AFORISMA

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(Rita Levi Montalcini)

Nostra Signora del Carmelo

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domenica 26 settembre 2021

"NOI COMINCIAMO ORA" UN GRANDE CANTIERE AL CARMEL DI BANGUI - di P. Federico e i frati del Carmel di Bangui

"Noi cominciamo ora”. Un grande cantiere al Carmel di Bangui

 “Noi cominciamo ora”. Un grande cantiere al Carmel di Bangui

Notiziario dal Carmel di Bangui n° 30, 25 Settembre 2021

“Rispetto a coloro che verranno dopo, sono pure di fondamento quelli che vivono oggi. Che ognuno s’impegni a diventare pietra così forte per innalzare l’edificio. E il Signore l’aiuterà… Noi cominciamo ora; e che cerchino di cominciare sempre per andare di bene in meglio”. Queste parole sono tratte dal libro della Fondazioni scritto da santa Teresa d’Avila, la Madre del Carmelo riformato. Questa donna, instancabile e appassionata, sapeva bene di cosa parlava. Nella Spagna del sedicesimo secolo, nell’arco di solo venti anni, con pochi mezzi e tante difficoltà, riuscì a fondare ben sedici monasteri.

Dopo aver riascoltato queste parole – e con non poca emozione – lo scorso 16 luglio abbiamo finalmente posato la prima pietra del nuovo convento al Carmel di Bangui, al termine di una celebrazione eucaristica presieduta dal Cardinal Dieudonné Nzapalainga. Un momento atteso da anni, un giorno storico per la nostra missione in Centrafricana e un evento che ci ha permesso ancora una volta d’innalzare il nostro ringraziamento a Dio che ci ha chiamati a lavorare nella sua vigna, in questo piccolo angolo nel cuore dell’Africa sulle sponde del fiume Oubangui.

Non capita tutti i giorni, infatti, di costruire un convento nuovo. Normalmente, e soprattutto in altre latitudini, i conventi si trovano già costruiti, spesso da secoli. E sovente si è purtroppo costretti a chiuderli perché mancano i frati per abitarli. Da queste parti, invece, i conventi sono da costruire e, per fortuna, non mancano i frati per abitarli.

Il grande terreno dove ora ci troviamo, alla periferia di Bangui, venne acquistato nel 1998 in vista della fondazione di un monastero di carmelitane scalze. Purtroppo le nostre consorelle non sono ancora riuscite a raggiungerci. Pur restando sempre in attesa del loro arrivo, abbiamo deciso nel 2006 di aprire noi stessi una nostra casa, adattando alcune costruzioni precedenti. Nel frattempo la città di Bangui è cresciuta fino a raggiungerci. E anche la nostra famiglia si è ingrandita. Nello stesso tempo, il nostro convento, pur non essendo una parrocchia e con nostra grande sorpresa, è diventato sempre di più un punto di riferimento per tante persone, fino a dare il nome – Carmel – al quartiere che si è formato attorno a noi. Dal 2013 al 2017 inoltre, durante la guerra che ha colpito il Centrafrica in seguito ad un colpo di stato, migliaia di profughi, in fuga dai quartieri più colpiti dai combattimenti, hanno potuto salvarsi la vita trovando rifugio al Carmel. Per la nostra comunità è stato un momento particolarmente forte che ci ha permesso di condividere la sofferenza di un paese che da anni sta faticosamente cercando la via della pace e dello sviluppo. Nel corso degli anni le domande di ospitalità sono aumentate e sempre più persone partecipano alla celebrazione della Messa domenicale. Nel 2013 la comunità ha accolto lo studentato, cioè quella tappa della formazione dei seminaristi autoctoni che segue il noviziato. Poi, nel 2020, è stata aperta una scuola agricola approfittando del grande terreno a disposizione.

Tutti questi avvenimenti ci hanno quindi costretto a ripensare la nostra presenza e a creare le strutture adeguate per rispondere alle esigenze della formazione dei seminaristi, alla domanda di ospitalità e, soprattutto, alla necessità di offrire ai nostri fedeli un luogo degno per pregare. Non abbiamo, infatti, una vera chiesa. Le celebrazioni domenicali si svolgono sotto una semplice tettoia di lamiere, situata in un cortile, insufficiente per accogliere tutti i nostri numerosi fedeli.

Dopo un lungo e paziente discernimento abbiamo deciso di costruire, in una zona più elevata della nostra proprietà, una struttura completamente nuova, più ampia, più bella e più conforme alla tradizione carmelitana. Il complesso si compone di tre grandi lotti: 1. un convento a due piani intorno a un grande chiostro con tutti gli spazi necessari per la vita comune: venti camere per la comunità, cinque per i confratelli di passaggio a Bangui, il refettorio, la cucina, la biblioteca, la sala del capitolo, la sala della ricreazione, la sala conferenze, la lavanderia, due parlatori e una piccola boutique; 2. una foresteria di quindici camere con un piccolo refettorio e una sala per incontri; 3. una grande chiesa che sarà dedicata alla Madonna del Carmelo.

Attualmente il cantiere è in piena attività per la costruzione del primo lotto, cioè il convento, che speriamo di poter già abitare entro la fine del prossimo anno.

Si tratta, come potete ben comprendere, di un progetto ambizioso, particolarmente costoso e che c’impegnerà per alcuni anni. In Centrafrica, infatti, i materiali di costruzione sono cari perché quasi tutti importati. Non avremmo avuto il coraggio di lanciarci in quest’avventura senza l’incoraggiamento di tanti amici che, consapevoli delle nostre necessità per accogliere i giovani seminaristi, gli ospiti e soprattutto i fedeli, erano già a conoscenza di questo desiderio e del relativo progetto in elaborazione. Ci sia permesso di ringraziarli di tutto cuore.

Ora ci permettiamo umilmente di bussare alla vostra porta e di fare appello alla generosità di voi tutti perché l’opera iniziata possa essere terminata. Non è semplice costruire qualcosa di così grande e complesso. E non vi nascondo che, quando visito il cantiere, mi prende un po’ di paura. Stiamo facendo la cosa giusta? Ce la faremo? Non lasceremo la costruzione a metà? Non sarebbe stato meglio costruire una scuola o un ospedale invece di un convento e di una chiesa?

Le mie paure scompaiono quando penso ai miei confratelli centrafricani per i quali stiamo costruendo questa nuova casa e che saranno chiamati a continuare l’opera dei primi missionari italiani arrivati qui cinquant’anni fa. Poi penso ai nostri fedeli e a tutte le persone che in questo luogo potranno incontrare il Signore, ascoltare la sua Parola, ricevere la sua Grazia, pregare insieme ad una comunità di frati. Penso, e soprattutto osservo, i nostri operai al lavoro sul cantiere, contenti di costruire, giorno dopo giorno, qualcosa di bello, di grande e probabilmente di unico per la città di Bangui. Penso anche a voi, sempre pronti a sostenere ogni nostra iniziativa, fiduciosi in quello che da tanti anni stiamo facendo per questo paese e per questa Chiesa, inconsapevolmente capaci di infonderci più coraggio di quanto potete immaginare. Penso a santa Teresa e all’invito rivolto alle sue figlie e ai suoi figli a cominciare ora, a cominciare sempre, ad essere un fondamento solido per chi verrà dopo di noi. Perché costruire un uomo, un cristiano, un frate è molto più difficile e impegnativo che costruire una casa, una chiesa, un convento.

E poi penso a Dio e alla sua Provvidenza. Ogni paura scompare, perché “se il Signore non costruisce la casa, invano faticano i costruttori”. Se ci ha permesso di cominciare, non ci farà certo mancare il suo aiuto per terminare e la sua benedizione perché questo luogo possa essere sempre di più un piccolo pezzo del suo grande Regno.

Con amicizia e riconoscenza

Padre Federico e i frati del Carmel di Bangui

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Se volete offrire un contributo per la costruzione del nuovo convento e della nuova chiesa potete fare:

1) Un bonifico bancario a MISSIONI CARMELITANE LIGURI usando l'IBAN: IT42D0503431830000000010043 (CODICE SWIFT per un bonifico dall’estero: BAPPIT21501).

2) Un versamento tramite Conto Corrente Postale n. 43276344 intestato a AMICIZIA MISSIONARIA ONLUS.

3) Indicare nella causale:                NUOVO CONVENTO E NUOVA CHIESA CARMEL DI BANGUI

Più informazioni sul sito www.amiciziamissionaria.it/Donazioni.aspx























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Il Paradiso non può attendere: dobbiamo già cercare il nostro Cielo qui sulla terra! Questo blog tratterà di argomenti spirituali e testimonianze, con uno sguardo rivolto al Carmelo ed ai suoi Santi