Teoremi e profezie
Tornato definitivamente dal Niger da un paio di mesi, mi sono rimesso a fare i conti con la mia terra di origine. Il pezzo di Liguria tra colline e mare, tra paesini dell’entroterra che si spopolano e turisti di spiagge per i fine settimana. Una popolazione che invecchia con nascite rare e occasionali di nuovi cittadini e abitanti nel pianeta terra. Stranieri coi soldi, dunque rispettati, graditi, attesi e contesi. Poi gli altri stranieri, tra i ‘dannosi’ clandestini e quelli ’utili’ per la cura, l’accompagnamento, l’industria, l’agricoltura e i servizi non più ambiti dai locali. Sembrano definitivamente spazzate via le pazienti costruzioni delle cattedrali, del tempo e le case di pietra.
Da un lato si smaterializza e si controlla, quando possibile, tramite le video-sorveglianze, le geolocalizzazioni e quanto appare sugli schermi televisivi o sui ‘social’. Difficile capire e discernere dove inizia il vero, il fittizio, l’invenzione o la realtà. Proprio quest’ultima, la realtà, mistificata, tradita e manipolata persiste, nella sua ostinata testardaggine, a rifiutare l’eutanasia verso cui il sistema di dominazione vorrebbe spingerla ad avventurarsi. Sarebbe comodo per i poteri politici, economici e talvolta religiosi. Meglio sarebbe, per loro, una costruzione che finge di essere e di proporre il reale che conviene e cioè funzionale agli interessi di quelli che contano.
William Isaac Thomas
Nulla accade senza di esse. Nessun mondo sarebbe possibile, senza le parole per crearlo, raccontarlo e tradirlo. Ed è per questo che riappare, in tutta la sua squisita semplicità e immediatezza il teorema di Thomas. Formulato dal sociologo William Thomas nel 1928 afferma che...’ se le persone definiscono certe situazioni come reali, esse saranno reali nelle loro conseguenze’. Drammaticamente lineare e attuale questo teorema, enunciato, la cui verità parte da proposizioni non dimostrate, conferma che la realtà (reale) non conta. L’importante è credere, cioè far credere in una realtà costruita ad arte per usarla a proprio uso e consumo.
Robert K. Merton, pseudonimo di Meyer R. Schkolnick (Filadelfia, 5 luglio 1910 – New York, 23 febbraio 2003), è stato un sociologo statunitense
Tornato definitivamente dal Niger da un paio di mesi è proprio questo il teorema che sembra essere puntualmente applicato nella vecchia (in senso proprio e non figurato) Europa. Un teorema che dà l’impressione di funzionare egregiamente quando i mezzi di comunicazione si allineano sulla narrazione dominante. Religiosi, intellettuali, partiti politici e quanti hanno peso nel sistema di spogliamento globale della dignità. Questa ritirata o dimissione programmata non farà che spianare il terreno alle conseguenze di quanto il teorema annuncia. Si chiama...’ profezia che si auto-adempie’, concetto introdotto dal sociologo Robert Merton, nel 1948.
Essa descrive come una previsione o credenza, anche se falsa, può indurre le persone a comportarsi in modo tale da realizzarla, confermandone la veridicità. Chi scrive non è mai stato troppo vicino ai ‘grandi’ ma cerca di cogliere frammenti di verità da ogni parte essi arrivino. Mi piace dunque citare, come cammino alternativo a ciò enunciato sopra quanto lasciato da Giorgio Armani. ...’Rispetto e attenzione per le persone e la realtà. E’ da lì che tutto comincia’.
Mauro Armanino, Casarza Ligure, settembre 2025
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