AFORISMA

Meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita
(Rita Levi Montalcini)

Nostra Signora del Carmelo

Nostra Signora del Carmelo
colei che ci ha donato lo scapolare

venerdì 30 novembre 2018

Esercizi spirituali in preparazione del NATALE - OCD




"Preparare la via al Signore" con la Vergine Maria, Signora del Monte Carmelo
Esercizi Carmelitani Online
 
I settimana : una promessa di felicità


Dal Vangelo di san Luca (21,25-28.34-36)
25Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, 26mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. 27Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. 28Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina». 34State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; 35come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. 36Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

1. Commento evangelico : un terrore promesso o una caparra di felicità?

Questo inizio di Avvento è un tempo di attesa della venuta del Salvatore, un tempo di speranza nella realizzazione delle promessa evocata dal profeta Geremia: «Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore – nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto alla casa d’Israele e alla casa di Giuda» [Ger 33,14]. Sono giorni di salvezza, di giustizia e di tranquillità, aggiunge ancora la prima lettura di questa prima domenica di Avvento.
Ci fa forse paura questa promessa di felicità? È ben possibile, tanto è sconvolgente la discesa di Dio nella nostra umanità, anche solo per mettere a nudo l’incolmabile distanza tra i desideri profondi dei nostri cuori e le soddisfazioni che di fatto otteniamo. Riconoscere e accettare questa distanza è talvolta duro e persino crudele …
Ci fa forse paura questa promessa di felicità? È ben possibile, visto ciò che Gesù ci dice nel Vangelo. «Gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra». Certo, Gesù evoca qui le catastrofi cosmiche e il suo ritorno alla fine dei tempi. Ma la sua nascita stessa segna già la fine del mondo, quello degli uomini impantanati nei loro peccati, quello degli uomini che cercano di dissetare da sé stessi la loro sete di vita. Da qui «gli affanni della vita», precisa Gesù, affanno di vivere all’altezza delle nostre speranze, affanno di vive una vita che valga veramente la vita di essere vissuta, affanno di mettere fuoco (da noi stessi) alle nostre esistenze. Per fare ciò, alcuni giungono sino all’abbandonarsi alle «ubriachezze», che rapiscono per un momento le loro vite per poi ritrovarle poco dopo un po’ più rovinate. Altri si attaccano a varie inclinazioni, con tuttavia gli stessi risultati, che Cristo così definisce: cuori tristi, cuori «appesantiti».
Ci fa forse paura questa promessa di felicità? È ben possibile, tanto essa si traduce nel Vangelo di oggi con il panico tra le nazioni, con la paura degli uomini, sino a quasi morirne. Ma … dove sta scritto che i discepoli di Cristo, da parte loro, debbano avere anch’essi paura? Se la venuta di Gesù nella storia delle nostre vite, quella che aspettiamo a Natale, o quella che aspettiamo quale punto finale della storia dell’attuale umanità, si traduce in temibili «segni nel sole, nella luna e nelle stelle», segni questi tuttavia che sono colmi di una promessa di felicità che ci deve far ritrovare una speranza da bambino. Perché è proprio di un bambino che si tratta in questa attesa della sua nascita nel giorno di Natale. E questa nascita sarà infatti annunciata da un temibile segno celeste che sprofonderà Erode nello sgomento e nella follia omicida: una stella semplice, mite, luminosa, serena, che annuncia il Re dell’Universo e il Principe della Pace. Sì, questa promessa di pace e di vita è temibile per gli uomini dal cuore appesantito «nelle dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita»!
Se Gesù rivolge a questi ultimi un pressante invito alla conversione, ai suoi discepoli pone invece una domanda insistente molto diversa: «Vegliate in ogni momento pregando». Se le nazioni saranno terribilmente inquiete, i discepoli invece sono chiamati a raddrizzarsi, ad alzare la testa, poiché sono chiamati a «comparire davanti al Figlio dell’Uomo». Sono chiamati a condividere la compagnia e la grande gloria di Dio che si fa uomo. Che speranza! Poiché facendo ciò, la redenzione che s’avvicina rivela ciò che è in verità: la liberazione di tutta la Creazione e lo ristabilimento dei discepoli nella loro identità di figli e figlie di Dio per l’eternità
Questa redenzione è personificata da Maria così come possiamo cantarla all’inizio della preghiera del Flos CarmeliFlos Carmeli, Vitis Florigera, Splendor Coeli (Fiore del Carmelo, Vite fiorente, Splendore del Cielo).



2. Meditazione: Nei giardini lussureggianti di Maria, Signore del Monte Carmelo

Per incerta
prudens consilium
per adversa
iuge solatium
largiaris

Fior del Carmelo,
vite fiorente,
splendor del cielo,
tu solamente
sei vergin Madre

Maria, Fior del Carmelo, Vite fiorente e splendore del cielo, ci permette di percepire meglio, grazie a questi tre titoli poetici, lo ristabilimento dei figli degli uomini ad opera della grazia, data alla Vergine Maria, novella Eva. 
Il primo titolo è Maria, Fior del Carmelo: suggerisce la bellezza radiosa propria a Maria ma  altrettanto, in questo periodo di Avvento, lo ristabilimento – in modo particolare – delle donne nella loro bellezza originaria, mediante la grazia che proviene dal cuore di Cristo, grazia prefigurata dalla Vergine Maria, Signora del Monte Carmelo. Nella Bibbia, il Carmelo è un giardino lussureggiante, uno splendido massiccio, secondo il profeta Isaia (Is 35,2). Ancora di più, la bellezza di questo luogo è tale che l’Amato stesso, nel Cantico dei Cantici, è totalmente rapito dal suo fascino! «Il tuo capo si erge su di te come il Carmelo e la chioma del tuo capo è come porpora; un re [cioè egli stesso] è tutto preso dalle tue trecce.» [Ct 7,6]. In breve, Maria, Signora del Monte Carmelo, splende di una bellezza senza paragoni
Al giardino dell’Eden risponde dunque il giardino del Carmelo. Nel primo fu creata Eva. Nel primo, Eva era splendente di una tale bellezza che Adamo, incontrandola dopo essere stato misteriosamente addormentato dal Signore Dio, fece sgorgare dal cuore un grido di meraviglia. Poi, in conseguenza del peccato originale, Adamo ed Eva furono svestiti dalla loro gloria divina, proprio come ci si toglie un vestito. La forza di Adamo, la grazia e la bellezza di Eva, ne furono profondamente rovinati. Nel giardino del Carmelo invece, Maria completamente splendente di gloria e bellezza divine, prefigura il ritorno di questa incredibile bellezza femminile, ristabilita con la venuta e la salvezza di Gesù. Ecco una bella promessa! Ecco una attesa colma di speranza! Quando ad Adamo, quanto agli uomini, ritroveranno il compimento della loro forza in quella di Cristo … 
Il secondo titolo attributo a Maria, Signora del Monte Carmelo è quello di Vite fiorente. Significa quanto la donna – certamente Maria ma pure tutte le donne – è portatrice di vita. Il Carmelo è rinomato nella Bibbia per la sua vegetazione lussuriosa «c’erano vignaioli sui monti e sul Carmelo» [2Cr 26,10], tanto questo massiccio è celebre per la sua fertilità. Il Monte Carmelo è all’immagine della sua Signora, all’immagine delle donne che coltivano la vita degli uomini, con la loro maternità, quale ne sia la forma (maternità fisica, spirituale, …).
Il terzo titolo infine è Maria, Splendore del Cielo. Maria è Sovrana del Monte Carmelo, secondo una preghiera recitata quotidianamente nell’Ordine del Carmelo: Santa Maria, Regina e Bellezza del Carmelo. Ricevendo nel suo seno la venuta del Figlio di Dio, preparandosi a partorire il Figlio dell’uomo, la Vergine Maria si vede attribuire la dignità di una Regina – Regina del Cielo e Regina sulla terra – Maria è infatti Regina perché è Madre. Ciò significa che la sua maternità la pone (come tutte le donne) al cuore stesso del processo della vita che circola e si trasmette di generazione e generazione tra gli uomini. Quindi, dall’inizio della gravidanza della Vergine nel giorno dell’Annunciazione, la natura umana si trova coinvolta in modo particolare dal Re del Cielo! Diventando la sua Madre, Maria è diventata Regina.
In modo simile, le donne sono da allora confermate, ristabilite, dalla maternità di Maria, nella loro dignità di Regine, di Sovrane. Con la loro maternità infatti, si collocano al cuore della vita che circola tra gli uomini e che si trasmette di generazione in generazione. Se Eva è stata la prima ad essere ingannata, spiega san Paolo, tuttavia «la donna sarà salvata partorendo figli» [1Tm 2,15]. La maternità della donna, infatti, le permette di ritrovare il suo posto perduto dopo il peccato originale: quello di stare al cuore del giardino dell’Eden, giardino lussureggiante come quello del Carmelo, come una regina che vi fa regnare la vita. La donna è stata creata in questo giardino ed è in questo giardino che Dio promette di ristabilirla.
E che cosa accade al ristabilimento dei figli d’Adamo? Anch’essi fanno parte della promessa di felicità annunciata dalla venuta del Signore. Al fianco delle Regine, ritrovano pienamente il loro vigore, la loro audacia, la loro creatività, il loro lato avventuroso, il loro ...
Sì, come il Signore dice al profeta Geremia nella prima lettura di questa domenica, è veramente una  «promessa di bene per la casa d'Israele e per la casa di Giuda». Questa settimana ci è posta una domanda: siamo veramente decisi a ricevere questa promessa di felicità? Siamo pronti a scegliere i giusti mezzi rinunciando alle false felicità della nostra società consumistica? 

fr. Cyril Robert, ocd (Convento di Parigi)
Lunedì 3 dicembre:
«Restate con Dio; e poiché servite una Signora come la Vergine Maria, e lei prega per voi, non preoccupatevi di nulla» Santa Teresa di Gesù, LT 245,4
Perché ti rattristi, anima mia? Spera in Dio. Sal 42 (41), 6
Mi affido alla preghiera di Maria con tutte le mie gioie e le mie preoccupazioni.

Martedì 4 dicembre:
«C’è una creatura che conobbe questo dono di Dio, una creatura che non se ne perdette neppure una briciola … è la Vergine fedele, colei che conservava tutte le cose nel suo cuore». Santa Elisabetta della Trinità, Il Cielo nella fede, 39
Beato l’uomo che trova la sua gioia nella legge del Signore e medita la sua legge giorno e notte. Sal 1, 1.2
Scelgo un versetto della Scrittura che custodisco nel mio cuore per tutto il giorno.
Mercoledì 5 dicembre:
«Maria era una preghiera silenziosa ;ed è nel silenzio di questa preghiera silenziosa, ritirata, che Maria ascoltò la voce dell’angelo. Non avrebbe potuto sentirla se non fosse stata nel silenzio.» P. Jacques di Gesù, Ritiro del 20.09.1936
Il Signore sta nel suo tempio santo. Taccia, davanti a lui, tutta la terra! Ab 2,20
Sto in attesa alla porta del mio cuore per accogliere Dio con un silenzioso amore.

   Giovedì 6 dicembre:
«Cerchiamo di assomigliare almeno in qualcosina alla Vergine Santissima di cui portiamo l’abito. Se non altro, imitiamo un po’ la sua umiltà» Santa Teresa di Gesù, Cammino di perfezione 19,3 Escorial
Comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità ... Ef 4,1-2
Decido di fare oggi un atto d’umiltà.
Venerdì 7 dicembre:
« La Madre di Dio è mia, tutte le cose sono mie. Dio è mio e per me … Rallegrati, anima mia!» San Giovanni della Croce, Orazione dell’anima innamorata, 26
Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tutti i suoi benefici! Sal 103(102), 2
Trovo il tempo per enumerare tutto il bene che Dio mi ha fatto e meravigliarmene.

Sabato 8 dicembre:
«Fu nella solitudine della sua cella che Maria parlò a Gabriele, e che il Verbo del Padre s’incarnò in lei». Nicola Gallico, La freccia di fuoco
Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Mc 1,35
Metto in programma dei tempi di silenzio e solitudine e li vivo.


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Il Paradiso non può attendere: dobbiamo già cercare il nostro Cielo qui sulla terra! Questo blog tratterà di argomenti spirituali e testimonianze, con uno sguardo rivolto al Carmelo ed ai suoi Santi