Ary Scheffer - The Temptation of Christ (1854)
Come riporta il testo sottostante il tentatore non ha corpo e quindi i pittori lo dipingono
a modo loro
LE ULTIME REALTÀ [I “NOVISSIMI”]
6 – IL “MENZOGNERO"
► PERCHÈ SI PARLA TANTO DEL DIAVOLO?
«Capita di vedere in televisione programmi e film che trattano di possessioni diaboliche, di esorcismi e di altre cose simili. Cosa c’è di vero in queste storie di possessioni e di esorcismi? Perché se ne parla tanto? Esiste davvero il diavolo? Come è fatto? Si può riconoscere la sua presenza? E come possiamo difenderci? C’è stata anche una discussione con amici, ed ognuno diceva la sua: chi ci credeva, chi ci rideva sopra....».
* Chi poteva immaginare, vent’anni fa, che, all’epoca del trionfo del computer, il diavolo avrebbe conquistato le prime pagine del giornale, gli schermi della TV, e le sale cinematografiche..., ed essere oggetto di dibattiti! Insomma, diventare alla moda!
Perché se ne parla tanto? L’attuale esagerato interesse per il diavolo (e spiriti e altre cose simili) è, probabilmente, una reazione agli anni precedenti, quando, per l’illusione che la scienza e la tecnica potessero spiegare tutto, era praticamente proibito parlare di realtà spirituali (“roba da Medioevo”!).
In questi ultimissimi anni, però s’è iniziato a riflettere: «Soldi e cibo, vestiti, non mancano; tempo e possibilità di divertirsi non mancano...; si può “fare quello che si vuole” ... Si potrebbe essere felici e fare tanto bene, ed invece sembra che la cattiveria aumenti. Di chi è la colpa? Tutta dell’uomo? Ma può essere l’uomo così cattivo, tanto malvagio, come appare da tante cronache? Non c’è forse “qualcuno” o “qualcosa” che lo spinge ad agire così, contro il suo stesso bene?...».
È l’eterno problema del male che, buttato fuori dalla porta, rientra dalla finestra. Ed ecco il diavolo!
Che dire di tale interesse verso il diavolo? È un segnale che la gente sta superando l'orizzonte degli interessi materiali: mangiare, arricchirsi, divertirsi? Non sempre è così. Spesso simile curiosità quasi morbosa intorno al diavolo è il tentativo meschino di gente annoiata e vuota, di procurarsi sensazioni forti. Una prova? Se a parlare del diavolo – in modo serio! – è il Papa, tutti si ribellano ed i soliti “esperti televisivi”, ci ridono su, sproloquiando di “oscurantismo”, di “roba sorpassata”, “scusa per non assumersi le proprie responsabilità” ...; e chi più ne ha, più ne mette.
Perché simile reazione? Elementare: il Papa parla del diavolo in modo scomodo, dal momento che ci invita a contrastarlo: cambiando vita, rinunciando all’egoismo, alla violenza, all’ingiustizia. Perché...ci tocca nel vivo! Se invece a trattarne sono registi, giornalisti, “esperti” (o “maghi”!) – con abbondante contorno di fatti raccapriccianti e sensazionali –, allora tutti rizzano le orecchie e fanno le ore piccole per vedere come va a finire l’”interessantissima” trasmissione. Come non nutrire il sospetto che questi stuzzichino la curiosità sul diavolo per fare soldi e spettacolo? – Beh, allora facciamoci anche noi delle domande, ma seriamente
► TANTE DOMANDE SUL DIAVOLO
– «Si parla molto del diavolo sui quotidiani di ogni corrente, dopo che ne ha parlato il Papa in alcune udienze del mercoledì. Ma in sintesi, qual è il pensiero della Chiesa?». N.N.- Emilia
– «Come si spiega che questo angelo intelligentissimo – che ha vissuto gomito a gomito con Dio e, quindi, ne ha conosciuto tutta la bellezza – abbia potuto ribellarsi a Lui e fissarsi per sempre nel male?».
– «Mi rendo conto che in tempi di scetticismo e di confusione di idee, come quelli in cui viviamo, è importante par-lare in maniera chiara ed esplicita del diavolo. A volte, però, si finisce per illustrarlo in un modo che suscita nei lettori paura, senso di scoraggiamento e di impotenza». D.O - Toscana
Dalle testimonianze del Nuovo Testamento e soprattutto dagli atteggiamenti e da certe dichiarazioni molto importanti di Gesù (Mt. 6-13; Mt. 12, 25-26, 28; Mt. 13, 19; Mt. 13, 38-39; Lc. 4, 3; Lc. 22, 31; Gv. 8, 44; Gv. 12,31; Gv. 14, 30; Gv. 16, lI, ecc.;), la fede della Chiesa ha ricavato la propria dottrina, una dottrina lineare e sobria, che si potrebbe riassumere in questi punti. [Cfr. Catechismo, II. La caduta degli angeli (n. 391-395]
a – Il diavolo non è un concetto astratto, non è una personificazione fantastica del male, ma è una realtà concreta, una persona, o meglio un insieme di persone ben definite. È una creatura di Dio, quindi originariamente buona. È uno “spirito puro”, dotato di capacità molto superiori alle nostre, ma si è irrimediabilmente pervertito in conseguenza del suo essersi ribellato a Dio.
b – È diventato così l'antagonista di Dio, che s’oppone in tutti i modi al suo regno, tentando soprattutto gli uomini al male. La tentazione è una suggestione che egli esercita sulle facoltà superiori dell'uomo; di fronte ad essa, però, l'uomo conserva intatta la propria libertà e responsabilità.
c – In certi casi rarissimi – che devono essere scientificamente accertati –, per permissione di Dio può disturbare anche il corpo dell'uomo con malattie e danni di vario genere. Noi ignoriamo per quale motivo Dio permetta questo; probabilmente affinché ci rendiamo conto che il diavolo c'è e per farci meglio apprezzare il dono della redenzione operata da Cristo.
d – Cristo, infatti, ha vinto il diavolo. Con la grazia... ci pone in grado di resistere a tutte le seduzioni del demonio e ci immunizza contro i suoi attacchi. Ogni motivo di panico o di pessimismo per il cristiano resta perciò escluso. È sulla base di tali punti fermi che dobbiamo cercare di rispondere alle domande poste.
1 – La prima riguarda la sua ribellione a Dio e fissazione nel male.
Rispondere a tale domanda è molto difficile, perché ci troviamo di fronte ad esseri dotati di una psicologia assai diversa dalla nostra.
Volendo spiegare il “peccato degli angeli”, per forza di cose dobbiamo supporre una prova che essi non hanno saputo superare. In che cosa sia consistita tale prova, esattamente, non lo conosciamo. La prova, comunque, comporta sempre una difficoltà cui viene sottoposta la fedeltà della creatura; la quale, essendo libera, conserva sempre la possibilità di dire di “no” al suo Creatore. Si può aggiungere che, come per ogni peccato, anche alla radice del peccato degli angeli c'è la superbia e la conseguente pretesa dell'emancipazione da Dio. Ci può aiutare, poi, un principio che, in proporzione, vale anche per noi. Ogni azione, ogni scelta che noi facciamo, orienta la nostra volontà e la fissa sempre più in quella determinata direzione.
D'altra parte, l'amore e la luce che ci sono offerti da Dio, possono trasformarsi in tenebra e in ribellione contro di Lui, se noi li respingiamo. Quello che in noi – creature limitate – può accadere attraverso una catena più o meno prolungata di azioni, negli angeli ribelli sarebbe avvenuto con un atto solo.
2 – L'altra domanda riguarda il posto che la realtà del diavolo occupa nel quadro della rivelazione e il peso, l'importanza pratica che essa ha per la vita del cristiano.
Ebbene, il diavolo vi occupa un posto periferico. Egli non può ostacolare il piano divino della salvezza; perciò, non dev’essere sopravvalutato. Tuttavia, egli vi svolge una forte azione di disturbo e quindi, non si può non tenerne conto. In proposito:
a/ La realtà del diavolo ci aiuta a capire meglio certi aspetti del male. Pensando appunto a certe proporzioni gigantesche, sconcertanti e paurose del male nella nostra storia, Papa Paolo VI si sentiva indotto ad affermare: “Il male non è più soltanto una deficienza, ma anche una efficienza, un essere vivo, spirituale, pervertito e pervertitore" (Paolo VI, udienza del mercoledì, 15 novembre 1972).
b/ Il peccato degli angeli ci aiuta pure a capire meglio il nostro peccato e la nostra responsabilità. Il peccato, questo rifiuto che noi opponiamo alla volontà di Dio, non è un semplice passo sbagliato, un punto nero della nostra vita, ma ha il potere di operare una vera involuzione nella nostra mente e nella nostra volontà. "I nostri atti ci seguono". Gesù afferma: «Chi opera il peccato diventa schiavo del peccato» (Gv. 8, 34), nel senso che, se non ci riprendiamo, diventerà sempre più difficile dire di sì alla luce e all'amore di Dio. Di qui la raccomandazione che egli ci rivolge di educare la nostra mente e il nostro cuore alla scelta di Dio mediante la preghiera e cercando di vivere la sua parola.
c/ Infine, il fatto di sapere che dietro la tentazione o dietro l'esplosione collettiva del male può nascondersi la realtà del diavolo, ci rende più vigilanti («Pregate e vegliate. Lo spirito è forte, ma la carne è debole» Mt. 26, 41; 1 Pt5, 8) e ci spinge, a valorizzare maggiormente il grande dono della redenzione.
In effetti, è questo che sta al centro dell'annuncio evangelico: l'amore sconfinato di Dio per noi, la persona e l'opera di Gesù, la sua parola, la sua grazia, la sua presenza nella Chiesa, con i mezzi incalcolabili di salvezza che attraverso di essa ci offre, Il cristianesimo, quindi, non può essere la religione dell'angoscia o della paura, ma della pace, della gioia e dell'amore che scaccia ogni timore (1 Gv 4,18).
Dio s'è totalmente schierato dalla nostra parte e «se Dio è per noi, chi potrà mettersi contro di noi?». (Rom. 8,31).
► Esorcisti e Stregoni
«... Dopo la visita del santo Padre al Santuario di S. Michele, ove ha ripetuto la preghiera che un tempo si diceva alla fine d’ogni Messa, qualche giornale ha scritto che il diavolo torna a fare notizia. Io mi sono rivolto al mio parroco; l’ho trovato diffidente, quasi incredulo, su questa materia; in realtà mi pare poco preparato. Una mia amica, dopo la vana ricerca d’un esorcista (nella nostra archidiocesi di Modena non ce n'è nessuno), si è rivolta ai gruppi di Rinnovamento, affinché almeno quelli preghino per la liberazione. Ha fatto bene?».
Tutta la Bibbia ci parla di angeli e di demoni; Cristo venne appunto per sconfiggere il regno di satana; vari episodi del vangelo si riferiscono alla cacciata di demoni che avevano preso possesso di persone. Identico potere Gesù diede agli apostoli: il libro degli Atti degli Apostoli ci mostra episodi analoghi a quelli evangelici, e tutta la storia della Chiesa ci offre testimonianze in tal senso.
• Perché oggi non si crede al demonio, e anche dei sacerdoti fanno discorsi che denotano una quasi incredulità?
Non esito a rilevare come lo spirito razionalistico abbia, oggi, influenzato pure uomini di Chiesa, al punto da indurre a pensare che non credano più se non a ciò che si tocca o si dimostra [come si ama ripetere] “scientificamente” ... Ma poi avviene che, spesso, si assumano atteggiamenti contraddittori. Ad esempio, un vescovo mi confidava la fatica che aveva fatto per trovare un sacerdote che accettasse la facoltà di esorcista: proprio coloro che sembravano i più increduli circa l'esistenza del demonio, di fronte alla richiesta di diventare esorcisti, si rifiutavano con “paura”, quasi che si sentissero arrivare tutti i diavoli in corpo. Ci teniamo subito a precisare un fatto: il demonio c'è e col demonio non si viene a patti. Egli esiste, e tutto il male che può fare, lo compie. Sbagliano coloro che s’illudono di essere lasciati in pace dal demonio, se loro “lasciano in pace” lui! Lo dico perché più volte ho sentito anch'io errori di questo genere: sacerdoti che rifiutavano la facoltà di esorcista per timore di “rappresaglie”, come se fosse possibile un ragionamento più o meno di questo tipo: «Io lo lascio in pace, così lui non ha motivo per procurarmi fastidi».
È sbagliato. Col demonio non si può scendere a patti; si può e si deve solo combatterlo, in noi e negli altri. Quando un sacerdote amministra il sacramento della confessione, fa molta più rabbia al demonio di quella che gli può fare un esorcista. E, a mio parere, ne fa ancor di più quando predica la Parola di Dio, che genera o alimenta la fede.
• I frutti velenosi dell’ignoranza
Il nostro mondo culturale ha relegato l'esistenza del demonio al regno della fantasia, delle favole, della puerilità. E quali ne sono state le conseguenze?
– La conseguenza più disastrosa è stata quella di non avere più combattuto contro Satana, illudendosi che bastasse negarne l'esistenza per farlo sparire. Non combattendolo, la nostra società, ne è diventata succube.
– Perciò, con la negazione del demonio, ha negato pure il peccato; ed è diventata schiava delle tentazioni più aberranti; illudendosi così di liberarsi da falsi “tabù”. essa è giunta persino alla legalizzazione di delitti e di stati peccaminosi. Però gli scritti degli apostoli (Pietro, Paolo, Giacomo), ci esortano, invece, alla lotta contro satana.
– Ma la conseguenza più dannosa è stata un'altra: la perdita della fede. È sempre così. L'apostolo Giovanni l’immortala una frase tagliente: «La Luce è venuta nel mondo, ma gli uomini non l’hanno accolta» (Gv. 1,5).
• Satana teologo e poeta
Si sa che il demonio è «padre della menzogna»; ma qualche volta è stato costretto fagli “sputare” la verità. – Un giorno il bresciano don Faustino Negrini (deceduto da alcuni decenni) gli chiese, mentre faceva un esorcismo, perché avesse tanto terrore della Vergine Maria. Rispose, suo malgrado: «Perché lei è la creatura più umile, io sono il più superbo; è la più ubbidiente, io sono il più ribelle; è la più pura, io sono il più sozzo”. E più volte confessò che il Rosario lo annienta.
– Nel 1823 ad Ariano Irpino (Avellino) due celebri predicatori domenicani (P. Cassiti e P. Pignataro) furono invitati ad esorcizzare un ragazzo. Allora si discuteva ancora tra i teologi sulla Immacolata Concezione, che fu proclamata dogma di fede 31 anni dopo, nel 1854. Ebbene, i due frati imposero al demonio di dimostrare che Maria era Immacolata, e gli ingiunsero di farlo mediante un sonetto [poesia di 14 versi endecasillabi a rima obbligata]. Si noti che l'indemoniato era un fanciullo di 12 anni ed analfabeta. Immediatamente Satana recitò questi versi, come se fosse la Madonna a parlare:
Vera Madre son io d'un Dio ch'è Figlio
e son Figlia di Lui, benché sua Madre.
Ab aeterno nacqu'Egli, ed è mio Figlio,
in tempo io nacqui e pur gli sono Madre.
Egli è il mio Creator ed è mio Figlio;
son io sua creatura e Gli son Madre:
fu prodigio divin l'esser mio Figlio
un Dio eterno, e me d'aver per Madre.
L'esser, quasi è comun fra Madre e Figlio
perché l'esser dal Figlio ebbe la Madre
e l'esser della Madre ebbe anche il Figlio.
Or, se l'esser dal Figlio ebbe la Madre,
s'ha da dir che fu macchiato il Figlio,
o senza macchia s'ha da dir la Madre.
Quando Pio IX proclamò il dogma dell'Immacolata, ci fu chi gli fece leggere questo sonetto; il Papa rimase commosso per i versi così teologicamente esatti; scritti da un simile “poeta”!
• Ma, quindi, il diavolo esiste? La Bibbia non ammette dubbi: il diavolo c’è, ed è potente.
Si può, tuttavia, dimostrare la sua esistenza con la ragione? No.
Il diavolo, come Dio, è una realtà che non può essere dimostrata con il metro, la bilancia e il microscopio, perché è un essere spirituale. Si tratta di realtà su cui anche la scienza più evoluta non potrà mai esercitare un controllo, essendo essa al di là delle capacità umane. In questo campo il maggior aiuto ci viene dalla Parola di Dio; vi troviamo la spiegazione di fatti e situazioni reali, ma le cui cause sfuggono alla nostra esperienza immediata. Ne vediamo però le conseguenze; basti pensare a certe forme di malvagità, di mali voluti e provocati, che non trovano una spiegazione umana. Il diavolo è “persona”, ma non come lo siamo noi: è una forza, è una potenza intelligente. È un veleno, intelligente, che s’insinua nelle menti e nei cuori per contrastare gli spazi di quel Dio che egli ha rifiutato.
Santa Teresa d’Avila, che di demoni se ne intendeva, lo descrive come la “Menzogna”.
Ma allora, tutte quelle illustrazioni che si vedono del diavolo, sono fantasie?

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