AFORISMA

Meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita
(Rita Levi Montalcini)

Nostra Signora del Carmelo

Nostra Signora del Carmelo
colei che ci ha donato lo scapolare

giovedì 28 ottobre 2010

LA GIOIA NEL DONARE

Ci sono atteggiamenti che sono spontanei, dipendenti solo dall’indole dell’individuo. Se sono comportamenti positivi, non riguardano i meriti individuali, reputo che siano doni del Signore. Ricordo quando ero molto piccola, avevo 3 o 4 anni al massimo. Mamma invitava cuginette o amiche perché giocassero con me. Ma che giochi avevo? Sono nata negli anni del dopo-guerra, quando la povertà era di casa in molte famiglie. I miei giochi quindi, erano poveri, oltre che pochissimi. Avevo una vecchia bambola, ridotta in condizioni pessime, ma a me molto cara: con lei giocavo alla sarta, e le imbastivo in modo approssimativo, con avanzi di stoffa, degli abitini. Possedevo delle pentoline ammaccate, dei piattini e altri oggetti da cucina, per preparare le pappe. Con quelle cose, giocavo con le amiche. Ma poi c’erano anche i giochi all’aperto, fatti con una corda per saltare, con una paletta per scavare nel terreno e cercare “tesori”: sassolini interessanti, insetti da osservare. Poi c’erano gli alberi dove arrampicarsi e sui cui rami lasciavo brandelli di abiti, perché mi impigliavo e per liberarmi, ottenevo strappi. Ero una monella, sempre in cerca di avventure e pericoli. Ma torniamo ai giochi casalinghi. Se mi si chiedeva: “mi regali questo?”, acconsentivo con gioia! Se i miei poveri giochi potevano rendere felice qualcuno, ne ero contenta anch’io. Così è stato, ed è tuttora, anche con altri oggetti di mia proprietà, così come con il denaro. Difficilmente metto da parte qualcosa per acquisti personali, preferisco farne dono a chi ne ha necessità, o anche solo per acquistare un regalo destinato ad altri. Che brava! direte….Non sono brava io, sono gesti che  mi vengono spontanei per un innato senso della comunione, del condividere, del rendere contento il mio prossimo. Ed è un dono che mi viene dal Signore e lo ringrazio. Mai avrei voluto essere egoista, avara, attaccata alle cose materiali!A volte cerco qualcosa nei cassetti, convinta di averla da qualche parte, perché ho anche una labile memoria. Poi rammento di averne fatto dono a qualcuno, e allora sorrido! Meglio aver regalato un oggetto, che averlo perso o distrutto! Ah si, perché le cose nelle mie mani hanno vita breve!! Mi basta avere qualcosa per poco, tenerla tra le mani e ammirarla, soprattutto se si tratta di un bell’oggetto, ma poi lo stesso perde di interesse per me, e spesso mi domando per quale ragione lo abbia desiderato.
Con lo stesso spirito mi comporto con gli affetti verso le persone: non sono gelosa se qualcuno è più amato di me, non invidio chi possiede più di quanto abbia io. Ciò che ho mi basta e avanza! Quand’ero ragazzina, appena uscita dall’adolescenza, c’era un ragazzo che mi piaceva tanto. Con lui andavo alle festicciole di compleanno, al cinema, o mi veniva a prendere all’uscita di scuola, per accompagnarmi a casa. Un rapporto del tutto innocente, ma che a me faceva battere forte il cuore. Un giorno la mia amica più cara (e anche più bella, devo ammetterlo!) mi disse di essersi innamorata proprio di lui, e mi chiese se mi fosse dispiaciuto se si frequentavano. Le risposi: se lui si interessa a te, vuol dire che io non sono la persona giusta per lui, altrimenti né la tua simpatia, né la tua bellezza lo avrebbero attratto e allontanato da me. E sarebbe sciocco che tu rinunciassi alla tua futura felicità per non ferirmi. Vi auguro di essere felici. Beh, devo ammettere che un po’ ne soffrii, ma solo un pizzico. Io sposai mio marito molto prima che si sposassero loro, e quando, dopo i miei primi due figli, anche l’amica mi disse di attendere l’erede, su sua richiesta le diedi tutto il corredino dei miei piccoli, dalla carrozzina alla culla, compresi gli abitini da neonato. E fui così felice che un’altra bambina potesse goderne, che nessuna ombra mi avvolse!!! Ripeto, non ho fatto nessuna pressione sulla mia volontà, nessun sforzo per conquistare uno spirito generoso, solidale, privo di gelosie e di invidie: sono nata così e quindi il merito non mi appartiene!!
Però posso testimoniare che vivere in questo modo toglie le spine dal cuore e dall’anima, e se altri non avessero avuto questo dono alla nascita, li consiglierei caldamente di sforzarsi per ottenere il distacco dalle cose e dalle creature. Preciso che il distacco dalle creature non significa proibirsi di amarle, anzi, l’esatto contrario! Il distacco inteso come lo intendo io, è evitare di aggrapparsi agli altri come fossero nostra proprietà, perché questo sentimento fa nascere in cuore altri sentimenti negativi: gelosia, rancore, odio, invidia e quant’altro, che più che creare danni al prossimo, ne creano tanti nella nostra esistenza. Si vive male, con questi sentimenti che rodono dentro, lo vedo in tante famiglie, lo leggo e ascolto in tanti fatti di cronaca, dove quello che viene definito “amore” diventa rabbia, odio, e porta a procurare la morte dell’amato e suicidio. Ci si accosta agli altri, lasciandoli liberi, non considerandoli proprietà personale, siano essi coniugi, figli o amici. Se non si mette loro il cappio al collo, con la nostra possessività, loro ci ameranno maggiormente.
Così è per le cose materiali:  perdiamo o ci viene rubato un oggetto a noi molto caro, ci dispiace, ma non ne facciamo un dramma, se lo consideriamo solo una “cosa”! Ma se a quell’oggetto abbiamo legato la nostra anima, allora ci tormentiamo e magari imprechiamo. Ma che sarà mai? Sono cose che comunque lasciamo qui dopo la nostra morte, perché dunque farci una malattia? E perché volere a tutti i costi qualcosa che magari elude dalle nostre possibilità finanziarie? Un bel vestito può costare anche molto poco, e se si rovina, non ci piange il cuore se dobbiamo eliminarlo dal nostro guardaroba. E ci tiene caldo lo stesso, anche se non porta una firma prestigiosa!! Una collana di bigiotteria a volte è più carina di una collana d’oro e di brillanti, ingentilisce il nostro collo, senza timore di venir aggredite per uno scippo, o che si slacci e si perda. Non crea invidia, per il suo poco valore, non crea gelosia, e non spinge il ladro a rubare!!! Vedete bene quanto di positivo c’è in tutto questo!! Allora, se non fossi nata così fortunata da non dover combattere per modificare alcune tendenze negative, farei di tutto per raggiungere la pace del cuore, una volta sgrossato da sentimenti negativi, per vivere meglio io, e per far vivere meglio coloro che mi stanno intorno!!!!
Ero povera, ora non sono ricca certamente, ma non mi manca il necessario, grazie a Dio! Potrei permettermi qualche sfizio, eppure la gioia che mi dava quella vecchia bambola, quegli straccetti con cui la vestivo, quei piattini sbeccati e quelle pentoline ammaccate, non me la può dare nessun’altra cosa, per quanto appetibile!! I nostri figli e nipoti, da tempo, stanno perdendo la fantasia, oltre che il senso del valore delle cose! Regaliamo loro meno giochi, ma che siano interattivi, in modo che possano creare i loro momenti ludici, e non annoiarsi, come spesso succede! Le bambole parlanti sono divertenti, per quel breve momento in cui si ricevono, ma poi ripetono ad libitum la stessa frase!! Con la mia pupattola invece, dialogavo moltissimo: lei non parlava, ed ero io a parlarle, e a farla parlare, cambiando voce e facendole dire ciò che meglio conveniva al gioco che stavo “costruendo” con lei! Così come i miei figli che, giocando con gli animaletti dello zoo o della savana, sapevano creare angoli della stanza con cui organizzare le loro avventure. Oggi che fanno i nostri bimbi? Se trovano la pappa pronta, quale avvenire avranno, quale capacità creativa nel costruire il loro futuro? E quale grado di altruismo si pongono di fronte al prossimo? Non sarebbe consigliabile tentare di  modificare fin da piccoli alcune tendenze improntate all’egoismo, in modo da creare una società futura consapevole dei beni ricevuti: con il senso dell’economia, con buona manualità, oltre che cultura, atta a renderli indipendenti da un lato, e capaci di socializzare dall’altro? Non sarebbe giusto far comprendere, sin da piccoli, che quanto ci è dato in natura o in beni materiali, vada economizzato, non sprecato, e conservato per l’intera umanità, perché tutto è di tutti? Vi lascio con queste domande, sicura che avrete già  risposte appropriate!

1 commento:

  1. Leggendo le tue belle riflessioni, mi è venuto spontaneo pensare questo: il Signore, nella sua grande bontà, non fa mai come gli ingiusti (secondo il mondo), che danno tutto ad uno e niente ad un altro.

    Normalmente, a qualcuno regala la mitezza, ad un altro regala la generosità, ad un altro ancora la virtù innata della castità....ma per ogni dono, c'è sempre il rovescio della medaglia, ossia, un lato del carattere con il quale dobbiamo lottare, spesso per tutta la vita.

    Tuttavia credo che il tuo punto di partenza (che è anche il mio, ne abbiamo anche parlato insieme :), sia un ottimo metodo per dire grazie a Dio, di avere difetti contro i quali, ci accorgiamo, lottiamo si con fatica, ma che vediamo, in un certo senso, più alla nostra portata.

    Mi spiego meglio: nemmeno io sono invidiosa, non lo sono per natura e raramente mi è capitato di lottare contro tentazioni in tal senso.
    Penso, me lo dico spesso, che se avessi questo difetto, anziché altri, forse mi sarei già persa, realmente persa.
    Non so, mi sembra più facile lottare contro i miei difetti (come l'impulsività), che non contro quello.
    Ne faccio motivo di lode al Signore, anche se la mia psicologia mi presenta altri miei limiti con i quali devo ingaggiare una battaglia continua.

    E' la solita teoria del bicchiere mezzo pieno.
    Vederlo tale e non mezzo vuoto, spinge a fare di più, ringraziando della pienezza (anche se a metà) che già abbiamo raggiunto.

    Un abbraccio e buona festa di tutti i Santi!

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Il Paradiso non può attendere: dobbiamo già cercare il nostro Cielo qui sulla terra! Questo blog tratterà di argomenti spirituali e testimonianze, con uno sguardo rivolto al Carmelo ed ai suoi Santi