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giovedì 20 febbraio 2014

Card: Piovanelli usa Power point!

http://vaticaninsider.lastampa.it/inchieste-ed-interviste/dettaglio-Piovanelli, il cardinale di 90 anni che usa power point



CARD. PIOVANELLI (FOTO DI ROBERTO VICARIO)
Intervista con il porporato sulla svolta di Bergoglio: "Ci insegna che noi pastori non dobbiamo metterci al di sopra e neppure alla pari, ma al di sotto, come ha fatto Gesù lavando i piedi"
ANDREA TORNIELLI
CERCINA (FIRENZE)

Sabato, al concistoro, a far festa al neo-porporato Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia ma fiorentino doc, lui non poteva certo mancare. Il cardinale Silvano Piovanelli, classe 1924, figlio di un imbianchino e di una lavandaia nato e cresciuto nel Mugello, per diciotto anni arcivescovo di Firenze, festeggerà a Roma il suo novantesimo compleanno. Dal 2001 vive ritirato a Cercina, nella parrocchia della pieve romanica di Sant'Andrea ai piedi del monte Morello e nonostante sia un principe della Chiesa non disdegna di fare il cappellano e in qualche caso persino d'improvvisarsi autista del parroco, il sacerdote polacco Janusz Aptacy, mettendosi alla guida di una Panda 4X4 sulle strade non proprio agevoli di queste stupende zone della Toscana.

Ha novant'anni, don Silvano, ma non rinuncia a fare il prete e usa le nuove tecnologie, come sanno bene le suore che lo invitano a tenere gli esercizi spirituali vedendoselo arrivare con tanto di slide in power point e chiavette USB in omaggio con i testi delle sue meditazioni. Il cardinale, che è stato compagno di seminario di don Lorenzo Milani, ha salito in modo imprevisto tutti i gradini della carriera ecclesiastica rimanendo sempre nella stessa diocesi di Firenze, della quale da vescovo ausiliare è diventato arcivescovo dopo la morte improvvisa di Giovanni Benelli: «Questo» ripete «mi ha sempre reso tranquillo: il fatto di non aver scelto io, ma di essere stato sempre chiamato». Per lui la svolta di Papa Francesco, il suo invito ai vescovi perché vivano in mezzo alla gente e non da vip, è realtà quotidiana. Merito anche dei diciannove anni da parroco, che Piovanelli ha vissuto a Castelfiorentino, agli estremi confini della diocesi, in una delle zone più anticlericali, nel Comune «più rosso d'Italia», dove si è reso conto che la Chiesa non può creare ostacoli e imporre pedaggi eccessivi a chi chiede i sacramenti, anche se sembrano persone dalla fede incerta e lacunosa.

«Quello che ho imparato, l’ho imparato in parrocchia», confida il cardinale a Vatican Insider. «Fare il parroco aiuta enormemente anche a fare il vescovo. Per me è stata una cattedra importante, il contatto con la gente, la scoperta quotidiana di tanta gente buona e santa. E testimonianze confortanti anche da chi era lontano e non frequentava la chiesa. Ricordo che quando ci fu l'alluvione del 1966, a Castelfiorentino rimase isolata la casa di riposo. Appena le acque si ritirarono, andammo a prendere gli anziani ricoverati. L'unico modo per non mandarli via era di accoglierli nelle case. Mi ricordo di uno che non veniva mai in chiesa, ma che accolse una coppia di vecchietti facendola dormire nel proprio letto, mentre lui e la moglie si erano sistemati sul divano. Spero che a quest’uomo capiti quello di cui parla il Vangelo di Matteo al capitolo 25: “Ma quando mai, Signore, t’abbiamo fatto questo?”. “Quella volta che tu mi mettesti a letto, nel tuo letto, e tu e tua moglie andaste a dormire sul divano”».

Il novantenne cardinale considera Papa Bergoglio «una vera grazia di Dio». «Ha inaugurato una nuova stagione - spiega - semplicemente con il suo modo di porsi, il suo modo semplice di abbracciare le persone, senza alcuna preoccupazione di difendersi. Del resto nei Vangeli vediamo che Gesù faceva lo stesso con le folle. Penso che se il Signore lo vorrà, Francesco farà anche grandi cambiamenti. Ma il cambiamento più forte è una certa smitizzazione, si è fatto semplice e vicino alla gente, continuando ad avere da vescovo di Roma l'approccio di quando era a Buenos Aires».

Il rischio dei vescovi con la «mentalità del principe», denunciato da Bergoglio, per Piovanelli «esiste, perché a volte certi modelli dell'autorità nel mondo finiscono per riflettersi anche nel modo di vivere l'autorità religiosa. Questo però - insiste il cardinale - non è Vangelo. Il Papa ci insegna che non dobbiamo metterci al di sopra e neppure alla pari, ma al di sotto, come ha fatto Gesù lavando i piedi. Tutti dobbiamo metterci in discussione e imparare sempre più a servire, non a difendere la nostra autorità».

Per Piovanelli a cambiare in Italia deve essere anche il rapporto tra Chiesa e politica: «Non dobbiamo cercare alleanze improprie né aspettarci che la politica si metta al servizio della Chiesa. La politica deve essere al servizio del bene comune e la Chiesa non chiede privilegi, vuole che ad essere "privilegiati" siano tutti gli uomini. E i laici cattolici in politica hanno la libertà dei figli di Dio, non tocca a noi impostargli il lavoro». Se si chiede al cardinale qualcosa sul «retroterra» cattolico di Matteo Renzi, risponde: «Retroterra? Veramente lui e la sua famiglia vanno a messa ogni domenica, proviene dall'esperienza degli scout. Preghiamo perché il Signore si serva delle persone che ci sono per il bene del nostro Paese».

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