Certe parole del Vangelo, come quelle che abbiamo ascoltato oggi, ci mettono a disagio. Sono parole che urtano la nostra sensibilità, perché abbiamo l'impressione - a volte diventa certezza - che in quelle parole ci sia qualcosa di eccessivo e di irragionevole.
"Chi ama il padre e la madre, più di me, non è degno di me", Possiamo dire a Gesù: Ma non è forse la stessa natura a dettare questo amore, come il sentimento più alto e più umano, da coltivare quindi con una disponibilità spontanea e gioiosa?
E poi ancora: "Chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me". Ma la croce ripugna, fa paura. La croce parla di morte, mentre noi vogliamo vivere.
Eppure Gesù è venuto per darci la Vita - chi crede in Me ha la vita eterna" e oggi ancora ci dice: "Non abbiate paura". Nella Bibbia c'è questo invito a non avere paura per ben 366 volte: come dire una volta ogni giorno all'anno, anche bisestile.
E' come se ogni mattina, al risveglio, Gesù ci dicesse: "Non dimenticare di essere oggi un buon testimone del Vangelo, senza temere nulla. Non vergognarti mai della tua fede. Nelle difficoltà, ripeti: "A te, Signore, ho affidato la mia causa" E se proprio devi cedere qualcosa, cedi pure quello che hai, ma non cedere mai la tua anima!.
Allora, cosa significano quelle forti espressioni: chi ama il padre e la madre più di me, non è degno di me e chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me? E chi avrà conservato per sè la propria vita, la perderà. Ecco è proprio quel PER SE' che ci dice cosa vuol dire Gesù.
Sono tutte espressioni che denotano una chiusura egoistica, un amore possessivo che non porta al vero bene, Non abbiamo mai incontrato queste persone? Possono anche amare i propri familiari e amarli in modo apparentemente meraviglioso, ma si tratta, ad uno sguardo più attento, di un amore possessivo finalizzato alle ragioni del proprio io. Se vogliamo tradurre in immagine questo amore possessivo, pensiamo ad una MANO che rimane chiusa dopo aver conquistato, che trattiene e difende, in vista di un possesso che vuole essere esclusivo.
O a quella di una CASA dalle porte sempre sbarrate: sulla strada possono passare gli inviati di Dio - i piccoli del Vangelo - e nessuno che si affacci sulla porta a offrire un saluto e l'ospitalità.
Anche sulla croce: Gesù non dice di PORTARE la croce, cioè di sottomettersi con rassegnazione a un destino che per tutti è segnato dal dolore( in dialetto lombardo si dice: sem nasù per patì, patem! ovvero, siamo nati per patire, patiamo! Non è ciò che intende Gesù - Gesù dice di PRENDERE la croce: è una scelta attiva e consapevole. Prendere la croce, allora, vuol dire accettare di amare.
E il vero amore è sempre inseparabile dal sacrificio, perché amare significa dimenticarsi - espropriarsi - sentirsi poveri perché ll centro della propria vita si trova nella persona a cui è rivolto il nostro amore.
Come Gesù: Amare è consegnarsi alla croce
Sulla croce le braccia sono allargate
Le mani sono aperte
E lì non c'è più possesso, ma solo donazione.
Certo, queste parole di Cristo ci possono anche spaventare, ma Gesù poi aggiunge una frase molto bella di un piccolo gesto:" Chi avrà dato anche un solo bicchiere d'acqua fresca non perderà il premio".
Dare la vita e dare un bicchiere d'acqua fresca: è questa la stupenda pedagogia di Cristo. Nulla è troppo piccolo per il Vangelo.
Nulla vi è di autenticamente umano che non trovi eco nel Cielo.
Perch+ l'uomo guarda le apparenze - Dio guarda il cuore.
E se c'è cuore, tutto il Vangelo può essere racchiuso in un bicchiere d'acqua fresca.
Perché l'uomo vale quanto vale il suo cuore,
La mia vita vale quanto vale il mio amore!
Questa omelia mi ha colpito in modo particolare. Lineare, semplice, concreta, incisiva.
Pensiamo davvero che Gesù ci abbia chiesto sacrifici straordinari, per poter seguire la Sua Via?
Io credo che ci abbia solo chiesto di essere uomini veri e generosi. Uomini col cuore in mano!
Condivido tutto.
RispondiEliminaUn caro abbraccio (in questi giorni ti scrivo!)
Sono felice che ti sia piaciuta! Io l'ho ascoltata con molta attenzione, e l'ho trovata così bella, che non ho resistito al desiderio di diffonderla affinché non fossero solo quei fedeli riuniti nella Celebrazione Eucaristica ad averla ascoltata, ma che i miei oltre 3.000 lettori mensili ne potessero beneficiare.
RispondiEliminaUn abbraccio formato Paradiso