Mia cara Dani, il tuo libro è arrivato ieri e
l'ho già letto.
Adesso lasciami scrivere un resoconto dagli
appunti che ho preso leggendo.
Te lo spedirò in giornata. Angie
Come sei stata veloce, Angie! Sai, ti avevo avvertito che
avresti trovato dei refusi, ma non è quello che mi aspetto da te...quel tuo
resoconto spero riguardi il contenuto!
Grazie!
Dani
Eccomi.
Il libro in
oggetto mi è piaciuto e mi ha appassionato, adesso, in allegato, cuccati quello
che ne ho pensato.
Ciao. Angie
Commento al libro di Danila Oppio “SMEMORIA”
Avevo deciso che venerdì 12 ottobre avrei ripreso a leggere di notte a letto.
Venerdì è arrivato il tuo libro. E ho
cominciato da lui.
A me è piaciuto e mi ha appassionato.
E’ infarcito di banalità e
anticaglierie anche nei verbi che usi (es. fungere), ma si fa leggere molto bene.
Questa volta le tue lungaggini di
parole e frasi servono al fine della storia: far sentire il lungo periodo di
‘senza memoria’ di Sibilla (S-memoria, ovvero la memoria di Sibilla).
Le poesie, di cui è anche infarcito il
racconto, mi è toccato leggerle perché facevano parte integrante della trama e
non ho potuto, per correttezza, risparmiarmele. Una è anche davvero inquietante
(“… Ho alzato barriere-Per l’ignoto assassino-Pronto a colpire il mio destino-
Ho costruito fortezze-Perché un impetuoso uragano-Non demolisca le mie
certezze-…” pag.33).
Il libro sembra costruito apposta per
sollecitare il cervello di chi legge (vedi inizio capitolo IV quando fai
rivelare l’identità di G).
Venerdì notte ne ho letto metà e
stamattina, dopo aver fatto colazione e fumato un po’, ho avuto voglia di
andare a finirlo perché mi attira.
Ho detto che sollecita il cervello del
lettore per non dire che è un guazzabuglio in cui hai scritto così come ti
veniva in mente (qui l’ispirazione non c’entra) e non certo secondo uno schema
che avevi predefinito (vedi pag.36 primo pezzo).
Comunque, poiché questo comportamento
rispecchia la vita reale e i dialoghi della vita reale che sono spesso un salto
di palo in frasca, a me è piaciuto perché mi ha sorpreso e ero ben disposta a
sorprendermi. Ma non sempre si può guazzabugliare. “Per scrivere delle follie”
ho sempre detto a me stessa “bisogna avere il cervello perfettamente in
equilibrio”.
Comunque tu hai messo al servizio della
storia proprio il tuo modo naturalmente discontinuo. E ha funzionato bene.
Lasciamo stare l’autoincensamento:
farsi rivolgere tutto quell’amore incondizionato (sia per te che per quello che
scrivi) e concedersi anche la scena madre dello svenimento e risveglio con la
rosa al naso, novella Bella Addormentata. Probabilmente la Dani reale ne ha
proprio bisogno.
Lasciamo stare tutti i ‘quando’
trasformati in ‘quanto’, mi hai già detto che non è stato fatto un buon lavoro
di editing (ma a pag.49 c’è un refuso grande come una casa “Lo sai, Sibilla?…”
e cosa c’entra Sibilla?, visto che è lei che scrive).
E lasciamo stare la parte dopo lo
stacco a pagina 67 fino alla fine del libro: per me te la potevi risparmiare e
risparmiarla anche a me (i libri si allungano solo se c’è qualcosa di nuovo da
dire).
Il resto lo troverai come note scritte
sul libro, se un giorno c’incontreremo di persona.
Comunque brava! Comincia a venir fuori
una certa cattiveria alla Agatha Christie (o alla Hitchcock?).
P.S. Nel fare questo resoconto di
lettura mi sono divertita a guazzabugliare un po’ anch’io.Angie.
Grazie per il tuo resoconto! Di quella Sibilla inserita a
sproposito, me ne sono accorta subito, ma è stata saltata, nella stampa, una e-mail,
e non so come quel Sibilla, che era una firma, sia finita all'inizio di
un'altra. Comunque non potevo più correggere, in quanto già stampato, Volevo
cancellarlo direttamente dal libro che ti ho spedito, ma non mi piace
pasticciare su un "Nuovo di stampa". Si, io sono così caotica, anche
nell'esprimermi, ed uso un'infinità di frasi per dire poco o nulla...tu ne sai
ben qualcosa!
Ma credo proprio che in questo contesto, come tu stessa
affermi, quel "gironzolare" nei discorsi contorti, sia servito per
entrare nella testa di Sibilla smemorata. Ok, io volevo finire con Sibilla che
andava a portare i fiori al figlio morto. Ma mi hanno detto che il racconto era
troppo breve, allora mi sono inventata, strada facendo, quell'altra Sibilla,
ovvero quella che scrive il racconto, con le sue elucubrazioni sul come
continuare il racconto, sui blocchi e sui timori di essere troppo ripetitiva
(tante email), E quindi anche sulla conclusione, un po' ironica, di quei
matrimoni tenuti insieme con lo sputo, o buttati allegramente all'aria, anche
per futili motivi. E la poesia...oh, quella è indispensabile per la storia
stessa. Le poesie hanno "risvegliato" Sibilla dormiente, smemorata,
hanno mantenuto vivo l'amore tra i due coniugi, e poiché mi sembravano (soprattutto
quelle di Gavino) adatte al tema del racconto, le ho inserite poiché parevano
proprio un urlo di dolore, di Gabriele, per quanto gli era successo.
Tutto concomitante. So che non ho scritto . non dico un
capolavoro . ma neppure un racconto passabile, non sono una scrittrice, e lo
dico a chiare lettere, ma quel pensiero lì, come la favola di Fantasia, mi è
venuto fuori quasi di getto, non ci ho lavorato su troppo, mi sono fatta un
semplice promemoria della trama, sicura che avrei modificato tutto o quasi, nel
corso della scrittura. Si tratta di un'altra favola, insomma, anche se per
adulti.
Grazie infinite per aver letto e per avermi dato il
resoconto, e se lo hai letto, malgrado me, volentieri, ne sono doppiamente
contenta!
Dani
Dani
Mi
scrivi 'se lo hai letto, malgrado me, volentieri, ne sono doppiamente
contenta!', ti rispondo "Se sai leggermi, lo sai".
In quanto
alla parte da pag.67 alla fine, inutile e infarcita di altre e ben più
ridondanti banalità, io l'avrei scritta così:
"
Interviene un nuovo personaggio (o potevi usare Irene, che è sempre stata a
troneggiare sullo sfondo) che rivela qual è la realtà delle cose. Fin qui i
piani sono stati due: quello di Sibilla e poi quello di Gabriele. E i due piani
a un certo punto s'intersecano e interagiscono. Il terzo piano di realtà è
quello del nuovo personaggio che vede entrambi i primi due e ne parla.
Così si
scopre che Sibilla è sempre stata un po'svanita, che quel figlio Luca non c'è
mai stato e che lo stesso Gabriele è diventato un po' tocco col passare degli
anni: sempre innamorato e quindi sempre condiscendente con Sibilla, ma tocco. I
due hanno in realtà sempre vissuto in un loro mondo pieno di amore e poesia dal
quale ogni tanto lei si estrania e lui si immedesima nella parte del badante.
Ma qui c'è un
solo badante: il nuovo personaggio (o Irene) che li ha sempre accuditi in
tutto.
E sulla
tenerezza che il n.p. (o Irene) prova per loro mentre li guarda persi nel loro
mondo, si chiude il libro. "
Ciao.
Angie
Ecco, Angie, avrei dovuto mandarti la bozza, e se avessi
ottenuto da te questa conclusione, o esegesi finale, forse sarebbe stato molto
meglio! Ma ti devo confessare che temevo il tuo giudizio. Più volte ti ho
scritto che stavo per impegnarmi nella stesura di un romanzo o di un lungo
racconto, Non ho mai avuto da parte tua un cenno di risposta, come non t’
interessasse per nulla. Inoltre ti eri allontanata da me. Ho pensato che non
fosse il caso. Se avessi immaginato che magari avresti letto la bozza, prima
che la mandassi in stampa, e mi avessi dato gli stessi suggerimenti che ora ho
a mie mani, mi sarei rivolta prima a te. Ma stavi male, non me la sentivo di
affaticarti o di romperti addirittura. Ho comunque tratto dei buoni consigli,
gli errori servono eccome! a correggersi. A non avere fretta, come io ho avuto,
ansiosa di veder stampato il mio primo impegno letterario, a leggere e
rileggere con pazienza certosina, e a rompere le scatole all'amica Angie,
sperando che mi potesse dare un valido consiglio in merito. Sono tutte cose che
terrò presenti, come un grande dono, per un futuro, sempre che io abbia ancora
voglia di mettermi a scrivere. Te l'ho detto, ho scritto di getto, poiché mi
frullava in testa questa storia, ma non so se repetita iuvant! Non sono uno scrittore e temo che mai lo sarò!
Un abbraccio formato Paradiso
Dani
Ma, secondo
te, io non ho altro da fare che finire i racconti degli altri? Hai fatto bene a
non mandarmi la bozza, ho già tormenti miei in quanto allo scrivere. Ma se
decido di leggere qualcosa di altri (e spero che ciò sia raro) lo faccio con
tutta me stessa, come ho fatto con te.
Con quel
finale volevo solo dimostrarti quanto è necessario scavarsi dentro per trovare
quello che sembra non ci sia o non possa esserci. Ma c'è, e questa è la
differenza fra uno scrittore e qualcuno che scrive. Questa è la fatica, che è
anche correttezza verso se stessi e verso il lettore. E l'unico premio che c'è,
è la certezza di esserci riusciti a trovare quella cosa nuova, quella cosa
giusta che è nuova e giusta solo lì in quel momento e per quel libro.
E questo non
succede solo nei finali, che in genere sono la cosa più semplice perché
derivano conseguentemente dalla storia, ma durante tutta la stesura di un
libro. E è questa fatica che fa lo scrittore, che rende scrittori. E' la stessa
differenza passa fra chi fa da mangiare e chi cucina. Chi cucina ci mette
emozione, sentimento, anche paura di non riuscire a esprimere in un piatto
proprio quello che voleva. Chi fa da mangiare mette semplicemente della gente a
tavola. E non parlarmi di mancanza di tempo: di tempo per cucinare e
scrivere ne ho sempre avuto poco nella mia vita, l'ho rubato al sonno fin da
quando avevo 12 anni. E' stata dura ma non me ne sono mai pentita. E provo la
stessa paura e la stessa emozione quando ricomincio.
Usa il
cervello, la prossima volta, se proprio non sai usare l'emozione e il
sentimento. Perché scrivere è soprattutto DEDIZIONE, cioè, alla fine è amore.
Ciao.
Angie
Grazie,Angie, ma io ci avevo messo tutto l'amore e la
dedizione che avevo in me, Forse tu non l'hai sentita, forse io sono solo una
povera illusa. Ma ho capito che tu sei uno scrittore vero, io no. Ho solo
voluto provare, ma ho avuto molti consensi, anche da altri scrittori, allora mi
sorge una domanda: sono stati sinceri come Angie, e secondo loro, davvero
poteva essere passabile il mio racconto, oppure hanno mentito, sapendo di
mentire, per non deludermi?
Ai posteri l'ardua sentenza,
Un abbraccio
Dani
Io non ho
parlato dell'amore e dedizione che puoi aver messo in quello che hai scritto,
ma dell'amore e dedizione nell'applicarsi a scrivere. E' un lavoro che odora di
fatica e, siccome la maggior parte delle persone non ama la fatica, è per
questo che c'è tanta gente che scrive e pochi scrittori.
In quanto ai
posteri (ma come ti innalzi facilmente tu!) credo che ogni persona che scrive
un libro sia perfettamente in grado di capire il valore di quello che ha
scritto senza aspettare che sia la posterità (che una volta era lasciata solo
per i grandi) a dirlo.
Ma Angie! La mia era una battuta, quella dei posteri!!
E mi riferivo a coloro che mi avevano dato qualche speranza!! Se il mio
racconto non accoglie consensi, i posteri sono quelli! Figurati se io m’innalzo,
assolutamente no, e lo hai capito da quel che ti ho scritto in precedenza,
ringraziandoti per i consigli che mi hai dato. E li ho accettati volentieri!
Credo di averti anche detto che molto probabilmente quello resterà il mio unico
tentativo di scrittura, quindi non ho mai inteso voler essere una
scrittrice!
Non
avevo invece capito a cosa ti riferissi riguardo all'amore e dedizione,nell'applicarsi
a scrivere! Ora lo so!
Grazie
ancora
Dani
Allora comincia
con umiltà a leggere il significato comune della parola 'posteri'.
Se cominci a
chiedere giudizi sul tuo libro a persone che devono ancora venire, forse è
meglio che tu telefoni all'Irene.
Angie, ma tu conosci il significato esatto di umiltà? Mi sa
che stai sconfinando come tuo solito! Dici agli altri di usare umiltà dall'alto
di un piedistallo! E offendi pure, dicendomi che devo rivolgermi ad Irene! Come
dire che sono fuori di testa...perfettamente in stile, che dici, ci andiamo
insieme a trovarla?
Il difficile giudizio a chi viene dopo di noi, inteso proprio
così: dopo di noi di me e di te...ovvero il parere di altre persone, che non
siano l'autore e neanche il denigratore. Questo volevo dire, e non inteso
propriamente dopo la di nostra morte! Restando in tema arcaico!
Se dovessi analizzare al millesimo ogni parola, allora non
vivrei più, mi bastano già le tue, molto sferzanti! Ci provi un gusto sadico a
dirmene di cotte e di crude vero? Sono diventata il tuo punching ball dove scatenare
la tua rabbia repressa? Va bene, ma fino ad un certo punto, poi non esagerare!
Altrimenti ti rispondo in modo pungente anch'io, come ho
fatto poco fa!!
Su Poetry & Literature, di Technologeek, Giovanni De Simone ha proprio oggi postato una
recensione del mio racconto, e non mi pare così caustico come il tuo commento.
E Giovanni è scrittore, poeta e pittore, uomo di una certa cultura. Ha
acquistato il mio Smemoria, l'ha proprio ordinato, e l'ha letto tutto d'un
fiato e commentandolo con me, mi ha detto che ovviamente ci sono refusi e anche
errori, ma ha capito che è stata l'ansia di pubblicare presto...dovuta a chi non
ha esperienza, essendo al primo "esperimento" cartaceo. Ma ha cercato
piuttosto di leggermi dentro, e lo ha fatto con molta sensibilità, ovvero, ha
visto i miei errori, ma ci è passato sopra, puntando sul contenuto, e quello lo
ha interessato.
Ma tu, che sei la più brava in tutto, ovviamente hai
cercato solo le pecche, e non hai guardato a nient'altro che farti beffe di me!
Ok, ci sono cascata un'altra volta!
Buona notte
Dani
I dialoghi sono di pura fantasia (o assolutamente veri). Nei racconti, non si sa mai dove inizia la verità per sconfinare nell'immaginazione! Ho ricevuto apprezzamenti lusinghieri sul mio lungo racconto Smemoria, ma sorge sempre il dubbio che siano, appunto, lusinghe, quindi per riequilibrare ogni cosa, per accettare con umiltà anche le critiche - purché siano costruttive . ecco questo racconto! Buon divertimento!!
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