AFORISMA

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lunedì 26 agosto 2013

SANTA TERESA D'AVILA

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26 Agosto 2013 Transverberazione di S. Teresa di Gesù

by carmelovalmadonna
Dio ha impresso nel cuore di s. Teresa i segni misteriosi del suo Amore,
l’ha infuocata del suo Fuoco, l’ha resa forte e ardente di LUI e per LUI.
Si tratta di grazie speciali, concesse ad anime elette che Dio chiama a compiere grandi imprese per la sua gloria.
Noi oggi riviviamo con la s. Madre questa grazie e ringraziamo il Signore per averci dato una madre come lei.
……………”piacque a Dio di favorirmi a più riprese con la seguente visione.
Vedevo vicino a me, al lato sinistro, un angelo in forma corporea. E’ raro che veda gli angeli in questo modo. Parecchi me ne sono apparsi, ma li ho sempre visti nella maniera che ho detto parlando della visione più sopra. Questa volta piacque al Signore di farmelo vedere così.
Non era grande, ma piccolo e molto bello, all'ardore del volto pareva uno di quegli spiriti sublimi che sembra si consumino tutti in amore, e credo si chiamino Cherubini. Essi non mi dicono mai come si chiamano; ma vi è tanta differenza tra certi angeli e certi altri, e tra l'uno e l'altro di essi, che non saprei come esprimermi. Quel Cherubino teneva in mano un lungo dardo d'oro, sulla cui punta di ferro sembrava avere un po' di fuoco. Pareva che me lo configgesse a più riprese nel cuore, cacciandomelo dentro fino alle viscere, che poi mi sembrava strappar fuori quando ritirava il dardo, lasciandomi avvolta in una fornace di amore. Lo spasimo della ferita era così vivo che mi faceva uscire nei gemiti di cui ho parlato più sopra, ma insieme pure tanto dolce da impedirmi di desiderarne la fine e di cercare altro diversivo fuori che in Dio. Benché non sia un dolore fisico ma spirituale, vi partecipa un poco anche il corpo, anzi molto. Allora tra l'anima e Dio passa come un soavissimo idillio. E io prego la divina bontà di farne parte a coloro che non mi credessero. Quando ero in questo stato andavo come fuori di me. Non volevo vedere, né parlare con alcuno, ma starmene sola con il mio tormento che mi pareva la gioia più grande di quante ve ne fossero nel creato. Questa la grazia che Dio si degnò di concedermi varie volte, prima che gli piacesse di mandarmi quei rapimenti così grandi che mi sopravvenivano anche in presenza degli altri, e contro i quali non potevo resistere, per cui cominciarono a divulgarsi con mio sommo dispiacere. “ (Vita, 29 13-14)
carmelovalmadonna | 26 agosto 2013 alle  Categorie: carmelitani 

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