AFORISMA

Meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita
(Rita Levi Montalcini)

Nostra Signora del Carmelo

Nostra Signora del Carmelo
colei che ci ha donato lo scapolare

sabato 23 agosto 2025

Ciclo sul Museo diocesano di Cortona (AR) foto e didascalie poetiche di Padre NICOLA GALENO OCD

 














IN MEMORIA DI SR.M.ELISABETTA DELLA TRINITA' - Poesie di Padre NICOLA GALENO OCD





 

MORTI DUE VOLTE PERCHE' DI SECONDA MANO di Padre MAURO ARMANINO

Morti due volte perché di seconda mano

La rabbia del vento: dall’uranio al Sahel

Si può nascere più di una volta e, appunto, morire più di una volta. Tutto dipende dal luogo, dal momento e soprattutto dalla ‘qualità’ del deceduto. Tra vita e morte c’è una un’esigua passerella che permette di attraversare il fiume che congiunge i due momenti. Come dire che le due realtà non sono affatto separabili e l’una riflette l’altra. Nascere, ad esempio, in quella porzione d’Africa chiamata Sahel e più specificatamente nelle ‘Tre Frontiere’, Burkina Faso, Mali e Niger, non è lo stesso che nascere in un Paese come l’Italia. Non è questione di fortuna e neppure di cieco destino ma solo parte di quell’insondabile mistero che è la vita umana. Esso è in parte scritto e in parte da scrivere nella quotidiana umana avventura che ci ostiniamo a chiamare storia. Per dire, in forma diretta, che se uno contava poco da vivo, perché scartato, irrilevante o, addirittura invisibile, si porterà le stesse caratteristiche anche da morto. Per il mondo che decide ciò che è degno di nota, essere uccisi dai gruppi armati nel Sahel non è lo stesso che esserlo in Ukraina o nel carcere a cielo aperto di Gaza.

L’anno scorso i conflitti armati riconosciuti, ripartiti in 36 Paesi, sono stati 61. L’Africa rimane il continente più toccato assieme all’Asia. Peraltro, secondo il Comitato Internazionale della Croce Rossa, i conflitti armati sarebbero oltre 120, un record dal 1946. Molti di questi sono lontani dagli schermi televisivi, le cronache o i mezzi di comunicazione che ‘contano’ e dove i morti, appunto, muoiono due volte. La seconda per dimenticanza, distrazione, censura o ignoranza. Lontani e invisibili da vivi lo sono stati anche da morti. Nel Sudan, preda di una guerra tra le forze armate governative e forze paramilitari, una quarta guerra (in)civile, dal 2023 ad oggi, ci sono stati centinaia di migliaia di morti e milioni di sfollati e rifugiati. Durante la sua permanenza nel Niger chi scrive ha avuto modo di incontrare e talvolta sostenere decine di rifugiati originari del Sudan. La guerra lontana diventava in modo insolente e drammatico il volto di donne, giovani e bambini nati nel frattempo in esilio.

Nelle poche settimane che mi separano dal ritorno in patria è stato inutile o impossibile sentirne parlare. Morti due volte, considerati lontani e di poco peso, proprio come hanno vissuto. O allora nella Repubblica Democratica del Congo, ex Zaire, dove si è trovato e portato via l’uranio che avrebbe permesso la costruzione e l’uso della prima bomba atomica. Questo immenso Paese ha conosciuto uno dei conflitti più mortali dopo la Seconda guerra mondiale. Si stima che i morti per le guerre che si sono succedute dal 1994, la crisi nel Ruanda, ad oggi, siano stati circa 6 milioni e altrettante le persone sfollate. Conflitti armati, spesso motivati per la rapina delle preziose risorse minerarie, che perdurano fino ai nostri giorni, con silenzio e la complicità dei paesi interessati alle terre rare. Non molti sapevano di questa ‘terza guerra mondiale’, lontana e misconosciuta anche e specialmente perché africana, continente, come disse un noto presidente francese a Dakar, fuori della storia.

In dieci anni, secondo il Centro per gli Studi Strategici per l’Africa, nel continente vi sono stati circa 150 mila morti a causa del terrorismo ad opera di gruppi armati militanti ‘islamisti’. I 22.307 morti di quest’anno, legati a questi gruppi, rappresenta un livello record di letalità. Quasi la metà dei morti segnalati si è prodotta nel citato Sahel. Morti nel vento e nella polvere della dimenticanza e l’apparente inutilità. Morti di seconda mano, contadini per la maggior parte, già ai margini per abitudine o per noncuranza. Gente di poco peso e per i quali pochi sarebbero disposti a prenderne le difese o la causa. Morti come quelle cosiddette ‘bianche’, anch’esse accadute senza lasciare troppe tracce. Nel mondo sono in realtà una vera e propria guerra e si stima che si tratti di tre milioni di persone morte nel mondo in seguito ad incidenti o malattie legate al lavoro. In crescita rispetto ad anni precedenti anche per l’aumento della mano d’opera mondiale. Contare di più nella vita per non passare inosservati nella morte. Questa è prima missione della politica.

        Mauro Armanino, Casarza Ligure, agosto 2025

sabato 16 agosto 2025

ASSEDIATI E ASSEDIANTI A NORD DEL SAHEL di Padre MAURO ARMANINO

                     Assediati e assedianti a nord del Sahel


Non ci sono assediati senza assedianti. L’uno e l’altro vanno assieme e non è sempre agevole definire i confini tra le due complementari realtà. Se qualcuno ha letto la storia umana come lotta di classe si potrebbe anche interpretarla come antagonismo tra oppressi e oppressori o allora tra assediati e, appunto, assedianti. Il recente ed ennesimo dramma che proprio in questi giorni ha contribuito ad allungare la lista dei morti nel mare Mediterraneo di Lampedusa, ne rende difficile se non impossibile la determinazione.


 Chi, in questo caso erano gli assediati o gli assedianti rimane una questione aperta secondo da quale punto di vista si legga la vicenda e si usino le parole per descriverla. A nord del Sahel c’è il deserto del Sahara, il Maghreb, il Mediterraneo come ‘Mare Nostro’ e poi le prime avvisaglie dell’Europa meridionale. Chi assedia e chi è assediato è da precisare o scongiurare ogni volta.
L’assedio è inteso come un’operazione di accerchiamento di un luogo per impedirne l’uscita o l’accesso. E’ il caso di numerosi villaggi e città nel Sahel centrale come in altre regioni del continente. Sono letteralmente accerchiati da gruppi armati di matrice ‘djhadista’ spesso gemellati col banditismo che punta all’accaparramento di beni, risorse, armi e droga. In questi casi tutto si complica soprattutto per la penuria dei beni di prima necessità e, in specie per una parte dei giovani, l’adesione ai gruppi armati diventa uno dei modi possibili per sopravvivere. L’assedio si impone come una forma particolare di violenza dove la presenza dello stato brilla per la sua assenza. Applicato talvolta per anni è in grado di mutare la vita economica, sociale e politica di intere porzioni del Continente. A volte assediati e assedianti sembrano declinarsi con contorni ben definiti.
Attorno allo stesso Mediterraneo si trova l’altro e innominabile dramma della terra di Gaza, in Palestina-Israele. Assediati e assedianti, ancora loro, sembrano definirsi agevolmente, se vogliamo essere onesti con la realtà, per chi incarna l’uno o l’altro. La citazione di Marek Edelman, 


uno dei capi resistenti, assediati nel ghetto ebreo di Varsavia dai nazisti durante la Seconda guerra mondiale è illuminante. David Rosenberg, in un discorso del 2017 conclude con le parole di Edelman, dichiarato persona non grata in Israele. Egli testualmente affermava...’ Noi combattiamo per la dignità e la libertà. Non per un territorio o un’identità nazionale...essere ebreo significa stare sempre dalla parte degli oppressi e mai con gli oppressori’. L’assediato può trasformarsi nel tempo e secondo le circostanze in assediante e chi era perseguitato in persecutore. 
Queste ben conosciute mutazioni attraversano la nostra storia personale e collettiva. L’Europa da continente ‘migrante’ si è gradualmente tradotto in terra di destinazione per immigrati. In Italia, tra il 1876 e il 1915, la ‘grande emigrazione’, sono partiti circa 30 milioni di connazionali, in parte poi rientrati in patria. L’Europa dichiarata in stato di ‘assedio’ da parte di forze politiche che trescano e fomentano la paura trai cittadini era la stessa che ‘assediava’ altri continenti, per lavoro e soprattutto col colonialismo. La frontiera tra assediato ed assediante è labile e attraversa ogni persona, società e civiltà. Esattamente come quella tra oppresso e oppressore, colonizzato e colonizzatore perché, ricordava il Martinicano naturalizzato algerino Frantz Fanon, nel colonizzato si nasconde il colonizzatore. 


Per questo c’è chi sceglie di stare sempre e in ogni caso dalla parte degli oppressi.


Statua dei migranti


15 agosto 2025 Festa dell'Assunta


15 agosto 2025 Festa dell'Assunta


 Mauro Armanino, Casarza Ligure, agosto 2025

martedì 12 agosto 2025

Ciclo sul 90° compleanno di P. Cipriano Bontacchio a Kanazawa e memoria del padre Cipriano recentemente tornato al Padre. immagini e didascalie poetiche di Padre NICOLA GALENO OCD

Chiedo una fraterna preghiera di suffragio per il penultimo missionario carmelitano rimasto in Giappone.  PN


訃報

悲しいお知らせです。

チプリアーノ神父が8月10日午後11時に大手町病院で亡くなりました。

享年90歳でした。

通夜:8月15日午後18時

葬儀:8月16日午後0時


先ほど事務員から知らせが来ました。教会からの正式な通知はまだ出ていません。

チプリアーノ神父が生涯を日本での宣教に心血を注ぎ、

多くの日本人を信仰に導いてくださったことに

心からの敬意と感謝を申し上げたいと思います。


Carissimo Padre Nicola

Triste notizia!

Padre Cipriano è mancato all'ospedale Otemachi alle 23:00 dell'11 agosto.

Aveva 90 anni.

Veglia: 15 agosto, ore 18:00

Funerale: 16 agosto, ore 12:00


Ho appena ricevuto la notizia dal clero. Non è ancora stata emessa alcuna comunicazione ufficiale dalla chiesa.

Vorremmo esprimere il nostro sincero rispetto e la nostra gratitudine a Padre Cipriano per aver dedicato la sua vita all'opera missionaria in Giappone e per aver guidato molti giapponesi alla fede.


Kazuko Yasuda












BENVENUTO|

Il Paradiso non può attendere: dobbiamo già cercare il nostro Cielo qui sulla terra! Questo blog tratterà di argomenti spirituali e testimonianze, con uno sguardo rivolto al Carmelo ed ai suoi Santi