AFORISMA

Meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita
(Rita Levi Montalcini)

Nostra Signora del Carmelo

Nostra Signora del Carmelo
colei che ci ha donato lo scapolare

mercoledì 7 novembre 2012

DAL CARMELO DI VALMADONNA!


8 novembre Beata Elisabetta della Trinità

La vita di Elisabetta è racchiusa in due date: Camp d’Avor, presso Bourges, dove nasce il 18 luglio 1880 e 9 novembre 1906 dove muore al Carmelo di Digione. Ha passato 21 anni nel mondo e 5 al Carmelo; come aveva detto ad un’amica “ la vita è un breve istante tra due eternità” e il suo è stato un istante molto intenso.
“ Mi sembra di aver trovato il mio cielo sulla terra perché il cielo è Dio e Dio è nella mia anima.
Il giorno in cui ho capito questo, tutto s’è illuminato in me e vorrei sussurrare questo segreto a coloro che amo, perché anch’essi, attraverso ogni cosa, aderiscano sempre a Dio ……”.

“ Mi sembra che in cielo la mia missione sarà quella di attirare le anime aiutandole ad uscire da se stesse per aderire a Dio,
con un moto tutto spontaneo e pieno d’amore
e di tenerle in quel grande silenzio interno che permette a Dio d’imprimersi in loro, di trasformarle in Lui stesso”.

Questi due pensieri, il primo risalente all’inizio della sua vita carmelitana e l’altro pochi giorni prima di morire, racchiudono tutta la sua spiritualità: l’inabitazione di Dio nell’anima.
Il suo cammino è stato di continua crescita e approfondimento in questo mistero.
Ha avuto, come tutti, una vita normale di famiglia, con le sue gioie e dolori (a 8 anni perde il padre), di amicizie molto intense, studio, musica (era una brava pianista), ma soprattutto non è nata santa! Un amico sacerdote un giorno disse alla mamma che quella bambina poteva essere “o un angelo o un diavolo”; lei ne era consapevole e già in una letterina alla mamma del 1 gennaio 1889 scriveva:
“cara mammina, augurandoti il buon anno vorrei prometterti che sarò molto brava ed obbediente, che non ti farò più arrabbiare e non piangerò più e sarò una bambina esemplare per farti piacere in tutto. Tu non mi crederai, ma farò tutto il possibile per mantenere le mie promesse, perché non ho detto una bugia nella mia lettera, come ho fatto qualche altra volta. Avevo in mente una lettera lunga lunga e ora non so più niente! Vedrai lo stesso che sarò davvero brava.
T’abbraccio cara mammina. La tua cara figlia”.

Le esperienze e le grazie del Signore la portano a desiderare di entrare al Carmelo ed a questo si prepara condividendo con le amiche il suo vissuto:
“…….è tanto bella la solitudine e il silenzio. So bene che al di dentro si può essere sempre così, perché quando il cuore è preso, nulla al mondo potrebbe distrarlo. I rumori sfiorano la superficie, nel profondo non c’è altri che Lui. Non ci resta che fare il vuoto, staccarci da tutto perché non ci sia che Lui, Lui solo….Ai piedi della croce si sente così bene questo vuoto delle creature, questa sete infinita di Lui…..Lui solo può saziare il nostro cuore…..”.
Era molto affettuosa e sensibile e pensando al distacco per l’entrata al Carmelo confida ad un sacerdote:
“Com’è duro far soffrire quelli che si amano (la mamma e la sorella Margherita), ma è per Lui! Se Egli non mi sostenesse, in certi momenti, mi domando che cosa diventerei, ma Egli è con me e con Lui si può tutto……Non gli chiedo che una cosa: amarlo con tutta l’anima, ma d’un amore vero, forte, generoso!”.
Al Carmelo prese il nome di Elisabetta della Trinità, nome che incarnò giorno dopo giorno attraverso una vita autentica, generosa e nascosta che però non le impediva di farsi presente a tutti con la preghiera, scritti e piccoli doni fino all’ultimo quando ormai la malattia la stava consumando. Seppur nella sofferenza il pensiero era sempre per gli altri, per sé solo la gioia nella sofferenza e nel sentirsi “…schiacciata dal Suo troppo grande amore….”, tanto da cambiare il nome in LAUDEM GLORIAE spinta dal desiderio di lodare e amare Dio.
Si spense la mattina del 9 novembre 1906 al suono delle campane della preghiera dell’angelus.
Giovanni Paolo II l’ha beatificata il 25 novembre 1984 ed il processo canonico sta procedendo verso la canonizzazione.
La preghiera è il vincolo delle anime”
“La caratteristica dell’amore è di non ricercare mai se stesso, di non riservarsi nulla,ma di dare tutto a colui che si ama”
“La preghiera è una domanda della nostra anima a Dio, ma una domanda fatta con tutto il cuore

2 commenti:

  1. È una santa che amo molto per la profondissima vita spirituale che esprime con parole così semplici. I santi disintossicano il mondo e sono corredentori insieme a Maria e a Gesù. Ci aiutano a sperare contro ogni speranza e a risollevarci.

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  2. Vero Mimma, ne sono persuasa anch'io!! Oggi con il nostro Padre Assistente abbiamo appreso parte dei testi della Santa Madre Teresa d'Avila, dal Castello Interiore alle Fondazioni e la Vita, riguardo i vari modi di pregare insegnateci da Teresona! Ed i paragoni che ne ha fatto sono esemplari...dal pozzo, da cui ottenere acqua è faticoso, alla noria, che arriva con meno fatica, ma non irriga tutto, fino alla pioggia, che è acqua mandata direttamente dal Cielo...così quando un santo arriva a quel livello, ovvero riceve la pioggia, non fa nessuna fatica, poiché è Dio stesso ad aiutarlo a pregare. Un abbraccio formato Paradiso!

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Il Paradiso non può attendere: dobbiamo già cercare il nostro Cielo qui sulla terra! Questo blog tratterà di argomenti spirituali e testimonianze, con uno sguardo rivolto al Carmelo ed ai suoi Santi