morte di Santa Teresa) si compone attualmente di sette conventi e quattro monasteri, ma comprende anche due delegazioni all’estero: quella nella Repubblica Centrafricana (fondata nel 1971 e con cinque conventi) e quella nella Repubblica Ceca (fondata nel 1993, con due conventi e due monasteri). Si tratta di una grande famiglia di circa 100 frati, 60 monache e più di 300 laici carmelitani sparsi in tre paesi e di differenti nazionalità.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Per questa ragione, e anche se il mio servizio comporterà frequenti spostamenti, per i prossimi tre anni risiederò normalmente nel convento di Arenzano, vicino a Genova. Vivo nella stessa comunità con padre Anastasio, anch’egli di ritorno in Italia dopo 25 anni trascorsi a Praga, e con padre Davide, nuovo responsabile dell’animazione missionaria. Lasciare l’Africa – e soprattutto i miei confratelli e la missione di Bangui – non è stato semplice. Dopo quattordici intensissimi anni – vissuti tra i giovani in formazione, l’insegnamento, tanti progetti, la guerra, i profughi, il faticoso cammino verso la pace e poi il cantiere per il nuovo convento – il Centrafrica era diventato la mia seconda patria e il Carmelo centrafricano la mia famiglia. Sicuramente molte cose sono rimaste a metà; ma è anche bello lasciare che altri portino avanti ciò che si è iniziato. Questo è ancora più vero e urgente per i miei confratelli centrafricani, chiamati ormai a raccogliere il testimone dalle mani dei missionari italiani e a continuare l’opera di evangelizzazione e di trasmissione del carisma carmelitano. Si tratta di un passaggio delicato e necessario, quasi una scommessa sulla quale, con tanta fiducia e non poco coraggio, ci è sembrato fosse arrivato il momento di puntare. Per quanto mi riguarda, invece, posso solo dire che la nuova missione che mi è stata affidata è sicuramente impegnativa, ma posso contare sull’aiuto e la dedizione di tanti confratelli e consorelle, ognuno generosamente concentrato nella sua piccola o grande missione.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Per fortuna continuerò a recarmi regolarmente in Centrafrica. Ci sono stato nel mese di ottobre, in occasione della professione solenne di fra Rufin e dell’ordinazione sacerdotale di fra Alfred, fra Wilfrid e fra Aimé. Non posso nascondere la gioia, e anche un briciolo di orgoglio, nel poter vedere questi giovani, dopo tanti anni di cammino, arrivare finalmente alla meta. Fra Alfred, originario di un piccolissimo villaggio nel nord del Centrafrica, arrivò in convento con la sua vecchia bicicletta scassata e senza freni. E non si fermò più, nonostante alcune difficoltà negli studi, fino a diventare finalmente sacerdote. Fra Rufin, invece, è il primo carmelitano di Bossemptelé. Padre Niccolò, fondatore della missione, lo battezzò appena nato. Le suore della missione, intuendo profeticamente le buone disposizioni del bambino, lo accolsero nella loro scuola: unico maschio in una classe di sole femmine. Poi Rufin entrò in Seminario e percorse tutto il cammino di formazione. Come è vero che c’è chi semina – senza vedere i frutti del proprio lavoro –, chi innaffia con fiducia, chi pota con pazienza e chi raccoglie con gioia e riconoscenza! Certo non avrei potuto immaginare che un giorno avrei avuto l’onore di accogliere nelle mie mani – nella situazione non prevista di Provinciale – l’impegno definitivo di fra Rufin nell’Ordine del Carmelo.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">E siccome la famiglia cresce, anche la costruzione del nuovo convento procede a buon ritmo grazie al contributo di tante persone: i cinquantacinque operai dell’impresa Le Prevost, Sylvie, Zowé, Révocat, l’architetto Giovanni, i miei confratelli padre Aurelio, padre Mesmin e padre Cyriaque, che mi ha sostituito al Carmel. In questi ultimi mesi si sono aggiunti alcuni volontari italiani: Enrico, Alessio, Mario, Giovanni, Maurizio. Grazie alla loro generosità e alla loro competenza stiamo per terminare questa grande opera. Gli ambienti del secondo piano sono stati completati e siamo già arrivati al tetto. Sono state installate le vetrate della cappellina (opera di padre Aurelio) e sono stati costruiti ben 48 archi di mattoni nelle verande del primo piano e all’ingresso. È in corso l’installazione dell’impianto elettrico e idraulico, delle porte, delle finestre e delle inferriate. Nei prossimi mesi inizierà la posa dei sanitari, dei pavimenti, dei soffitti in legno, la tinteggiatura e lo scavo dei canali di scolo. Anche se è noto che le rifiniture richiedono molto tempo e molta pazienza, possiamo dire che iniziamo a vedere il traguardo all’orizzonte. L’opera non è ancora terminata, e occorrerà arredare tutti gli ambienti, ma contiamo di poter inaugurare il nuovo convento nel corso del prossimo anno. Poi ci attende un’altra avventura: la costruzione della foresteria e della chiesa. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Sicuramente, quando il 16 luglio 2021 avevamo posato la prima pietra, non potevamo immaginare cosa avrebbe comportato la gestione di un cantiere così importante. Se non sono mancati ostacoli e imprevisti di diverso tipo – sia tecnici che economici – dobbiamo veramente ringraziare il Signore per averci sostenuti fin qui. Mi sia permesso di ringraziare ancora una volta il nostro Ordine, le nostre consorelle di clausura, alcuni organismi e tanti benefattori che ci hanno aiutato con generosità e fiducia nei nostri confronti. La realizzazione di questa grande impresa non sarebbe stata possibile senza il vostro aiuto. Anche chi ha potuto dare poco – fosse anche per un solo mattone, una carriola di sabbia o un sacco di cemento – può legittimamente ritenere di aver collaborato alla costruzione di questo grande convento.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: red; font-family: verdana; font-size: medium;"><b>Buon Natale!</b></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #2b00fe; font-family: verdana; font-size: medium;"><b>Padre Federico</b></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Se volete offrire un contributo per la costruzione del nuovo convento, della foresteria o della nuova chiesa potete fare:</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>1) Un bonifico bancario a MISSIONI CARMELITANE LIGURI usando l'IBAN: IT42D0503431830000000010043 (CODICE SWIFT per un bonifico dall’estero: BAPPIT21501).</i></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>2) Un versamento tramite Conto Corrente Postale n. 43276344 intestato a AMICIZIA MISSIONARIA ONLUS.</i></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>NB: Indicate nella causale: NUOVO CONVENTO E NUOVA CHIESA CARMEL DI BANGUI</i></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Più informazioni sul sito www.amiciziamissionaria.it</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><br /></span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiuIFFiX5OCPf89gqiZv1Vg6e9gsYNewQwOdLXbG4YLEujUzpPcfYVfx9HseJRueaK1TLjG2mtQ9KQ0hsl2Ap3YPpHjiFBAadVbwh4gu_YLcfAPkLS8XJ70DPl575ihqFAYCOf5roKa_eIP8dpoCodEUXam8A5-VNU1Q1rxsmeKRbM3x_G6VN0Q9Y0K0O4" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="1280" data-original-width="960" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiuIFFiX5OCPf89gqiZv1Vg6e9gsYNewQwOdLXbG4YLEujUzpPcfYVfx9HseJRueaK1TLjG2mtQ9KQ0hsl2Ap3YPpHjiFBAadVbwh4gu_YLcfAPkLS8XJ70DPl575ihqFAYCOf5roKa_eIP8dpoCodEUXam8A5-VNU1Q1rxsmeKRbM3x_G6VN0Q9Y0K0O4=w480-h640" width="480" /></a></span></div><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><br /><br /></span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxc8I4w8j7cT-bkRyxOyfwQpY4cY4A_z_ul8VShKVg9BbW3cNA9qMU8ED8Qtj2pnE22wUTR0PF3_WaudD47meXxA61QU_Szbr5Y-C4e7edC-6RDpX9R5IyMOYNpf-Dxtn1ObqZhvhAvn8dTax1h7kA-bk0pKvCqL8hgqnzG_zcnPu04i_b4Eja6i6QAfw/s1040/2.%20PROFESSIONE%20(2).jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1040" data-original-width="780" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxc8I4w8j7cT-bkRyxOyfwQpY4cY4A_z_ul8VShKVg9BbW3cNA9qMU8ED8Qtj2pnE22wUTR0PF3_WaudD47meXxA61QU_Szbr5Y-C4e7edC-6RDpX9R5IyMOYNpf-Dxtn1ObqZhvhAvn8dTax1h7kA-bk0pKvCqL8hgqnzG_zcnPu04i_b4Eja6i6QAfw/w300-h400/2.%20PROFESSIONE%20(2).jpg" width="300" /></a></div><br /><p></p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiflWW7alAirNZNJWcVuWIKZ6CYq7PcX_Jn9_4TyL4QsH2tQLaoTa-rU62SKai2PeSLiONxdmQ2VTyHNoFsNtB-88dVJE_wXyhqUW3CIaoc6NhM4xkmUDCk0e1d9Z9H3XuA3QO4JcTFYTWX16R8P4_ta0YdcT45O4pBVCt3jM7hydm3w1nio3hKfrujoJ4/s1027/3.%20PROFESSIONE.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="498" data-original-width="1027" height="310" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiflWW7alAirNZNJWcVuWIKZ6CYq7PcX_Jn9_4TyL4QsH2tQLaoTa-rU62SKai2PeSLiONxdmQ2VTyHNoFsNtB-88dVJE_wXyhqUW3CIaoc6NhM4xkmUDCk0e1d9Z9H3XuA3QO4JcTFYTWX16R8P4_ta0YdcT45O4pBVCt3jM7hydm3w1nio3hKfrujoJ4/w640-h310/3.%20PROFESSIONE.jpg" width="640" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: large;"><b>Professione</b></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh632_ghVg7epc4bfbgGVJWYAam1p_vlAMz2e4eL00pacWqk9-QfkqJBHzancmiLaF0-N8xkqKqEDn-XUb-ZeSkpyQszozJFr9PKGZdPZsA54X9gfe9uI4PrsX5BkhzmLesRMZgIJ6N6T-tyL_Mppqn-k6iRjcz1AQ5ZiDw-SmPS2E2djpZtuKTCddUR5U/s1024/4.%20ORDINAZIONE.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="768" data-original-width="1024" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh632_ghVg7epc4bfbgGVJWYAam1p_vlAMz2e4eL00pacWqk9-QfkqJBHzancmiLaF0-N8xkqKqEDn-XUb-ZeSkpyQszozJFr9PKGZdPZsA54X9gfe9uI4PrsX5BkhzmLesRMZgIJ6N6T-tyL_Mppqn-k6iRjcz1AQ5ZiDw-SmPS2E2djpZtuKTCddUR5U/w640-h480/4.%20ORDINAZIONE.jpg" width="640" /></a></div><br /><p style="text-align: center;"><b><span style="font-family: verdana; font-size: large;">Ordinazione</span></b></p><p style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKTPEG_A5_Y4vpDnB_pu8MrPJH8Ia7pzpvcKZB8RSwiuM-8cqwjPMWsqE6vGvozm_HnihbjhLHHoLiM78OkMf7OX4tIrrMCip83v5V4oa7x42dG28i8q8cHh8vKd86V4S_FeG_qEJpQwGKi-oii18I0AGHxaBavm-dNISHnx7Kk7Cy5Mtv17mwoUBA0Xo/s1600/5.%20SEMINARISTI%20YOLE.jpg" style="font-weight: bold; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKTPEG_A5_Y4vpDnB_pu8MrPJH8Ia7pzpvcKZB8RSwiuM-8cqwjPMWsqE6vGvozm_HnihbjhLHHoLiM78OkMf7OX4tIrrMCip83v5V4oa7x42dG28i8q8cHh8vKd86V4S_FeG_qEJpQwGKi-oii18I0AGHxaBavm-dNISHnx7Kk7Cy5Mtv17mwoUBA0Xo/w300-h400/5.%20SEMINARISTI%20YOLE.jpg" width="300" /></a></p><p style="text-align: center;"><b><br /><span style="font-family: verdana; font-size: large;">Seminaristi Yole</span></b></p><p style="text-align: center;"><b></b></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDeSjYRlHxAmRmHP_x4gtVSMQqsFBVvny3W8X-AnFxmweRq-WQczgfXlnbIlMkspKFNEvRfoeD2UNzW2yAVLRrM7chVjNQ-sY3ShaFra0X5vUiDNKxvX92zaVPMD7zmy0KOqxmCBGbIUJw7QbveCaQl2oicyWecX6ttMnKw3DDXcxEfWFbZH3XA-7tT-A/s1600/6.%20CANTIERE.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDeSjYRlHxAmRmHP_x4gtVSMQqsFBVvny3W8X-AnFxmweRq-WQczgfXlnbIlMkspKFNEvRfoeD2UNzW2yAVLRrM7chVjNQ-sY3ShaFra0X5vUiDNKxvX92zaVPMD7zmy0KOqxmCBGbIUJw7QbveCaQl2oicyWecX6ttMnKw3DDXcxEfWFbZH3XA-7tT-A/w300-h400/6.%20CANTIERE.jpg" width="300" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><b><b><span style="font-family: verdana; font-size: large;">Cantiere</span></b></b></div><p style="text-align: center;"><b><b></b></b></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><b><b><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEA21kN57djMtQpU58jt1QUK3QkL4Wi2jCc9o__aTwkayoqCDfBNnJBmrBhb7wEGyZCJTgdYhjDuSkzhULxMaVcxCMcALPa3Xd9BzGSYh-9Byzg1XZxOxrbezN-VEWJGxko9jnK-CE8J7f2bQFDSNL6RGuEr6Q14WbXIaPhca_NCLmcXQHYSyG1nG0zSQ/s1600/7.%20CANTIERE.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEA21kN57djMtQpU58jt1QUK3QkL4Wi2jCc9o__aTwkayoqCDfBNnJBmrBhb7wEGyZCJTgdYhjDuSkzhULxMaVcxCMcALPa3Xd9BzGSYh-9Byzg1XZxOxrbezN-VEWJGxko9jnK-CE8J7f2bQFDSNL6RGuEr6Q14WbXIaPhca_NCLmcXQHYSyG1nG0zSQ/w300-h400/7.%20CANTIERE.jpg" width="300" /></a></b></b></div><b><b><br /><div style="text-align: center;"><b><b><span style="font-family: verdana; font-size: large;">Cantiere</span></b></b></div></b><p></p><p style="text-align: center;"><b></b></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><b><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhp3jaY8_k86xAh5ovnB8x2s8LW-UIufi5MShK__qnbMVc8zVUNnSgWITki-Htzp5V_R5OQ0oGDKBisliO17SvsxNum3dKqVAdZbdr4epk58IYhiai4JTBGfeJ8TVY8Zve8Wj0L8Vd5K6OBnzh6dLyzFq2ossi8z2EVj6O373noMThp1AqTubP58mmMvrM/s2048/18.%20CAPPELLA.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="923" data-original-width="2048" height="288" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhp3jaY8_k86xAh5ovnB8x2s8LW-UIufi5MShK__qnbMVc8zVUNnSgWITki-Htzp5V_R5OQ0oGDKBisliO17SvsxNum3dKqVAdZbdr4epk58IYhiai4JTBGfeJ8TVY8Zve8Wj0L8Vd5K6OBnzh6dLyzFq2ossi8z2EVj6O373noMThp1AqTubP58mmMvrM/w640-h288/18.%20CAPPELLA.jpg" width="640" /></a></b></div><b><br /><div style="text-align: center;"><b><b><span style="font-family: verdana; font-size: large;">Cappella</span></b></b></div></b><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxpWdeo9FiM-jzvugoS-w6Ms8JZs8Tqdiy72mqmnkqyARTh9-H1eV6vgaqfmx-iMFxR1xSIySQr1TRSJimAKcg9s2iju4ipUZLHQd2SUa99sonhfUzBoKU4Dzjcyn5YRR_uUJ2dJXfHfwbUcKDaMn_GkJem_EKr2j_OaVg0kdTn-UDWvLaIT99LH3tGmg/s2048/19.%20FRATI.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="923" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxpWdeo9FiM-jzvugoS-w6Ms8JZs8Tqdiy72mqmnkqyARTh9-H1eV6vgaqfmx-iMFxR1xSIySQr1TRSJimAKcg9s2iju4ipUZLHQd2SUa99sonhfUzBoKU4Dzjcyn5YRR_uUJ2dJXfHfwbUcKDaMn_GkJem_EKr2j_OaVg0kdTn-UDWvLaIT99LH3tGmg/w288-h640/19.%20FRATI.jpg" width="288" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><b><span style="font-family: verdana; font-size: large;">Frati</span></b></div></b><p></p><p style="text-align: center;"><b></b></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><b><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAHeVzEfLBPCTlc8oLUEu_GsqyUUTRzpTp9MJnZldiqnr5o32_HpRKSIIfl6sYKh9nMbIcwuRyyXA6IceYknf3JMenYL80zZC-DTUmJHF8nEr35B3KieXkjrIYAONfrvQjDciXEr8DZIOdFkBe5dQp1NqGKnloPyQjfu8tGFezB-futIOOmX7_XVBXoYs/s915/Screenshot%202023-12-17%20alle%2019.43.09.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="397" data-original-width="915" height="278" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAHeVzEfLBPCTlc8oLUEu_GsqyUUTRzpTp9MJnZldiqnr5o32_HpRKSIIfl6sYKh9nMbIcwuRyyXA6IceYknf3JMenYL80zZC-DTUmJHF8nEr35B3KieXkjrIYAONfrvQjDciXEr8DZIOdFkBe5dQp1NqGKnloPyQjfu8tGFezB-futIOOmX7_XVBXoYs/w640-h278/Screenshot%202023-12-17%20alle%2019.43.09.png" width="640" /></a></b></div><b><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVyLBKTw8RYpgQ4M8IwDF9lKN2uplRggE6cwbK9hiET-qsg94IIAkIcoQ5Yk300ij-iLaIQ5FjMMcaAq9YtCoCbZtuQktgwTMFoD5iPz9MZedOw_8JNS0oolT62weueaJlLZzzfpZHFqBt5sO5cVl6F6W5bzy4pFXOYWbq5T6y46acv0qr6YmGqEBQFG4/s910/Screenshot%202023-12-17%20alle%2019.44.22.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="502" data-original-width="910" height="354" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVyLBKTw8RYpgQ4M8IwDF9lKN2uplRggE6cwbK9hiET-qsg94IIAkIcoQ5Yk300ij-iLaIQ5FjMMcaAq9YtCoCbZtuQktgwTMFoD5iPz9MZedOw_8JNS0oolT62weueaJlLZzzfpZHFqBt5sO5cVl6F6W5bzy4pFXOYWbq5T6y46acv0qr6YmGqEBQFG4/w640-h354/Screenshot%202023-12-17%20alle%2019.44.22.png" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMjsCmxDQXaPR-2i58OyIFqOoJHdo_IcSUnGy4ZJXDsJ_UORp_QS_Y3TrUpuQvxwJ8tzs4JaDpoe1HKGS3_3w4AtSQzkq8DNDYDE4oIDWM6JX02rcUJW6U-xQvrR8i_lnbOjl6OIQ7qo8JwB2BmIb4Nukbq4U3rQoB8bwQ6td6eOzynvv7eLhuiASIqCY/s867/Screenshot%202023-12-17%20alle%2019.44.37.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="503" data-original-width="867" height="373" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMjsCmxDQXaPR-2i58OyIFqOoJHdo_IcSUnGy4ZJXDsJ_UORp_QS_Y3TrUpuQvxwJ8tzs4JaDpoe1HKGS3_3w4AtSQzkq8DNDYDE4oIDWM6JX02rcUJW6U-xQvrR8i_lnbOjl6OIQ7qo8JwB2BmIb4Nukbq4U3rQoB8bwQ6td6eOzynvv7eLhuiASIqCY/w640-h373/Screenshot%202023-12-17%20alle%2019.44.37.png" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUXN8nx0eAbUY-6DPmp2ejkVej69sHel7SwPWaL5zeqihGeDlwtwKCQDE-7y35JV3t46vw_3RfOfTuJqJNUtH9FPVLaXEwy3H3YhalXWOVPTS2j2ExgTFsrk7Su1UOgzQJs48cFyEBdsq7rfK8bppXER1Y08QNuH_rDS3mpXttL7XkG-oAhCaOOA2iugw/s831/Screenshot%202023-12-17%20alle%2019.44.47.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="502" data-original-width="831" height="386" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUXN8nx0eAbUY-6DPmp2ejkVej69sHel7SwPWaL5zeqihGeDlwtwKCQDE-7y35JV3t46vw_3RfOfTuJqJNUtH9FPVLaXEwy3H3YhalXWOVPTS2j2ExgTFsrk7Su1UOgzQJs48cFyEBdsq7rfK8bppXER1Y08QNuH_rDS3mpXttL7XkG-oAhCaOOA2iugw/w640-h386/Screenshot%202023-12-17%20alle%2019.44.47.png" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxk3ZM70JuSmuRkln959_TRAUcEbWt5bHBxEIDG6e6GUrCHFltJEd9GTn81uFj2K2bt8ppvkgXWFbiX35IQVr21-smlW2r-TatFbYJUhOSIDYg0WATgZagDkMhL-ZnCW-I1ae9IIhzeJwSB-GvjRffXz34GCU9mFm_e1El3tlM1xhjKjMv2cCSzJ0kfKU/s816/Screenshot%202023-12-17%20alle%2019.45.02.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="386" data-original-width="816" height="302" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxk3ZM70JuSmuRkln959_TRAUcEbWt5bHBxEIDG6e6GUrCHFltJEd9GTn81uFj2K2bt8ppvkgXWFbiX35IQVr21-smlW2r-TatFbYJUhOSIDYg0WATgZagDkMhL-ZnCW-I1ae9IIhzeJwSB-GvjRffXz34GCU9mFm_e1El3tlM1xhjKjMv2cCSzJ0kfKU/w640-h302/Screenshot%202023-12-17%20alle%2019.45.02.png" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh44l3PjLGuOuypkXJtALwwRLJa4OCRYMe5tM0AAHGMx-6azc-xBvIUrGT0M66eLoApsGcq11GU8X1DLEqOax9K87Q2_1TAFu083ip2TuBhWYY7Zjf_hQTzp_ErB0bwkP8MB-fc2pBO6CprmkWQNN1nOdtwNDPhtIsOOXIcBbF5HzP3pO1bcS8UwZKyq5o/s803/Screenshot%202023-12-17%20alle%2019.45.15.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="803" height="398" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh44l3PjLGuOuypkXJtALwwRLJa4OCRYMe5tM0AAHGMx-6azc-xBvIUrGT0M66eLoApsGcq11GU8X1DLEqOax9K87Q2_1TAFu083ip2TuBhWYY7Zjf_hQTzp_ErB0bwkP8MB-fc2pBO6CprmkWQNN1nOdtwNDPhtIsOOXIcBbF5HzP3pO1bcS8UwZKyq5o/w640-h398/Screenshot%202023-12-17%20alle%2019.45.15.png" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgh1NJEB5jO0bQ0oSElHSedmlIEsb-Z0IOSzgVlMdg18MS6DXMcUg61EA51rS1jb8h1soKgJ9BGxAt9k7-XpfF-skjUuoEJyx1ioVbjTz8jCEv1tEWwlQw-w18FP0pNA7t3i2e9s5A_X2vH7019c-KcsSX4tKTR_UTxxranKCceSaOVOZN_c_cDqQxD9CY/s708/Screenshot%202023-12-17%20alle%2019.45.30.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="708" data-original-width="531" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgh1NJEB5jO0bQ0oSElHSedmlIEsb-Z0IOSzgVlMdg18MS6DXMcUg61EA51rS1jb8h1soKgJ9BGxAt9k7-XpfF-skjUuoEJyx1ioVbjTz8jCEv1tEWwlQw-w18FP0pNA7t3i2e9s5A_X2vH7019c-KcsSX4tKTR_UTxxranKCceSaOVOZN_c_cDqQxD9CY/w480-h640/Screenshot%202023-12-17%20alle%2019.45.30.png" width="480" /></a></div><div style="text-align: center;"><b><br /></b></div><div style="text-align: center;"><b><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Mario</span></b></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhf521l9NGhThB64tdfhyphenhyphenGfydNAW3ViodsuoEyJ2P8jQdBjAboeYBsy0nnm_s-1p0GMuzO75HBqn5Y1r6tGWYCm8kh3NJWTrcmH5Q5PP6ufJOGIBnGM2AzVlDJLAtt_SCRdtaB6JVXEI-9BXdRYjqxaw5-q8oZxH10GvZ3ajibsD40fok2ZrzH9Fhm1wJY/s714/Screenshot%202023-12-17%20alle%2019.45.43.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="714" data-original-width="528" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhf521l9NGhThB64tdfhyphenhyphenGfydNAW3ViodsuoEyJ2P8jQdBjAboeYBsy0nnm_s-1p0GMuzO75HBqn5Y1r6tGWYCm8kh3NJWTrcmH5Q5PP6ufJOGIBnGM2AzVlDJLAtt_SCRdtaB6JVXEI-9BXdRYjqxaw5-q8oZxH10GvZ3ajibsD40fok2ZrzH9Fhm1wJY/w474-h640/Screenshot%202023-12-17%20alle%2019.45.43.png" width="474" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Alessio e Giovanni</span></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0YBt_8_vT4B4NPmJETv4895RONR1cgQmq_yko_1lazdNgKzFAswr_L1eUeHM2s0x4tzD1LPTBgtr45qYgPF2RQo0qW_GWrgx_6PTtsfO01ZeQUBE9md0QG3ycDr4ShOHm7S_YTUtoPxsC1_3RmPa7GEsOECQTRfY8B2T136Dq0L2iL3DpSp_YhPBEOiU/s715/Screenshot%202023-12-17%20alle%2019.45.54.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="715" data-original-width="533" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0YBt_8_vT4B4NPmJETv4895RONR1cgQmq_yko_1lazdNgKzFAswr_L1eUeHM2s0x4tzD1LPTBgtr45qYgPF2RQo0qW_GWrgx_6PTtsfO01ZeQUBE9md0QG3ycDr4ShOHm7S_YTUtoPxsC1_3RmPa7GEsOECQTRfY8B2T136Dq0L2iL3DpSp_YhPBEOiU/w299-h400/Screenshot%202023-12-17%20alle%2019.45.54.png" width="299" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><b><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Giovanni</span></b></div></b><p></p><p style="text-align: justify;"><br /></p>Danila Oppiohttp://www.blogger.com/profile/05879803697515637167noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5970478880613169778.post-40486001483001158182023-12-19T00:08:00.000-08:002023-12-19T04:42:51.024-08:00COSPIRAZIONI E COSPIRATORI NEL SAHEL di P. MAURO ARMANINO<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrZz2zcUpvjFglHww9KpnQDslbfOk3C_YsVCaRYgXCW13_EkwXqCXGQulHJzN4QS87Z7WPtejgzokTeX8YeH9RKijcosaR2dw3fSmyboEb9hdzdjJBGj-IC0ahT9q5Wpv6F7cYrBkAOYVP22PDh8zsRARNw3iblNT0KygbZRdaii_B15N0IVTTHxf3Bo0/s809/Screenshot%202023-12-19%20alle%2009.03.27.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="809" data-original-width="554" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrZz2zcUpvjFglHww9KpnQDslbfOk3C_YsVCaRYgXCW13_EkwXqCXGQulHJzN4QS87Z7WPtejgzokTeX8YeH9RKijcosaR2dw3fSmyboEb9hdzdjJBGj-IC0ahT9q5Wpv6F7cYrBkAOYVP22PDh8zsRARNw3iblNT0KygbZRdaii_B15N0IVTTHxf3Bo0/w274-h400/Screenshot%202023-12-19%20alle%2009.03.27.png" width="274" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><b><span style="font-size: x-large;"> <span style="font-family: verdana;"><span style="color: red;">Cospirazioni e cospiratori nel Sahel</span></span></span></b></div><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">La prima cosa che respiriamo assieme, in questa stagione del Sahel chiamata dell’HARMATTAN è la polvere. La respiriamo proprio tutti seppure in misure distinte. C’è chi mette le mascherine da Covid e chi, più rispettoso della tradizione, copre buona parte del volto col turbante sullo stile dei ‘tuareg’ che in questo ambito hanno una grande esperienza. Respirare assieme è proprio ciò che significa, etimologicamente, una ‘cospirazione’. Lo ricorda il dizionario...’ La parola cospirazione deriva dal latino cum spirare (respirare con), e cioè essere animati dal medesimo afflato, per indicare un accordo profondo, intellettuale e sentimentale, in direzione del conseguimento dell'obiettivo prefissato’. il respiro e lo spirito affondano nella stessa radice etimologica. Che quindi i cospiranti, alla fine, sono quelli che condividono un medesimo spirito, un uguale, affratellante slancio dell’animo. Talvolta condividono anche l’avversione o sovversione del sistema.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Nel Sahel ci sono infatti cospirazioni e cospiratori ma non solo per causa della polvere che si respira. C’è chi cospira per mestiere e chi per convenienza, chi si accontenta di un cambiamento di facciata e chi vuole la rivoluzione. Abbiamo gruppi armati che aspirano ad una trasformazione radicale dell’assetto sociale e troviamo nella stessa zona i banditi che applicano all’oggi le razzie di un tempo con l’appoggio di mercanti di armi, droga e persone umane. Anche i milioni di sfollati, rifugiati e profughi, a modo loro, vivono assieme la cospirazione più profonda e unica che ci sia, quella della sofferenza silente e spesso inosservata. I migranti, gli ‘esodanti’, gli avventurieri dal destino segnato per sempre, a loro volta, cospirano per un mondo differente a cominciare dalle frontiere. Spesso senza saperlo si concorre, respirando assieme, alla creazione di una comune frontiera che alcuni si ostinano a chiamare speranza.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">La prima cosa che respiriamo assieme in questo spazio, noi cospiratori e fautori di cospirazioni, è la polvere. Fine com’è, ci unisce e ci tradisce proprio come fa la storia umana. Verrebbe allora da suggerire al pallido vento che unisca le polveri di tutto il mondo! La polvere della dignità si congiunge con quella della giustizia per imparare a resistere come solo i poveri, fatti di polvere, hanno imparato a fare per sopravvivere. Respiro, soffio, alito e vento sono ciò che unisce i cospiratori perché della stessa polvere di vento sono impastati. Un vento che passa e si dirige dove non sa, senza frontiere e destinazione, anarchico e imprevedibile, incurante dei regimi di transizione, di eccezione, civili e militari. Un vento che la polvere che la politica di questi mesi dal colpo di stato ad oggi cerca con tenacia invano di mettere a tacere. Nel Sahel i veri cospiratori sono coloro che rincorrono il vento e gli affidano la libertà perduta.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><span style="font-size: medium;"> </span><b><span style="color: #2b00fe; font-size: large;">Mauro Armanino, Niamey, 17 dicembre 2023</span></b></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><b><span style="color: #2b00fe; font-size: large;"><br /></span></b></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><b><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3ztQs-pgjlyRM1XNw8m89oxQBCOwqfLgwcXyrm1b8JyaL6XjbuU47aQS8yXlNZ548xHildljt894mbcBirTa6A0vGenFc84-7Gqy1I-x8kXT3rZDUG5WSwF441PMxCL7ra_J90n0O84Tua6gdo-r1GST-8QVtqU3F6ZQBn1AwGqh1RBopFU30_P-Z21Q/s611/18%2012%20023%20jim%204.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="458" data-original-width="611" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3ztQs-pgjlyRM1XNw8m89oxQBCOwqfLgwcXyrm1b8JyaL6XjbuU47aQS8yXlNZ548xHildljt894mbcBirTa6A0vGenFc84-7Gqy1I-x8kXT3rZDUG5WSwF441PMxCL7ra_J90n0O84Tua6gdo-r1GST-8QVtqU3F6ZQBn1AwGqh1RBopFU30_P-Z21Q/w640-h480/18%2012%20023%20jim%204.jpg" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAC9EZCHtwCcUlTXjNTbn4RLMwf3-m8uvoodKwbgY_1_fcfbvMbanhVXEngSImdMYZgVhfpZvwOMTRwJtS1mz-P1lytKNaAT2us8HT-lffaV9lC46ejuL6k2Id1RGbCWv9J74-JeTNUHP9_IukT452rteRuGmSdnOZKrCuYGf8fEjoSRCQKtE2nEliZYU/s652/18%2012%20023%20jim%205.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="652" data-original-width="489" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAC9EZCHtwCcUlTXjNTbn4RLMwf3-m8uvoodKwbgY_1_fcfbvMbanhVXEngSImdMYZgVhfpZvwOMTRwJtS1mz-P1lytKNaAT2us8HT-lffaV9lC46ejuL6k2Id1RGbCWv9J74-JeTNUHP9_IukT452rteRuGmSdnOZKrCuYGf8fEjoSRCQKtE2nEliZYU/w480-h640/18%2012%20023%20jim%205.jpg" width="480" /></a></div><br /><span style="color: #2b00fe; font-size: large;"><br /></span></b></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div></div>Danila Oppiohttp://www.blogger.com/profile/05879803697515637167noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5970478880613169778.post-9617328979353252512023-12-18T23:50:00.000-08:002023-12-18T23:50:53.414-08:00BETLEMME: IL NATALE VISTO IN FORMA POETICA DA PADRE NICOLA GALENO OCD<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTG_VaGoPfoomk74YU718l56tZN2tUTJK4bxcC2WRNjZYADwhjD09RPKbgxDS1aA1KfKTjYi94fvbdvbhN6S2FRqRlwi-vtv2l4FcywGm8CZ3-wKxyZKZfQrnPX5DDUcyiZRLzbEqHewVPZEjR76vdq0aLFlP3qcY9uBrE98sKRged7dxvCvAUh2a0bT0/s946/126.137%20betlemme.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="946" data-original-width="704" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTG_VaGoPfoomk74YU718l56tZN2tUTJK4bxcC2WRNjZYADwhjD09RPKbgxDS1aA1KfKTjYi94fvbdvbhN6S2FRqRlwi-vtv2l4FcywGm8CZ3-wKxyZKZfQrnPX5DDUcyiZRLzbEqHewVPZEjR76vdq0aLFlP3qcY9uBrE98sKRged7dxvCvAUh2a0bT0/s16000/126.137%20betlemme.JPG" /></a></div><br /><p></p>Danila Oppiohttp://www.blogger.com/profile/05879803697515637167noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5970478880613169778.post-75846259178178251892023-12-18T07:04:00.000-08:002023-12-18T07:06:20.412-08:00LO STILE DEI FIGLI - COME IL CUORE DI UN FRATELLO - BUON SAMARITANO - Nona conferenza di P. Claudio Truzzi OCD<p> <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7PNy_xONI9Y6YvamvdKTQJUIxhvlCMdWYlnTHRG4vgd3QVljdiHUeW1Q2aMeWb4Echf71eS6IXc1fB0btlOPEcXocEoEY3AEuQuRP7xzR-2bhoV4N2Pwx8FBsH-RhFWVdf17p8h6G1Znj4W8sXBhmH8_NmMd8KiZ8PH1Iq94-AxWgMjKltFtgsJLV8Xg/s1375/gesu%CC%80%20insegna%20padre%20nostro.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="861" data-original-width="1375" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7PNy_xONI9Y6YvamvdKTQJUIxhvlCMdWYlnTHRG4vgd3QVljdiHUeW1Q2aMeWb4Echf71eS6IXc1fB0btlOPEcXocEoEY3AEuQuRP7xzR-2bhoV4N2Pwx8FBsH-RhFWVdf17p8h6G1Znj4W8sXBhmH8_NmMd8KiZ8PH1Iq94-AxWgMjKltFtgsJLV8Xg/w640-h400/gesu%CC%80%20insegna%20padre%20nostro.jpg" width="640" /></a></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Carissimi, ecco l'ultima conferenza per quest'anno. Il prossimo incontro sarà il 13 Gennaio 2014, sempre al sabato. Saranno altri quattro incontri.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Grazie per la vostra costanza! Ne approfitto per augurarvi un santo Natale e sereno Anno nuovo!</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">"Grazie Signore per essere venuto fra noi, e continua a volerci bene!!!!!!!!</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">P. Claudio</span></p><p style="text-align: center;"><span style="color: red; font-family: verdana; font-size: medium;"><b>9 – LO STILE DI FIGLI</b></span></p><p style="text-align: center;"><span style="color: red; font-family: verdana; font-size: medium;"><b>C – COME IL CUORE DI UN FRATELLO </b></span></p><p style="text-align: center;"><span style="color: red; font-family: verdana; font-size: medium;"><b>BUON SAMARITANO</b></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Secondo le tavole di quest’ingegnoso racconto che ci presenta Gesù, si stagliano due tipi di personaggi caratteristici della vita ordinaria.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">* <span style="white-space: pre;"> </span>Il primo, ed il più numeroso, è quello dei “furbi” – non diciamo degli “intelligenti”, perché se lo fossero veramente non starebbero convertendo questa terra in un mondo poco meno che invivibile–. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Essi si caratterizzano per il loro puntare unicamente, decisamente e sfacciatamente “a ciò che è loro interesse”.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">– Fra questi occupano un posto specialissimo i “banditi”. Con o senza fucile. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Si tratta di coloro che escono sulla via, su qualsiasi strada della vita. Sia che abbiano la faccia di facinorosi od ostentino guanti bianchi.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Rubano denaro o dignità umana.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">– Di seguito vengono i “passeggeri”. Si tratta di coloro che “passano sempre alla larga”. Sono addirittura più furbi dei primi e sogliono camuffarsi sotto l’insegna dei “non interventisti”.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Questi non sanno mai niente, non contestano, non vogliono mettersi in mezzo. [Le tre scimmiette...]</span></p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7llFV7p5-eaQobtHEDCVKs7HQgTpKPbpyltn_JL9mJzBUJEhwOX18kKL87srKH6IKnVU6qgheo6ygLo9RUBZMg1VXrdwTff-Io8LthMbyUsoX3rP-dDCle-1zP_oeRfdY5F6VYXQz86wKqUINNXMU86RT_6NwIa_6AAY3mCOIHMssbCIZo1WB6wccLVg/s374/5328%20(1).png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="129" data-original-width="374" height="138" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7llFV7p5-eaQobtHEDCVKs7HQgTpKPbpyltn_JL9mJzBUJEhwOX18kKL87srKH6IKnVU6qgheo6ygLo9RUBZMg1VXrdwTff-Io8LthMbyUsoX3rP-dDCle-1zP_oeRfdY5F6VYXQz86wKqUINNXMU86RT_6NwIa_6AAY3mCOIHMssbCIZo1WB6wccLVg/w400-h138/5328%20(1).png" width="400" /></a></div><span style="font-family: verdana; font-size: large;">quelli del: «Ce n'ho abbastanza con il mio problema», e «Lo farà un altro», e «Non bisogna aiutare tutti i vagabondi, gli ubriaconi e i delinquenti», ecc. </span><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Sono tanto perfidamente furbi che si “fanno tonti” per non vedere tanta tragedia come c’è oggi nel mondo.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">– Possiamo inserire tra questi anche il padrone dell’osteria. Certo, non fa altro che guadagnarci. Ma proprio per questo, per non far nulla a pro del poveraccio, per limitarsi ad “incassare” dal buon samaritano.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">* Ed arriviamo al secondo dei gruppi: quello dei “buoni”, cioè quello di coloro che, persino, hanno dato – danno – adito, spunto ad essere classificati per “tonti”.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Notiamo che quel samaritano era uno straniero! Non conosceva i costumi del luogo! </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Già una volta Gesù disse ai suoi seguaci autentici: «Voi non siete di questo mondo». </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">E certamente, quel buon uomo – ed altra gente similare – che lascia i propri affari ed urgenze per attendere a quel disgraziato, non possiede la “furbizia” degli altri.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ma fermiamoci un attimo e gettiamo un’occhiata </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">al tema di questa parabola…</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">«Un dottore della legge, volendo metterlo alla prova, si alzò e chiese:</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">– Maestro, che cosa devo fare per avere la vita eterna?». </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Gesù rispose: – Che cosa sta scritto nella legge? Che cosa vi leggi? –</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Quell'uomo disse: – Ama il Signore, Dio tuo, con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutte le tue forze e con tutta la tua mente, ed ama il prossimo come te stesso –.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Gesù gli rispose: – Hai risposto bene; fa' questo e vivrai –. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ma il dottore della legge, volendo giustificarsi, chiese ancora a Gesù: – Ma chi è il mio prossimo?–. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><br /></span></p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzwcxbICwUMywnxDqz4V1QgUVNxlFteuzz-W2YVkrUweG2b9FfU1v57L_ACvehdipekoCa_KBUAMHFPMzHXnL2X4DZBVFtWFNW8GbGauOilqu6w6eDB7WL9h1Mui34V_ZzR7sZs-sruKk7lCDXUZrbFMVO8Lf0AMpFb5_UM6aNhL5Ymhpvfl0Sww6cCI4/s300/images.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="168" data-original-width="300" height="224" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzwcxbICwUMywnxDqz4V1QgUVNxlFteuzz-W2YVkrUweG2b9FfU1v57L_ACvehdipekoCa_KBUAMHFPMzHXnL2X4DZBVFtWFNW8GbGauOilqu6w6eDB7WL9h1Mui34V_ZzR7sZs-sruKk7lCDXUZrbFMVO8Lf0AMpFb5_UM6aNhL5Ymhpvfl0Sww6cCI4/w400-h224/images.jpeg" width="400" /></a></div><br /><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><br /></span><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Gesù rispose: </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">“Un uomo scendeva da Gerusalemme verso Gerico, quando incappò nei briganti. Questi gli portarono via tutto, lo percossero e poi se ne andarono lasciandolo mezzo morto. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Per caso passò di là un sacerdote; vide l'uomo ferito e passò oltre. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Anche un levita passò per quel luogo; anche lui lo vide e, scansandolo, proseguì. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Invece, un samaritano che era in viaggio gli passò accanto, lo vide e ne ebbe compassione. Gli si accostò, versò olio e vino sulle ferite e gliele fasciò. Poi lo caricò sul suo asino, lo portò ad una locanda e fece tutto il possibile per aiutarlo. Il giorno seguente tirò fuori due monete, le diede all'albergatore e gli disse: – Abbi cura di lui, e ciò che spenderai in più lo pagherò al mio ritorno –. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Quale di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che aveva incontrato i briganti?”. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Il dottore della legge rispose: “Quello che ebbe compassione di lui”. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Gesù allora gli disse: <i>“Va', ed anche tu fa' lo stesso”</i>». Luca 10, 30.37</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Dobbiamo essere grati al “dottore della Legge” che ha posto sul tappeto la questione più impegnativa. Lui non chiede, come ci saremmo aspettati: “Chi è Dio?”.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Evidentemente, nel mondo dell'invisibile, lui si sente perfettamente a suo agio, si ritiene già al sicuro. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Dio, lo “possiede” (Tempio, funzioni, preghiere, pagamento delle decime, pratiche, osservanza scrupolosa della Legge). Dio non fa problema per lui. È in ottimi rapporti con il Cielo.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Il prossimo, invece, quello sì che fa problema. Proprio il prossimo, che si vede, si sente, che s'incontra, puzza, ci pianta i gomiti nello stomaco... è più difficile da amare che non Dio (che è pure invisibile!).</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Più difficile “trovare” il prossimo che non Dio.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">– Ma fissiamo le due posizioni: quella del legalista e quella del Cristo.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">• Lo scriba: pretende una definizione di “prossimo”: sicura, precisa, in modo da sentirsi a posto in coscienza. Pone una domanda circa l'oggetto dell'amore (chi devo trattare come prossimo?).</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Pensa a sé: – Devo garantirmi la “vita eterna”–. Quindi, dove e quando termina il mio dovere?</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">• Gesù: evita di fornire una definizione di prossimo, perché la definizione lascia sempre fuori qualcosa o qualcuno. E, soprattutto – più che mettere a posto la coscienza – Gesù tende ad introdurvi la spina dell'inquietudine. Gesù fa capire che il prossimo non è un “oggetto”, ma l'incontro tra due soggetti. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Non si tratta di trovare il prossimo già bell'e fatto, per scaricarci su un po' di pietà o elemosina, ma di “farci prossimo”, ossia avvicinare. Perché il prossimo è sempre lontano: lontano dalla strada dei nostri interessi, simpatie, idee, programmi. Il prossimo non si rende sempre amabile; anzi sembra fare di tutto per renderci estremamente arduo il comandamento dell'amore. Il prossimo è “lontano”. Difficile da vedere, da accettare, da sopportare.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">•• Il prossimo diventa prossimo – ossia vicino –, quando siamo noi ad avvicinarlo. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Prossimo è colui che “rendo vicino” io! È lui, allora, che ci sente “prossimi”, “vicini”.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">In altre parole, non siamo noi che scegliamo il prossimo; ma è il prossimo che ci sceglie, ci provoca.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">C'è una resistenza terribile da vincere, per accostarsi al prossimo. Amare vuol dire, precisamente, abolire le distanze. E sono distanze interiore, più che espresse in chilometri.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Per avvicinarsi, occorre spaccare il guscio del proprio egoismo, uscire dai nostri progetti, dai nostri schemi, dal tepore di una religiosità confortevole e gratificante. Soltanto così è possibile incontrare l'altro.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">E l'incontro – attraverso l'esempio che offre il Samaritano – avviene tra due uomini. Non esiste più samaritano e giudeo, ortodosso ed eretico, ma due uomini che l'incontro casuale ha spogliato delle loro maschere, del loro ruolo, della loro razza. Solamente due uomini.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Il Samaritano non chiede chi sia l'altro, di che religione, di che partito. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Dinanzi a lui c'è semplicemente un poveraccio che si trova in stato di necessità. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">L'avvicinamento è determinato da questo semplice connotato: un uomo. Senza aggettivi, senza titoli. Meglio, l'unico titolo è il bisogno.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Gesù fa notare allo scriba: è il tuo punto di partenza che è sbagliato. Tu parti da te stesso. Devi, invece, partire dall'altro. Non pensare a te, alle tue esigenze. Pensa a chi è nel bisogno; mettiti al suo posto; collocati nel sua prospettiva. Chiediti: Che cosa esige da me, che cosa si aspetta, che cosa vorrebbe avere uno che si trova in quella situazione? </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Allora ti renderai conto che il precetto dell'amore non tollera limiti restrittivi e “securizzanti”.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Non dire: “Fin dove sono obbligato?”. Ma: “Che cosa aspetta da me quel poveraccio?”.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">– Se ti metti dal tuo punto di vista, ti creerai delle barriere di protezione.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">– Se ti metti dal punto di vista dell'altro, ti si spalancherà davanti un orizzonte senza limiti.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><br /></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: normal;"><span style="white-space: pre;"> </span>* La lezione centrale della parabola consiste nell'insegnarci la prospettiva giusta.</span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Una prospettiva che in base al racconto “provocatorio” di Cristo, rappresenta un autentico capovolgi-mento delle posizioni. Da «Chi è il mio prossimo?», a «Chi è stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?». È un rovesciamento radicale di prospettiva. Cristo invita a guardare, a giudicare, a definire partendo da “colui che è incappato nei briganti”.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Il dottore della Legge parte da se stesso, dalla propria coscienza, dalla propria esigenza di salvezza («Che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?»).</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Gesù spariglia brutalmente le carte. Il problema principale è quello del ferito. Risolvendo quello, viene risolto anche il problema dello scriba. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Il centro non è l'intellettuale che pone la domanda. Il centro è quel “sacco” abbandonato ai margini della strada. Di lì bisogna partire se non si vuole strumentalizzare la carità, ossia trasformare l'amore (che è il fine della vita cristiana) in un mezzo. (Pronzato, Il pane della Domenica C- 147)</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">«Va', ed anche tu fa' lo stesso».</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Lo scriba, che interroga Gesù, all'inizio dimostra soltanto di voler “sapere”. Alla fine si ritrova con qualcosa da fare. Ossia, Cristo esige da lui, da noi, un sapere “diverso”. Un sapere per amare.</span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Chi è ... l“altro”</span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">L“altro” è chi vive vicino a te, ed accanto a te, </span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">– lavora, gode e piange.</span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">L“altro” è colui che odia od ama al tuo fianco:</span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: normal;"><span style="white-space: pre;"> </span>chi t’incanta contemplare,</span></span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">chi non puoi veder neppur dipinto,</span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: normal;"><span style="white-space: pre;"> </span>o chi non t’interessa minimamente </span></span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: normal;"><span style="white-space: pre;"> </span>perché passi senza guardare e non l’hai visto.</span></span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Con tutto ciò, l’“altro” è colui con cui devi unirti per salvarti come Umanità,</span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">per giungere ad esser il “fratello universale”.</span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">L’ “altro”è il tuo prossimo, </span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">questo regalo che t’ha fatto Gesù: –</span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">quel Gesù, che devi amare con tutto il cuore, </span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">con tutta l’anima e con tutte le tue forze;</span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Colui alla cui presenza sarai giudicato, </span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">e che ti chiederà conto del fratello.</span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">L’ “altro” è il tramite per cui Dio si manifesta, </span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">per cui Dio c’invita,</span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">per cui Dio ci arricchisce, </span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">per cui Dio misura il nostro amore. </span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">L’“altro” si chiama Luigi, Andrea, Stella, ...</span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Può anche chiamarsi Presidente, Vescovo, </span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Sindaco o il “Tonto del villaggio”</span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Abita nella tua stessa città, </span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">lavora nella tua medesima officina,</span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">prende lo stesso autobus, </span></p><blockquote style="border: none; margin: 0px 0px 0px 40px; padding: 0px; text-align: left;"><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">te lo trovi vicino alla stadio... </span></p></blockquote><p> </p><blockquote style="border: none; margin: 0px 0px 0px 40px; padding: 0px; text-align: left;"><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: large;">L’ “altro” è né più, né meno che ... GESÙ!</span><span style="font-family: verdana; font-size: large; white-space: pre;"> </span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><br /></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: red; font-family: verdana; font-size: medium;"><b>“SAMARITANO” </b></span></p></blockquote><p style="text-align: justify;"><span style="color: red; font-family: verdana; font-size: medium;"><b>RIFLESSIONE/PREGHIERA</b></span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: normal;"><span style="white-space: pre;"> </span>Signore, già ce lo dissero quegli angeli, </span></span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">il giorno stesso dell’Ascensione, appena una nube ti occultò:</span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">«Che cosa fate qui, uomini di Galilea, </span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">imbambolati, guardando in Cielo?»</span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: normal;"><span style="white-space: pre;"> </span>Che ci dobbiamo fare, Signore? </span></span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Per quanto ci consta, è una tendenza ancestrale </span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">– di noi che ti seguiamo –, </span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">questa di ridurre tutto in “padrenostri” e “avemarie”...</span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: normal;"><span style="white-space: pre;"> </span>Già, infatti, Tu avevi avvertito: </span></span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">«Non chiunque dice: – Signore, Signore,– entrerà nel Regno dei Cieli;</span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">ma chi fa la volontà di mio Padre che sta nei Cieli».</span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: normal;"><span style="white-space: pre;"> </span>Per questo non meni il can per l’aia, Signore.</span></span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Tu fustighi ogni formalismo ipocrita:</span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">il mio e quello del vicino, quello dei nostri chierici e quello di tutte le religioni.</span></p><blockquote style="border: none; margin: 0px 0px 0px 40px; padding: 0px; text-align: left;"><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: normal;"><span style="white-space: pre;"> </span>Tu ci prospetti crudamente il pericolo: </span></span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">convertire le religione in puro “stato”;</span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">confondere la pratica con la conversione;</span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">credere unicamente con la testa </span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">e non con le mani e con il cuore.</span></p></blockquote><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"> <span style="white-space: pre;"> </span>Signore! Se esiste mai un ritornello</span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">che percorre tutto il Vangelo, in ogni direzione</span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">è che, ciò che facciamo al prossimo, lo facciamo a Te,</span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">specialmente se si tratta di un povero disgraziato.</span></p><blockquote style="border: none; margin: 0px 0px 0px 40px; padding: 0px; text-align: left;"><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: normal;"><span style="white-space: pre;"> </span>Per questo…. Ci sforzi ad aprire la tua Chiesa a tutti gli uomini della terra,</span></span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">specie ai più disgraziati, abbandonati ed emarginati della storia.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: normal;"><span style="white-space: pre;"> </span>Ricorda ad ognuno di noi </span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: normal;"><span style="white-space: pre;"> </span>– credenti o no, praticanti o no –</span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">l’obbligo che abbiamo di renderci prossimi di qualsiasi uomo </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">che sia stato trovato ferito nel corpo o nel suo spirito,</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">e che sia stato abbandonato al bordo della strada.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: normal;"><span style="white-space: pre;"> </span>Signore, premia generosamente </span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">tanti “buon samaritano”</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">[“volontari” – diremmo oggi]</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">che lavorano, oggi, in tutti gli ambiti dell’emarginazione sociale.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: normal;"><span style="white-space: pre;"> </span>E convincici del fatto </span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">che ognuno di noi deve scoprire </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">il proprio ruolo di samaritano buono,</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">affinché il Regno dell’Amore </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">germini sulla faccia della terra </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">e non esistano più ormai</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">né greci né giudei, né credenti né pagani,</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">ma soltanto </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="white-space: normal;"><span style="white-space: pre;"> </span>Figli dello stesso ed unico Padre.</span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><br /></span></p></blockquote><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">*******</span></p><div style="text-align: justify;"><br /></div><p style="text-align: justify;"><br /></p>Danila Oppiohttp://www.blogger.com/profile/05879803697515637167noreply@blogger.com0