AFORISMA

Meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita
(Rita Levi Montalcini)

Nostra Signora del Carmelo

Nostra Signora del Carmelo
colei che ci ha donato lo scapolare

lunedì 20 maggio 2019

VOGLIAMO PARLARNE? Di DANILA OPPIO




In questi giorni sto pensando di scrivere qualcosa riguardo alla piega che sta prendendo un certo angolo di mondo, quello del clero.
Di notizie tremende ne leggiamo quasi ogni giorno, ma non sono qui a giudicare il comportamento per nulla coerente al Vangelo, di certi individui inqualificabili. Mi vien la nausea al solo pensiero.
Vorrei invece soffermarmi su cosa rappresenta oggi la spiritualità. Ne sto trattando con un religioso, il quale è di certo più vicino di me alle cose della Chiesa.
Ci sono teologi di grande intelletto, biblisti che trattano di religione come un archeologo che si sofferma su un reperto trovato in uno scavo. Lo analizza con competenza, lo classifica, lo colloca in un determinato spazio di tempo. Tutta cultura teologica senza che traspaia un minimo di spiritualità.
Mi chiedo: che senso hanno oggi le religioni, se non riflettono le tradizioni per cui sono nate? Se non seguono gli insegnamenti del Maestro che le ha fatte sorgere? Non mi riferisco solo a quella cristiana, cattolica. In genere non si respira più il senso vero della spiritualità da qualunque parte provenga. L’uomo non segue quasi più le cose del Cielo, ma quelle del mondo. O appartieni a Dio, o a Mammona. Ed è Mammona che attira maggiormente, infido, striscia come una serpe nel cuore e nella mente non solo dei laici, ma anche del clero e dei religiosi.
E così appare normale che ci si serva delle cose del mondo, e si trascurino quelle dello spirito.
Ci si aggrappa a questa vita, e non si pensa a quella che appartiene all’eternità.  Cosa mai potrà essere trasmesso ai giovani, sempre più portati a cercare emozioni forti, a rischio della propria vita? Oggi ho letto di due giovani uomini, che correvano a 220 chilometri orari sull’autostrada A1, schiantandosi e poi falciati da un’auto in arrivo. Dover erano diretti? Presso una discoteca, nella quale avrebbero comperato la loro dose di droga giornaliera.
Se non si ama questa vita che ci è stata donata, se non si conosce l’Autore della stessa, se non ci si sofferma sul senso di questa nostra esistenza, che è quella che da sempre ho individuato come la piattaforma di lancio verso il Cielo, si spreca una grande occasione. Omicidi, droga, violenza e quant’altro è ciò che sta devastando il mondo. Perché dunque seguire le cose del mondo, invece di far volare l'anima in alto, certi che solo quella è eterna?
Non dico di seguire la via dei santi d’un tempo, forse troppo accaniti contro il proprio corpo, con privazioni o torture che oggi vengono tralasciate per quell'aspetto irrazionale, isterico, che certo non era ciò che il Signore insegnava. E neppure farsi irretire da quei santi visionari, per i quali talvolta si tende a dubitare della loro sanità mentale.
Penso ai santi di oggi, quelli sconosciuti, che accettano la sofferenza fisica o morale paragonandola a prove che servono a purificarli. Poco fa ho pubblicato la storia di Marco, ma potrebbe essere quella di Luigi, di Paola, nomi a caso, e di tanti altri. Quelli che in silenzio vivono l’esperienza di Cristo, che con l’esempio ci fanno comprendere quanto sia a volte più difficile vivere in condizioni di salute pessime, o di vita grama sotto altri profili, eppure dimostrano coraggio, sorridono e combattono. Perché il loro pensiero va oltre i confini del mondo. Sale verso l’Alto in direzione dell’Altro.
Sto trattando di laici, non di sacerdoti, di monache, di religiosi che,  a mio modesto avviso, sono questi ultimi a dover infondere la forza del Signore, comportandosi come suoi discepoli, trasmettendo quel senso di spiritualità che mi pare finita nel dimenticatoio delle buone intenzioni.
Fare, creare riunioni, Consigli, ritiri, viaggiare in pellegrinaggi che sembrano sempre più giri turistici che di tipo spirituale. Nelle chiese si vedono poco, sono spesso irreperibili, per non parlare dei confessionali che sono passati di moda non solo per i penitenti, ma anche per il clero. Tempo perso? Che importa se un credente ha bisogno di liberarsi di un peso che gli grava nell’anima? Che importa se un altro vorrebbe incamminarsi verso Dio con l’ausilio di una guida spirituale? Ma dove sono questi sacerdoti, religiosi, che non hanno tempo o desiderio di rendersi utili spiritualmente per chi ne ha bisogno? Non si sa. Hanno mille cose da fare  e non sprecano tempo per queste inezie.


Ultimamente ho potuto costatare che si cerca di distruggere, di affossare, piuttosto che salvare il salvabile, o mantenere quel che già c'era. Non scendo nei particolari, chi mi conosce sa che ho una lingua tagliente, che taglia perché è diventata spada che stronca. Cosa sia stato affossato, lo sanno bene coloro che non ci hanno pensato due volte a fare tabula rasa. Se questo è l'operato della Chiesa, non posso condividerlo e non lo farò mai. L'Arcangelo Michele insegna, e con la spada caccia i demoni. E molti di loro sguazzano felici anche nell'interno della Santa Sede, figuriamoci se non hanno inviato le loro diramazioni anche in altri luoghi che dovrebbero essere sacri a Dio e agli uomini. 
Poi non si lamentino che le chiese si svuotano, che i giovani scelgono strade di difficile percorrenza, che la gioventù è marcia. Scusatemi, ma mi aspetto, anzi pretendo, che siano loro i primi a dimostrarsi santi, che siano loro a dare testimonianza di una vita che segue le orme di Cristo.
Questa è un'assurda pretesa? Forse si, ma ritengo che debbano essere loro a sacrificare per primi la propria esistenza, donandosi agli altri e non pensando ai propri interessi. Qualsiasi essi siano.
Per questo ammiro chi diffonde la spiritualità in varie forme, siano esse conferenze che avvicinano con semplicità i fedeli, non infarcite di argomentazioni teologiche spesso ben poco comprensibili ai semplici, o liriche poetiche a carattere spirituale che toccano il cuore della gente.  Per questo pubblico volentieri testimonianze dirette, che riguardano persone comuni e non Santi in Paradiso, perché come titola questo Blog, IL PARADISO NON PUÒ ATTENDERE, DOBBIAMO GIÀ CERCARE IL NOSTRO CIELO QUI SULLA TERRA. 
E ammiro  con gratitudine immensa i missionari che mettono a rischio la propria vita per il bene degli altri. Grazie Padre Federico del Carmelo della Repubblica Centrafricana, che con penna semplice ma d'effetto, e immagini reali, scrive articoli di grande impatto e verità, su quel che succede in Africa. Mai ricevuto qualcosa  di simile in merito al Camerun. 
Non ho voluto puntare il dito verso nessuno in particolare, mi rivolgo a tutti in generale, piuttosto mi sono limitata a osservare e a trarre alcune riflessioni, che non pretendo siano condivise, ma che senz’altro non sono apparse nella loro nuda e cruda evidenza a me sola. Volevo solo far riflettere chi legge, e spero che lo facciano anche uomini di Chiesa.
Mia madre versa in gravi condizioni. Alcuni religiosi della mia parrocchia ne sono di certo  informati, ma nessuno, dico NESSUNO, si è mai scomodato con una visita a mia madre, o almeno con una telefonata per chiedere notizie e magari spendere una preghiera per lei e per me, che soffro. (Ah, già, dimenticavo, sono presi da tanto da fare, quali pretese potrei mai accampare?) Tranne uno,  che non fa parte di questa parrocchia, eppure da lontano, ovunque egli si trovi ora o in passato, mi ha sempre seguito, e prega quotidianamente per la mia famiglia, così come tanti miei amici e conoscenti laici, che trovano il tempo, anche se ne hanno poco, per scrivermi qualche parola di conforto. 
Danila Oppio

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Il Paradiso non può attendere: dobbiamo già cercare il nostro Cielo qui sulla terra! Questo blog tratterà di argomenti spirituali e testimonianze, con uno sguardo rivolto al Carmelo ed ai suoi Santi