AFORISMA

Meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita
(Rita Levi Montalcini)

Nostra Signora del Carmelo

Nostra Signora del Carmelo
colei che ci ha donato lo scapolare

domenica 12 novembre 2017

A VENT'ANNI DALLA PROCLAMAZIONE DOTTORE DELLA CHIESA DI S. TERESA DEL BAMBINO GESU' - testo di Padre Nicola Galeno OCD


SOTTO  LO  SGUARDO  DI   TERESA   MARTIN NEO  LAUREATA

   Mentre scrivo queste righe, oggi 19 ottobre 1997, ore 8.50, il sole romano, stranamente primaverile, mi scalda affettuosamente. Vorrei fotografare lo sguardo di Teresa sul loggione della Basilica, ma la gigantografia del volto è troppo piena di riflessi.
   Il biglietto procuratomi da un caro confratello del Teresianum (Ia nostra Facoltà teologica) di per sé sarebbe buono, in quanto il mio posto si trova sul sagrato destro guardando la facciata, ma ho già davanti a me oltre una quindicina di file di sedie saldamente occupate da chi mi ha preceduto.
   Fosse tutto dipeso da me, sarei già in prima fila, ma ho dovuto dir Messa alle 6.50 per le Suore Domenicane presso cui alloggio, raggiungere quindi in bus il Teresianum, dov'è parcheggiata la fida Uno delle Missioni per ricuperare tutto il mio armamentario fotografico, e poi col cavallo di S. Francesco, rispolverando il mio antico passo da bersagliere, portarmi sino a Piazza S. Pietro…
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   Caro Cupolone, quando ti vedo, sempre mi si allarga il cuore. Mi sembra che tu sussurri bonariamente: “Passano i regimi, ma io…rimango. E tu fa' come me: le cose, guardale sempre dall'alto; così non ti farai mai invischiare dalle meschinità!”.
 In quest'intervallo (la funzione è fissata per le 10) possiamo goderci un "Cantate Domino"in polifonia. Sbircio intanto la foto della mia Santina: ora è proprio infotografabile, in quanto il sole l'abbaglia tutta. Ma a me piace anche così. È davvero l'immagine dell'anima che, quando si lascia completamente avvolgere dalla Grazia divina, perde in un certo senso la sua fisionomia per far risaltare solo quella divina.
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  Alle 9 in punto inizia il ripasso dei canti che l'assemblea dovrà eseguire durante la S. Messa. Non ho però afferrato il nome della Corale che ora fa da sostegno.
  Controllo alla mia sinistra la situazione in Piazza S. Pietro. Tutta la parte attrezzata di sedie sino all'obelisco è già colma; non posso comunque fotografarla perchè contro luce. E dato che il sole picchietta la "pavimentazione linda" di questa mia testa,  ricavo un berretto da un fazzolettino (rossastro per la verità)… Spero non abbia dato adito ad insinuazioni politiche"!.
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 Al mio fianco sinistro, poco più avanti ci sono le sedie degli ambasciatori. Si vede  che se la prendono comoda, in quanto sicuri che nessuno soffierà loro il posto. Alle 9.15 soltanto in tre hanno fatto la loro comparsa .
   Vedo purtroppo che le due fontane della piazza non mostrano il loro getto gioioso… Mi sembrano tristi pertanto.
   I solerti uscieri vaticani rimandano cortesemente, ma decisamente indietro chi non ha il biglietto per il sagrato. Pochi istanti fa ho sentito dalla viva voce dl uno che sembra essere il loro capo: " Anche i Vescovi, non fateli passare di qui; loro hanno già il loro posto riservato vicino aI Papa…". A quel punto io ho detto ridendo ad un usciere :”Mi fa piacere veder che anche i Vescovi debbano… rigare dritto!”.
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   Ora si vedono arrivare le mogli di certi ambasciatori con l'impeccabile vestito nero. Riesco intanto a sapere perchè tutte quelle file di sedie grigiorosse dietro l'obelisco siano ancora rimaste vuote. Sono per la gente sprovvista del biglietto d'ingresso  (tra l’altro gratuito): mi piace questa considerazione anche per i semplici turisti o gli sprovveduti.
   Io aspetto sempre che il volto della Santina acquisti un minimo di fotografabilità. Il Papa dovrei vederlo lateralmente da una trentina di metri di distanza. Per fortuna posso contare su di un teleobiettivo da 115 millimetri, anche se rimane sempre l'incertezza delIa cortesia di chi mi sta davanti. A volte infatti qualcuno sale sulla sedia!
   Mentre stendo queste annotazioni, ripenso a tutte le mie Consorelle nipponiche che idealmente rappresento, pur non rivestendo alcun incarico ufficiale. Mi considero infatti un semplice Missionario in vacanza che, quando gira, pensa sempre a quanti stanno…fermi! E mi sforzo pertanto d'imprestare occhi ed orecchi: quest'articolo, corredato da opportune foto, dovrebbe consentir loro una certa partecipazione.
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   Ora un cantante esegue in francese una canzone che sembra rievocare testi della Santina… Per me, organista della vecchia generazione, fa uno strano effetto sentire l'accompagnamento delle chitarre in questo feudo della polifonia… Ma ammetto anch'io che si debba parlare ai giovani con i loro stessi strumenti.
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   Se non si levasse ogni tanto un fil di vento, starei già sudando, essendo l'abito marrone una vera calamita dei raggi! Ora però certi suoni acuti dell'orchestrina mi sembrano dei miagolii… Per fortuna subentra una voce femminile che, sempre in francese,  sembra alzare la temperatura della folla in attesa. Continua intanto l'afflusso dei possessori di biglietto. Probabilmente a chi ne è sprovvisto sarà consentito l'ingresso poco prima della funzione. Un battimani saluta la fine del canto: segno che è piaciuto!
   Guardo il Cristo che sovrasta la facciata. La sua figura si staglia maestosa nel cielo azzurro: m'ispira tanta sicurezza, pur nell'’alternarsi delle epoche!
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 La polifonia sembra voler reclamare i suoi diritti. Pur non afferrandone le parole, sento che il mottetto eseguito sa creare un'atmosfera di sacro raccoglimento. Anche in questa piazza immensa mi ritrovo tutto solo come in una catacomba ove risuonino voci di persone invisibili…
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   Mancano sei minuti. Anche gli ambasciatori ormai si sono tutti accomodati. Due guardie svizzere con le loro alabarde e sgargianti uniformi sostano immobili davanti all'altare eretto sul sagrato.
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   Poco prima dello scoccar delle 10 esce la processione. Un prolungato applauso saluta l'apparizione dell'urna dorata con le reliquie della Santa; essa vien collocata dinanzi all’altare. Si scorge ora il Papa, che sembra schiacciato più dai malanni che dagli anni. Non lo vedevo da una quindicina d'anni… Fa molta fatica a camminare e pare non aver nemmeno la forza di sollevare lo sguardo verso la folla che applaude. Quando parla invece, si sente che ha ancora tanta forza!
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Un Cardinale sintetizza vita e messaggio della Santa. Dietro di lui riconosco il nostro Postulatore uscente (P. Simeone) e quello attuale ( P. Ildefonso), entrambi spagnoli. Il sole intanto sembra volermi consentire finalmente di fotografare il volto dell'amata sorella, neo laureatasi alle 10.18 del mio povero orologio!
Vedo ora rinnovarsi un gesto profetico della Santa. Lei ha sempre amato lanciar petali profumati verso l'ostensorio durante le processioni del Corpus Domini prima e verso il Crocifisso del chiostrino del Carmelo di Lisieux poi…
   Due consorelle teresiane, di cui una di colore, forse a simboleggiare lo zelo missionario di Teresa, lanciano petali sull'urna tra la commozione generale. Davvero spendersi nel segreto solo apparentemente non ha senso… Ma per chi conosce i tempi del Signore è l'unica tattica produttiva a lunghissimo termine. A cent'anni di distanza il chicco marcito nel buio continua a sfornare spighe rigogliose!
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   Il canto della Messa degli Angeli viene alternato con la Cappella Sistina. Mi piace questo gioioso scambio di binari tra i pedoni del canto ed i professionisti della polifonia. Mi sento un umile pastore nella grotta di Betlemme: è così bella la voce degli Angeli che volentieri scordo l'insignificanza della mia!
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   Il tono del salmo responsoriale è molto brioso, grazie anche alla voce argentina del giovane cantore. Scommetto che anche Teresa di lassù tenda l'orecchio, rapita dalle audaci serpentine che sembrano voler scalare il cielo!
   Teresa amava il canto, anche se forse la sua voce non era delle migliori. Ma sapeva scegliere bene la cantante per le sue poesie e rappresentazioni: la cugina Maria, monaca anch'essa, divenne la sua esecutrice preferita.
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   Cara Santina, ora il sole ti consente una pausa e pertanto provo a scattarti un'ultima foto. Nel frattempo un coro polifonico russo (sembrano studenti di teologia) ti allieta con un canto che, pur così lontano dalla nostra sensibilità, riesce a creare l'effetto di una massa che canti in una steppa sconfinata…
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   Sono le 10.55 ed il Papa inizia la sua omelia. Benchè per me i microfoni di Piazza S. Pietro siano i migliori del mondo in quanto in ogni angolo si possono percepire tutte le parole, debbo solo incolpare il mio povero udito che viaggia a ridotto numero di giri… Una mosca curiosa di leggere quanto velocemente annoto in stampatello si viene ogni tanto a posare sulla penna e sulla mano.
   Quando il Papa accenna al fatto che Teresa, pur non avendo frequentato l’università, debba da oggi in poi fregiarsi del titolo di Dottore, un fragoroso applauso lo interrompe.
   Quest'omelia del Papa conosce molti binari. Basta che azioni uno scambio perchè subito dall’italiano passi al francese, salutato da un altro battimani. E debbo dire che il tono della voce del Papa in francese fa credere che abbia qualche anno in meno… Le stupende parole di Teresa sulla scoperta della sua vocazione d’Amore nel cuore della Chiesa vengono salutate dagli applausi dei numerosi francesi.
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   Guardo i pini che sembrano spuntare dietro le statue del colonnato destro… Mi piace questo ciuffo di verde che contrasta col bianco smorto del marmo.
   In fondo, verso Via della Conciliazione, rimangono ancora parecchie file di sedie vuote, benchè ai lati si veda ancora parecchia gente in piedi. Sono forse turisti occasionali che non intendono trattenersi a lungo.
   Il traffico dei bus in fondo alla piazza non disturba affatto, anzi sembra il sottofondo gradito del mormorio di un ruscello montano… Solo le autoambulanze sembrano stonare!
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   Alle 11.15 termina l'omelia. Osservo il Papa: senza il sostegno del pastorale sembra ancor più incurvato… Ora la foto della Santina è quasi perfetta e si ha la netta impressione che da qualsiasi parte la si guardi quel volto cerchi sempre solo te!
   Chissà se i passeggeri dell'aviogetto, che ora ci sorvola, possono godere lo stupendo colpo d'occhio di questa piazza gremita! Ricordo quando anni fa il mio aereo proveniente da Singapore passò proprio sul Vaticano a bassa quota… Roma stava ancora dormendo, ma lui – il Cupolone- era già sveglio e mi diede il benvenuto!
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   La risposta alle varie intenzioni della preghiera dei fedeli ( ora è la volta del cinese e mi sembra davvero un gorgheggio di canarini! ) viene sempre cantata in latino: "Adveniat regnum tuum!"”.
   Al momento dell'offertorio a presentar al Papa il calice e la patena mi sembrano una consorella di clausura ed una teresiana di colore, mentre la Cappella Sistina ci riporta verso le alte sfere…
   La Santina deve aver pregato il vento di temperare i cocenti raggi del suo rivale, il sole, e così ogni tanto si può respirare. Provo compassione per ambasciatori e consorti coi loro vestiti neri e rimpiango la cappa bianca dimenticata nel comò della mia celletta di Oita… Bisognerebbe davvero aver sempre una testa di scorta quando si fanno i bagagli per il ritorno. Quante cose si dimenticano! Ma arriverà pure il giorno che ci vedrà dimentichi della terra perché saremo immersi nella luce eterna!
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   Durante il canto del prefazio la voce del Papa è davvero tremante e le pause per riprender fiato sono sempre più prolungate. Sembra quasi che non debba arrivare alla fine… Ma questi è il Papa delle sorprese! E giunge anche per lui il "sine fine dicentes". Dato che saremo noi a cantare il Sanctus, potrà intanto schiarirsi la voce!
   Al momento della consacrazione del vino una fragranza d'incenso ci vien portata dal vento. Ora è rimasto solo un angolino di vuoto nel posto riservato agli sprovvisti di biglietto.
   S'ode lontano uno scampanio festoso. Siamo ormai alle 11.50 ed è chiaro che quest'oggi l’Angelus papale non potrà rispettare le lancette… Ma per un Dottorato così eccezionale si può anche spostare il…mezzogiorno!
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   Fa sempre impressione cantare all'unisono in gregoriano il Pater noster in questa piazza così vasta, vetrina di tutta l’umanità: la si vede vibrar d'una stessa fede!
   Al momento dello scambio fraterno di pace ripeto ad un anziano signore (lo si direbbe un dignitario del Vaticano, a giudicar almeno dal collare aureo con le "Chiavi del Regno") il saluto giapponese: “Shu no heiwa” (La pace del Signore ).
   Alle 11.58 ricevo anch’io il Signore eucaristico dalle mani di un mio compagno di teologia (bisogna risalire agli anni 66/68 di Venezia): la Santina me l’ha fatto nuovamente incontrare. Le nostre strade però hanno imboccato binari diversi: mentre lui ha percorso i gradini dell'alta dirigenza nell'Ordine, il sottoscritto ha bazzicato solo nelle…cucine della Missione!
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   Improvvisamente ripenso a quella comunione di Teresa il 16 luglio del 1897. A causa dei dolori acuti non aveva chiuso occhio tutta la notte... S'era industriata allora di riempire quelle lunghe ore di solitudine, componendo una poesia che servisse da preparazione alla comunione del mattino in infermeria.
"Tu, che conosci il povero esser mio,
non temi d'abbassarti sino a me…”
   La cugina avrebbe poi cantato a mo’ di ringraziamento l'ultima strofa della sua famosa poesia "Viver d’Amore"… Cara piccola sorella mia, davvero può morir d'’Amore sol chi visse d'Amore!
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   Ora una voce francese ci fa risentire la ben nota pagina ove Teresa elenca le sue molteplici vocazioni… Guardo il Papa: mi sembra notevolmente sollevato ed il suo sguardo abbraccia più agevolmente tutta la piazza.
   Distratto come sono, ho dimenticato di procurarmi un registratore, anche se per la verità questo strumento non mi ha mai entusiasmato. Per me parlano soprattutto gli occhi!
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   Alle 12.12 dopo l'orazione finale il Papa legge alcune considerazioni sulla Santina alla luce dell'odierna Giornata Missionaria Mondiale. Passa quindi ai saluti nelle varie lingue, cominciando naturalmente dal francese. I gruppi linguistici menzionati rispondono con applausi. Quand’è la volta di noi italiani, riusciamo a farci sentire con un semi…boato!
   Mi rimane particolarmente impresso l'invito che il Papa rivolge ai teologi delle Università romane: "Fate tesoro di quest'insegnamento!".
*
   Cara Santina, sono ormai le 12.55 quando tutto finisce e come vorrei poterti mettere sul capo il classico berrettino delle neo laureate!
   Ti scatto un'ultima foto… Ma la più bella me la porto nel cuore!

P. Nicola della Madonna del Carmine,
Missionario carmelitano scalzo in Giappone
Roma 19 ottobre 1997



1 commento:

  1. zailla Tosi ocds Parma12 novembre 2017 alle ore 15:48

    E' quasi l'una di notte ma non sono riuscita a rimandare a domani di leggere questo commento sul Dottorato di Teresa del Bambino Gesù redatto dal nostro poeta Padre Nicola...il quale è riuscito a farmi vivere la sua esperienza come se io fossi la con Lui in quella piazza che tanto amo. zailla

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