AFORISMA

Meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita
(Rita Levi Montalcini)

Nostra Signora del Carmelo

Nostra Signora del Carmelo
colei che ci ha donato lo scapolare

domenica 27 marzo 2011

DESIDEREREI UNA RISPOSTA VERA!


Un convento di carrozze ferroviarie:
Frati Minori Riformati del "Frullone"
Nel pomeriggio di lunedì 25 agosto 2008, i soci Pasquale Cantiello e Maximiliano Verde si sono diretti alla volta di Piscinola dove li aspettava il socio Salvatore Fioretto che aveva individuato nella zona della città Partenopea, un convento di Frati Francescani realizzato con carrozze ferroviarie. La visita, infatti, scaturisce principalmente per accertare la presunta presenza di alcuni rotabili della vecchia Piedimonte che, da alcune fonti più o meno attendibili, risultavano essere state restaurate e donate ad un convento di clausura esistente allora a Napoli. 

Il convento, raggiungibile tramite una stradina di campagna, sorge nella zona denominata del Frullone, appartenente al quartiere di Piscinola e molto vicina al bosco di Capodimonte. Circondato da una verdeggiante pineta, sorge in un luogo così tranquillo da far dimenticare al visitatore di trovarsi a due passi dalla caotica città, presentandosi bene a chi vuole incontrare il Signore. 

D’accordi sull’ora e sul punto di incontro, anche se con un po’ di problemi per via delle scarse indicazioni stradali, la compagine casertana riesce a raggiungere il socio “indigeno”; eccitati dal pensiero di trovare a distanza di ben 32 anni le vetture storiche del vecchio amato trenino, il trio fa subito tappa al cancello dei Frati Francescani. 

Appena fuori dal cancello, riportante la sigla FMR - Francescani Minori Riformati - gli sguardi vengono rapiti da una carrozza “Centoporte” a tre assi che fa bella mostra di in un piccolo cortile. Molto “democraticamente” viene affidato al segretario (Maximiliano) di presentare il gruppo e così, dopo aver suonato al citofono, una voce tenue e pacata annuncia l’arrivo del frate guardiano. Ad accogliergli all’uscio viene Fra Agostino, un giovane ragazzo sulla trentina che con la sua semplicità e la sua gioia, fa subito sentire a loro agio gli amici e racconta la storia del convento e di come esso fu costruito. Difatti, un vecchio possidente della zona acquistò dalle Ferrovie dello Stato le vetture che erano destinate alla rottamazione e le donò ai frati, nel contempo, un altro benefattore concesse l’uso del suolo e, così, intorno al 1975, nacque il convento come lo vediamo oggi. 

Il gruppo ascolta incantato il racconto di Fra Agostino osservando la parte del convento aperta al pubblico… anche se il pensiero di tutti è concentrato sul chiedere notizie sulle vetture della “Piedimonte”. Amarezza e delusione sopravvengono quando appurano che nel convento esistono solo le “centoporte” e che oltre al quel luogo, non esiste in Campania nessun’altro convento costituito riutilizzando dei vecchi “carrozzoni”. 

Nel frattempo, il piccolo gruppo del GAFA visita la “Centoporte”, sistemata su un pezzo di rotaie come se fosse pronta a partire per un bel viaggio. Trasformata in parlatoio, la carrozza si presenta ben tenuta, dipinta in livrea tutta castana (purtroppo mancavano del tutto qualsiasi tipo di marcatura), arredata in stile con riutilizzo di alcune panche preesistenti e con gli interni divisi in tre stanzette: una destinata alle confessioni, una come sala di attesa e una sala più grande sistemata con un lungo tavolo e sedie. 

Un corridoio laterale in legno e una scaletta, permette l’agevole accesso alla struttura. Piccola curiosità che viene fatta notare da Pasquale e che un tubicino di servizio del convoglio (forse dell’aria compressa) è stato riutilizzato per alimentare gli ambienti con l’acqua potabile. 

Fra Agostino illustra su una bacheca delle vecchie e sbiadite foto del resto del convento che mostrano altre vetture “centoporte”, non visitabili poiché site in zona di clausura. 

Al termine della escursione, i tre soci visitano la cappella del convento, dedicata al Santissimo Sacramento, realizzata in una maniera molto semplice, ma suggestiva: in un capanno come se fosse una parte di un presepe, viene notata sull’altare alcune frasi di San Francesco che invitano all’adorazione. 

Al momento del congedo, il segretario chiede sulla possibilità di ripetere l’esperienza con i frati in un prossimo futuro e Fra Agostino gradisce molto la richiesta fornendo i recapiti su una piccolo è gradito santino. Il “fraterno” saluto conclude la visita dei tre “esploratori” che, nonostante la piccola delusione di non aver trovato quello che cercavano, vanno via comunque soddisfatti e con una gioia nel cuore: avevano ripreso il “treno” del Signore dove a fare ritardo, sono sempre i passeggeri. 

Pace e… treni.
Salvatore Fioretto

Ora che avete letto questa testimonianza, vi spiego il motivo per la quale ho voluto pubblicarla. Ieri su Rai Uno, durante la trasmissione "A Sua Immagine", ho seguito un documentario relativo ai Frati Francescani Minori Riformati, che vivono al "Frullone", un quartiere partenopeo. La povertà in cui vivono, dove per scaldarsi bruciano un po' di legna in qualche stufetta, dove non ci sono TV, telefoni, cellulari, tanto meno PC, e nessun altro tipo di comfort che non siano vecchie carrozze ferroviarie rimesse in sesto alla meno peggio usate per convento, è ammirevole. Mi è venuto subito alla mente il Signore, quando rispose ai suoi discepoli: "non ho dove posare il capo". Gesù aveva lasciato la casa dove viveva con la Madre, per cominciare la sua vita pubblica, come un pellegrino tra la gente. Gli apostoli, dopo la sua Risurrezione, lo imitarono viaggiando in paesi lontani dalla Galilea e, fondando le prime Chiese, non innalzarono cattedrali. Vivevano in modo semplice, si riunivano tra loro celebrando la Cena del Signore, parlando di Lui e dei Suoi insegnamenti. 

Non dico che il clero e soprattutto i religiosi, debbano tornare indietro nel tempo vivendo in modo tanto spartano - ma questi frati minori lo stanno facendo - però un po' più in povertà non guasterebbe.
I denigratori del cristianesimo - cristiani loro stessi, anche se hanno girato le spalle alla Chiesa - si avvalgono di queste considerazioni per sostenere che la Chiesa non rispecchia più il volto di Cristo: troppo ricca.
Mi dicono che il Vaticano è un vero palazzo reale, dove il re, più che Cristo, è il suo Vicario in Terra. I Cardinali ed i Vescovi, Principi della Chiesa, vivono come gran signori, in palazzi confortevoli, per non dire lussuosi. I sacerdoti indossano orologi di marca, guidano auto di pregio, non si fanno mancare nulla sul desco, guardano le partite alla TV e anche altro genere di spettacoli. Non si privano dei viaggi, sotto forma di pellegrinaggi, insomma, la loro vita non è molto diversa da un qualunque laico anzi, a livello spesso più alto di quello di un semplice impiegato od operaio. Non posso smentirli, purtroppo, e mi trovo spesso in seria difficoltà dovendo difendere la Chiesa da simili attacchi verbali. Ma non ho risposte convincenti. Dio, se avesse voluto che il suo Figlio Unigenito fosse Re sulla Terra, secondo i canoni umani, lo avrebbe fatto nascere in una reggia. Se Cristo è nato a Betlemme, ed ha vissuto a Nazareth aiutando Giuseppe nel suo laboratorio di carpenteria, sicuramente non era un palazzo sontuoso ciò che il Padre voleva per Lui.. Allora perché la Chiesa ha cominciato, nella sua storia, a costruire cattedrali sempre più grandi? La risposta è senz'altro: "perché per il Signore ci vuole una reggia, essendo Egli il Re di tutto l'Universo". Ma questa è una risposta da uomini, non da Dio. Dio infatti nei suoi disegni non aveva previsto nessun palazzo reale per il proprio Figlio. Le cattedrali furono volute dagli uomini di chiesa, perché un tempo la Chiesa aveva anche potere temporale sul territorio, e quindi i Vescovi volevano per sé, per passare alla Storia, qualcosa di grandioso. A spese dei poveri sudditi, che dovevano pagare tasse salate per la costruzione delle immense cattedrali gotiche e romaniche. Ripeto, non posso smentire i denigratori della Chiesa,  su questo punto. La Storia parla chiaro! E allora vorrei, oh come vorrei, che quanto hanno fatto questi fraticelli, nel scegliere dei vecchi vagoni quale convento, fosse non dico imitato, ma almeno ammirato, e meditato, da parte degli uomini di Chiesa che hanno scelto la carriera ecclesiastica per vivere alla grande!! Cristo non ha mai voluto vivere in questo modo, e credo che non fosse questa la Pietra sulla quale fondare la Sua Chiesa. Forse non era di marmo pregiato, forse doveva essere solo il cuore amante degli uomini per il Creatore e Signore. Se avete una risposta rassicurante, che io possa a mia volta utilizzare per coloro che hanno preso di mira la Chiesa, datemela, ve ne prego! Perché davvero, amandola molto, mi  vedo incapace di offrire risposte chiare, quando resoconti storici  contraddicono la mia accorata difesa. Non sono certo solo  le chiese ricche di decori a far scappare dal cristianesimo alcune persone, e a non avvicinarne altre, molte sono le concause di tale atteggiamento. Ma credo che anche un vagone ferroviario, abitato da frati pieni di fervore per Cristo, possa diventare Chiesa, perché lì vive l'espressione dell'Amore più vero.Viaggia veloce un vecchio vagone abitato da sante persone, pur stando fermo, direzione Paradiso! E sono persuasa che quei frati minori abbiano scelto una delle tante vie per aderire all'imitazione di Cristo in modo speciale, proprio....a Sua immagine! 

2 commenti:

  1. Carissima,
    una risposta breve, anche se le idee che mi vengono in mente non lo sono altrettanto!

    Che ci voglia maggiore SOBRIETA' in alcuni casi, è vero.
    Che un Vescovo possa andare in giro con una macchina di buona cilindrata per viaggi lunghi è un conto, che non debba essere per forza una costosa mercedes...è un altro.

    Che il Papa debba invece avere la Mercedes per sicurezza, è giusto, ci pensi se ogni minuto l'auto del Pontefice si rompesse o se fosse una macchina non blindata, col rischio di attentati?
    Bisogna anche essere avveduti, in tempi come questi.
    Semplici come colombe, prudenti come serpenti.

    Che il Vaticano sia un palazzo "lussuoso" dipende anche dalla sua storia millenaria, da tempi in cui i Papi erano appartenenti a famiglie nobili e dell'arte si faceva un modo per dimostrare anche la potenza politica, di uno Stato (quello Pontificio) che aveva potere temporale ed in epoche storiche in cui il mecenatismo era appannaggio dei ricchi.

    Ma che le cattedrali e le Chiese debbano essere belle ed anche, in parte, ricche, è sacrosanto: al Signore il culto deve essere tributato anche con il bello, pena l'uccisione di quel principio per il quale ci si eleva verso Dio anche nella contemplazione della bellezza, che rimanda all'unico e vero Bello....
    L'essere umano desidera il bello perché viene dal Bello e la bellezza architettonica serve alla ragione ed all'anima, affinché pensino al Bello Sovrano, che è Dio.

    Questo non vuol dire spendere miliardi di miliardi, i materiali e le tecniche di oggi, consentono manifatture anche "in serie" belle, ma non eccessivamente care!
    E non per forza occorrono le "grandi firme" dell'architettura, per avere Chiese belle e dignitose, rispettose dei canoni dell'architettura liturgica!

    Quanto alla "casa del Papa": chi ha avuto modo, anni fa, di vedere un servizio di Rai1, ha anche constatato quanto gli appartamenti del Pontefice siano di una bellezza molto sobria, come una buona casa di un qualsiasi borghese, non di certo di un Re.
    Niente ori e niente stucchi nelle sue camere, ma pareti bianche, qualche poltrona comoda e nessuna decorazione barocca.

    Buona giornata carissima

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  2. Cara, la tua difesa del bello e del Bello è ammirevole. Il mio discorso era più ampio! C'è tanta povertà nel mondo, e anche in Italia vi è una nuova povertà, famiglie che hanno perso il lavoro. Si raccolgono offerte per i poveri, ma molte di quelle offerte finiscono per coprire i restauri di molte chiese che, essendo piene di opere d'arte e antiche, sai bene che rischierebbero il degrado. Quindi avere chiese belle è un debito continuo: oggi si rifà il tetto, domani si restaurano quadri ed affreschi, ed i costi sono altissimi. Non sto criticando la Chiesa, sto pensando che se vuol rispecchiare davvero la povertà che Cristo ha voluto per Sé (ed è Dio!) dovrebbe cambiare qualcosa. E ho ammirato quei frati minori che hanno davvero scelto il modo giusto per seguire la vera Imitazione di Gesù. A questo mi ha fatto pensare quell'articolo e quel servizio su "A Sua Immagine". Ricorda che per restaurare quadri antichi, affreschi, strutture portanti e quant'altro,ci vogliono davvero miliardi e miliardi! E intanto i poveri muoiono di fame per mantenere la bellezza di chi se la può godere. Ma per me, la bellezza vera è la Vita degli esseri umani, non delle "cose" fatte dall'uomo. La bellezza vera è la Creazione, non le opere dell'uomo che, per quanto meravigliose, crollano e si deteriorano come il Tempio di Gerusalemme!

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