AFORISMA

Meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita
(Rita Levi Montalcini)

Nostra Signora del Carmelo

Nostra Signora del Carmelo
colei che ci ha donato lo scapolare

lunedì 31 dicembre 2012

UN SALUTO

Tengo a pubblicare l'addio al vecchio anno, scritto dal poeta Gavino Puggioni, e spero che si tratti davvero di un addio a gesti, imprese, azioni, decisioni, comportamenti...che degradano l'umanità.
Spero che il 2013 sia portatore di rinnovamenti importanti, di scelte atte a migliorare situazioni difficili, siano esse di scelte politiche, economiche e di vita in generale.
Spero che questo nuovo anno sia portatore di pace, di bene, di serenità per tutti. Così che il nostro poeta non debba più comporre versi tristi, soprattutto diretti ai bambini, che sono il nostro bene più prezioso e che spesso sono coloro che maggiormente soffrono a causa delle guerre, delle carestie e della crudeltà  e dell'indifferenza umana. Che il 2013 non sia un altro anno da cancellare, disegnato sulla sabbia che il vento porta via, o i piedi calpestano.
CHE SIA UN ANNO D'AMORE
CHE SIA UN ANNO DI PACE
CHE SIA UN ANNO DA RICORDARE
PER LE COSE BELLE CHE ABBIAMO SAPUTO REALIZZARE CON L'AIUTO DEL SIGNORE


Finito
un altro calendario
chiamalo diario
viario
oppure calvario
straordinario
sempre vario
anche se serio
e utilitario

Altro anno finito
consumato
divorato
non sarai pentito
di altro cammino
superato
vissuto
forse sciupato.

E adesso?
nella nostra memoria
vita e morte di tanti
guerre sempre perdute
mai necessarie
dette importanti
suppliche ai santi
diavoli compresi

alluvioni
amori e delusioni
e tradimenti
senza parole
senza storia
neppure pentimenti.

Di tutto è successo
ed ora altra attesa
speranza vana
di vita ancora offesa
come quel bambino
nella savana
della sua esistenza
dove regna incurante
ed eterna
la nostra indifferenza

Gavino Puggioni

Auguri
dicembre 2012


domenica 30 dicembre 2012

SCOMPARSA RITA LEVI MONTALCINI


ROMA -  È morta la senatrice a vita Rita Levi Montalcini. Il premio Nobel per la medicina si è spenta nella sua abitazione a Roma in via di Villa Massimo, a due passi da Villa Torlonia. Aveva 103 anni ed era nata a Torino. La scienziata era con alcune persone care che, di fronte al peggioramento delle sue condizioni di salute, hanno subito chiamato un'ambulanza per portarla alla vicina casa di cura Villa Margherita. Ma il quadro clinico è andato rapidamente peggiorando. Quando il personale del 118 è arrivato sul posto, non ha potuto fare altro che constatarne il decesso. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha appreso della scomparsa di Rita Levi Montalcini direttamente dalla nipote Piera alla quale ha espresso commossa partecipazione e  il cordoglio del Paese. ''Si è spenta, con Rita Levi Montalcini, una luminosa figura della storia della scienza. Il riconoscimento internazionale che ha premiato un'intera vita dedicata alla ricerca, ha costituito alto titolo di orgoglio per l'Italia, che garantirà l'ulteriore sviluppo della Fondazione scientifica da lei creata e fino all'ultimo curata con passione'', sono state le parole del presidente della Repubblica affidate a una nota diffusa dall'ufficio stampa del Quirinale. ''La sua ascesa a ruoli elevatissimi - ha aggiunto - ne ha fatto un simbolo e punto di riferimento per la causa dell'avanzamento sociale e civile delle donne, che l'ha vista personalmente impegnata anche fuori d'Italia. La fermezza e dignità con cui di fronte alle persecuzioni razziali del fascismo scelse la difficile strada dell'esilio ha rappresentato un esempio straordinario nel movimento per la libertà e la rinascita della democrazia in Italia. La serietà e dedizione con cui infine ha assolto alla funzione di senatore a vita l'ha resa ancor più vicina, nel rispetto e nell'affetto, alle istituzioni e agli italiani. Mi associo con commozione e gratitudine al cordoglio dei famigliari e del Paese''.
 
Rita Levi Montalcini nel 1986 vinse il Premio Nobel per la medicina grazie alla scoperta e all'identificazione del fattore di accrescimento della fibra nervosa. È stata, inoltre, la prima donna a essere ammessa alla Pontificia Accademia delle Scienze. Nel 2001 fu nominata senatrice a vita, dall'allora presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, che la scelse per i suoi meriti sociali e scientifici.

Rita Levi Montalcini ha continuato a studiare, fino alla fine. Secondo fonti vicine alla famiglia, la senatrice a vita ha lavorato ai suoi studi fino alle 21 di sabato sera. Il premio Nobel per la medicina ha continuato dunque le sue ricerche fino all'ultimo giorno.

La scienziata sarà sepolta nel cimitero monumentale di Torino accanto alla sorella gemella Paola, nota pittrice scomparsa nel 2000.
 Da La Repubblica.it
Questa notizia mi ha colpito, perché ho sempre ammirato Levi Montalcini come donna, oltre che come scienziata, Ho un così alto rispetto della sua figura che, in un mio lungo racconto, ho citato proprio lei. Uno stralcio di Smemoria, il mio primo racconto in cartaceo, è stato pubblicato su Rosebud - giornalismo online di cui qui sotto il link
La triste notizia si è diffusa ore dopo la pubblicazione del mio pezzo, che avevo spedito da tempo a Rosebud, ma che il direttore ha scelto di pubblicare proprio oggi. Quella pagina, parla proprio della scienziata e della motivazione per cui ha ricevuto il Premio Nobel.
Eccolo:
E se mi perdessi dentro rossi tramonti, e non tornassi? E se mi assopissi su dune di sabbia disegnate dal vento, unirei forse le isole della mia anima?
E in quel mio assopimento, voltandomi, ho intravisto l’angelo dell’amore, rimasto un po’ indietro per essere inciampato nelle sue grandi ali, e la fatica dei giorni, l’interminabile pensiero del tempo che mai si china, vissuto a piene mani e gettato tra i rifiuti. Così spesso si getta via l’amore, presi dal caos dell’esistenza. Invece esistono quelle inaspettate, piccole cose, che paiono tanto trascurabili ed esili da avvinghiarti forte il cuore, come un tocco tenue, di mano infantile che, calda, ti preme sul viso. E così ti ho scritto che ti amavo, sempre l’ho fatto, dall’alto di un rumoroso silenzio, tanto che ho finito l’inchiostro e sfinito il cuore. Eh sì, come l’insetto minuto nel canneto, con le ali intrise della porpora dei fiori, scivola verso il greto, seguendo la voce sfiatata di un vento inconsueto, così sogno le radenti distanze. Il mondo sfiorarlo appena, come volo di gabbiano, basso, sulla pietraia. E voglio cinque dita forti, aperte come vele, poggiate sul cuore; voglio un sorriso, il più esiguo, come d’antico relitto che in eterno rimanga serenamente addormentato nel mio abisso.
La memoria non torna, ed io sono in quell’abisso! E allora continuo a sognare un paesaggio dai lontani irraggiungibili orizzonti. Paesaggio di nessun quadro, tempestoso, agitato, quello dell’anima, dove ogni onda mormora e grida piano e piano si acquieta. E ritorno a sognare…Ancora sogni, come vecchi giornali accatastati, io mendicante, intenta a frugarvi illusioni.
E continuo a scrivere, sperando che una scintilla di memoria ritorni, un flash, un qualcosa, e tra queste righe, il mio affanno e la mia quiete alitano come un vento lieve, tra queste parole forti, e insieme insicure tra le righe. E qui, in questo fragile scrigno di carta, è racchiuso tutto il mio sentire. Uno spruzzo più fresco di parole, improvviso, come il frangersi dell’onda sul molo, un solco minuto, uno schianto di luce più chiara, sarebbe auspicabile. Invece, le schiaccianti perplessità dell’essere, le piroette insensate sugli strapiombi…e le fantasie: rondini senza memoria, come me, di nessuna sfavillante primavera, e vorrei talvolta, colorarmi intensamente di nulla. Sì, in questo indecifrabile codice della vita, che disorienta, smarrisce in spiragli di felicità (dove li cerco?) ma da sempre ambiti e non sempre riconoscibili.
Come intendeva l’esistenza Spinoza? Sub specie aeternitatis. Ciò che potenzia nell’uomo il suo essere come mente e che gli permette di cogliere l’ordine stesso della sostanza infinita. Qui tutto è racchiuso. Con le idee, con la mente, si può vivere una vita accettabile, libera dagli orpelli e dalle vanità corporali contingenti cui spesso la nostra corporeità ci obbliga. La vita è sempre possibile da vivere, specialmente se riusciamo a dimenticare noi stessi, e farla finita con i progetti e metterci finalmente a realizzare cose concrete, utilizzando il patrimonio della mente.
Chi affermava tutto questo? Rita Levi Montalcini, lo so perché ho salvato in memoria del computer queste bellissime frasi, ma mi chiedo, come posso dimenticare me stessa, se ho già scordato tutto di me? Il mio passato, la mia vita, quasi anche il presente?
La motivazione del Nobel della Montalcini suona così: “La scoperta del NGF (Nerve growth factor) è un esempio affascinante di come un astuto osservatore possa estrarre un’ipotesi valida da un apparente caos”.
Invece il caos che ho nella mia mente non è apparente, è proprio concreto. Comunque ritengo che questa teoria sia valida per ogni situazione umana. La vita, se non è guidata dalla ragione, è di per sé un caos. Caos di sentimenti, di azioni a volte in contrasto tra loro, di dolori e gioie, in un groviglio intricato ma apparente, appunto perché con il libero arbitrio confondi, e con la ragione del cuore, districhi.
Ed io vado a cercare uno spiraglio nel filo spinato che imprigiona i miei giorni, e non lo trovo. Sbarramenti di ogni tipo ostacolano la mia fuga, anche se temporanea, solo per un respiro di novità, per uscire da un movimento sempre uguale, come l’oscillazione di un pendolo.
Faccio e rifaccio percorsi,  come quel movimento pendolare, avanti e indietro, ma solo dentro la mia mente, alla ricerca di un’identità smarrita in meandri labirintici nei quali regolarmente mi perdo.
 Chi ero? Una poetessa? Chi sono? Una scrittrice? E sto scrivendo, infatti, per capire se, attraverso le parole che traccio, posso districare il bandolo di questa matassa ingarbugliata che è nel mio cervello, dove ci sono nodi che impediscono di retrocedere nel tempo, e spazi vuoti d’immensa solitudine.
Chi non possiede ricordi, non ha compagnia, poiché anche se si è soli, un particolare ricordo, un’esperienza vissuta riportata alla memoria, può fungere da amico nei giorni di solitudine.
Io non ho ricordi, non riesco a ricordare.
Da SMEMORIA di Danila Oppio, agosto 2012.
Foto di Rita Levi Montalcini dal web
Featured image “Poesia dell’anima – sulla montagna” di Louis Janmot (1814–1892).

giovedì 27 dicembre 2012

LETTERA DI UN ANZIANO PADRE AL FIGLIO



Se un giorno mi vedrai vecchio: se mi sporco quando mangio e non riesco a vestirmi... abbi pazienza, ricorda il tempo che ho trascorso ad insegnartelo. 
Se quando parlo con te ripeto sempre le stesse cose, non mi interrompere... ascoltami, quando eri piccolo dovevo raccontarti ogni sera la stessa storia finché non ti addormentavi. 
Quando non voglio lavarmi non biasimarmi e non farmi vergognare... ricordati quando dovevo correrti dietro inventando delle scuse perché non volevi fare il bagno. 
Quando vedi la mia ignoranza per le nuove tecnologie, dammi il tempo necessario e non guardarmi con quel sorrisetto ironico ho avuto tutta la pazienza per insegnarti l'abc; quando ad un certo punto non riesco a ricordare o perdo il filo del discorso... dammi il tempo necessario per ricordare e se non ci riesco non ti innervosire: la cosa più importante non è quello che dico ma il mio bisogno di essere con te ed averti li che mi ascolti.
 Quando le mie gambe stanche non mi consentono di tenere il tuo passo non trattarmi come fossi un peso, vieni verso di me con le tue mani forti nello stesso modo con cui io l'ho fatto con te quando muovevi i tuoi primi passi.
 Quando dico che vorrei essere morto... non arrabbiarti, un giorno comprenderai che cosa mi spinge a dirlo. Cerca di capire che alla mia età non si vive, si sopravvive.
 Un giorno scoprirai che nonostante i miei errori ho sempre voluto il meglio per te che ho tentato di spianarti la strada. Dammi un po' del tuo tempo, dammi un po' della tua pazienza, dammi una spalla su cui poggiare la testa allo stesso modo in cui io l'ho fatto per te. 
Aiutami a camminare, aiutami a finire i miei giorni con amore e pazienza in cambio io ti darò un sorriso e l'immenso amore che ho sempre avuto per te. Ti amo figlio mio.

mercoledì 26 dicembre 2012

LE DONNE ISTIGANO ALLA VIOLENZA?



Mi ero ripromessa di non postare nulla, fino a Capodanno, ma queste notizie, che ho raccolto da due quotidiani, meritano di essere prese in considerazione. Le donne, anche se vivono liberamente la loro sessualità, non possono e non devono essere violentate, né da mariti padroni, né da chiunque abbia ritenuto di poterlo fare.
Gesù ha perdonato la peccatrice, condannata alla lapidazione, quindi cristianamente, un sacerdote non può e non deve sostenere certe idee che sono contrarie allo stesso cristianesimo. Così come non deve scrivere nulla contro gli immigrati e l'Islam in generale.
Queste sono azioni che, anzi che mitigare le tendenze violente, le suscitano.
Arrivo a dire che, se una donna decidesse di uscire di casa in abbigliamento succinto - oggi abbastanza visto, soprattutto in estate - non per questo un uomo può permettersi di metterle le mani addosso. Certo, alcune possono anche essere provocanti, ma l'uomo non ha nessun diritto di approfittarne, se la donna non è consenziente.
Sapete benissimo che non ho peli sulla lingua, quindi sostengo che il buon senso e il comportamento civile è una conquista dell'uomo, che DEVE essere messa in pratica. Altrimenti siamo bestie, non esseri dotati di ragione.
Prima di appendere manifesti riprovevoli, è bene valutare ogni prospettiva. Le donne, per millenni, sono sempre state considerate esseri inferiori, come gli schiavi ed i bambini. Già dai tempi di Cristo, nei censimenti non venivano calcolati i bambini al di sotto dei 12 anni, le donne, la servitù, esattamente come non venivano calcolati gli animali.
Gesù è venuto a rovesciare certe ideologie sbagliate: ha elevato una Donna, Sua Madre, ad un rango altissimo - Madre di Dio - e ha sempre avuto un occhio di riguardo per i bambini: "Lasciate che i piccoli vengano a me". Aveva molte discepole, e tra queste, ne scelse proprio una alla quale apparire, dopo la Risurrezione. NON UN UOMO! 
La Chiesa, da questi insegnamenti evangelici, avrebbe dovuto imparare qualcosa, ma continua, per secoli eterni, a portare avanti un discorso prettamente maschilista.
Come la mettiamo con certi sacerdoti che non pensano, prima di agire? 
Poi, posso anche essere d'accordo che le donne potrebbero avere maggior dignità, e non mettere in vista con  abbigliamenti o atteggiamenti provocatori, la loro sessualità. Ma da qui a dare la colpa a loro, di provocare atti di violenza inauditi, ce ne vuole!
L'uomo, che tanto si sente superiore alla donna, perché non si comporta di conseguenza? Dove sta la sua intelligenza? 
Santa Maria Goretti aveva 12 anni quando fu uccisa, dopo un tentativo di stupro. Nata nel 1890, morì nel 1902. All'epoca, e a quell'età ancora infantile, certo non andava in giro con abiti succinti ed atteggiamenti provocatori, eppure un uomo, spinto da impulsi disumani, volle abusare di lei, che si difese strenuamente, finché lui l'uccise. 
E' un esempio eclatante: non è colpa delle donne se gli uomini si comportano da bestie, sono loro ad essere tanto schiavi dei propri istinti, da non saperli governare.
E se un sacerdote prende le loro parti, non fa il bene della società civile. 



Polemica nel comune ligure di Lerici per un manifesto affisso sul portone della chiesa dal parroco don Piero Corsi: in sostanza, in poche righe, viene data alle donne parte della colpa dei femminicidi. L'estratto dalla lettera apostolica «Mulieres dignitatem» commentata dall'editorialista del sito Pontifex-roma.it dal titolo «Donne e il femminicidio, facciano sana autocritica. Quante volte provocano?» è stato così affisso sulle porte della chiesa di San Terenzo di Lerici (in provincia di La Spezia). E ha sconcertato i parrocchiani.
PROVOCAZIONI E GUAI - Sostanzialmente, il volantino accusa le donne di meritarsi il peggio per essersi allontanate dalla virtù e dalla famiglia. Don Piero Corsi, che ha curato l'affissione del manifestino, era già noto alle cronache per la sua passione per al «tazebao», avendo già dedicato fogliettoni satirici contro l'Islam e contro gli immigrati appesi alla porta della chiesa.
«RIMUOVETELO» - Forte la reazione della presidente di Telefono Rosa Maria Gabriella Carnieri Moscatelli. «Chiediamo alle massime autorità civili e religiose - ha detto - che si attivino perché venga immediatamente rimosso il manifesto affisso dal parroco e che riteniamo una gravissima offesa alla dignità delle donne».


l parroco di San Terenzo affigge un tazebao sul portone della sua chiesa di Lerici: "Donne, fate un esame di coscienza. Provocate gli istinti e cercate guai".

L'estratto dalla lettera apostolica 'Mulieres dignitatem' commentata dall'editorialista del sito Pontifex.it dal titolo "Donne e il femminicidio facciano sana autocritica. Quante volte provocano?" affisso sulle porte della chiesa di San Terenzo, a Lerici (Spezia) ha scatenato la polemica tra i parrocchiani. Sostanzialmente, il volantino 'accusà le donne di meritarsi il peggio per essersi allontanate dalla virtù e dalla famiglia. Don Piero Corsi, che ha curato l'affissione del manifestino, era già noto alle cronache per la sua passione al 'tatsebaò, avendo già dedicato fogliettoni satirici contro l'Islam e contro gli immigrati appesi alla porta della chiesa
LE REAZIONI - "Chiediamo alle massime autorità civili e religiose che si attivino perché venga immediatamente rimosso il manifesto affisso dal parroco e che riteniamo una gravissima offesa alla dignità delle donne". E' questa la reazione della presidente di Telefono Rosa Maria Gabriella Carnieri Moscatelli al volantino affisso alla bacheca della chiesa di san Terenzo (La Spezia) che 'reinterpretà la lettera pastorale 'Mulieres dignitatem' e solleva dubbi sul 'femminicidiò, accusando in sostanza le donne di essersi allontanate dalla virtù e dalla famiglia. "Non è solo un problema di forma o di dignità lesa - scrive Moscatelli -. Noi di Telefono Rosa riteniamo che questo messaggio sia una vera e propria istigazione a un comportamento violento nei confronti delle donne perché si offre una inaudita motivazione ad atti criminali contro di esse. Chiediamo che sia lo stesso Presidente del Consiglio Mario Monti, che proprio ieri nel suo discorso ha parlato della necessità di una nuova rappresentazione delle donne intervenga attraverso i ministri competenti. Ma la richiesta è diretta anche a Papa Benedetto XVI e al vescovo della Spezia. In Italia, che è il Paese con il maggior numero di femminicidi d'Europa e ha un altissimo numero di violenze consumate all'interno delle mura domestiche, un episodio come questo non è piu tollerabile".

lunedì 24 dicembre 2012

BUON NATALE!!


AUGURO A TUTTI VOI UN SERENO, GIOIOSO NATALE COLMO DI PACE E DI OGNI BENEDIZIONE!



sabato 22 dicembre 2012


Padre Renzo Bertoli, carmelitano e parroco nella Parrocchia Corpus Domini di Milano, ha condiviso questa storiella, una splendida metafora per l'anno della Fede.
Lo stesso dialogo, riportato tra uomini adulti, potrebbe riproporsi riguardo alla Vita dopo questa esistenza terrena.
Grazie P. Renzo, è molto istruttiva e la pubblico volentieri su questo blog!


‎''Nel ventre di una donna incinta si trovavano due bebè. Uno di loro chiese all'altro: - Tu credi nella vita dopo il parto? > 
- Certo. Qualcosa deve esserci dopo il parto. Forse siamo qui per prepararci per quello saremo più tardi. 
- Sciocchezze! Non c’è una vita dopo il parto. Come sarebbe quella vita? > 
- Non lo so, ma sicuramente... ci sarà più luce che qua. Magari cammineremo con le nostre gambe e ci ciberemo dalla bocca. 
-Ma è assurdo! Camminare è impossibile. E mangiare dalla bocca? Ridicolo! Il cordone ombelicale è la via d’alimentazione … Ti dico una cosa: la vita dopo il parto è da escludere. Il cordone ombelicale è troppo corto. > 
- Invece io credo che debba esserci qualcosa. E forse sarà diverso da quello cui siamo abituati ad avere qui.> 
- Però nessuno è tornato dall’aldilà, dopo il parto. Il parto è la fine della vita. E in fin dei conti, la vita non è altro che un’angosciante esistenza nel buio che ci porta al nulla. > 
- Beh, io non so esattamente come sarà dopo il parto, ma sicuramente vedremmo la mamma e lei si prenderà cura di noi. 
- Mamma? Tu credi nella mamma? E dove credi che sia lei ora? > 
- Dove? Tutta in torno a noi! E’ in lei e grazie a lei che viviamo. Senza di lei tutto questo mondo non esisterebbe. > 
- Eppure io non ci credo! Non ho mai visto la mamma, per cui, è logico che non esista. 
- Ok, ma a volte, quando siamo in silenzio, si riesce a sentirla o percepire come accarezza il nostro mondo. Sai? ... Io penso che ci sia una vita reale che ci aspetta e che ora soltanto stiamo preparandoci per essa ...> “

Il Canto Di Natale Di Topolino (1983)




Un piccolo dono per Natale! guardatelo coi vostri bimbi o nipotini!! Per vederlo a schermo intero, basta cliccare sull'icona in basso a destra. Sarà come guardarlo alla tele!!

giovedì 20 dicembre 2012

RICORDANDO PADRE SIMEONE


INCONTRO DEI CONSIGLI GENERALI OCarm-OCD




Il 17 dicembre scorso si è svolta nella Curia Generalizia OCD a Roma la riunione ordinaria semestrale del Consiglio Generale dei Carmelitani con quello dei Carmelitani Scalzi. Sono state discusse varie questioni di comune interesse e sono state condivise diverse esperienze.
Il tema principale dell'incontro è stato il possibile restauro delle rovine del primo convento carmelitano sul Monte Carmelo (Wadi 'ain es-Siah), per cui era già stata creata una commissione internazionale (Citoc-online 131/2011), che nel frattempo ha cominciato a lavorare sul progetto. A questo riguardo due membri della commissione, Fr. Fausto Spinelli, OCD, di recente nominato economo della Delegazione di Israele, e P. Raúl Maraví, O.Carm., hanno informato sui vari progetti, sulle difficoltà, sui contatti con le autorità locali, sulle possibilità di finanziamento ecc.
È stata anche valutata l'esperienza dell'ultimo incontro ALACAR, celebrato a São Paulo, Brasile, nell'ottobre scorso (Citoc-online 96/2012). Sono stati discussi alcuni problemi riguardo alle traduzioni dei testi liturgici carmelitani e sono state scambiate alcune idee sulla prossima Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro.
Dopo lo scambio di diverse pubblicazioni recenti la riunione è terminata con il pranzo fraterno, in un ottimo clima di gioia prenatalizia.




IN ASCOLTO DEL CORPO - GAIA RETTURA


E' stato presentato a Napoli, nella  Parrocchia S. Maria della Libera, il libro della dottoressa Gaia Rettura "In ascolto del corpo", Venetucci editore. Relatori  della serata di presentazione sono stati p. Sebastiano Pepe (parroco di S. Maria della Libera), il dott. Gianluca Salernitano (posturologo e Presidente A.I.P. Associazione Italiana studio e ricerca in Posturologia) e il dott. Francesco Rettura (psicologo, psicoterapeuta, membro comitato scientifico e docente del Master in Posturologia). 


Questo libro è frutto dell'esperienza professionale dell'autrice, psicologa e psicoterapeuta, ad indirizzo sistemico-relazionale e familiare. Un'esperienza che ha messo in risalto come la posturologia - così complessa e articolata - possa ritrovare appieno le proprie peculiarità curative per il paziente e cooperative nella rete terapeutica interdisciplinare, attraverso un approccio sistemico. Lo scopo finale è, per tutti coloro che sono coinvolti nel curare la persona, di vivere e condividere l´esperienza terapeutica  con un atteggiamento sempre più responsabile, implicato, curioso, attento e cooperativo.
L'autrice ha deciso di devolvere a Emergency i proventi derivanti dalla vendita di questo volume.

HO RICEVUTO QUESTA INFORMAZIONE DALLA CONSORELLA STEFANIA DE BONIS DELLA PROVINCIA CAMPANA, E BEN VOLENTIERI LA PUBBLICO SUL QUESTO BLOG..PENSO CHE L'ARGOMENTO TRATTATO SIA DI GRANDE INTERESSE PER TUTTI


INCONTRO A S. FIDENZIO 22 E 23 SETTEMBRE 2012

Qui sotto ho estrapolato alcune pagine del Bollettino ocds della Provincia Campana, gentilmente inviatomi da Stefania De Bonis. Riguarda l'incontro svoltosi nella Provincia Veneta, tra esponenti ocds e Padri Assistenti dell'Ordine Secolare. Nella foto di pag 15 appaiono P. Walter Leopizzi, padre Alberto Fiorini, padre Mario Nascimbeni e il Padre Provinciale P. Claudio Truzzi, nonché Annamaria Zeolla, già segretaria della Provincia Lombarda, che ci ha lasciati il 19 ottobre scorso. Tutti i padri citati appartengono alla Provincia Lombarda.  Con loro c'è anche Padre Alzinir, che è Padre Delegato OCDS mondiale. Mi scuso per coloro che non ho citato, poiché o non conosco o non riconosco nella foto!








martedì 18 dicembre 2012

IL PRESEPIO



MIMMA HA REALIZZATO QUESTA BELLISSIMA SACRA FAMIGLIA
I COLORI MI INCANTANO E IL VOLTO DI MARIA
E' SEMPLICEMENTE MERAVIGLIOSO!
GRAZIE MIMMA, E BUON NATALE A TE!

La fanciulla antica
che portava l’acqua in anfore dorate
una sul fianco e l’altra sottobraccio. La lavandaia
coi panni di carta
ritagliati ad asciugare nella neve
sotto la stella di lustrini e l’angelo
vestito di azzurro a mani aperte
e il viso proteso.

Quante piccole case ritagliate negli scatoli
accattati per casa. Il calzolaio
col martello per aria. Il muschio vero
raccolto in giardino
e la nostra fede di bambine. Il cammello
i re magi, la Madonna e San Giuseppe
in ginocchio di fianco al neonato.

Ed era la vita.

 Poi
accendevamo le stelline e lampadinette
che si fulminavano sempre, papà le aggiustava
se aveva voglia e tempo.

Domenica Luise


RICERCA


Foto dal web


Mi capita, talvolta, di fermarmi
davanti al portone di una chiesa,
e di entrare
ma non per la funzione religiosa.

Mi piace e mi fa bene
l’ampiezza pura delle arcate,
il silenzio, tra le colonne,
di una solitudine cercata.

Guardarmi intorno
e amare quel vuoto,
le assenze, la presenza di qualcosa
di indecifrabile, che pure c’è.

PIERA MARIA CHESSA
Da I mulini a vento

LUNGO LA STRADA




Te ne stai col capo chino
decisa a proteggere
la tua dignità.

I capelli rossi ti riparano il viso,
un buffo cappello colorato
copre la tua nuca.

Seduta per la strada
con le gambe incrociate
incroci anche le mani
in silenziosa preghiera.

Accanto a te un panno steso
e il sonno del tuo cane
avvolto su se stesso,
difeso contro il freddo che fa male.

Una ciotola d’acqua,
un’altra per il pane
che tante volte con lui dividerai.

Una busta, una bottiglia,
un pezzo di cartone
è ciò che tu possiedi.

Chissà cosa c’è scritto
in quella lingua straniera!

Ma si fa presto, credo,
ad intuirne il pensiero,
perché la povertà
è sempre universale.

PIERA MARIA CHESSA
Da I mulini a vento

COM'E' IL NATALE OGGI?



Natività

Mi sono guardata intorno, in questi giorni, per cercare un argomento relativo al Natale, che non fosse la solita tiritera trita e ritrita, sul significato del Natale, su quello che in effetti è diventato, allontanandosi dalla sua vera identità.
Com’è il Natale oggi? Molto laicizzato. Ormai imperano luminarie, abeti decorati, il Presepe è quasi scomparso. La corsa all’assalto dei regali esiste ancora, lo si nota nei grandi magazzini, ma la gente esce con acquisti inferiori al solito, cerca il prodotto meno caro, e spesso se ne va a mani vuote. Entra negli ipermercati per passare il tempo, forse anche per riscaldarsi un poco. E i negozianti vendono tutto scontato, non dopo le feste, com’era consuetudine, ma già da prima, perché se vogliono ricavare qualcosa, devono incentivare gli acquisti, proponendo prezzi notevolmente ribassati. E’ crisi, e grande! Ma, malgrado la crisi economica, noi possiamo ritenerci ancora fortunati: se alla tavola delle feste serviamo cibi poco costosi, non moriamo certo di fame.
Penso invece a quelle popolazioni della Terra, quelle definite “del Terzo Mondo” e che forse, o senza dubbio, sono così ridotte per colpa della globalizzazione, delle speculazioni, delle guerre volute dal Primo Mondo, da noi occidentali. Gente ridotta alla fame, alle tribolazioni più gravi, colpita da epidemie, tremende malattie cui non vanno prestate cure adeguate. Penso ai bambini che muoiono ogni giorno, sottoalimentati, e a quelli che invece finiscono la loro piccola vita, uccisi dalle armi da guerra, o da assassini che sparano a raffica su di loro, nelle scuole, per follia, o per il semplice gusto di farlo, perché la vita ormai conta tanto poco, nell’indifferenza più assoluta. Penso a quei genitori, che si sono visti strappare dalla famiglia il più grande bene: le loro creature. E tra pochi giorni è Natale, e magari avevano già acquistato i doni da mettere accanto al Presepe, o sotto l’albero.
Penso ai nostri bambini, che forse fanno capricci perché non troveranno, questo 25 dicembre, quanto richiesto nella letterina a Babbo Natale o a Gesù Bambino.
Penso a tutti coloro che non hanno un tetto sulla testa, e dormono all’addiaccio, in queste giornate da Bianco Natale, innevate, gelide, proprio come da cliché…cade la neve in bianchi fiocchi…che spettacolo! Si, per te, per me, che abbiamo la casa riscaldata, abiti adeguati per difenderci dal freddo, cibo a volontà per incamerare calorie…
Barboni, li chiamiamo, o Clochard, che fa più fine, ma resta la triste realtà dei senzatetto, e questa parola non è né fine né simpatica, è il termine più drammatico della situazione reale di molte persone. Sono persone – e non voglio andare ad indagare sui motivi per cui si sono ridotte così – che non hanno casa, che non hanno reddito, quindi non possono procacciarsi cibo, né abiti, né tutte quelle cose necessarie ed a volte anche inutili cui siamo abituati. Sto bene io, la mia famiglia, e  questo basta e avanza. Gli altri? Quelli lì? Affari loro, se la sono voluta! Siamo proprio sicuri che se la siano cercata, o sono piuttosto le circostanze della vita ad averli ridotti tanto male? Il fatto è che sono persone sole, prive di tutto, e noi dovremmo avere carità. Non elucubrare del come e del perché. C’è un uomo, una donna in difficoltà. Questo è quanto. Ce ne dobbiamo occupare, per quel poco o per quel tanto secondo le nostre possibilità.
Che siano extra-comunitari, o italiani, a noi non deve importare. Sono persone, fratelli, sono il volto di Cristo in mezzo a noi. E dobbiamo solo ringraziare il Signore che non è successo a noi, di essere tanto soli e in tristi condizioni.
Ho visto tante cose, ne ho lette molte altre, riguardo il Natale di Gesù, di chi ci crede, e dei tanti che hanno smesso di farlo. Sono triste per loro che, pur non avendo fede, festeggiano. Ma cosa festeggiano, se non credono che questo Bimbo che sta per nascere è Colui che ha salvato l’umanità? Non lo so, e sono anche stupita di tanta incoerenza.
Leggo di tanta nuova povertà, causata dalla crisi economica, dai tanti licenziamenti, da aziende che chiudono o che mettono in cassa integrazione. Leggo della situazione politica in Italia, delle lotte di potere, a colpi di parolacce e di accuse. Che tristezza!
La luce della Fede
E allora penso: non abbiamo proprio nulla per osteggiare tutte queste cose negative che accadono nel mondo? Ne siamo sicuri? Perché di certo abbiamo l’abitudine di delegare: ci pensi il Governo, ci pensi il Comune, la Regione, la Chiesa, la Parrocchia…perché devo pensarci io, che non ne ho la capacità, o la possibilità? Come no!? Sicuro? Noi abbiamo validi alleati: sono il Signore Dio, lo Spirito Santo, Maria Santissima, e questo Bambino che sta per nascere. Sono i soli che hanno la possibilità di realizzare cose che noi da soli non siamo capaci, e possiamo ottenere il loro aiuto pregando, pregando molto. Abbiamo smesso di pregare o lo facciamo molto poco, o con poca convinzione. Ma Gesù dice: Chiedi e ti sarà dato, bussa e ti sarà aperto”.
Cosa ne dite, se questo Natale ci accostiamo al Bambino Gesù, e preghiamo non per la nostra salute fisica, morale ed economica, ma perché nel mondo ritorni una Fede viva, un desiderio di preghiera forte, che è il contatto più diretto con il Signore nostro Padre, e con la Sua dolcissima Madre. Forse…ma che dico!! di certo qualcosa cambierà in meglio, non solo per le intenzioni che abbiamo messo nelle nostre preghiere, ma succederà qualcosa di bello anche nel nostro cuore!
BUON SANTO NATALE!
Danila Oppio







I PASTORI: ABUSIVI ED ESCLUSI....


L'amico Giorgio Zaffaroni ha approntato questo interessante articolo per il nostro Bollettino Parrocchiale Insieme...lo trovo tanto bello, che desidero condividerlo con tutti voi.
Van Honthorst; adorazione dei pastori


… i Pastori: abusivi ed esclusi di ieri e di oggi…..

Si avvicina il Natale con la  magia del presepio e dei suoi personaggi:
Se la “scena”  è occupata dalla capanna con la natività, la “platea” è quasi tutta occupata dai pastori.
Da questi in primo luogo possiamo cogliere lo stupore: c’è sempre qualche “ultimo” che ci sorprende, che arriva “primo”…anche oggi c’è sempre qualcuno che pur non conoscendo la verità (intesa come conoscenza dei testi sacri), vive la Verità nelle opere che compie, è capace di stupirsi e di cogliere l’essenza delle cose e degli avvenimenti…. Anche vicino a noi abitano queste Persone, semplici, schive, che non vogliono  comparire nelle fotografie e negli elenchi ufficiali…ma che troviamo sempre impegnate in prima persona quando ce ne sia bisogno.
ln secondo luogo va sottolineato l’esatto significato della figura dei Pastori.
Noi  siamo  abituati a leggere il Vangelo interpretandolo con la nostra  cultura contemporanea, dobbiamo invece comprendere il  significato che gli autori  dei testi sacri  vogliono trasmetterci
Per ricavare l'intenzione degli agiografi, si deve tener conto fra l'altro anche dei generi letterari. La verità infatti viene diversamente proposta ed espressa in testi in vario modo storici, o profetici, o poetici, o anche in altri generi di espressione. È necessario adunque che l'interprete ricerchi il senso che l'agiografo in determinate circostanze, secondo la condizione del suo tempo e della sua cultura, per mezzo dei generi letterari allora in uso, intendeva esprimere ed ha di fatto espresso…….. ( Dei Verbum)

Nel brano di Luca si parla di pastori… Siamo soliti pensarli come persone buone, magari  sempliciotte, dedite ad un umile lavoro, onesto, che forse suonano la zampogna e si scaldano al fuoco coccolando un agnellino sulle ginocchia ……ma chi erano in realtà nella Palestina di 2000 anni fa?

Erano gli esclusi : esclusi dal tempio come altre categorie: esattori delle tasse, usurai,  barbieri, prostitute… Essere esclusi dal tempio, in una società teocratica,  significava essere  gli ultimi, essere ai margini della società (per noi oggi potrebbe essere come non avere alcun diritto,  né cittadinanza, nè codice fiscale, ecc…)

Altre categorie  erano allora considerate escluse; ad esempio un lebbroso non solo era una persona afflitta da una malattia, ma confinato fuori dalle città era condannato a vivere completamente isolato, separato dalla famiglia, dagli amici, dal mondo del lavoro e perfino dal culto. Così pure chi aveva qualche menomazione (ciechi, storpi, zoppi) si pensava fosse così perché castigato da Dio per colpa propria  o degli antenati… ma anche chi avesse  semplicemente toccato una donna nei giorni del ciclo restava impuro fino a sera…. Tutte queste situazioni  erano considerate come  condizioni umane anormali dal punto di vista sociale e culturale, perché separavano la persona  dal gruppo sociale.

Ma Gesù proprio venendo nel mondo e cominciando dai pastori inaugura la serie degli “esclusi” di cui il Vangelo è pieno zeppo. Categorie di Persone  che sono state da Lui toccate, guarite, convertite, sanate, a cui ha dato loro dignità ( Zaccheo, Levi, il centurione, la donna del profumo, la cananea, l’emorroissa, l’adultera,….il ladrone, Maria di Magdala… ).

Gesù capovolge la scala dei valori: è venuto per salvare, guarire, accogliere: nessuno è più  un escluso o un abusivo
Perfino i bambini e le donne  che all’epoca non avevano alcun diritto, con Gesù si vedono trattate da sorelle…..a due di esse è perfino dato il mandato di annunciare la sua  resurrezione......

Anche noi oggi abbiamo redatto una sorta di elenco (non ufficiale) di categorie e persone escluse perché forse…. perchè non…. perché dicono e sostengono ……. e….. se invece  oggi fossimo noi oggi i veri abusivi e gli esclusi?

Scribi e farisei credevano che il Regno di Dio tardasse a realizzarsi per colpa dei pubblicani e dei peccatori. In realtà questi, con Gesù, sono già alla mensa del Regno, come scriverà Matteo nel suo vangelo: “i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno dei cieli”

GZ


BENVENUTO|

Il Paradiso non può attendere: dobbiamo già cercare il nostro Cielo qui sulla terra! Questo blog tratterà di argomenti spirituali e testimonianze, con uno sguardo rivolto al Carmelo ed ai suoi Santi