AFORISMA

Meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita
(Rita Levi Montalcini)

Nostra Signora del Carmelo

Nostra Signora del Carmelo
colei che ci ha donato lo scapolare

martedì 19 gennaio 2010

FIAMMA VIVA D'AMORE




SAN GIOVANNI DELLA CROCE
Osservando un bel fuoco che arde nel camino, o in un falò, si vede bene che se le fiamme "mordono" il ciocco acceso, salgono alte e divampano. Se non si attizza il fuoco, se non si aggiunge legna, lentamente le fiamme si abbassano, fino a spegnersi, trasformando il ciocco in un pugno di grigia cenere che, quando si raffredda, il vento spazza via. Nulla rimane, né il calore del fuoco, né  il tepore che scalda l'atmosfera, né quei colori in tutte le tonalità dal giallo oro, al rosso incandescente. Si apprende così, che solo alimentando il fuoco, con legna, sterpi, carta, qualunque cosa combustibile, le fiamme continuano ad ardere.
Il parallelo con il fuoco d'amore per il Signore, che può e deve ardere in ogni anima innamorata di Lui, è evidente: come il falò o fuoco del camino. essi devono ardere perché alimentati dal combustibile, così la fede nel Signore si alimenta attraverso molti "combustibili": la lettura della Parola, la sua ruminazione, meditazione, la preghiera costante, la S. Messa, i Sacramenti e, sopratutto, una vita protesa al raggiungimento di un dialogo intimo ed intenso con il Padre Celeste, con la Vergine Madre di Dio, con il Figlio e con l'ascolto dello Spirito Santo, che ci è stato mandato quale Consolatore, dal Figlio stesso. La preghiera silenziosa, quel dialogo di comunione con Colui che ci ha voluti figli suoi, apre una finestra che si affaccia sul Cielo, e permette di respirare la spiritualità in modo profondo. L'imitazione di Cristo è necessaria come l'acqua per chi ha sete, e la Sua Parola, come il Pane per l'affamato!

SAN GIOVANNI DELLA CROCE (San Juan de la Cruz) nacque a Fontiveros (Avila) nel 1542. Insieme a S. Teresa d'Avila, che incontra per la prima volta nel 1567 a Medina, conquistato dalla prospettiva di riforma del Carmelo, la segue fino al definitivo distacco dai calzati. Il sabato 14 dicembre 1591, muore santamente ad Ubeda, a 49 anni di età.
Scrisse un poema spirituale eccelso "Fiamma viva d'amore", e lo commentò in questo modo, che a me pare attuale ancora oggi, in quanto penso che sia realmente difficile spiegare con un linguaggio che esprima totalmente i sentimenti che nascono nell'animo umano.
" Ho provato un po' di esitazione, nel commentare queste strofe poichè, trattandosi di un argomento così intimo e spirituale, ordinariamente non si può trovare un linguaggio adeguato ad esso (infatti ciò che è spirituale eccede il senso)".
Non proseguo, perché queste poche parole, illustrano quanto io stessa pensavo: è ardua impresa descrivere i movimenti dell'anima, lo stesso pensiero di S. Giovanni della Croce, era condiviso da Santa Teresa, la quale spesso si scusava, nei suoi scritti, per l'incapacità di riuscire ad esternare al meglio ciò che interiorizzava a livello spirituale.

  • Passo dunque alla prima strofa di quest'opera.                        


!Oh, llama de amor viva,                                                          O fiamma d'amor viva,
que tiernamente hieres                                                              che soave ferisci
de mi alma en el màs profundo centro!                                     dell'alma mia nel più profondo centro!
Pues ya no eres esquiva,                                                           Poiché non sei più schiva,
acaba ya, si quieres;                                                                 se vuoi, ormai finisci;
!rompe la tela de este dulce encuentro!                                     rompi la tela a questo dolce incontro!


Lascio ai lettori continuare la lettura delle opere di S. Giovanni della Croce, che conducono l'anima al riposo in Dio (che non significa morte! ma quella pace, quella dolcezza dell'anima che permette di gustare ogni cosa che da Lui proviene)

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