AFORISMA

Meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita
(Rita Levi Montalcini)

Nostra Signora del Carmelo

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colei che ci ha donato lo scapolare

sabato 4 gennaio 2020

PARAFRASI DEI PENSIERI DI GIANNETTA BOSCHI (1869.1903) - Parte quinta


PARAFRASI DI PENSIERI DI GIANNETTA BOSCHI  (1869-1903)

    Giovanna Francesca Luigia Boschi, familiarmente detta Giannetta, nasce a Lugo (RA) il 22.02.1869. I suoi genitori persone  stimate e religiosissime hanno 10  figli oltre a Giannetta, quartogenita; uno dei figli Angelo (*) diverrà sacerdote e sarà suo direttore spirituale nell’ultima parte della vita; in famiglia anche tre sorelle divengono suore e un fratello seminarista muore prematuramente.
    La prima Comunione che Giannetta riceve a 10 anni (21 Giugno 1879) segna un profondo cambiamento nel carattere piuttosto vivace, irascibile e capriccioso della bambina che da quel momento cercherà sempre di dominare divenendo silenziosa, rispettosa, affabile con tutti, dedita ai lavori di casa e all’assistenza dei bisognosi.
   Scrive nel suo Diario :“ dalla mia prima Comunione alla quale mi preparai con tanta ansia e spasimo , giorno e notte quell’Ostia nel Sacramento fu il mio particolare tormento. Gesù in quel tempo mi elevava nella santa Comunione facendomi passare davanti tutta la sua vita crocifissa punto per punto.
   A 15 anni una mattina nel riceverlo così mi disse: Sponsabo te mihi in fide (Ti sposerò nella fede, Hos.2,20) e ciò con tanta mia sorpresa e stupore. Così altre volte pure mi venne ripetuto” . “In quel giorno solenne [della prima Comunione] domandai al Signore di servirlo e amarlo nello stato di vita che mi sarebbe stato di maggior sacrificio, per rendermi vera vittima”.
   Devotissima al Sacro Cuore di Gesù (che famigliarmente chiama “il mio Cuoricino” ), che divulga in molti modi e all’Adorazione perpetua,  Giannetta desidera per tutta la vita poter diventare monaca di Clausura nelle Adoratrici Perpetue del Sacro Cuore di Lugo ma molti impedimenti oltre a una salute cagionevole lo impediranno.
   Tale rinuncia rientra nella particolarità della sua chiamata ad essere “oblazione totale”, che conferma definitivamente  il 17.3.1896 consacrandosi durante la S. Messa quale  vittima  e con voto perpetuo al Cuore adorabile di Gesù”.
   Giannetta vive una vita in continua unione con il Signore che le si mostra in visioni intellettuali, parlandole al cuore, suggerendole come pregare. Le sofferenze fisiche accompagnano tutta la sua vita, vessata dal demonio che spesso la colpisce con violenza o la istiga al peccato. Nella sua missione di vittima Giannetta fa particolare riferimento al Sangue Preziosissimo delle Sante Piaghe di Gesù nelle quale tutta si immerge.
   Dopo vari presagi e visioni il  2 agosto, giorno del perdono d’Assisi dell’anno Santo 1990 avviene lo sposalizio mistico con Gesù  che le si rivela nell’eucarestia come Cuore fiammeggiante coronato dalla croce , ferito da una freccia collegato a 7 catene che lo tenevano sospeso: sono i 7 voti con cui Gesù la vuole legata con maggiore amore e perfezione al suo Cuore Ferito: povertà, castità, obbedienza, voto  di vittima, voto della maggior perfezione, di clausura, e adorazione.
   Giannetta muore  il  5.8.1903, dopo aver intensamente pregato per l’anima del Papa Leone XIII recentemente trapassato e per il nuovo futuro Papa Pio X. (Marta Montanari Titonel)
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(*) Don Angelo Boschi, Giannetta Boschi. La vittima universale- 1869-1903. Memorie biografiche scritte da un suo direttore spirituale,  Faenza, Società Tipografica Faentina, 1927
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   A questo punto mi pare doverosa una precisazione. Quelle che seguono sono LIRICHE,  che inquadrano diversi momenti ed atteggiamenti di Giannetta. I lettori troveranno il testo originale in una sezione a parte. Voglio sperare che i più volenterosi si sentano invogliati a portare avanti una loro ricerca personale! Questa volta le immagini sono costituite da scorci di Chiese di Lugo (RA), la città romagnola che ha visto la maggior parte della sua esistenza.

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Ciclo su Giannetta Boschi riparatrice (1869-1903)


   Una mattina le suore Adoratrici Perpetue di Lugo si vedono passare dalla grata un bigliettino…


(Lugo, Chiesa del Suffragio)
PIETÀ, PERDONO E RAVVEDIMENTO
(Parafrasi di pag. 48)

Stese Giannetta uno strano biglietto
per quelle Adoratrici tanto care,
che in occasione dei loro esercizi
spirituali la sanno aggregare.
“Gli scandali io vengo a riparare
di questa miserella. Come ardì
Il nido profanar delle colombe
amate dal Signor con una vita
contraria alle fragranti lor virtù?
Fu giusto che venisse lei respinta.
Vogliate per lei sempre riparare:
pietà, perdono chiedo e compunzione!”.

Anima santa ed umile, ti credi
di falli immaginari ricoperta
e mai ti stancheresti d’espiarli!

   Il Signore sa a lungo aspettare, ma quando decide di parlare lascia parole che avvampano il cuore…


(Lugo, Chiesa di S. Giacomo)
“TUTTO SI DEPONE SULL’ALTARE” 
(Parafrasi di pag. 48)
Stamane nel lasciar quella “Prigione”
del santo Tabernacolo ho avvertito
la brama irrefrenabile di farmi
vera claustrale, benché sottomessa
in ogni evento ai voleri divini.

Da tempo il mio Gesù si nascondeva.
Non resistendo più al lungo silenzio
ed al restar celato fra le nubi
densissime, che avvolgon il mio cor,
così mi parla: “Tutto si depone
sovra l’altare. Là sacrificare
tu devi tutto. Nulla resterà
nell’alma: spogliazione più completa.

Solamente così potrai giovare
a chi facesti oggetto dell’offerta.
Nel mio divin Cuore troverai
compensazioni alle tue privazioni.
Sognavi una tua cella in Monastero.
In questo Cor più pace troverai!”.

   Un giorno Giannetta ebbe l’impressione che queste parole di Gesù fossero state riprese da un testo di S. Giovanni della Croce…

Lugo, Chiesa del Carmine)
“DESIDERARE E NON GUSTARE”
(Parafrasi di pag. 49 e 50)

Un giorno nel sentirmi fortemente
spinta da vocazione dissi al Cristo:
“Quanta la gioia e la felicità
dell’alma religiosa per le grazie
e i beni ricevuta che le gusta!
Davvero sarà grande in questo stato
e incomparabilmente cara a voi!

Non m’aspettavo siffatta risposta…
“L’alma, che tutto sa sacrificare
completamente immolando se stessa,
priva di gioie e di soddisfazioni,
sempre penando per la vocazione
sentita e mai alfin realizzata:
è questa l’alma più cara al mio Cuore!
Desiderar e non gustare sanno
render più meritorio il sacrificio!”.

   Anche Giannetta stentò a capire che le tante difficoltà frapposte alla sua vocazione claustrale erano opera del Signore e non delle creature…


(Lugo, Santuario della Madonna del Molino)
VOCAZIONE SUPERIORE
(Parafrasi di pag. 49 e 50)

Ci furon alme, che chiamate al chiostro
davvero si sentivano ed eppure
restarvi non poterono per cause
indipendenti dalla volontà.
Ottime le qualità, forse pure
In misura maggior rispetto ad altre
ammesse in Monastero. Cosa dire?
Furon difficoltà che suscitate
venivan dal medesimo Signore,
che aveva in mente mire differenti.

Piangon le poverelle. Quanti giorni
debbono consumar nella tristezza!
Consultan sempre nuovi direttori
di spirito, ritentano la prova
altrove, rimanendo ancor deluse…

Si debbono convincer finalmente
di darsi pace. Apprendan da Giannetta
il sacrificio della vocazione,
che poi risulta sempre superiore
proprio perché voluto dal Signore
per l’indiscusso profitto di tante.





 (Santuario del Molino: Madonna col Bambino)

  citazioni dal Diario del fratello Don Angelo  
PIETÀ, PERDONO E RAVVEDIMENTO
   “Giannetta volle attribuire alle proprie colpe la sua uscita dal Monastero del S. Cuore e ben lo espresse in uno scritto vergato da lei in una occasione ignota e che dice cosi: “Io vengo a riparare gli scandali della misera che sì indegnamente venne in questo santo loco a profanarlo tanto con la sua pes­sima vita, scandalizzando ancora le colombe amate di questo nido, e giusto fu respingerla da questo caro ricovero, acciò non appestasse i fragranti fiori di virtù di voi colombe amate. Oh! sempre riparate per questa ingrata. Ed essa sempre chiede pietà, perdono e ravvedimento. "
Forse Giannetta scrisse queste righe in occasione di eser­cizi spirituali delle monache, ai quali veniva ammessa sempre come aggregata all'Istituto, perché, a dir vero, le monache l'amavano assai, l'apprezzavano come un'anima santa e sempre la considerarono come loro consorella. Ella senza dubbio con­siderò quegli esercizi un'espiazione di falli immaginari com­messi in religione, che per solito si attribuiscono le anime veramente umili e sante”. (Pagina 48)
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(Chiesa di S. Giacomo: Cristo morto)

“TUTTO SI DEPONE SULL’ALTARE”  
      “Gesù poi le fece conoscere più tardi che il sacrificio della sua vocazione era ne' suoi disegni, come lo manifesta Gian­netta in un suo scritto del 1902 che qui riporto: " Stamane giorno di giovedì, nel partire da quella S. Prigione (il Taber­nacolo) ho sentito tutto il desiderio della mia vocazione. Benché fosse forte la violenza dell'inclinazione prodotta dal desiderio infrenabile di raggiungere i beni della religione, pure mi sono sottomessa in ogni evento ai divini voleri.
   Gesù che mi stava nascosto, non resistendo più al suo prolungato silenzio, né più restando fra oscurissime nubi in cui si teneva occulto all'anima, tosto così mi ha detto : — Tutto si depone all'altare... Su di esso tutto si sacrifica... Nulla vi resta per l'anima tua se non che un sacrificio ed uno spoglio completo. Sacrifica i beni della Religione e tutto vada per quelle anime per cui interamente ti sei offerta. Nel mio Cuore troverai acquisti che ricompen­seranno le tue privazioni. Sacrifica i beni, le gioie e la pace di essa, anche quella cella a cui aspiravi, e in luogo di essa altra tu avrai ben più solitaria in questo mio Cuore, dove solo tro­verai albergo, pace e riposo...
   Tutto passerà nel tuo cuore per via di sacrificio ed anche per le anime religiose resterai in una continua immolazione, sacrificando i tuoi desideri e i beni tutti della Religione stessa, acciò per mezzo di queste tue pene ottenga ad altre anime la vocazione e consegua popolare questi sacri recinti, aumentando così fra le pungenti spine i fiori del giardino celeste. Sì anche per questa classe tu sei, e devi essere all'altare per quelle ancora già chiamate e poste nel mio giar­dino, ma non corrispondenti, per quelle che l'orrore al sacrificio arresta nel cammino spirituale o che si lasciano vin­cere nei combattimenti dagli ostacoli o dalle pene. "(Pagine 48 e 49)
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(Chiesa di S. Giacomo: S. Rita e S. Giuseppe) 

“DESIDERARE E NON GUSTARE”  
    E in altro luogo del suo memoriale Giannetta scrive ancora:  " Spinta un giorno fortemente dalla mia sentita vocazione così dissi a Gesù : — Quanto sarà la gioia e la felicità dell'anima religiosa per tutte le grazie ricevute e per tutti quei beni che con tanto manifesto piacere essa gode ! Oh come sarà grande l'anima in questo stato e come cara al vostro Cuore per il suo sacrificio ! — Gesù così mi rispose: — Che sarà piuttosto per quell'anima che tutto ha sacrificato, nell'amore del puro sacri­ficio e di una completa immolazione di sé, senza gioie, senza soddisfazioni e penando sempre per una vocazione sentita con desiderio sì veemente, ma sacrificandola continuamente. Desi­derare e non gustare, questo sì è ciò che fa l'anima più grande e più cara al mio Cuore e più meritorio il suo sacrificio. " (Pagine 49 e 50)


(Chiesa del Carmine: Madonna col Bambino)

 VOCAZIONE SUPERIORE   
Ed io vorrei su questo punto chiamare l'attenzione di alcune  le quali da Dio chiamate al Chiostro non hanno potuto rimanervi per cause indipendenti dalla loro volontà. Queste anime, che pure erano dotate di ottime qualità e forse in misura maggiore a tante altre ammesse nella Religione, trovarono difficoltà che le impedirono conseguire il loro intento, difficoltà che non possono supporsi se non suscitate da Dio che non le destinava a tal fine. Esse piangono, passano giorni tristi, consultano ad ogni momento nuovi direttori di spirito, riten­tano la prova in altri conventi, rimanendo sempre deluse nelle loro aspirazioni. Si diano pace una buona volta e apprendano dal sacrificio della vocazione di Giannetta Boschi che vi è una vocazione superiore a tutte le vocazioni, ed è il sacrificio della propria vocazione, sacrificio che alle volte Iddio esige da qual­che anima a vantaggio di molte altre, e che avanti a Lui è assai più meritorio che il compimento dei più santi desideri di vita religiosa”. ( Pagine 49 e 50)

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 (Milano 6-12-2019), Padre Nicola Galeno

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