Spiccioli di Pensieri: 77
Se non sai dove andare in ferie, vieni con me coi... ricordi! PN
CARA SANTINA
Da sette ore sono un disperso telematico nel senso che non posso più collegarmi col resto del mondo. Queste ore diventeranno probabilmente settanta se non di più... Sono infatti le prime ferie che prendo dal 24 dicembre dello scorso anno, quando arrivai ad Oita. Nessuno avrebbe mai creduto che un guidatore accanito come il sottoscritto da quasi 60.000 chilometri annuali potesse di punto in bianco tornare ad essere pedone prima e ciclista poi!
Dove attualmente sono diretto, l'informatica è ancora in fase "preistorica". Una cosa comunque mi consola. Finora sono stato io a tempestare di messaggi telematici (e-mail) i tanti amici sparsi per il mondo con frutti sovente pietosi... Io dico ridendo che la posta elettronica è il cimitero di qualsiasi velleità epistolare! Ebbene, per questi tre o quattro giorni saranno gli altri finalmente a cercare me, senza ... trovarmi!
Dove vado di bello a fare le ferie? La domanda mi pare più che giustificata, ma io sono sicuro di deludere qualsiasi aspettativa dicendo che qui in Giappone mi viene sempre tanta malinconia quando arrivano le ferie, perché non saprei mai dove andare...
Avremmo di per sé una casetta estiva nelle Alpi centrali. Venne acquistata qualche decennio fa per consentire ai nostri giovani frati giapponesi, ma anche ai missionari, di sfuggire un po’ alla proverbiale canicola di Tokyo e di tutto in Giappone in genere, se si eccettua l'isola di Hokkaido. Ma da Oita sono oltre mille chilometri e tra bus, aereo e treno praticamente io mi mangerei tutti i soldini ricevuti per le vacanze...
Essendo già occupate le foresterie dei Monasteri, che meglio conosco, ho bussato ai Gesuiti di Yamaguchi, che sono tra l'altro cappellani delle nostre Consorelle di clausura. Il Parroco è un marchigiano e tra italiani ci si intende. Io ho detto che mi sarei pagato il soggiorno, facendo per la sua Comunità di dieci bocche pasta a...volontà! Il contratto è sembrato vantaggioso ad entrambi e così eccomi di nuovo in questa cittadina, che forse è il più piccolo capoluogo di Prefettura in tutto il Giappone, ma vanta una solida tradizione di Primi Ministri.
Stavolta viaggio più pesante del solito perché in previsione delle molte ore di insonnia notturna mi porto dietro la radio ad onde corte ed il computer con le sue varie periferiche. La prima mi serve per la notte ed il secondo di giorno per scaricare le centinaia di foto digitali che intendo scattare, andando in giro con qualche vecchia bicicletta imprestatami da qualche fedele...
Fino a Kokura si viaggia bene. Poi per non pagare il supplemento strasalato del super espresso prendo l'accelerato che mi costringe a prendere tre treni diversi per Shimonoseki, Shin-Yamaguchi e Yamaguchi.
Oggi le cose mi vanno stranamente bene. Si vede che il Signore vuole premiarmi per aver saltato il pranzo. A Kokura becco per un minuto il treno sul binario a fianco. Ma quando arrivo a Shin-Yamaguchi la coincidenza è già partita da ben un minuto! Vista la faccia comprensiva del controllore gli esterno le mie impressioni sull'assurdità di far partire un minuto prima quel treno quando si sa che arriva da Shimonoseki il convoglio che sicuramente scaricherà passeggeri diretti al capoluogo. Gli faccio rilevare anche l'incongruenza del diretto del pomeriggio che collega il capoluogo a questa stazione di Shin-Yamaguchi, molto importante per via del passaggio del super rapido. A che serve far arrivare un diretto proprio quando è appena partito il treno per Shimonoseki? Quando va bene, si aspetta mezz'ora, ma in certe fasce orarie quasi un'ora non te la toglie nessuno... Il controllore mi ha ascoltato attentamente, garantendomi che farà presente questa segnalazione di un passeggero straniero.
Quando arrivo a Yamaguchi, mancano venti minuti alle 16. Cammino con molta precauzione per evitare alla valigetta a rotelle eccessivi sussulti, essendoci dentro il computer. Fatti settecento metri, arrivo ad un torrentello in parte noto perché lo costeggia nella parte superiore un doppio vialetto, davvero ideale per chi voglia farsi delle belle camminate col mormorio delle acque.
Comunque, solo ora mi accorgo che questo piccolo spiazzo si chiama "L'angolo dell'amicizia", scritto in spagnolo. Leggo meglio e comprendo che si tratta di un gemellaggio fra la città di Pamplona e Yamaguchi in nome del grande evangelizzatore navarrino San Francesco Saverio. Sugli schienali delle panchine marmoree vi sono piastrelle basate su disegni dei ragazzi di quarta elementare di quella città. Avendo tempo a disposizione, me le fotografo quasi tutte.
Quando giungo al Centro Giovanile, che funge anche da Ufficio parrocchiale, vedo all'ingresso il Parroco. Una stretta di mano e poi mi siedo pacificamente in attesa che sbrighi il colloquio con una persona. Gli dico di far pure con comodo. Ne approfitto per fotografare in ogni particolare un bel quadro che ritrae la predicazione del grande Missionario gesuita in terra nipponica. Poi sprofondo nella lettura dell'annuario, che illustra l'attività gesuitica nel mondo.
Finito il colloquio, il Padre mi dà una mano a portare la borsa fino alla Residenza missionaria. La rampa ha una discreta pendenza. Stavolta ricevo una stanza che dà sul giardinetto interno. Accendo subito il computer per controllare il suo stato di salute: ha sopportato bene tutti gli strapazzi del viaggio! Ne approfitto per scaricare le foto di tutti quei disegni infantili. Mi pento di non aver optato subito per il formato più grande...
La cena è un misto di cucina giapponese e straniera. Dopo un controllo sommario mi rendo conto che non ci sono farina e uova a sufficienza per fare le tagliatelle all'indomani. Il Parroco mi propone di andare dopo cena ad un supermercato. Io sono piuttosto restio ad uscire dopo cena in macchina, anche se guidano altri, perché mi si blocca facilmente la digestione. Ma oggi il problema quasi non si pone essendo stato digiuno a pranzo e quasi a stecchetto la sera... Nel fare gli acquisti mi offro di comprare almeno il gelato per i confratelli in vista del primo ottobre, festa della Santina. Il Parroco mi dice che anche al gelato pensa lui: debbo solo fare il gesto di consegnarlo io al religioso spagnolo non sacerdote, incaricato dell'amministrazione. Qualsiasi regalo per mano d'altro acquista per lui doppio sapore!
All'indomani verso le 5.30 con passo più che felpato vado in cucina e comincio ad impastare. Alle sette concelebro nella raccolta Cappellina e poco dopo le otto, attacco con tagliolini e tagliatelle. Quando arriva la cuoca, stendiamo subito la lista di ciò che manca per fare il sugo dell'indomani. Lei è felicissima se io gliene preparo tanto, perché così ha una scorta per parecchie settimane.
Naturalmente tutte le bocche vengono conquistate dalle tagliatelle. Ci tengo comunque a precisare che si tratta di un primo in collaborazione. Ho utilizzato infatti il ragù preparato dal Parroco dietro mio suggerimento l'ultima volta che venni a Yamaguchi. Ed il discorso finisce anche sulla festa carmelitana di domani. Il Superiore trova giusto che sia io a parlare per una quindicina di minuti durante la preghiera comunitaria in Cappella prima del pranzo.
Gongolo dalla gioia non tanto per il rarissimo privilegio concesso ad un povero carmelitano non laureato di parlare a gente altamente togata, ma per il fatto che in previsione di un'eventuale predica alle nostre Monache mi son portato dietro l'omelia sulla cara Santina!
Essendo il primo ottobre anche il primo venerdì del mese, tutti gli altri confratelli tranne il Parroco concelebreranno alla Messa delle 9.30. Pertanto, alle sette il pontificale è stato da me presieduto alla presenza del solo Parroco. Mi sono permesso anche una brevissima predica sulla cara Santina con un particolare ricordo per le due Consorelle di Valmadonna (AL) e Sassuolo (MO), che oggi faranno la loro Professione solenne. In una certa maniera io vi sono ugualmente presente perché la mia poesia per entrambe è felicemente giunta a destinazione. Nella mia innata immodestia dico sempre: "Tanto fra dieci, vent'anni loro dimenticheranno la predica sentita oggi, ma la mia poesia l'avranno ancora sotto gli occhi, conservandola come dolce compagna nel Breviario!".
Oggi ai confratelli gesuiti farò assaggiare gnocchi, cosa ignota da queste parti! Se le mie quotazioni come oratore sono sempre state basse, quelle per meriti culinari invece continuano a salire! Anche la cuoca ne è conquistata! E dato che il sottoscritto, almeno in cucina, è sempre stato di larghe vedute, il Parroco riesce a farle assaggiare anche alle collaboratrici di Chiesa ed Ufficio parrocchiale. C'è solo una cosa che a me non va giù...
Questa purtroppo è una cucina... vedova! Manca sempre infatti il... vino!
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Yamaguchi 3-10-2004
Padre Nicola Galeno
NdR:
Yōko Ogawa è una scrittrice giapponese. È considerata una delle più importanti autrici post-moderne contemporanee giapponesi. Dal 1988 ha pubblicato più di venti lavori di fiction e non-fiction e ha vinto tutti i migliori premi letterari giapponesi. Fonte Wikipedia
Nascita: 30 marzo 1962 (età 60 anni), Okayama, Prefettura di Okayama, Giappone.
Con immenso piacere, oggi pubblico in contemporanea due articoli che hanno come collegamento il Giappone, quello di Padre Nicola Galeno OCD, che fu missionario nel Paese del Sol Levante per quasi 17 anni, e questo di Padre Armanino, che si ricollega alla scrittrice nipponica citando alcuni brani di un suo libro, che potrete leggere al link qui sotto, quanto il missionario della SMA In Niger scrive:
http://ilparadisononpuoattendere.blogspot.com/2022/08/cronache-di-sparizioni-ad-agosto-volte.html
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