lunedì 26 settembre 2022
125° ANNIVERSARIO DALLA NASCITA DEL PAPA SAN PAOLO VI - Poesie di P. NICOLA GALENO
sabato 24 settembre 2022
SANTA TERESA DI LISIEUX ALL'UNESCO - redazionale cui farà seguito SPIGOLATURE di Padre NICOLA GALENO OCD
Santa Teresa di Lisieux all’UNESCO
Il 16 aprile 2021, il Consiglio esecutivo dell’UNESCO ha approvato la candidatura di Teresa di Gesù Bambino per il biennio 2022/2023, in occasione del 150° anniversario della sua nascita. Tra parentesi, va anche notato che il 2023 sarà anche il centesimo anniversario della sua beatificazione (29/04/1923). Questa candidatura è stata presentata dallo Stato francese e dalla Basilica di Lisieux. Per il biennio 2022/2023, l’UNESCO vuole “onorare la memoria delle persone che hanno lavorato nei campi della pace, dell’educazione, della scienza, delle scienze sociali e della comunicazione”. Teresina era in competizione con 60 personalità presentate da 47 Stati. Tra i suoi concorrenti c’erano altri tre cattolici: Copernico (Polonia), Nerses (Armenia) e Mendel (Repubblica Ceca).
A metà aprile, Teresina ha vinto la prima tappa! È l’unica donna tra le 4 candidature selezionate. Rappresenterà quindi la Francia all’UNESCO! Il Belgio e l’Italia sostengono questa candidatura. L’UNESCO ha dichiarato che “la celebrazione di quest’anniversario contribuirà a dare maggiore visibilità e giustizia alle donne che hanno promosso, con le loro azioni, i valori della pace”. Data la celebrità di Teresa di Lisieux nella comunità cattolica (la città di Lisieux è il secondo luogo di pellegrinaggio in Francia dopo Lourdes), la celebrazione del suo anniversario può essere un’occasione per sottolineare il ruolo delle donne all’interno delle religioni nella lotta alla povertà e nella promozione dell’inclusione”. Una santa francese, con influenza mondiale, Dottore della Chiesa: l’UNESCO potrebbe presto onorare Teresina come patrimonio dell’umanità. Questo è un messaggio sorprendente e straordinario che il cielo ci sta dando in questi tempi di pandemia. Tuttavia, sarà solo nel novembre 2021 che sapremo se Teresa sarà ufficialmente onorata dall’UNESCO.
L’articolo qui sopra, ripreso da
CARMELITANI SCALZI
CURIA GENERALE DEL CARMELO TERESIANO
È datato maggio 2021, ma ora siamo certi che l’UNESCO ha scelto Santa Teresina del Bambino Gesù e lo leggiamo qui, da Aleteia
Unesco: i Santi e gli uomini di Chiesa da celebrare
Santi e uomini di cultura che hanno lasciato un segno indelebile nel mondo. Nel 2023, ricorrono alcuni anniversari particolari, attraverso i quali sarà possibile ricordarli e meditare le loro opere e la loro vita.
Nel 2023 saranno 150 anni dalla nascita di Santa Teresa di Lisieux, conosciuta a tutti come Santa Teresa di Gesù Bambino, e 850 anni dalla morte di Nerses il Grande, conosciuto come “il Grazioso”, santo armeno del XII secolo.
Per questa ragione, Padre Nicola Galeno OCD presenta SPIGOLATURE, che andremo a pubblicare con cadenza mensile, a partire da fine settembre, in attesa del 1° ottobre, data della ricorrenza della nostra Santina, e finiremo a fine aprile 2023.
Si tratta di un’opera composta in prosa e in poesia, tutta dedicata a Santa Teresina. Un lavoro davvero ben fatto, scritto ad Oita in Giappone, quand’era missionario nel Paese del Sol Levante.
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SPIGOLATURE ( su S. Teresa di G. B.)
Forse a lettrici e lettori parrà strano questo titolo che viene da un arcipelago dove l’occhio spazia più sulle risaie che sui campi di grano… Siamo ormai agli sgoccioli di questo indimenticabile anno centenario (1997) che vede la piccola Teresa messa al fianco dei sommi Dottori della Chiesa!
Mentre nascono queste righe, sono da poco passate le tre mattutine. Ho provato a sbirciare il cielo: ci sono tante stelle così invitanti! Non sono purtroppo riuscito a scovare, come la piccola Teresa, la costellazione che forma l’iniziale del suo nome… Mi son detto allora: perché non provi a “spigolare” qualche “tesoro” dimenticato dagli altri in questa favolosa vendemmia del 1997?
E così mi son messo a sfogliare poesie di alcuni fa: avevano la faccia smunta come di fazzolettini dimenticati per troppo tempo sullo stenditoio… Nel vedersi ripescare subito mi hanno sorriso. “Eh, lo so come siete fatte voi, poesiole! Siete tutta anima e pertanto gli occhi terreni stentano a riconoscervi… Ma questa volta vi dono un corpo e così anche voi vi aggirerete come signorinelle smaniose d’essere complimentate!”.
Nascono pertanto questi brevi commenti, che consentono d’inquadrare la piccola Teresa in precisi momenti della sua vita. A volte si tratta di “parafrasi” in quanto vengono riprese le parole stesse della Santa. Io non so che faccia possa fare lei nel vedersi a volte imprestare sentimenti che nascono ad oltre diecimila chilometri dalla sua Normandia… Di una cosa comunque sono convinto: la “sorellina” ride sempre di fronte agli scarabocchi di un suo fratellino, sapendo che sono dettati soltanto da un amore genuino e dal desiderio di farla conoscere a tutti, qualora ne avesse ancora bisogno…
Questa mia “sorellina” infatti ha il pregio di non aver bisogno di presentazioni: basta che apra la bocca perché subito tutti si rendano conto del suo stile prettamente evangelico. E guardando lei, s’incontra subito lo sguardo del suo unico maestro, Gesù!
Prima di passare al breve commento delle poesie, intenderei precisare una cosa. Sovente a fianco del titolo si troverà la sigla MA seguita da un numero: è il rimando al numero relativo ai Manoscritti Autobiografici. Gli appassionati così potranno consultare più celermente la fonte d’ispirazione!
Tra le oltre cinquanta poesie rimastemi ce n’è una nella quale Teresa dipinge alla perfezione tutti i santi desideri che profumavano il cuore della sua Celina. Leggendola però ci si convince che Teresa senza accorgersi sta fotografando se stessa!
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SPIGOLATURE (01)
CELINA E TERESA, STESSI AMORI 506
Celina, che piccina sai donarti
con tanta tenerezza al tuo Signore,
dal cor ti sfugge ingenua la promessa
di scegliere Gesù qual cavaliere...
Nell'infantile slancio tu vorresti
a guisa del divino Pargoletto
sempre sentir l'abbraccio di Maria
e del suo dolce sposo San Giuseppe...
*
L'occhio innocente specchiasi nei cieli:
avverte la struggente nostalgia
di quella amata patria dove i Santi
e gli Angeli contemplano il Signore...
Quando con passettini lievi lievi
con le sorelle vai pei verdi prati
cercando i fiorellini profumati,
tanta bellezza affascina il tuo cuore...
*
Ricordi la vigilia di Natale
quando sul caminetto la scarpina
ponevi? All'indomani trepidante
correvi ad ammirare i regalini...
Ancora il bel sorriso della Mamma
conserva la freschezza nel tuo cuore!
Lo sguardo suo profondo sembra dire:
"Arrivederci in Ciel, bell'angioletto...".
*
Nella veranda fulgida di luce
lieve come farfalla corri in braccio
al Babbo, che t'attende per il bacio,
e ne carezzi fiera i bei capelli...
E' vivo ancor l'incanto delle veglie,
che vede entrambe sulle sue ginocchia
cullarsi al dolce ritmo delle note
nostalgiche d'un canto mai scordato...
Quanti ricordi della breve terra...
Ora una luce appare che sublime
tutta m'avvolge e lieta m'inabisso
in quest'eternità che m'ha rapito!
(Oita 11-5-1994)
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SPIGOLATURE (02)
Cronache da fine settembre: partire per tornare - di P. MAURO ARMANINO
Cronache da fine settembre: partire per tornare
Come ricorda il saggio c’è un tempo per ogni cosa. Un tempo per tornare e un tempo per ripartire. Sarà pur vero che, in fondo, non c’è nulla di nuovo sotto il sole. Si trova forse, tra gli umani, qualcuno che possa dire ecco questa è una novità? C’è invece uno spettro che si aggira per Europa e non è quello preconizzato da Karl Marx e Friedrich Engels nel loro manifesto del 1848. Non è quello del comunismo, semmai quello del ‘già visto’, come l’afferma senza sconti l’ignoto Qoelet nel libro omonimo. Un’aria di solito che spira sui manifesti elettorali e l’interpretazione della politica nazionale e internazionale. Sull’uso e l’abuso dei migranti nel Mediterraneo nel consueto corteo funebre dei naufraghi abbandonati. Nella rassegnazione per la guerra prossima ventura che si avvicina con l’eutanasia dell’Occidente. Con la programmata liquidazione economica e sociale delle famiglie e delle piccole imprese del continente europeo.
Continua, con effimera pausa commerciale, l’igienizzazione della società con le sue diuturne paure e menzogne. Le campane elettricamente programmate senza più i campanari che perdevano l’udito col tempo, dopo aver ritmato matrimoni, funerali e feste comandate. Le chiese con le distanze da rispettare e la spruzzata sulle mani prima di comunicare con l’assoluto nel tempo. La sconcertante’ impuntualità’ dei treni di minore importanza con i biglietti più leggeri rispetto a prima. I campionati di calcio e la trasmissione pagante delle partite che accompagnano con metodica strategia ogni giorno della settimana. Si giocava la domenica e i mercoledì per le competizioni internazionali perché gli altri giorni della settimana erano lavorativi. Adesso si finge un’aria di festa che consente di andare allo stadio anche di lunedì notte. Tanto il lavoro si è fatto funzionale all’economia dello spettacolo che le ‘morti bianche assediano nel calendario.
Si soffre, di nascosto e in silenzio, di solitudine. La solitudine ‘del cittadino globale’, come profetizzava il defunto Zygmunt Bauman si coltiva con ostinazione, smantellando legami fisici per privilegiare l’insostenibile ‘leggerezza’ delle distanziazioni sociali e le discriminazioni sanitarie. Aumentano, per converso, in quantità e qualità le cure per gli animali, specie di razza canina. Essi hanno acquistato col tempo privilegi che non pochi cittadini locali o stranieri vorrebbe poter usufruire. Cibo nutriente perché vitaminizzato, psicologi specializzati in caso di depressioni canine, cliniche adatte e, per quelli in preda a malinconie amorose, bed and breakfast in zona panoramiche e arieggiate. Abiti canini confortevoli per tutte le stagioni dell’anno e, dulcis in fundo, cimiteri riservati con tanto di compagnie funebri specializzate. Chi giunge nel Bel Paese da un altrove dove il cibo, la scuola e la salute sono occasionali, non può non provare tristezza.
Partire allora, per chi scrive, dopo due mesi passati in Liguria, è come tornare alla straordinarietà della vita. Tornare dove nulla è scontato o garantito. Dal giorno che nasce alla sera che incombe improvvisa per mancanza di luce, razionata per un guasto alla centrale elettrica. Mangiare, bere, curarsi, provare a mandare i figli a scuola, pregare di trovare un lavoro o di avere un altro figlio e che arrivi puntuale il vento con la sabbia che portano i ricordi di altri tempi. Si torna dove la vita, tuttavia, non è ‘sotto controllo’ di algoritmi che pensano quello che è meglio per gli umani che si sbagliano quando devono votare.
Fortuna volle che, nella città di Chiavari, chiedessi ad alcuni bambini cosa vorrebbero portassi ai bambini che rincontrerò nella comunità che ho lasciato a Niamey, in Niger. Una bimba ha risposto dicendo di portare loro il messaggio che ‘ noi gli vogliamo bene’. Questa frase, assieme a tutti volti amici senza maschere, è tutto ciò che metterò nella valigia.
Mauro Armanino, Casarza Ligure,
25 settembre, 2022
Aggiungo tre foto della presentazione dell'ultimo libro di Padre Armanino, L'ISOLA DELLE SPERANZE RUBATE-Diario di bordo dal Sahel. L'immagine di apertura l'ho scelta dal Web, mi è sembrata emblematica e molto adatta al testo del padre missionario, che presto tornerà a Niamey.
mercoledì 21 settembre 2022
martedì 20 settembre 2022
sabato 17 settembre 2022
QUELLA CROCE ALLA DERIVA NEL MEDITERRANEO - di Padre MAURO ARMANINO
Croce di legno di noce
Quella croce alla deriva nel Mediterraneo
Lui porta le dimensioni di un bimbo di quattro anni. Una piccola croce di legno buono, legno di noce, fabbricata su misura per lui. Si chiamerà per sempre Loujin Ahmed Nasif, siriano di nascita e, in ultimo, cittadino del Mare Mediterraneo. Naviga alla deriva, la piccola croce scortata da quattro barche vuote, trovatesi non per caso nelle acque territoriali della Libia. Formano un silente e mesto corteo, allietato solo dal volo dei gabbiani che sembrano suonare, nel vento, l’ultima melodia rubata alla terra. La piccola croce di legno danza tra le onde che, come da millenni hanno imparato a fare, la cullano con materna dolcezza.
Lui aveva quattro anni e, secondo l’ong S.O.S. Méditerranée che l’ha raccolto, si trovava alla deriva da dieci giorni. Fame, sole e sete per lui ed altre 60 persone tra cui altre bambine ancora più piccole di lui. Sarebbe bastato poco per soccorrerli e, nell’ossequio alle antiche leggi del mare, salvarli dall’iniqua morte. Giunti e scomparsi nel mare. Di nascosto, come per vergogna, giusto per fuggire le guerre dei grandi che non finiscono mai. Sotto gli occhi lontani, distratti, assenti di chi, nello stesso mare ma dall’altra sponda, assapora gli ultimi giorni di un riposo che per loro si è fatto eterno.
Scomparsi malgrado gli strumenti di controllo e di intercettazione ogni volta più efficaci e sofisticati. Quattro barche vuote che scortano una piccola croce di legno buono, legno di noce, fabbricata su misura per lui. Dieci giorni alla deriva con in mezzo la croce del bimbo, protetta dalle onde del mare. Anch’esse, a modo loro, scappano e ripartono non appena giunte a riva. Erano una sessantina a bordo del peschereccio alla deriva da dieci giorni. Non si sa invece quanti passeggeri portassero le quattro barche trovate vuote, una delle quali senza motore. Il destino di questa gente rimane a tutt’oggi sconosciuto. Di sicuro c’è la data, il 24 agosto, una piccola croce, fabbricata su misura per lui e il complice silenzio nostro.
Mauro Armanino, Casarza Ligure,
18 settembre 2022
venerdì 16 settembre 2022
giovedì 15 settembre 2022
L'ISOLA DELLE SPERANZE RUBATE - Diario di bordo dal Sahel di P. MAURO ARMANINO
Ciclo sulla Parabola del Figliol Prodigo nella Chiesa di Veniano (CO)
Ciclo sulla Parabola del Figliol Prodigo nella Chiesa di Veniano (CO)
L’AFFRESCO DELLA PARABOLA
L’ABBANDONO DELLA CASA PATERNA
L’ABBRACCIO PATERNO
Deludere ti seppi come figlio,
Padre carissimo. Devi trattarmi
soltanto come l’ultimo dei servi.
Capisco che il tuo pianto non fu vano
mentre lo scapestrato figlio andava
dilapidando tanta eredità,
che neppure per legge gli spettava.
Dal terrazzo di casa tu vedesti
questo pezzente tornar affamato…
Nulla gli rinfacciasti: l’abbracciasti
in segno del tuo massimo perdono!
(Legnano 15-9-2022), Padre Nicola Galeno
mercoledì 14 settembre 2022
sabato 10 settembre 2022
CRONACHE ITALICHE DI SETTEMBRE: VOCE DEL VERBO TRADIRE di P. MAURO ARMANINO