AFORISMA

Meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita
(Rita Levi Montalcini)

Nostra Signora del Carmelo

Nostra Signora del Carmelo
colei che ci ha donato lo scapolare

lunedì 4 aprile 2011

SANTA TERESA D'AVILA - CAMMINO DI PERFEZIONE - Capitolo XII

CAPITOLO 12
Chi ama veramente Iddio deve far poco conto della vita e dell'onore

1 - Passiamo ad altre cose, anch'esse molto importanti, benché non lo sembrino.
Sulla via della perfezione ci sembra tutto gravoso, e giustamente, perché si tratta di muover guerra a noi stessi. Ma appena ci mettiamo all'opera, Dio ci accorda tante grazie e agisce sull'anima con tanta forza che essa considera subito per poca cosa tutto quello che in questa vita si può fare.
Per noi monache, poi, il più è fatto. Abbiamo rinunciato per amor di Dio alla nostra libertà, sottoponendola a quella degli altri, e ora pratichiamo tante penitenze, digiuni, silenzi, clausura e assistenza al coro. Anche a volerci trattare con delicatezza, come avrò fatto soltanto io nei vari monasteri in cui sono stata, non lo possiamo che assai raramente. Ora, perché tanta ritrosia a mortificare il nostro interno, quando questa mortificazione rende più perfetto e meritorio tutto il resto, e ci aiuta a praticarlo con maggior pace e soavità?
A questo stato, come ho detto, non si arriva che a poco a poco, rinnegando la propria volontà e i desideri della natura fin nelle più piccole cose, in modo da terminare con il pieno dominio dello spirito sul corpo.
Tutto, o quasi tutto, consiste nella rinunzia di noi stessi e delle nostre soddisfazioni. Chi comincia a servir davvero il Signore, il meno che gli può offrire è la vita.
E che ne deve temere chi gli ha già consacrata la volontà? Il vero religioso, o uomo di orazione che pretende di godere i doni di Dio, dev'essere pronto a morire per Lui, magari nel martirio. Del resto, non lo sapete anche voi, sorelle, che la vita del buon religioso, di colui che vuol essere fra i più intimi di Dio, non è che un lungo martirio?
Lo chiamo lungo, ed è tale in confronto a quello di coloro a cui fu troncata la testa. Ma la vita è breve. Per alcuni anzi brevissima. E noi non sappiamo se la nostra sia tale da venirci troncata un'ora, un istante solo, dopo la completa nostra dedizione al servizio di Dio.
E non è cosa impossibile. No, di ciò che finisce non bisogna fare alcun conto. Ogni ora potrebbe essere l'ultima: e chi di voi non vorrebbe impiegarla bene?

3 - Credetemi, sorelle, questo pensiero è molto efficace. Cerchiamo di rinnegare in tutto la nostra volontà, e a poco a poco, senza neppure accorgerci, arriveremo alla meta.
Sembra troppo rigido richiedere di non cercare in nulla soddisfazione. Ma perché insieme non ci si dice che un tal sistema procura fin da questa vita gioia, consolazione e sicurezza? Per voi che battete questa via, il più è fatto. Eccitatevi ora a vicenda, aiutatevi le une e le altre, e procuri ciascuna di sorpassare la compagna.

4 - Vigilate attentamente sui vostri moti interiori, specialmente su quelli che riguardano le preminenze.
Ci liberi Iddio, per la sua passione, dal fermarci a parole come queste: « Sono più anziana », « ho più anni », « ho lavorato di più », « quella è trattata meglio di me ».
Respingete questi pensieri appena si presentano, perché fermarsi in essi e più ancora parlarne è una peste, origine di grandi mali. Se avete una Priora che sopporta il più piccolo di questi discorsi, credete che Dio ve l'abbia mandata in castigo dei vostri peccati, e che questo sia il principio di ogni vostra rovina.
Pregate ardentemente il Signore a mettervi riparo, perché siete tutte in pericolo.

5 - Può darsi che mi domandiate perché insisto tanto su questo punto, tacciandomi forse di troppo rigorosa, posto che Dio concede le sue grazie anche a coloro che non sono giunti a questo completo distacco.
Io credo, perché Egli nella sua infinita sapienza vede che così conviene per meglio convincerli a distaccarsi da tutto. Non intendo già per distacco la semplice entrata in religione, perché vi possono essere ostacoli che l'impediscano: l'anima perfetta può essere umile e distaccata in ogni luogo, benché l'ambiente sia sempre una gran cosa, e le difficoltà siano maggiori più in un posto che in un altro. Ma dove regnano punti di onore e attacco ai beni terreni - difetti che possono trovarsi tanto fuori che dentro i monasteri, benché l'occasione sia quivi minore e maggiore la colpa, se vi allignano - credetemi, dove regnano questi difetti, non si arriverà mai al pieno distacco, né a godere il vero frutto dell’orazione, neppure se nell'orazione, o meglio, meditazione, si trascorressero molti anni.
Dico meditazione, perché l'orazione quando fosse perfetta, finirebbe col correggercene.

6 - Pensate quindi, sorelle, se questi consigli non siano importanti, tanto più che non siete qui che per questo. Facendo altrimenti, perdereste con l'onore anche i vantaggi che ne potreste guadagnare, rimanendovi con perdita e disonore.
Ognuna di voi consideri come si trovi in umiltà, e vedrà fin dove arrivano i suoi progressi. Il demonio è tanto astuto che in materia di preminenze non oserà tentare l'umile neppure in un primo momento, temendone un contraccolpo, giacché è impossibile che l'umile, quando è tentato, non progredisca in maggior umiltà e vi si fortifichi.
In questo caso egli ritorna sulla sua vita passata, esamina se ha servito il Signore come per riconoscenza gli doveva, considera i prodigiosi abbassamenti di un Dio per darci esempio di umiltà, e scorgendo infine i suoi peccati, nonché l'inferno che per essi si è meritato, ne ricava tanto vantaggio che il demonio, per paura di riportarne la testa rotta, non ha più il coraggio di tentarlo.

7 - Ecco un consiglio che vi prego di non dimenticare. Se volete far vendetta del demonio e liberarvi dai suoi assalti, non solamente dovete avanzare in umiltà nel vostro interno - senza di che sarebbe un gran male - ma cercare con i vostri atti esterni di far ridondare in profitto delle sorelle la stessa vostra tentazione, pregando la Priora, appena il maligno si presenta, d'imporvi qualche ufficio umiliante, o farlo da voi stesse meglio che vi sia possibile.

9 - Studiate di vincere la vostra volontà praticando cose che vi ripugnino: il Signore ve ne farà conoscere molte, e la tentazione cesserà.
Dio ci liberi da chi pretende servirlo e coltivare insieme il proprio onore! Questo è un calcolo sbagliato, perché, come ho detto precedentemente, l'onore tanto più si perde quanto più si ricerca, specialmente quando si tratta di preminenze.
Non vi è al mondo tossico che più distrugga la perfezione, quanto la preoccupazione del proprio onore.

8 - Direte che si tratta di sentimenti naturali, e che non bisogna farne caso. Guardate invece di non andar troppo alla leggera. L'attacco a questi punti di onore cresce come la schiuma: non vi è mai nulla di lieve quando il pericolo è così grave come allora che si va alla ricerca dei torti che si crede di aver ricevuti.
E sapete perché? Ecco una ragione che ne abbraccia molte altre. Il demonio comincia a tentarvi in una cosa tanto leggera che forse è da nulla. Ma il maligno fa che una consorella la giudichi assai grave. Ed ella allora crede di fare un atto di carità col venirvi a dire che non capisce come sopportiate tanto affronto, che l'offriate al Signore, che prega Iddio a darvi pazienza, e che di più non farebbe un santo.
Il demonio insomma mette sulla sua lingua ragionamenti che vi fanno impressione, e così, supposto pure che vi siate determinate a soffrire in pace, ne uscite con una tentazione di vanagloria per una prova, che, infine, non avete neppur sopportata come avreste dovuto.
La nostra natura è così fiacca, che anche quando la prova non è penosa, pensiamo sempre, sopportandola, di far qualcosa di grande e non lasciamo di crederlo.
A maggior ragione ne rimaniamo persuase se vediamo che per amor nostro lo credono le altre. Ma intanto l'anima perde un'occasione di merito, rimane più debole e lascia aperta la porta al demonio perché rinnovi l'assalto con maggiore violenza.
Può avvenire anche questo: voi avete già presa la risoluzione di soffrire con pazienza, ed ecco che una vostra compagna vi viene a dire che siete un'insensata, e che in certi affronti è bene risentirsi..
Per amor di Dio, sorelle, nessuna di voi si lasci andare a così indiscreta carità, mostrando compassione per dei torti immaginari! La vostra carità somiglierebbe a quella usata con il santo Giobbe da sua moglie e dai suoi amici.
 Santa Teresa di Gesù – Cammino di Perfezione

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