AFORISMA

Meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita
(Rita Levi Montalcini)

Nostra Signora del Carmelo

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venerdì 7 febbraio 2025

IL PROFUMO DEI MARTIRI - TESTO E FOTO DI PADRE NICOLA GALENO OCD


                                   IL PROFUMO DEI MARTIRI

Spiccioli di Pensieri: 66

   Forse non tutti sanno che Oita sarebbe dovuta diventare la prima diocesi cattolica del Giappone, contando il maggior numero di fedeli, se non fosse scoppiata agli inizi del 1600 quella terribile persecuzione che avrebbe impedito al Vescovo nominato di mettervi  piede. La nostra isola del Kyushu è considerata per eccellenza quella dei martiri.

   Qualche decennio fa un sindaco cattolico di Oita si diede da fare per adornare la città con statue commemorative dell'impegno anche culturale e filantropico dei primi missionari gesuiti. Molte sono collocate lungo il viale che passa davanti al Palazzo della Prefettura. Chi arriva alla stazione ferroviaria di Oita nell'uscire si trova davanti la gigantesca statua di Otomo Soorin, il samurai che si fece battezzare tirandosi dietro anche buona parte della popolazione.

   Ai confini di Akeno, grosso insediamento a sud est di Oita che ospita moltissimi lavoratori di una delle piu' importanti acciaierie del Giappone, fu ricavato il Parco dei Martiri, chiamati con la vecchia denominazione di Kirishitan (cristiani). C'ero stato l'ultima volta sette anni fa in occasione della celebrazione annuale alla quale partecipa anche il Vescovo. Solo che andandoci in macchina le salite non mi avevano particolarmente impressionato... Bisogna effettivamente andarci in bici per provare qualche piccolo martirio!

   Dopo il temporale di ieri l'aria si è alquanto rinfrescata, anche se l'umidità è alle stelle. Parto verso le 6, come al solito senza meta fissa ed allungando volutamente il percorso per non rifare strade già fatte. Seguo praticamente questo principio: puntare sempre verso dove vedo piante molte alte, perché sicuramente nei paraggi ci saranno dei templi.

   Arrivo così quasi alla foce del fiume Oita, attraverso il suo ultimo ponte e poi prendo tutte le stradine che portano verso il mare. Trovo però di fronte a me questa barriera insormontabile dell'acciaieria che si è mangiata tanti chilometri di lungomare. Unico pregio: il viale che le corre davanti ha un larghissimo marciapiede tutto alberato. Uno si accorge del ciclopico complesso solo ogni chilometro quando sulla sua sinistra incontra gli ingressi per dipendenti e camion. Il canale, che scorre tra l'acciaieria ed il viale a due carreggiate di tre corsie ciascuna, collega direttamente al mare. Ad un certo punto infatti comincio a vedere ormeggiati parecchi battelli.

   Giunto al fiume Otozuru-gawa debbo ricredermi di una cosa. La continuazione degli insediamenti industriali al di là del fiume non fa più parte dell'acciaieria, ma è praticamente una delle più grosse raffinerie dell'isola. Anche qui debbo apprezzare il notevole sforzo ambientale. Il tutto viene praticamente nascosto da un immenso parco.

   Io in genere viaggio sempre senza orologio. Mi regolo col sole per le ore, mentre ricorro a quelle delle tante scuole per i minuti. Comunque mi si sta formando un orologio interiore automatico: la sete. Mi comporto come un neonato: quattro poppate nelle prime due ore, facendo fuori la lattina della bibita. Poi tocca alla bottiglietta dell'acqua. E così queste bevute cadenzano di mezz'ora in mezz'ora il mio cammino.

   Marcio già da tre ore e mezza e pertanto mi infilo sulla pista ciclabile di questo fiume Otozuru-gawa, che non può permettersi di rivaleggiare con quello che scorre sotto di noi. Essendo sulla sommità dell'argine, posso adocchiare subito eventuali tetti di templi. E difatti debbo deviare tre volte per accontentare la sete di nuovo della mia macchinetta digitale. L'ultimo tempio merita veramente, anche perché un cartellone riporta la toponomastica religiosa della zona, segnando non solo i luoghi di culto buddista e shintoista, ma anche cattolico. Non vedo infatti segnato il Parco dei Cristiani?

   Debbo solo proseguire per uno o due chilometri lungo il fiume e poi prendere la strada a destra per Akeno. Comincio a sudare al pensiero che Akeno si trova su di una delle colline più vaste di Oita. È proprio quella che vedo svettare alla mia destra... Mi preparo quindi a scendere  per la prima volta dalla bicicletta, avendo sinora accuratamente evitato qualsiasi inutile salita: davvero non voglio deludere i miei concittadini martiri!

   Per precauzione domando al primo distributore. Il giovane sembra non conoscere nemmeno il posto e questo mi preoccupa alquanto... Ma la donna sulla cinquantina mi rassicura: il Parco si trova al termine della salita, che non è poi così tanta. La ringrazio per questa bella notizia. Nemmeno a pensarci di rimanere in sella per via della pendenza...

   Salendo e sudando, cerco di consolarmi dialogando coi miei martiri: "Certo che il mio martirio è ben poca cosa: consiste solo di... sudore! Ma il fatto che i quaranta chilometri odierni vengano coronati da questa visita a voi mi fa sentire meno misero... A diecimila chilometri di distanza qualcuno leggendo questa cronaca penserà sicuramente a voi, impegnandosi ad essere maggiormente testimone del Cristo nella vita d'ogni giorno!".

   Scorgo finalmente questa benedetta indicazione, mi infilo nello stretto sentiero pavimentato di accesso e mi trovo davanti al grande rilievo in pietra che ritrae una famigliola inginocchiata nell'atto di guardare il Cristo in alto più che il samurai ed i carnefici pronti ad eseguire la condanna...

   Tutti e tre hanno la corona del rosario infilata tra le mani giunte. Dai vestiti si capisce subito che sono dei poveri contadini, ma vi confesso che in questo momento il povero sono io che li sto fotografando...


                            AI MARTIRI DI OITA   7.444

Guarda impassibil la scena il potente:

quanto disprezzo lui prova per questi

sudditi rozzi che credon nel Cristo...


Un degli sgherri con far minaccioso

pare affrettare l'abiura che salva...


Quanta fermezza negli occhi di mamma!

Con fede somma lei guarda la croce

spoglia che attende le vittime care!


Pur il bimbetto si sente un coraggio,

che par gli venga dall'umil corona

di quel rosario che pende dal braccio...


Anche due sgherri restano perplessi

dinanzi all'ostinato Genitore,

che vuol condurre suo figlio al martirio...


Chi mai sarà l'ignoto Salvatore?

Gli occhi terreni solo la potenza

vedon dell'armi... Quelli della fede


pur nella morte scorgono il conforto

del Cristo che la croce trasformare

seppe in potente mezzo di salvezza!


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Oita 3-8-2004

Padre Nicola Galeno

L’INGRESSO AL PARCO DEI MARTIRI

LA FIEREZZA DELLA BICI DAVANTI AL MONUMENTO

IL SAMURAI ED I SUOI SGHERRI

ALTRI SGHERRI

IL CRISTO CHE ADDITA IL CIELO

LA FAMIGLIOLA DEI MARTIRI

IL FIGLIOLETTO

IL PAPA’ COL FIGLIOLETTO


LA MAMMA COL FIGLIOLETTO

LA LAPIDE CON LA STORIA DEI MARTIRI

PARTICOLARE DELLA LAPIDE

PARTICOLARE DELLA LAPIDE

ULTIMO SALUTO AI MARTIRI

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(Aggiustamento fotografico)

(Legnano 7-2-2025), Padre Nicola Galeno



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Il Paradiso non può attendere: dobbiamo già cercare il nostro Cielo qui sulla terra! Questo blog tratterà di argomenti spirituali e testimonianze, con uno sguardo rivolto al Carmelo ed ai suoi Santi