AFORISMA

Meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita
(Rita Levi Montalcini)

Nostra Signora del Carmelo

Nostra Signora del Carmelo
colei che ci ha donato lo scapolare

venerdì 18 ottobre 2019

250° ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI TERESA GARDI (1769-1837)

Ciclo sul 250° anniversario della nascita di Teresa Gardi (1769-1837)

   
LA TOMBA DI TERESA GARDI NELLA CHIESA DELL’OSSERVANZA AD IMOLA

   Domenica 27 ottobre si concluderanno i festeggiamenti per la nascita della Venerabile Teresa Gardi (22-10-1769). I fuochi di artificio (anche quelli spirituali) si concludono sempre con un botto. Quale? Vorrei che ricordassimo la sua caratteristica di
FARSI VITTIMA D’AMORE PER LA CONVERSIONE DEI PECCATORI FINO ALL’EROISMO.
   Come la volta scorsa, cito il testo originale scritto dal suo solerte Direttore di spirito, il francescano P. Carlo Francesco da Bologna. E vi dico la verità: a me pare che questo suo italiano del primo Ottocento sia molto più scorrevole del nostro, a volte fin troppo scheletrico!

(Tutte le successive immagini si riferiscono al Duomo di S. Cassiano in Imola)
……………………………………

   (Paragrafo 198)   9 Giugno 1816. “Poco dopo la SS. Comunione trasportata fuori de' sensi in intima unione col Signore, e sfogando seco lui gl’intimi tratti del suo amore, udì una voce chiarissima, che essa sul momento ravvisò per la voce del suo Signore, che a sé la chiamò.
  

   Da lui intese, che egli assolutamente non voleva più essere da lei chiamato che col nome di suo Sposo : essa addusse le cause della sua ritrosia fondate tutte nella sua grande indegnità; ma il Signore non volle ammettere alcuna scusa, e volle, che Io chiamasse per suo Sposo, ed essa s'indusse a ciò fare.

   Pronunciate queste parole — mio Sposo divino — restò sul momento ricolma di una gioia, e consolazione affatto sorprendente, e inesplicabile. Indi lo Sposo divino significò alla sposa, volere, che essa nel profondo del suo cuore fissasse il più vivo desiderio di dare il sangue, e la vita per suo amore.
  
    Dippoi le soggiunse, che gli avverrebbe una pena, in cui essa si sarebbe trovata come inchiodata in Croce e in quanto allo spirito, e in quanto al corpo, e che questa sarebbe tanto sorprendente, che nessuno, nemmeno il suo Confessore le avrebbe potuto arrecare alcun conforto.
  
   A questi patimenti accudì volentieri, e senza difficoltà la sposa del Signore in tempo dell'esuberante consolazione, ma ritornata ai sensi concepì tanta ritrosia a soffrire sì gran pena, che subito si pose a pregare il suo celeste Sposo, acciò l' assistesse per non cadere in sì grave pericolo in qualche peccato, e offesa a lui.
 
   Nella notte poi non potendo dormire, si pose a meditare la Passione del Signore, e dopo pochi momenti sentissi all'improvviso come contorcere il cuore con una violenza di morte: riavutasi un poco, udì una chiarissima voce, che le disse — “ogni volta, ed in ogni luogo, che la tua mente avrà qualche libertà di raccogliersi anche per poco, sempre pensa a quanto io ò sofferto per te, e ne riporterai grandissimi vantaggi per l' anima tua, e grandi sollievi nelle afflizioni del tuo spirito” ( Pagina 196)

    [199] 10 Giugno 1816. Ieri mattina fatta la SS. Comunione si  sentì astratta fuori de’ sensi, e trovossi in presenza del suo celeste Sposo, quale sembravagli vedere come appunto si vede un uomo,  e nella più intima e viva unione con esso lui, e gli disse: mia diletta sposa desideri da me qualche grazia?  
  

 Essa subito cominciò ad umiliarsi, protestandosi affatto indegna di qualunque favore, e solo degna dell'inferno, e che era solo un tratto della sua infinita bontà che la terra non se gli aprisse sotto i piedi, e l’assorbisse nelle sue viscere per le innumerabili ingratitudini usate verso lui : ciò non ostante per li soli suoi meriti desiderava una grazia assai grande: e il divin Sposo le disse: dimandami adunque questa grazia con quel titolo che conviene a te, e a me : ed essa restia si scusava per vedersi affatto indegna di tal titolo : cui lo Sposo celeste replicò : io in avvenire non ti voglio far grazia alcuna, se non me la dimandi col titolo di tuo Sposo.
  
    Premendogli moltissimo la grazia, che desiderava, si risolse di pregarlo in questa maniera: Mio Sposo divino, vi è noto quel peccatore, che da trenta e più anni à dimorato, e dimora tutt'ora in tante iniquità, e la di cui conversione da varii anni vi chieggo, deh per un tratto della sola vostra grandiosa onnipotenza diradate le tenebre della sua mente, acciò conosca la gravezza delle sue colpe, e scuotete il suo cuore, acciò possa seguire i dettami delle vostre sante ispirazioni.

   Sì, gli rispose il divin Sposo, ti voglio fare questa grazia, che tante volte ti ò negato. Gli devi dunque ordinare, [CCCLXXXIV.] che faccia nove giorni d' esercizii spirituali, meditando in essi daddovero le verità eterne, e specialmente quanto io ò sofferto per l' anima sua, facendo in questi giorni la S. Via Crucis, e digiunando : che in questo frattempo non si diparti dalla sua abitazione, se non per li più necessarii bisogni, e che non esca di casa, se non per andare alla Chiesa.

   Considerando la sposa del Signore quanto essa era indegna di ricevere una grazia tanto straordinaria, andava dicendo fra sé : Sarebbe mai dubbio, che questo fosse un gioco della mia fantasia, o qualche altro inganno ? Mio divin Sposo, replicò essa, datemi un segno, che questo non è inganno, ma verità.     E lo Sposo divino gli disse : il segno l' avrai : e il tutto disparve.

   Ieri sera nel fare la S. Via Crucis tenne sempre fisso nel cuore questa persona chiamando il Signore col nome di suo divin Sposo, ed offrendogli ogni stazione in soddisfazione alla divina giustizia per tante iniquità, e intanto sentivasi trafiggere i piedi con acutissimo dolore, e prima di partire dalla Chiesa si accorse, che se gli erano (Pagina 197) gonfiati a dismisura, né più si sono queste trafitture alleggerite o diminuita la gonfiagione, anzi si sono gonfiate anche le ginocchia con non ordinario dolore.




   Forse, come essa dice, questo sarà il segno addimandato, e promessogli, giacché aveva inteso, che essa pure per ottenere detta grazia avrebbe molto sofferto, il che molto gradì quando in questa maniera si fosse guadagnata quest'anima.

 [200] 11 Giugno 1816. Secondo il solito ieri dopo la SS. Comunione concependo il più vivo desiderio di unirsi al suo celeste Sposo, subito trovossi ad un intima di lui presenza, in cui non cessava d' umiliarsi coi soliti atti. Cominciò indi a pregarlo a non allontanarsi da lei, anzi ad accrescergli il suo amore, e la grazia di fare la sua volontà in qualunque circostanza : ma che altresì lo pregava a sottrargli tante grazie straordinarie, perché punto non le meritava.

   Gli rispose il suo celeste Sposo, che queste grazie straordinarie, ed esuberanti consolazioni gli erano necessarie, per rassodarsi anche sensibilmente nel suo amore, e per stare in avvenire più forte nel patire, e prepararsi massime a quella gran pena, che dovrà soffrire nello stare come crocefissa nello spirito, e nel corpo.

   Dippoi gli addimandò di nuovo la grandiosa sua misericordia per la conversione di quella persona: ma sembrogli, che il Signore la negligentasse, anzi gli voltasse le spalle, ed essa subito ricorse ad invocarlo per suo divin sposo, e subito anch' esso con [CCCLXXXV.] amanti maniere le disse, che le confermava quanto le aveva detto: ma però che anch' essa facesse nei detti nove giorni li Santi esercizii spirituali, e digiunasse.

   E poi si noti, che la sposa del Signore, sta sempre colla sua mente in Dio, anche in tempo, che fa o la sua scuola, o altra qualunque cosa, stanteché dice di sentirsi sempre alla presenza del Signore come se sempre lo avesse a lato ovunque essa trovasi ; onde la sua vita è un continuo esercizio di orazione.

   In ordine poi al digiuno essa prende poche cochiarate di pancotto, o di legumi, o di polenta da pranzo con una crosta di pane, ed alle volte qualche frutto, e la sera da cena ma poco di pane con poche foglie d'insalata, oppure un poco di frutta, e null'altro : mai carne, mai brodo, mai vino, e sempre acqua da tanti anni,  onde la sua vita è un continuo rigorosissimo digiuno, e in conseguenza non so come voglia meglio digiunare.


  Dice che l'enfiagione grandissima de' piedi, e le dolorosissime, e forti frecciate, che sperimenta nei piedi dal tempo notato di sopra (Pagina 198) mai l’ànno abbandonata né giorno, né notte ; nella notte non trova luogo ove collocarli, e nel giorno ove posarli, sempre penando acerbamente, ma sempre stando, [CCCLXXXVI.] e sempre sentendo come a canto la presenza del suo Dio, e a lui il tutto offrendo con una giovialità di cuore, che veramente innamora, e con una costanza, cui le ciarle delle donne nessun fastidio le arreca, tutta occupata e sempre nel cercare di piacere al suo sposo, e di non offenderlo.

   13 Giugno 1816. Dopo la SS. Comunione ieri mattina trasportata colla sua mente in presenza ed unione col suo celeste Sposo, da lui intese, che in questa sera precedente il Venerdì sarebbe cominciata quella gran tristezza, e desolazione di spirito, in cui pure avrebbe potuto raccomandarsi né al suo divin Sposo, né agli suoi grandi Avvocati, ed avrebbe ciò sofferto tutto il Venerdì, cioè dimani, e tutta la notte seguente.

   Essa pregò, ed à pregato tutt'oggi l’uno, e gli altri tre, perché in tempo di una pena tanto per lei crudele, non offendesse mai il suo divin Sposo, e confida, [202| che non sarà abbandonata. Pregò pure, ed à pregato tutt' oggi, per non far atti esterni fra la giornata, quali potessero dare nell'occhio o delle sorelle, o di altri : siccome a potersi contenere anche in Chiesa da essi e lo Sposo suo gli à promesso di consolarla in questa parte. Già proseguono continuamente l'enfiagione del petto, e de' piedi, e le acute trafitture, e stiramenti di nervi [CCCLXXXVII.] massime nelle mani.

   14 Giugno 1816. Ieri sera prima di coricarsi si preparò alla gran tribolazione con atti di umiltà, di rassegnazione, e colle più ferventi preghiere al divin sposo, e agli tre suoi Avvocati. Ma che tutto all' improvviso trovossi alla presenza del suo celeste Sposo quale  l'interrogò cosa avrebbe desiderato da lui : che gli manifestasse pure con tutta libertà le sue brame : ma essa piangendo la sua indegnità e non ardendo parlare, esso soggiunse : già vedo il tuo interno, e so quanto brami, ma voglio, che tu lo dica colla tua bocca ; che però essa si fece coraggio, e le disse — se io ne fossi degna, bramerei d' esser crocefissa con voi in Croce —.....


E qui sorpresa da gravissime stilettate al petto, non è stata più capace di proseguire, sicché gli ò data l' assoluzione, indi la SS. Comunione come mi à ricercato, dicendomi, che dippoi proseguirà.

   15 detto. Il motivo dunque, per cui ieri interruppe la Conferenza si fu, che nel pronunciare il suddetto desiderio d' esser crocifissa col suo divin Sposo, sentissi all'improvviso come trafiggere nel petto, nelle mani, e ne' piedi, e in conseguenza venir meno. Fece fra poco la SS. Comunione e dopo trasportata alla presenza del suo celeste [203] Sposo, le mostrò le sue piaghe delle mani, de' piedi, e del costato : gli mostrò pure la croce qual letto della sua morte.

   Essa subito le fece un' offerta delle medesime piaghe, e della medesima Croce : indi gli offrì tutta se stessa, e specialmente la sua volontà, acciò sopra di lei si compisse perfettamente quanto egli desiderava da lei. In conseguenza di questa offerta il Signore le rivelò, che l’ aridità, che era per soffrire sarebbe stata tanto cruda ed aspra, che non si sarebbe neppur ricordata di lui : il che le fa temere di far qualche mancanza contro il suo Dio in quel tempo di desolazione; onde prega continuamente perché né esso, né li suoi Avvocati gli manchino di assistenza.
  

   17 Giugno 1816. In questa mattina mi à detto, che siccome sono pochi i momenti, in cui attualmente non senta nel profondo del suo cuore la presenza del suo Dio, così quasi sempre sentesi invitata ad amarlo. E qui essa è [CCGIXI.] in una pena grandissima per non sapere come aderire a questi dolci inviti, parendogli di non far cosa alcuna per lui, anzi di non corrispondere che con ingratitudine.

 Però non cessa di offrire all'eterno Padre i meriti infiniti del sangue, e della morte del suo dolcissimo Figlio, siccome tutta se stessa desiderando essa pure dì poter dare il sangue, e la vita per suo amore. I mali di capo, li stiramenti delle mani, e piedi, e le crude ferite, che in questi soffre, e nel petto, non la lasciano né giorno, né notte. Altre cose mi voleva dire, ma io sono stato chiamato altrove.


  21 Giugno 1816. In ordine a quella persona, per cui la Serva del Signore à pregato tanto, e tutt' ora prega per la sua conversione, e di cui le rivelò il Signore, che dopo cinque giorni d'esercizio si sarebbe veduta qualche mutazione, in realtà dopo i cinque giorni fa di tutto per emendarsi da un' abito tanto radicato, cui mai dall’ uso
[207] di ragione aveva fatto la minima resistenza, e in ora à cominciato a star molto consolato sopra i suoi pensieri, e opere, e se persevera, dà fondate speranze di sincera conversione.

   Saranno circa due mesi, che io interrogai la Serva del Signore, se nel pregare massime nelle sue unioni per tal' oggetto avesse mai presentito, o inteso cosa alcuna, e mi rispose, che non capiva niente, anzi vedeva negligentate (Pagina 205)  le sue preghiere, ed una volta intese queste parole — e non sai che questa grazia è oltremodo grande, massime pel continuo disprezzo, che egli à sempre fatto de' miei lumi, e ispirazioni? — e sul momento si sciolse l' unione. Ma ciò non ostante essa non mai cessò di pregare, e di sperare, e mi soggiunse, — che assolutamente voleva questa grazia dal Signore, anche a fronte, che il medesimo Signore avesse perciò voluto il sacrifizio della sua vita —. 

  8 Maggio 1817. Ieri mattina dopo la SS. Comunione ed anche ieri sera nel fare la S. Via Crucis, pregando per la conversione di quella persona da me tanto raccomandatagli, intese dal Signore, che la grazia, che addimandava era assai grande e straordinaria in vista dell'infinita moltitudine di peccati da esso commessi, e del continuo disprezzo, che sempre à fatto, e fa tutt'ora de' suoi lumi, e dei rimorsi, che particolarmente à ricevuto in tante circostanze. Ciò non ostante, le replicò il Signore, in soddisfazione di tante gravissime colpe, tu resterai senza lumi particolari, ed in uno stato di tenebre, e di grandi amarezze di spirito sino a Pentecoste, e due volte la settimana soffrirai i più gravi dolori in tutta la vita tua senza alcun sollievo. Dovrai pure portare il peso di altre pene, che a suo tempo ti manifesterò.


   E nell'atto che essa intendeva dal Signore queste cose, comincio la detta pena a farsi sentire assai pesante. (…).

   Si avverta, che mai si dimentica nelle sue orazioni, e nelle sue unioni di pregare il suo celeste Sposo per alcune persone ed affari... ma in modo particolare per tutti i peccatori, per [DLXXX.] la conversione dei quali brama di essere caricata di tante pene, e dolori, quante ne puol portare lo spirito suo, ed il suo corpo, acciò tutti arrivino a lodare, e a benedire il Signore in eterno. Questa è l'incombenza anni sono ricevuta dal suo divin Sposo, che à sempre eseguito, e che senza intermissione sempre eseguisce” (3l Maggio 1818).
……………………

Confesso che io stesso di fronte a tanto eroismo di Teresa Gardi
avrei subito concluso che ero poco tagliato per…
FARMI VITTIMA D’AMORE,
non riuscendo nemmeno a convertire me stesso!

………………………….

(Milano 15-10-2019), Padre Nicola Galeno



ANGELI MUSICANTI di Vincenzo Pagani 1490-1568)

INNO IN ONORE DELLA VEN. TERESA GARDI  A 250 ANNI DALLA NASCITA

1 - Teresa, ben sapendo
che il Cristo bussa invano
a tanti cuori, il tuo
sapesti spalancar!

2 - Ed ecco che le Piaghe
sante del Salvatore
ti sanno in olocausto
d’Amore trasformar!

3 - Teresa, fosti sempre
quel faro luminoso,
che vuol portare a Dio
l’intera umanità! (RIT)

4 - Chi mai saprà ridire
le tante Vie Crucis,
che in Imola facesti
con indefesso ardor?


ANGELI MUSICANTI di Vincenzo Pagani 1490-1568)

5 - Portasti quella Croce
dell’almo Redentore:
rigava le tue spalle,
scarnificando il cor! (RIT)

6 - Il corpo sì provato
da tante malattie
divenne la fulgente
Betania dell’Amor!

7 - I pasti son frugali,
ridotti all’essenziale:
diventa il tuo digiuno
arma per convertir! (RIT)

8 - Ti vuole il tentatore
vessare crudelmente.
Risulti vincitrice
sol grazie all’umiltà!


ANGELI MUSICANTI di Vincenzo Pagani 1490-1568)

  9 - Sovente sei astratta
dai sensi, sprofondata
in intimi colloqui,
presagi già del Ciel. (RIT)

10 - Ti mostri assai restia
ad accettar l’offerta
di diventare Sposa
del nostro Redentor.

11 - Conosci tu fin troppo
l’estrema piccolezza
dell’esser tuo: cedi
all’insistente Amor. (RIT)

12 - Ricevi quell’anello
nuziale, che sigilla
pienezza dell’unione
con l’alma Trinità.


ANGELI MUSICANTI di Vincenzo Pagani 1490-1568)
  
13 - Avevi tre Avvocati
nell’Angelo Custode,
il Padre San Francesco,
Teresa di Gesù. (RIT)

14 - T’apparve il grande Papa,
che visse prigioniero,
mostrandoti il fulgore
di tanto suo soffrir.

15 - Fu tanto il tuo pregare
che venne allontanato
l’orrore del colera
da questa tua Città! (RIT)












……………………………

(Milano 22-8-2019)

PADRE NICOLA GALENO, OCD

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Il Paradiso non può attendere: dobbiamo già cercare il nostro Cielo qui sulla terra! Questo blog tratterà di argomenti spirituali e testimonianze, con uno sguardo rivolto al Carmelo ed ai suoi Santi