AFORISMA

Meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita
(Rita Levi Montalcini)

Nostra Signora del Carmelo

Nostra Signora del Carmelo
colei che ci ha donato lo scapolare

sabato 31 marzo 2012

DOMENICA DELLE PALME



















Osanna al Figlio di Davide.
Benedetto colui che viene nel nome del Signore:
è il Re d'Israele.
Osanna nell'alto dei cieli.
 
Hosánna fílio David:
benedíctus qui venit in nómine
Dómini. Rex Israël: Hosánna in
excélsis.

venerdì 30 marzo 2012

SANTA TERESA D'AVILA - NON MI MUOVE


Non mi muove, Signore,
ad amarti il cielo che tu
mi serbi promesso.
Nè mi muove l’inferno tanto temuto
perché io lasci con ciò d’amarti.
Mi muovi tu, mio Dio
mi muove il vederti
inchiodato su quella croce,
scarnificato.
Mi muove il vedere
il tuo volto tanto ferito
mi muovono i tuoi affronti
e la tua croce.
Mi muove infine il tuo amore
in tal maniera
che se non ci fosse cielo
io t’amerei,
se non ci fosse inferno
ti temerei.
E non hai da darmi nulla
perché io ti ami perché
se quanto aspetto
io non l’aspettassi
nella stessa maniera che ti amo
io t’amerei.
Velasquez: Cristo sulla Croce . Sopra: particolare del volto

NON CRITICARE


CRITICA: PRIMA GUARDARE IL NOSTRO  CUORE

Una giovane coppia di sposi novelli andó ad abitare in una zona molto tranquilla della città.
Una mattina, mentre bevevano il caffè, la moglie si accorse, guardando attraverso la finestra,
che una vicina stendeva il bucato sullo stendibiancheria.
"Guarda che sporche le lenzuola di quella vicina!
Forse ha bisogno di un altro tipo di detersivo...
Magari un giorno le farò vedere come si lavano le lenzuola!" 
Il marito guardò e rimase zitto.
La stessa scena e lo stesso commento si ripeterono varie volte, mentre la vicina stendeva il suo bucato al sole e al vento.
Dopo un mese, la donna si meravigliò nel vedere che la vicina stendeva le sue lenzuola pulitissime, e disse al marito:
"Guarda, la nostra vicina ha imparato a fare il bucato!
Chi le avrà fatto vedere come si fa?" 
Il marito le rispose:
 "Nessuno le ha fatto vedere; semplicemente questa mattina, io mi sono alzato più presto e,
 mentre tu ti truccavi, ho pulito i vetri della nostra finestra!" 

Così è nella vita.
Tutto dipende dalla pulizia della finestra attraverso cui osserviamo i fatti.
Prima di criticare, probabilmente sarà necessario osservare se abbiamo pulito a fondo il nostro cuore per poter vedere meglio...

LAICI CARMELITANI


Relazione del Padre Provinciale P. Claudio Truzzi, tenuta in occasione del Congresso Provinciale del 24 marzo 2012 presso il Convento del Corpus Domini a Milano

LAICI CARMELITANI

Il carisma ecclesiale carmelitano non è monopolio dei monaci e delle monache; si è diffuso talmente nel mondo, che innumerevoli laici ne hanno fatto il loro respiro vitale.
Dobbiamo aver chiaro il significato di "carisma": dono dello Spirito Santo effuso sui santi, persone come noi, ma con una grande disponibilità e apertura all'invasione della grazia, tanto che questa ha potuto plasmarli liberamente e trame dei santi, esempi sublimi per la Chiesa intera.
"Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me" (Gal 2, 20). Ecco il santo!
Il carisma è elargito per il bene comune; mai è dato al singolo per il singolo. Scopo del carisma, che scende dall'alto, è sempre il bene dell'intera Chiesa di Dio.

1. Qual è il nostro carisma di carmelitani e come viverlo

Sappiamo dalla santa Madre che il carisma proprio del Carmelo è la preghiera-orazione. L'orazione carmelitana non è semplice preghiera vocale, ma è quel "trattenersi in solitudine con Dio, dal quale sappiamo di essere amati" (cf Vita 8, 5). Come tale, la preghiera è dialogo d'amore che ci rende amici di Dio, e la dottrina teresiana, che instaura quel profondo legame d'amore che Dio vuole tessere con ogni suo figlio, è aperta ad ogni battezzato.
L'orazione, seguita fedelmente, è il mezzo per pervenire all'unione, di cui parla estesamente san Giovanni della Croce nelle sue Opere. Quando parliamo di unione con Dio, non intendiamo quella so-stanziale o essenziale di cui usufruisce ogni creatura per poter esistere, ma vogliamo significare l'unione di somiglianza che si stabilisce per amore tra Dio e l'essere umano. L'unione sale sempre più su, sino alla trasformazione del nostro essere in Dio. Come?

1. Con l'umiltà vera: Chi sono io? Un povero piccolo niente, che tende la mano al Padre suo, vuota, aperta verso l'alto per ricevere, e, a mia volta, ridonare. Tutto mi deriva dal Padre mio.
2. Con la fedeltà alle scelte fatte. Ognuno di noi ha assunto degli impegni davanti a Dio. 
– Che cosa significa promettere castità? Dare, in ogni amore o amicizia, il primato del proprio cuore a Dio; tutto il resto diventa segno dell'unico Amore. 
– Che cosa significa obbedienza? Scegliere liberamente di aderire alla Voce che mi ha chiamato. 
– Che cosa significa povertà? Considerare ogni cosa, ogni realtà, anche noi stessi, come dono gratuito di Dio e non appropriarsi di nulla; preferire, cioè, i beni eterni ai beni terreni che lasceremo. 
Ogni carmelitano laico è formato in vista di donarsi più totalmente a Dio. E il legarsi a Dio sempre più strettamente non significa altro che avviarsi verso la santità e la libertà vera, di cui Cristo è modello. Chi più libero di lui, e chi più di lui legato al Padre? La sequela del Signore è l'avventura più bella e gra-tificante che ad una povera creatura umana è dato di sperimentare. I Santi ne hanno fatto l'esperienza.
3. Con tante piccole rinunce che dispiacciono alla nostra natura umana impastata di peccato, ma che servono ad irrobustire l'uomo interiore o spirituale, che agisce portato dallo Spirito e non dalla carne che si corrompe e corrompe.
4. Con l'accoglienza della sofferenza quotidiana, vista quale mezzo di purificazione e di santificazione e non come un peso da scartare.
5. Con gli atti “anagogici” (o elevazione della mente e del cuore a Dio), che traiamo. Giovanni della Croce, così li sintetizza: "Vi è una maniera facile, fruttuosa e perfetta per vincere vizi, tentazioni e acquistare virtù soda: l'atto amoroso. Si ha quando l'essere umano resiste e distrugge ogni tenta-zione o altro male sin dal suo sorgere. Esempio: sento un primo moto d’impazienza o ira o spirito di vendetta per un'offesa ricevuta; invece di resistergli con un atto della virtù contraria - e que-sto già è meritorio - non appena lo sento, gli vado incontro con un atto di amore …, sollevando il mio affetto all'unione con Dio “Mio Dio, io voglio amare te; mio Dio aiutami”; ecc. – Con tale elevazione mi allontano dal vizio, o imperfezione che sia, e mi presento al mio Dio, unendomi con Lui. In tal modo il vizio o tentazione o imperfezione si calma e il nemico resta defraudato nel suo intento. L'essere umano, trovandosi più in ciò che ama, che in ciò che anima, toglie l'oggetto alla tentazione e così il nemico non trova dove colpire e attaccarsi, poiché la creatura non si trova più nel luogo dove il nemico la vuole danneggiare, ma in Dio. .... In questi atti amorosi bisogna istruire i principianti, i cui atti anagogici non sono così veloci, leggeri e fervorosi da avere il potere con il loro salto di allonta-narsi del tutto di là – cioè dal male che si combatte – e unirsi con il Signore. Se si accorgono che quella tentazione non si dimentica del tutto, per resistere cerchino di approfittare di tutte le armi possibili e di tutte le riflessioni finché non vincano totalmente la tentazione. Il loro modo di resistere e vincere deve essere questo: prima resistano con i moti anagogici più fervorosi possibili e li esercitino molte volte, senza scoraggiarsi; qualora essi non bastassero, perché la tentazione è forte ed essi sono deboli, approfittino di tutte le armi – preghiere, pratiche, devozioni – che vedranno essere necessarie per que-sta resistenza e vittoria. Questo modo di resistere è eccellente e certo" (cf Insegnamenti spirituali, 5).

Chi è incamminato risolutamente verso la santità, abbraccia la croce quotidiana, scartata dal mondo, perché sa che è il mezzo scelto da Gesù per la salvezza, sua e del mondo, in particolare del pezzetto di mondo che entra in contatto con lui e che Dio gli dà da salvare. Siamo responsabili del prossimo che ci circonda o che incontriamo. Non si va in paradiso da soli. Ogni santo trascina con sé tanti altri fratelli in paradiso, principalmente con la preghiera e poi, dove è possibile, con l'azione. "Attirami, noi correremo" – diceva Teresa di Lisieux.
Tutto questo e altro ci farà entrare progressivamente nella logica divina e ci porterà, senza quasi accorgerci, alla fusione della nostra volontà con quella di Dio, in modo che nulla vi sia di discorde tra la propria volontà e quella di Dio: quello che vuole Lui lo voglio anch'io con tutte le forze, e quello che voglio io lo vuole il mio Dio per l'amore che ci fonde in una cosa sola.
Il segreto per giungere a tanto – che poi è il raggiungimento della maturità di Cristo, di cui parla san Paolo, è quello di "trattenerci", di "stare" con Uno che ci ama da sempre, elevando verso di Lui il proprio cuore e con il cuore tutto l'essere.
Tenere fisso lo sguardo su Gesù in ogni avvenimento della vita (cf Eb 12, 2). “Fissate gli occhi su lui e vi diverrà facile ogni cosa” (7 M.) -, mai dimenticando che Egli ci ha redento col suo Sangue.
Nella misura del nostro saper "stare" da solo a solo – in ciò consiste il centro dell'orazione car-melitana, – Dio ci trasforma giorno dopo giorno in Sé, ci rende figli suoi ad immagine di Gesù, il Figlio.

Anna Melato - "Nuvole, nuvole" (1974)

giovedì 29 marzo 2012

La Crocefissione

GETSEMANI


L’ORTO DEGLI ULIVI  - Dove inizia la Passione   di Danila Oppio

Ma perché, Signore, hai offerto Tuo Figlio in sacrificio?  Quanti si sono posti questa terribile domanda pur sapendo che la risposta si trova nelle Sacre Scritture. Un Messia atteso, annunciato, nato con il destino della Croce, accettata con un SI, come quello di Maria, Sua Madre. Gesù dice (Matteo 5,38-41) “Se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l’altra….” La coerenza più assoluta, I Suoi insegnamenti con la propria vita, appare nell’incondizionata accettazione della Croce, offrendo tutto sé stesso al sacrificio supremo.
Molti hanno assistito alla proiezione del film “Passione” di Mel Gibson. Ho raccolto impressioni contrastanti, ma quella più ricorrente riguardava l’indugiare del regista sulle torture cui Gesù venne sottoposto. Quale crudeltà! Perché sconvolgere la nostra sensibilità con scene tanto strazianti? Ma, davvero,  quanto ci soffermiamo sulle sofferenze patite dal Cristo per noi? Quanto oramai la Croce è diventata un simbolo sempre più evanescente, al punto da rassomigliare ad uno stemma con cui ci fregiamo, come vago ricordo della nostra cattolicità? E come ci poniamo davanti alle croci che si presentano nella vita, nostra e del prossimo? Quante esistenze, nella storia dell’umanità, hanno subito e tutt’ora vivono, le stesse sofferenze del Signore, ad opera di individui che non mi sento di chiamare animali, tantomeno uomini! Eppure, a contraddire questo mio giudizio sul loro operato, vi è proprio Cristo con la sua Croce, a dirmi che li ha perdonati, ad insegnarmi che devo anch’io fare la stessa cosa. Perché questi è Dio, il cui Pensiero si discosta parecchio dal mio umano ragionamento. Ho potuto riscontrare, invece, una profonda analogia tra il film e quanto testimonia S.Teresa d’Avila. L’immagine di Gesù, flagellato alla colonna, catturò Teresa legandola indissolubilmente all’Umanità Santissima del Signore Gesù e sconvolgendo così l’idea che si era fatta di Dio, un Dio troppo lontano dalle nostre vicende terrene. I racconti della Passione che la liturgia ci propone, non sono “storie edificanti” il cui protagonista recita una parte per darci il buon esempio! In quelle righe vi è la testimonianza dei discepoli che, delusi nelle loro aspettative, videro la progressiva, straziante consegna di sé all’Amore del Padre, vissuta da Gesù.Un amore capace di svuotarsi, di restare inerme e patire gli effetti del potere violento di un’umanità ferita dal peccato che mina l’alleanza offertale da Dio. Un amore che il Figlio di Dio fatto uomo ha preannunciato con gli insegnamenti e con i “segni-miracoli”, ma che si rivela in modo definitivo, ultimo, nella morte di Croce. Non conosco parole adatte per descrivere l’emozione travolgente dell’incontro di un’anima col Signore della Croce, mi affido così ad un brano del prof. Stefano Jacomuzzi, scritto come fosse Gesù stesso a narrarsi:
“Ceniamo insieme l’ultima volta .Dico a Pietro che ho pregato per la sua fede:anche lui mi rinnegherà. Gli altri avranno paura e mi abbandoneranno. Perché il Figlio dell’Uomo deve morire solo. Ma io a loro affido il mio corpo ed il mio sangue, perché lo distribuiscano senza sosta a saziare la fame vera e ignorata del mondo. Giovanni ha abbandonato il capo sul mio petto. Nella stanza di sotto sento muoversi le donne. C’è mia madre con loro. La terra mi saluta con I suoi ultimi affetti. Amatevi come Io vi ho amati….Parlo loro dell’amore. Non mi cerchino nei colpi di martello, nello strazio delle carni, nell’esaltazione del dolore. La mia Croce è l’amore e su questa croce si lascino inchiodare, cantando la gioia di averlo trovato e di averlo donato. Troveranno e doneranno me, nel bicchiere a chi ha sete, nel sollievo a chi piange, nel conforto a chi muore. “Alziamoci” dico, “Devo andare”. E mi seguono in silenzio verso il monte degli Ulivi”.

IL RESTO E’ STORIA, LA STORIA D’AMORE PIU’ GRANDE . 

SETTIMANA SANTA


UN PO' DI POESIA!


QUESTA TERRA

questa terra che piange
la mia
la nostra terra ormai
denutrita
spogliata
in bilico nell'abisso
di altri mondi
sconosciuti

questa terra
che non amiamo
e il cielo a spiare
gli uomini che la divorano
le armi
ma perchè le armi?
ma chi devono ammazzare
ancora?

le violenze
ma perchè le violenze?
i nostri bambini
le nostre donne
perchè vittime?
perchè questo dolore
anche lui globalizzato?
e il futuro?

questa terra
ancora piange
pare in ginocchio
forse prega
ma quale Dio prega?

un Dio per tutti?
quel Dio è uno
è solo
è unico

per l'umanità assetata
di vita e d'amore

Gavino Puggioni

mercoledì 28 marzo 2012


ANNA MELATO DORMITORIO PUBBLICO LYRICS
SASSI CHE BUCANO I PIEDI
STELLE DI CARTA PIU' IN LA
CIELI CHE DORMONO ACCESI
SE TORNA IL SOLE LI SPACCA A META'
IL MIO BEL LETTO DI OTTONE DAL FABBRO
SI E' TRASFORMATO IN CANCELLI CON I FIORI
LA MIA VESTAGLIA COI BUCHI DA SERA
SI STA ASCIUGANDO SUI TERMOSIFONI
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CHE DORMITORIO PUBBLICO LA MIA CITTA'
NELLA MIA STANZA MA CHI DORMIRA'
SUI MARCIAPIEDI SPORCHI VEDO VERITA'
LE VOSTRE SCARPE INFANGATE
IL GIORNO LE ASCIUGHERA'
ASPETTA TU ROSSORE
QUI C'E' UNA CHE MUORE
MA DAI TI SBAGLI
NON E' PER AMORE
E' SOLO CHE A GUARDAMI INTORNO STO MALE
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CHE DORMITORIO PUBBLICO LA MIA CITTA'
NELLA MIA STANZA MA CHI DORMIRA'
CON LE FINESTRE SPENTE SENZA LUCE CAMMINO
E IL GRANDE SPAZIO SI ACCENDE
SEMBRA QUASI VICINO.
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E TU CHE STAI LI A GUARDARE
MI DAI DA FUMARE
MI SCALDI UN PO' IL CUORE
SE SIAMO IN DUE DI FREDDO NO NON SI MUORE
AVRAI ANCHE TU SCAVALCATO UN BALCONE
SE PER AMORE NON SO MA FAI BENE
ANDIAMO IN GIRO SFIORANDO I PORTONI
SCOPRIAMO IL MONDO CHE C'E' FRA I BIDONI
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CHE DORMITORIO PUBBLICO LA MIA CITTA'
NELLA MIA STANZA MA CHI DORMIRA'
SU I MARCIAPIEDI SPORCHI VEDO VERITA'
LE VOSTRE SCARPE INFANGATE
IL GIORNO LE ASCIUGHERA'
------------------------
CHE DORMITORIO PUBBLICO LA MIA CITTA'
QUANTE LE INSEGNE MA LA VERITA'
HA SEMPRE UN BEL VESTITO
E NON TI SENTI TRADITO
E STAI SOFFRENDO ANCHE TU
SE MI ABBANDONI LO SO
COSA FAROOO' OOOOO

martedì 27 marzo 2012

UN PO' DI POESIA!


QUELLO CHE NON SARA'

Angelo mio
Non eri in cielo
Quando ti incontrai

E le mie stanche ali
Incapaci di affrontare
Un lungo volo
Si richiusero a resa

Qui in terra, mai!

Danila Oppio
Inedita

LA PASSIONE DEL SIGNORE VISTA COI MIEI OCCHI

Ho ricevuto l'immagine di Ecce Homo da Padre Nicola. Questo quadro si trova presso le monache Domenicane di Sorrento. E' un dipinto di ottima fattura, che dal punto di vista artistico ha conquistato il mio gusto per l'arte, ma soprattutto mi ha colpito la figura di Cristo, e mi ha portato a riflettere sulla sua scelta di voler morire in quel modo atroce.
Allora per un attimo, un attimo solo, mi sono discostata dalla mia fede, l'ho messa in un angolo, per ragionare con l'intelletto. La fede è l'intelletto dell'anima, il resto è pilotato dalla mente.
Chiarito questo concetto, mi sono chiesta: se fossi un'atea, una non cristiana, e mi ponessi domande su questo Gesù - folle nel suo amore per il Padre - tanto da scegliere di esserne Figlio fino al sacrificio supremo, pur di avvicinare il genere umano al Creatore - quali risposte mi darei?
Mi viene in mente questa sola: se Gesù ha ritenuto di offrire la propria vita per la Salvezza del mondo, poiché si è riconosciuto nelle Sacre Scritture, in quelle profezie che parlavano del legno sul quale il Figlio dell'Uomo avrebbe trovato la morte, lo ha fatto sempre e comunque per Amore. Amore verso il Padre e amore verso i fratelli del mondo.

Infatti, chi mai avrebbe il coraggio, la forza di immolarsi per l'umanità? Anche il più pazzo di tutti, davanti all'opportunità di fuggirne, lo avrebbe fatto, poiché l'attaccamento alla vita è sempre più forte di qualunque altro desiderio, e avrei anche potuto comprendere se avesse rinunciato al suo proposito, già alle prime torture sotto la frusta. 
Ma Gesù non era un folle. Niente nella sua vita ha dimostrato un briciolo di pazzia. Se fossi atea, se non fossi cristiana, per conoscere Cristo andrei a leggere tutto ciò che parla di Lui. Mi informerei, prima di emettere giudizi di sorta. E leggendo i Suoi Vangeli, la Sua Vita, non potrei che constatare che ivi si parla di un Uomo posato, pieno di bontà, pronto a difendere donne e bambini in un contesto storico dove gli stessi non erano considerati, tanto è vero che non entravano nel censimento, esattamente come gli schiavi. Diciamo che è stato un uomo che ha anticipato i tempi, che ha lottato contro formule che non avevano più nulla a che fare con la fede verso il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe. Ha messo in evidenza il modo più corretto per "stare" con Dio, andando contro certi principi ebraici, per esempio quello del sabato, e quello del cibo. "Gesù disse allora ai presenti: «Non quello che entra nella bocca rende impuro l'uomo, ma quello che esce dalla bocca rende impuro l'uomo» (Mt 15,11).
E' stato un uomo che ha insegnato la vera strada per la Pace, che è la pace del cuore. Con quel sentimento, ogni cosa acquista un valore assoluto, e si comprendono allora anche i Comandamenti ed il loro contesto. Chi ama, non fa del male al prossimo. E neanche a sé stesso. 
Un uomo così, dunque, non dimostra scompensi psicologici o mentali, è un uomo pieno di buon senso. Allora come può essere che abbia accettato di subire quell'affronto, quell'onta infame, morire come un delinquente, e tra atroci sofferenze? Fuggire sarebbe stato lecito, avendo la coscienza pulita, ma non lo fece. Si immolò, a beneficio dell'intera umanità.
Bene, un uomo siffatto, è solo da ammirare, anche se io non avessi fede in un'entità superiore, e non volessi credere che Cristo è Dio stesso incarnato. E' da ammirare e da rispettare. Chiunque avesse agito in quel modo, nella convinzione di recare bene a tutti gli uomini, avrebbe il mio totale rispetto.
Ora mi riapproprio della mia fede, e parlo da innamorata di Cristo. Non posso fare altrimenti: la fede mi dà occhi per vedere oltre i confini del materiale, la mia anima avverte la presenza del Signore dentro la Storia, e dentro la mia vita. Un Uomo così, non è mai esistito e mai esisterà. Il solo fatto che ha salvato l'intera umanità, quella che ha accettato i suoi insegnamenti, quella che ha compreso l'Amore del Padre attraverso il Figlio, il solo fatto che mi ha detto: "vieni ti amo e ti amerò per sempre, dissetati alla mia fonte, che è acqua di vita eterna" mi fa capire quanto è grande il Suo amore per me. Quale uomo potrebbe offrirmi di più? Quale amica potrebbe darmi tanto? Gli esseri umani sono fragili, presto dimenticano le promesse e le parole pronunciate in un particolare momento, si dimenticano e ci dimenticano. Dio Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, uniti nell'Amore della Santissima Trinità, non lo dimenticano mai. E questa è l'assicurazione più potente che si possa contrarre con qualcuno, una assicurazione a vita, in questa e nell'Altra! 
MIO SIGNORE E MIO DIO, TI AMO CON TUTTO IL CUORE!

Olhai Senhor para o vosso mundo


«Pois, que é isto, meu Senhor e meu Deus! 
Ou dai fim ao mundo ou ponde remédio a tão gravíssimos males; 
não há coração que o sofra, ainda dos que o somos maus. 
Suplico-Vos, Pai Eterno, não queirais mais sofre-lo: 
atalhai este fogo, Senhor, pois o podeis, se quiserdes. 
Vede que ainda está no mundo o Vosso Filho; 
por respeito para com Ele, cessem coisas tão feias, abomináveis e sujas; 
por Sua formosura e limpeza, não merece estar onde há coisas semelhantes. 
Não o façais por amor de nós, Senhor, que não o merecemos, 
mas fazei-o por amor a Vosso Filho. 
Suplicar-Vos que não esteja connosco, não ousamos pedir: que seria de nós? 
Se alguma coisa Vos aplaca, é termos cá tal penhor. 
E pois algum meio há-de haver, Senhor meu, ponha-o Vossa Majestade.»

Santa Teresa de Jesus, Livro da Vida 35,4

ECCE HOMO

DOLCE SIGNOR,TI VOLLE DEI MORTALI
L'ASSURDA MANO TUTTO SFIGURARE
MA TU RIMANI IL NOSTRO RE IMMORTALE

Montechiaro, 26 marzo 2012
Padre Nicola Galeno

lunedì 26 marzo 2012

UN PO' DI POESIA!


OH DUE ALI D'ANGELO!

Oh due ali d'angelo!


Per volare dalle persone sole
Quelle che
A Dublino
La notte
Dormono per strada
Esistono ignorate
Spirano dimenticate


Oh due ali d'angelo!


Per volare dalle persone sole
Quelle che
Dovunque
Raccontano senza dire
Guardano senza capire
Piangono senza lacrime
Ti toccano ma non ti sfiorano


Oh due ali d'angelo!


Rina Brundu
http://rinabrundu.com/

domenica 25 marzo 2012

UN PO' DI POESIA!

AD ARAN 


Vorrei essere quella di allora
Seduta sulle tue scogliere scurite
Ad ammirare picchi a strapiombo
E il mare
Che ti divora
E ti inghiottirà.

Vorrei essere quella di allora
Che seguiva movimenti strani
Dei gabbiani indolenti
E del vento
Che ti spazza come bora
E ti disperderà.

Vorrei tornare a sognare
Riempire gli occhi
Del tuo verde brillante
Delle tue lacrime
Cadute
Piovute
Per miracolo.

E per amore
Con un giusto furore
Da un cielo sempre
Mogio

Non ti sia questo mio
Mortificante elogio
Per colpe mai avute
Sgarbi mai pensati
Momenti già passati.

Consideralo pensiero vero
Su tutto il ricevuto
Su ogni istante vissuto
Anche se ormai perduto

Vorrei essere quella di allora
Che si riempiva di te
Delle tue strade della tua  pietra
E della marea
Che ti disegna
Tetra
E ti affogherà.


Vorrei poter confidare nel tempo
Nel senno di quel vecchio saggio
Vorrei ritrovare il coraggio
Dei tuoi uomini e delle tue donne

Anche loro spazzati via dal vento
Anche loro inghiottiti dal mare
Anche loro morti alla vita
Senza poterli più ammirare.

Rina BrundU
www.rinabrundu.com

Dublin, 18 Marzo 2012 . ricordando Aran il giorno dopo San Patrizio

sabato 24 marzo 2012

UN PO' DI POESIA! PASQUA


MISTERO 2008



un'antica basilica
abbracciata dal freddo
colonne marmoree
e dipinti antichi
in un andirivieni triste
di luci opache
come di silenzio

incenso di candele
sorrette da donne
e da uomini
che forse pregano
ma si distraggono
al suono
di giovani chitarre
e violini spaesati

in un lamento pasquale
lontano millenni
e di fede e di vita
e di morte
abbracciati
a questo mistero
della Risurrezione

Gavino Puggioni
Inedita

venerdì 23 marzo 2012

UN PO' DI POESIA!

IMPREVISTO

Accade
l’impensabile
Quando meno lo aspettiamo
E cadono
Barriere, forse troppo
 Inconsistenti

Costruiamo
Alte recinzioni
Per impedire la fuga
Da una falsa sicurezza
E miseramente crollano

Chiudiamo
porte e cancelli
Per impedire l’imprevisto
E l’imponderabile varca
Cancelli e porte, e passa
Attraverso 
Blindate serrature
Fischiando impenitente
Impertinente
Fra le fessure
Di finestre che pensavamo
Sbarrate. 

Danila Oppio
Inedita

giovedì 22 marzo 2012

E' ARRIVATA LA PRIMAVERA!


E’ arrivata finalmente, dopo il grigiume dell’inverno, il gelo pungente e la neve, mademoiselle Printemps!
I giardini sono in fiore, l’erbetta cresce sui prati, frammista a pratoline, violette e primule.
E manca poco a Pasqua, le campane fanno le prove rispecchiandosi al sole, si  sono belle, tutte lucenti, mentre le rondini volano liete nell’aria resa tiepida dai primi raggi del sole.
Io sono pronta a sistemare il giardino….vedo che ha bisogno d’essere concimato, alcune piante sono da potare, altre da mettere a dimora, altre da rinvasare, e qualcuna, purtroppo, colpita dal gelo, è da buttare.
Ma dai semi caduti la scorsa estate, già vedo qualche germoglio di una nuova pianticella di cui prendermi cura.  Mi sembra di essere rinata anch’io,  dopo il letargo invernale! E qui ci sono alcuni disegni che ho realizzato col mouse,  direttamente al pc.  Giusto perché e primavera anche per questo blog!

UN PO' DI POESIA!


PENSIERI DA CANCELLARE


Il vento scompiglia i miei pensieri
Sollevandoli e depositandoli
Come rugginose foglie morte

I raggi del sole li riscaldano
Trasformandoli in fuochi
Incendiari. Brucianti.

La pioggia li irrora dolcemente
E tornano a rifugiarsi nel nulla
Erano pensieri inutili. Da cancellare

A volte è meglio non pensare
Danila Oppio
Inedita

Dallo studio allo stadio: a.a.a. galateo televisivo cercasi disperatamente!


di Enrico Porqueddu. Fondatore e Direttore de "IL SASSARESE"
E’ vero, tutto cambia, tutto si modifica, ma il bon-ton dov’è finito?
Mi sono incaponito, ho sbattuto diverse volte la testa sul…..cuscino, ma che cosa cercavo?
Un perché, una giustificazione all’assenza di educazione, di rispetto per noi telespettatori di qualsiasi canale da parte di conduttrici, di conduttori di questo o quel programma di intrattenimento mattiniero, serale o notturno.
Non ne ho cavato niente e alla fine mi sono arreso.
Chi fa televisione è libero di gettarci in faccia qualsiasi sproloquio e quel che, in particolare, offende chi sta seduto sul divano, è questa protervia da parte di ospiti (donne e uomini) che quotidianamente si alternano davanti alle telecamere e per non dare loro….maggiore visibilità ometto nomi e titoli di programmi, così imparano!
Allora, accendiamo la televisione. C’è lei, quella biondona che è stata “richiamata” alla ribalta dopo un esilio durato un po’, ride, sorride, sgambetta e si sistema il microfono puntato su due mappamondi che più mappamondi non si può, poi tira su gli occhietti maliziosi quasi a domandare, avete visto?, ce l’ho grandi!
Poi presenta gli ospiti, già in posa con lo sguardo fisso sulla telecamera, propone il tema da discutere mentre il suo partner interviene strozzandole in gola il concetto che resta incompiuto. Si inserisce l’ospite burrosa che a voce spiegata dice la sua mentre dall’altra parte fa la sua incursione il divo di cui nella storia del cinema non resterà traccia.
Anche lui verbalmente strozza la tizia intervenuta senza che le fosse data la parola. E’ un girone infernale di voci, urla, intimidazioni che giungono in salotto come una cavalcata di unni.
E vabbè, speriamo che il registro cambi. Sì, cambia quando viene mandato in onda un servizio, per cui la pax è meritata per quelli che stanno a casa.
Ma non finisce qui, riprende il programma in studio e la bellona presentatrice viene colta  mentre, estasiata, ammira le sue gambe, poi sbotta in una risata, peraltro ingiustificata, visto che nessuno aveva fatto alcuna battuta comica. La bellona, in modo disarticolato, pone una domanda all’ospite X che si accinge a parlare ma viene fregato in zona Cesarini da un altro ospite che, con voce tenorile, dice la sua, sovrapponendosi a chi aveva il diritto di parlare….altro grottesco girone dantesco!  Lo studio è di colpo diventato uno stadio dove i tifosi ne dicono di tutti i colori senza che si percepisca
alcun significato. La conduttrice e il suo partner se la ridono alla grande mentre parte un altro servizio.
Noi, poveri spettatori, ci domandiamo…. chi sa cosa succede nello studio mentre il video offre altre immagini!..
Stanchi, delusi, offesi e bistrattati, tentiamo un altro canale, pensando che lì, forse, la musica sarà diversa.
Nulla da fare, in quel canale c’è lui, l’esperto di turno che arringa il pubblico presente in sala, perché non ha capito quel che aveva detto e se la prende col conduttore , uno estremamente educato ma senza palle perché le redini del programma gli sfuggono di mano. E così tutte le sere.
Mai, dico mai, che una volta il conduttore o la conduttrice siano capaci di “guidare” il dibattito e mettere la mordacchia a chichessia.  Mi vengono, allora, in mente signori come Mike Buongiorno, Enzo Tortora, Corrado Mantoni e il Mago Zurlì, ovvero, stile, educazione, professionalità di un tempo, quando l’educazione era il pane quotidiano di chi conduceva certi programmi.
Adesso è tutto un circo di venditori al mercato, dove ognuno magnifica il prodotto che espone nel bancone, urla, bestemmie, insulti, gestacci da una all’altra parte.
Ecco perché l’Italia è ridotta ai minimi termini nei rapporti tra la gente comune.
Lasciamo stare i ladroni di stato, i ricconi del Parlamento che si beccano fior di milioni l’anno per non fare altro che un cavolo! Lasciamo perdere gli amministratori legati alla mafia e che si prendono le bustarelle. Lasciamo perdere le escort che te la danno per una manciata di euro. Lasciamo perdere i funzionari pubblici che praticano lo stesso “sport”.
Ma non possiamo lasciar perdere la televisione che dovrebbe essere un’arena di stile, di educazione e di rispetto della sintassi e della grammatica italiana.
No, la televisione deve rifarsi il look e subito, se non vogliamo che, davvero, le nuove generazioni se la filino affermando che il loro modo di essere nasce dalla famiglia, lo fa il babbo, lo faccio anch’io, tie’.
Ma dove sono i responsabili dei vari programmi, gli autori, i registi e i direttori di studio? Possibile che non si rendano conto quanto deleterio sia un simile obbrobrioso spettacolo? Dov’è la loro dignità e, ancor prima, il rispetto per il telespettatore? E domando, ancora, dov’è la loro dignità professionale? Ma sono davvero convinti, questi signori, che il casino in studio faccia salire l’audience? Sono davvero convinti, questi signori, che soltanto con il vociare sfrenato, con l’interloquire anteponendosi agli altri, con l’accavallarsi delle voci, si catturi l’attenzione degli utenti televisivi?
Questa è maleducazione allo stato puro, è arroganza della peggior specie, è offendere sé stessi e, in primo luogo,  coloro che stanno davanti allo schermo.
Già, la dico bene!, in effetti, noi semplici consumatori, quali armi abbiamo per difenderci?
Loro, i signori della TV, se la spassano davanti a spettacoli indecorosi, per usare un eufemismo: Loro sanno perfettamente che poi interverrà l’auditel che dirà che quel programma è stato visto da sei milioni di telespettatori, per cui lo stesso può andare avanti chissà per quante stagioni.
Chiuderei con un sospiro di sollievo: non tutti i conduttori e conduttrici sono di quello stampo.
C’è anche la gentile ed educata conduttrice che si fa rispettare e rispetta, così, anche chi segue il programma e c’è anche il conduttore ,di seria professionalità e altrettanta educazione. Ma dove sono? Li cerco continuamente e non li trovo.
Forse perchè non accendo il televisore!
Riporto l'articolo che è stato scritto per Rosebud-giornalismo online - e pubblicato sullo stesso sito. Lo trovo istruttivo, interessante per tutti, affinché non ci facciamo incantare da certi programmi televisivi, spazzatura letteraria e culturale, ma soprattutto spazzatura educativa. Però ho commentato al Direttore, dicendo che non sarebbe neppure giusto dover spegnare la TV a causa delle sue cattive trasmissioni .- in fondo paghiamo il canone ed avremmo diritto a poter godere di programmi intelligenti, guidati con correttezza e buona educazione, e, perché no? - anche utilizzando la giusta grammatica e sintassi. O vogliamo diseducare gli italiani? Mons. Giovanni Della Casa insegna ancora!


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Il Paradiso non può attendere: dobbiamo già cercare il nostro Cielo qui sulla terra! Questo blog tratterà di argomenti spirituali e testimonianze, con uno sguardo rivolto al Carmelo ed ai suoi Santi