AFORISMA

Meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita
(Rita Levi Montalcini)

Nostra Signora del Carmelo

Nostra Signora del Carmelo
colei che ci ha donato lo scapolare

domenica 25 aprile 2021

MERCENARI, MERCANTI E MILITANTI NEL SAHEL - di PADRE MAURO ARMANINO


Mercenari, mercanti e militanti nel Sahel

Si trovano dappertutto e forse sono la maggioranza. I mercenari compongono e infiltrano praticamente tutti gli ambiti della società. Sono coloro che lavorano, agiscono e combattono solo in cambio di una remunerazione. Li troviamo nelle piccole, medie o grandi agenzie umanitarie e, visto come vanno le cose nel Sahel e dintorni, hanno davanti a loro un futuro assicurato. Li scopriamo nel mondo della politica intesa come interessata amministrazione dell’esistente. Si rivelano in modo comico e indecente nelle periodiche e nevralgiche competizioni elettorali. Si scambiano gli schieramenti e le ‘maglie’ esattamente come in ambito sportivo odierno. Persino nello sport, che di una società è uno degli specchi fedeli, il mercenariato è non solo accettato ma anche imposto per contratto bilaterale.  In ambito educativo i mercenari costituiscono l’assoluta garanzia di continuità di un sistema che alla fine non cerca altro che di riprodurre se stesso. Nell’orbita religiosa, considerata come una delle espressioni dell’assoluto divino, questa categoria di persone trova il proprio spazio di manovra e di rilevanza. Sfruttando l’umana fragilità, lo sradicamento sociale, la perdita di riferimenti etici e la globalizzazione della miseria, crescono i mercenari di consolazione, successo, prestigio e progresso sociale. Si fanno un nome, una carriera e un futuro. Colmano con promesse di felicità futura e di guarigioni immediate, il vuoto creato dall’inutile corsa all’accumulazione di denaro che, non da oggi, si rivela come l’unico dio a cui sacrificare la vita. I mercenari si trovano anche nelle relazioni umane, spesso rivestite di un’aura di quasi sacralità, come la famiglia, le amicizie e le relazioni intime di cui la prostituzione assume un ruolo emblematico. Non parliamo, infine, dello spazio militare che, ormai da tempo, e per scelta, ha promosso i mercenari al ruolo riconosciuto di ‘Contractors’, i quali, senza leggi o limiti legati alla deontologia del mestiere, hanno le strade aperte ad ogni tipo di abuso.

A loro assomigliano i mercanti che, in certo modo, ne assicurano la perpetuità. Comprano, acquistano e soprattutto SI vendono. Gli acquirenti non mancano. Le banche, i partiti, i sindacati, le organizzazioni non governative, i religiosi in cerca di clienti, le multinazionali che vanno dove si paga meno la mano d’opera o le leggi sono favorevoli agli investimenti. Oggigiorno nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si vende a partire dai corpi umani e dal tempo, mercanzia rara come la salute. Si vendono assieme alle paure, i vaccini, i test dell’indotta pandemia dei nostri tempi, il passaporto sanitario, le parole, le verità e i brandelli di futuro appesi a un filo come panni stesi ad asciugare. Tutto si mercanteggia, a partire dalla giustizia che si modella a seconda di chi è indagato e dovrebbe rendere conto dei suoi atti. Quando il mondo si trasforma in un solo e grande mercato, non rimane altro che sperare che arrivino loro, i militanti.

Fortuna esistono anche e soprattutto qui. I militanti che, fedeli alla definizione che li rende così preziosi, lavorano attivamente alla difesa o alla propagazione di un’idea, di una dottrina, di una convinzione che li supera e per la quale sono disposti a dare la vita. Per i diritti umani, per la dignità della donna, contro ogni tentativo di asservimento o schiavitù delle creature più fragili, per un’ecologia integrale, perche giustizia sia fatta, contro la dimenticanza o lo stravolgimento della storia, per la libertà di espressione, per il rispetto delle parole, per la decenza del lavoro e per una pace disarmata. Nel Sahel, come altrove in Africa, sono da contare a centinaia i militanti che fanno esperienza della repressione e della persecuzione. Sono uccisi, rapiti, presi come ostaggi, censurati e soprattutto si trovano ospiti nelle diverse prigioni di stato che si contraddistinguono per crudele inadempienza del proprio ruolo a servizio della giustizia. Si trovano uomini, donne, giovani e adulti che stanno pagando di persona la convinzione che le ragioni per cui si vive sono più importanti e decisive della vita stessa. A loro non basta la ‘nuda vita’ per sentirsi pienamente umani. Ci sono tra loro i santi, i profeti, i poeti, i partigiani, gli innamorati, i migranti in cerca di utopie che, malgrado tutto, esistono ancora. Ed è grazie a loro che la storia avanza con un senso e una direzione. Sono semplicemente imprescindibili

Mauro Armanino, Niamey, 25 aprile,

 la liberazione


mercoledì 21 aprile 2021

GIORNO dopo GIORNO - Due VECCHIE SIGNORE sul WEB - Quel che ci siamo raccontate a TEMPO di COVID - di ANGELA FABBRI e DANILA OPPIO


VIDEO REALIZZATO DA MIA FIGLIA CON MIE INDICAZIONI 
che presenta il testo della copertina (e il lavoro delle due autrici in modo divertente)  per poterlo vedere a tutto schermo cliccate sul quadratino in basso del video a destra. Danila


Finalmente ci siamo riuscite! Il nostro libro è pubblicato su Amazon.
Tra non molti giorni sarà in vendita anche il Kindle E-Book. 
La versione in cartaceo la potrete acquistare al link qui sotto.
La versione in E-book Kindle si può acquistare qui:

Vi presentiamo la copertina, tutta composta da noi.
Angela ha scritto il testo, Danila l'ha illustrata. In realtà questo libro era uscito 
pochi giorni fa in una prima edizione, con la copertina marrone scuro, ma dovendo
modificare alcune parti, abbiamo cambiato colore. Per il resto non è stato cambiato
niente altro, anzi, abbiamo abbassato il prezzo!


Così come Angela ha scritto la seguente sinossi o presentazione:

                              GIORNO  dopo  GIORNO 

                                             Sinossi
  La storia qui narrata è molto semplice: 2 vecchie amiche che si erano perdute, si ritrovano in tempo di Covid e ne percorrono insieme l’interminabile stagione attraverso le  email che si scambiano. 
Insieme, a distanza, dove poi sono sempre state, dato che non si sono mai viste di persona e nemmeno su Skype.

Ci siamo raccontate le nostre giornate di donne di casa che diventavano sempre + lunghe e sempre + uguali…
Ci siamo dette di tutto. E spesso ci siamo anche dette su.
Ci siamo raccontate le creature di terra del cielo e dei mari, gli alberi ci hanno circondato con la forza rinnovata delle foglie, narrandoci anche loro la loro storia.
Le creature dell’Immaginario sono venute a farci compagnia, come i DRAGHI e UROBOUROS il Gran Serpente del Mondo che se ne sta raggomitolato nella terra come il verme in una mela…

Ma non ci siamo dimenticate del Mondo Umano Reale e neanche lui si è dimenticato di noi. Tre volte si è alzato il Vento Africano a portarci la vicenda di posti lontani, messi in un cantone, e, soprattutto, fatti dimenticare dai ‘potenti della Terra’ per continuare a perseguire il proprio PROFITTO silenzioso senza costi aggiuntivi...
Angela (pomeriggio del 2 aprile 2021)

<< La verità su questo nostro libro, quella che dovrebbe essere la sua VERA  SINOSSI è che:

Mi sono innamorata di quei tuoi 2 quadri, scorrendo Versi in Volo, quando ci eravamo perdute. Da soli dicevano tutto quello che ci stava succedendo durante questa Grande Pandemia che ci faceva rammentare il nostro passato (non solo il tuo e il mio, ma quello di tutte le persone della nostra età...) mentre ci era proibito vivere il presente: parlo dell'aprile 2020.
Quando, di lì a poco, e non certo per merito nostro, ma di Padre Federico dal Centrafrica, ci siamo incredibilmente ritrovate, mi venne spontanea l'idea di creare un libro che riuscisse a esprimere quel che TU eri già riuscita a dire con 2 quadri pitturati con i pennarelli che avevi in casa.
E spontaneo è anche stato trovargli un Titolo, che adesso, da qualche mese, anche i TG usano: GIORNO dopo GIORNO...
Dare un nome a chi l'avrebbe scritto, perché ancora non esisteva: 2 Vecchie Signore sul Web.
E anticipare il suo tema, appena incominciato: Quel che ci siamo raccontate a Tempo di Covid...

QUESTA è la VERA storia di questo nostro libro.

Grazie, Danila, per tutto il lavoro che hai fatto e arrivare alla pubblicazione sul WEB, dove il libro è nato.
Angela  >>
I due disegni scelti da Angela per le copertine fronte e retro sono questi, ma  per
ragioni di spazio, abbiamo dovuto ridurli. 



Che dire? Speriamo di avervi incuriositi e che decidiate di ordinare questo nostro lavoro, il quale, ne siamo certe, incontrerà il vostro interesse.
Buona lettura!
Angela e Danila

martedì 20 aprile 2021

NOI IN CAMERUN...testimonianza di Padre Gabriele Mattavelli del 1991

Ricevo da Padre Nicola Galeno OCD quanto segue.
È trascorso un mese dalla dipartita dell'amato P. Gabriele il 19 marzo 2021, e ieri si è svolta la Messa solenne a Concesa, in suo ricordo. 




Nella Trigesima della morte del caro P. Gabriele Mattavelli si sta celebrando in questo momento la S. Messa solenne nel nostro Santuario di Concesa per soddisfare giustamente i molti parenti che il mese scorso non hanno potuto partecipare al funerale tenuto qui a Legnano.
Al fratello ed alla sorella ho voluto fare questo regalino archivistico di quasi 30 anni fa: un'intervista rilasciata da P. Gabriele a P. Claudio Truzzi, Redattore del nostro periodico "Il Carmelo oggi". PN

NOI IN CAMERUN...


  P. Gabriele, ripartito per il Camerun dopo un paio di mesi di vacanza (!) in Italia, ci ha lasciato questo «testamento», su richiesta...
 
«Alcuni giorni fa. Padre Claudio, direttore di «II Carmelo Oggi» e responsabile delle nostre missioni, mi ha fatto queste richieste: «Prima di ripartire per il Camerun, presenta per i nostri lettori il volto attuale della Missione:il numero dei Padri e degli studenti, le vostre attività..., quali sono i vostri progetti..., che cosa «fa» un missionario quando viene in «licenza»...
E così, quantunque già con un piede sull'aereo che mi riporterà in Camerun, cercherò in breve di accontentarlo.
- La nostra Comunità è composta da cinque Padri tutti italiani, inviati in Camerun per diffondere la Buona Novella del Cristo per mezzo della vita carmelitana.
Tra noi vi è Padre Giorgio Peruzzotti: superiore della casa, delegato del Provinciale per il Camerun e parroco di Nkoabamg. E' il grande capo della missione, inviato in Camerun dopo 14 anni di Madagascar. Lavoratore infaticabile, da sempre ha fatto suo il motto del Papa: «La fede si rafforza donandola». E lui si dona fino a rompersi le ossa. L'anno scorso è stato operato di due ernie al disco che l'hanno un po' frenato nella sua attività, ma non nel suo desiderio di donarsi ai fratelli a cui è stato mandato. Ama ripetere: o Africa o morte!
  P. Roberto Lanzone è il Vicario dell'apostolato parrocchiale in Nkoabang. E' pure il sovrintendente della nostra non più piccola casa. Ha seguito per un po' di tempo le monache di Etoudi e la fraternità carmelitana.
 P. Antonio Sangalli è stato il primo ad essere inviato in Camerun. Ha preparato il terreno e il monastero delle Monache. E' «l'architetto» della missione: a lui si devono i lavori di ampliamento della nostra casa; ma è pure il Direttore spirituale del seminario maggiore di Yaoundè. Il sabato e la domenica svolge le funzioni di cappellano delle monache e segue l'Ordine secolare carmelitano.
  P. Giuseppe Sabbatin, della provincia religiosa veneta: dopo 16 anni di Madagascar ci ha raggiunti in Camerun. L'Arcivescovo gli ha affidato alla periferia della città una parrocchia che è in continua crescita e con non pochi problemi per le differenti etnie che la compongono. E' pure confessore delle monache ed eco¬nomo della casa.

Infine, P. Gabriele Mattavelli. Egli continua sempre nel suo apostolato alle carceri; si oc¬cupa del problema degli «handicappati» e segue l'attività religiosa di una cappella nella brousse (savana).
 

  Ma ciò che richiede maggior impegno è la formazione dei giovani che chiedono di diventare carmelitani, di cui sono il responsabile. Questi giovani sono cinque (Emmanuel, Gilbert, Hilaire, Brunot, Thomas), e dal prossimo settembre dovrebbero essere otto.
   I primi cinque vivono in convento con noi e ogni giorno vanno in seminario per i corsi di filosofia. Dovremo comperare un «minibus» per il loro trasporto. Uno degli scopi del Padre Generale mandandoci in Camerun era quello di impiantare l'Ordine Carmelitano. Queste sono le prime vocazioni. Speriamo che giungano a maturazione per un Carmelo teresiano camerunese.
Ai lettori de «II Carmelo oggi» chiedo la loro preghiera, la loro simpatia e anche il loro aiuto per la nostra missione. Se qualcuno volesse «adottare» uno studente carmelitano durante il periodo degli studi si faccia avanti: il Signore gli darà la ricompensa del missionario. che quest'anno celebrava i 400 anni della morte del suo Patrono, S. Luigi Gonzaga. Nella Messa solenne il pensiero andava al dono della fede ricevuta e cresciuta in quella comunità parrocchiale. Là venivano alla mente le parole del Papa nell'Enciclica sulla Missione: «Quando la fede è forte ed entusiasta la comunità parrocchiale è missionaria».

   Dopo la famiglia naturale, quella adottiva: Legnano. Qui, dove per più di 15 anni ho vissuto e lavorato prima di partire per l'Africa. Legnano è il campo base, è la mia casa conventuale, dove è difficile trovare un giorno per te. Gli amici sono tanti: allora... gli incontri, le visite alle famiglie, ai giovani, agli ammalati sono il pane quotidiano, è la condivisione nella fede di quello che hai ricevuto per il bene di tutti.
  E non poteva mancare la visita ai conventi e ai monasteri della Provincia che vanno da Aosta fino a Ferrara, per portare i saluti e le notizie dei Padri e soprattutto delle monache di clausura di Yaoundè, che non hanno certo la possibilità di venire in «licenza».
  E non è ancora finito: qualche giorno di predicazione missionaria a Barzio (Valsassina) - un tuo bel «regalo»! -, e una settimana di incontri spirituali-teologici a Notre Dame de la Vie nel sud della Francia.   Come vedi i 55 giorni di congedo in Italia sono stati ben riempiti.
  Mia sorella all'inizio della vacanza mi aveva proposto di passare 15 giorni di riposo in montagna. Avevo accettato ben volentieri. Poi vedendo come andavano le cose, una sera le dissi: «Senti, 15 giorni sono troppi, facciamo otto giorni». Intanto i giorni passavano e lei mi ricordava la promessa fatta. Io tergiversavo..., finché le dissi: «Credevo di poter fare almeno tre giorni con te, ma vedo che mi è impossibile». Al che lei sbottò: «Ecco, trovi il tempo per tutti, fuorché per te e la tua famiglia!» .Mi chiedo se un missionario può ancora riservare spazi per sé.
  Venendo in «licenza» si approfitta per «revisionare la carrozzeria umana: occhi, bocca, stomaco....» e si approfitta anche per fare il pieno per i bisogni della missione che sono sempre più grandi. Certo, tutto questo va fatto per il Cristo e con il Cristo, altrimenti sarebbe tutto vano.
  Mi viene alla mente quello che diceva S. Teresa d'Avila, la nostra Madre riformatrice:« Teresa da sola non può niente. Teresa e qualche soldo meno che niente: Teresa, il Cristo e qualche soldo può tutto». Vorrei che sia così anche per me.
 La missione nasce dalla gioia profonda di un dono gratuitamente ricevuto (la Fede), che tutto hanno il diritto di conoscere e di ricevere.
 - Infine mi chiedi quali sono i nostri progetti in missione.
 Il primo è quello di far vivere la nostra comunità che è diventata casa di formazione e di preghiera.
 Il padre Provinciale nelle sue visite fraterne ci ha incoraggiati a camminare in questa direzione; a noi ora l'impegno della realizzazione.
 Poi un secondo progetto, molto più ambizioso e che supera le nostre possibilità. Sia il Nunzio Apostolico, sia l'Arcivescovo hanno offerto altre case a Yaoundè: un santuario mariano o un centro di spiritualità. Forse ci hanno stimato un po' troppo, viste le nostre modeste possibilità.
 La richiesta è stata girata al Padre Generale e attendiamo una sua visita tra noi.
 Questo per dirvi che i progetti non mancano, la buona volontà anche, la voglia di lavorare c'è in tutti, le speranze sono grandi.
 Quello che il Papa dice della missione della Chiesa in generale, mi piacerebbe che diventasse realtà anche nella nostra missione parti¬colare: «Vedo albeggiare una nuova epoca missionaria, che diventerà giorno radioso e ricco di frutti se tutti i cristiani risponderanno con generosità e santità alla sfida del nostro tempo».
 Che questa visione ottimistica e piena di speranza del Papa, sia anche in tutti noi: è l'ottimismo della fede.

P. Gabriele Mattavelli - Legnano, 1° agosto 1991

domenica 18 aprile 2021

ASSENTI ALL'APPELLO, OSSIA I BAMBINI DI PAGLIA DI NIAMEY di PADRE MAURO ARMANINO


Assenti all’appello, ossia i bambini di paglia

 di Niamey


Erano arrivati da poco. Tre anni sono nulla nella vita di una persona. La quasi totalità dei bambini bruciati nella scuola di paglia di Niamey avevano proprio quell’età. Il martedì scorso era stato l’inizio del mese santo, il Ramadan, uno dei cinque ‘pilastri’ dell’Islam. È per la terza volta in qualche anno che la stessa scuola aveva subito incendi che avevano spinto le autorità a costruire nuove classi in materiale solido. Non tutte però, perché almeno 21 aule, tutte di paglia, sono andate in fumo in breve tempo, seminando morte e desolazione. Ciò è accaduto in uno dei quartieri più poveri della capitale, conosciuto col nome popolare di ‘Pays Bàs’, Paesi Bassi, così come si addice alla ben più nota Olanda. La zona non è lontana dal nuovo aeroporto internazionale, costruito nei tempi previsti da una compagnia turca di costruzioni specializzate. La ventina di bimbi e un adulto, morti nell’incendio, hanno fatto insieme un ultimo viaggio senza ritorno.

La paglia è usatissima nei villaggi e in città per i tetti delle case tradizionali, per le recinzioni di cortili e di animali o come abitazioni di fortuna per famiglie che vivono di precarietà nei quartieri della capitale. Ben intrecciata, la paglia è usata anche in ambito scolastico per aule di fortuna nelle quali la provvisorietà si trasforma spesso in stato permanente. Di paglia, infine, sono le migliaia di figli di famiglie povere che non possono permettersi le scuole private che prosperano sullo sfacelo della scuola pubblica. Aule di fortuna che, se permettono un minimo di riparo dal sole cocente di stagione, sono poco funzionali per la stagione delle piogge e più ancora vulnerabili al fuoco. Mescolata col fango la paglia è utilizzata per farne mattoni o pareti che resistono il tempo necessario e che, se rivestite di uno strato di cemento, offrono maggiore garanzia di durabilità e igiene. La paglia, nel suo piccolo, conserva qualcosa della cultura tradizionale, nobile e austera.

Come altre capitali del continente e in particolare nell’Africa occidentale, anche Niamey ha subito lo stesso trattamento di ‘modernizzazione’ occorso altrove. Niamey Nyala, Niamey la bella, nella quale ogni regime si sente il dovere di intervenire, si è ingrandita. Sono state distrutte le vecchie abitazioni di fango e paglia, per lasciare il posto a grattacieli, ponti, edifici pubblici rinnovati, hotel con varie stelle come arredo e strade con tanto di cavalcavia che s’inaugurano a ritmi annuali. Grazie alle scuole di paglia si notano i resti del villaggio di  pescatori lungo il fiume Niger, che rappresentava Niamey quando fu scelta come nuova capitale del Paese. Sabbia e paglia sono gli elementi che tengono insieme la storia umana che si dipana e divide nella scelta alternata tra questi due preziosi materiali. Ci sono bambini che sono una mescolanza dei due, fragili e invisibili nella vita corrente, balzati alla cronaca loro malgrado  e troppo tardi. Per esistere bisogna, prima, scomparire.


Di paglia è stata la politica di questi anni che ha privilegiato quanto seduce e serve un’infima minoranza della popolazione. Cantieri di una certa importanza che, oltre al prestigio del regime, hanno contribuito a ‘ricompensare’ imprese e commercianti complici del potere. Parole, promesse elettorali, convegni, viaggi, aiuti esteriori, priorità giurata all’educazione come veicolo di trasformazione e poi aule di paglia per i più poveri come conclusione. Certamente la tragedia poteva e doveva essere evitata. L’inizio del mese di Ramadan avrebbe potuto essere differente per le famiglie che hanno perso per sempre i loro piccoli. Ciò che invece questo dramma rivela è, appunto, la politica di cui i poveri, di paglia, sono stati come sempre le vittime. Loro, i bimbi di paglia e cioè carne e sangue della nostra sabbia, sono partiti ancora prima dell’appello per l’unica scuola, aperta e concepita per i poveri. Lì s’insegna solo quanto servirà a creare un mondo differente da quello che si trova adesso nelle città. Ci sarà da mangiare e bere acqua fresca a sazietà. Ci sarà un tempo per giocare per tutti senza discriminazioni di genere o di età. Non ci saranno né muri né recinzioni perché la scuola si trova in mezzo agli alberi, con i fiori e l’erba appena nata. Gli insegnanti faranno le lezioni a turno, cominciando da coloro che sono appena arrivati.


Mauro Armanino, Niamey 18 aprile 2021


venerdì 16 aprile 2021

Santa Bernardetta Soubirous 16 aprile





Nome: Santa Bernardetta Soubirous

Titolo: Vergine

Nascita: 7 gennaio 1844

Morte: 16 aprile 1879

Ricorrenza: 16 aprile

Tipologia: Commemorazione

Protettrice:degli ammalati

Si chiamava Maria Bernarda, ed era a Lourdes, sconosciuto paesino della Francia meridionale. Era figlia d'un mugnaio, che presto dovette abbandonare il proprio mulino per ridursi a vivere di stenti nel paese.

La mattina dell'11 febbraio 1858 faceva freddo, e in casa Soubirous non c'era più legna da ardere. Bernardetta, con la sorella Antonietta e una compagna, furon mandate a cercar rami secchi nei dintorni del paese. Le tre bambine giunsero così vicino alla Rupe di Massabielle, che formava, dalla parte del fiume, una piccola grotta. Dentro a quella grotta giaceva un bel pezzo di legno. Per poterlo raccogliere, bisognava però attraversare un canale d'acqua, che veniva da un mulino e si gettava nel fiume.

Antonietta e l'amica calzavano gli zoccoli, senza calze. Se li tolsero, per entrare nell'acqua fredda. Bernardetta invece, essendo delicata e soffrendo d'asma, portava le calze. Pregò l'amica di prenderla sulle spalle, ma l'amica si rifiutò, e discese, con Antonietta, verso il fiume.

Bernardetta rimase sola. Pensò di togliersi gli zoccoli e le calze, ma mentre si accingeva a far questo udì un grande rumore: alzò gli occhi e vide che la quercia abbarbicata al masso di pietra si agitava violentemente, per quanto non spirasse alito di vento. Poi la grotta fu piena d'una nube d'oro, e una splendida signora apparve sulla roccia della grotta.

Istintivamente, la bambina s'inginocchiò, tirando fuori la coroncina del Rosario. La Signora la lasciò pregare, facendo passare tra le sue dita, come faceva la piccola orante, i grani del Rosario, che pur essa teneva in mano, senza però mormorare l'Ave Maria. Soltanto, alla fine della posta, s'univa a Bernardetta per recitare il Gloria Patri.

Quando il Rosario terminò, la bella Signora scomparve; sparì la nuvola d'oro, e la grotta tornò nera, dopo tanto splendore. L'apparizione si ripeté varie volte, e Bernardetta non si contraddì mai nel descrivere la bella Signora. « vestita di bianco - diceva -, con un nastro celeste annodato alla vita e con le estremità lunghe fin quasi ai piedi ».

Ma lo strano fu quando la fanciulla per tre volte chiese alla bella signora chi fosse. Per tre volte si sentì rispondere: « Io sono l'Immacolata Concezione ». « Questa risposta non ha significato », dissero coloro che ebbero il compito d'interrogare la povera pastorella. Ma Bernardetta insisteva:

« Ha detto così ».

Né mai si smentì o si contraddisse.

Intanto alla grotta accorrevano fedeli in preghiera, ed ecco che dal fianco della montagna scaturisce il più copioso fiume di miracoli che mai si fosse conosciuto. I ciechi riacquistavano la vista, i sordi riavevano l'udito, gli storpi venivano raddrizzati. Questa volta furono gli scienziati, prima a indignarsi, poi a stupirsi, poi a convincersi che il miracolo negato dai Positivisti era qualcosa di veramente positivo.

Attorno alla grotta di Lourdes si accesero le devozioni più fervide e le discussioni più clamorose. E su Bernardetta si appuntarono curiosità e ammirazione. Ella però soffriva dì tanta attenzione; chiese perciò di entrare in un convento, a Nevers. « Son venuta qui per nascondermi », disse umilmente. Stremata di forze, oppressa dall'asma, respirava a fatica. « Tu soffri molto », le dicevano le consorelle.« Bisogna che sia così », rispondeva la giovane suora.

Bisognava che soffrisse, per restare degna del privilegio che aveva ricevuto, di vedere la Vergine Immacolata.

MARTIROLOGIO ROMANO. Nevers sempre in Francia, santa Maria Bernarda Soubirous, vergine, che, nata nella cittadina di Lourdes da famiglia poverissima, ancora fanciulla sperimentò la presenza della beata Maria Vergine Immacolata e, in seguito, preso l’abito religioso, condusse una vita di umiltà e nascondimento.

GIORNO dopo GIORNO - Due VECCHIE SIGNORE sul WEB - Quel che ci siamo raccontate a TEMPO di COVID - di ANGELA FABBRI e DANILA OPPIO

VIDEO REALIZZATO DA MIA FIGLIA SU MIE INDICAZIONI 

che presenta il testo della copertina (e il lavoro delle due autrici in modo divertente)  per poterlo vedere a tutto schermo cliccate sul quadratino in basso del video a destra. Danila


Finalmente ci siamo riuscite! Il nostro libro è pubblicato su Amazon.

Tra non molti giorni sarà in vendita anche il Kindle E-Book. La versione in cartaceo la potrete acquistare al link qui sotto.

https://www.amazon.it/dp/B092H82948/ref=tmm_pap_swatch_0?_encoding=UTF8&qid=1618434304&sr=1-1


Vi presentiamo la copertina fronte e retro, tutta composta da noi.

Angela ha scritto il testo della copertina, Danila l'ha illustrata.

Così come Angela ha scritto la seguente sinossi o presentazione:

                              GIORNO  dopo  GIORNO 

                                             Sinossi

La storia qui narrata è molto semplice: 2 vecchie amiche che si erano perdute, si ritrovano in tempo di Covid e ne percorrono insieme l’interminabile stagione attraverso le  email che si scambiano. 

Insieme, a distanza, dove poi sono sempre state, dato che non si sono mai viste di persona e nemmeno su Skype.

Ci siamo raccontate le nostre giornate di donne di casa che diventavano sempre + lunghe e sempre + uguali…

Ci siamo dette di tutto. E spesso ci siamo anche dette su.

Ci siamo raccontate le creature di terra del cielo e dei mari, gli alberi ci hanno circondato con la forza rinnovata delle foglie, narrandoci anche loro la loro storia.

Le creature dell’Immaginario sono venute a farci compagnia, come i DRAGHI e UROBOUROS il Gran Serpente del Mondo che se ne sta raggomitolato nella terra come il verme in una mela…

Ma non ci siamo dimenticate del Mondo Umano Reale e neanche lui si è dimenticato di noi. Tre volte si è alzato il Vento Africano a portarci la vicenda di posti lontani, messi in un cantone, e, soprattutto, fatti dimenticare dai ‘potenti della Terra’ per continuare a perseguire il proprio PROFITTO silenzioso senza costi aggiuntivi...

Angela (pomeriggio del 2 aprile 2021)

<< La verità su questo nostro libro, quella che dovrebbe essere la sua VERA  SINOSSI è che:

Mi sono innamorata di quei tuoi 2 quadri, scorrendo Versi in Volo, quando ci eravamo perdute. Da soli dicevano tutto quello che ci stava succedendo durante questa Grande Pandemia che ci faceva rammentare il nostro passato (non solo il tuo e il mio, ma quello di tutte le persone della nostra età...) mentre ci era proibito vivere il presente: parlo dell'aprile 2020.

Quando, di lì a poco, e non certo per merito nostro, ma di Padre Federico Trinchero dal Centrafrica, (Missionario del Carmelo di Bangui) ci siamo incredibilmente ritrovate, mi venne spontanea l'idea di creare un libro che riuscisse a esprimere quel che TU eri già riuscita a dire con 2 quadri pitturati con i pennarelli che avevi in casa.

E spontaneo è anche stato trovargli un Titolo, che adesso, da qualche mese, anche i TG usano: GIORNO dopo GIORNO...

Dare un nome a chi l'avrebbe scritto, perché ancora non esisteva: 2 Vecchie Signore sul Web.

E anticipare il suo tema, appena incominciato: Quel che ci siamo raccontate a Tempo di Covid...

QUESTA è la VERA storia di questo nostro libro.

Grazie, Danila, per tutto il lavoro che hai fatto e arrivare alla pubblicazione sul WEB, dove il libro è nato.

Angela  >>

Che dire? Speriamo di avervi incuriositi e che decidiate di ordinare questo nostro lavoro, il quale, ne siamo certe, incontrerà il vostro interesse. Buona lettura!

Angela e Danila


mercoledì 14 aprile 2021

FIORI di YASUDA KAZUKO SAN (Kanazawa, Giappone)


Ciclo su Fiori di Yasuda Kazuko San (Kanazawa, Giappone


RISVEGLIO

Non v’è miglior risveglio del vedersi
dai fiori salutato con fragranza,
che fa il materno bacio ricordare!
 

DANZARE

Quanto vorrei scordar la pesantezza
del corpo per danzare come i fiori,
dal vento lievemente carezzati!


CANDORE

Penso di farti un piacere, bel fiore:
ti voglio presentare alla Madonna
per via del candor affascinante!

          
SOGNO

Davver ho fatto un sogno favoloso:
era la terra tutta popolata
di creature linde come i fiori!

(Legnano 13-4-2021), Padre Nicola Galeno 

lunedì 12 aprile 2021

UN'AVVENTURA AMBIGUA NEL SAHEL di PADRE MAURO ARMANINO


 Un’avventura ambigua nel Sahel

Sono passati dieci anni dal mio arrivo a Niamey, dall’aprile del 2011 all’aprile del 2021, con lo stesso sole di allora, fedele a se stesso. Oggi, domenica, si registra una massima di 43 gradi in complicità con la stagione che, in questo mese, raggiunge di solito il picco del calore. Tanto per non perdere usi e costumi ormai consolidati, sono riprese le interruzioni mirate e intempestive nell’erogazione di energia elettrica in città. Una porzione di vita che facilita e invita a un primo sguardo retrospettivo del presente transito in questo spazio chiamato Sahel, nome di probabile origine araba che significa ‘riva, sponda’. Una riva presume un mare, un fiume, un lago o comunque un corso d’acqua qualunque. C’è un mare, in effetti, che giustifica il nome, ma è di sabbia, di pietre e soprattutto di rocce, chiamato Sahara. 

Arrivare da straniero da qualche parte, seppure invitato da qualcuno, significa, anzitutto, scoprirsi come un richiedente asilo tra gli altri. Volti, paesaggi, testo e contesto cospirano per domandare aiuto e tornare per qualche tempo ciò che si vorrebbe dimenticare sempre, fragili, vulnerabili e mendicanti. Le prime strade e i primi incontri fortuiti, con i migranti e rifugiati, entrambi in cerca di parole autentiche. Le storie che alla lunga si mescolano ed eppure ognuna rimane come inchiodata nella memoria, ferite mai cicatrizzate del nostro tempo violento. Diallo torturato alla frontiera con la corrente elettrica, Mamadou che promette di tornare e poi ripartire perché, dice, che è meglio essere in prigione in Europa che liberi in Africa. Bertrand che vorrebbe andare in Algeria dopo essere stato spaventato dall’oceano Atlantico della Mauritania.

Janet perde il figlio nel mare dopo averlo ritrovato e poi cercato invano. Antony che passa qualche tempo in prigione e poi s’impegna perché altri non seguano il suo esempio. Anni di avventure, ritorni e partenze per un altrove che s’immagina ricco di futuro e possibilità. Le politiche dell’occidente europeo che si sono andate precisando con coerente e cinica spietatezza. Frontiere mobili che scendono dal mare Mediterraneo e solcano l’altro mare, quello di sabbia e di pietre per poi approdare sulla riva del Sahel, luogo tradizionale di transito per gli ‘esodanti’. Non c’è voluto molto perché venissero definiti prima ‘avventurieri’, poi ‘clandestini’, ‘illegali’, ‘irregolari’ e infine niente meno che ‘criminali’. Osano sfidare frontiere, documenti, trattati, convenzioni, accordi, contratti, sistemi di controllo e guerre di eliminazione dei poveri. Possono legittimamente essere annoverati tra i pochi ‘resistenti’ nell’attuale sottomissione o schiavitù volontaria. 

Ci sono poi le chiese bruciate e ferite nel gennaio del 2015. All’epoca c’era ‘Charlie Hebdo’ che, caricaturando il profeta dell’Islam sotto la bandiera de ‘Siamo tutti Charlie’, ha offerto il pretesto ad alcuni per distruggere quanto costruito con anni di tenace dialogo nel Paese. La ferita non si è mai rimarginata e anzi si è trasformata in aperta persecuzione al momento del rapimento dell’amico Pierluigi Maccalli: due anni d’attesa nell’incertezza di una possible e improbabile liberazione in cambio di soldi. Il tutto mentre le comunità cristiane della zona hanno visto gradualmente ridursi gi spazi di libertà e solo con la paziente e antica saggezza contadina sanno far sopravvivere ciò da senso alla loro vita. Hanno financo minato una zona di transito per la gente. Questo è un atto d’intimidazione, simbolo della follia violenta di oggi.

Infine c’è soprattutto e dappertutto lei, presente, insistente, condiscendente, resiliente, nomade, pervasiva, coerente col colore di eterno: la sabbia. Proprio lei che, semplicemente, costituisce e modella tutto ciò che pretende fondarsi senza di lei: La politica, le elezioni presidenziali, la giustizia, la vita sociale, i matrimoni, le relazioni umane e le amicizie, le ideologie, i programmi scolastici, i piani di aggiustamente strutturale, i mezzi di comunicazioni, i partiti, la società civile e le religioni. Solo sabbia che il vento porta dove crede, che poi trasforma in polvere per insediarsi dove non è invitata. Inutile combatterla o,  peggio ancora, ignorarla. Con tutto sono passati dieci anni, anch’essi di sabbia. Meglio farsela amica e imparare da lei, umile, silenziosa e sovversiva.

        Mauro Armanino, Niamey, 11 aprile 2021

sabato 3 aprile 2021

CONSIGLI INAPPROPRIATI DAL SAHEL di PADRE MAURO ARMANINO (con commento di Danila Oppio)

Consigli inappropriati dal Sahel

Quando vi parleranno di una fine del mondo prossima ventura e di cataclismi mai visti prima non credete alle loro parole. Vi convinceranno che quanto sta accadendo non è mai occorso prima, che la malattia o la pandemia del momento è unica, irripetibile, sconvolgente e inedita. Non credeteli affatto. Non c’è nulla di nuovo sotto il sole e la polvere del Sahel, scrisse il saggio. Cercheranno di convincervi che fanno il possibile per rispettare i diritti umani, sollevare i poveri dalla miseria, confortare gli ammalati e liberare i prigionieri. Non credeteli perché non faranno nulla di tutto ciò. Nessuno libera nessuno e solo insieme ci si libera, l’altro saggio ormai scomparso lo scrisse sulla sabbia. Diranno che non c’è mai stata così tanta democrazia come adesso e che si esercita come mai nel passato la libertà di stampa, di parola, di pensiero e di mobilità. Non credeteli perché faranno di tutto per inchiodarvi dove vi ha collocato il destino o la circostanza. Non seguiteli quando vi prometteranno pace e giustizia per tutti in un mondo globalizzato che dovrebbe somigliare a un villaggio planetario. Non andate alle loro conferenze, arringhe, comizi o assemblee virtuali. Vi parleranno di colpi di stato militari sventati, di complotti per scalzarli dal potere legittimamente acquisito dalle urne. Cercheranno di convincervi che tutto va bene e che anzi è stato fatto il possibile per salvarci dal disordine. Non credeteli perché stanno semplicemente cercando di mantenersi al potere giustificando il loro operato. Si proclamano onesti servitori dello stato e delle categorie ‘meno fortunate’, pronti ad ascoltare la voce del popolo che reclama la loro imperitura presenza. Non credeteli perché hanno fatto di loro stessi gli idoli in cui hanno riposto la loro fiducia. Hanno occhi e non vedono, bocca e non parlano e loro piedi sono di argilla. Como loro, diventeranno coloro che li credono.

Quando vi prometteranno la felicità a portata di mano, la fine della storia, l’armonia perenne e un mondo perfetto non credeteli. Vi stanno vendendo illusioni e rubando il futuro che rimane nascosto ai potenti e ai dittatori del momento. Le loro false promesse saranno spazzate via al primo vento di cambiamento e pure loro andranno mendicando parole di conforto da coloro che avevano, per anni, tradito. Vi convinceranno che è per il vostro bene se metteranno filo spinato alle finestre e se compreranno mari, fiumi e parole. Non credeteti, smentiteli con tutte le vostre forze perché stanno ingannando loro stessi e voi coni i vostri figli. Cercheranno di convincervi che la privazione della vostra libertà è solo provvisoria e che le misure di ‘contenimento’ e ‘confinamento’ sono in vista di un bene maggiore che comincerà domani. Non seguiteli mai perché chi controlla il presente controlla il passato, e chi controlla il passato, controlla il futuro. Vi parleranno di un Paese che non esiste, di tutti gli sforzi compiuti per creare una società differente, slegata da credenze inutili e da lacci e laccioli che solo nuocciono al progresso che tutti aspettano. Non credeteli perché sono nati nell’inganno e sull’inganno hanno imbastito la loro gloria, il loro successo e prestigio. Non seguiteli perché andremmo con loro nel precipizio o nell’abisso che divide sempre più il mondo in tante parti. Vincitori e vinti, oppressi e oppressori, dominati e dominanti, sommersi e salvati, visibili e invisibili. Si proclamano padri della patria, salvatori, illuminati, prescelti per tenere lontano i barbari, insostituibili promotori di avanzamento sociale, propagatori di efficienza e di uguaglianza. Non credeteli affatto, perché hanno fatto del ventre e del conto in banca il loro dio. Abbandonateli al loro destino perché raccolgano quanto non hanno mai seminato. Andranno in cerca di gloria ma non la troveranno mai.

Quando vi parleranno di Dio, diranno di conoscerlo così bene da uccidere per difenderlo e vi diranno tante altre cose di Lui. Vi garantiranno di sapere chi sono i giusti e i colpevoli della storia. Vi prometteranno un paradiso nel caso obbediate a quanto loro avranno deciso.  Assicureranno che questo Dio desidera soprattutto le guerre, i sacrifici umani e schiavi da usare come merce di scambio per placare la sua collera. Non credeteli affatto, perché hanno sequestrato Dio e l’hanno preso come ostaggio della sete di morte che li accompagna. Non seguiteli su questo cammino e semmai ricordate loro che solo un Dio libero da ogni caricatura di Dio sarebbe degno di questo nome. Non fidatevi di coloro che lo usano per arrivare primi nelle classifiche, vincere alla lotteria della vita e conquistare anime, terre e mercati. Direte loro che, semmai, un Dio degno di questo nome, avrebbe invece l’aspetto di un viaggiatore in cerca di chi ha perduto la strada.

                                             Mauro Armanino

Niamey, Pasqua 2021

Per la prima volta, mi permetto di aggiungere un breve commento, perché questi "consigli inappropriati" sono tutto, fuorché inappropriati. 

Sono parole che penetrano nel più profondo del cuore, che rivelano le stesse parole di Cristo, quando ammoniva gli apostoli di non credere ai falsi profeti. Ecco, oggi viviamo in mezzo a questi falsi profeti, che stanno distruggendo ogni cosa, come fossero carri armati o schiacciasassi, per prima cosa, le nostre anime. Ci rendono ciechi, sordi e muti, incapaci di prendere decisioni, perché persuasi che solo le loro decisioni sono quelle giuste. E sono d'accordo, sono giuste, ma solo per loro, perché si ritengono i padroni del mondo. Ma, come scriveva Rafael Alberti in quella sua stupenda poesia, divenuta anche canzone: BALADA PARA LOS POETAS ANDALUCES DE HOY.  Riporto solo un brano del testo poetico, tradotto in italiano. Vale oggi come ieri, vale sempre. Dobbiamo comprendere che solo un cuore che palpita, che vuole un futuro migliore, che deve rifiutarsi di farsi  schiacciare da chi ritiene di poterlo soffocare, calpestare, vilipendere solo perché crede di avere in mano il potere. Il nostro pensiero, il nostro cuore, non potrà mai essere succube di nessuno.  Dobbiamo avere lo stesso coraggio del poeta, per librare nell'aria quel che va detto. E Padre Armanino lo ha fatto, con sottile ironia, ma anche con grande veemenza. Dovremmo tutti diventare un po' poeti, per guadare in Alto! Grazie Mauro! 

Cantate alto, sentirete che altri orecchi sentono

Guardate alto, vedrete che altri occhi guardano

Gridate alto, saprete che palpita altro sangue

Non è più sommerso il poeta, rinchiuso nella sua buia fossa

Il suo canto sale a qualcosa di più profondo

Quando è dischiuso nell'aria da tutti gli uomini

BUONA SANTA PASQUA 

DI RISURREZIONE A TUTTI


BUONA PASQUA DI RISURREZIONE


 

Credevo che avessero ucciso Gesù,

e oggi l'ho visto dare un bacio a un lebbroso.


Credevo che avessero cancellato il suo nome,

e oggi l'ho sentito sulle labbra di un bambino.


Credevo che avessero crocefisso le sue mani pietose,

e oggi l'ho visto medicare una ferita.


Credevo che avessero trafitto i suoi piedi,

e oggi l'ho visto camminare nelle strade dei poveri.


Credevo che l'avessero ammazzato una seconda volta con le bombe,

e oggi l'ho sentito parlare di pace.


Credevo che avessero soffocato la sua voce fraterna,

e oggi l'ho sentito dire:

"Perché, fratello?" a uno che picchiava.


Credevo che Gesù fosse morto nel cuore degli uomini

e seppellito nella dimenticanza,

ma ho capito che Gesù risorge anche oggi

ogni volta che ogni uomo ha pietà di un altro uomo.

(L. Cammaroto)

Buona Pasqua di Resurrezione!

BENVENUTO|

Il Paradiso non può attendere: dobbiamo già cercare il nostro Cielo qui sulla terra! Questo blog tratterà di argomenti spirituali e testimonianze, con uno sguardo rivolto al Carmelo ed ai suoi Santi