AFORISMA

Meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita
(Rita Levi Montalcini)

Nostra Signora del Carmelo

Nostra Signora del Carmelo
colei che ci ha donato lo scapolare

venerdì 19 maggio 2017

STORIA DELLA PROVINCIA DI "S. ANGELO di LOMBARDIA" DEI PADRI CARMELITANI SCALZI

STORIA DELLA PROVINCIA di "S. ANGELO di LOMBARDIA"
DEI PADRI CARMELITANI SCALZI

PREFAZIONE

Mi pare doveroso premettere foto e manifesto funebre del compianto confratello, che ha steso questa ricerca. Io ritengo sia stato l’unico veramente appassionato di Storiografia carmelitana. (Ferrara 18-5-2017, Padre Nicola Galeno)





 

BREVE LODE di AMORE
a GESÙ BAMBINO.

scritta il 3 DICEMBRE 2005

GESU’ BAMBIN,
MIO RE DIVIN,
PRENDI IL MIO CUOR,
FANNE UN GIARDIN...!
PIENO DI SOLE,
PIENO DI FIOR...
E TUTTI PORTA
AL TUO DOLCE CUOR!

Più voi MI onorerete,
Più vi BENEDIRÒ’' ! ! !

      P. Gerardo Bongioanni


PROVINCIA
di "S. ANGELO di LOMBARDIA"
DEI PADRI CARMELITANI SCALZI

12/V/1617

Infinite e ricche di misericordia le vie del Padre Nostro che è nei cieli ! Egli che tutto ha creato dal nulla, quasi sempre di nulla si serve per dar vita ad opere meravigliose di apostolato fra i suoi figli, e procurare alla sua Chiesa diletta nuove incantevoli fonti di santità!

E' il richiamo costante  al granello di  senapa che, fondato dalla sua Grazia,  cresce, si  sviluppa,  ingigantisce fino  a diventare l'incanto del giardino: e gli uccelli vi trovano la gioia, la vita e lassù vi  fanno il  loro nido, per  diffondere in  altri la vita data dal loro Padre comune.

I CARMELITANI SCALZI IN ITALIA
(1584-1601)

1) A GENOVA.

I Carmelitani Scalzi  giunsero a  Genova nel 1584, a soli 16 anni dall'inizio della Riforma, avvenuta  a DURUELO il 28 NOVEMBRE 1568, per opera del  Santo Padre Giovanni della  Croce e del Padre Antonio di Gesù.
  
Il Padre Nicolò (Doria) di Gesù Maria, delegato ad hoc dal Padre Provinciale della Riforma - Padre Gerolamo Graziano della Madre di Dio - era giunto a Genova nel novembre 1584: scopo era fondare in Roma ed in Italia conventi di Riformati.

Non potè tuttavia  iniziare da  Roma per le molte difficoltà incontrate da parte del Padre Generale dei Carmelitani dell'Antica Osservanza, che non giudicava opportuna l'espansione degli Scalzi fuori dalla Spagna.

Ed allora, favorito  da due Capitoli  e dalla nobiltà  di Genova e dal Senato, ottenne una  Cappella dedicata a  S. Anna, in località detta "Bachernia", uno dei punti più elevati di Genova: e ne prese possesso il 01/12/1584.
Subito vi iniziò  la vita  comune e  la osservanza  regolare con i suoi compagni: Padre  Pietro dell'Incarnazione,  Padre Giovanni di S. Giacomo e Fra Giovanni della Miseria.
L'anno  seguente,   eletto  egli   stesso  Provinciale  della Riforma, nel Capitolo  tenuto in  Lisbona, mandava  a Genova altri...

Padri, che avrebbero dovuto essere  le colonne su cui fondare, per slanciarla verso il cielo, la Riforma Teresiana in Italia. E scelse,  fra  essi:  Padre  Pietro  della  Madre  di  Dio, Padre Domenico di Gesù  Maria, Padre  Ferdinando di Santa  Maria e Padre Giovanni di Gesù Maria: un  oratore ardente, un apostolo generoso, uno  zelantissimo  uomo  di   governo,  un  profondo  direttore  e trascinatore di anime e letterato.

Con l'aiuto dei Doria - della  cui famiglia era Padre Nicolò - e degli  Spinola,  si  potè  ben  presto  ingrandire  il chiostro, aumentare il  numero delle  celle, chiamare  nuovi religiosi della Spagna: così si diede principio ad una osservanza più rigorosa. Infatti, alla  fine  del 1586,  abbiamo  a Genova  nove Religiosi, tutti spagnoli: si  vive una profonda  vita religiosa nel fervore, nello studio e nell'apostolato fecondo di bene.

2) SEPARAZIONE DAI CALZATI

Nell'aprile del 1593  giunge in Genova,  con altri Religiosi, il Padre  Nicolò  Doria, Vicario  Generale  della Riforma:  egli è diretto a Cremona, dove si  deve radunare il Capitolo Generale dei Carmelitani.

Dalle cronache  si sa  che partecipano  a questo  capitolo ben 400 Padri  Calzati:   circa   una   ventina  invece   di   Scalzi  che accompagnavano il  Padre  Nicolò. Naturalmente  non  tutti “avevano voce in capitolo": solo  72 erano i  votanti, numero simbolico dei Discepoli  di  Gesù:   tutti  gli  altri   formavano  il  "solenne apparato", di  cui  ogni  Capitolo Generale  di  quei  tempi aveva necessità...

Ed in  questo  Capitolo,  apertosi il  06/06/1593,  dal Padre Giovanni Battista, Procuratore Generale degli Scalzi, fu richiesta la totale separazione della Riforma dai Calzati, per costituirsi in nuova Congregazione a sé "propter bonum pacis, tranquillitatis et argumentum totius Ordinis".
Un solo  voto mancò  all'unanimità  che concesse  agli Scalzi quanto chiedevano. Da quel giorno  i Frati della Vergine del Monte Carmelo si  distinsero  in due  Ordini,  i Calzati  e  gli Scalzi, entrambi figli prediletti della Vergine, decoro del Carmelo. Più tardi, il 20/12/1593, il  Santo Padre Clemente VIII confermava la separazione con una Bolla.

3) PRIMO NOVIZIATO DELLA RIFORMA.

Ed ecco subito  Padre Nicolò Doria  aprire il primo noviziato in Genova,  ed  a Maestro  dei  novizi, che  avrebbero  chiesto di entrare a fare parte delle nuova Riforma, scelse quel meraviglioso forgiatore di anime  religiose, che tutti  già avevano ammirato, e dal quale il  Padre Provinciale si  attendeva abbondanti ricchezze in spirito per i giovani Religiosi: Padre Giovanni di Gesù Maria.
Primo Novizio, che ebbe la  fortuna di avere un tale Maestro, fu il giovane Giorgio, figlio  del Marchese Massimiliano Stampa di Soncino, che rivestì  il nostro  Santo Abito  il 25/XII/1593: egli ebbe il  nome di  Fra’ Angelo  di Gesù  Maria. E' questi  che Iddio benedetto sceglieva nel 1617  quale PRIMO PROVINCIALE della Nostra diletta Provincia di "S. Angelo" di Lombardia.

Dopo di lui molti altri giovani chiesero il  Santo Abito e professarono la nostra Santa Regola sotto la guida del Venerabile Padre Giovanni di Gesù Maria, che furono la sua prima corona di gloria.

4) IN ROMA                                                   .

Giunge intanto a  Roma la  fama della  predicazione del Padre Pietro della Madre di Dio.
La fama delle straordinarie qualità oratorie dell'umile Carmelitano  Scalzo  invogliò il  Card. Pinelli  - Protettore dell'Ordine Carmelitano - ad averlo in Roma,  perché anche là giungesse la sua parola ardente.

Scrisse  perciò  al   Padre  Priore   di  Genova,  pregandolo vivamente che gli concedesse per qualche tempo il Padre Pietro. Ben volentieri il permesso fu dato:  ed il buon Padre potè partire per  Roma  quale  compagno  del  Card.  Alessandrini,  che  ne  fu felicissimo,  "tanta  era  la  soavità  e  dolcezza  della sua conversazione".

In Roma,  ospite  del Commendator  Tarrugio  nell'Ospedale S. Spirito, in  questa  Chiesa  egli iniziò  la  sua  predicazione. E quanti l'udirono - e  furono folle di popolo  e di ecclesiastici - proclamarono  l'umile   Frate  Scalzo   "uno  degli   oratori  più apostolici del tempo".

Ecco allora  vivo il  desiderio  del Commendator  Terrugio di avere in Roma un convento  di Carmelitani  Riformati; e  ne fece domanda al Papa Clemente VIII.
Gradì ed accettò l'idea suggerita il  Santo Padre: e diede anzi al Prelato stesso l'incarico di ricercare, insieme a Padre Pietro, un luogo conveniente ove aprire una  Casa-Noviziato per gli Scalzi in Roma.

Così incaricò il Padre Procuratore Generale, che rappresentava gli Scalzi in Roma, - Padre Giovanni di San Girolamo - di esprimere il suo augusto  desiderio  ai Superiori  Maggiori  in Spagna;  ma non perdesse tempo,  ed  insieme  al Padre  Pietro  ed  al Commendator Tarrugio, cercasse  di  realizzare questa  Casa-Noviziato  che gli stava a cuore.

LA CONGREGAZIONE D'ITALIA, DI "S. ELIA"

Alle notizie  però  avute da  Roma,  i Superiori  Maggiori di Madrid  risposero  unitamente  al  re  Filippo  II,  che  non  era conveniente che la Riforma si propagasse al di fuori della Spagna; con fondazioni troppo remote v'era il pericolo che si allentassero i legami  con  i  Superiori e  lentamente  si  raffreddasse quello spirito che la Santa Riformatrice aveva impresso nei suoi figli: motivi questi che,  unitamente ad  altri, loro  sembravano più che sufficienti a dissuadere tale fondazione.
Superiore Generale  era in  quel tempo  il Padre  Elia di San Martino. La risposta fu riportata dal  Procuratore Generale al Santo Padre;e  Clemente VIII,  certo ispirato  da Dio,  amabilmente ma risoluto rispose: "Ebbene, se così stanno le cose, separiamo gli Scalzi che sono in Italia da  quelli che sono in  Spagna. Quelli seguano pure il loro sovrano, si governino con i loro Superiori e continuino ad essere - come  furono sinora  - ferventi  ed osservanti Religiosi; quelli che sono in  Italia resteranno sin da  oggi sotto la nostra immediata giurisdizione e Noi, con essi, propagheremo per tutto il mondo la Riforma Teresiana".

Rivolto poi  al Procuratore  Generale: "Quanti  carmelitani Scalzi avete in Italia?". "Beatissimo Padre - disse il Procuratore - non superiamo il numero di trenta!". "Sta bene - concluse  il Sommo Pontefice -  se con due Carmelitani Scalzi s'iniziò la Riforma nella Spagna con tanto successo, ben la potremo diffondere noi, con trenta, in Italia!". Ed il 20/5/1597, con il Breve "Sacrarun Religionum" sottraeva i Carmelitani  Scalzi  esistenti  in  Italia  dalla  obbedienza da quelli  di   Spagna   e   li  sottometteva   alla   sua  immediata giurisdizione, dando ad essi in Protettore il Card. Pinelli.

Cosi ordinava si  cedesse ai Carmelitani  Scalzi la Chiesa di Santa Maria della Scala in Trastevere - costruita di recente - ed il piccolo edificio annesso per stabilirvi il Convento-Noviziato.
Ed ai primi del 1598, chiamato  dal Card. Pinelli e dal Padre Pietro della Madre  di Dio, Commissario  Generale, giungeva a Roma il Padre Giovanni di  Gesù Maria in aiuto del Padre Francesco del SS. Sacramento, Maestro dei Novizi (già Maestro del Noviziato in Pastrana), perché lo coadiuvasse nell'importantissimo ufficio.

1) REVISIONE DELLE COSTITUZIONI

II  Breve   di   Clemente   VIII,  che   stabiliva   la  nuova Congregazione  d'Italia,  incaricava  pure   il  Card.  Pinelli  di rivedere le Costituzioni e  di adattarle alla nuova Congregazione, in armonia però e d'accordo con i Padri residenti in Italia. A questo fine il Cardinale stesso nominò una Commissione che, procedendo  con  cautela,   studiasse  a   fondo  la  legislazione Carmelitana e  lo  spirito  della  Santa  Riformatrice: proponesse quindi i punti da modificare o da togliere completamente. Composta di cinque Padri,  e presieduta dallo stesso Cardinal Pinelli, la  commissione -  ed  il lavoro  fu sopratutto  del Ven. Padre Giovanni di Gesù  Maria - preparò  le Nuove Costituzioni per la Congregazione d'Italia.
Terminato  il  lavoro,   le  Costituzioni   furono  approvate  dal Cardinale ad experimentum.

Immediatamente ne  fu posta  in  vigore l'osservanza  nei due primi Conventi di Genova e di Roma. E' bene ricordare le parole pronunciate dal Pontefice, quando ebbe esaminate  le  Costituzioni  che  gli  venivano  presentate: "Datemi  un  Carmelitano  Scalzo,  che  osservi  fedelmente queste Costituzioni, ed io ve lo canonizzerò!".

2) EREZIONE DELLA NUOVA CONGREGAZIONE D'ITALIA.

Con un  altro  Breve,  in  data  13/XI/1600,  il  Santo Padre Clemente VIII, erigeva  i due Conventi a Congregazione Religiosa, soggetta immediatamente  alla Santa  Sede,  finché non  si fossero fondati altri due conventi. A fondazione avvenuta di queste altre due case, i carmelitani Scalzi d'Italia avrebbero potuto eleggersi, in un proprio Capitolo generale, i loro Superiori Maggiori.

3) NOVIZI DI ROMA.

Il Noviziato in Santa Maria  della Scala vede un accorrere ed un confluire dall'Italia e dall'Europa tutta di giovinezze nobili e generose,  che chiedono  di abbracciare  con entusiasmo  la vita Carmelitana della Riforma di Santa Teresa. E qui si  forgiano meravigliose  figure di  Religiosi ed Apostoli, che -come il loro Maestro  - saranno perfetti esemplari di santità e di zelo a quanti li avrebbero seguiti nel cammino verso la vetta del Carmelo.

Alcuni nomi.

   Padre Mattia di San  Francesco: spagnolo, fondatore di Cracovia, primo Provinciale  di Polonia  (1617),  Definitore Generale  e due volte Preposito Generale. A lui  si deve principalmente la stesura dell'Ordinario o Cerimoniale nostro.
   Padre Vincenzo di San Francesco: spagnolo, tre volte in missioni in Persia, anche come Visitatore Generale;  fu Priore a Milano e a Palermo.
Padre Ippolito dei Santi, romano.  Di nobile famiglia, ma di una profonda umiltà  e  penitenza  austera,  che  lo  distinguevano da tutti. Morì Priore a Milano.
   Padre Alessandro  di San  Francesco: romano, nipote  di Leone XI de' Medici, fratello del Cardinale  Ubaldino. Fondò il Convento di Charenton (1617), Provinciale della  Provincia Romana e DefinitoreGenerale. Tre volte rifiutò la porpora.
   Padre Leone di San Paolo: uomo attaccatissimo al voto di umiltà, particolarità della nuova Congregazione d'Italiana.
    Padre Prospero dello Spirito Santo, spagnolo, l'ardente predicatore ed apostolo che ridiede al nostro Santo Ordine il Santo Monte Carmelo, che ne fu culla.

Impossibile citare tutti i nomi dei Novizi del Ven. Padre Giovanni di Gesù Maria. Egli eletto Maestro nel 1601, rivolse verso di loro tutte le cure più paterne e premurose, perché è persuaso che - sono sue parole - "II Maestro è come la testa di tutto l'Ordine, da cui dipende la struttura di tutta la fabbrica morale del chiostro, il giardiniere del Paradiso della Chiesa e tra noi, l'intelligente cultore della vigna del Carmelo".

Numerosi sono i giovani che accorrono a santa Maria della Scala: essi vengono dalla Liguria, dalla Lombardia, dalla Toscana, da Napoli e poi ancora dalla Spagna, dalla Francia, dalla Svizzera, dalla Germania, dalla Polonia, dal Belgio.

4) LE MISSIONI                                          

Ma il fuoco deve espandersi! E lo zelo che ardeva nell'anima della Santa Madre Teresa, arde pure nel cuore dei figli della nuova Congregazione d'Italia, e li spinge potentemente sulla via delle missioni. Falsi pregiudizi impedivano alla Congregazione di Spagna quei passi, che altri Apostoli già avevano mossi, per primi nel 1582, e poi nel 1583 e 1584, "per portare Cristo alle anime o pur morire".

Ed ecco una occasione provvidenziale. II Santo Padre Clemente VIII vuole inviare un'ambasciata al re di Persia. Le difficoltà sono grandi, ma egli ha fiducia nel Padre Pietro della Madre di Dio, la cui gran fede e carità "che abbraccia tutto il mondo" il Papa conosce assai bene. Ed ai suoi Religiosi affida l'incarico di portarsi in Persia, per avere in quel regno chi lo rappresentasse e simultaneamente propagasse la fede cristiana; insieme nominò Padre Pietro "Vicario Generale delle Missioni". L'invito del Romano Pontefice è una chiara volontà di Dio. Ed il Padre Vicario Generale sceglie religiosi cui affidare l'alta missione.
Dal Papa viene nominato Legato Apostolico il Persia in Padre Paolo di Gesù Maria, genovese, e Padre Giovanni di S. Eliseo, spagnolo, suo consigliere. A questi due si uniscono Padre Vincenzo di S. Francesco, spagnolo, ed un  caro Fratello  Converso di  Lombardia, Fra’ Giovanni dell'Assunta. E partono, il 7/8/1604, verso la Persia.
L'anno seguente, nel primo Capitolo Generale, su proposta del Ven. Padre Giovanni di Gesù Maria, tutti i Capitolari fecero voto di recarsi a qualsiasi missione, quando l'obbedienza lo imponesse, per la conversione degli eretici o infedeli. Da allora tutti i Carmelitani Scalzi, due volte all'anno, rinnovano questo voto di Apostolato delle missioni. Cosi, a   soli   cinque   anni   dalla   costituzione della Congregazione d'Italia, le missioni vengono definitivamente e solidalmente stabilite nella legislazione nostra.
Non è  questo il  fuoco  che consumava  il Sommo  Profeta del Carmelo, alla cui specialissima protezione il Santo Padre Clemente VIII aveva affidato la nuova Riforma? "Zelo Zelatus Sum Pro Domino Deo Exercituum"! La meravigliosa storia delle missioni Carmelitane lo testimonierà nei secoli!

5) IL PRIMO CAPITOLO GENERALE

Dal 1584 in  Genova, dal  1597 in Roma,  i Carmelitani Scalzi vivono con intenso fervore la loro vita di di apostolato. Anche Napoli, avendo conosciuto questi Religiosi favorì ben presto una Fondazione: e questa avvenne nel 1602. Due anni ancora, ed il 17/4/1605 si apre  Canonicamente il Convento di Montecompatri, nelle vicinanze del celebre Tusculo.
La Congregazione  ha quindi  quattro  case: si  verificano le condizioni volute  dalla Bolla  di Clemente  VIII, che  concede ai Religiosi di radunare  il Capitolo  Generale per  eleggere i primi Superiori Maggiori. Ed il Padre Pietro della Madre di Dio, che fino ad allora ha retto  dalla  sua  costituzione  la   Riforma  con  il  titolo  di Commissario  Generale,  convoca  il  primo  Capitolo  Generale nel Convento di Santa Maria della Scala a Roma, per il 1/5/1605. Insieme al  Padre  Pietro  vi  partecipano  i  quattro  Priori dei Conventi, con un Socio eletto dalla Comunità: in tutto nove Padri.
La scelta cade, all'unanimità, sul Padre Ferdinando di Santa Maria, uomo di ottimo governo e di straordinaria prudenza. A Definitori furono eletti:  1) Padre Pietro della Madre di Dio, 2) Padre Giovanni di Gesù Maria, 3) Padre Francesco del SS. Sacramento e 4) Padre Melchiorre della Madre di Dio.

Procuratore  Generale  fu   ancora  eletto   Padre  Pietro  quale Definitore Generale;  questo infatti  fu l'uso  dei vari Capitoli, fino al quinto, nel quale la carica fu data ad un altro Padre, che non fosse Definitore Generale.

6) IL PRIMO CONVENTO IN LOMBARDIA: CREMONA

II nuovo Preposito Generale subito riprese a studiare il modo migliore per estendere la  Riforma in Italia  e all'estero. Le sue doti di governo, il  suo zelo deciso e  sincero, la sua esperienza gli furono ottima guida nel cercare ed inviare elementi con questo preciso impegno. E già il 7/12/1605 i Carmelitani Scalzi possono aprire un convento in Polonia, nella città di Cracovia.
E l'anno  seguente,  1606, sorge  a  Cremona il  primo nostro convento. Unito  ad  altri  tre - Bologna,  Milano,  Faenza  -  sarà questo il primo Noviziato della nostra diletta Provincia Lombarda.
Ecco come segui la nostra prima fondazione.

Un nostro Religioso, conventuale di Genova e fratello del Marchese Cesare  Vidoni,  fu  colpito  da  un  male  agli  occhi.  Gli  era necessaria una cura molto energica  e fu consigliato ai Superiori di mandarlo a Cremona, presso il fratello. Vi si recò Padre Giovanni Pietro dell'Assunzione - il Religioso di cui parliamo -  accompagnato dal Padre  Marco della Purificazione, verso la fine del 1605. Fu accolto con profonda gioia dal fratello suo,  il  Marchese   Cesare,  che   tutto  fece   per  aiutarlo  e provvedergli le cure necessarie.
Ecco  intanto  sorgere  vivo  il  desiderio  di  un  convento  dei Riformati  in  Cremona  ove,  come  si  ricorderà,  la  Riforma fu legittimamente riconosciuta nel  Capitolo Generale del Carmelitani nell'anno 1593.
Si iniziarono perciò le trattative  con il Vescovo Mons. Spaziano, e con le  autorità. Favoriti dal  Vescovo stesso, raccomandati dal Card. Gerolamo Vidoni -  fratello del Padre Giovanni Pietro e del Marchese Cesare -, molto accetti al popolo, in breve tempo si potè concludere la fondazione stessa.
Il Marchese, nella  sua generosità,  diede la casa,  il capitale e sostenne le spese necessarie per  la costruzione della Chiesa: che fu intitolata a S. Imerio. Per tale  fondazione  spese oltre  60.000  lire di  Cremona, cifra veramente  grande   riportata  al   valore   di  quei   tempi.  In riconoscenza, a lui ed alla sua  famiglia, fu donato il diritto di patronato sulla Cappella Maggiore: e qui fu sepolto alla sua morte avvenuta nel 1609. La prima pietra fu posta il  18/VII/1606: e nel 1608 già si poteva iniziare la vita di comunità.

Primo Vicario della nuova fondazione fu Padre Angelo di Gesù Maria (Soncino) , che già abbiamo visto quale primo  Novizio del Ven. Padre Giovanni di Gesù Maria in Genova,  e  futuro primo Provinciale della Provincia Lombarda. Gli fu dato come Sottopriore e Maestro dei  Novizi -  il nuovo - il Convento doveva essere Noviziato – il Padre  Alfonso  di Santa Maria, spagnolo.
A poco a poco la  fondazione venne perfezionata con legati ed eredità lasciati da  benefattori: e potè  avere una biblioteca fra le più ricche della città. Alla fondazione di Cremona  seguirono ben  presto  quelle di Loano (22/3/1608),  di Avignone   (19/3/1609)  e  di  Lublino  (1/5/1610).


7) IL SECONDO CAPITOLO GENERALE

L'ufficio di Preposito Generale durava tre anni: fu soltanto nel 1743, che venne portato a sei anni, sotto il Generalato del Padre Benigno di Gesù.
E così nell’aprile del 1608 si tenne il Secondo Capitolo Generale. Fu eletto questa volta il Padre Pietro della Madre di Dio, che però ben presto fu chiamato al premio di tante fatiche (24/8/1608) ed ancora lo dovette sostituire, quale Vicario Generale, il Padre Ferdinando di Santa Maria, che era il Primo Definitore.

Subentrò allora nella carica di Primo Definitore il Padre Giovanni di Gesù Maria, eletto pure Procuratore Generale ed insieme Maestro dei Novizi in Santa Maria della Scala.
Fu durante questo  triennio che la  Riforma nostra accettò il Breviario Romano,  ottenendo  con un  particolare  rescritto della Santa Congregazione  dei  Riti  (20/7/1609) che  si  stampasse a parte il Proprio dei Santi Carmelitani. Per incarico della Santa Sede, il Cardinal Bellarmino lo esaminò e fu approvato.

In più molto si lavorò -  e sempre del Ven. Padre Giovanni ne è  il  merito   -  per   la  glorificazione   della  Nostra  Santa Riformatrice. Egli ne  scrisse una  breve biografia:  gli studi, i libri, i  documenti,  le  relazioni  di  grazie  attribuite  a lei meravigliarono profondamente il  nuovo Pontefice, Paolo  V, che il 24/10/1609, ordinò  alla  Congregazione  dei  Riti,  l'esame "super puritate et sanctitate  vitae et  miraculis Servae  Dei Teresiae a Jesu".  Il   lavoro   chiaro,   fervido   e   deciso   portò  alla Beatificazione  della  Santa  Madre   pochi  anni  dopo,  cioè  il 14/4/1614.

8) IL TERZO CAPITOLO GENERALE

E siamo al 1611 . Nell'aprile in Montecompatri  si raduna il  3° Capitolo Generale, al quale partecipano 20 Capitolari. Evidentemente la Congregazione d'Italia, benedetta da Dio, prospera e si espande sempre più. Il nuovo eletto è il Ven. Padre Giovanni di Gesù Maria. Meraviglioso Maestro, educatore  di  giovani,  profondo studioso, elegante scrittore, è pure un ardente  e deciso propagatore della Nostra Santa Riforma.
Responsabile di un così   alto ufficio, subito pensa a stabilire ed assicurare fondazioni in città popolose, che fossero centri di movimento di studi: di qui i suoi figli, si sarebbero propagati nei villaggi per evangelizzare gli umili.
Ed eccolo chiedere ed ottenere dal Santo Padre il Papa Paolo V un Breve Apostolico perché il suo Ordine si possa stabilire in Francia con la protezione del Re; ciò che avvenne con la fondazione di un Convento in Parigi il 22/5/1612.  Precedentemente - quale Procuratore Generale - già era riuscito a far penetrare gli Scalzi in Belgio, dove si era aperto un Noviziato a Bruxelles il 29/9/1610, ed a Lovanio dove il 29/10/1611, si era inaugurato uno Studentato.

9) A BOLOGNA

Quasi  contemporaneamente,  mandati  appositamente  dal  Ven. Preposito Generale, altri  quattro Padri si  portano a BOLOGNA per trattare di  una  nuova  fondazione anche  in  questa  città, così importante per  la sua  Università  e per  la  fama che  la faceva nominata in tutto il mondo.

Sono Padre Benedetto di San Clemente  di  Gesù  Maria,  genovese,  il  Padre Pietro,  di Senigallia, e altri  due Padri di cui non sono restati i nomi. Essi, il   6/10/1611,   giunti in   Bologna,   sono accolti fraternamente dal Padri carmelitani della Congregazione Mantovana, in San Martino.
Favoriti dall'Arcivescovo  Borghese,  raccomandato  dal Card. Millini, riuscirono a spianare molte difficoltà poste dai Senatori del Comune, che ebbero finalmente il Rescritto di fondazione il 12/1/1612.
Comprarono una casa entro le mura della città (prima erano in S. Stefano, vicino alla   Parrocchia di S. Giuliano), nella Parrocchia di S. Biagio.   Ebbero tuttavia opposizione dagli Agostiniani - che li temevano troppo vicino -, ma un altro Breve Apostolico acquietò ogni cosa e poterono prendere possesso della nuova fondazione la domenica di Quinquagesima del 1612.

La prima Santa Messa fu celebrata dal Card. Barberini, che divenne poi Urbano VII. Il Padre Antonio Clemente, oratore dei più ardenti, attirò fedeli ed uditori all'inverosimile; cosicché ben  presto  si  pensò ad ingrandire la chiesa e in realtà si misero di  buona volontà, riuscendovi in breve tempo.
Predicazione e apostolato riempivano  la loro giornata libera dalle occupazioni della  vita religiosa; per  cui assai richiesti, sparsero ovunque il  richiamo  e  la  conoscenza  della  Riforma Teresiana, mentre si preoccupavano di fare del gran bene. Primo Priore fu lo stesso Padre Antonio Clemente: sette i Religiosi che per primi abitarono il nuovo Convento.

Pochi anni dopo, il 1/8/1619, ottennero, con i debiti permessi, la Chiesa di Santa Maria Lagrimosa. Due settimane dopo, il 15/8, misero la prima pietra della Cappella Maggiore e nel 1622, la comunità si portò nel nuovo Convento.

10) A MILANO

Non erano ancora quasi terminate le trattative per la fondazione di Bologna, che il Ven. Padre Giovanni si preoccupava di aprire altre case.
Ed ecco inaugurato un Seminario per  le  Missioni  in Roma (7/11/1612); altro convento a Nancy  (Lorena: XI/1612); un altro a Leopoli (Russia: 25/11/1613), un altro ancora a Colonia (Germania: 2/2/1614).
E si giunge allo  svolgersi  della  terza fondazione  del Convento, che farà parte della Provincia Lombarda: MILANO.
Il Ven.  Preposito Generale  avrebbe voluto  che questa fosse una delle  prime  fondazioni,  data  l'importanza  capitale della città, e cercò di  realizzarla con tutta l'anima;  essa invece – e si vedrà il perché - fu l'ultima del suo ufficio.

Le prime trattative per la fondazione le iniziò il Padre Ferdinando di Santa Maria, Definitore Generale, nel settembre del 1611, recandosi a Milano con il Padre Alfonso di Santa Maria, ex Priore di Cremona.
Cordialissime le accoglienze del Governatore Spagnolo e del Rettore della città di Milano; non così invece da parte del Santo Cardinale Federico Borromeo. Ebbe, sì, buone parole per i Padri che si recavano a chiedere la fondazione, il "cui unico scopo era quello di dare aiuto a salvare le anime dei prossimi, con la dottrina, l'esempio della vita, con orazioni e  mortificazioni" (sono   parole della  lettera di presentazione, scritta dal Ven. Padre Giovanni di Gesù Maria); rispose che avrebbe tenuto in buona considerazione la domanda, rimandò i due Padri e... non diede più alcuna risposta. Passarono i mesi ed i due Padri dovettero ritornare nel loro convento di Genova, senza aver nulla combinato!
Fu solo un anno dopo  il 12/1612 che il Card. Taverna, desideroso della fondazione, fece riprendere le trattative con il Card. Borromeo. Per questo fu chiamato dalla Francia il Padre Angelo di Gesù Maria, IV Definitore Generale e Priore di Cremona. Solo potè giungere a Milano nel luglio del 1613, sempre con il Padre Alfonso. Ma il Card. Federico, in visita alla Diocesi a Varese, non volle prendere decisioni prima di trattare con una commissione apposita di sacerdoti.
E la commissione vi frappose numerose difficoltà. Ci vollero mesi e mesi, e tutta la virtù e la diplomazia del Ven. Padre Angelo, perché finalmente, nel gennaio del 1614, il Card. Federico Borromeo concedesse il sospirato permesso della fondazione in Milano. . .

Trovata la casa, preparata la Chiesa, si fissò la data della inaugurazione il 10 febbraio. Ed il giorno stabilito una solenne processione, sfilando dal Duomo, accompagnò i quattro Carmelitani Scalzi, al nuovo Convento. Una grande folla vi partecipò  e fra essi anche  i Carmelitani Calzati, in pubblico attestato di amore e di santa concordia con i loro fratelli.

Primo Vicario,  eletto dal  Preposito  Generale, fu  il Padre Paolo (Simone) di  Gesù  Maria  che  abbiamo  visto  primo Legato Apostolico del Papa Clemente VIII in Persia. Più tardi, subentrava - primo Priore - il Padre Alfonso di Santa Maria, spagnolo, che ne aveva trattata la fondazione con  il Padre Ferdinando prima e poi con il Padre Angelo: egli  prese  possesso della  sua  carica il 28/5/1614.
Nel 1620 il  Convento di  San  Carlo diventerà  il Noviziato della nostra Provincia -  che finora  era a  Cremona - e  tale si manterrà sino alla sua soppressione avvenuta per legge Napoleonica nel 1805.

11) "CONGREGAZIONE DI S. PAOLO" IN ROMA

Ovunque la Riforma procedeva ben  guidata dai  Superiori Generali, che con occhio vigile e  paterno, consigliavano, intervenivano dove la necessità o la convenienza lo richiedessero; n modo particolare  per mantenere  fervida la vita  regolare e lo spirito di unione con Dio, lasciateci dalla Santa Madre Teresa.

Sorse tuttavia in Roma, per opera del Padre Tommaso di Gesù e del Padre Giovanni Taddeo di  S. Eliseo,  una terza Congregazione detta "Congregazione di S. Paolo": essa  aveva  lo  scopo di accettare  tutti  i  Carmelitani  Scalzi  delle  due Congregazioni (Spagnola e  d'Italia),  che volessero dedicarsi all'Opera delle Missioni.

Purtroppo essa  suscitò grandi  questioni fra  i Religiosi di ambo le Congregazioni. Perciò su  istanza del  Ven. Padre  Giovanni, intervenne  il Santo Padre Paolo V e con un Breve la soppresse. La nuova fondazione era, in realtà, inutile, in quanto per il medesimo scopo era già stato  aperto il "Seminario delle Missioni" in San Paolo. Fu ancora  sotto  il Generalato  del  Ven. Padre  Giovanni  che le Missioni ebbero un nuovo impulso e le fondazioni si estesero fino ad Ispahan e di qui fino al Gran Mogol (Cina).

12) QUARTO CAPITOLO GENERALE

Giungiamo così al IV Capitolo Generale che si tiene nell'aprile 1614. La Congregazione, che aveva ricevuto ancora bambina, passa ormai adulta, e sufficientemente ricca di soggetti, di conventi e di missioni, stimata dai grandi e dagli umili, dalle mani del Ven. Padre Giovanni di Gesù Maria a quelle ancora del Padre Ferdinando di Santa Maria, già primo Generale della Riforma.

La Prima Congregazione - di Spagna - si era estesa per tutto il territorio nazionale, compresi quelli coloniali in America; l'impulso invece dato dal Preposito Generale alla Congregazione d'Italia aveva portato i Carmelitani Scalzi in varie parti d'Italia, in Europa e nelle Missioni.                             

II seme dava ottimi frutti anche nei tre conventi che faranno parte della Nostra Provincia: Cremona, Bologna, Milano. Bisogna alimentare la fiamma....

13) A FAENZA.

II fondatore di Bologna, lo zelantissimo Padre Antonio Clemente di Gesù Maria, è invitato per predicazioni a Faenza nel 1615; vi si reca con il Padre Damaso della Madre di Dio.
 L'accoglienza cordiale, la fede e la partecipazione viva dei cittadini alle opere di   bene, gli accendono nell'anima il desiderio di una nuova fondazione in quella città.
Il Vescovo di Faenza il Card. Valente, accoglie volentieri e favorisce la proposta. Si tratta di una fondazione un po’ particolare tuttavia: l'offerta di una chiesa con doveri parrocchiali.

I Superiori Maggiori accettano tuttavia, ben salvaguardando gli impegni della comunità e nel maggio 1615 Padre Antonio-Clemente prende possesso della Parrocchia di San Tommaso con relativa casa parrocchiale.

In pochi mesi riesce ad organizzare così bene la fondazione che per Natale dello stesso anno, già 15 Religiosi possono abitare e lavorare nel ministero. Primo Vicario fu lo stesso Padre Antonio-Clemente. Con le offerte, la ricompensa del lavoro di apostolato e la questua inizia a fabbricare il nuovo Convento. Compra alcune case, le sistema e vi sopraeleva un dormitorio e tutto procede con serenità e manifesto aiuto della Divina Provvidenza.

Gli succede, come Priore, il Padre Francesco di Sant'Anna. Purtroppo gli aiuti vengono a scarseggiare ed egli, temendo di non poter continuare, già pensa di chiudere la fondazione e di lasciare l'onere della parrocchia. Ma intervenne in modo sensibile la bontà del Signore, unita all'aiuto degli uomini e nel 1620 si poterono comperare altre case, altra nel 1623, altra nel 1624. Tutte demolite, si iniziò veramente la fabbrica del Convento e di una nuova Chiesa.

DIVISIONE DELL’ORDINE IN PROVINCIE
(1617)

1) QUINTO CAPITOLO GENERALE

II 5° Capitolo Generale si raduna in Roma nel maggio 1617. Vi partecipano ora ben 44 Capitolari. Tale numero - che desumiamo dagli Atti autentici del Capitolo celebrato in Santa Maria della Scala - dice con evidenza quante ormai fossero le case del Nostro Santo Ordine, sparse in tutta Europa.

Ed è per quéeto continuo e provvidenziale moltipllcarsi di Conventi che il Preposito Generale non può seguire direttamente lo svolgersi della vita regolare dei suoi figli. E' ormai tempo di raggruppare i vari Conventi in Provincie Religiose - come la Chiesa divide i territori in varie Diocesi – e mettervi a capo un Provinciale, coadiuvato nel suo lavoro da altri 4 Padri, che saranno chiamati Definitori Provinciali. E' l'organizzazione solita di ogni Ordine Religioso, che viene chiesta, e la si approva all'unanimità.

2) LE VARIE PROVINCIE

Ed ecco come furono divise e quali territori furono loro assegnati.


1) PROVINCIA DI GENOVA         : comprende la Liguria, il Piemonte e la Toscana.

2) PROVINCIA DI ROMA            : comprende lo Stato Pontificio, la Sicilia e Malta.

3) PROVINCIA DI POLONIA         : comprende la Polonia e la Lituania.

4) PROVINCIA DI LOMBARDIA       : comprende lo Stato Milanese, lo Stato Veneto e l’Emilia.

5) PROVINCIA DI AVIGNONE        : comprende la Gallia, la Lotaringia e la Savoia.

6) PROVINCIA FLANDRO-BELGICA  : comprende il Belgio, la Germania, la Burgundia e l’Inghilterra.

In questo modo la vigilanza e la cura diretta dei nuovi Provinciali, ossequienti e sotto la guida del Preposito Generale, avrebbero guidato con maggior vantaggio i Religiosi, dando un maggior impulso allo sviluppo dell'Ordine.
Il medesimo Capitolo Generale elesse, per la prima volta, tutti i Provinciali, ed assegnò ai vari Conventi i primi Priori. In seguito   ogni   Provincia, radunato   il   proprio Capitolo Provinciale, avrebbe eletto i propri Superiori, secondo il prescritto delle Costituzioni.


LA PROVINCIA DI "S. ANGELO" DI LOMBARDIA


1) ORGANIZZAZIONE DELLA PROVINCIA

Nella Sessione del 15 maggio 1617 furono assegnate le  Regioni. Con 40 voti su 44 fu deciso:
".... ad propagationem Provinciarum et ut consulatur futuris fundationibus, debeat fieri sequens assegnatio: provinciae GENUAE assignetur Regio Pedemontana et Hetruria, subiecta Magno Duci - ROMAE Marca et Umbria, Neapolis et Sicilia, - LONGOBARDIAE Status Venetorum.... " .

Poiché l'Italia era un mosaico di governi, - ricordiamo di essere nel 1600 - era necessario tenerne conto: anche  per i rapporti che i nuovi Superiori avrebbero dovuto avere  con i governanti.
Il giorno prima, il 14 maggio, già si erano fissati i Conventi delle nuove Provincie, con 43 voti su 44.



"Et in quarta (Provincia) Conventus (debeant computari)
S. HIMERII CREMONENSIS
BONONIENSE (coenobium)
MEDIOLANENSE et
FAVENTINUM ac         
MONIALES CREMONAE existentes".   

E quali Religiosi appartenevano alla nuova Provincia? Si rispose alla Sessione del 24 maggio:
"Propositum est... quod illi tantum intelligendi sint filli uniuscuiusque Provinciae, qui habitatione sive conventualitate commorantur in illis: quae (declaratio) vim Constitutionis habere non debeat...".
E fu approvato con 37 voti su 44.      

2) I NUOVI SUPERIORI.

Furono eletti il medesimo giorno, il 24/5/1617:

* Provinciale                   : P. ANGELO DI GESÙ" MARIA
* Priore di CREMONA    : P. ANGELO DI GESÙ MARIA (il Provinciale stesso)
* Priore di BOLOGNA     : P. VINCENZO DI S. FRANCESCO, spagnolo.
* Priore di MILANO         :    P. IPPOLITO DEI SANTI, romano.
* Priore di FAENZA         :   P. FRANCESCO DI S. ANNA, cremonese
* Definitori                            : 1°    P. VINCENZO DI S. FRANCESCO
: 2°  P. IPPOLiTO DEI SANTI
: 3°  P. FRANCESCO DI S. ANNA
: 4°  P. FEDELE DELL’ANNUNCIAZIONE.

Ed ecco " costituita la Nostra PROVINCIA di "S. ANGELO" di Lombardia, con la sua fisionomia propria: il suo Provinciale, i suoi Priorati, i suoi Religiosi ed i limiti di giurisdizione di ogni Superiore.
E' l'alba di un organismo giuridico e morale, che avrà vita feconda di virtù, di bene, di lavoro intenso: un organismo che sarà ricco di elementi fervorosi, ardenti, tesi ad uno sviluppo sempre maggiore della Riforma, ma sopratutto ad uno studio continuo di pratica della vita Carmelitana, nello spirito di Santa Teresa di Gesù e di San Giovanni della Croce.

3) IL PRIMO NOVIZIATO DELLA PROVINCIA: CREMONA-MILANO.

Seguendo la Congregazione nel  suo sviluppo,  abbiamo notato che cura prima dei Superiori Generali  era l'instaurare al più presto le case di Noviziato e le case di Studio, come quelle essenziali per la preparazione dei giovani, che anelavano ad una vita di perfezione nel Carmelo.


Li abbiamo visti sorgere a Genova, a Roma, a Montecompatri, a Parigi, a Bruxelles, a Colonia e a Lovanio.
Già si è notato, che fin dal suo nascere Cremona ebbe questo fine: NOVIZIATO. E' per questo appunto che all'inizio della vita della comunità, nel 1608, vediamo vicino al Padre Vicario, Padre Angelo di Gesù Maria, il Padre Alfonso di Gesù Maria in qualità di Sottopriore e Maestro dei Novizi.

Ora che la Provincia è formata, il Padre Provinciale stima meglio portare il Santo Noviziato sotto il suo occhio vigile e in un luogo dove sia più facile trovare aumento di vocazioni e possibilità di vita per i Religiosi.

E nel 1620 il Convento di S. Carlo di Milano diventa NOVIZIATO della PROVINCIA LOMBARDA, mentre Cremona riceve gli Studenti e se ne forma una Casa di Studio per i Filosofi. Contemporaneamente anche a Bologna si trovano giovani; forse solo i Teologi, che là completano i loro studi, nella città celebre sopra tutte le altre.

4) A PAVIA.

Con animo teso a dare impulso al suo gregge il Ven. Padre Angelo di Gesù Maria si preoccupa della formazione spirituale dei suoi figli, li visita, li consiglia, li sprona, li aiuta con il suo amore di padre e l'esempio di una vita religiosa profondamente vissuta.

Ed intanto cerca di espandere sempre più la sua Provincia con nuovi Conventi . Il suo sogno è ora di aprire una casa in PAVIA, la città celebre per la sua storia, per i monumenti d'arte di cui è ricca, ma più ancora per la sua Università, alla quale accorrevano da tutta Italia.      

Nel 1618 fa domanda di una Chiesa al Comune di Pavia: è la Chiesa di Santa Maria delle Grazie. L'ottiene senza difficoltà da parte dei governanti, che l'avevano in custodia. Non cosi invece la pensava il Vescovo, Mons. Landriani: egli non voleva portare od offrire causa di turbamenti al suo clero – che temeva un aumentare di Religiosi, a quanto pare! - e fece parecchie opposizioni.

Come a Milano, il buon Padre dovette faticare molto prima di vedere coronata la sua domanda. Intervenne  in suo favore il Governatore stesso di Milano, che riuscì a piegare il Vescovo: e diede il suo permesso, ma a condizioni piuttosto onerose....
L'anno seguente, il nuovo Preposito Generale, passando per la prima volta in Pavia - è il Ven. Padre Domenico di Gesù Maria - rescinde deciso il  contratto ed   esclama: "Andiamo! Questa fondazione ci sarà permessa quando meno ci penseremo: ed al buon Vescovo non mancheranno intanto fastidi, finché non ci concederà di buona voglia il consenso'".


Tre anni più tardi, nel 1621, spontaneamente il Vescovo offrì la Chiesa al Padre Floriano di S. Maria, che agì ed accettò in nome del Padre Provinciale.

Il primo Priore fu il Padre Epifanio di S. Giovanni Battista, che ne prese possesso il 7/11/1621.

5) PRIMO CAPITOLO PROVINCIALE

II 19/4/1619, due anni dopo la costituzione della Provincia si raduna in Cremona il PRIMO CAPITOLO PROVINCIALE.
Per quanto ancora non sia possibile determinare quanti furono i Padri Capitolari (dove saranno gli Atti di tutti questi Capitoli e Definitori Provinciali ?!), non sono certo meno di 9, in quanto ogni Priore porta con sé un Socio ed il Capitolo è presieduto da un Provinciale. A quest'epoca i conventi della Provincia sono ancora quattro: CREMONA, BOLOGNA, MILANO e FAENZA.
II nuovo Provinciale eletto è il PADRE FRANCESCO DI S. ANNA, Priore di Faenza. E' lui, che, come già si è accennato, porta il Noviziato a Milano e stabilisce che il Convento di Cremona sia adibito a Casa di Studio per i Filosofi.
Purtroppo finora nessun nome ci è dato conoscere con certezza, chi fossero i primi Novizi che si prepararono alla vita Religiosa nel nuovo Noviziato: i documenti infatti non sappiamo dove trovarli, per ora almeno.. .
E' comunque certo che, con le prime Professioni Religiose, fioriscono nuovi germogli per la diletta Provincia Lombarda: e questa, avendo un'estensione di territorio assai vasta, intende sviluppare sempre di più.

6) A PARMA.

In Bologna il 15/6/1622 si tiene il II Capitolo Provinciale; eletto è il PADRE SIMONE DI S. PAOLO, di Volterra. Con grande fiducia nella generosità e nella fede dei Duchi Farnese - che avevano dato alla Chiesa moltissimi uomini insigni, fra i quali anche Sommi Pontefici - inizia la trattativa con il Duca Ranuccio Farnese per aprire un nuovo Convento nella città di PARMA.

   Il Duca, regnante allora in Parma e Piacenza, benevolmente accetta l'idea di aprire nei suoi stati un Convento di Carmelitani Scalzi e l'avrebbe favorito, ma tutto fu sospeso, perché prima il Duca Ranuccio, poi lo stesso Provinciale (04/11622) morirono.  Un 3° Capitolo Provinciale, radunato nel novembre del 1622, elegge un Vicario Provinciale. Riprese a trattare con il nuovo Regnante il successore del Padre Simone, il nuovo Vicario Provinciale PADRE ANASTASIO DI S. GIOVANNI BATTISTA. Poiché il nuovo Duca era assai giovane ed aveva come tutore lo Zio, Card. ODOARDO FARNESE, il Padre Anastasio si incontrò e trattò con il Cardinale e con la Mamma del Duca Odoardo, Duchessa


Margherita Aldobrandini, moglie di Ranuccio e nipote del Papa Gregorio XV.
Quest'ultima si impegnò con  vera  passione: e,  superate  le difficoltà sorte, offri ai Carmelitani Scalzi l’Oratorio di Santa Maria Bianca.

In questa Chiesa - ove si conservava un'antichissima Immagine miracolosa della Vergine, i nostri Padri entrarono ufficialmente la vita regolare il 4/4/1623. Pochi giorni   dopo,   portata a   termine felicemente questa fondazione, il buon Padre Atanasio volava al cielo (16/81623).

7) A PIACENZA.

   Il 4° Capitolo Provinciale si tiene  a Milano il 16/4/1623. L'eletto è il PADRE INNOCENZO DI SAN VINCENZO, cremonese. Egli pure desidera estendere l'azione dei suoi Religiosi e di procurare loro nuova sede e pensa a PIACENZA.

Le trattative furono lunghe, laboriose anche: l'aiuto Signore, le raccomandazioni di Principi,  il  favore  del Conte Cavalier Bartolomeo Barattieri riuscirono ad ottenergli il permesso della fondazione.
La Curia era vacante per la morte del Vescovo, Mons. Linati; concesse il permesso il Vicario Generale Cesare Galli.
II provinciale allora fece venire da Milano il Padre Valeriano di Santa Cecilia, altri Religiosi chiamò da Cremona, altri ancora da Bologna: in tutto 12 Religiosi. In una casa che era stata donata ai Padri dal Sig. Bianchi si potè finalmente iniziare la santa osservanza il 15/7/1627.
Primo Presidente della nuova Comunità fu il Padre Valeriano e questi, per rendere più comoda l'abitazione, riuscì a comperare un'altra casa, potendo così ingrandire i locali di abitazione. La Chiesetta fu dedicata alla santa Madre Teresa. Primo Priore ne fu il Padre Gian Battista della Madre di Dio.

8) UNA PROVA TERRIBILE: LA PESTE!

Le nuova case aperte dall'inizio canonico della Provincia hanno aumentato assai la cura dei Provinciali, che si succedono ormai regolarmente nei vari trienni. I Conventi ormai sono sette e non è possibile continuare ad aprire nuove case con lo stesso ritmo... Prima è necessario provvedere elementi ben formati ed in quantità sufficiente per un solido governo.
E' vero che il Noviziato passa ogni anno allo Studentato di Cremona e di Bologna i giovani Religiosi perché compiano i loro studi, ma anche questi richiedono anni di preparazione prima che venga loro concessa la sacra Ordinazione. Perciò ora i Provinciali cessano di aumentare il numero delle Case e si preoccupano di formare i giovani, che le devono abitare.      (Continua)

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