AFORISMA

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venerdì 29 novembre 2013

L'arcobaleno delle favole

 “L’arcobaleno delle favole”.
Tra le novità della collana “I Semi di Partenope” di Loffredo Editore, dedicata agli autori esordienti, è stato appena pubblicato “L’arcobaleno delle favole” di Livia De Bonis. Il libro sarà presentato lunedì 2 dicembre alle ore 18 nella libreria Loffredo di Napoli

L’autrice (laurea in Giurisprudenza, una grande passione per il cinema) ha trasferito su carta la propria esperienza di “zia esperta del mondo delle favole”, preferendo al linguaggio essenziale delle norme giuridiche quello più semplice e giocoso della fantasia.
Così è nata l’idea di raccogliere una serie di favole, impostandole in modo che il bambino possa interagire con l’adulto che le racconta e che l’aiuta a scopre quale morale la fiaba nasconda. Ecco perché l’autrice ha scelto di inserire al termine di ogni favola, una breve morale che aiuti il bambino a comprendere che quel racconto può avere un significato anche nella sua vita.
Educazione, certo, ma anche rivalutazione del rapporto adulto-bambino. Per recuperare un bel rapporto, gioioso e confidenziale con il bambino, raccontargli una favola è un ottimo punto di partenza.
 Comunicato stampa

“L’arcobaleno delle favole”
La sfida educativa per la scuola dell’infanzia

Sarà presentato lunedì 2 dicembre alle ore 18 nella libreria Loffredo, in via Kerbaker, 21  Napoli, il libro “L’arcobaleno delle favole” di Livia De Bonis.

Si tratta di una raccolta di favole, pubblicata nella  collana “I Semi di Partenope” di Loffredo Editore, dedicata agli autori esordienti.
L’autrice, napoletana, laureata in Giurisprudenza,  con conoscenze di Pedagogia e psicologia, ha sempre amato raccontare favole ai più piccoli, convinta che  il mondo della fantasia non debba essere popolato esclusivamente di robot, cartoni animati violenti o videogiochi.
Proprio dall’esperienza personale è nata l’idea di raccogliere una serie di favole, impostandole in modo che il bambino possa interagire con l’adulto che le racconta e che l’aiuta a scopre quale morale la fiaba nasconda. Ecco perché l’autrice ha scelto di inserire al termine di ogni favola, una breve morale che aiuti il bambino a comprendere che quel racconto può avere un significato anche nella sua vita.
Se nel nucleo familiare ‘è la necessità che il bambino trascorra gran parte del proprio tempo nella scuola dell’infanzia; il ruolo dell’adulto che instaura una relazione comunicativa con piccolo è delegato agli insegnanti.
L’insegnante che racconta la fiaba, vive con bambino minuti immersi nel sogno, nella paura, nel riscatto, importanti sia per il rapporto di fiducia e familiarità che s’instaura sia perché  diventa un viaggio nella scoperta dei veri valori della vita: la speranza, la condivisione, la difesa dei più deboli, il rispetto della natura, la forza dei vincoli familiari, l’amore per la verità e la giustizia.
Una scelta importante anche per riportare il bambino a un linguaggio meno omologato che ritroviamo nelle pubblicità, a un ruolo meno passivo al quale è abituato dai videogiochi, meno violento di quello proposto da alcuni cartoni o film di animazione che oggi vanno di moda.
Non si tratta di demonizzare quelli, ma di aiutare il bambino a essere più critico, abituarlo a leggere altro, a scegliere, a condividere. Ed è la sfida educativa che la scuola dell’infanzia e elementare può raccogliere e rilanciare con originalità.



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