1– Fede – Bambini vedono Dio
Poco dopo la nascita di suo fratello, la piccola Elisa cominciò a chiedere ai genitori di lasciarla sola con il neonato. La mamma e il papà di Elisa si preoccupavano che, come quasi tutti i bambini di quattro anni, potesse sentirsi gelosa e volesse picchiarlo o scuoterlo, per cui dissero di no.
Ma Elisa non mostrava segni di gelosia.
Trattava il bambino con gentilezza, e le sue richieste di essere lasciata sola si facevano più pressanti.
I genitori decisero di consentirglielo.
Esultante, Elisa andò nella camera del bambino e chiuse la porta, ma rimase una fessura aperta, abbastanza da consentire ai curiosi genitori di spiare ed ascoltare.
Videro la piccola Elisa andare tranquillamente dal fratellino, mettere il viso accanto al suo e dire con calma:
"Bambino, dimmi com’è fatto Dio. Comincio a dimenticarmelo...".
I bambini sanno com'è fatto Dio, ma arrivano in un mondo che fa di tutto per farglielo dimenticare il più in fretta possibile. "In verità vi dico se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli" (Matteo 18,3).
2– FEDE – Testimonianza
Un vecchietto ateo, non credente, andò da un noto sacerdote. Sperava di essere aiutato a risolvere i suoi problemi di fede. Non riusciva a convincersi che Gesù di Nazareth fosse veramente risorto.
Cercava dei segni di quest’affermata risurrezione...
Quando entrò nella casa canonica, abitazione del sacerdote, c'era già qualcuno nello studio a colloquio.
Il prete intravide il vecchietto in piedi in corridoio, e subito, sorridente, andò a porgergli una sedia.
Quando l'altro si congedò, il sacerdote fece entrare l'anziano signore.
Conosciuto il problema, gli parlò a lungo e dopo un fitto dialogo, l'anziano da ateo divenne credente, desiderando di ritornare alla parola di Dio, ai sacramenti e alla fiducia nella Madonna.
Il sacerdote soddisfatto, ma anche un po' meravigliato gli chiese: «Mi dica, del lungo colloquio qual è stato l'argomento che l 'ha convinta che Cristo è veramente risorto e che Dio esiste ?».
«Il gesto con il quale mi ha porto la sedia, affinché non mi stancassi di aspettare...», rispose il vecchietto.
Se qualcuno ti chiede: "Cos'è il Cristianesimo?". "Guardami!": è l'unica risposte accettabile.
3– FELICITà- Il filo dell'aquilone
C'era una volta un aquilone.
Era legato ad un filo sottile e si librava nell'aria, come danzando, pilotato dolcemente dalle mani esperte di un piccolo uomo, il suo creatore.
L'aquilone gioiva nel vederlo sorridere mentre lui danzava, ma un giorno sentì il desiderio di andare più in alto, di volare da solo e si accorse che quel filo, quel filo sottile glielo impediva.
D'un tratto quell'esile filo che era stato l'unione col suo creatore divenne per lui come una catena opprimente.
L'aquilone cominciò a dimenarsi, a dare strattoni, ad imprecare contro quel piccolo uomo che lo teneva prigioniero.
Tanto si agitò che ad un certo punto il filo si spezzò. L'aquilone cominciò a volare da solo, finalmente libero, felice di danzare nel vento senza catene.
Il piccolo uomo lo chiamava, supplicandolo di non andare troppo in alto, ma egli, ormai libero, non ascoltava le sue parole.
Improvvisamente il vento divenne più forte e cominciò a sbatterlo da ogni parte, a trascinarlo in una folle corsa. Avrebbe voluto rallentare, fermarsi per un attimo, ma non poteva. Il vento lo feriva con le sue raffiche mortali, lo mandava a sbattere contro le cime degli alberi e non poteva scansarle. I rami aguzzi gli strappavano brandelli di carta, mettevano a dura prova il suo esile scheletro.
L'aquilone cominciò ad aver paura, a pensare che presto il suo volo sarebbe finito per sempre.
Guardò giù e, sotto di sé, vide il piccolo uomo che correva affannosamente, cercando di non perderlo di vista.
Provò nostalgia per quel viso sorridente, ma il vento non gli dava tregua, sembrava divertirsi a tormentarlo.
All'improvviso il vento cominciò a scemare e l'aquilone pensò che presto si sarebbe finalmente fermato.
Guardò diritto davanti a sé e vide una grossa pozzanghera che sì faceva sempre più vicina.
Provò un brivido di terrore, ma non poteva cambiare strada. L'acqua lo accolse in un abbraccio mortale e sentì la carta rammollirsi, disfarsi lentamente. "E' la fine", pensò –; ma poi, improvvisamente si sentì sollevato delicatamente da una mano familiare.
Il piccolo uomo, tutto sporco di fango, lo asciugò pazientemente, curò le sue ferite, sistemò il suo esile scheletro e lo legò di nuovo con quel piccolo filo.
Passarono i giorni e l'aquilone tornò a volare legato a quel filo sottile, tra le mani del piccolo uomo.
Capì che era bello volare insieme con lui, danzare per lui e quel filo sottile non gli sembrò più una catena crudele, ma un appiglio sicuro, un rifugio contro le avversità.
Siamo liberi di spezzare quel filo sottile che lega la nostra vita a Dio, ma la libertà che otteniamo e che ci fa volare dove vogliamo, ci porta davvero alla vera felicità?
4- FELICITA' – i due lupi
Una sera un uomo anziano confidò al suo giovane nipote la storia di una battaglia che si combatteva all'interno del suo cuore:
«Figlio mio, ciò che si combatte dentro di me è una battaglia fra due lupi:
– Il primo lupo è malvagio, pieno d’invidia, collera, angoscia, rimorsi, avidità, arroganza, sensi di colpa, orgoglio, sentimenti d'inferiorità, menzogna, superiorità, egocentrismo. È terribile perché mi rende triste e depresso!
– Il secondo lupo invece è buono, pieno di pace, amore, disponibilità, serenità, bontà, gentilezza, benevolenza, simpatia, generosità, compassione, verità e fede. È meraviglioso perché mi rende la vita bella e felice!».
Il bambino un po' disorientato pensò per un minuto e chiese: «Nonno, ma quale dei due lupi vince?».
Il vecchio rispose semplicemente: «Di solito vince sempre il lupo che nutro..."
...e tu, quale lupo stai nutrendo?
5– Felicità – diamanti non sassi
Un giovane partì alla caccia di anitre selvatiche sulla riva di un fiume. Era armato solo di una fionda.
Raccolse alcuni ciottoli sul greto e cominciò a scagliarli con tutta la sua forza.
Mirava soprattutto agli uccelli che si fermavano incautamente sulla riva.
I sassi lanciati finivano con un tonfo nell'acqua profonda.
Soltanto due ciottoli colpirono a morte due uccelli, prima di finire anch'essi nella corrente.
Quando rientrò in città, il giovane aveva due anitre nella bisaccia ed ancora uno dei ciottoli in mano.
Nei pressi della città, un gioielliere lo fermò con un’esclamazione di sorpresa.
"Ma è un diamante, quello che hai in mano! Vale almeno diecimila euro!".
Il giovane cacciatore impallidì e poi si disperò: "Ma che stupido sono stato! Ho usato tutti quei diamanti per uccidere degli uccelli... Se li avessi guardati bene, ora sarei ricco, e invece la corrente li ha portati via!".
Ognuno dei nostri giorni è come un diamante prezioso. Ciò che conta è accorgersene, e non sprecarlo per andare a "caccia" di ciò che non può renderci veramente felici...