Sep122012
Merce di valore, prodotto altamente redditizio, la tratta degli schiavi è stata, nel trascorso della storia, e in particolare nell’epoca da noi studiata in questo blog, Moderna, pratica frequente e diffusa, accordata dai diversi governi e perfino dalla Chiesa cattolica. Nel 1452, papa Niccolò V (1397-1455), con la bollaDum Diversas (»»qua), legittimava già i portoghesi a ridurre i nemici della fede cattolica, “Saraceni e pagani”, in schiavitù e poterli adoperare come meglio si credesse. Schiavi provenienti dalle coste occidentali africane (»»qua), e talvolta dall’entroterra – ricordiamo originari del Ciad, Sierra Leone, Congo, Angola, e via dicendo -, trasportati in modo poco umano, stipati nelle navi fino all’inverosimile (»»qua), che sbarcavano nelle nuove terre scoperte a fine XV secolo da Colombo, quell’America che vedrà arrivare decine di migliaia di negri. Qualche autore azzarda indicare cifre che vanno intorno ai 3 milioni, fra uomini donne bambini, altri molto meno (»»qua), altri ancora indicano solo qualche centinaio di migliaia (»»qua).
Cartagena de Indias, in Colombia, sarà, almeno dal 1595 al 1615, uno dei pochi porti autorizzati (1) dai re spagnoli a ricevere la “mercanzia”, punto di distribuzione per tutte le aree circostanti, Messico, Perù, Santo Domingo, Cuba, etc. Città, Cartagena, che riuniva le condizioni ufficiali per “importare” e preparare lo smistamento, città in cui risiedevano medici e protomedici, ufficiali governativi incaricati all’uopo, strutture ben definite, insomma tutto un efficiente apparato logistico amministrativo di eccellente livello. Qualcuno calcola sbarcavano nel porto da 10.000 a 12.000 schiavi all’anno (2), cifra da non poco conto e da prendere con le dovute cautele in quanto non si hanno, fino a data odierna, conteggi ben precisi.
E non solo gli spagnoli s’interessavano del commercio, ma anche olandesi, portoghesi, francesi, inglesi, governi dalla cui tratta ricevevano introiti non indifferenti. Sovrani, gli iberici, per esempio, che fin dall’inizio, percependo le possibilità di guadagno, avevano disposto una serie di leggi, e tasse, per controllare e assicurarsi il negozio.
E non solo gli spagnoli s’interessavano del commercio, ma anche olandesi, portoghesi, francesi, inglesi, governi dalla cui tratta ricevevano introiti non indifferenti. Sovrani, gli iberici, per esempio, che fin dall’inizio, percependo le possibilità di guadagno, avevano disposto una serie di leggi, e tasse, per controllare e assicurarsi il negozio.
Uno schiavo negro, nel mercato di Cartagena, poteva essere venduto dai 200 ai 400 pesos, con un ricavo, più o meno, del 700%, in quanto, schiavo, prodotto, all’origine, di baratto – per esempio con armi, ferro, bestiame, tessuti -, il cui valore si aggirava fra i 4 e i 60 pesos spagnoli (3). Nella Compañia de Portugal, in pieno XVI sec., un negro poteva valere intorno ai 270 pesos, poco meno nellaCompañia de Inglaterra, circa 200-240 pesos (4), parliamo di uomini di età fra i 15 e i 40 anni, in buono stato di salute, forti e resistenti. Prezzi stabili, giacché la grande quantità che approdava nel mercato illegale riusciva a controbilanciare offerta e domanda nel trascorso dei decenni del XVI-XVII secolo. Valore che poteva duplicarsi quando erano venduti nei vari mercati locali.
Una volta legalizzati, passata la visita medica e pagata la relativa tassa, erano venduti all’asta, singolarmente o in gruppi, trasportati via terra o via fluviale verso quelle zone colombiane in cui richiedevano manodopera per l’agricoltura, l’artigianato, il lavoro nelle miniere, come domestici. Popayan, Cali, Santa Fe, Antioquia, e via dicendo, luoghi in cui si incontravano con gli indigeni del luogo e con i quali avevano, inizialmente, un buon rapporto, non mancando ovviamente i problemi, abusando i negri dei nativi, delle donne in modo particolare. Con il passare degli anni, e considerando il loro elevato numero, si vietò la convivenza fra negri e indigeni. Indigeni che, sfruttati eccessivamente e di là dalle loro abitudini, iniziavano a morire a decine, a centinaia (causa, fra l’altro, le malattie infettive), popolazione, poco a poco, sostituita con gli schiavi africani che, si diceva, essere più robusti e forti per il lavoro. Mentre i primi erano considerati come un “regalo della Natura” e poco “pregevoli”, poiché trovati sul posto, i secondi erano ben calcolati, in considerazione di essere merce cara e preziosa, merce che doveva essere curata e nutrita in modo opportuno. E in effetti, questi ultimi, potevano “far carriera”, nel senso che talvolta occupavano mansioni di maggiordomo, di amministratori, di camerieri.
Nel 1789 si optò poi per liberalizzare il commercio degli schiavi, una piccola spallata data, anche ma non solo, dalla Rivoluzione francese e dalla presa di coscienza dei vari popoli europei. Ma il cammino verso la totale abolizione sarà ancora ben lungi dal venire (»»qua).
*****
- 1. Movimenti illegali si registrarono, sempre in Colombia, nelle zone di Santa Marta, Riohacha, Mompox, Buenaventura, Chirambira, Barbacoas.
- 2. AA. VV., Nueva Historia de Colombia, ed. Planeta, 1989, vol. I, pag. 160.
- 3. AA. VV., Nueva Historia de Colombia, op. cit., pag .158.
- 4. AA. VV., Nueva Historia de Colombia, op. cit., pag. 159.
- 1. Movimenti illegali si registrarono, sempre in Colombia, nelle zone di Santa Marta, Riohacha, Mompox, Buenaventura, Chirambira, Barbacoas.
- 2. AA. VV., Nueva Historia de Colombia, ed. Planeta, 1989, vol. I, pag. 160.
- 3. AA. VV., Nueva Historia de Colombia, op. cit., pag .158.
- 4. AA. VV., Nueva Historia de Colombia, op. cit., pag. 159.
tratto da BABILONIA61- la storia moderna in un blog
Un mio commento: il commercio degli esseri umani è l'azione più vergognosa di colui che vorrebbe essere definito "la più intelligente creatura della Terra". Dove sta l'intelligenza? Dove il cuore? Dove l'anima di un individuo che ha agito o agisce in questo modo? E se la tratta degli schiavi negri è finita, ora si commerciano organi umani, approfittando della disperazione di popolazioni stremate dalla povertà, Si commerciano schiave bianche, per il piacere di uomini ammalati di sesso. Si commerciano bambini, per il divertimento di gente depravata. Ci scandalizziamo di quanto accadeva secoli fa, ma l'uomo non è cambiato, l'uomo che non si affida a Dio, diventa una bestia, l'uomo che non rispetta i suoi simili, è già una bestia, delle più immonde! Non scandalizzatevi se uso parole forti, che appaiono offensive. Gesù disse: chi scandalizza i piccoli, meglio sarebbe che si legasse una macina al collo, e si gettasse a mare. Ora tutto si perdona, anche le azioni più orrende, e tutto diventa "normale", così va il mondo, si dice. Ma siamo impazziti tutti? Il mondo forse è questo, ma essere nel mondo, non significa appartenergli. Io lotterò sempre contro coloro che calpestano i deboli, coloro che opprimono, coloro che non rispettano, ma lotto ancor di più contro il lassismo generale, dove nessuno più alza la voce, neppure i sacerdoti, contro un mondo che va alla deriva. La barca di Pietro è colma di falle? Turiamole! Il timone si è spezzato? Costruiamone un altro! Abbiamo perso la rotta? Muniamoci di un nuovo sestante, di una buona bussola, e rimettiamo la barca nella giusta direzione, verso il Porto sicuro!!
Condivido ogni tua espressione, anch'io e la mia famiglia (cattolici praticanti, specialmente io e mia sorella) siamo scandalizzati da tutte queste vergogne, sulle quali le tue parole di fuoco sono il minimo indispensabile. Nel vangelo c'è tutto quello che serve, Gesù è stato chiaro. Seguiamolo.
RispondiEliminaLa schiavitù fu molto comoda, ingiusta e vergognosissima. Non possiamo dimenticarla, e del resto continua oggi sotto altre forme. Per l'avidità demoniaca di un gruppo ristretto e furbo hanno mandato il pianeta intero in una crisi che inaccettabile. Vergogna al mondo.
Finalmente qualcuno che condivide il mio pensiero, e lo grida al mondo! Grazie Domenica!! Purtroppo, come ho scritto, c'è molto silenzio anche da parte dei sacerdoti, non so se per quel discorso del perdono, che però a mio avviso è travisato (Gesù ha rovesciato i banchi dei mercanti nel Tempio, e condannato chi scandalizza i piccoli), quindi su certe cose era intransigente!! Oppure per timore. No so e me lo chiedo ogni giorno. Se non ci pensa la Chiesa, coi suoi uomini, siano loro facenti parte del clero, che laici, chi altri dovrebbe difendere i diritti umani? Almeno i più necessari?
RispondiEliminaHo letto la tua fiaba La giraffa zitellona, e l'ho commentata!! Stupenda, si sente la tua impronta di grande umanità, e di amore per l'arte! Posso riprenderla ed inserirla nel mio blog? Mi piacerebbe moltissimo, e spero che anche Renzo Montagnoli non abbia nulla in contrario. Ciao e buona giornata!!