1. Si apre una settimana
Vangelo di Gesù Cristo secondo
san Giovanni 12, 12-16
Il giorno seguente, la grande
folla che era venuta per la festa, udito che Gesù veniva a Gerusalemme,
prese dei rami di palme e uscì incontro a lui gridando: «Osanna! Benedetto
colui che viene nel nome del Signore, il re d’Israele!». Gesù, trovato un
asinello, vi montò sopra, come sta scritto: Non temere, figlia di Sion!
Ecco, il tuo re viene, seduto su un puledro d’asina.I suoi discepoli sul
momento non compresero queste cose; ma, quando Gesù fu glorificato, si
ricordarono che di lui erano state scritte queste cose e che a lui essi le
avevano fatte.
Una settimana
si apre… non è come tutte le altre
settimane. Dio, nel suo Figlio Gesù, prenderà la condizione del Servitore
umiliato, del Servitore messo a morte. Ma prima di ogni cosa, Gesù sceglie
di celebrare la Pasqua con i suoi discepoli.
Affiderà loro
questa missione di “fare questo in memoria di me”. Lasciando la
tavola, Gesù prende il grembiule del servitore e lava i piedi a coloro che
saranno incaricati di annunciare la Buona Novella della Risurrezione. Gesù
si inginocchia davanti a ciascuno di coloro che ha chiamato e che l’hanno
seguito, a volte senza capire. Gesù del resto era così differente da tutto
ciò che avevano insegnato loro su Dio … un certo smarrimento per questo è
ben comprensibile!
Gesù si inginocchia davanti ad
ognuno di loro, malgrado una certa resistenza
di Pietro
Giovedì
prossimo, Egli si inginocchierà davanti a ciascuno di noi. Ci proporrà di
lavarci i piedi, questi piedi feriti da tanti passi senza scopo, tanti
passi che non ci conducono da nessuna parte, noi che rifiutiamo il cammino
tracciato dal Vangelo. Questi piedi feriti e affaticati che hanno seguito
tanti idoli che offrono una felicità passeggera, effimera… A ciascuno di
noi in quello momento Gesù porrà la stessa domanda: “Vuole lasciarmi
fare?”. L’ultima domanda prima di essere essere arrestato. Ultima
domanda che ci immerge nel cuore di Dio nel suo Figlio Gesù: “Quando
accetterai di vivere la mia vita?”
Una settimana
si apre. Quella del processo al Figlio
di Dio. Lo si accusa di dichiarare che la sua vita è quella del
Figlio Prediletto del Padre eterno. Lo condannano perché si dice Figlio di
Dio. Ma che cosa potrebbe dire d’altro davanti a giudici pronti a
condannarlo? È l’Icona del Padre. Il giorno del suo battesimo
da parte di Giovanni Battista al Giordano, e suo monte Tabor nella
Trasfigurazione, Dio suo Padre ci ha domandato di ascoltarlo. Ha messo in
lui tutto il suo amore. Che cosa ne abbiamo fatto di questo comandamento?
Come sono iscritte nei nostri cuore queste sue Parole? Come la sua Parola è
uscita dalle nostre bibbie per abitare la nostra vita, nutrire la nostra
azione, rinnovare la nostra testimonianza?
Questo corpo che
Maria ha curato, ha rivestito, sarà torturato. I suoi torturatori vogliono
far tacere la Parola e il solo mezzo possibile per farlo è di attaccarlo a
questo legno, a questa croce. Perché bisogna inchiodare le sue mani che non
hanno fatto altro che benedire, accogliere, perdonare e condividere? Perché
inchiodare i piedi di Colui che ha sempre camminato incontro ai feriti
della vita, ai “senza speranza”, alle vittime di tutti i mali …? Questa
settimana è il tempo in cui ci ricorderemo che da quella settimana ogni
sofferenze è accompagnata, visitata. Dio riempie con la sua
presenza le nostre croci umane.
Il Figlio
grida la sua sofferenza e si unisce alle lacrime di coloro che non
capiscono più, non sono più capaci di sperare.
In questa
settimana, Dio dà appuntamento all’uomo, alla donna, al giovane e al
bambino sul Golgota. Ma prima di morire, Gesù Cristo, il Figlio di Dio, ci
affiderà senza testamento sua Madre, la Vergine Maria: “Ecco tua madre”.
E noi saremo affidati a sua Madre. Ella è la discepola che ci condurrà ad
ogni ora verso il suo Figlio.
In questa
settimana, Dio si mette in ginocchio davanti ad ognuno di noi.
In questa
settimana, Dio è messo a nudo e i flagelli feriranno e lacereranno il suo
corpo prima che i chiodi lo fissino al legno della croce.
In questa
settimana, Gesù sarà deposto nel sepolcro, con grande precipitazione. Per
aprire il sabato, questo tempo riservato a Dio, non ci sarà il tempo di
prendersi cura del cadavere del suo Figlio.
È la settimana
di tutti gli appuntamenti con la derisione e della violenza,
dell’incomprensione e del disprezzo.
Questa
settimana è il momento scelto da Dio per mostrare sino a dove arriva il suo
amore. Non ha limite. Esso è inoltre eterno, più forte della morte, di ogni
morte.
Perciò questa
settimana, bisognava chiamarla Settimana Santa : essa ci apre un cammino di vita nuova; già si vede il
chiarore della Risurrezione.
Facciamo di
questa settimana una settimana santa. Essa ci dice tutto di Dio e del suo
Figlio. Lo Spirito ci condurrà al cuore dell’Amore della Trinità.
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