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martedì 12 aprile 2016

Religioni per la pace

Anche questo è un articolo pubblicato da Renata sul suo sito http://senzafine.zacem-online.org/#home

Impariamo a non essere intolleranti! L'intolleranza è causa di attriti terribili. Il cristiano deve cercare la pace, dentro il proprio cuore e in mezzo al prossimo. E non dimentichiamo che siamo tutti fratelli, abitiamo tutti lo stesso Pianeta, e forse dovremmo cercare di capire perché succedono cose spiacevoli, e se per caso non abbiamo anche noi un po' di responsabilità in tutto quanto succede nel mondo.

da RELIGIONI PER LA PACE

spiritualitàPubblicato da Renata Rusca Zargar mar, marzo 29, 2016 11:28:43


Dopo le stragi di Parigi, e più recentemente di Istanbul, anche Bruxelles, città simbolo dellaComunità Europea è stata colpita dal terrorismo fondamentalista che ha fatto anche qui un alto numero di vittime tra morti e feriti.
Nei giorni successivi le reazioni più diffuse, non solo in Belgio, sono state di sconcerto, dolore, paura, rabbia ed avversione verso i musulmani in blocco, nonostante numerose associazioni islamiche abbiano condannato con fermezza i crudeli attentati.
Noi continuiamo a pregare per le vittime ed i loro familiari ed amici che in questi giorni sono nel lutto mentre la maggioranza di loro si apprestava a festeggiare la Pasqua, ma nello stesso tempo, anche per rispetto nei confronti loro e di tutte le vittime del terrorismo, dobbiamo andare oltre la paura e lo sconcerto per costruire una risposta di largo respiro alla minaccia del fondamentalismo terroristico, che vive l’appartenenza religiosa in forma settaria e violentemente ostile al resto dell’umanità, mentre ciascuno sa che i credenti autentici considerano tutta l’umanità come un’unica famiglia, le cui differenze sono una benedizione ed un potenziale di fecondità, come anche il Sacro Corano recita in modo netto.

A dire il vero, distorsioni settarie e violente del proprio credo non sono un’esclusiva dell’estremismo islamista, ma si manifestano in seguaci di varie tradizioni religiose, anche se nel nostro tempo il fenomeno riguarda in modo più preoccupante parti del mondo islamico, anche a seguito di reazioni a dinamiche ed interessi estranei alla sfera propriamente religiosa.
Forse, come Europei, oltre a chiedere maggiore protezione alle forze di sicurezza, alle quali non deve mancare la nostra gratitudine per quanto già fanno con i mezzi e le strutture a disposizione, dovremmo anche soffermarci ed interrogarci sullo “stato di salute” della nostra civiltà e sulle nostre vulnerabilità. Forse dovremmo riconsiderare il nostro prevalente approccio alla vita, troppo spesso banalizzata e manipolata.
Forse dovremmo valutare le conseguenze del “culto” dell’individuo singolo, che immaginiamo spesso come avulso da una rete di relazioni familiari e comunitarie costruite da generazioni che si sono susseguite nella promozione della vita.
Forse dovremmo esaminare le implicazioni di atteggiamenti di impazienza verso ostacoli e difficoltà che inevitabilmente accompagnato ogni esistenza e spesso ci aiutano a capirne l’immenso valore.
Forse dovremmo diventare meno scettici verso la dimensione non solo materiale della vita.

Chissà, forse allora si ridurrebbe la capacità di attrazione di certe prospettive intolleranti di “soluzione finale” nei confronti di giovani frustrati, emarginati e smarriti o comunque fragili.
Questo ripensamento ineludibile, dal quale potranno scaturire rinnovamento e crescita in umanità, di cui abbiamo più che mai bisogno in Europa, sarà certamente facilitato dal dialogo, dalla preghiera e dalla collaborazione tra appartenenti alle varie fedi e persone di buona volontà, che auspichiamo e che ci impegniamo a favorire come Religions for Peace / Italia, in sintonia con i nostri colleghi europei ed in particolare con le amiche e gli amici di Religions for Peace / Belgio, molto attivi già da tempo su questo terreno di comprensione e di accoglienza reciproca, premessa necessaria perché non si oscuri mai l’orizzonte della riconciliazione e della pace a servizio della vita.

Un gruppo talebano rivendica la strage: “Obiettivo erano i cristiani“. Il luogo era gremito di famiglie che festeggiavano la Pasqua. Le vittime sono soprattutto donne e bambini: 72 i morti, dei quali 30 bambini, ed oltre 300 i feriti.
Non restiamo indifferenti a queste tragedie, frutto della miscela esplosiva di estremismo abusivamente religioso da una parte e squilibri nelle relazioni internazionali dall’altra, in un mondo nel quale il consumismo materialista attrae con le conquiste della tecnologia ma nello stesso svuota sul piano spirituale, esasperando paure e violenze.

Ciascuno metta a disposizione la goccia di bene che può offrire per dissetare questo nostro mondo che ha bisogno di recuperare fiducia, speranza e rispetto per la vita.




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