AFORISMA

Meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita
(Rita Levi Montalcini)

Nostra Signora del Carmelo

Nostra Signora del Carmelo
colei che ci ha donato lo scapolare

martedì 29 novembre 2011

FAMIGLIA? CHE LO SIA DAVVERO!

Il Bambino Gesù sta per nascere, ed un padre punisce il proprio figlioletto di 3 anni, mettendolo in una lavatrice, facendola funzionare, provocandone una morte orrenda. E' successo ieri in Francia, ed io stanotte non ho dormito, il cuore ferito fino allo spasimo per questa atrocità. I genitori sono stati arrestati. Come dire: hanno chiuso la stalla dopo che i buoi sono scappati. Non c'è che una pena, per questo padre snaturato: il rimorso. E' la sola punizione che dura una vita. Ma avrà una coscienza questo bruto? Come si può sopprimere un figlio, per punirlo dall'aver distrutto il disegno di un compagno d'asilo? Allora mi chiedo: quali altre terribili punizioni ha inflitto al piccolo, prima di arrivare a questo gesto estremo? Una persona (persona?) così, non è certo al suo primo gesto sciagurato. Non mi nascondo dietro un dito: se fossi stata la madre, avrei impedito in ogni modo che il padre infierisse su mio figlio: non potendo far altro, lo avrei colpito con una bastonata, per fermare l'infanticidio. E se la bastonata avesse provocato la morte del padre, sarebbe stato meglio così che non la morte del bambino. In fondo si tratta di legittima difesa. Non mi venite a dire che un cristiano deve offrire il perdono, perché non sempre è vero. Dio stesso ha permesso l'inferno, per la giusta punizione verso gli infami. Scrive Dante:"nati non foste per viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza". Dove sta la virtù e la conoscenza in questo essere ignobile? L'ignoranza d'un tempo è stata cancellata dall'informazione: come può oggi ancora un padre, commettere un tale delitto sulla creatura che è il bene più prezioso dei genitori? Non vi è altro bene terreno, che la gioia di avere dei figli, il miracolo di una nascita! La prigione non è una pena abbastanza forte per questo orribile delitto. Torno a quanto scrivevo a proposito di quel padre che ha infierito contro il figlio, non molto tempo fa, per punirlo da un brutto voto a scuola. Il mio pensiero rimane identico. E mi chiedo quali sensi di colpa questi gesti hanno provocato alle insegnanti di piccoli. Colpa loro che hanno riferito il fatto ai genitori? Colpa loro se hanno dovuto dare un brutto voto? No assolutamente! E' normale che un bambino combini qualche marachella, come è normale che qualche volta sia impreparato al compito in classe o all'interrogazione. Se tutti i genitori punissero a quel modo estremo i propri figli, sarebbe una catastrofe. Ma la domanda che mi perseguita rimane la stessa: il male sta dilagando in modo esponenziale, come si può fermarlo? Per noi cristiani la risposta ovvia è "pregando". Ma ancora non basta: occorrono leggi severe, occorre che tutti noi ci sentiamo responsabili del prossimo e se solo intuiamo che qualcosa non funziona in una famiglia, nell'interno della quale vige la violenza e la mancanza di rispetto, dobbiamo denunciarlo, a costo di strappare i figli da genitori che non meritano di esserlo. Ci vogliono istituzioni che tutelano l'infanzia, e non solo poche associazioni che non sono in grado di seguire tutti. Invece ce ne stiamo tranquilli nel nostro caldo nido, infischiandocene di quanto ci succede intorno, vuoi per paura di ripercussioni, vuoi perché ci trinceriamo dietro alla giustificazione "che non ci riguarda". Davvero non ci riguarda? Personalmente sto soffrendo, e se scrivo su questo argomento, è perché quel bimbo è come fosse mio, é come se avessero ucciso mio figlio. Così deve essere per tutti, nessuno escluso. Lo Stato deve tutelare ogni cittadino, ma con un occhio di riguardo ai piccoli, agli indifesi. Inutile parlare dell'anno della famiglia, se poi non si fa nulla di concreto. Lo sappiamo che la famiglia è la prima forma sociale, e da questa si forma il futuro del mondo. Quindi, non preoccupiamoci dei problemi periferici, andiamo al centro, al nocciolo. Se un padre, un marito, non sa rivestire il suo ruolo, vuoi perché è violento, alcolista, drogato, vuoi perché non è maturo per accollarsi la responsabilità di essere marito e padre (ma ciò vale anche per la donna, spesso ci sono madri sciagurate), lo Stato e la Chiesa devono intervenire: a mio avviso, quelle che si chiamano impropriamente famiglie, non lo sono per nulla. Sono carceri, sono luoghi di tortura fisica e morale ed in questi casi bisogna saper valutare situazione per situazione, non pretendere di "salvare" la famiglia ad ogni costo, perché indissolubile. La famiglia dove un genitore, o entrambi, non sanno amministrare il loro compito, non è una famiglia, non comunque quella che il Signore ci ha mostrato ad esempio: la Sua!! Pensiamo a Giuseppe, come si è preoccupato di salvare i propri cari, scappando in Egitto per salvare Gesù dalla furia omicida di Erode, pensiamo con quanto amore si è curvato su Maria e quel Figlio di cui non era neppure il padre naturale. Ora la società è priva di spina dorsale, tutto è concesso, tutto è permesso, e poi succedono cose folli! Educhiamo i nostri figli, fin da piccoli, a non buttarsi in un matrimonio senza aver prima valutato se c'è il reciproco rispetto fra i futuri sposi, se il fidanzato o la fidanzata sono persone istruite alla fede, o comunque rispettose dell'etica, se sono persone capaci di essere buoni genitori. Se non si costruisce una famiglia su solide basi, prima delle quali è l'Amore reciproco, quella famiglia crolla rovinosamente. Spesso tutto finisce in un divorzio, e a farne le spese sono i figli, ma è ancora una forma meno indolore di altre. Quando invece la famiglia è piena di odio, di rancore, di insofferenza e di altri problemi di convivenza, succedono fatti ai quali non si può più porre rimedio. E non si tratta solo di bambini, ma anche di mogli maltrattate e violentate ripetutamente proprio dentro quel " nido" che dovrebbe proteggerle. In Chiesa si prega, si cura la liturgia, ed è cosa apprezzabile, ma bisogna che i sacerdoti, nelle loro predicazioni, battano il chiodo sul senso della famiglia. E per quelli che non frequentano le chiese, perché atei o di altre religioni, deve essere lo Stato, attraverso l'informazione, a ribattere il chiodo sull'importanza di essere buoni sposi e buoni genitori. La morale è stata accantonata ovunque ed i media si limitano a dare notizie sconvolgenti, ma non fanno nulla per impedire che certi fatti accadano. Forse gli orrori fanno più audience delle notizie positive? Dio mio, dove siamo finiti!!!

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