AFORISMA

Meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita
(Rita Levi Montalcini)

Nostra Signora del Carmelo

Nostra Signora del Carmelo
colei che ci ha donato lo scapolare

venerdì 14 dicembre 2018

Esercizi Spirituali in preparazione del Natale OCD


"Preparare la via al Signore" con la Vergine Maria, Signora del Monte Carmelo
Esercizi Carmelitani Online
 
III settimana: questa gioia che ci fortifica

Vangelo di Gesù Cristo secondo san Luca (3,10-18)
10Le folle lo interrogavano: «Che cosa dobbiamo fare?». 11Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto». 12Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». 13Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». 14Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».
15Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, 16Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. 17Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
18Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo..

1. Commento evangelico: sulla forza e sulla gioia
Ogni anno, la terza domenica d’Avvento è quella del Gaudete, cioè quella della gioia. Ed effettivamente, tutto il popolo si trova «in attesa [domandandosi] in cuor loro se non fosse Giovanni il Cristo». La venuta tanto sperata del Messia è motivo di grande gioia! I motivi di questa gioia intensa sono molto differenti nel cuore del popolo. Per gli uni, essa viene a dare senso a vita giudicate a volte inutili o spezzate. Cristo verrebbe allora a stabilire un Regno, quello di Dio, dove ognuno avrebbe il suo posto – un posto giusto e buono – dando una seconda possibilità anche ai pubblicani e alla prostitute (Mt 21,28). Per altri, anch’essi molto numerosi, il Cristo verrebbe a cacciare i romani invasori, togliendo il peso delle imposte e delle leggi diverse da quelle che Mosè ha lasciato per Israele. Per altri ancora, la tanto attesa venuta di Cristo sarà l’occasione di consacrare la loro vita al suo servizio e al servizio del suo Regno. Queste diverse prospettive e non esaustive hanno tutte un punto comune: sono fonte di grande gioia.
Giovanni Battista raccoglie questa gioia delle folle che lo cercano e soprattutto non la contraddice! Al contrario, ne dà un altro motivo, che raggruppa tutti gli altri: c’è gioia nel prepararsi a ricevere Colui che sta per nascere, perché è « forte », e ancora è Colui che «vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco». Per quanto riguarda i nemici, finiranno per essere bruciati «con un fuoco inestinguibile». Siamo tuttavia sicuri di capire bene queste parole, di comprendere bene questa grande ragione di gioia? Il fatto che i ribelli che rifiutano il Regno siano condotti ad essere consumati eternamente dal fuoco, questa è una cosa facile da capire e da rappresentarsi, anche se evidentemente ci disturba. Ma che cosa significa che il Cristo che sta per venire è «forte»? Che cosa significa che il popolo sarà battezzato «in Spirito Santo e fuoco» ?
Per quanto riguarda la prima domanda, Giovanni non considera la forza del Messia sotto l’angolo visuale della potenza fisica. Essa non interessa il Battista. Egli stesso non è interessato ad un fisico da atleta, ben scolpito: preferisce vivere nel deserto, nutrendosi di cavallette e di miele selvatico (Mt 3,4) – alimentazione sana… ma che certo non favorisce lo sviluppo muscolare! –. E quando sarà consegnato alle mani omicide del re Erode, non cercherà lo scontro con i soldati che sono venuti per arrestrarlo. La forza di cui parla Giovanni non si traduce in prestazioni fisiche, ma in comportamenti appropriati, in comportamenti etici, come diremo noi oggi.
Abbiamo già ricordato la prima domenica di questo tempo d’Avvento; restando desti e pregando sempre, «avrete la forza» [Lc 21,36] di fuggire «al fuoco inestinguibile», grazie a questa forza divina che investe i cuori, evitando loro di appensantirsi per gli affanni della vita … Giovanni invita oggi i suoi ascoltatori a mettere in azione concretamente questa forza. Come? Colui che può condividere una parte dei suoi beni, lo faccia ora, dice il Battista. Questi ben possono essere beni materiali (Giovanni parla di vestiti e di alimentazione), ma possono anche essere altri beni, per esempio del tempo che ci si prende per condividerlo con il prossimo! Ugualmente, coloro che esercitano una autorità, sono delle guide, lo facciano senza opprimere i sottoposti. Poiché per Giovanni, la vera forza è quella che non cerca di rafforzarsi a spese degli altri. Si mette al contrario al servizio degli altri quando può, sapendo ben dominarsi quando rischia d’asservire gli altri. È una forza morale che veglia al contempo su se stessa e sul suo prossimo. 
Per quanto riguarda la domanda su che cosa sia questo battesimo «in Spirito Santo e fuoco», Giovanni Battista fa riferimento alle promesse di Dio nell’Antico Testamento. Il profeta Isaia evocava lo Spirito Santo come uno Spirito che dà la vita, anche a dei cuori rinsecchiti come un deserto (Is 32,15 ; 44,3). Da parte sua Ezechiele, annunciando la venuta dello Spirito Santo che trasformerebbe i cuori di pietra in cuori di carne, capaci dunque di vivere in una vera carità fraterna, piuttosto che marcire in una condotta dissoluta (Ez 36,27-29). E che cosa dire del profeta Gioele per il quale lo Spirito si effonderà sugli uomini facendoli profetizzare a loro volta, beneficando di sogni e visioni (Gl 3,1)? Per colui che vuole accogliere la presenza e la vita di Dio in se stesso, ecco delle grandi ragioni che fanno trasalire di gioia … 
Anche Maria ha esultato per questa grande gioia, come lo dice nel Magnificat. Oggi la Beata Vergine, Signora del Monte Carmelo, intercede per noi che riceviamo nei nostri cuori, a nostra volta, questa allegria che viene dallo Spirito.

2. Meditazione: ricevere la gioia del Cielo con la Beata Vergine Maria, Signora del Monte Carmelo

Mater dulcis
Carmeli domina,
Plebem tuam
Reple laetitia
Qua bearis

Madre e Signora
del tuo Carmelo,
di quella gioia
che ti rapisce
e sazia i cuori.

Maria, Signora del Monte Carmelo, è una Madre che regna. È chiamata dolce Madre e signora di questo massiccio che si innalza serenamente verso il cielo. È attorniata dal suo popolo. Anche noi facciamo certamente parte di questo popolo, se siamo discepoli del suo Figlio. 
È una gioia consolante avere Maria per Madre. «Senza Maria, il cristiano è orfano», ha twittato papa Francesco il 2 settembre 2014! Presso Maria troveremo un rifugio, un riparo materno, una dolcezza consolante mescolata con una forza rinvigorente … Poiché abbiamo per Madre la donna forte descritta nel libro dei Proverbi (Pr 31). Abbiamo per madre la donna che restò in piedi sotto la croce, la donna che non dubitò della risurrezione che doveva accadere nel giorno di Pasqua.  
A Nazareth, nella parte settentrionale di Israele, la Vergine ha concepito il Bambino-Dio all’annuncio dell’arcangelo Gabriele. A partire da quel momento, «ricevette al contempo il Verbo di Dio nel suo cuore e nel suo corpo”, come scrissero i padri del Concilio Vaticano II nella Costituzione sulla Chiesa. Maria non ha dunque partorito Gesù solo nel suo corpo, ma lo ha ugualmente partorito nel suo proprio cuore! Non si può partorire un re senza essere una regina: ecco da dove proviene il regno della Maria, Signora sul Monte Carmelo, regno che mostra il suo regno nell’alto dei cieli. 
Madre e Regina, che cosa ci dice la Signora del Monte Carmelo sulla sua relazione con il [suo] popolo? La preghiera del Flos Carmeli ci informa di questa verità così consolante, così stimolante: la Regina non intende il suo regno sui fedeli al modo di una regina che domina sui suoi soggetti, imponendo il suo volere qui e là. Al contrario, Maria è una Regina che condivide con il suo popolo i suoi privilegi. Perché il suo regno non è fatto di servi o di domestici, è fatto solo di figli; figli di una Vergine Madre che condivide le sue prerogative regali. Tra gli eletti di Dio, tra i santi, in Cielo, ci sono solo Principi! Sul Monte Carmelo non c’è una Signora circondata dai suoi soggetti, sottomessi ad ogni suo desiderio; c’è una Regina con una moltitudine di figli di Re. I figli amano la loro madre, cercando certamente di servirla e di farle piacere, ma sono fondamentalmente liberi, non sono servi nella casa del Padre …  
È così che la grazia della Vergine Maria «risplende su tutta la comunità degli eletti», per riprendere, ancora un volta, una espressione del Concilio Vaticano II. Lo Spirito Santo che è stato dato a Maria, è dato anche a noi. La gioia che fu di Maria è quella di cui li Spirito vuole colmarci a nostra volta, perché il cristiano sia oggi pieno di quella gioia di cui la Vergine, a Nazareth, fu la prima beneficiaria. 
La maternità e la regalità di Maria, indissociabili,  si coordinano armoniosamente, tanto l’aspirazione profonda di Maria è quella di far partecipare i suoi figli al regno che ella stessa ha ricevuto grazie alla venuta di Gesù. Non trattenendo gelosamente il suo privilegio di aver partorito Cristo, Maria cerca, ancora e sempre, di comunicare ai suoi figli Colui che anche noi possiamo partorire, nei nostri cuori, per la grazia dello Spirito Santo. E qui ancora Maria è Madre degli eletti; poiché se non avesse accettato di accogliere nel suo cuore e nella sua carne la venuta del Verbo, come avrebbero potuto in seguito gli uomini accogliere a loro volta Colui … che il mondo non avrebbe mai visto?! Per questo Maria è allora la Madre della fede degli eletti; l’accoglienza della grazia di Cristo nella vita degli eletti nasce solo dopo l’accoglienza di questa grazia per l’assenso della Vergine di Nazareth. La grazia di una vita in Cristo nasce nella maternità divina di Maria, nel senso che senza questa maternità, non ci sarebbe nato alcun eletto.
Ancora oggi la sua preghiera materna ci aiuta ad accogliere il frutto del suo cuore e delle sue viscere: Gesù Cristo. E con Lui, ad accogliere il dono gioioso dello Spirito che fa di noi figli del Padre.
Nello sguardo di Maria possiamo indovinare quanto la gioia è presente nella parabole che suo Figlio racconterà sul Regno che ci attende. Il Regno dei Cieli è, infatti, presentato come un gioioso banchetto nuziale, come una gioia – quella del Signore – nel ricevere in condivisione (pensiamo alla parabola dei talenti …), come l’allegrezza per la scoperta  di una perla preziosa. Potremmo moltiplicare gli esempi. Ricordiamoci solo che questa terza domenica del tempo dell’Avvento è veramente la domenica della gioia! Viviamola durante tutta la settimana. 
fr. Cyril Robert, ocd (Convento di Parigi)


3. Pregare ogni giorno della settimana

Lunedì 17 dicembre:
«Quando la Vergine pronunciò il suo fiat, cominciò sulla terra il Regno di Dio e lei ne fu la prima servitrice.» Santa Teresa Benedetta della Croce
Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola. Lc 1,38
Offro il mio ‘fiat’,il mio sì, al Signore, in occasione degli avvenimenti inattesi di questo giorno.

Martedì 18 dicembre:
«Maria si teneva così piccola, così raccolta alla presenza di Dio da attirare su di sé le compiacenze della Trinità.» Santa Elisabetta della Trinità, Il Cielo nella fede, 39
E subito, uscendo dall'acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento». Mc 1, 10-11
Mi sforzo di essere tale che Dio abbia piacere di stare in mia compagnia.

Mercoledì 19 dicembre:
«So che a Nazaret, Madre piena di grazia, povera eri e nulla di più volevi: in terra è grande il numero dei piccoli che possono guardarti senza tremare.» Santa Teresa di Gesù Bambino, P 54,17
Lascerò in mezzo a te un popolo umile e povero». Confiderà nel nome del Signore. Sof 3,12
Oggi condivido un po’ del mio tempo, dei miei beni; offro il mio sorriso.

Giovedì 20 dicembre:
«Il Vangelo ci riporta solo qualche breve parola della Santissima Vergine. Quelle poche parole sono tuttavia così intense come pepite d’oro. Fondendo nel crogiolo ardente di una contemplazione amante, basteranno abbondantemente a fare di tutta la nostra vita un riflesso d’oro luminoso.» Santa Teresa Benedetta della Croce
Bene per me è la legge della tua bocca, più di mille pezzi d'oro e d'argento.. Sal 119 (118), 72.
Approfondisco oggi un testo biblico sino a quando non ho scoperto il tesoro che nasconde.

Venerdì 21 dicembre:
«Stare in adorazione davanti a Dio, amarlo con tutto il suo cuore, implorare la sua grazia per il popolo, essere attenta al minimo suo segno come serva del Signore, questa era la vita di Maria, la Madre di Dio.» Santa Teresa Benedetta della Croce
Maria disse: «Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Lc 1,54-55
Come mi inserisco e mi impegno nella Chiesa, popolo di Dio?
Sabato 22 dicembre:
«Cerca Gesù nell’Eucaristia e vivrai con lui come la santissima Vergine a Nazareth.» Santa Teresa di Los Andes, Lettera 133
Perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. Gv 17,21
Mi unisco spiritualmente a tutte le Eucarestia celebrate oggi nel mondo e vi attingo la mia gioia.
...


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