Non ho nessuna pretesa di voler
insegnare a scrivere a coloro che sono più esperti di me, ma credo di sapere
come ci si orienta in tal senso.
C’è chi scrive di getto: desidera
mettere nero su bianco, tutti i suoi pensieri, siano essi in versi, prosa,
saggistica, storia, letteratura, romanzi e quant’altro.
C’è chi scrive meditando molto, e
tenendo costantemente accanto a sé il dizionario dei sinonimi e contrari, il vocabolario,
i testi bibliografici inerenti il progetto di scrittura, e non si
azzarda a posare una sola parola sul foglio e nel programma word del pc, se non
ha prima analizzato ogni singola parola.
C’è chi scrive frasi brevi,
sintetiche, e chi si dilunga in panegirici da capogiro.
C’è chi non rispetta la
punteggiatura, costringendoci ad una lettura senza respiro, e chi invece mette
punti e virgole ad ogni piè sospinto.
Potremo andare avanti
all’infinito, ma queste mie considerazioni vogliono solo affermare che colui o
colei che scrive, ha il sacrosanto diritto di mantenere un suo proprio stile,
esattamente come un pittore dipinge con la tecnica imparata e col suo estro
personale.
Può piacere un autore, oppure
parerci di una noia mortale, può divertirci o farci sbadigliare, sta a noi
scegliere chi scrive nello stile e nel contenuto che più ci aggrada. Ma non sta
a noi giudicare, poiché ciò che ci piace, può non piacere ad altri lettori,
così come ciò che non ci piace, può accogliere i consensi altrui.
Allo stesso modo ci si accosta a
un quadro: neoclassico, preraffaellita, dadaista, impressionista, naif,
futurista, astratto, barocco, classico, romantico, verista, surrealista…tanti sono gli stili e le
correnti artistiche, alcune possono incantare, altre non trasmetterci nessuna
emozione. Ma hanno tutte il diritto di esistere.
E’ chiaro che le ripetizioni,
l’abuso di aggettivi e di locuzioni avverbiali andrebbero evitati ma in certi frangenti, sono necessari.
L’importante, è non scrivere in modo sgrammaticato, e con un lessico alla
portata a tutti. Il politichese e l’ecclesialese, sono incomprensibili dalla
maggior parte dei lettori…meglio evitare!
Così come è necessario sottrarsi all’eccessivo uso di avverbi
che finiscono in “mente”: evidentemente, assolutamente, conseguentemente, eccezionalmente…
Talvolta servono, come
“improvvisamente” o “causalmente”, ma in un testo, sarebbe meglio trovare un
escamotage per ovviare a certe rime! All’improvviso, resta evidente, in modo
assoluto, di conseguenza, in via eccezionale..potrebbero essere sostituti
appropriati. O usare – e in questo caso sono consenziente - il famoso
dizionario dei sinonimi, ovviamente (!) se non arriva subito in mente (ecco la
rima!) qualche sinonimo adatto allo scopo.
Terminata la mia breve lezione
sulla scrittura, che nulla aggiunge ad un buon testo di sintassi
e grammatica (gli errori ortografici sono orribili!), concludo, rivolgendomi
agli esteti, di non penalizzare troppo coloro che, colmi di buona volontà,
tentassero di esprimere il loro pensiero dedicandosi alla scrittura! Anzi,
sollecitateli, poiché se è vero che di scrittori ne è pieno il mondo, così come
di gente che scrive, è altrettanto reale l’esigenza di comunicare sensazioni,
emozioni, sentimenti o esperienze di vita.
BUON LAVORO A TUTTI!
Danila Oppio
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