
Sant’Ireneo, contemplando questo mistero, affermava: “Se l’uomo riceverà senza vana superbia l’autentica gioia che viene da Dio e se resterà nel suo amore in rispettosa sottomissione e in continuo rendimento di grazie, riceverò ancora gloria maggiore e progredirà sempre più in questa via fino a divenire simile a colui che per salvarlo scese “in una carne simile a quella del peccato” (Rom. 8,3). Il Verbo di Dio pose la sua abitazione tra gli uomini e divenendo figlio dell’uomo, chiamò l’uomo dandogli in dono il Padre”.

Teresa era considerata da tutti una fanciulla troppo sensibile poiché piangeva per un nonnulla. “Piangevo come una Maddalena, quando cominciavo a consolarmi della cosa in sé, piangevo per aver pianto”. (Ms A133).
“Ero veramente insopportabile per la mia eccessiva sensibilità” (Ms A, 132). Teresa era cosciente di questo suo atteggiamento: “Tutti i ragionamenti erano inutili e non riuscivo a correggermi. Non so come mi cullassi al dolce pensiero di entrare al Carmelo, visto che ero ancora nelle “fasce dell’infanzia”. (Ms A 133).
Questa era Teresa, prima di quel Natale. Dopo la Messa di mezzanotte, nella quale aveva “avuto la felicità di ricevere il Dio forte e potente”, Teresa ritornò a casa con il papà e Celina. Lungo il tragitto pensava alla gioia che avrebbe provato nel tirare fuori i regali dalle “scarpe incantate”, poste accanto al camino.
“Mi piaceva ogni anno deporre la scarpina sul caminetto: non appena svegliata accorrevo, e cantavo la festa celeste del Natale” (Poesie 18,7).
Giunta a casa però, la gioia si tramutò ben presto in sofferenza. Mentre saliva le scale, per recarsi in camera per posare il suo cappello, sentì suo padre dire a Celina: “Meno male che è l’ultimo anno!”.
Questa frase ferì profondamente Teresa che scoppiò subito in lacrime. Celina comprese che il cenone di Natale era stato compromesso; raggiunta la sorella, le consigliò di non scendere giù subito. E’ proprio in quel momento che qualcosa è scattato nell’animo di Teresa, un qualcosa di misterioso che ha trasformato per sempre la sua vita. La “principessa” – appellativo datole dal padre – subito si riprese, si asciugò le lacrime, discese rapidamente la scala e, prese le scarpe, tirò fuori i regali “con l’aria felice di una regina”. Suo padre, contento, partecipò a questa gioia: Celina, guardando la scena, credeva di sognare, non aveva più davanti a sé una “piccola bambina”. Teresa, infatti, aveva ritrovato finalmente la forza d’animo che aveva perso con la morte della madre. Erano già trascorsi nove anni! “Gesù, il Bambino piccolo e dolce trasformò la notte dell’anima mia in torrenti di luce”.(Ms A, 133).ù
“Mio Amato, la tua dolce voce mi chiama: Vieni, mi dici, l’inverno è già finito, una stagione nuova inizia per te: la notte al giorno cede finalmente. (Poesie 16,4).
Da quella notte Teresa camminò nella via del Signore con più lena e si sentì più sicura.
“Dopo quella notte benedetta, non sono stata vinta in nessuna battaglia, ma ho camminato di vittoria in vittoria e ho iniziato, per così dire, una “corsa da gigante”. (Ms A, 133).
“Ardete d’amore anime accese, un Dio s’è fatto mortale per voi. Oh, Stupendo mistero; chi vien mendicando è il Verbo eterno!”: (Pie ricreazioni, 5).
Abbiamo trascorso una notte di Natale con Teresina, apprendendo che la Luce rischiara le tenebre, e quella Luce d’Amore è Gesù!
BUON NATALE, CHE LA LUCE DEL SIGNORE RISPLENDA NEI NOSTRI CUORI NON SOLO IL 25 DICEMBRE, MA OGNI GIORNO DELLA NOSTRA VITA!!
Nessun commento:
Posta un commento