Teresina pregava così:
PERCHE’ TI AMO MARIA
Voglio cantare perché ti amo.
Maria, il tuo dolce nome riempie il mio
cuore di gioia.
Quando contemplo la tua vita nel
Vangelo, non ho più paura di avvicinarmi a te, Vergine piena di grazia.
Tu a Nazareth sei vissuta povera tra i poveri.
Tu sei la madre dei poveri,
degli umili, dei piccoli.
Essi possono, senza timore, alzare gli
occhi a te.
Tu sei l'incomparabile Madre
che va con loro per la strada comune,
per guidarli al cielo.
O Maria, voglio vivere con te, voglio
vivere come te,
voglio seguirti ogni giorno.
Mi immergo nella tua contemplazione
e scopro gli abissi d'amore del tuo
cuore. Tutti i miei timori svaniscono
nel tuo sguardo materno
che mi insegna a piangere e a gioire.
Ho iniziato con la preghiera a Maria,
una delle tante che Santa Teresa del Bambino Gesù ha composto, inserite nelle
sue opere, e che sono vere e proprie poesie, tant’è che questa ne fa parte. E’
solo una sintesi di un lungo poema, scritta dalla Santa nel maggio 1897 quindi
nello stesso anno della sua dipartita in Cielo. Per leggerlo tutto, è
indispensabile possedere le opere di Teresina, e consiglio di averne copia
nella biblioteca personale.
Penso che di Teresina si conosca ancora
molto poco: la si immagina una giovane ragazza che si è fatta monaca appena
uscita dall’adolescenza, che è vissuta fino a 24 anni e che quindi, la sua
giovane età e la sua breve vita, le abbiano impedito di lasciare grandi segni
sulla terra. Nulla di meno vero. Santa Teresa del Bambino Gesù ha prodotto
diversi manoscritti: A B e C, moltissime lettere, raccolte in un altro testo,
un congruo numero di poesie, preghiere, testi teatrali d’impronta religiosa,
ultimi colloqui nel quaderno giallo, e scritti diversi. Di sicuro ho scordato
altro, ma il mio intendimento consiste nel dirvi che La Piccola Santa di
Lisieux, com’è conosciuta in Francia, è stata molto prolifica nella scrittura,
e meno infantile di quanto si possa pensare.
Noi frequentiamo da sempre, o da pochi
anni, la Parrocchie e Santuari dedicati a Santa Teresa del Bambino Gesù, e
sappiamo che gli stessi sono fondati dai Padri Carmelitani Scalzi. Quando ho
cominciato a far parte della comunità parrocchiale, ero a digiuno di quasi
tutta la storia dei Santi che hanno dato lustro al Carmelo. A me piace la
conoscenza, se entro in una casa, desidero sapere chi vi abita. Così ho
cominciato a voler conoscere, per prima, la padrona di casa, ben sapendo che il
Padrone è nostro Signore Gesù Cristo. Così mi sono accostata alla letteratura
dei Santi Riformatori del Carmelo Teresiano, e di quelli che ne hanno seguito
le orme. Mi è sembrato doveroso, oltre che un buon metodo per accrescere la
cultura religiosa sull’argomento. Teresina mi ha attratto in modo particolare.
Sulla mia vocazione al Carmelo,
attraverso un potente richiamo di Teresina, l’ho già testimoniato più
volte. Ma non mi bastava, desideravo “appartenere” al Carmelo, farne parte, non
essere solo un satellite che vi gira intorno. Ma come fare? Non potevo farmi
monaca, tanto meno frate, poiché sono una donna sposata e madre di famiglia. Ho
conosciuto così un’altra realtà: l’Ordine Secolare dei Carmelitani Scalzi, del
quale possono far parte uomini e donne, nel loro stato di vita, ovvero,
sposati, celibi, nubili. Incuriosita, ho cominciato a frequentare, come
ascoltatrice, la Comunità che era esistente presso il Convento.
Preghiera, formazione, lettura della
vita e delle opere dei Santi Carmelitani, la Regola di Sant’Alberto, i documenti della Chiesa, tutto ciò
diluito nel tempo, per approfondire, è stata per me un’esperienza viva, di
crescita e di maggior conoscenza del carisma carmelitano.
Allora mi sono chiesta: per quale
ragione questo stesso desiderio di avvicinarsi maggiormente al Carmelo, non è
nato in molti parrocchiani o frequentatori del Santuari? La risposta che mi
sono data è una sola: forse non sono informati dell’esistenza dell’Ordine
Secolare. Forse non sanno cosa realmente sia. Ma per saperlo, basta solo agire
come ho fatto a suo tempo: ci si presenta, l’accoglienza è fraterna, si
ascolta, si dialoga, si sta insieme, non si ha nessun obbligo, il clima è
amichevole. C’è tempo per ascoltare, per approfondire, ed eventualmente farsi affascinare dal carisma carmelitano.
BUONA FESTA DI SANTA TERESINA DEL BAMBINO GESU' !
Eppure nella preghiera di Santa Teresina alla Madonna io ci sento il suo sforzo di fede e tutte le tenebre della notte spirituale. Sono le parole di una bambina che è passata dagli splendori dell'infanzia alla consapevolezza di donna e si attacca alla croce sulla quale l'amore dello Sposo l'ha appesa. Me la sento vicinissima, personalmente stupisco sempre che a soli ventiquattro anni fosse pronta per il cielo. Ho visto una volta delle fotografie terribili della santa sul letto di morte e al lavatoio. A quel tempo non c'erano le lavatrici, era un luogo immenso pieno di monache che lavavano i panni, la sorella di suor Teresina l'ha fotografata mentre svolgeva questa operazione ed era lampante quanto la ragazza, che sarebbe morta da lì a poco con le ossa che le bucavano la pelle, fosse sofferente, ma se la mandavano lì a sfacchinare significa che non se ne accorgevano. E ultimamente ho appreso un'altra cosa sconcia: sapevate che le monache lavavano e stiravano anche i sai dei frati e, suppongo, tutto il resto? E perché, i consacrati maschi ne hanno bisogno? Ma non si vergognano. Se vogliono consacrarsi la prima cosa da fare è di diventare autosufficienti almeno per se stessi.
RispondiEliminaChissà se tu puoi trovare quelle foto, che non ho potuto rivedere mai più, la dolcezza di Santa Teresina era fondata sul masso del più forte dolore: le tenebre di fede, per me non esiste croce più spietata.
Ma quale cancro e quali dolori: con la presenza di Gesù a livello mistico sarebbero piuttosto i benvenuti.
Oggi, i frati non si fanno servire dalle monache: hanno la guardarobiera, e qualche pia donna che rammenda e cuce i loro abiti (nel Carmelo non si chiamano sai, che sono tipici dei francescani). Hanno le cuoche, che preparano pranzo e cena. Insomma, sono serviti e riveriti, mentre le monache, essendo donne, si arrangiano da sole, a turno. Ma all'epoca degli elettrodomestici, il lavoro è agevolato anche per loro.
RispondiEliminaLe foto di Teresina le ho, e per farti contenta, le pubblicherò a breve sul questo blog. La piccola è morta di tubercolosi, all'epoca non esistevano antibiotici, di conseguenza per molti quella malattia era letale.
Ma Teresina è stata curata come meglio potevano, e quando stava al lavatoio, era ancora in buona salute.
le sue due sorelle Celine e Marie si sono sempre prese cura di lei, dentro il monastero. Lei era la più piccola, ed avendo perso la mamma a soli 4 anni, le sorelle maggiori l'hanno cresciuta come se fossero le sue mamme.
Insomma, tornando a bomba, ora la vita claustrale non è più dura come a quei tempi, pensa solo che la Priora del Monastero di Legnano è un medico chirurgo, e quindi sa come prendersi cura delle Sorelle!
I loro monasteri sono molto ben curati, così come i conventi dei frati. Nel nostro, c'è un'infermeria che accoglie tutti i padri anziani e ammalati della Provincia Lombarda, con ascensore per barelle, infermieri che a turno sono presenti 24 ore su 24.
Per fortuna, i tempi sono cambiati, rispetto a quelli in cui ha vissuto Teresina!
Un abbraccio formato Paradiso