AFORISMA

Meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita
(Rita Levi Montalcini)

Nostra Signora del Carmelo

Nostra Signora del Carmelo
colei che ci ha donato lo scapolare

giovedì 1 agosto 2013

CARLO ACUTIS

Il Santo della settimana
Carlo Acutis - Servo di Dio
1991 - 2006
Un adolescente dei nostri tempi, moderno, un esperto di informatica e nell'uso del computer tanto da meravigliare persino gli ingegneri del settore. Internet non gli era futile passatempo, ma  una fonte di conoscenza e di informazione per la sua crescita spirituale e un mezzo di evangelizzazione. Rimane tutt'ora in rete una sua mostra online, http://www.miracolieucaristici.org/ dedicata ai miracoli eucaristici nel mondo con ben centoquarantadue riferimenti sull'argomento. Era nato a Londra il 3 maggio 1991 dove i genitori si trovavano momentaneamente per lavoro, pochi mesi dopo la famiglia sarebbe rientrata a Milano. Carlo si rivelò bambino di vivacissima intelligenza, affettuoso, circondato dall'amore dei genitori e dei nonni. Di temperamento aperto ed equilibrato crescendo trattava con naturalezza sia con le persone più ragguardevoli della borghesia milanese sia con i mendicanti incontrati per strada. Crebbe in un ambiente profondamente cristiano e quando manifestò precocemente il desiderio di fare la Prima Comunione ricevette con grande consapevolezza il Corpo del Signore a sette anni nel monastero delle Romite di S. Ambrogio ad Nemus a Perego; da allora sbocciò in lui una crescente devozione per Gesù Eucaristia che culminò con la Messa e la Comunione quotidiana, cosa quasi incredibile per un ragazzo di oggi. Sarebbe, però, un errore farsi l'idea di Carlo Acutis come un santino di maniera: era invece un ragazzo pieno di interessi, amante della vita, capace di cogliere le situazioni, pronto, però, ad andare contro corrente e senza cedere a compromessi  nelle relazioni di amicizia con i coetanei e le coetanee quando i suoi valori entravano in collisione con quelli di una società rivolta all'effimero e sempre alla rincorsa del piacere. Carlo desiderava  il vero bene  di quanti incontrava, compresi i compagni del liceo Leone XIII non sempre d'accordo con il suo stile di vita, ma attratti dalla sua personalità, egli ne desiderava la santità  e non si limitava a pregare o a sacrificarsi in segreto per loro. Quando essi ricorrevano a lui per questioni di computer sfruttava l'occasione per parlare di Gesù, della Vergine e dei Novissimi (Morte, Giudizio, Inferno, Paradiso) a volte ricavandone  qualche sorriso di troppo. I Novissimi: Carlo aveva sovente manifestato l'intuizione di morire presto. Arricchiva la sua intensa vita spirituale con l'approfondimento del Magistero della Chiesa e,  nonostante la giovane età, ne comunicava i contenuti  con parole semplici e comprensibili a tutti. Il secondo fondamento della sua santità fu la devozione e l'amore alla Madonna alla quale si rivolgeva  ogni giorno con  il Rosario. I messaggi di Lourdes e di Fatima furono per lui oggetto di profonde riflessioni.  Nei dibattiti difendeva la famiglia e la sacralità della vita esprimendosi contro l'aborto e l'eutanasia. L'esistenza della vita ultraterrena annunciata dal Vangelo e dalla Risurrezione di Cristo era per lui una certezza, l'Eucaristia era "quell'autostrada per il cielo" per arrivarvi. Spirito intelligente e vivo, amante della Verità  e dell'Amore, Carlo Acutis, aveva osservato che "tutti nascono come degli originali, ma molti muoiono come fotocopie", un rischio da cui egli si  tenne sempre lontano nulla concedendo alla banalità dell'ovvio quotidiano con cui i media cercano di addormentare le coscienze cominciando dai più giovani senza escludere adulti e anziani. La sua generosità  lo portò ad essere presente alla mensa dei Cappuccini di viale Piave dove incontrò disabili, extracomunitari, mendicanti. Bravo studente liceale fra tanti impegni trovava anche il tempo per giocare a calcio, progettare programmi informatici, filmare i suoi cani e i suoi due gatti e suonare il sax. All'inizio dell'ottobre del 2006 quella che pareva un'influenza si rivelò una leucemia fulminante, si trovava ad Assisi. Accolse la notizia dai medici con un sorriso e offrì tutte le sofferenze che avrebbe dovuto patire "al Signore per il Papa e per la Chiesa, per non fare Purgatorio e andare dritto in Paradiso". Chi poté visitarlo ricorda il suo sguardo luminoso e profondo, il suo coraggio e la sua fede. Alle 6.45 del 12 ottobre 2006 morì a soli quindici anni dopo aver ricevuto Gesù Eucaristia  per l'ultima volta sulla terra. 

Roberto Arioli



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