AFORISMA

Meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita
(Rita Levi Montalcini)

Nostra Signora del Carmelo

Nostra Signora del Carmelo
colei che ci ha donato lo scapolare

mercoledì 22 gennaio 2014

La vita in famiglia, nella solidarietà e malattia


Ci si chiede perché tante famiglie si disgregano, anche se in principio c’era la volontà di amarsi. Cerchiamo di individuare cosa può essere mancato, nel rapporto tra coniugi, o tra figli e genitori.
Pazienza
Condivisione
Accettazione della diversità di pensiero o di scelte
Perdono
Sacrificio
Disponibilità all’ascolto e al sostegno reciproco
Capacità di educare e educarsi.
Esistono di certo altri aspetti, ma credo che questi citati siano  la base per costruire una famiglia unita ed in grado di reggere nel tempo, malgrado le difficoltà che si incontrano durante il percorso comune.
Sempre più di frequente entrambi i coniugi lavorano, la sera sono stanchi, rinunciano al dialogo in famiglia, e tendono così a delegare altri nell’educazione dei figli, dimenticando che i primi educatori devono essere essi stessi. Ci si rivolge a specialisti, si ricorre agli psicologi, quando qualche membro della famiglia pare possa creare problemi. Responsabilità che ci facciamo scivolare di dosso. Coppie in crisi richiedono consigli ai centri di ascolto. Tutto questo serve, laddove i problemi sono autentici e di grossa rilevanza. Ma nel quotidiano, prendiamoci a carico la nostra responsabilità personale, osservando la lista qui sopra: mettiamo in atto la pazienza? Condividiamo in famiglia i nostri problemi, gioie o dolori? Accettiamo che l’altro possa pensarla in modo diverso da noi, perché non siamo cloni, e quindi ogni essere umano è unico e irripetibile? Sappiamo perdonare se ci sentiamo feriti? Riusciamo a sacrificarci, mettendo da parte l’egoismo, per dedicare il nostro tempo ai familiari anziani, malati, bisognosi di attenzione o aiuto?  Ci rendiamo disponibili all’ascolto di chi ha bisogno di esprimere quanto ha nel cuore, e sappiamo sostenerlo dimostrando che lo compendiamo, consolandolo con parole che leniscano o risolvano i suoi problemi? Se almeno ci provassimo, educheremo noi stessi al rispetto, e chi ci è vicino ne prenderebbe buon esempio.

Le giornate per la Vita, Famiglia, Malato e Solidarietà non ricorrono una volta l’anno, tanto per far qualcosa di diverso, servono invece per fare il punto della situazione, per portarci a riflettere sul nostro comportamento in questi ambiti, per far scaturire domande alle quali dobbiamo trovare risposte. Di certo la famiglia è la piattaforma sulla quale dobbiamo testare la nostra capacità di dimostrarci buoni seguaci di Cristo: nella carità, nell’amore, nel rispetto, nel sacrificio, in tutto quello che Gesù ci ha pazientemente insegnato. Poi saremo in grado di estendere in altri ambienti queste virtù, con le quali il mondo diverrebbe senza dubbio migliore.
Cito una frase che mi ha scritto pochi giorni fa uno scrittore ultra-novantenne: “Quando si ha la possibilità di poter incontrare nella società umana, delle persone che sanno donarsi,  presumo che la terra dovrà continuare a girare intorno al Sole, che ancora non potrà spegnersi.”
Noi dobbiamo cercare di essere quelle persone, per illuminare un mondo che sta perdendo la sua luce a causa dell’individualismo, dell’egoismo e dell’incapacità di avvertire che l’altro è nostro fratello, e che l’Altro ci ha posto su questa Terra per amarLo e amarci tra noi. Non dimenticando che l’amore è l’insieme di molte virtù.

Danila Oppio



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