Luigia De Lorenzi prima
del suo ingresso in Monastero
Sr. M. Agnese De Lorenzi OSB
di
anni 94 e 77 di Professione monastica.
Luigia,
originaria di Teòlo (Padova), molto determinata, a 16 anni fa il suo ingresso nel
nostro Monastero su indicazione dei monaci di Praglia, non essendoci più posto
nei noviziati della Diocesi di Padova.
Emette
la Professione il 5 ottobre 1937, allora memoria di S. Placido m.
Il suo
carattere molto aperto e gioioso la predisponeva ad avere facilità nei rapporti
personali vivendo al contempo una profonda vita interiore.
La sua
spiritualità la esprimeva in un grande amore per la celebrazione dell’Ufficio
Divino al quale ha partecipato fin quando la lucidità glielo ha permesso; ma
pur nella malattia non ha mai perso la capacità di trasmettere il senso di
preghiera e di pace che viveva interiormente.
Impegnata
nella nostra Comunità in diverse attività: maglieria, dispensiera, aiuto
economa e infermiera, incaricata dell’accoglienza degli ospiti e Maestra delle
Novizie.
Nel
1968 su richiesta del A. I. M. (Aiuto Implantazione Monasteri) e della
Congregazione dei religiosi si rende disponibile per un aiuto alla Comunità
della fondazione belga di Maredret a Sovu in Rwanda dove vi trascorrerà 26 anni
conquistando la simpatia e l’affetto di tutti coloro che l’hanno conosciuta. La
sua presenza è stata di riferimento e pacificante la Comunità.
Rientra
in Italia per gravi motivi di salute alla vigilia del grande genocidio.
Nel
1995, su richiesta della comunità ruandese sfollata in Belgio, viene inviata
per un’analisi della situazione dei Monasteri di Sovu e di Kigufi dopo la
terribile guerra civile nella quale avevano perso la vita nove Consorelle
ruandesi.
Rientrata
definitivamente nelle nostra Comunità vi trascorre serenamente gli ultimi anni
della sua vita in completo abbandono alla volontà di Dio.
Da uno
scritto autografo di Sr. Agnese (1994 ca.):
“Padre
Santo, vengo a Te! Ecce quod concupivi
iam video… sì, Padre, è da tanto tempo che aspetto la Tua chiamata, che
desidero il tuo incontro definitivo!... conosco la mia povertà, la mia miseria;
ma ho sempre avuto ed ho una grande fiducia, non nei miei meriti, ma nella Tua
grande misericordia. Grazie per tanti Tuoi doni. Sì, il Tuo Amore per me è
stato grande; mi hai ricolmata di grazie, mi hai accompagnata e Ti sei rivelato
fin dalla mia tenera giovinezza con i Tuoi lumi e richiami.
Da
parte mia, nonostante le mie grandi deficienze, ho cercato di seguirti sempre
con filiale abbandono alla Tua volontà. Ti ho seguito per vie davvero da me
inaspettate e solo la Tua grazia ha potuto farmi sormontare tante difficoltà e
pericoli!... Il mio abbandono in Te è sempre stato la mia forza. Tenere la mia
mano nella Tua mi è stato di grande conforto anche nei momenti più duri e
difficili!...
Ho
cercato la sincerità del cuore e la verità… e con questa sincerità ho amato tutti
i Fratelli, ma specialmente tutte le Consorelle dei vari Monasteri con le quali
sono vissuta più o meno a lungo, e questo, in modo particolare le mie
Consorelle del Monastero di S. Benedetto, parecchie delle quali sono già in
cielo. Sì, sono tanto grata e riconoscente alle Madri e Consorelle del mio
Monastero nel quale ho fatto la mia Professione. La lontananza non mi ha mai
fatto dimenticare la carità e le attenzioni avute nei miei confronti,
specialmente durante la mia lunga malattia. Sono felice che il Signore abbia
disposto che io vi ritorni per morirvi!...”
Sr. M. Agnese lo scorso S.
Natale.
In memoria di Sr. M. Agnese De Lorenzi, OSB
(di anni 94 e 77 di Professione
monastica, chiamata al Cielo il 14-6-2014)
(Parafrasi da un suo scritto di venti
anni)
TI VEDO FINALMENTE
Ti vedo finalmente, Oggetto amato!
Da tanto tempo aspetto la chiamata
per sigillar l’incontro nell’eterno!
La mia povertà, la mia miseria
non perdo mai di vista, ma confido
soltanto nella tua misericordia.
Grazie per i tuoi doni: fu l’Amore
grande nei miei confronti. M’hai colmata
di grazie, accompagnando questi passi
sin dalla giovinezza coi tuoi lumi.
Pur conscia dei miei limiti, ti volli
assecondare con filiale ardore.
Furon davvero tante e inaspettate
le vie che percorsi: la tua Grazia
mi fece sormontar molti perigli.
Davvero fu mia forza solamente
l’essermi abbandonata tutta in te!
Tenere la mia mano nella tua
in quei momenti tragici divenne
l’unico mio conforto genuino.
Sincerità del cor e verità
furon costante oggetto di ricerca...
Con tal sincerità seppi i fratelli
e le sorelle circondar d’affetto.
Come dimenticar tutte coloro
che già mi precedettero alla sponda
del Cielo? Sono grata alle sorelle
di questo Monastero, che mi vide
emetter la mia prima Professione.
Neppur la lontananza scalfir seppe
tanta riconoscenza. Nel vedermi
ancor di puro affetto circondata
in questa prolungata malattia,
dò lode al quel Signore che mi volle
far ritornare qui perché potessi
chiuder serenamente il mio cammino.
(Parma
16-6-2014), Padre Nicola Galeno