AFORISMA

Meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita
(Rita Levi Montalcini)

Nostra Signora del Carmelo

Nostra Signora del Carmelo
colei che ci ha donato lo scapolare

lunedì 8 febbraio 2010

IL VALORE DELLA VITA

Ma lo siamo davvero, dei buoni cristiani? Me lo sono spesso chiesta, pensando a come posso testimoniare l'imitazione a Cristo.
Ieri si è festeggiata la Giornata per la Vita. Ho letto e sentito molti discorsi in proposito, che mi hanno fatto riflettere parecchio.
Tempo fa ho apprezzato un articolo di Antonio Socci: parlava della tragedia di Haiti, di quanto tutti ne parlassero....per mezz'ora, per poi tornare ad occuparsi delle loro solite cose, anche le più banali. La morte si rimuove, fa paura! Siamo diventati insensibili alla sofferenza umana, perché non ne vogliamo sentir parlare.
Mi ha colpito questa sua affermazione: tutti abbiamo una  "malattia terminale", che non è aids, né un cancro devastante, né altre malattie di origine fisica o neurologica: questa  "malattia" si chiama VITA.
Si nasce per morire, non c'è via di scampo: l'esistenza ha un percorso più o meno lungo, ma finisce. Però nessuno ci vuol pensare: tutto concorre per distrarre la nostra mente da questo fantasma incombente.
Nell'antica Roma, quando un generale tornato vittorioso dalla guerra sfilava tra il pubblico, per evitare che si riempisse di superbia, gli veniva detto "memento mori": ricordati che devi morire. Questo motto venne poi ripreso dai frati trappisti, che se lo ripetevano ogni giorno, e quotidianamente scavavano la loro fossa, per la sepoltura.
Ora accade tutto il contrario: si fa di tutto e di più per credersi eterni, ma non di quell'eternità futura, nell'altra vita. Si pensa di vivere eternamente questa vita. Si ricorre al bisturi, per ringiovanire quelle parti del corpo che il tempo ha modificato, si consumano i ritrovati farmaceutici più all'avanguardia, per combattere i radicali liberi, per mantenersi attivi sessualmente, anche quando l'età è giunta alla pace dei sensi. E altro ancora. Penso sia giusto mantenere in buona salute corpo e mente, e se ci sono preparati medicinali che possono aiutare a star bene, giusto usarli. Ma non eccedere.
Ma tutto questo ha poco a che fare con la fobia della morte, nostra e degli altri.
Tutto dipende da quanto abbiamo curato prima la nostra anima, quanto abbiamo compreso dagli insegnamenti del Signore. Gesù ci ha detto, e anticipato con la Sua Risurrezione, che avremo la vita eterna, se seguiamo la Sua Via. Quindi è vero, siamo eterni, ma non qui, ed il passaggio da una all'altra vita non deve essere fonte di preoccupazione, o peggio, di terrore. Non per noi cristiani. Per cui si deve pensare alla morte come alla sequenza naturale della vita corporea: si nasce, si cresce, si invecchia (Dio volendo!) e si muore. Il destino naturale di ogni esistenza, sia essa di un filo d'erba, che di un Imperatore!!
Però abbiamo un'anima, che era già presso Dio, nel Suo pensiero, e a Lui tornerà: un'anima immortale. Questo ci deve interessare, e di questa dobbiamo aver cura. Più della nostra "crisalide" esteriore, dobbiamo pensare alla "farfalla" che abita in lei. Così mi piace definire l'anima, che è molto più bella del corpo, così proprio come la farfalla è meravigliosa, rispetto al bozzolo che la avvolge!!
Un esempio per tutti: se una persona è "bella dentro", straordinariamente anche il suo sguardo, il suo sorriso, l'intero aspetto diventa bello, mentre se una persona è "brutta dentro", anche se ha un bell'aspetto fisico, alla fine non raccoglie plauso.
Perché dunque preoccuparsi eccessivamente per il proprio aspetto fisico, e trascurare l'aspetto interiore, che ha un valore immenso?

Avrete pensato: l'argomento non era la vita? Allora perché parlare di morte, o di aspetti interiori ed esteriori?
Perché ritengo che occorra dare il giusto valore ad ogni cosa, e non occuparsi delle inezie.
Torno alla domanda iniziale: siamo davvero dei buoni cristiani?
Ciò che ho trattato sopra, è già un modo per valutarci. Ma non è il solo.
Nella Genesi, il serpente tentatore ha un significato allegorico, ed io ne uso un'altro, adeguato ai nostri tempi.
Se vediamo un boa constrictor, fuggiamo terrorizzati, è ben visibile, decisamente, e sappiamo che la stretta delle sue spire ci soffocherebbe. Ma ci sono serpentelli insidiosi, minuscoli e molto più pericolosi del boa.. Basti ricordare l'aspide di Cleopatra. Bene, i serpentelli che girano liberamente nella mentalità odierna, sono quasi invisibili, ma dannosissimi. Insidiano inesorabilmente il pensiero cristiano, che giorno dopo giorno diventa sempre più laico, quasi ateo. Chi non si trova a pensare: ma la Chiesa è davvero obsoleta, ma come fa a difendere ancora certi principi, che sono superati!? Il divorzio, per esempio, che cos'ha mai di così grave? Ci sono famiglie disastrate, dove il divorzio diventa l'unica soluzione possibile. Vero! La separazione a volte è terapeutica, ma i casi in cui è necessaria sono in percentuale molto meno di quanti la richiedono solo perché non sono capaci di affrontare le difficoltà che si presentano. O non sanno perdonare. Basta a volte un nonnulla, per decidere di andare verso strade divergenti, senza tener conto dei figli che sono i più deboli, e non possono dire la loro. I figli amano sia il padre che la madre, e li vorrebbero sempre insieme nella famiglia che hanno costruito. Se il nucleo familiare si spezza, molte altre cose vanno a rotoli. Non proseguo. Noi cattolici dobbiamo difendere la famiglia, fare il possibile per salvarla, utilizzando le armi che Cristo ci ha messo in mano: pazienza, sopportazione, ma soprattutto perdono e dunque amore. Sono armi vincenti, basta imparare ad usarle!
Quale altro serpentello entra nel pensiero cristiano? L'eutanasia, per esempio.  Che ci sta a fare quella persona in coma vegetativo, in questa esistenza della quale non può più godere? Poveretta, aiutiamola ad uscire da questa impasse, diamole una dolce morte. E si, abbiamo dimenticato che la vita e la morte sono nelle mani di Dio e che solo Lui può decidere quando richiamare un'anima al Cielo. Una persona in coma, anche se irreversibile, vive. Arriverà il momento in cui il suo organismo non ce la farà più, e terminerà il suo percorso su questa terra. Perché anticiparlo? Nessuno è eterno! Ma lo si fa spesso, mascherato da pietà, solo per egoismo. Fa male vedere in che stato si trova quel malato, ma fa più male doversene occupare, averlo sempre sotto gli occhi. Allora sopprimiamolo! Non confondiamo la pietà con altra cosa, per favore!
Eccone un altro, di serpentello velenoso: l'aborto! Che vuoi che sia, abortire non appena iniziata una gravidanza? Che vuoi che sia, abortire un feto dichiarato "incompatibile con la vita"? Il primo, è solo un grumo di cellule, il secondo, morirebbe comunque. Il terzo, certo, aggiungiamo pure che si sopprimono i feti portatori di qualche handicap, che però non mette in pericolo la vita del nascituro.
Siamo moderni o no? Oggi si fa così, e la Chiesa, come è antica!!!!
E noi siamo sicuri di essere moderni? Andiamo a vedere la Storia: gli spartani gettavano dalla rupe Tarpea i bambini malformati, gli handicappati, gli storpi e tutti coloro che, in un modo o in un altro, non avevano le qualità fisiche secondo i canoni di Sparta.
Veniamo a tempi più recenti: il nazismo che ha fatto? Ha incenerito bimbi e vecchi, malati e storpi, o gente di etnie non compatibili con la pregiata razza ariana, di cui Hitler era sostenitore. Insomma, a farne le spese sono stati i più deboli, i piccoli per i quali Gesù ci ha supplicato di averne cura.
E arriviamo ai nostri giorni. Siamo noi forse diversi dagli spartani e dall'ideologia nazista, quando decidiamo di sopprimere una creatura che sta per diventare un essere umano, o un malato terminale, che morirebbe comunque allo scadere dei suoi giorni?
I cristiani davvero si stanno uniformando al concetto laico ed aberrante che sta dilagando nel mondo?
Per essere dei veri cristiani, occorre navigare contro corrente, non importa se riceveremo sputi, schiaffi e frustate, se anche ci inchioderanno sulla croce: è necessario essere coerenti con il Vangelo.
Gesù ci chiede questo: di amare la vita e tutte le sue creature, di chinarci sui deboli, di accogliere chiunque ci chieda il nostro aiuto: un nascituro, un malato, un povero, uno straniero, un moribondo, ed ogni altro essere umano.
Se accettiamo l'aborto come prassi in certi casi necessaria, diciamolo chiaramente: accettiamo l'omicidio
Se accettiamo l'eutanasia come un diritto del malato: accettiamo l'omicidio
Se accettiamo il divorzio come soluzione ad una crisi familiare: accettiamo di distruggere la base della civiltà
Una società  che ha perso i reali valori della vita, cade per forza in preda allo sconforto, alla disperazione, alla droga, all'alcool, e sono tutti strumenti che il serpentello ha seminato nel mondo, al  fine di distruggerci.
Ma noi seguiamo il Cristo, e non ci faremo complici di simili aberrazioni!
Preghiamo la Mamma Celeste, che ci protegga sotto il suo manto, al fine di non cadere nella tentazione di onnipotenza, che ha plagiato gran parte dell'umanità. Noi no, non ci stiamo, noi siamo Cristiani Cattolici!!!

3 commenti:

  1. A un certo punto scrivi: "l'argomento non era la vita? Allora perché parlare di morte?"

    La vita ha senso se la guardiamo, in un certo senso, attraverso la morte, intesa come il vargo della "seconda" parte della nostra esistenza, l'eternità in Dio. A furia di non volerlo piu' fare, si arriva solo al non vivere. E' vita se penso solo a rifarmi da capo a piedi? No, quello è narcisismo disperato. Il bisturi è il mio pane quotidiano.
    E' vita se penso ad accumulare ricchezze? no, quella è disperazione, perchè sto a pensare che un domani, non sia mai, qualcuno potrebbe minacciare le mie cose.
    E' vita se penso :" Che me ne frega se sfascio la famiglia?"
    No, quello è egoismo.
    Se invece pensassimo (fede a parte), che dobbiamo morire tutti, forse ci godremmo di piu', nel senso piu' corretto del termine, questa nostra esistenza e cercheremmo di farla godere anche agli altri, vivendo fuori dall' IO IO IO!

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  2. Volevo scrivere varCo, non vargo....pardon!

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  3. Era ciò che intendevo dire: si ama davvero QUESTA VITA, se si pensa a QUELLA FUTURA, allora si fa di tutto per uscire dal proprio io, e andare verso Dio!!! Ho voluto sottolineare l'effimero di una vita insulsa basata solo sull'apparire, sull'avere. Una vita così, porta a distruggere sé stessi e chi ci sta intorno. E allora va bene tutto, purché si possa fare i propri comodi.
    Va bene, il divorzio, va bene l'eutanasia, va bene l'aborto, perché tutto ciò che richiede la fatica sana di vivere, disturba l'egocentrismo!
    Grazie per avermi dato occasione di chiarire ancora qualche concetto!

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