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Con lo stesso spirito mi comporto con gli affetti verso le persone: non sono gelosa se qualcuno è più amato di me, non invidio chi possiede più di quanto abbia io. Ciò che ho mi basta e avanza! Quand’ero ragazzina, appena uscita dall’adolescenza, c’era un ragazzo che mi piaceva tanto. Con lui andavo alle festicciole di compleanno, al cinema, o mi veniva a prendere all’uscita di scuola, per accompagnarmi a casa. Un rapporto del tutto innocente, ma che a me faceva battere forte il cuore. Un giorno la mia amica più cara (e anche più bella, devo ammetterlo!) mi disse di essersi innamorata proprio di lui, e mi chiese se mi fosse dispiaciuto se si frequentavano. Le risposi: se lui si interessa a te, vuol dire che io non sono la persona giusta per lui, altrimenti né la tua simpatia, né la tua bellezza lo avrebbero attratto e allontanato da me. E sarebbe sciocco che tu rinunciassi alla tua futura felicità per non ferirmi. Vi auguro di essere felici. Beh, devo ammettere che un po’ ne soffrii, ma solo un pizzico. Io sposai mio marito molto prima che si sposassero loro, e quando, dopo i miei primi due figli, anche l’amica mi disse di attendere l’erede, su sua richiesta le diedi tutto il corredino dei miei piccoli, dalla carrozzina alla culla, compresi gli abitini da neonato. E fui così felice che un’altra bambina potesse goderne, che nessuna ombra mi avvolse!!! Ripeto, non ho fatto nessuna pressione sulla mia volontà, nessun sforzo per conquistare uno spirito generoso, solidale, privo di gelosie e di invidie: sono nata così e quindi il merito non mi appartiene!!
Però posso testimoniare che vivere in questo modo toglie le spine dal cuore e dall’anima, e se altri non avessero avuto questo dono alla nascita, li consiglierei caldamente di sforzarsi per ottenere il distacco dalle cose e dalle creature. Preciso che il distacco dalle creature non significa proibirsi di amarle, anzi, l’esatto contrario! Il distacco inteso come lo intendo io, è evitare di aggrapparsi agli altri come fossero nostra proprietà, perché questo sentimento fa nascere in cuore altri sentimenti negativi: gelosia, rancore, odio, invidia e quant’altro, che più che creare danni al prossimo, ne creano tanti nella nostra esistenza. Si vive male, con questi sentimenti che rodono dentro, lo vedo in tante famiglie, lo leggo e ascolto in tanti fatti di cronaca, dove quello che viene definito “amore” diventa rabbia, odio, e porta a procurare la morte dell’amato e suicidio. Ci si accosta agli altri, lasciandoli liberi, non considerandoli proprietà personale, siano essi coniugi, figli o amici. Se non si mette loro il cappio al collo, con la nostra possessività, loro ci ameranno maggiormente.
Così è per le cose materiali: perdiamo o ci viene rubato un oggetto a noi molto caro, ci dispiace, ma non ne facciamo un dramma, se lo consideriamo solo una “cosa”! Ma se a quell’oggetto abbiamo legato la nostra anima, allora ci tormentiamo e magari imprechiamo. Ma che sarà mai? Sono cose che comunque lasciamo qui dopo la nostra morte, perché dunque farci una malattia? E perché volere a tutti i costi qualcosa che magari elude dalle nostre possibilità finanziarie? Un bel vestito può costare anche molto poco, e se si rovina, non ci piange il cuore se dobbiamo eliminarlo dal nostro guardaroba. E ci tiene caldo lo stesso, anche se non porta una firma prestigiosa!! Una collana di bigiotteria a volte è più carina di una collana d’oro e di brillanti, ingentilisce il nostro collo, senza timore di venir aggredite per uno scippo, o che si slacci e si perda. Non crea invidia, per il suo poco valore, non crea gelosia, e non spinge il ladro a rubare!!! Vedete bene quanto di positivo c’è in tutto questo!! Allora, se non fossi nata così fortunata da non dover combattere per modificare alcune tendenze negative, farei di tutto per raggiungere la pace del cuore, una volta sgrossato da sentimenti negativi, per vivere meglio io, e per far vivere meglio coloro che mi stanno intorno!!!!
Ero povera, ora non sono ricca certamente, ma non mi manca il necessario, grazie a Dio! Potrei permettermi qualche sfizio, eppure la gioia che mi dava quella vecchia bambola, quegli straccetti con cui la vestivo, quei piattini sbeccati e quelle pentoline ammaccate, non me la può dare nessun’altra cosa, per quanto appetibile!! I nostri figli e nipoti, da tempo, stanno perdendo la fantasia, oltre che il senso del valore delle cose! Regaliamo loro meno giochi, ma che siano interattivi, in modo che possano creare i loro momenti ludici, e non annoiarsi, come spesso succede! Le bambole parlanti sono divertenti, per quel breve momento in cui si ricevono, ma poi ripetono ad libitum la stessa frase!! Con la mia pupattola invece, dialogavo moltissimo: lei non parlava, ed ero io a parlarle, e a farla parlare, cambiando voce e facendole dire ciò che meglio conveniva al gioco che stavo “costruendo” con lei! Così come i miei figli che, giocando con gli animaletti dello zoo o della savana, sapevano creare angoli della stanza con cui organizzare le loro avventure. Oggi che fanno i nostri bimbi? Se trovano la pappa pronta, quale avvenire avranno, quale capacità creativa nel costruire il loro futuro? E quale grado di altruismo si pongono di fronte al prossimo? Non sarebbe consigliabile tentare di modificare fin da piccoli alcune tendenze improntate all’egoismo, in modo da creare una società futura consapevole dei beni ricevuti: con il senso dell’economia, con buona manualità, oltre che cultura, atta a renderli indipendenti da un lato, e capaci di socializzare dall’altro? Non sarebbe giusto far comprendere, sin da piccoli, che quanto ci è dato in natura o in beni materiali, vada economizzato, non sprecato, e conservato per l’intera umanità, perché tutto è di tutti? Vi lascio con queste domande, sicura che avrete già risposte appropriate!