AFORISMA

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(Rita Levi Montalcini)

Nostra Signora del Carmelo

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mercoledì 15 dicembre 2010

CHIAMATI ALLA SANTITA' - In cammino con S. Teresa e S. Carlo(terza parte)



SANTA TERESA E LA “RIFORMA”  INTERIORE DELLA PREGHIERA

S. Teresa nasce in Spagna ad Avila nel 1515. Nel 1531, come lei stessa ci racconta nel libro della Vita, viene mandata, dopo la morte della madre, nel collegio delle Agostiniane dove matura la scelta della vocazione religiosa. Nel 1535 entra nel monastero carmelitano dell’Incarnazione dove, tra varie malattie e molti travagli spirituali, ci racconta la sua conversione davanti ad una statua di Gesù coperto di piaghe. Da questo momento inizia con determinazione una nuova vita: il cammino dell’orazione e il riferimento costante all’Umanità di Cristo la conducono ad approfondire l’interiorità fino a raggiungere le più alte vette mistiche e a dilatare in pienezza la sua umanità. Nel 1562 con un piccolo gruppo di amiche, fonda ad Avila il monastero di S. Giuseppe, il primo della Riforma Teresiana che da allora ha inizio, allargandosi sempre più di fondazione in fondazione. Nasce un nuovo modo di vivere la preghiera in piccole comunità caratterizzate da una intensa fraternità, da una sostanziale povertà evangelica custodita da una stretta clausura. Nel 1566 scrive (in due relazioni a distanza di pochi mesi) il Cammino di Perfezione dove spiega in forma confidenziale alle sue sorelle, i consigli e le indicazioni del percorso verso la santità così come traspare dalla sua esperienza personale. Mentre sta organizzando l’ultima delle sue numerose fondazioni (17 monasteri e diversi conventi di frati) muore la sera del 4 ottobre 1582 nel monastero di Alba del Tormes.

Potremmo riassumere brevemente:
-          dalla vocazione monastica alla determinata determinazione di seguire il Vangelo
-          dalla vita di preghiera alla preghiera come vita: il primato dell’interiorità

Anche Teresa raccoglie, da donna e monaca, la problematica storica ed ecclesiale del suo tempo: “Tutto il mondo è in fiamme….e noi dovremmo sprecare il tempo in domandare cose, che se venissero esaudite, potrebbero impedire a qualche anima di andare in cielo?”(C 1,5) Scrive nelle prime pagine del Cammino di perfezione e mette in atto un nuovo modo di concepire la vita monastica.
Teresa scopre che il luogo della fede è l’Umanità di Gesù e proprio dentro la Chiesa propone la sua “riforma interiore” appassionandosi alla salvezza di chiunque ne sia staccato o lontano: gli indios, i protestanti, i peccatori…sono l’obiettivo delle sue preghiere: “mi pareva che pur di salvare un’anima avrei sacrificata mille volte la vita” (C1,2), La sua proposta è quella della preghiera, di elevare il livello contemplativo della Chiesa, fissando gli occhi nell’umanità di Gesù e ascoltando la Parola di Dio.
Il cammino che propone alle sue sorelle non passa primariamente dall’ascesi e dal rigore, ma dall’amore: “non era mia intenzione stabilire in questa casa tanta radicalità” (C1,1) . La prima comunità da lei fondata è chiamata sostanzialmente a seguire la Regola dei primi monaci carmelitani nella sua formulazione più antica, vivendo più radicalmente possibile il Vangelo e affrontando la sfida di una intensa fraternità. La relazione con Dio e con le sorelle è ciò che fonda e costituisce la modalità della preghiera. Alla persona e soprattutto a chi ne è incapace, come allora erano considerate le donne, Dio rivolge una parola di amicizia personale, un rapporto che purifica e valorizza la personalità e umanizza le fragilità attraverso la via dell’amore “tutte le anime sono capaci di amare”: sapersi amati genera amore (V 22,14). Pregare per lei non significa esprimere tante parole o tanti concetti ma primariamente significa amare.

2 commenti:

  1. Il cammino che propone alle sue sorelle non passa primariamente dall’ascesi e dal rigore, ma dall’amore: “non era mia intenzione stabilire in questa casa tanta radicalità”

    Penso siano due cose collegate: partendo dall'Amore, Gesù è arrivato fino al rigore massimo...quello della Croce.

    Teresa ha sviluppato questa "pedagogia" dell'anima nel suo essere monaca, ma ha anche lasciato questo suo "metodo", il cammino, a tutti noi.
    In misura più o meno differente possiamo seguirlo, in base ai doveri del nostro stato, al personale modo di vivere la spiritualità (non ne senso di religione fai da te, ma di vicinanza ad un certo tipo di carisma, piuttosto che ad un altro).
    Quando si ama in Dio, ci si accorge di tante cose che non vanno nella propria vita, allora si comincia a limarle: ecco il "rigore" frutto dell'amore.
    Quando si ama in Dio, ci si rende conto che tanti nostri fratelli non hanno il conforto della fede: ecco il "rigore" che spinge al sacrificio, che non necessariamente è il grande martirio, ma può essere anche un piccolo fioretto, un'accettazione di qualcosa di scomodo o doloroso, per acquistare anime a Gesù.

    Quanto si potrebbe andare avanti! Teresa ci dà tanti consigli-inviti che sono attualissimi in ogni epoca!

    Un abbraccio

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  2. Carissima, bello il tuo commento, ma ciò che mi fa sentire tanto vicina a Teresa, sono quelle frasi "tutte le anime sono capaci di amare" e "sapersi amati genera amore", Se infatti noi amiamo molto, almeno un po' del nostro amore si effonde sul prossimo, che lo assorbe e a sua volta è spronato ad amare. Amare non come intende il mondo, ma come intende il Cristo, che per amore si è lasciato crocifiggere. Ti stringo al cuore!

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Il Paradiso non può attendere: dobbiamo già cercare il nostro Cielo qui sulla terra! Questo blog tratterà di argomenti spirituali e testimonianze, con uno sguardo rivolto al Carmelo ed ai suoi Santi