«Nada te perturbe
nada te espante,
tudo passa,
só Deus não muda.
A paciência
tudo alcança.
Quem a Deus tem,
nada lhe falta.
Só Deus basta.»
nada te espante,
tudo passa,
só Deus não muda.
A paciência
tudo alcança.
Quem a Deus tem,
nada lhe falta.
Só Deus basta.»
Santa Teresa de Jesus, Pequeno Poema que foi encontrado no seu Breviário, ao morrer em Alba de Tormes.
Senhor,
muito pouco Vos conhece e ama
aquele a quem Vós não bastais!
Ajudai-me a conhecer o Vosso infinito Amor.
Por mim entregastes toda a Vossa Vida
para me dardes a Vida Eterna,
que já nesta terra começa
e me basta.
muito pouco Vos conhece e ama
aquele a quem Vós não bastais!
Ajudai-me a conhecer o Vosso infinito Amor.
Por mim entregastes toda a Vossa Vida
para me dardes a Vida Eterna,
que já nesta terra começa
e me basta.
Na foto: Santa Teresa de Jesus (1515 – 1582)
15 OTTOBRE: SANTA TERESA DI
GESU’
Di Danila Oppio
Mi
ha sempre affascinato, questa donna meravigliosa, modernissima nel suo agire,
direi quasi da femminista! Colpita da parecchi mali, ha avuto la forza,
donatale di certo dal Signore, di proseguire nel suo insegnamento alle Sorelle,
nel fondare sempre nuovi monasteri, nel convincere anche San Giovanni della
Croce, che l’antica osservanza non era confacente al vero carisma carmelitano.
Ha dunque voluto fortemente la riforma del Carmelo, nel quale, meglio sarebbe
occorso un Piccolo Collegio di monache, non più di 13, ad immagine della
comunità di Cristo: il Signore ed i 12 apostoli.
Per
lasciare ai posteri tutta la sua vita, le sue esperienze mistiche, il suo
cammino di perfezione, la storia delle fondazioni in Spagna, ha scritto
incessantemente, e le opere che abbiamo ereditato, sono la fotografia della
vita dell’epoca, ma più ancora, un valido insegnamento per rendere bella ogni
anima, paragonata al Castello Interiore, dentro il quale, nella stanza
centrale, vive Dio stesso. Ah, sapere che dentro di noi c’è Dio, è comprendere
quanto sia preziosa la nostra stessa vita, ai Suoi occhi.
La
sua “determinada determinacion”, l’ha portata molto lontano, tanto da essere
proclamata Santa, e Dottore della Chiesa. Prima donna a rivestire questo
titolo, in compagnia di Santa Caterina da Siena.
Voglio
ricordare, quanto accadde riguardo alla sua nomina a Dottore della Chiesa,
poiché sono convinta che anche dal Cielo, con l’aiuto del Signore, Teresa abbia
messo in pratica la sua determinata determinazione al servizio della Chiesa
stessa. E’ un racconto anche spassoso, lasciatoci dal Cardinale Ballestrero.
Sono persuasa che il volere del Signore, abbia portato un Padre Carmelitano,
alle alte cariche ecclesiali, proprio perché avesse maggior accesso, e forza di
persuasione, nel dialogo con i Papi.
“Noi abbiamo riconosciuto il titolo di
Dottore della Chiesa a S. Teresa di Gesù. La vediamo apparire davanti a noi
come donna eccezionale, come religiosa che, tutta velata d’umiltà, penitenza e
semplicità, irradia intorno a sé la fiamma della sua vitalità umana e della sua
vivacità sprituale, e poi come riformatrice e fondatrice di uno storico ed
insigne Ordine religioso e scrittrice genialissima e feconda, maestra di vita
spirituale; contemplativa, incomparabile e indefessamente attiva. Com’è grande!
Com’è umana! Com’è attraente questa figura!” Papa Paolo VI
Con
poche frasi, Papa Montini ha dipinto a chiare lettere la figura della nostra
Santa Madre, e dai ricordi di P. Anastasio Card. Ballestrero (1913-1998) si
desume il suo arduo impegno per la proclamazione di Teresa, Dottore della
Chiesa.
Ricordo un’udienza con Papa Giovanni,
amabile come sempre; ad un certo punto il discorso venne su s. Teresa. Se ne
mostrò conoscitore, dichiarò la sua ammirazione per lei e io, incoraggiato
dalle sue espressioni, gli dissi: “Santità, perché non fa s. Teresa di Gesù
Dottore della Chiesa?”. Il papa rimase un momento sorpreso e poi mi disse: “
Perché no?! Ma bisognerò studiare bene la questione perché c’è da aspettarsi che
i teologi tirino fuori s. Paolo che ha affermato che le donne devono tacere
(cfr, 1 Cor. 14,34).
“Ma – dissi – Santità, non mi pare un
grande argomento”: “Lo faccia studiare, prenda contatto con la Congregazione
competente e lo faccia studiare”.
Con tutta discrezione, mi detti da
fare: incaricai un teologo e un biblista perché studiassero il tema, per
portare la prima riflessione seria sulla questione. Ma poi il Papa morì! Che
fare? In una delle udienze avute con Paolo VI, un giorno presi il coraggio a due
mani e gli dissi: “Santità, credo mio dovere informarla che con Papa Giovanni
abbiamo fatto un discorso relativo al Dottorato di s. Teresa di Gesù”. “Mi
dica!”, Riferii com’erano andate le cose con Papa Giovanni, Paolo VI mi ascoltò
con attenzione e alla fine del discorso, guardandomi con quel suo modo
perentorio, mi disse: “E il giorno che abbiamo fatto s. Teresa di Gesù Dottore
della Chiesa, che problema di Chiesa abbiamo risolto?”.
Ammutolii, non risposi nulla, ma in
cuor mio mi dissi: “La questione è finita!”. Passò del tempo e rividi il Papa
ancora parecchie volte. E finalmente un giorno, dopo un’udienza che era stata
difficile per motivi diversi, il Papa mi disse: “E ora una buona notizia, Ho
pensato quello che mi aveva detto, ci ho riflettuto, ci ho pregato e le dico:
“farò s. Teresa di Gesù Dottore della Chiesa”. Fu una sorpresa. Non me lo
aspettavo! Lo ringraziai; ma il Papa mi disse: “Però, Padre, se facciamo
Dottore soltanto Teresa di Gesù saranno molti a mormorare per l’eccezione
fatta. Mi dovrebbe trovare un’altra santa, per farne almeno due, Io penserei –
disse il Papa – ad una grande Abbadessa benedettina del Medio Evo; Ildegarda,
Matilde…Vediamo!”. Io, colto di sorpresa, lì per lì dissi: “Santità, io avrei
un’altra idea!”. “La dica!”. E se scegliessimo Caterina da Siena? Una grande
contemplativa, con un Dialogo che è un documento d’estremo valore teologico e
di fede, un’innamorata di Cristo come pochi; ma soprattutto quel magistero
delle opere nella fede della Chiesa, la difesa della Chiesa, la difesa del
Papa..A me sembrerebbe che Caterina abbia il genio femminile del Dottorato”. E
il Papa stava a sentire, Alla fine della mia perorazione a favore di Caterina
da Siena, mi disse: “Bene! Adesso vada dal Padre Generale dei Domenicani e gli
dica che il Papa vuole fare s. Caterina da Siena Dottore della Chiesa”. Vi
lascio immaginare la mia gioia! Andai dal Padre Fernandez, allora era lui
Maestro Generale dei Predicatori, ottimo amico, e gli dissi:”Padre, le porto
una bella notizia”. Mi stette a sentire e mi disse: “Povero me! Ci mancava
anche questo guaio!”. “Ma non è un guaio”. “ Non è un guaio, ma è un guaio! Non
siamo preparati!”. “ E vi preparerete!”. E così fu. Al momento di decidere
quando e come, io avevo suggerito al Papa di farlo in una sola cerimonia,
proclamando tutte e due Dottori della Chiesa insieme. Ma il Papa fu
irremovibile e disse: “NO, una domenica Teresa: la prima, La domenica seguente
Caterina: la seconda”: E avvenne così!.
Queste due Dottori della Chiesa continuano ad illuminare con la loro
dottrina fatta di sapienza arcana, fatta di coerenza di vira. Due innamorate di
Cristo e della Chiesa; due contemplative apostoliche come nessuna, che
sintetizzano il Magistero della Chiesa “verbo et opere”: a guida del popolo
cristiano e a consolazione della Chiesa”:
Un
racconto un po’ lungo, ma non ho ritenuto giusto tagliarlo. E’ piacevole
conoscere questo scorcio di vita – post mortem della santa – poiché la
Comunione del Santi significa anche ricordarli in tutto quello che li riguarda.
E se a raccontarcelo è un Padre Carmelitano di grande valore, tutto appare in
una luce che irradia la volontà di Dio, e il Suo Amore verso i Suoi figli. E’ evidente il “contagio” che il
Cardinale Ballestrero ha ricevuto da Teresa d’Avila, dalla “determinata determinazione” poiché non si è mai arreso, e come un
caterpillar ha proseguito nel suo intendimento, fino ad ottenere lo scopo che
si era prefissato!! Con nostra somma gioia, è doveroso ricordare anche Padre Ballestrero
nella ricorrenza di Santa Teresa di Gesù.
Nessun commento:
Posta un commento