AFORISMA

Meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita
(Rita Levi Montalcini)

Nostra Signora del Carmelo

Nostra Signora del Carmelo
colei che ci ha donato lo scapolare

venerdì 6 dicembre 2019

Ai tre paladini di S. Teresa: P. Gerolamo Graziano, Maria di S. Giuseppe ed Anna di Gesù - Parte Prima



AI TRE PALADINI DI S. TERESA: P. GEROLAMO GRAZIANO,
MARIA DI S. GIUSEPPE ED ANNA DI GESÚ

Ci son delle figure che la Storia
assurdamente par dimenticare,
eppur i loro meriti le sanno
fare vividamente riaffiorare.

Teresa de Ahumada, ti sapesti
davvero circondare di persone,
che furon sitibonde dell’Eterno
ed impregnate dell’intimità

divina. La tua fiamma crepitante
non vollero celar nel proprio core:
la seppero al di fuori della Spagna
disseminare. Quanta fioritura

di chiostri, dove palpitan dei cuori,
che voglion sostener la santa Chiesa
selvaggiamente assediata dal mondo!
Sanno fornir l’aiuto necessario,

basato su orazione, penitenza
ed amoroso studio del Vangelo.
Novella linfa pervade il Carmelo:
fiorisce una mirabil santità!



PRECISAZIONI

Nasce questo ciclo poetico sulla cara consorella spagnola
MADRE ANNA DI GESU’ (Lobera, 1545-1621)
all’indomani del riconoscimento pontificio
sull’eroicità delle sue virtù nel novembre scorso.

Mi piace pertanto riportare l’introduzione
del caro confratello basco P. Ildefonso Moriones
alla sua recente pubblicazione
sulla nostra S. Madre Teresa ed i suoi più stretti collaboratori.
Preciso che queste liriche, corredate per lo più da schizzi,
sono indirizzate soprattutto ai tanti laici amici del Carmelo.

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TERESA DI GESÙ, MAESTRA DI PERFEZIONE

(P. Ildefonso Moriones, Pamplona 2018)

INTRODUZIONE

Il mio primo contatto con la Storia del Carmelo Teresiano ebbe luogo nel 1948, quando accompagnai fra’ Gioachino, Carmelitano Scalzo in carne ed ossa, nel suo compito di raccogliere elemosine per la manutenzione del collegio di Villafranca. E quell’incontro si rivelò così positivo che gli confidai il mio desiderio di diventare come lui. Egli prese nota sulla sua agenda e, pochi mesi dopo, mi arrivò la lettera ufficiale di ammissione al collegio preparatorio di Amorebieta.

Nel 1950 passai per il terzo corso a Villafranca di Navarra dove il P. Antonio Maria ci impartiva classi di Storia dell’Ordine, raccontandoci le  avventure dei primi eremiti del Monte Carmelo. Quando venne in visita il padre Silverio di Santa Teresa gli offrimmo una serata letteraria e a me toccò recitare a memoria i capitoli delle Fondazioni in cui la Santa parlava di quella di Duruelo.

Più tardi, già novizio a Larrea, neoprofesso a Markina e filosofo a Vitoria, ascoltai nel refettorio, durante cinque anni, la Historia del Carmen Descalzo en España, Portugal y América, del padre Silverio di Santa Teresa. La prima spiegazione sistematica della Storia dell’Ordine la ricevetti dal padre Antonio Stantić, nel Teresianum, durante il corso accademico 1960-1961. Nel 1962 mi iscrissi alla Facoltà di Storia Ecclesiastica dell’Università Gregoriana.

Come argomento della mia tesi dottorale, diretta dal padre Riccardo García Villoslada, scelsi il significato storico di un gesto di Anna di Gesù (Lobera), discepola di santa Teresa di Gesù e di san Giovanni della Croce, per conservare intatte le Costituzioni che lasciò in eredità alle sue figlie la Madre Fondatrice, cioè, il suo ricorso alla Sede Apostolica chiedendo la conferma delle Costituzioni di Santa Teresa, ed il conseguente processo, infruttuoso, davanti a Filippo II, per obbligare il Vicario Generale dell’Ordine, fra’ Nicolò di Gesù Maria (Doria), a sottomettersi alla decisione pontificia.

Anna di Gesù ottenne da Sisto V nel 1590, la conferma delle Costituzioni di Santa Teresa ma il suo superiore religioso, non contento di rifiutare l’approvazione pontificia, castigò severamente la madre Anna. Su questo fatto sono arrivate fino a noi due versioni differenti: mentre alcuni autori affermano che il gesto di Anna di Gesù, ispirato alla sua fedeltà alla madre Fondatrice, fu ingiustamente punito dal padre Doria, altri ritengono che la condotta di Anna di Gesù meritò, per la sua imprudenza, la penitenza che le fu imposta.

(Continua)



  LA VOLITIVA ANNA DE LOBERA

Sorprende questa bimba di Medina
del Campo, che  decenne ardisce fare
voto di castità. Trascorron solo
altri sei anni e rincara la dose:
decide che claustrale si farà
sol dove troverà l’austerità
capace d’appagar l’ardente core.

*
La Provvidenza sa venirle incontro,
facendole scoprire il Direttore
di spirito in un Padre gesuita.
A lui fa un dettagliato resoconto
dei suoi profondi assilli, che compresi
vengono da quel dotto sacerdote.
*
Lui si stupisce nel veder l’ardire
di questa giovinetta, che l’implora
di sradicarle dal core le erbacce
onde piantarvi tutte le virtù.
A ciò non si opporrebbe in alcun modo:
sarebbe solamente colpa sua,
dovendone poi render conto a Dio.

*

Quando vien trasferito il Direttore,
dal panico vien presa la ragazza,
ignara delle mosse dell’Eterno.
Proprio a Toledo apprende il sacerdote
da un caro confratello quanto compie
una certa Teresa tra le Scalze:
il suo movimento suscitare
sembra interesse e attira vocazioni.
*
 “Ho qui trovato una monaca santa,
che col permesso della Santa Sede
fonda dei monasteri dove brilla
lo spirito che tanto sospiravi!”.
E’ questa la notizia che attendeva:
Anna sente gran fiamma dentro al core!
*
Riceve informazioni dettagliate
sullo stile di vita delle Scalze.
Non si sente però d’interpellare
direttamente la Madre fondatrice.
Supplica il Padre per la mediazione.

*
  

(Chiesa di S. Teresa, Piano di Sorrento)
Nel legger quella lettera Teresa,
divinamente ispirata, acconsente
alla richiesta d’Anna, precisando
che gradirebbe se potesse fare
la vestizione ad Avila, la sede
del suo priorato: vuol curarne
meglio la formazione spirituale.

Primo d’agosto: la ventiquattrenne
Anna comincia un fecondo cammino,
 che la vedrà sovente fianco a fianco
di quest’insuperata Fondatrice!


(Ponderano 1-12-2019), Padre Nicola Galeno


QUASI A RITMO DI CORSA

Primo d’agosto: quasi alla vigilia
del primo giubileo della vita
varco la soglia del Monasterino
fondato da Teresa entro le mura
della città, che pare una fortezza
davvero saldamente presidiata.

*
Ho la fortuna di veder tornare
la Madre Fondatrice, che si curva
con senso premuroso su di me.
Passano quattro mesi e già mi debbo
rimettere in cammino insieme a lei,
che vuol nella città universitaria
 le sue Scalze gioiosa impiantare.
*
In quella situazione provvisoria
condivisi la cella con la Madre,
che a tutto s’adattava quanto a stenti
pur di fondare un nuovo Monastero!
*


A Salamanca emetto dopo un anno
 i nostri Santi Voti, che legare
perennemente mi sanno al Carmelo,
e per quasi quattr’anni dalla Madre
incaricata vengo di formare
al genuino spirito coloro,
che fanno qui la loro Vestizione.
*
Teresa vuol fondare pure a Beas
e cosa fa? Mi sceglie per Priora
di quella casa. Debbo stralunare
gli occhi, ben conscia della nullità
dell’esser mio. So per esperienza
che raramente sbaglia questa Madre,
di certo rischiarata dal Signore!
*
Sono alla soglia ormai dei trent’anni
E tra le suddite chi mi ritrovo?
Maria Salazar e pur Teresa!
Una parentesi qui debbo aprire.
*
Appena vien eletta la priora
del nuovo Monastero, par Teresa
davvero scomparire! Più non vuole
presiedere. Se manca la priora,
tutto demanda alla sottopriora.
Distinguersi non vuol minimamente!
*



Ripenso a quante lettere scrivemmo
entrambe per restare in sintonia,
quando la lontananza c’impediva
quel dialogo diretto cuor a cuore…
*
Questo mi consentì d’apprender pure
particolari curiosi, che certo
nessuno avrebbe ai posteri narrato,
come quando la Madre, tutta rossa
dalla vergogna, vide inginocchiarsi
dinanzi a sé quel Vescovo implorante
dall’umil donna la benedizione…
*
Debbo però pentirmi d’una cosa.
In tempi successivi per l’incerto
futuro delle nostre Fondazioni
a causa dei dissidi in alte sfere
mi venne ingiunto dalla cara Madre
d’incenerire la corrispondenza.

Grande il rincrescimento nel vedere
in fumo un capitale di ricchezza
incalcolabile per umanità
e per oculatezza spirituale…

(Milano 4-12-2019), Padre Nicola Galeno

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