Sul guanciale dell'innocenza
riposo le ferite e talora
mi abbandono al sonno. Così
lascio che i vetri colorati della finestra
rifrangano il sole. Dalla torre
calo il paniere coi fogli delle poesie
in regalo
ai quattro gatti che mi corrispondono. Ogni tanto
quando risale
c'è dentro un corpo estraneo.
I virus vanno all'assalto, ma io
li caccio a colpi di quaderno
se ti piglio. Ma non ti piglio. Ma se
ti piglio. Uffa.
Sempre meglio di niente. L'alternativa
è un tappo di cemento al canto.
Così
guardo dalla fessura
se qualcuno bussa e vuole soffermarsi.
Al mondo c'è di peggio, la guerra
la fame la morte la galera
e sempre mangiare maccheroni a Lampedusa
quando va bene. Un blog
è uno sfizio, il mio pubblico
va e viene svagato, frettoloso
forse anche stufo.
Basta un clic a finirla.
Un ultimo sorriso e lascio la lotta
di donna Chisciotta. Addio
usignola.
Da il giardino dei poeti
Grazie, Danila, sì, mi affaccio e guardo intorno dai miei vetri colorati. Un abbraccio a tutti.
RispondiEliminaBello affacciarsi sul mondo, anche quello del blog! E trovare amicizie con le quali instaurare un rapporto di simpatia e spesso, di empatia!!
RispondiEliminaBellissima questa tua poesia!!